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Autore: Humble_Narcissist    09/07/2015    2 recensioni
Dal testo:
“ Reo non riusciva a spiegarsi perché, proprio in quel momento, dopo una vita intera trascorsa a nasconderli, i suoi pensieri gli fossero sfuggiti dalle labbra senza controllo. Forse, semplicemente, non ce la faceva più a tenerseli dentro ed aveva agito d'istinto, alla ricerca di qualcuno con cui condividerne il peso. “
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“ Se Seijuro intendeva davvero sviscerare qualcosa - che si trattasse di un problema di matematica, di uno schema tattico avversario o dell'intima verità di una persona, non faceva molta differenza - c'era da star sicuri che sarebbe arrivato, implacabile, fino all'osso, a dispetto di ogni ragionevole pudore e senza alcuno scrupolo. “
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“ Reo, inane al pari di una foglia frustata dal vento, rimase appeso al filo che lo collegava a Seijuro, lasciandosi studiare ed esplorare come molte altre volte era già accaduto; eppure, l'abitudine nulla toglieva al senso di oppressione, allo sgomento che sempre, inevitabilmente, lo teneva inchiodato lì, ai piedi dell'imperatore, succube della sua asfittica influenza. “
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rakuzan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sottopelle

 

 

Primo strato:

 

 

Le parole che non vi ho detto.

 

 


Kotaro faceva roteare la palla da basket sui polpastrelli, trasferendola fluidamente da un dito all'altro con lo sguardo leggermente increspato e la lingua penzoloni ad un angolo della bocca. Quella era senz'altro la sua espressione più assorta e concentrata. Eikichi camminava accanto a lui, fischiettando un motivetto sentito poco prima alla radio, ma la sua mente non faceva che arrovellarsi su un'unica, spinosa, questione...

<< Ancora non riesco a credere che Reo ci abbia dato buca alla serata NBA! >>

La serata NBA era sempre di mercoledì. Ogni benedetto mercoledì, alle sei in punto, senza saltare mai un appuntamento, Eikichi, Reo e Kotaro si riunivano a casa Hayama per guardare vecchie partite delle loro squadre di basket americane preferite, mangiando schifezze e commentando le mosse di quei prodigi con gli occhi pieni di meraviglia ed ammirazione. Era una dimensione tutta loro, una confortevole consuetudine settimanale che, nel tempo, aveva contribuito a cementare un legame ormai ben più profondo della semplice cortesia tra compagni di squadra. Persino Seijuro non ne sapeva nulla e, invero, i ragazzi speravano continuasse ad ignorare a tempo indeterminato l'esistenza di quegli incontri. La ragione ufficiale e comunemente riconosciuta alla bese dell'ostracismo del capitano era l'anno di differenza che lo separava dal resto del gruppo, ma in realtà, tutti si sentivano sempre un po' a disagio in sua compagnia e preferivano frequentarlo solo durante l'orario scolastico. Quanto a Chihiro, lui passava inosservato praticamente sempre ed era, quindi, fin troppo facile dimenticarsi della sua esistenza.

Kotaro sbuffò, sentendo che l'amico aveva dato voce ai suoi stessi pensieri, e gli passò di scatto la palla.

<< Gorilla, a questo punto anche tu dovresti essertene accorto! Ultimamente la sorellona si comporta in modo davvero strano. Viene più tardi agli allenamenti e va via sempre un po' prima, non sembra iper-protettivo come al solito ed ha spessissimo la testa fra le nuvole. In più, ho notato una cosa ancora più preoccupante: Reo ha iniziato a chiamare Akashi... Solo Akashi! Addio Sei-chan! >>

Eikichi sgranò gli occhi, bloccandosi di colpo e boccheggiando come se avesse appena ascoltato la descrizione dettagliata di una tragedia di proporzioni epocali.

