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Autore: bulmasanzo    17/07/2015    2 recensioni
Questo è ciò che succede se in una notte d'estate una fanwriter decide di non seguire più la trama.
Extra de: La 'meravigliosa' avventura.
Raccolta di one shot, tutte rigorosamente prive di un finale.
Possibilità di nonsense e di cross over.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: Cross-over, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Mi sistemavo per l'ennesima volta lo zainetto sulle spalle, ero nervosa, di quel nervosismo fastidioso che ti fa irrigidire le dita. Quello per cui più ti irrigidisci, più ti dà fastidio, più ti rende nervosa. Ce lo avete presente, no?

Avevo una paura del diavolo, ero agitatissima, continuavo a domandarmi che cavolo mi fosse saltato in mente per accettare una cosa del genere.

Haru mi guardava sorridendo in modo incoraggiante. Mi diceva che non era niente di difficile, che non ci sarebbero stati rischi, che tutto sarebbe andato per il meglio.

Certo, per lui era facile, lui era un esperto, lo faceva sempre per divertimento, non pensava che invece io potessi essere terrorizzata dalla prospettiva di farlo. O forse lo pensava. Per questo cercava così insistentemente di convincermi che mi avrebbe in qualche modo protetta. Diceva che mi avrebbe tenuto la mano, che avrebbe tirato la cordicella al mio posto al mio primo accenno di incertezza.

Io guardavo dal finestrino dell'aereo ed ero sempre meno sicura, l'apparecchio saliva e saliva e io me la facevo sotto. Avevo il formicolio al piede e le orecchie otturate che mi facevano male.

Non riuscivo a calmarmi. Stavo diventando isterica.

Sono una principessa, non sono abituata a queste cose, dicevo. Cercavo di giustificare la mia codardia.

Haru rideva e replicava: e allora io? Certe cose vanno fatte. Non ci si può fare bloccare dalla paura. E aveva ragione, non vi pare? È così dannatamente saggio!

Ma in fondo, era solo la mia prima lezione di paracadutismo. Come avrei potuto avere la stessa sicurezza che aveva lui?

Lui ci si dilettava abitualmente. Sapete, credo che ci sia una differenza semantica notevole tra le parole 'dilettante' e 'principiante'. Dilettante è appunto chi si diletta, chi prova piacere per quello che fa. Mentre io non ho affatto provato piacere, almeno nei primi momenti.

I primi momenti sono stati veramente tremendi. Voi non avete idea!

Ma, con il senno di poi, dovrei dire che lo ringrazio. Perché se non avesse insistito, probabilmente non avrei mai provato l'ebbrezza del vuoto assoluto sotto di me.

Sapete, è una sensazione indescrivibile. Bellissima.

Quando mi sono buttata, e non so dove abbia trovato il coraggio per farlo, ho provato qualcosa di pazzesco, qualche cosa che voi non potete immaginare se non lo avete provato... Okay, forse lo avete provato. Ma comunque.

Mi sentivo come se la pelle mi si tendesse tutta, quasi stesse cercando di scappare via dal mio corpo. E come mi batteva veloce il cuore! Lo sentivo rimbombare, sembrava un treno, avete presente no, quando stai sul treno e tu-tu-tummm, tu-tu-tummm, lo senti che va velocissimo e sembra che ti sbatta su e giù? Ecco!

Devo avere urlato un sacco, non mi ricordo, ero così sconvolta da ciò che stavo facendo che nemmeno l'ho capito bene. Haru dice di sì. Dice che con il fiato che ho tirato fuori in quei pochi minuti di caduta libera avrei potuto suonare il trombone per un'ora.

Ma poi mi ha afferrato le mani, come mi aveva promesso, e ci siamo ritrovati l'uno di fronte all'altra, con le gambe sollevate dietro di noi, svolazzanti, e i colli torti verso l'alto per riuscire a guardarci. Avevamo gli occhialini, per fortuna, se no non saremmo riusciti a tenere gli occhi aperti.

Mi ha detto una cosa banale, tipo stai calma, non ti preoccupare, sono accanto a te.

Non so come sia stato possibile, ma c'è riuscito. Dico, a calmarmi.

Improvvisamente mi sono sentita come al sicuro. Eppure stavo morendo!

E mentre precipitavamo insieme, lui mi ha gridato in faccia: sei bravissima e ti amo!

Non mi aspettavo che me lo dicesse, non in quel momento.

