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Autore: Aspaceman    12/07/2015    0 recensioni
Jenna è una ragazza con un passato difficile e un futuro che lo sarà ancora di più.
Tre figure la trasporteranno in un mondo fatto di magia e di sogni, che si rivelerà essere anche in continuo tumulto.
Il suo mondo.
Se ci entri, non ne uscirai più.
"Jenna camminava lungo il marciapiede nel cielo rosso scuro di Londra .
Si stava dirigendo nel pub in cui lavorava, pronta a un'altra lunga serata all'insegna della musica da discoteca, della birra, dei superalcolici e del fumo. Ovviamente a lei spettava solo servire le bevande, sopportare le occhiate languide e alla fine pulire il vomito e lo schifo in cui lasciavano i bagni."
"-Henry, pensi sia lei?-.
-Oh, sì Max, ne sono convinto-.
-Ma Dave ha detto che aveva diciassette anni! Sembra che ne abbia due in meno-.
-Finitela di giocare, ricordatevi che siamo qui per Sophie e non abbiamo nemmeno un minuto da perdere. Tenetela d'occhio, a turno finito ci muoveremo-."
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva faticato per tutta la sera, cercando di evitare i tipi poco raccomandabili che le avevano urlato dietro tutte le schifezze che le avrebbero voluto fare.
Ormai aveva a dir poco notato quei tre ragazzi che la fissavano come se fosse la loro cena ma non se ne preoccupò più di tanto, ormai il turno era finito perciò poteva buttarli fuori, pulire e finalmente tornare a "casa".
Non che ci tenesse a rivedere la strega ovviamente.
Erano le due di notte e, molto poco gentilmente, spense la musica e urlò per quei dieci clienti che ancora non avevano schiodato che il locale era chiuso e che se ne dovevano andare.
Aspettò che tutti se ne andassero, poi chiuse la porta a chiave e tirò le tapparelle.
Successivamente pulì i tavoli, le sedie, il bancone e spazzò per terra con noncuranza, già sicura che non sarebbe andato via neanche un briciolo di lerciume.
Passò velocemente al bagno e, con abbastanza ribrezzo, si mise a pulire vomito e cose non identificabili.
Notò sulla parete le stesse perfette spirali che aveva riscontrato sui tavoli, ma dopo un'alzata di spalle e aver constatato che non andavano via nemmeno quasi con l'acido tornò nel locale vero e proprio.
Si sciolse i capelli e se li riavviò con le dita, poi si mise a pulire quei pochi bicchieri che erano rimasti dando le spalle al bancone e senza fare attenzione ne fece cadere uno.
-Dannazione!
Si accovacciò e iniziò a raccogliere i cocci, riuscendo anche a provocarsi un minitaglio a causa di un piccolo frammento.
-Eddai però!
Sconsolata si leccò la ferita e si tirò su in piedi.
-Dovresti stare più attenta, il tuo sangue è prezioso dopotutto.
Un brivido di terrore si propagò lungo la spina dorsale della ragazza.
Il tono ironico e cupo con cui la voce del ragazzo le si rivolse le fece intendere che non aveva sicuramente buone intenzioni.
"Ero sicura che se ne fossero andati tutti!"
Lentamente fece scivolare la mano nella tasca dei suoi shorts prendendo il coltellino, poi si voltò cercando di non far notare l'arma.
Tenne i denti stretti per non far trapelare il panico e notò che c'erano tre ragazzi. I ragazzi di prima.
-Ragazzi il locale è chiuso, dovreste andarvene ora.
A rispondere fu un ragazzo biondo.
-Ma noi non vogliamo andarcene. Anzi dobbiamo chiederti un piccolo favore, Jenna.
Il suo nome. Era un sibilo, come quello di un serpente.
Un'altro brivido scese lungo la sua schiena e il terrore ora fu palpabile.
Il suo nome. Come faceva a saperlo?
-Chi siete? Cosa volete da me?
-Non deve interessarti chi siamo. Devi seguirci.
