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Autore: XOXO_ARYA    17/07/2015    5 recensioni
Dopo la morte di Aragorn, è tempo per Legolas di intraprendere il suo viaggio verso Valinor.
Sarà pronto ad aprire il suo cuore e a lottare per amore?
NB: i fatti sono basati principalmente sui film e nel racconto compaiono nuovi personaggi non presenti nella storia originale.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil, Un po' tutti
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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  1. NON RIESCO PIU’ A FINGERE
Mi ritrovai davanti all’imponente gradinata del salone, all’interno del palazzo di Re Elrond. Elrohir mi stringeva forte la mano, quasi come a volermi tenere al suo fianco a tutti i costi. Sentivo gli occhi di mio zio su di noi. Ci stava guardando, e il motivo era ovvio. Mi sentivo in trappola. Cercai lo sguardo di Legolas, che però era troppo concentrato sulla coppia di fidanzati. Il discorso di Elrond fu breve ma molto commovente. Il modo in cui si guardavano quei due era qualcosa di magico, come se si trattasse di un incantesimo. Il matrimonio si sarebbe tenuto di li ad una settimana. L’avrebbe celebrato Galadriel, e non avevo intenzione di perdermelo. Mi ripromisi di chiedere a Legolas di portarmi a conoscerla prima di allora.

Mentre fantasticavo su cosa avrei desiderato chiedere a Dama Galadriel, non mi accorsi che mio zio Thranduil era salito di qualche gradino sulla scalinata, pronto per il suo discorso. Il terrore che potesse menzionare me e Elrohir come coppia prese il sopravvento, tanto che le gambe incominciarono a tremarmi e la mia vista si fece appannata. Mi resi conto che le forze mi stavano abbandonando, e proprio quando sentii le mie gambe cedere, due braccia forti mi afferrarono e mi sollevarono da terra. Elrohir, pensai. No, questo era sbagliato, non avrebbero dovuto vederci cosi vicini, non avrebbe dovuto toccarmi. Doveva lasciarmi cadere. La gente avrebbe pensato che io e lui saremmo stati i prossimi a convolare a nozze. Non avevo la forza di reagire, ma cercai lo stesso di spingermi lontano da lui posando le mani sul suo petto.

«Non dimenarti principessa. Cerca piuttosto di riprenderti. Ci sono io a proteggerti.» riconobbi quella melodiosa voce. Era il mio elfo, e non Elrohir, ad avermi presa al volo. Come aveva fatto ad arrivare così velocemente? O era già li vicino a me? Eppure me lo ricordavo molto distante.. Mi abbandonai tra le sue braccia, e l’ultima cosa che vidi fu una ciocca di capelli dorati sfiorarmi la guancia.
 
***
Quell’elfo non era nemmeno stato capace di proteggerla. Non aveva fatto caso al pallore del suo viso, alla paura che le si poteva leggere negli occhi. Pensava che mio padre avrebbe menzionato loro come futura coppia, ne ero sicuro. Ero pronto a portarla via di li qualora si fosse reso necessario, ovvero se la follia di mio padre lo avesse spinto a chiamarli addirittura al suo fianco. E invece non ce n’era stato il bisogno. Lei era svenuta, e se non avessi avuto gli occhi puntati su di lei e una dote particolare nella corsa, ora sarebbe stesa a terra. Non sapevo nemmeno come avevo fatto a raggiungerla in cosi poco tempo. “L’amore fa fare grandi cose”, forse era proprio questo il caso.

Soffocai una risata quando la vidi dimenarsi tra le mie braccia. Pensava fossi Elrohir. Che assurdità, non avrei mai permesso a nessuno di proteggerla. Lei era mia.
Intorno a noi si creò uno spiazzo mentre la folla ci guardava preoccupata.