Credo di averlo fissato a bocca aperta e occhi sgranati per tipo tre secondi, e con il vento relativo che mi sbuffava fortissimo addosso vi assicuro che non era così facile.

Poi... È successo qualcosa di strano.

Una sensazione di pace si è impadronita di me. La mia faccia stravolta si è distesa in un sorriso beato. Lo sentivo allargarsi sulle mie labbra e mi dava un piacere impensato.

Non ho detto niente perché non ci riuscivo. Non ricordo cosa diavolo pensassi, so solo che ero improvvisamente diventata tranquillissima.

Abbiamo aperto i nostri paracadute più o meno insieme.

E poi, planavamo, mi sentivo leggera come una piuma e mi sembrava di essere trasportata dal vento e di dondolare dolcemente. Qualcosa che era del tutto differente da ciò che avevo provato appena un secondo prima.

Non appena siamo atterrati -sulle nostre gambe, mi sembrava impossibile!- Haru si è liberato dal suo zaino e mi è corso incontro per aiutarmi.

Io allora, senza dire nulla, gli sono saltata addosso e l'ho baciato con una foga tale che siamo finiti a rotolare sull'erba. E non abbiamo smesso.

So che è un'espressione un po' scontata, ma non so in che altro modo esprimermi: non mi ero mai sentita così viva!"


 

Santo cielo, starete pensando voi lettori, bulmasanzo ha appena scritto un pezzo della sua storia dal POV di Peach utilizzando la prima persona?!

In realtà, quello che avete appena letto è il racconto che lei ha fatto di uno degli appuntamenti più bizzarri cui abbia mai preso parte.

Non è stato certo il primo che abbia avuto con Haru, ricordate, la prima volta che erano usciti insieme erano andati a teatro.

Seppur niente affatto noiosa, era comunque risultata un'uscita talmente banale che il bravo principe aveva voluto recuperare con qualcosa di più originale. Si era lambiccato il cervello, poveraccio.

Beh, gli si dovrà riconoscere sicuramente che la spremuta di meningi sia servita a qualcosa.

Nessuno ha interrotto Peach mentre narrava ed è inutile dire che quando ha parlato del bacio sia arrossita. Mario, Luigi, Daisy, Yvan, Wolley, Rosalinda e Yoshi sono seduti intorno a lei, tutti con un bicchiere di frizzantino in una mano e un pezzo di torta nell'altra, e pendono tutti dalle sue labbra. Hanno tutti sul viso la medesima espressione attonita, divertita e imbarazzata. Beh, quasi tutti.

Peach guarda in faccia ciascuno dei suoi ospiti a turno. È così contenta di averli tutti lì con lei...

Ma la sua attenzione viene inevitabilmente attratta soprattutto da Rosalinda.

Quando l'ha vista arrivare, a braccetto con Mario, come per ricordarle che era stata lei a vincere, pure con tutta l'indifferenza che aveva cercato di fingere non ha potuto minimamente evitare di restarne incredibilmente affascinata.

C'è qualcosa di indefinitamente mistico nella sua persona.

È come se ovunque lei passasse venisse rilasciato uno spirito dolce di austerità e compostezza. È come se con un solo respiro potesse risanare gli animi oscurati dalla malizia del mondo...

Rendeva elegante anche l'assurdità di indossare scarpe rosse col tacco che non c'entravano una cippa con l'abito celeste ampio di gonna che tendeva a gonfiarsi da sotto in autentico stile Marilyn Monroe.

Forse è vero che è una dea. Prima Peach ne aveva solo vagamente sentito parlare, e non aveva mai nemmeno provato a immaginare il suo volto, tanto la questione non la interessava.

Ma da quando aveva sentito il suo eroe dire con aria sognante che quella era la sua donna, il suo perfido inconscio se l'era inspiegabilmente figurata come una cicciona brutta con gli occhiali spessi, i denti storti e le verruche sul naso e le aveva suggerito la possibilità che avesse potuto mettere qualcosa di strano nella tazza del caffè di Mario.

Come era possibile, altrimenti, che la preferisse a lei?

La realtà non sarebbe potuta essere più lontana dalle sue immagini mentali.

Vi ho già fatto capire, credo, che Peach sia un po' vanitosa. Giusto un pochino. Ma è anche naturale che una possa esserlo, se fin dal giorno in cui nasce tutti intorno a lei non fanno altro che continuare a ripeterle all'infinito quanto sia bella!