<< C'è qualcosa che non va, dobbiamo assolutamente intervenire... >> asserì poi, passandosi i palmi delle mani sulle braccia per scacciare un'invisibile morsa gelata. << ...Però prima, mangiamo qualcosa! >>

<< Ma come diavolo fai?! Hai divorato un hamburger grande quanto un intero quarto di bue neppure dieci minuti fa!! Se ci fosse stato Reo, avrebbe detto che sei un maiale e, poi, si sarebbe messo a descrivere punto per punto gli effetti benefici del crudismo o chissà quale altra strampalata dieta da top model. >> piagnucolò Kotaro, indossando un'espressione esageratamente melodrammatica.

<< Devo sfamare i miei muscoli se voglio che crescano! E comunque, smettila con quel tono! Reo non è mica morto! >>

<< Se non vieni alla serata NBA, sei come morto per me... >>

<< Smettila di dire stronzate! >>

 

I due ragazzi imboccarono una traversa, poi un'altra ed un'altra ancora, deviando sempre più dal loro solito percorso verso casa. Eikichi aveva un certo sesto senso quando si trattava di trovare del cibo, quindi in quelle circostanze bastava seguire le direttive del suo stomaco e in men che non si dica sarebbe apparso dal nulla un punto di ristoro.

Dopo circa un quarto d'ora di cammino attraverso incerte stradine incassate fra enormi palazzi di periferia, all'angolo tra l'ennesima deviazione e la strada principale si aprì alla loro vista, come manna precipitata improvvisamente dal cielo, un locale dall'aspetto molto sofisticato che non avevano mai notato prima. L'insegna sulla facciata in stile occidentale recava un'arzigogolata scritta in francese che né Kotaro, né tanto meno Eikichi sapevano leggere.

<< Un posto del genere sarà carissimo, meglio sparire prima che ci facciano pagare anche l'aria che respiriamo! >> esclamò Kotaro, schiacciando il naso contro la porta vetrata per guardare meglio all'interno. L'ambiente non era molto grande, ma l'atmosfera che lo avvolgeva era permeata di eleganza e raffinatezza. Pochi tavoli in legno cesellato, quasi tutti per due, venivano rischiarati ed impreziositi da candelabri in stile country francese. Un grosso lampadario circolare con dettagli in cristallo colorato pendeva dal soffitto, inondando di riflessi variopinti le coppiette di clienti intente a cenare.

<< Già, credo che qui non riuscirei mai a sfamarimi e comunque sarebbe un suicidio per il portafogli, meglio anda... Ehi, aspetta un attimo! Guarda un po' quella bionda seduta tutta sola! Magari il fidanzato l'ha piantata, poverina! Che dici, andiamo a farle compagnia noi? >>

Kotaro dovette fare appello a tutte le sue doti atletiche per non cadere sotto le possenti ed implacabili gomitate allusive, da diciassettenne in piena tempesta ormonale, che l'amico gli piantava a ripetizione nel fianco. La biondina, però, l'aveva notata subito anche lui, visto che si trattava effettivamente di una bellezza fuori dal comune: occhi grandi e castani, da cerbiatta, capelli color del grano lunghi fino alla schiena, nasino principesco leggermente spruzzato di efelidi e labbra dai contorni talmente perfetti da sembrare disegnati. Eppure c'era qualcosa, in lei, che gli sembrava un po' fuori posto, anche se stranamente familiare, come un chè di già visto, incrostato in qualche piega abbandonata della memoria. Decise di non pensarci troppo; lo annoiavano i pensieri ingarbugliati che non riusciva a riordinare subito e raramente s'impegnava per approfondire.

<< Fidati, una tipa così è impossibile che sia da sola, magari il suo accompagnatore è andato un attimo al bagno e ci sta facendo fessi. Poi guardala bene, dai, non è proprio al nostro livello! Lei sarà di sicuro una di quelle che la danno solo a gente di classe, con stile, soldi, fascino e un'aura da vero uo... >> Kotaro si interruppe di colpo, portandosi una mano sopra la bocca ed inspirando quanta più aria poteva dalle narici.

<< Ehi, che ti prende? >> gli chiese sorpreso ed un po' seccato Eikichi, che a causa della fame aveva perso interesse nella ragazza praticamente un attimo dopo averla individuata ed ora voleva solo trovare un altro posto per mangiare.