«Presto Legolas, da questa parte! » era Elrohir che mi stava facendo strada verso il palazzo. Mi condusse in una delle stanze per gli ospiti, dove adagiai la mia amata sul letto. Mia zia Elinor e Aredhel mi furono subito accanto e si presero cura di lei, chiedendomi di uscire. Non avrei voluto lasciarla, ma era giusto rispettare le convenzioni sociali. Probabilmente l’avrebbero spogliata della veste pesante e rinfrescata con acqua di fiume, e di certo non era il caso che io rimanessi li a guardare.
Aspettai pazientemente fuori dalla stanza con Elrohir, mentre mio padre e il suo ristabilivano la calma facendo riprendere i festeggiamenti.

«Non mi sono accorto stesse male.. fino ad un attimo prima guardava Aredhel e Elladan sorridente.. grazie per averla presa in tempo. » non mi guardava nemmeno negli occhi. Aveva lo sguardo rivolto a terra. Cercai di decifrare il suo atteggiamento; non riuscivo a capire se fosse realmente dispiaciuto per le condizioni di Isaradith e per non aver saputo soccorrerla, o se la sua preoccupazione fosse incentrata sul timore di aver compromesso un possibile matrimonio futuro.

«Dici che si riprenderà? Spero non sia nulla di serio.. »

«Tranquillo, Isaradith è forte. Sono sicuro si sia trattato solo di un mancamento.. » pronunciai quelle parole pur non essendone convinto al cento per cento. All’apparenza sembrava un’elfa forte, ma in realtà era molto fragile, e io lo sapevo bene.

Aspettammo un tempo che mi sembrò infinito quando finalmente Aredhel uscì dalla stanza.

«Si è ripresa, ma è molto debole. Non è ancora pronta a ricevere visite però. Io intanto vorrei discutere con Re Elrond riguardo i poteri di Isaradith. Elinor pensa possa averli usati troppo in questo periodo, esaurendo le energie. Legolas ti va di accompagnarmi? Rimarrà Elrohir a sorvegliare la stanza di tua cugina, non è vero? »
Elrohir fece un cenno di assenso con il capo, e io riluttante seguii la mia amica.

«Legolas ho bisogno di parlarti. Quando stavo assistendo Isaradith ho sentito delle parole uscirle dalle labbra, un sussurro. E ho bisogno di capire.. » Aredhel scrutò nei miei occhi in cerca di risposte.

«Quali sono le parole che ha pronunciato? »

«Penso fossero riferite a te.. ha detto “Legolas anch’io ti amo”, o almeno questo è quello che è giunto alle mie orecchie, ma sono sicura di sentirci ancora piuttosto bene nonostante i miei 3000 anni.. »

Rimasi impietrito. Una parte di me era felice sapendo che Isa ricambiava i miei sentimenti, d’altro canto però mi resi conto che non avrei più potuto ingannare la mia amica. Dovevo confessarle i miei veri sentimenti, non avevo scelta.

«Vedi Aredhel, la prima volta che vidi Isaradith non potei fare a meno di innamoramene. Allora non sapevo della parentela che ci univa. E anche dopo, il mio cuore non ha smesso di battere per lei. Io non so quali siano i tuoi sentimenti verso Elladan, ne tu me ne hai mai parlato. Nel giro di una settimana son venuto a sapere del vostro fidanzamento, e non da te, ma da mio padre. Io spero che il tuo sia un gesto d’amore verso una persona senza cui la tua vita perderebbe di significato. Io mi sento cosi ora, sento che senza di lei non avrebbe senso vivere. Se potessi la sposerei anche oggi stesso. Lei non è davvero mia cugina, nemmeno una goccia di sangue ci lega. Non giudicarmi, te ne prego. »

Non riuscii a cogliere le emozioni che sfrecciavano come lampi negli occhi di colei che consideravo quasi una sorella. Aspettai in silenzio una sua risposta.