Un ragazzo moro con un sorriso decisamente inadeguato alla situazione gli mise la mano sulla spalla e la guardò divertito.
-Scusa ragazzina, Henry delle volte si diverte a prendere in giro le persone e, beh, a terrorizzarle.
-Max finiscila di rovinarmi sempre il divertimento!
-Beh se non la finisci tu di fare il cogl..
-Basta.
Il terzo ragazzo, per ora sempre in ombra e con il tono annoiato, si fece avanti, guardandoli male e decretando la fine del battibecco tra i due.
-Devi venire con noi. Senza storie, poi ti sarà spiegato il necessario. Per ora ti basterà sapere che siamo qui in pace, che non vogliamo rogne questa sera e che il tuo coltellino di bassa qualità non ti servirà a nulla contro di noi. Ora hai due possibilità: o vieni con le buone oppure ci toccherà prenderti di peso. Alla fine stai sicura che con noi ci verrai comunque, sta a te scegliere il come.
Dopo il monologo conciso del tizio, Jenna aveva gli occhi spalancati e la gola secca.
Senza una parola si girò e bevve un bicchiere d'acqua.
Lentamente scavalcò il bancone e con uno scatto fulmineo si diresse verso il misterioso ragazzo cercando di affondare la sua piccola arma all'altezza del cuore.
Ad un centimetro dalla meta Lui le bloccò il polso e, con un ghigno divertito e sadico, glielo girò facendola girare a sua volta e facendole appoggiare poco delicatamente la schiena al suo petto duro.
Le sfiorò l'orecchio con la bocca e lei si ritrasse disgustata.
-Mm, mi piacciono le ragazze violente. Ma bambina, sei piccola, inesperta e goffa. Pensavi realmente di potermi fare qualcosa?
Si mise a ridere tetramente.
-Ora vieni.
La trascinò per il polso verso la porta, le sussurrò qualcosa all'orecchio in una lingua sconosciuta e in pochi istanti era incosciente.

Si svegliò stesa su un pavimento dopo quelli che le parvero anni e si sentì come se avesse un dopo sbornia. Aveva la bocca impastata.
-Dove sono?
-Non farfugliare ragazzina, mi infastidisci. Umani, deboli e rompicazzo.
-Andrew smettila. Portala da me.
-Si, Sophie.
"Sophie.. Sophie.. Un sogno.. Oro"
Il ragazzo la tirò su per le ascelle con forza e camminò dietro di lei intimandole di svegliarsi e di camminare svelta.
Jenna non connetteva bene e, dopo essere stata portata vicino alla fonte dei suoi pensieri e di un suo sogno, riuscì ad aprire gli occhi. Ecco l'oro.
Gli occhi della donna che Andrew aveva chiamato Sophie, così si chiamava il ragazzo che le aveva quasi rotto il polso, erano oro puro.
Sicuramente non sarebbero stati difficili da notare anche in un ambiente buoio pesto.
Incantata com'era ad osservare quella stranezza riuscì ad evitare di intuire gli epiteti che il ragazzo attribuiva agli umani.
E loro cos'erano quindi?
-Ben trovata Jenna, so che mio figlio è burbero e antipatico. Ma capiscimi, dovevo potermi fidare.
La sua voce era miele.
"Dunque questi due sono madre e figlio"
Si rese conto di non aver guardato minimamente l'aspetto dei tre, offuscato dalla paura del momento, ma le parve comunque difficile associare l'una all'altro.
Intanto era tornata a pensare e a vedere lucidamente e questo era già un bel passo avanti.
-Dove mi trovo? Chi siete voi e cosa volete da me?
-Oh quante domande!
A Sophie sfuggì una risatina e un sospiro.
-Andrew, figlio mio, rispondile tu per piacere.
Stese la schiena, tenuta dritta fino ad ora, sullo schienale del letto e sembrò immediatamente più vecchia e stanca. A stento riuscì a soffocare un gemito di dolore.