<< Stavo giusto dicendo che, secondo me, la bionda vorrebbe vicino un vero uomo... Guarda un po' chi si è appena seduto al suo tavolo, invece. >>

Eikichi fece capannello con le dita per vedere più chiaramente attraverso il vetro e per poco non si strozzò con la sua stessa saliva.

<< No, non è possibile! É uno scherzo! >>

Tra tutte le persone possibili, perché proprio lui?

Reo Mibuchi, guardia tiratrice, settantotto chilogrammi per centottantotto centimetri di pura grazia, sorrideva dolcemente alla ragazza misteriosa, carezzandone il profilo con lo sguardo. Sembravano decisamente intimi.

<< Cazzo se è strano, haha... >> sghignazzò Eikichi, posando il suo braccio enorme sulla spalla di Kotaro. << ...Però adesso è tutto più chiaro, il comportamento di Reo è giustificato. Si sa che la figa viene prima degli amici! >>

Kotaro si ritrasse dalla morsa del gorilla, quasi disgustato da quella sua oltraggiosa affermazione.

<< Come puoi dire una cosa del genere?! Gli amici sono importanti tanto quanto la ragazza! >>

<< Haha, dici così solo perché non ne hai una! >>

Kotaro rifletté seriamente sull'argomentazione dell'amico e fu costretto ad ammettere, seppur malvolentieri, che non era del tutto insensata. In ogni caso, non si sarebbe arreso facilmente.

<< E va bene, hai ragione, ma solo in parte! Reo avrebbe dovuto dirci la verità, non fare le cose di nascosto come un ladro! >>

<< Hum... Forse si preoccupava che lo mettessimo in imbarazzo, come succede praticamente tutte le volte. >>

Gli occhi di Kotaro dardeggiarono per un istante e le labbra, come sospinte da un repentino guizzo d'ilarità, si schiusero in un sorriso più simile ad un ghigno, con il canino appuntito che faceva capolino fra gli altri denti in tutta la sua inusuale lunghezza. Eikichi – che aveva sperimentato in prima persona e molto spesso le disastrose conseguenze di quell'improvviso mutamento d'espressione - si chiese quali delle proprie parole potessero esserne state la causa, ma non dovette attendere a lungo per sapere la risposta.

<< Sì, Eikichi, sono d'accordo. Mi sa proprio che la cara sorellona vuole tenerci fuori da questa storia perché pensa che potremmo combinarne una delle nostre. Davvero poco carino da parte sua... Dovremmo fare un salto a salutarlo, che dici? >>

<< Non ci pensare neanche! >> implorò Eikichi, ma prima che potesse anche solo provare a tendere una mano per fermare Kotaro, quello si era già fiondato dentro grazie alla sua animalesca agilità.

 

Tutti gli avventori della “Maison du Monde”, colti di sorpresa dalla strana coincitazione all'ingresso del ristorante, iniziarono a fissare i due nuovi ed improbabili arrivati che ne erano responsabili - un ragazzone nerboruto e dalla carnagione decisamente troppo scura per la sua nazionalità, incapace di compiere due passi senza urtare un cameriere, ed un biondo ossigenato con lo sguardo da esaltato che puntava dritto verso il tavolo di una deliziosa coppietta in fondo al locale - con l'aria di chi si accorge improvvisamente essere finito in una Candid Camera.

 

<< Ma guarda chi c'è, la sorellona! >>

Reo percepì distintamente un brivido di terrore lungo la spina dorsale. Suo malgrado, sarebbe riuscito a riconoscere fra mille il suono di quella voce e la cadenza di quei passi rozzi e maldestri.

<< Kotaro, Eikichi... >> esalò, voltandosi con tragica lentezza. << ...Che cosa ci fate, voi, qui? >>

Eikichi si erse in tutte le sue gigantiche proporzioni e cercò di giustificare alla bell'e meglio la loro presenza.