«Non mi sposo per amore. Non te ne ho parlato perché sapevo che avresti cercato di dissuadermi dal compiere un gesto tanto sciocco. Stimo e ammiro Elladan, e con lui mi sento al sicuro, ma non lo amo. Sono sicura che imparerò ad amarlo, mi serve solo tempo. Lo sposo perché sento l’esigenza di avere una famiglia mia, e perché nessun uomo mai si è rapportato a me con un tale garbo e un tale affetto, a parte te ovviamente. Ma per te son sempre stata una sorella. Penso di averti amato, sai? Ma è come lottare contro un muro con te, sapevo che non avrei mai potuto aspirare a nulla di più se non esserti amica. E con gli anni la mia cotta è sparita. Ora però ho bisogno di qualcuno che si prenda cura di me, e so che Elladan lo farà. Sono contenta per te e Isaradith, anche se è socialmente sbagliato. Devo essere sincera, solo un cieco non noterebbe che tra di voi c’è del tenero. Un cieco, e Elinor. Siete fortunati che quel sussurro è giunto solo alle mie orecchie. Cos’hai intenzione di fare Legolas? Non credo che tuo padre ti lascerà sposare tua cugina. Quanto pensi di poter tenere nascosta la cosa prima che qualcuno lo scopra? E poi, vuoi veramente vivere cosi? Continuando a nascondere i tuoi sentimenti? »

La guardai sconfortato. Certo che non volevo vivere cosi! Avrei voluto gridarlo ai quattro venti che l’amavo oltre ogni misura. Lei, mia cugina!
Non ebbi nemmeno il tempo di formulare una risposta alle domande di Aredhel che ci trovammo davanti allo studio di Re Elrond. Stava discutendo con mio padre della scena in cortile, come sospettavo. Rimanemmo in attesa fuori dalla porta, e riuscimmo ad ascoltare un pezzo del loro discorso.

« Non avrebbe dovuto intromettersi tuo figlio, Thranduil. Sono sicuro che Elrohir sarebbe stato capace di proteggere tua nipote. Ora la folla che ha assistito alla scena dubiterà sia di mio figlio, sia della loro futura unione. Non so se sia nemmeno più il caso di incoraggiarli. Ho visto come si guardano Legolas e Isaradith, non provare a nascondermelo. So perché agisci in questo modo, anch’io al tuo posto cercherei di incoraggiare una loro separazione, ma ho capito con Arwen che al cuore non si comanda.. »

«Elrond amico mio, Legolas e Isaradith sono soltanto due cugini che stanno recuperando il tempo perduto. Sono sicuro che tra di loro non c’è nulla, me lo ha assicurato mio figlio in persona. E Elinor mi ha detto che mia nipote ha intenzione di frequentare tuo figlio. Io credo che l’accaduto sia riconducibile all’atteggiamento protettivo di mio figlio nei confronti di sua cugina. Avrebbe fatto lo stesso con Aredhel, ne sono certo. Lasciamo che siano i ragazzi a sbrigare la faccenda. »

Il tono di mio padre faceva sembrare ogni sua parola sincera, ma solo io sapevo quanta falsità si celava dietro quel discorso rassicurante. Mi schiarii la voce e bussai alla porta dello studio, già in parte aperta.

«Veniamo ad informarvi che Isaradith si è ripresa. Re Elrond, mia zia Elinor si chiede se sia possibile che lo svenimento di mia cugina sia dovuto ad un uso troppo prolungato dei suoi poteri.»

«È possibile, Legolas. Ma devi sapere che ogni potere è diverso, e quello che vale per me non è detto valga per lei. Penso comunque che una visita a Dama Galadriel nei prossimi giorni sia quantomeno necessaria. Galadriel potrebbe insegnare all’elfa come gestire i suoi poteri e l’energia che essi sprigionano. Verrò comunque a dare un’occhiata alle sue condizioni di salute. Sapete dirmi dove sono i miei figli? »

Aredhel fu più veloce di me nel rispondergli: «Elladan sta intrattenendo gli ospiti, conto di raggiungerlo al più presto. Vostro figlio Elrohir invece sta sorvegliando le stanze di Isaradith. Penso sia molto preoccupato. »

«Grazie Aredhel, va pure da Elladan. »

Salutai la mia amica con un cenno del capo, ringraziandola mentalmente per aver risposto alle domande del Re al posto mio. In quel momento ero scosso dalla conversazione origliata poco prima. A quanto pareva io ed Isaradith eravamo incapaci di nascondere i nostri sentimenti, tanto che persino Elrond sospettava che tra di noi ci fosse del tenero.