E poi, omettendo questo, Peach bella lo è sul serio. Non lo si può assolutissimamente negare, vabbè che la bellezza è soggettiva, ma dovresti essere pazzo per pensare che non abbia ricevuto questo dono di natura.

Il fatto è che se Peach è bella, Rosalinda lo è mille volte di più.

Lo sa, se ne è accorta. Ha istantaneamente fatto dei paragoni con se stessa.

Le labbra a cuoricino sono così da bambola, la cascata di capelli fintamente biondo dorato sembra troppo artificiale, lo splendore della pelle non può esser tale da farla brillare alla luce della luna, gli abiti rosa confetto sono stucchevoli...

E giocare alla strega di Biancaneve non serve mica.

Peach non è invidiosa, non lo vuole essere. In fondo, a cosa le serve?

E poi è lei quella che Mario è venuto a trovare. È lei quella che ha abbracciato, è lei quella cui ha detto "Sono felice di rivederti"... Certo, certo, non significa niente, due secondi dopo le aveva presentato proprio Rosie come sua consorte. E lei aveva fatto altrettanto con Haru.

Aveva sbirciato gli occhi di Mario mentre si stringevano la mano, come per scorgere in essi un lampo di fastidio che non si era palesato.

Mario era stato davvero troppo educato.

Peach sa mantenere il controllo, è bravissima in questo. È solo grazie a esso che è riuscita a non saltare addosso a Mario urlando: "Che cosa stiamo facendo? In che direzione stiamo andando? Perché non possiamo camminare insieme noi due?"

Ma poi Rosalinda aveva fatto qualcosa che l'aveva lasciata senza parole.

Le aveva preso le mani, gliele aveva strette e poi si era inchinata a lei.

Una dea che si prostra di fronte a una semplice principessa! Peach non riusciva a crederci, pensava che la stesse prendendo in giro.

"Ti porgo i miei più sentiti omaggi" aveva detto compita. E la sua faccia in quel momento non diceva 'ti odio, stai lontana dal mio uomo', diceva: 'ti rispetto'.

Poi su quel viso d'avorio opalescente per niente truccato si era disegnata un'espressione dolcissima e accattivante e il sorriso più meraviglioso della Galassia, che Mario aveva la fortuna di vedere ogni mattina appena sveglio, glielo aveva fatto brillare mille volte meglio di un fondotinta illuminante.

Peach era arrossita leggermente, adesso sembrava così umana nella sua perfezione.

Aveva sentito il bisogno di prostrarsi a sua volta e Rosie aveva rifiutato con gentilezza.

Adesso, ogni volta che i loro sguardi si incontrano, si sente un pochino in colpa per aver fatto pensieri non esattamente carini su di lei... Ma sente anche, a pelle, di essere stata perdonata, che se lei è debole lo è solo in quanto mortale, e che non ci sono rancori di sorta tra loro.

"Posso prendermi un'altra fetta?“ chiede Daisy quando Peach smette di raccontare la sua romanticheria, ma l'ha chiesto tanto per cortesia visto che sta già servendosi da sola una gran bella porzione. Lei non ha toccato il suo bicchiere di spumante, ha ascoltato ma non sembrava esattamente interessatissima. Stavi pensando alla torta, eh?

Wolley intanto ha messo da parte la sua e sta palesemente sognando a occhi aperti. Al che Yoshi gliela ruba con un colpo rapido di lingua. Lui si riscuote e strilla, come un bambino cui hanno preso il giocattolo con cui non stava giocando. Invoca Yvan come se fosse il giudice supremo ma l'altro lo ignora completamente.

A Peach questi due toad son piaciuti immediatamente, è la prima volta che ha il piacere di incontrarli ed è subito rimasta colpita dall'alchimia che c'è tra loro, che è evidente tanto quanto il fatto che sembrano avere dei caratteri praticamente opposti.

Da Yvan ha ricevuto il saluto militare. In realtà lui aveva già avuto occasione di vederlo tra le sue guardie, ma chi ci aveva mai fatto caso? Sono tutti uguali... E invece Wolley non ha fatto cerimonie inutili e l'ha abbracciata come una vecchia amica -o, meglio, le ha abbracciato le gambe- e quasi piangeva.

Wolley è veramente grazioso, ha questo visetto pulito e tenero da angioletto che è tutto occhi, sembra veramente un bambino. Peach se ne è subito innamorata.