<< Stavamo cercando un posto dove mangiare e, quindi, sai, per coincidenza... M-ma siamo solo di passaggio, tranquillo! Non abbiamo intenzione di fermarci qui, vi lasciamo subito soli. >>

<< Veramente io vorrei restare un po' per fare due chiacchiere, dai, possiamo? >> chiese, piuttosto ipocritamente, Kotaro che già aveva sottratto una sedia al tavolo vicino per posizionarla tra la ragazza e Reo. Quest'ultimo stava giusto per augurargli, naturalmente con il massimo garbo, qualche brutto accidente quando la sua commensale decise di intromettersi nella discussione.

<< Ma che incontro fortunato! Spero proprio che loro siano quegli amici di cui mi parli sempre, vediamo... Hayama-san e Nebuya-san, giusto? >>

<< Sì, ora vi presento, scusami se non ci ho pensato subito, ma il loro ingresso turbolento mi ha distratto. Ragazzi, questa splendida creatura è la mia ragazza, Rumiko Natsumi. Rumi-chan, questi due soggetti alquanto irritanti e rumorosi che non ti hanno ancora salutato - perdonali, a volte dimenticano completamente le buone maniere - sono i miei migliori amici, nonché compagni di squadra nel Rakuzan da due anni, Hayama Kotaro e Nebuya Eikichi. >>

<< Sono davvero molto lieta di conoscervi e, finalmente, incontrarvi dal vivo. Sembrate così simpatici e pieni di energie! >>

<< Aehm... I-il piacere è tutto nostro, Natsumi-san! >> balbettarono in contemporanea gli intrusi, quasi storditi dal sorriso gentile e meravigliosamente perlaceo di Rumiko.

 

Alla fine, rimasero tutti insieme a cenare e Reo dovette, “per punizione”, pagare anche il conto di Eikichi e Kotaro, rimanendo a secco praticamente per tutte le future uscite della sua vita.

 

Sulla strada del ritorno, dopo aver accompagnato a casa Rumiko ed averla salutata con un timido bacio a stampo, Reo dovette sorbirsi la valanga di domande che gli amici, assolutamente poco avvezzi ai concetti di riservatezza e spazio personale, gli riversarono addosso.

<< Wooow! Natsu-chan è fantastica! Ma come l'hai conosciuta, si può sapere? >> chiese per primo Kotaro, saltellandogli intorno.

<< Ehi, da dove viene quel “chan” così presto! É del tutto inappropriato! Comunque, Rumiko e mia cugina Chiyo sono compagne di scuola. Un pomeriggio sono andato a casa di zia per prendere delle cose che mamma aveva dimenticato da lei e Rumi-chan era lì a studiare. Ci siamo subito piaciuti, anche se ho come l'impressione che Chiyo e mia madre si fossero già messe d'accordo per organizzare l'incontro. >>

<< Magari i miei si impegnassero per trovarmi la ragazza! >> commentò Eikichi. << ...Certo che sei proprio fortunato! >>

<< Hahaha, è vero, sorellona! Gli dei sono dalla tua parte quando una bellezza del genere si innamora di te, non ci sono altre spiegazioni! Sinceramente, credevo che non ti avrei mai visto con una don... >>

Prima che potesse terminare la frase, Kotaro ricevette un pugno nello stomaco da parte di Eikichi, che lo guardava dall'alto implorandogli tacitamente non proseguire su quella falsariga.

<< Ahi! Fai male, gorilla! Che ho detto di sbagliato?! Se mi avessi lasciato finire, avrei semplicemente sottolineato che una ragazza come Natsu-chan è fin troppo per Reo! >>

<< Oh, ma grazie mille! >>

<< Non lamentarti, sai che ho ragione! Natsu-chan non è mica una che trovi coi punti delle merendine! É bellissima, simpatica, intelligente e raffinata, insomma una vera signora! >>

<< Già, è proprio la fidanzata perfetta. >> riconobbe Reo, con un tono molto basso, quasi difficile da udire.

<< Ed ora passiamo all'argomento che ci interessa di più! >> disse Eikichi, sorridendo sornione ed afferrando la testa di Reo tra le mani. << ...Allora, lo avete fatto, vero? >>

Reo piantò i piedi sull'asfalto, completamente paralizzato e col viso in fiamme per l'imbarazzo.

