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Autore: SarahSlytherin    07/07/2015    2 recensioni
Una sera d'inverno Draco conosce una ragazza: si chiama Amelia, ha i capelli color mogano, gli occhi verde giada e un carattere difficile, costruito sulla base di grande dolore e sofferenza. E' l'inizio di tutto, di come il destino si possa incontrare proprio sulla strada per evitarlo. Nasce un legame indissolubile e complesso, eccentrico agli occhi di molti, ma attraverso il quale entrambi riusciranno a crescere, mettersi alla prova e, alla fine, carpire il meglio di un mondo all'apparenza senza speranza. E' la storia di come Amelia ha scoperto il vero significato dell'amicizia. La storia di chi ha conosciuto il sapore delle lacrime amare. Di chi, dopotutto, ha imparato ad amare.
Genere: Drammatico, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Daphne Greengrass, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Pansy Parkinson | Coppie: Blaise/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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Amelia si svegliò di soprassalto, accorgendosi di non aver puntato la sveglia. Era solo il suo primo giorno di lezioni e non le era concesso arrivare tardi. Si rizzò a sedere sul letto, guardandosi intorno. La stanza nuova le pareva già familiare e incolpava l’aggraziato rumore che provocava l’acqua a contatto con le fredde vetrate di non essersi svegliata in tempo. Rimase qualche minuto a scrutare le tende, disegnando con lo sguardo i raffinati contorni dei dettagli d’argento. Poi gli occhi si posarono sul letto accanto al suo, che apparteneva alla sua compagna di stanza. Millicent Bulstrode, si chiamava. Doveva ammettere che la prima impressione non era stata delle migliori, la sera precedente. Era appena entrata in camera quando una figura corpulenta e per nulla armoniosa l’aveva accolta con una stretta di mano piuttosto vigorosa, più del normale, minacciandola poi che se avesse pensato di occupare la sua parte di dormitorio gliel’avrebbe fatta pagare cara. Il letto però era vuoto e questo significava che la sua nuova amica non si era preoccupata di svegliarla, pur sapendo che fosse una nuova arrivata. Si alzò definitivamente puntando i piedi nudi sul pavimento, che si rivelò ghiacciato. In poche ore da quando era entrata ad Hogwarts aveva potuto appuntare che il sotterraneo era il luogo più umido e freddo del castello. Afferrò velocemente il mantello e la bacchetta e, dopo essersi infilata il resto del vestiario, si catapultò giù dalle scale rischiando più volte di inciampare. Giunta di fronte al portone in pietra che delimitava la fine della Sala Comune, si accorse di non sapere nemmeno quale fosse la prima materia di studio della mattinata, né come avrebbe fatto a trovare l’aula in quell’immenso castello.
-Se mi lasciassi far passare potrei pensare di arrivare in orario magari.
Una voce familiare le giunse all’orecchio facendola sussultare per lo spavento.
-Oh tu, si proprio tu!
Iniziò ad agitarsi sul posto, realizzando di non conoscere ancora il nome del ragazzo.
-Mi potresti accompagnare a lezione? Non so dove andare.
Sul viso di Draco si era formata un’espressione di leggero disgusto e gli occhi si erano stretti prendendo la forma di piccole pepite argentate: uno sguardo che riservava ai pochi fortunati che gli rivolgevano la parola.
-Come ti pare.
La superò urtandole il braccio e lasciò che la grande porzione di pietra del muro scivolasse di lato, permettendo il passaggio ad entrambi.
-Puoi almeno dirmi cosa abbiamo?
-Due ore di pozioni.
Tagliò corto lui.
-Fantastico, ero piuttosto brava nella mia scuola d’origine.
-Mai quanto me.
Si vantò Draco, sistemandosi i capelli biondo platino e facendoli aderire minuziosamente alla fronte. Amelia, che aveva seguito con gli occhi i suoi movimenti, non poté evitare di fare un confronto fra lei ed il ragazzo. Si portò la mano sulla nuca, seguendo la forma dei capelli che ricadevano in modo disordinato sulle spalle e subito avvertì un senso di inadeguatezza. Aveva dimenticato di pettinarsi ed il suo mantello le vestiva troppo grande, mentre quello di lui gli  fasciava perfettamente il corpo slanciato.