-Si Sophie.
Dopo aver risposto austeramente alla madre, rivolse un'occhiata sprezzante alla ragazza.
-Sei nella corte Jeensi, sotto terra precisamente. Noi siamo della razza Themal. Da te vogliamo il tuo sangue.
Breve e d'effetto.
Per la durata della spiegazione, Jenna aveva potuto osservarlo. Alto 1,80cm più o meno, spalle larghe, muscoloso ma non troppo, capelli neri spettinati, occhi color ghiaccio. Insomma il ragazzo ideale, se non fosse stato così stronzo.
Alla fine gli stava per ridere in faccia.
-Jeensi? Themal? Scusate ma è da un pò che non credo più nelle favole.
-Ah no? Beh bambina ora ci sei dentro. Noi Themal siamo i protettori, se così vuoi chiamarci, dell'equilibrio della Terra. Jenna, esistono demoni, licantropi e vampiri al mondo e dovrai farci l'abitudine.
Per confutare ciò che disse, prese una spada appoggiata al suo fianco. Quest'ultima prese un colore nero pece e i suoi occhi divennero arancioni tendenti al dorato.
Lei spalancò gli occhi e la bocca e lanciò un piccolo urletto. Si avvicinò per controllare di non avere un'allucinazione.
Sfortunatamente, invece, era reale.
Passò un attimo ad osservare la stanza. Vide radici di alberi e buio illuminato solo da una moltitudine di lucciole. Alla porta c'erano Max e Henry come guardie.
Si rigirò a guardare Andrew.
-Ok, è un incubo? E come sarebbe a dire che volete il mio sangue?!
-Fai troppe domande ragazzina!
Sophie si alterò un poco.
-Andrew, per l'amor Dio, sii buono con l'ospite!
-E va bene. Mia madre, la regina, è malata. Tu, sei l'unica ad avere un tipo di sangue compatibile per fare una trasfusione. Non morirai, sono quattro gocce.
Le rivolse un'occhiata infastidita, forse perché a causa sua si era beccato un rimprovero dalla madre, ma lei si calmò leggermente e guardò la donna. Le sorrise fugacemente. Dopotutto era stata gentile con lei.
-Ok, ma fate in fretta. Non voglio stare qua ancora a lungo.
-Beh mi dispiace ragazzina, lo dovrai fare. Ora sai chi siamo e non lasceremo che una debole mortale se ne torni al suo mondo con così tante informazioni. Ti alleneremo alla difesa e, visto che il tuo sangue è stranamente compatibile con la nostra razza, poi potrai scegliere se andartene o restare.
Le si bloccò il respiro. Quando si riscosse era infuriata.
-Non potevate prelevarmi il sangue, che ne so, nel sonno? Io non voglio immischiarmi nelle vostre faccende. Cancellami la memoria se ne sei capace, qualsiasi cosa ma non voglio saperne nulla!
-Ormai ci sei già dentro. Purtroppo hai una forte energia intorno a te e se non riuscirai a controllare i tuoi poteri in fretta, potresti anche distruggerti.
-Cosa? Non riesco a capire. Io sono una ragazza normalissima con problemi normali!
-E invece ti sbagli, poi riuscirai a capire.
-Ma.. Ma non è possibile, vi state sbagliando sicuramente! Io sono solo, come hai detto tu, una debole umana!
-Sfortunatamente, non è così.
Jenna boccheggiò. Troppe informazioni innaturali. Le girò la testa e si tenne la mani sugli occhi.
Poi si riscosse. Ne aveva superate molte. Sarebbe riuscita a superare anche questa. Anche se la sua determinazione vacillava non poco.
-Per ora prendetevi questo dannato sangue, poi riposerò e ne riparleremo.







Dopo mesi mi è tornata la voglia di scrivere e, insomma, anche se non è molto è sempre qualcosa!
Se passate fatemi sapere se la storia vi piace o se è stupida ahaha
Alla prossima!


Aspaceman.
  
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