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Autore: 3le___x    19/01/2009    3 recensioni
Come sappiamo tutti Rosalie ha salvato Emmett da morte certa dopo che un orso l’aveva sbranato. Dopo la trasformazione di Emmett lui e Rosalie iniziarono a conoscersi meglio… Questo è ciò che secondo me accadde dopo che Emmett si fu risvegliato dai tre giorni di tortura della trasformazione. Naturalmente è tutto narrato da quel pazzo del nostro fratello orso! xD
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen, Rosalie Hale
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5 - Carlisle.

Appena arrivati Carlisle si alzò con quel suo viso bonario che lo caratterizza tanto.
L’ultima cosa che avrei potuto pensare guardandolo era che fosse un vampiro.
“Emmett vorrebbe dirvi una cosa” mi incitò Rosalie.
Tutti mi fissarono ed io desiderai che la terra si aprisse sotto ai miei piedi e mi inghiottisse.
Ma dovevo farlo… Se non per me stesso, per l’amore di lei.
“Emm… ecco io… volevo domandarvi se potrò restare con voi?” parlai così in fretta che non fui sicuro che potesse essere possibile comprendere ciò che dissi, ma loro ci riuscirono e subito si rallegrarono.
“Certo che puoi rimanere con noi. Benvenuto in famiglia!” dissero in coro.
Vidi Esme e decisi di ringraziarla per i vestiti che mi aveva comprato: “Esme, grazie per avermi dato questi abiti. Prima o poi te li ripagherò”.
“Non preoccuparti Emmett, ormai fai parte del nostro clan” sorrise.
“ora che ti sei ripulito e che ci hai dato questa bella notizia…” cominciò Carlisle “è arrivato il momento che ti spieghi qualcosa della nostra storia” proseguì.
Iniziò a salire le scale e mi accompagnò nel suo studio.
Rosalie, senza far rumore, ci seguì.
Entrammo nello studio e ci chiudemmo la porta alle spalle.
Come già era successo più volte quel giorno rimasi sbigottito.
Ci trovavamo in un’ampia stanza al centro della quale si trovava una grande scrivania di mogano molto ordinata.
Alle pareti erano appesi tanti scaffali pieni zeppi di tomi, alcuni dei quali sembravano antichissimi.
“Rosalie, gli hai già raccontato la storia della nostra famiglia?” chiese.
“Non del tutto. Ho pensato che tu saresti riuscito a farlo meglio” rispose.
“Emmett, avvicinati alla scrivania. Ti mostrerò la nostra storia” mi spiegò Carlisle.
Mi avvicinai e notai che sulla scrivania c’era aperto un grande libro antico.
Lo aprii alle prime pagine ed iniziai ad individuare molte immagini affiancate da didascalie ed altre scritte.
Poi notai che sulle pagine c’era anche una data: 25 Maggio 1673.
“Questa è Londra nel 1650, la città in cui sono nato e cresciuto.” Cominciò Carlisle “Mio padre era un pastore anglicano e, in quegli anni era una delle persone che portavano avanti la caccia alle streghe e ed altri esseri mitici.
Furono bruciate molte persone innocenti, ma lui non aveva pietà e persisteva nel suo intento.
Una volta diventato anziano mio padre mi cedette il posto, ma io non ero come lui, io non ero disposto a condannare persone innocenti.
Ma ero testardo e riuscii a trovare un covo di veri vampiri nelle fogne.
Io ed altri umani aspettammo il tramonto lì vicino e finalmente loro uscirono.
Parlavano in latino, probabilmente erano creature antichissime.
Quando si accorsero della folla iniziarono a correre per le strade.
Avevo 23 anni e guidavo l’inseguimento.
Le creature avrebbero potuto seminarci facilmente, ma erano assetati e ci attaccarono.
Uno si avventò su di me, mordendomi, ma la folla gli dava la caccia e non riuscii a finirmi.
Mi lasciò lì a terra, sanguinante, mentre il dolore si faceva sempre più forte.
Riuscii a trascinarmi fino ad un vicolo dal quale entrai in una cantina, dove mi nascosi per i tre giorni della trasformazione.
Sapevo che, se mio padre avesse saputo ciò che ero diventato, mi avrebbe distrutto e così me ne andai.
Non riuscivo a capacitarmi di essere diventato un mostro, uno della stessa specie che avevo cacciato fino a quel momento.
Così tentai di autodistruggersi.
Arrivai anche a cercare di non nutrirmi ma, così facendo, peggioravo solo le cose.
Una notte, camminavo per un bosco, straziato dalla sete.
Stavo nuovamente cercando di distruggermi, ma l’istinto prese il sopravvento e, imbattutomi in un branco di cervi, li attaccai.
È così che capii che c’era un’alternativa, dopotutto anche da umani ci cibavamo di animali e non ci sentivamo dei mostri.
Così iniziai a vivere da “vegetariano” e a viaggiare per il mondo.
Nuotai fino in Francia…”
“Cooooooooosaaaaaa?” lo interruppi sconvolto.
“Rosalie non ti ha detto che possiamo anche non respirare visto che siamo morti?” chiese divertito probabilmente dalla mia espressione.
“No!” ero allibito.
“Va bhè, quando sei arrivato in Francia cos’è successo?” chiesi dopo essermi ripreso. Volevo sapere come andava a finire la storia.
“Arrivai in Francia dove studiai nelle migliori università europee e fu così che trovai la mia vocazione: la medicina.
All’inizio fu molto difficile, riesco ancora a ricordare come mi sentivo: da una parte desideravo sangue umano, dall’altra non sopportavo il mio comportamento.