"Perché non vi ho conosciuti prima?“ gli ha chiesto, solo per vederlo diventare rosso di imbarazzo e quindi ancora più carino e farsi venire la voglia di spupazzarselo tutto. Non credeva che esistesse al mondo qualcuno che potesse essere ancor più adorabile di Yoshi.

Quindi, tornando al presente, è Peach stessa a rimproverare dolcemente il dinosauro per averlo contrariato "C'è abbastanza torta per tutti" gli dice.

Peach è rimasta fedele al suo proposito di rendere l'evento una festicciola alla buona, così, oltre alla torta, ha cucinato per la prima volta nella sua vita gli spaghetti al sugo, una specialità italiana, nel tentativo di far piacere a Mario. Solo che ha invitato troppa gente e ha dovuto usare un pentolone da trecento litri. È stata una bella fatica.

Comunque, vedere tutti mangiare di buon gusto è stato per lei una soddisfazione grandissima. Si sente una gran cuoca, ed è un bel salto, visto che di solito lei si diletta unicamente nella pasticceria.

Poi si è montata ancora di più la testa, quando un Mario con la bocca sporca di salsa, la pancia piena e un sorrisone ha dichiarato che quella particolare pietanza gli ricordava tanto la cara indimenticata cucina di mammà.

Mentre la serata prosegue tra il divertimento generale, un toad dai pallini argentati in divisa arriva trafelato. "Principessa" geme "Mi spiace disturbarla, ma c'è un tizio che sta cercando insistentemente di imbucarsi alla sua festa."

"Beh, e allora?" fa Peach "Il vostro compito è mandarlo via, non voglio gente che non sia stata invitata."

"È questo il punto. Questo qua prima ha cercato di corromperci con una mazzetta e poi, quando abbiamo cercato di cacciarlo, ci ha aggrediti."

Peach sussulta "Ma chi è costui?“

“Non lo sappiamo, è un tipo grande e grosso e sembrava piuttosto incattivito"

A Peach si secca il cuore "Ha combinato guai?“ si informa, cercando di prendere tempo per mantenere la calma.

"Sì" conferma il boleto "Prima sembrava che si stesse allontanando, ma invece ha preso la rincorsa e si è gettato addosso a noi come una palla da bowling facendoci tutti rotolare a terra come birilli messi in fila..."

"Lascia perdere le similitudini, è riuscito a entrare?“

"Sì, principessa, sono venuto apposta per avvisarla. Temiamo che abbia cattive intenzioni e visto quello che è capitato l'ultima volta... "

Ma la guardia non fa in tempo a continuare che tutto intorno alla principessa si è creata una specie di barriera, formata da tutti i suoi amici che le si sono serrati intorno per proteggerla.

Mario e Luigi si sono messi proprio davanti a lei per ripararla con i loro corpi, a destra ha Yvan e Wolley, a sinistra Rosalinda e Daisy, e dietro c'è Yoshi pronto a prenderla in groppa se si rendesse necessario dover fuggire alla svelta.

"Stai tranquilla, Peach, se questo è un altro di quelli che cercano di rapirti, ci pensiamo noi a sistemarlo" dice Mario con tono ed espressione serissimi.

Peach si sente infiammare le guance, si gira verso i due funghi perché non vuole che Rosalinda se ne accorga. Dov'è Haru? Cavolo, possibile che quando serva un uomo io debba contare sempre su Mario e mai su di lui?

Il toad d'argento si volta e inizia a urlare "Eccolo, sta arrivando!“ e tira fuori una pistola puntandola verso la porta.

Peach ha la mente in subbuglio, possibile che Bowser sia tornato a rapirla una seconda volta? Ma no, aveva fatto pace con se stesso, aveva cambiato idea, aveva scelto di abbandonare i sogni di conquista e di dedicarsi a tempo pieno ai suoi figli... Giusto? Ma l'idea che il drago possa aver perso le scaglie e non il vizio è lì che la rode, e non le piace.

Si rannicchia quasi senza accorgersene nel quadrato, per fortuna è più alta di entrambi i fratelli Mario, dunque può scorgere senza problemi l'arrivo dell'ospite indesiderato.

