Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Meer    20/01/2009    1 recensioni
Anni ed anni di vita. Tu, ferma davanti a quella finestra, guardando fuori, aspettavi che qualcosa cambiasse, mentre tutti ti giudicavano sbagliata, stupida. Ti deridevano. Inutile sognare…, dicevano. E tu, a quelle parole, non potevi che abbassare la testa e restare in silenzio. Incapace di rispondere, ti attaccavi maggiormente a ciò che sognavi. Se non sogni, quale sogno, potrà mai avverarsi?!?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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“Ehy, See

Laß mich träumenfünf

 

L’enorme salopette addosso, cammino, veloce, per gli studi televisivi, scortata a poca distanza dalla mia manager.

L’mp3 sparato a palla nelle orecchie, mi volto un secondo verso di lei che, ovviamente ricambia il mio sguardo.

Notando che è ancora arrabbiata, sbuffo, continuando a camminare.

Pochi passi e, sulla sinistra, finalmente noto la porta che sto cercando.

Allungo la mano, abbassando la maniglia.

Bushido, seduto su una sedia, immediatamente alza lo sguardo nella mia direzione, sorride.

Ehy, See! Sempre in ritardo, eh?”

Io, immediatamente, faccio una faccia strana. Lui mi fissa, un secondo, senza capire, poi getta un’occhiata alla manager, “fumante” per la rabbia, alle mie spalle.

Un secondo.

Bushido ride.

Mi volto. La mia manager, ovviamente, gli getta un’occhiataccia, poi appoggia il suo sguardo su di me. “Muoviti a cambiarti!” esclama, prima di uscire rapidamente dalla stanza “Io vado a vedere se riesco a guadagnare qualche minuto!”

Un secondo.

Sulla porta si ferma. Getta un’altra occhiataccia al mio amico-rapper. “Se se la darà di nuovo a gambe, ti reputerò responsabile!” esclama, la voce seria.

Io e Bushido, ci scambiamo una rapida occhiata. Io mi mordo le labbra, per non ridere, lui, invece, ride, tranquillamente.

“Certo, certo! Conta pure su di me!” esclama poi, la voce divertita “Sono la persona più responsabile del mondo, io!” conclude, strizzandomi l’occhio.

La mia manager sospira, rassegnata, poi, prima di svanire, mi intima di nuovo di darmi una mossa.

 

Rimasti soli, io e Bushido, ci scambiamo un'altra occhiata, prima di scoppiare di nuovo a ridere.

Ehy, See…” riprende poi lui “Che accidenti hai fatto, per renderla così sospettosa?” domanda, la voce ancora divertita.

Io sorrido, mordicchiandomi di nuovo le labbra. “Niente…solo cercare di darmi alla macchia…” concludo, prima di scoppiare a ridere.

Il mio amico mi fissa, un secondo, allibito, poi inizia anche lui a ridere. “Solo tu, puoi cercare di fare certe cose!” conclude.

Io annuisco, sorridendo ancora, prima di aprire la borsa ed estrarre i vestiti che devo indossare.

Un secondo.

Riappoggio lo sguardo su Bushido.

Sorrido.

Bushi…Non indovinerai mai chi ho incontrato al supermercato oggi…”

 

 

Il pc appoggiato sul divano, a pancia in giù, osservo le foto di lei, scorrere sullo schermo, quasi incapace di spostare lo sguardo, di pensare a qualcosa che non abbia a che fare anche in minima parte con lei.

See…”

Ripeto il suo nome, il volto che inizia a scottarmi per l’imbarazzo, mentre un enorme sorriso si schiude sul mio volto.

Sospiro.

Un secondo.

Un altro sospiro, solo che, stavolta, proviene dalle mie spalla.

Mi volto, velocemente.

Tom, una bottiglia di Cola in mano, mi fissa, le sopracciglia sollevate, poi inizia a scuotere la testa, senza parole.

Si avvicina, sedendosi sul divano.