<< T-ti sembrano domande da farsi?!! Sei veramente impudente, sfacciato, villano... >>

A mano a mano che gli improperi all'indirizzo di Eikichi si moltiplicavano, la voce di Reo saliva di un'ottava, raggiungendo quasi il limite dell'ultrasuono.

<< E dai, sorellona, non fare così! Non c'è bisogno di essere timidi, sono cose normali per i ragazzi della nos... >>

<< No!! No, va bene!? Non l'ho fatto, ci siamo solo baciati, siete contenti adesso?!! >>

<< In realtà mi aspettavo qualcosina di più, sono un po' deluso... >> scherzò ancora Eikichi. <<...Se avessi io per le mani una fata del genere, non uscirei mai da sotto le coperte! >>

<< Ehi, Ei-cchan, ora stai esagerando sul serio, me ne rendo conto perfino io! >> lo rimproverò Kotaro che, tuttavia, non mancò di rincarare a sua volta la dose. << ...Però, effettivamente, devi avere una bella resistenza, sorellona. Da quant'è che state insieme? Circa due mesi e mezzo, giusto? E in tutto questo tempo, non l'hai sfiorata nemmeno con un dito. Sei proprio un gentiluomo! Un cavaliere d'altri tempi! Un... >>

<< Omosessuale. >>

I ragazzi si voltarono di scatto verso Reo che si era nuovamente fermato in mezzo alla strada, con lo sguardo basso e le braccia strette al petto.

<< Cos'hai detto, sorellona? Non... Non ho sentito bene, haha...>>

<< Invece hai capito benissimo. So che vi potrà sembrere assurdo ed impossibile da credere, ma io, ecco... Sono gay. Le ragazze non mi piacciono e non mi sono mai piaciute. >>

Reo non riusciva a spiegarsi perché, proprio in quel momento dopo una vita intera trascorsa a nasconderli, i suoi pensieri gli fossero sfuggiti dalle labbra senza controllo. Forse, semplicemente, non ce la faceva più a tenerseli dentro ed aveva agito d'istinto, alla ricerca di qualcuno con cui condividerne il peso. Non sperava, comunque, in un lieto epilogo ed era, anzi, certo che i suoi amici avrebbero reagito ad una simile rivelazione in maniera plateale, magari addirittura insultandolo e condannandolo alla solitudine. Furono loro, invece, a stupirlo, dimostrandogli concretamente quanto poco si possa conoscere anche delle persone che si danno per scontate.

<< Ah, ok, poco male. A quanto pare gorilla, mi devi una pizza! >>

<< É giusto, te la sei guadagnata, hai vinto tu. >>

Reo era agitatissimo e sperava che la bomba esplodesse quanto prima per togliergli l'incomodo di quella snervante attesa, ma sembrava che nessuno fosse intenzionato ad innescarla. Nessun attacco, nessuna ostentazione di disgusto, nessun rifiuto.

<< R-ragazzi, scusatemi, ma... Vi ho appena confessato il mio più intimo e scabroso segreto e voi... Voi non avete proprio nulla da dirmi?! >>

<< Beh, sorellona, io non lo chiamerei proprio segreto. Insomma, senza offesa, ma il tuo modo di parlare e muoverti lascia poco spazio a fraintendimenti. Eikichi credeva fosse solo una questione di carattere, mentre io ho sempre pensato che tu... Insomma, ci siamo capiti. Facemmo anche una piccola scommessa tempo fa e, a quanto pare, ho stravinto! >>

Kotaro prese nuovamente a saltellare, stavolta intorno ad Eikichi per rimarcare il proprio trionfo, mentre Reo osservava entrambi in uno stato semi-allucinatorio, chiedendosi se stesse sognando o fosse finito in una sorta di dimensione parallela senza avvedersene. Non poteva filare tutto così liscio! Ogni volta che aveva provato ad immaginare la sua confessione, si era sempre ritrovato con un pesante groppo in fondo alla gola. Anche se, in genere, non gli importava granché del giudizio altrui, con Eikichi, Kotaro e Seijuro non riusciva a mantenersi distaccato. La paura del rifiuto aveva un effetto paralizzante su di lui e smorzava qualsiasi intento all'azione, troppo debole per sbocciare a dispetto di ogni cautela.