Dall'uscio infatti, tenuto sotto tiro, compare in quel momento un energumeno grosso e forte come un toro che ruggisce e sbuffa, cercando di scrollarsi di dosso i toad guardiani che gli si sono arrampicati di sopra nel tentativo di bloccarlo. Ne tiene uno stretto tra le mani per una caviglia e lo solleva sopra la testa come fosse una clava, minacciando di usarlo per colpire gli altri. "Fatevi sotto, siete dei rammoliti" bofonchia.

Peach sgrana gli occhi per lo stupore nel riconoscere questo emerito imbecille che sta combinando tanto macello.

Ma è l'unica. Perché invece gli altri non lo hanno mai incontrato prima e i loro sguardi sono per l'appunto quelli di chi non ha nemmeno un indizio.

Adesso, miei cari lettori, vi porterò con me indietro nel tempo e vi svelerò la storia e l'identità di questo nuovo inaspettato ospite. E se il POV di Peach all'inizio del capitolo non vi fosse bastato, stupitevi!

Parlerò al passato remoto!


 

--- Spaccato: L'ospite indesiderato ---

Dopo una durissima giornata di lavoro, l'uomo era tormentato dall'irresistibile desiderio di andare a mangiare qualcosa di sostanzioso, per placare quell'enorme vuoto che gli si riformava continuamente nello stomaco. Ci aveva pensato per tutto il tempo, non sapeva in quale modo misterioso fosse riuscito a reggersi in piedi, avendo continuato a spaccar rocce per ore e ore con quel dannato piccone arrugginito che aveva.

Non era povero, ma nemmeno abbastanza ricco, dato che l'oro e le gemme che estraeva andavano regolarmente perse in gran parte in tasse da pagare alla principessa Toadstool. In un mondo in cui l'oro si trovava appena fuori dalla porta di casa, il suo lavoro sarebbe potuto essere inutile, così come inutili erano anche le imposte oppressive del governo.

Quel pomeriggio, a pranzo, per mancanza di ingredienti nel frigo, aveva dovuto mantenersi sul leggero; si era infatti accontentato di appena dieci panini al salame con la maionese spalmata sopra, tanto per illudersi che fossero un pasto come si deve.

Adesso, giustamente, il suo gran pancione era messo lì che brontolava in maniera insistente.

Se solo avesse abitato al castello, di sicuro non avrebbe patito la fame, i nobili sì che sapevano come trattarsi bene!

Non aveva mai partecipato a uno dei banchetti reali, ma a volte si era soffermato presso i confini del giardino della principessa ad annusare l'incantevole profumo delle cibarie, il cui aroma in tali occasioni era sempre così forte da invadere tutto il paese.

Si era trovato a sbavare in modo indecente, ma non aveva mai avuto voglia di andare a chiedere il permesso di entrare. Non che non avesse la faccia tosta di farlo, se avesse voluto lo avrebbe fatto pure con gli occhi chiusi e con la bocca ben aperta.

Ma sapeva che di sicuro, un tipo rozzo come lui il re non avrebbe voluto vederlo nemmeno con il cannocchiale.

E dire che ci aveva provato eccome a cambiare la sua condizione!

Una sera, in piazza era scesa una ragazza toad ben vestita che, come se fosse una cosa normalissima, cercava dei 'volontari' umani -specificando chissà perché che dovevano avere un lavoro umile, il più umile possibile- che fossero disposti ad avanzare alla principessa nientedimenoche una proposta di matrimonio.

Inizialmente non aveva potuto fare a meno di pensare che si trattasse di uno scherzo, oppure che la principessa fosse diventata pazza per accettare una proposta del genere. Ma visto che non era il primo di aprile, non era carnevale e non c'era nessun motivo di non credere, così come niente da perdere, si era andato a informare ed era saltato fuori che era la pura verità.

Si era spiaccicato una mano sulla fronte, sentiva già la corona a stringergliela e le tasche straripanti di contanti.

Non aveva mai visto la principessa Peach dal vivo. Solo nei quadri, nelle locandine degli eventi da lei sponsorizzati, in TV, al cinema prima dell'inizio di un film che sorridendo ti ricordava di andare a prendere uno snack, nelle affissioni dei mezzi pubblici, alla fermata del bus nella pensilina e perfino nei cartoni del latte. Ma mai dal vivo.

Fosse davvero riuscito a impressionarla e convincerla a sposarlo, altro che dieci miseri panini, come minimo avrebbe mangiato bistecche ogni giorno!