Afferra il telecomando, poi mi getta un’altra occhiata, le sopracciglia ancora sollevate.

“Non sbavare sul mio pc, per favore…” esclama poi, cercando di rimanere serio e di non scoppiare a ridere.

Io, sbatto un secondo gli occhi, poi arrossisco. Rido, afferrando un cuscino, gettandoglielo addosso “Idiota! Non sono mica come te, io!”

Mio fratello, chiude gli occhi, mentre il cuscino lo colpisce, per poi scivolare sul pavimento. Sorride, portandosi la bottiglia alla bocca. Con l’altra mano, accende il televisore.

 

“Ospiti di oggi, in diretta, Bushido e See!” esclama un secondo dopo una voce femminile.

Io mi volto di scatto, verso mio fratello. Ci fissiamo un secondo, poi lui impreca ed io, osservando la sua faccia, scoppio a ridere.

Ma non è possibile! Ma cos’è questa cosa?!? E’ diventata un tormento! Manco fosse una soap-opera!!!

Sbuffa, per poi gettandomi un’occhiata divertita.

Io, dopo essermi rimesso in posizione eretta, osservo lo schermo senza spostare gli occhi un secondo.

Accidenti…, penso,…saremo stati in quegli studi un centinaio di volte e, l’unica volta che avrebbe avuto un senso esserci, sono qui, a casa, senza nulla da fare…Maledizione!

 

Driiiiiin

Sentendo il telefono suonare, mio fratello, comodamente seduto sul divano, mi getta un’occhiata, per invitarmi a rispondere.

Ovviamente, troppo preso dall’intervista a See, ignoro l’invito celato nei suoi occhi.

Tom sbuffa, allungandosi ad afferrare il ricevitore.

“Hallo?” esclama, poi un secondo di silenzio, prima che la sua voce risuoni ancora nella stanza.

Scheiße!” dice, prima di riattaccare e saltare subito in piedi.

Io, gli getto un’occhiata interrogativa, mentre corre fuori dalla stanza.

Sentendo il mio sguardo addosso, lui frena all’improvviso la sua corsa, rischiando di schiantarsi contro il muro del corridoio.

Il suo viso riappare nel vano.

“Ah, Bill! Tanto perché tu lo sappia, era David… Abbiamo dieci minuti!”

Io, sgrano gli occhi, spalanco la bocca, poi espiro, prima di correre a mia volta, urlando “Scheiße!”

A tutta velocità, affianco Tom nel corridoio, poi ci separiamo, fiondandoci ognuno nella propria stanza.

In fretta, mi levo ciò che indosso, gettandolo per terra, correndo poi all’armadio strapieno, per prendere un paio di jeans ed una maglia pulita.

Getto un’occhiata all’orologio.

Scheiße!” impreco ancora, mentre penso che ho ancora solo 5 minuti e mi devo pure truccare.

Un attimo.

Tom, già pronto, spalanca la porta.

Mi osserva, per poi alzare di nuovo le sopracciglia.

Io, ignorandolo, corro fuori, oltrepassandolo e gettandomi in bagno. Afferro l’astuccio dove tengo i trucchi.

Un altro secondo.

Vedo il viso sorridente di mio fratello riflesso nello specchio. Sogghigna.

Che diavolo hai da ridere?” domando, disegnandomi la riga nera.

“Niente…” risponde subito lui, prima di ricominciare a ridere “Pensavo solo alle coincidenze che capitano nella vita…”

Io, il mascara in mano, aggrotto le sopracciglia, non riuscendo a seguire il suo discorso.

Tom sogghigna ancora. “Se ti dicessi dove andiamo, fratellino, non mi crederesti…”

Richiudo il mascara, voltandomi verso di lui, le sopracciglia ancora aggrottate.

“E’ peggio di una soap-opera!” conclude lui, ricominciando a ridere.

Un altro secondo.

Poi il clacson di una macchina.

 

Continua…

  
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