<< Dai, Reo, non facciamola più grossa di quello che è. Ognuno ha i suoi gusti. Tipo, a me piacciono i karubi*, a Kotaro i kappamaki* ed anche se non saremo mai d'accordo su questo, io lo rispetto lo stesso! >> esclamò Eikichi con decisione, assolutamente certo di aver usato una metafora perfetta ed appropriata al contesto.

<< Grazie per aver paragonato al cibo il dramma dei miei gusti sessuali! >> ribatté Reo, con un accenno di sorriso sulle labbra e lo sguardo finalmente sollevato verso l'alto.

Kotaro rise e gli saltò al collo, stringendolo in un abbraccio soffocante.

<< Ehi, sorellona, però adesso non eccitarti! >>

<< Kotarooo!! >>

Presto si unì alla stretta anche Eikichi che schiacciò tutti con i suoi ben noti muscoli. Quel gesto così semplice e spontaneo rappresentava, per Reo, molto più di quanto avesse mai osato sperare nelle sue più rosee fantasie. Sentirsi accettato, per altro senza sforzo alcuno, dalle persone che aveva scelto spontaneamente di tenersi accanto era la cosa migliore che potesse capitargli, soprattutto in un periodo difficile come quello che stava attraversando. Il cuore sembrava esplodergli nel petto per la gioia, al punto che dovette invocare tutto il suo contegno per evitare di scoppiare in lacrime.

 

Dopo aver sciolto l'abbraccio, i tre ragazzi camminarono per un buon tratto in completo silenzio, beandosi della tenue brezza serale che sibilava tra alberi e case, portando via con sé la stanchezza e gli affanni del giorno trascorso.
Il primo a parlare di nuovo fu, come sempre, Kotaro, intenzionato a chiarire un dubbio che lo pungolava senza lasciargli tregua.
<< Sorellona, scusa se ti chiedo questa cosa, ma sono abbastanza confuso. Tu sei sicuro di essere gay, no? Allora perché stai con Natsu-chan? >>
<< Già, è vero! Non ti sembra di essere un po' ingordo? Haha.. >> aggiunse subito Eikichi, cavalcando l'onda.
Reo si scostò una ciocca di capelli dal mento con un gesto indolente e strascicato. I suoi occhi ostentavano una profonda tristezza, un malessere talmente radicato nell'anima da riuscire ad incrinare persino la maschera di imperturbabile serenità che solitamente gli decorava il viso. Kotaro ed Eikichi - che non lo avevano mai visto in un simile stato - avvertirono una forte stretta allo stomaco, accompagnata dall'immediato impulso a scusarsi per qualcosa che loro stessi ignoravano.

<< Avete perfettamente ragione a pormi questa domanda e, credetemi, non c'é giorno che passi senza che mi senta un verme. Rumiko è davvero una splendida ragazza e per un po' ho anche sperato, in un angolo remoto del mio cuore, di innamorarmi sul serio di lei. Sarebbe tutto così semplice, se solo riuscissi a stare con una donna! I miei genitori sono terribilmente preoccupati, temono che il loro unico figlio sia una checca e non possono in alcun modo accettarlo. Da quando è iniziato il nuovo anno scolastico, non fanno che chiedermi perché non porto mai ragazze a casa. In più, mio padre si è presentato diverse volte in camera mia con discutibili giornaletti sotto il braccio, dicendomi che é normale per un adolescente maschio apprezzare il corpo femminile e che mi avrebbe "rifornito" ogni qual volta glielo avessi chiesto, "mantenendo il segreto" con la mamma. In realtà, sono certo sappia fin troppo bene che quelle cose non le ho sfogliate mai, neppure per sbaglio. Probabilmente vuole studiare la mia reazione, nella vana speranza che, prima o poi, gli dia prova della mia eterosessualità ringraziandolo con entusiasmo per il "fantastico" dono. Le frecciatine a tavola non finiscono mai, né i miei si risparmiano commenti acidi e sarcastici ogni volta che siamo insieme e, per qualche motivo, salta fuori l'argomento gay. Credo proprio vogliano rendermi inequivocabilmente chiaro il loro punto di vista. Proprio ieri pomeriggio, tanto per dirvene un'altra, la mamma si è perfezionata nella tecnica persuasiva andando a ripescare i miei vecchi completini da neonato, tutti ricamati a mano durante la gravidanza. "Non vedo l'ora di farne degli altri per i miei nipotini! Purtroppo ho potuto avere un unico figlio, ma mi è sempre piaciuta l'idea di una famiglia numerosa, perciò mi raccomando, regalami tanti bei Mibuchi dopo il matrimonio!" >>
<< Cavolo, quando si dice mettere sotto pressione... >> bisbigliò Eikichi, incapace di aggiungere altro. L'irruenza di Kotaro, fortunatamente, gli venne in soccorso, scampando il pericolo di un silenzio imbarazzante.