Accompagnai il Re nella stanza dove si trovava la mia amata, senza dire una parola. Trovammo Elrohir accanto al letto dove era adagiata Isaradith, intento a sussurrarle qualcosa all’orecchio. Quando lei mi vide, si mise a sedere e sfoderò uno dei suoi sorrisi raggianti che quasi mi fece dimenticare il suo mancamento. La lasciai sola con loro,e aspettai pazientemente fuori dalla stanza.


***
Avrei dovuto far visita a Dama Galadriel nei giorni successivi, e la cosa mi rendeva euforica. Elrond mi aveva visitata e mi aveva consigliato un infuso di erbe per riprendere le forze. Ero finalmente rimasta sola in stanza, e decisi quindi di scostare le pesanti coperte e lasciare che il venticello fresco della sera rinfrescasse il mio corpo accaldato. Chissà cosa stava succedendo fuori dalla stanza in cui mi avevano adagiato, chissà se le danze e i festeggiamenti erano ripresi dopo il mio svenimento.

Elrohir mi stava iniziando a dar fastidio, ma capivo il suo logorio interiore per non essere intervenuto. Ero comunque contenta che si preoccupasse per me, e le sue parole di scuse mi sembravano sincere. Se non avessi conosciuto Legolas, di sicuro mi sarei invaghita di lui. Ma le cose erano andate diversamente..
Chiusi gli occhi e lasciai che la brezza serale portasse via le mie preoccupazioni. Non mi accorsi nemmeno della sua presenza, fino a quando non sentii la sua mano accarezzarmi il volto.

«Legolas! Cosa ci fai qui? Ti prego esci, lasciami almeno il tempo di rendermi presentabile.. »

«Io invece trovo che la sottoveste ti stia parecchio bene. Ma devo ammettere che non è la prima volta che ti vedo cosi. Una volta ti spiai mentre stavi facendo il bagno, giù al fiume.. » il suo sguardo malizioso mi fece arrossire violentemente. Come aveva osato spiarmi in un momento tanto intimo?
Si inginocchiò ai piedi del letto e prese la mia mano tra le sue. Mi guardo dritta negli occhi, con quel suo sguardo di ghiaccio che mi fece preoccupare.

«Aredhel sa di noi. E anche Elrond sospetta qualcosa. Ho origliato la conversazione che ha avuto con mio padre, pensa che non abbia senso che tu e Elrohir continuiate a frequentarvi. »

La sua mascella era contratta, si vedeva lontano un miglio che era teso.

«Come ha fatto Aredhel a scoprire di noi? Sei stato per caso tu a dirglielo?» lo guardai leggermente stupita. Mi aveva confessato lui stesso di avermi allontanata proprio per non destare in lei sospetti.

«Nei minuti in cui sei rimasta incosciente, hai pronunciato delle parole che sono arrivate al suo orecchio, parole inequivocabili direi.. » mi sorrise timidamente, arrossendo leggermente. Quanto era bello il mio principe. Era cosi bello da togliere il fiato.  

«E cosa avrei detto, posso saperlo? »

«Beh, hai… hai detto… si insomma hai fatto il mio nome. E… hai detto di amarmi. » si voltò, rosso in viso. Mi si sciolse il cuore nel vederlo cosi tenero, cosi vulnerabile, lui che aveva sempre quell’aria regale, come una specie di corazza che lo faceva sembrare invincibile.

«Capisco. » cercai di tenerlo sulle spine.

«Le pensi davvero quelle parole? O è stato il mancamento a fartele pronunciare? » mi fissò in cerca di conferme.

«Forse. Per capirlo avrei bisogno prima di fare una cosa. Potresti avvicinarti a me? » si protese in avanti ed io guidai con la mia mano il suo volto verso il mio.

