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Autore: Sommerfugl    17/07/2015    3 recensioni
Il suo nome è davvero strano per la zona in cui viviamo ma l'ho scelto perchè suona come “cherry” cioè ciliegia.
Beh lei è la ciliegina sulla torta della mia vita. É il regalo più grande che il suo papà avesse potuto farmi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vicky per favore, metti la valigia nel bagagliaio del taxi”

“Già fatto Char, non ti preoccupare. Ora devi solo prendere Cherie e sistemarla in macchina”

“Fatto! Ciao mamma e grazie di tutto”

“Tesoro state attente e fate buon viaggio. Ciao Vicky. Ciao tesoro della nonna”

Sia Vicky che Cherie sventolarono la mano dal finestrino del taxi in segno di saluto.

Le vacanze a casa di mia madre erano finite era giunto il momento di tornarcene a casa.

 

“Cherie, ora andiamo a prendere l'aereo grande grande. Sei contenta? Così potrai dire ai tuoi compagni dell'asilo di aver volato sopra l'oceano”

Cercavo sempre di rassicurare mia figlia. Era la prima volta che volava. Beh ovviamente l'aereo l'avevamo preso anche per raggiungere Londra dove abita mia madre, ma avendolo preso di notte la mia principessa aveva dormito tutto il viaggio.

“Ma se cadiamo,mamma”

“Ma no, tesoro l'aereo non cadrà. Se hai paura ti stringi forte forte a me o a Vicky e andrà tutto bene”

“E poi se avrai paura ti farò ascoltare una ninna nanna”

“Una ninna nanna di Bill, zia Vicky?”

“Certo, quella che preferisci”

Arrivammo in aeroporto finalmente. Cherie stringeva forte tra le braccia la sua bambola di pezza che aveva chiamato Tatù forse in ricordo del gattino del nostro vicino di casa che in quel mese di vacanza l'aveva così affascinata.

“Sta attenta al gradino, Cherie”

“Sì”

Ci sedemmo in aereo e l'aereo cominciò a decollare. Senza farmi vedere tenevo d'occhio le reazioni di mia figlia che per ora mi sembrava più emozionata che impaurita. Ad un tratto la bambina, sentendo i motori che aumentavano di potenza e quindi di rumore, si aggrappò forte al mio braccio.

“Mamma, ho paura”

“Tesoro mio, adesso zia Vicky sta dormendo non può farti ascoltare la musica. Facciamo così ora la mamma ti stringe forte e tu chiudi gli occhietti e pensi forte forte a qualcosa che ti piace tanto e che ti fa sentire felice. Prova un po'”

“Sì, allora io penso a te, me e il mio papà”

“Tesoro, ma papà non c'è”

“E dov'è allora?”

“Lavora, lontano lontano.”

“Mi ci porti?”

Ogni volta che Cherie mi faceva domande su suo padre, cercavo di inventarmi una scusa plausibile come quella del lavoro. Non potevo certo dire a una bambina di 3 anni che il padre non sapeva nemmeno che esistesse e probabilmente non si ricordava nemmeno più di me.

“Certo, però ora chiudi gli occhietti e fai la nanna insieme a Tatù”

“Sì, mamma”

Bastarono pochi secondi e crollò.

Lì seduta sulla poltroncina dell'aereo cominciai a pensare.

Voleva suo padre.

Che madre egoista ero stata.

Avrei dovuto cercarlo e fare di tutto per farglielo conoscere e non arrendermi alla prima porta in faccia.

Gli occhi cominciarono a darmi fastidio, a pungere come quando le lacrime tentano prepotenti, di uscire.

“Ehi Char ma che ti prende?”

Vicky si era svegliata.

“Cherie, mi ha detto che vuole andare dal suo papà”

“Povera piccola. Tu fattene una ragione però! Quella notte è successo e poi hai tenuto tutto dentro per anni. Non è colpa di Cherie e nemmeno di Tom”

“Lo so. La colpa è mia. Avrei dovuto rintracciarlo appena l'ho scoperto avrei dovuto parlare con lui e la sua famiglia.

“Non farne un dramma ora. Hai sempre detto che Cherie è la cosa più bella che ti è capitata, è la tua ciliegina sulla torta. Ti ha fatto un piacere no?”
“Sì, ma ho negato un padre a mia figlia. Che razza di madre sono?”

“Eri una diciannovenne che non sapeva che fare ecco che razza di madre eri. Eri una diciannovenne che si è tirata su le maniche è partita per Los Angeles per dare un futuro a sua figlia, lasciando famiglia e amici. Io questa la chiamo un ottima madre.”

“Ti voglio bene lo sai?”
“Anche io, ed è per questo che ho deciso che quando arriveremo a Los Angeles cercheremo di contattarli”
“Credi che sia giusto?”
“Fregatene di quello che è giusto o sbagliato. Pensa solo a tua figlia”

Riflettei tanto su quelle parole e compresi che Vicky aveva ragione io dovevo cercarlo e dare un padre a mia figlia.
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Ciao a tutte mie care lettrici. Ecco un nuovo capitolo piuttosto corto a dire la verità ma siccome sarà una storia piuttosto lunga preferisco postare più frequentemente anche se i capitoli sono brevi per dar modo a voi di non perdere il filo di una storia che vi dico subito sarà molto incasinata.
Un bacione e buoan lettura. 
 

   
 
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