<< Che situazione del cazzo! Però te lo dico, voglio essere sincero, anche a costo di passare per maleducato come sempre! Questa è la tua vita ed hai il diritto di viverla come vuoi! Non devi per forza obbedire ai tuoi genitori, soprattutto se questo significa andare contro la tua natura! Da quando ti conosco, non ti ho mai visto fare qualcosa in cui non credessi! Capisco che loro ti hanno cresciuto, sono la tua famiglia e ti spiace contraddirli, ma se provassi a spiegare con calma quello che stai passando, magari... >>
<< Non è così semplice, Kotaro! >> esclamò Reo, esasperato. << ...Quando ero all'ultimo anno delle medie, mio padre ha avuto un mezzo infarto. Per fortuna non gli è successo nulla di irreparabile perché è stato curato in tempo, ma un uomo della sua età, con questi trascorsi, fa comunque parte di una categoria ad alto rischio di recidive e deve evitare moltissime cose, prima fra tutte lo stress eccessivo. Se mi presentassi da lui e gli dicessi, così, dal nulla, di dimenticare pure le riviste porno e farmi un abbonamento a gay.tv, morirebbe sul colpo! Sarebbe una catastrofe ed io non voglio far soffrire nessuno. >>
<< Ma così a soffrire sarai tu, sorellona... >>
Reo sospirò profondamente e quando si volse a guardare gli amici dritto negli occhi, i suoi erano colmi di lacrime.
<< Non importa. In fondo, sono felice anche così. La mia famiglia è serena, Rumiko ha un carattere stupendo e a me può benissimo bastare. Anche se il destino è stato piuttosto crudele a farmi innamorare in un momento come questo. >>
Eikichi e Kotaro si scambiarono uno sguardo interrogativo, ma fu il gorilla, stavolta, a parlare per entrambi.
<< Che vuoi dire? >>
Il viso di Reo, illuminato dalla pallida luce di un lampione al neon, non mostrava particolari emozioni, né vi era più su di esso alcuna traccia del dolore che lo aveva sfigurato fino ad un attimo prima. Il solo pensiero di quell'amore aveva contribuito a confinare di nuovo tutte le emozioni in profondità, in un luogo sicuro e lontano da occhi indiscreti.
<< Se-gre-to! >>

A quel punto, chiunque con un minimo di tatto si sarebbe astenuto dal ribattere ed annientare l'atmosfera di velato romanticismo che si era venuta a creare. Ma Kotaro, ovviamente, non era chiunque, né mai aveva finto o si era sforzato di esserlo.

<< Gorilla, scommettiamo che la sorellona ha una cotta per Akashi? >>

Reo inciampò praticamente da fermo ed ebbe uno spasmo simile ad una breve crisi epilettica.

<< Spiacente amico, stavolta non ci casco! Mi sa proprio che sei riuscito a fare centro al primo colpo! >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE:

 

 

  1. kappamaki=involtini di sushi

  2. karubi=costolette disossate

 

Salve a tutti, questa è la mia prima storia su questo forum. Spero vi piaccia. Il rating dovrebbe mantenersi sempre sul giallo, ma mi riservo la possibilità di modificarlo in futuro. A presto!

 

 

 

 
   
 
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