Indugiammo un istante, naso contro naso, assaporando ognuno il respiro dell’altro, lasciando che il desiderio crescesse. Quando finalmente le nostre labbra si incontrarono, sentii il cuore uscirmi dal petto. Intrecciai le mani nei suoi capelli dorati e lo attirai a me con passione. Desideravo assaporare quel momento, tenerlo stretto a me; bramavo il contatto con la sua pelle, con la sua bocca.
Senza staccare le sue labbra dalle mie, salì a cavalcioni sul letto, spingendo il mio corpo contro i morbidi cuscini. Posò una mano contro lo schienale in legno intagliato, mentre con l’altra cinse il mio collo, facendomi alzare il viso nella sua direzione. Feci scivolare le mie mani lungo i suoi fianchi, e poi ancora più giù fino ai suoi glutei. Sentii una vampata di calore attraversare il mio corpo, quasi come se il desiderio mi stesse esplodendo dentro, quando mi accorsi che Legolas si era irrigidito. Allontanai subito le mani dal suo corpo, sentendomi a disagio. Legolas si allontanò impercettibilmente da me, cercando di recuperare la calma.

«Isa non puoi fare cosi, mi fai perdere il controllo e non riesco a pensare lucidamente. » si rimise a sedere, passandosi una mano tra i capelli  «Finirei per fare cose che non vorrei, o meglio che tu non vorresti. Mi fai impazzire, davvero.. » il suo respiro era affannato, il suo volto arrossato per la troppa eccitazione.

«Scusami. È solo che non riesco a controllare questo mio desiderio di accarezzarti, di stringerti a me. Mi impegnerò a.. ehm.. tenere le mani a posto, lo prometto. » abbassai lo sguardo imbarazzata, vergognandomi del mio poco contegno. Non ero mai stata così audace in effetti. Il mio corpo aveva reagito in maniera incontrollata a quell’ondata di desiderio, ed io avevo perso il controllo. Mi ero addirittura dimenticata di essere all’interno del palazzo di Re Elrond, e del rischio che stavamo correndo in quel momento.  

«Non voglio che tu ti costringa a tenere le mani a posto.. » sorrise imbarazzato « solo, avvisami quando inizio a spingermi troppo oltre. Ho paura di non sapermi controllare, e non vorrei far nulla che a te non vada. Ora è meglio se raggiungo mio padre. Se ti senti meglio, possiamo rientrare a casa. Sono sicuro che il tuo letto sia decisamente più comodo di questo. » un sorrisetto malizioso comparve sul suo volto, prima che lui si alzasse e scomparisse dietro la porta della stanza.

Mi alzai dal letto e mi rivestii. Indugiai un attimo davanti allo specchio, sfiorandomi le labbra ancora arrossate per il bacio focoso di prima. Ero davvero pronta a concedermi a lui, se fosse capitata l’occasione? Probabilmente no, ma in fondo non ne ero così sicura, non ero più sicura di niente quando si trattava di lui. Stavo perdendo la testa poco a poco.  


***
Erano passati già due giorni dalla festa di fidanzamento, e Isaradith si era ripresa completamente. Elrohir veniva a farle visita regolarmente, più volte al giorno, costringendomi cosi a stare lontano da lei.

La sera del banchetto, appena rientrati a casa, mio padre mi chiamò nella biblioteca per palare. Mi fece un discorso su come io ed Isaradith sembravamo più di semplici cugini, e di come fosse importante che io le lasciassi i suoi spazi in modo tale che potesse conoscere il principe Elrohir. Il tutto con il solito tono gelido che caratterizzava ogni discorso di mio padre rivolto a me. Aggiunse che non voleva vedersi costretto ad allontanarci con la forza. Intuii da quella frase che aveva già in mente un piano, e che presto o tardi lo avrebbe messo in atto.  Mi ripromisi dunque di stare più attento in futuro, e di cercare di farmi vedere il meno possibile con lei.
Riuscii però a convincere tutta la famiglia a lasciare che fossi io ad accompagnare Isaradith da Galadriel, con la scusa che Gimli desiderava farle nuovamente visita.

Quel pomeriggio ci saremmo recati a Lórien, al palazzo di Dama Galadriel. Avevo intenzione di parlare con lei per chiederle consiglio su questo amore impossibile che legava me e mia cugina. Dovevo capire come fare a far accettare a mio padre i nostri sentimenti. Non avrei potuto passare la vita a nascondermi nei boschi per poterla vedere, avevo assolutamente bisogno di un piano migliore.