E naturalmente, addio lavoro in miniera, avrebbe avuto dei subordinati che avrebbero estratto le pietre preziose per suo conto e gliele avrebbero portate a carrellate direttamente nella sua piscina personale, per permettergli di fargli fare delle nuotate nel lusso, come il vecchio papero modello perfetto della Disney. E nessuno gli avrebbe più fatto pagare un centesimo di tasse.

Con gli occhi pieni di sogni si era dunque 'iscritto' con grande entusiasmo all'iniziativa, senza stare a considerare le notevoli possibilità di insuccesso che aveva.

Era andato e aveva visto che alle 'selezioni' c'erano tantissimi bifolchi. Gente semplice, contadini, pastori, giardinieri, artigiani. Perfino disoccupati, il grado più dignitosamente basso tra le condizioni umili.

Da una parte la concorrenza avrebbe potuto scoraggiarlo, dall'altra gli dava la speranza che i candidati fossero tutti alla pari e che quindi lui avesse le stesse possibilità di chiunque altro.

Voleva provare comunque.

Quando poi fu selezionato sul serio, e forse nemmeno ci poteva credere, vide che insieme a lui e a un terzo tizio dall'aria molto anonima che non aveva mai visto prima, c'era una persona che conosceva. Un meccanico che si chiamava Waluigi.

Erano stati compari per un breve periodo, si erano trovati insieme a macchinare qualche stratagemma per evadere il fisco, ma poi, dopo aver fallito clamorosamente, si erano allontanati l'uno dall'altro senza un vero motivo.

Tra loro c'era anche una certa somiglianza fisica, seppur i loro tratti fossero più o meno opposti, tanto che spesso li scambiavano per parenti. La cosa li aveva fatti sbellicare, non conoscevano nemmeno i rispettivi cognomi.

Aveva colto dunque l'occasione di essersi ritrovato per caso insieme a lui e si erano parlati, avevano scambiato un paio di chiacchiere di circostanza, del genere "anche tu qui?“, ma poi si era accorto che il suo ex amico mostrava molta ostilità nei suoi confronti. E aveva preso coscienza del fatto che in effetti si trovavano in competizione.

Ora, Wario era di natura piuttosto litigiosa, lottava sempre per quello che gli interessava ottenere, calpestava chi gli metteva ostacoli di fronte, ma gli si deve riconoscere che quella volta non aveva cercato lui lo scontro.

Non seppe di preciso come da un semplice "Non voglio parlarti" si finì in un aggressivo "La principessa sarà mia, tu lurido porco non hai la più piccola speranza di conquistarla" per poi passare alle mani.

La toad era tornata e li aveva trovati che si azzuffavano, ma invece di mandarli via infuriandosi si era fatta una crassa risata e aveva chiamato il primo 'candidato', che era il tizio bassino che per tutto il tempo si era stretto in un angolo cercando di non rimanere travolto dalla loro lite, senza nemmeno provare a separarli o chiamare qualcuno.

Alla fine si erano stufati di lottare e si erano ricomposti, per fortuna non si erano fatti male. Ringhiando che era fortunato a non avergli fatto un occhio nero, si era spazzolato alla meglio gli abiti di ogni giorno che portava e gli aveva voltato con decisione le spalle.

Waluigi non aveva più aperto bocca, dandogli risolutamente le spalle. Circa un'oretta dopo, la toad era tornata a chiamare lui e da quel momento non lo aveva più visto. Di sicuro non aveva intenzione di voltarsi a guardare. Lo lasciò da solo ad aspettare il proprio turno e si avviò incontro al destino.

L'appuntamento con la principessa fu un vero e proprio disastro.

Ma naturalmente non fu colpa sua.

L'aveva trovata esattamente come se la aspettava, una biondina scema tutta montata, tutta non sporcarmi il vestito, tutta trucco e buone maniere, tutta non sei tu il principe azzurro che sto cercando.

Ma se per qualche ragione assurda lei aveva voluto vedere la miniera, avrebbe pur dovuto aspettarsi che qualche incidente sarebbe potuto capitare! È una miniera, mica la sala del gran ballo!

Lui cercava solo di impressionarla, ma evidentemente il suo carattere da nobildonna era troppo delicatino, i suoi standard troppo elevati.

Dopo tanti sogni, al vederla come era sul serio poteva dire che non ci era rimasto poi troppo male di averla persa, trovò consolazione nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile.