Dopo due secoli riuscii finalmente a raggiungere un autocontrollo tale da permettermi di esercitare.
Arrivai in Italia, dove iniziai altri studi e lì conobbi i Volturi.” Lo interruppi di nuovo:
“Chi sono i Volturi?” chiesi sempre più curioso.
“Aro, Caius e Marcus.” spiegò mostrandomi un’altra immagine. “Loro sono i Volturi. Sono una specie di famiglia reale, i vampiri con più potere”.
“Ma perché questi tre dovrebbero farci paura?” chiesi flettendo i bicipiti e meravigliandomi di quanto fossero grandi e forti.
Avevo proprio dei bei muscoli.
“loro sono tre, ma poi ci sono le mogli e tutto il corpo di guardia” mi indicò un’altra figura gremita di gente.
Questo cambiava un po’ le cose.
Storsi il naso disgustato.
“E… quale sarebbe l’importante compito che non possono svolgere senza tutti questi cani da guardia?” chiesi.
Rosali che fino a quel momento non aveva detto una parola fu scossa da una risatina.
Ero così preso dalla storia che mi ero quasi dimenticato di lei.
Quasi.
“Il loro compito è quello di mantenerci nascosti e non concedere mai agli umani di comprendere la nostra esistenza” dichiarò infine.
“Rimasi per un po’ di tempo con i Volturi ma non per più di qualche decennio. Loro avevano uno stile di vita del tutto differente al mio e non vedevano le possibilità che vedevo io nell’essere vegetariani.
Così decisi di tentare la fortuna nel Nuovo Mondo e di cercare qualcuno con i miei stessi gusti.
Con il passare degli anni i vampiri ed altre creature mitiche diventarono leggenda ed io mi accorsi che potevo coesistere con gli umani e cos’ iniziai a lavorare come medico.
Ma ero solo e non trovavo nessuno che mi assomigliasse così, dopo tanto tempo che ci pensavo, mi decisi a crearmi un compagno.
Ero a Chicago nel pieno dell’epidemia di spagnola.
Facevo i turni di notte in ospedale, ma odiavo ritirarmi alle prime luci dell’alba, quando c’erano tante persone che morivano.
Mentre lavoravo in ospedale conobbi Edward e la sua famiglia.
Suo padre morì al primo attacco della malattia, mentre sua madre era più forte e pensavo che ce l’avrebbe fatta. Ma era sempre preoccupata per il figlio e questo la faceva peggiorare.
Quando tornai all’ospedale, quella sera, mi accorsi subito che era peggiorata.” Il suo sguardo era perso nei ricordi “Aveva la febbre alta e faticava sempre più a respirare.
Andai da lei. Mi ero affezionato a quella donna e a suo figlio col passare del tempo.
Lei mi prese per mano. Naturalmente non si accorse che la mia mano era tanto fredda, tutto era freddo a contatto con la sua pelle surriscaldata.
Era disperata:
«Salvalo!» m’implorò allo stremo delle forze.
«Farò il possibile» le promisi.
«Devi fare tutto ciò che puoi. Ciò che agli altri non è consentito, ecco cosa devi fare per il mio Edward» mormorò. Poi la febbre le fece perdere conoscenza. Morì un’ora dopo.
Le sue parole mi spaventarono: aveva forse capito chi ero in realtà? Non lo saprò mai.
Guardai Edward, lì accanto, moribondo.
In ospedale c’erano troppi malati e poco personale, nessuno si sarebbe accorto se mancava qualcuno.
Portai la madre di Edward all’obitorio, poi tornai e presi lui.
Lo portai a casa mia facendolo passare per i tetti e lì lo trasformai.
Non sapevo esattamente come fare così ricreai ogni ferita che mi era stata inferta anche su Edward.
Questo portò via molto tempo e fu inutile e doloroso per lui.
Ma alla fine ce la feci e, dopo tre giorni Edward era diventato uno di noi.
Dopo qualche anno trasformai Esme e, due anni fa Rosalie”.
La storia era finita, eravamo arrivati fino a noi.
A poco a poco tornai alla realtà.
Carlisle mi sorrise.
“Hai altre domande, Emmett?” mi chiese.
“No, per il momento no” ammisi ricambiando il sorriso.
“Se ne avrai fammelo sapere” ribadì.
“Certo” acconsentii.
Stavamo per uscire, quando Carlisle mi richiamò indietro:
“Emmett, fatti accompagnare da Rose in garage. C’è un regalo per te” mi disse sorridente.
Rose capì subito e mi accompagnò al piano inferiore.

 

 

 

Spazio autrice:
Rieccomi con un nuovo capitolo! Scusate l'assenza, ma ho avuto tante cose da fare.
Sono felice che vi piaccia la storia e spero di riuscire a pubblicare il seguito al più presto.
Grazi veramente a tutti quelli che leggono e che commentano, sono veramente contentissima! ^^

x _Sweet_ : Visto che i nostri cari vampiri non dormono, non ho avuto molti problemi a dividere l'armadio di Rose a metà per fare spazio anche ad Emmett.
E poi ancora non sono arrivati Alice e Jasper ed Esme non è una fanatica per lo shopping come invece è la nostra piccola sorellina dispettosa.. xD
Quindi il guardaroba è abbastanza limitato.
In conclusione, abbatterò presto la parete finale dell'armadio e ci scaverò una porta che da sulla camera degli ospiti! xDD
x Faby hale: sei un genio! Non mi ero accorta dell'errore. Purtroppo, come la maggior parte delle ff che scrivo, ho fatto il capitolo a scuola e ho ingiovanito Carlisle di 200 anni! xD Sarà che nell''800 è nato Jasper e io sono del tutto essessionata da lui! XDDD
Grazie ancora per avermi avvertita!
Spero che continuerai a leggere la storia! ^^

  
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