Mi incontrai con Gimli nelle stalle, ed insieme aspettammo Isaradith. Quando fu arrivata ci incamminammo, io a cavallo del mio destriero bianco, Gimli sul suo pony e la mia elfa con Aras. il tragitto durò un po’ più del previsto, dato che il passo fu dettato dal pony, leggermente affaticato sotto il peso del mio amico.
 
Quando finalmente arrivammo a destinazione, fummo guidati dai servitori di Galadriel all’interno del palazzo, dove lei ci ricevette.
Spese qualche parola con il mio amico nano, che tanto la adorava, per poi concentrarsi sulla mia amata.
 
***
Quando la vidi, in tutta la sua bellezza, rimasi abbagliata. Non potevo crederci di essere al cospetto di colei che tanto ammiravo, e che avrebbe potuto aiutarmi.
 
«Giovane Isaradith, sei più bella di come Legolas ti aveva descritta. Percepisco che in te c’è un grande potere, e conosco il fardello che ti porti dentro. Un cosi grande potere necessita di una forza speciale per essere controllato, e sospetto che nessuno ti abbia mai insegnato come fare vero? Ma certo che è cosi, sono rare le persone con poteri come i tuoi. Io posso aiutarti, se vuoi. »
 
«Io.. non so davvero cosa dire. Sono lusingata dalle vostre parole, ma non sono niente in confronto a voi, Dama Galadriel. Nessuno ha mai ritenuto che il mio dono richiedesse particolari attenzioni, ne che fosse particolarmente utile in effetti.. voi siete la prima che mi offre aiuto. Perciò si, se posso imparare da un’elfa potente come voi, non mi tiro indietro. Non so come ringraziarla della sua offerta, ma prometto che mi sdebiterò. »
 
«Sei molto forte, piccola elfa, sono sicura che con la mia guida il tuo potere crescerà. »
 
Galadriel mi invitò a risiedere presso il suo palazzo per qualche settimana, il tempo necessario secondo lei per poter padroneggiare bene il mio dono. Esitai, non riuscendo a pensare di poter stare separata da Legolas così tanti giorni. Mi lasciò del tempo per rifletterci, e si incamminò verso il cortile del palazzo, seguita da Legolas. Decisi di seguirli anch’io, mentre Gimli rimase a contemplare i ritratti all’interno del palazzo.
 
«Deve essere molto dura per voi nascondere i vostri sentimenti, non è vero? Conosco bene Thranduil, non accetterà facilmente questa relazione. » Galadriel parlò dandoci le spalle, ed io rimasi stupita dalle sue parole, come rimasi stupita della risposta del mio principe.
 
«Abbiamo bisogno di un tuo consiglio, mia Signora. Non credo che riusciremo a tener nascosto il nostro amore tanto a lungo. Perfino Re Elrond sospetta qualcosa. »
 
«Elrond è molto saggio, Legolas. Non sottovalutarlo. Capisco il vostro tormento, ma c’è una cosa che dovete sapere. Una cosa che vi sarà di grande aiuto nella vostra battaglia. »
 
 
*SPAZIO AUTRICE*
Hoooola!!! Si lo so picchiatemi tutti insieme. Ho aggiornato dopo secoli.. ma ho una scusa validissima, giuro! Sto scrivendo con un solo occhio, l’altro è malaticcio *sniffsniff* quindi capitemi :O
Alloooora… secondo voi cos’è la cosa importantissima che dirà Galadriel  ai due piccioncini?
Susu, aspetto un vostro commento :P
 
Come sempre ringrazio TUUUUTTTIIII, sia chi legge la storia in silenzio, sia chi commenta brevemente, sia chi invece mi lascia commenti kilometrici. Vi amo tutti *-*
Vi invito come sempre a farvi sentire, così mi fate sapere se c’è qualcosa che vorreste che io inserissi, qualcosa che non vi è piaciuto, qualche curiosità..  io sono qui!
 
Non vi prometto più che aggiornerò velocemente perché poi non riesco e mi sento in colpissima.. >_<
 
Vi adoro! L’eterna ritardataria Mei <3

 
   
 
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