-L’aula è questa.
Sibilò con malavoglia aprendo il grande portone in legno. L’Aula di pozioni era situata nei sotterranei, proprio come il dormitorio dei Serpeverde e la stanza era ugualmente umida e gelida. Ad accoglierli fu un professore piuttosto basso e grassoccio, ma molto amorevole.
-Oh eccovi qua! Tu devi essere nuova vero? Io sono il nuovo professore di pozioni, sono tornato quest’anno molto, molto piacere!
Le strinse la mano rivolgendole un sorriso benevolo e sinceramente affabile.
-Sono anche rappresentante della tua casa! Malfoy potrà aiutarti a orientarti, non dev’essere facile arrivare al sesto anno con tutti questi ragazzi esperti!
Aggiunse e rise bonario indicando il resto della classe, alcuni portavano delle divise ricamate con colori rosso-oro, i Grifondoro se non ricordava male.
-Malfoy.. Malfoy chi?
Domandò confusa.
-Malfoy, il ragazzo che ti ha portato qui!
Il sorriso non smise di deformare il suo viso e stavolta si girò verso il biondo che aveva conosciuto la sera prima, ma di cui ancora non sapeva il nome e immediatamente capì. Draco alzò gli occhi al cielo spazientito, sembrava una maledizione quella Alkins. L’unica cosa che voleva era essere lasciato in pace, chiedeva molto?
Amelia tornò velocemente a confondersi fra gli studenti nell’aula, posizionandosi dietro al calderone accanto a Draco. Il lato opposto era occupato da un ragazzo di colore molto attraente e dallo sguardo accattivante. Non potevano affidarmi a lui come tutor? Pensò maliziosa.
-Bene ragazzi oggi ci accingeremo a preparare una pozione molto particolare, il Distillato della Morte Vivente! Qualcuno sa dirmi quali sono suoi effetti?
Una mano venne gettata rapidamente in alto e una voce parlò.
-Il Distillato della Morte Vivente provoca un sonno profondo simile alla morte, le funzioni vitali rallentano e sembrano quasi cessare.
Il professore sorrise entusiasta.
-Molto bene Granger, 5 punti a Grifondoro! Si trova alla pagina 24 del vostro libro, non dovete far altro che seguire le indicazioni e poi vi valuterò. Buon lavoro ragazzi miei!
Il libro. Lei non aveva portato il libro! Sbirciò dal volume del compagno quali fossero gli ingredienti e iniziò la preparazione. Schiacciò con il coltello cinque fagioli soporosi, sminuzzò un paio di radici di Asfodelo e di Valeriana, aggiungendo dell’infuso di Artemisia e tre zanne di serpente.
Aveva terminato. Mescolò in senso antiorario e diede un’ultima occhiata al suo calderone in peltro per accertarsi che il colore fosse regolare e scoprì con piacere che la sua pozione aveva assunto un delicato colore limpido come l’acqua, tipico del distillato. Alzò gli occhi per controllare la situazione creatasi nell’aula e ciò che vide le diede molta soddisfazione: tre quarti degli studenti erano in preda al panico ed atterriti perché il contenuto dei loro calderoni aveva assunto una sfumatura verdognola e stavano tentando ogni stratagemma per ovviare ai loro errori.
-Vedo con piacere che ha finito signorina Alkins!
Disse Lumacorno avvicinandosi e gettando una foglia all’interno del paiolo, che appena sfiorò la superficie del fluido contenuto si sciolse come se fosse stata immersa nell’acido.
-Anche il suo distillato è perfetto signor Malfoy!
Draco ghignò compiaciuto del lavoro svolto, anche se avrebbe preferito di gran lunga essere l’unico a ottenere un voto alto.
-Dovrò dare una E di Eccezionale ad entrambi!
Sghignazzò fiero dei suoi studenti poggiando una mano sulla spalla di entrambi. All’opposto del loro tavolo c’era Hermione Granger che stava per scoppiare a piangere per non essere riuscita nel tentativo di una pozione perfetta. Aveva i capelli gonfi e gli occhi nocciola che imploravano pietà, mescolava senza sosta con un mestolo la sostanza presente nel calderone e si guardava ossessivamente intorno, forse per trovare un appiglio. Sembrava pazza.
***
La mattinata passò in fretta e si riversò come gli altri studenti in Sala Grande per gustarsi un goloso banchetto. Sedette sulla panca non molto lontano dal bel ragazzo di colore, che scoprì essere un amico di Malfoy quando li vide per la prima volta parlare. Mangiò con appetito una coscia di pollo cotta alla perfezione pensando che a casa sua un pranzo di quel genere non avrebbe potuto nemmeno sognarselo. Accompagnò il pasto con un po’ di succo di zucca e una volta finito di mangiare riguardò gli orari delle lezioni che le avevano consegnato poco prima. Avrebbe avuto un’ora buca e voleva trascorrerla a vagare per la scuola per conoscerla meglio e iniziare ad essere più indipendente. Si alzò dal tavolo e si diresse verso l’unica testa bionda platinata presente al suo tavolo.
Tossicchiò per catturare l’attenzione ed il ragazzo si girò, già visibilmente alterato.
-Avrei bisogno di fare un giro del castello.
-E cosa centro io?
-Sei il mio tutor fino a prova contraria e spetta a me riferire a Lumacorno il tuo comportamento.
Draco rifletté per un attimo sulla sua posizione e convenne che, in fondo, farsi una passeggiata non sarebbe stato poi così malvagio.
La condusse al primo piano, mostrandole la biblioteca e l’aula di trasfigurazione, poi al secondo piano, introducendola alla classe di difesa contro le arti oscure e infine giunsero al terzo piano.
-E qui cosa c’è?
Domandò Amelia curiosa indicando una porta piccola e stretta color rame.
-Oh, nulla. Una stupida materia che dovrebbero abolire, babbanologia. E’ inconcepibile che ci sia gente che voglia imparare quelle cose.
-Capisco, immagino che la tua educazione sia stata basata anche sul rifiuto per il mondo babbano.
-Esattamente.
Confermò orgoglioso sistemandosi in modo impeccabile il colletto.
-La mia famiglia non mi ha mai tediato con questi ideali, devo dire. Anche perché mia madre se n’è andata molto tempo fa e mio padre.. beh mio padre non ha decisamente la testa a posto. Sai si è trasferito in un paesino chiamato Drumnadrochit, non sono nemmeno sicura che esista.
Proferì sconsolata e Draco, che l’aveva ascoltata, non seppe cosa rispondere. Si limitò ad annuire con impercettibili segni del capo.
-Come si chiama quel ragazzo di colore con cui parlavi oggi a pranzo?
Cambiò discorso.
-Blaise Zabini, è un mio amico. Ti piace?
Amelia tentennò abbassando il capo.
-Lo sapevo che anche tu non eri altro che una ragazzina depravata.
Ghignò godendo alla vista della compagna che arrossiva come un pomodoro. Estrasse una sigaretta dalla tasca della giacca e la accese con un incantesimo non verbale. Il viso di Amelia passò da rosso per l’imbarazzo, a bordeaux per la rabbia.
-Non ti è bastato ieri sera?
Gridò dimenandosi nel tentativo di strappargli la sigaretta di bocca, ma stavolta Draco prevenuto riuscì a schivarla.
-Per Merlino Alkins ti ho accontentato facendoti fare un giro del castello, lasciami fare qualche tiro!
-Non scendo a compromessi!
Il Serpeverde alzò le spalle e aspirò un’altra boccata di fumo, guardando la sua nuova compagna di casa correr via sbattendo i piedi. Non erano di certi problemi suoi.



   
 
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