Nemmeno Waluigi ebbe successo. Lo venne a sapere in seguito, ma non da lui. Con lui non aveva più contatti ormai.

Si era dimenticato di tutto, ci aveva messo la proverbiale pietra sopra.

Diverso tempo dopo era arrivato il proclama ufficiale che la principessa stava allestendo la propria festa di fidanzamento. Con un principe. Naturalmente.

L'esperienza di uscire con lui doveva averle fatto capire che doveva starsene con i suoi simili.

Lui non era stato invitato, di nuovo, naturalmente.

Però adesso gli stava tornando in mente qualcosa, glielo suggeriva il suo naso.

"Che giorno è oggi?“ si chiese e guardò l'orologio digitale che teneva al polso. Era digitale perché quello analogico lui non era più in grado di leggerlo. Confondeva le lancette, e le confondeva perché le aveva fatte incastonare di diamanti a tal punto che non se ne capiva più la lunghezza.

Premette un tastino, mettendoci la delicatezza che la venditrice gli aveva consigliato di impiegare dopo che per sbaglio lo aveva rotto schiacciandolo troppo forte, e comparve la data.

Allora si ricordò che la festa sarebbe stata proprio quel giorno.

"Che invidia non poterci andare" pensò. Avrebbe voluto innanzitutto assaggiare le slurpose leccornie che tanto gli stuzzicavano l'appetito già enormemente stimolato dal lavoro della giornata, e poi aveva anche la curiosità di scoprire quale pomposo e smielato principe azzurro gli avesse rubato la donna.

Sì, perché quell'unica volta in cui erano usciti insieme lui l'aveva considerata come una vera e propria storia d'amore. Breve e fugace ma intensa. A chi gli aveva chiesto come fosse andata non aveva mai detto la verità. E si era messo a colorare il racconto con la stessa frenesia di un bambino che si trova a disposizione un muro intonso e una scatola di bellissimi pastelli nuovi.

Diceva di averla baciata con passione e di aver fatto l'amore con lei, sbattendola da tutte le parti contro le pareti della miniera facendola gridare di un piacere selvaggio, quando al massimo era riuscito a darle una piccola innocente toccatina al sedere, trovata con la quale si era pure guadagnato un'occhiataccia assassina di quelle che ti seccano all'istante.

"Ma se adesso non andassi al ricevimento qualcuno potrebbe dubitare della mia storia!“ pensò improvvisamente. Come se una persona sana di mente potesse ritenere una buona idea invitare un proprio ex a un qualsiasi evento, aspettandosi poi di non sentire nessun imbarazzo.

Fu così che Wario decise, consapevolmente, di fare un plateale colpo di testa e di presentarsi alla festa.

"Alla fine, la principessa è troppo gentile per mandarmi via, appena mi vedrà si ricorderà di me e, ricordando come l'ho trattata bene e quanto ero mortificato per l'incidente, mi farà sicuramente restare senza problemi!"

Wario era seriamente convinto di essere stato un impeccabile cavaliere. Eppure sapeva benissimo quale fosse la verità.

Questo non gli poteva però dare un'assoluta certezza.

Prese così una manciata non troppo grossa di piccoli diamanti commerciali, di valore non eccessivamente elevato e che eppure non aveva voluto ancora vendere, nella speranza di poterli rifilare a qualcuno che non ne capisse molto e che glieli pagasse molto più del loro valore effettivo, e se li ficcò in una tasca nell'eventualità che ci fosse una guardia da corrompere per poter entrare.

---- Fine spaccato, si torna al presente. ---


 

“Che cosa ci fai qui?“ Peach alza la voce, arrabbiata.

"Chi è costui?“ domanda Mario riprendendo senza accorgersene le stesse parole della sua amica principessa.

"Sono il suo ex" replica con tutta la tranquillità del mondo Wario tirando giù il povero toad che stava usando come clava, ma senza lasciarlo andare. Si libera degli altri soldati con un semplice spintone del suo prominente posteriore.

"Ma sei impazzito? Ex un corno!" urla la principessa stizzita. Le sue guance sono rosse d'ira mista a un profondo imbarazzo, ma stanno tendendo al viola.

"Ah, non vuoi che sia il tuo ex? Vuoi dire che vorresti riprovarci?“ le fa uno sguardo che dovrebbe essere sensuale e lei risponde con una espressione di disgusto.

"Siamo usciti una sola volta e non sei stato certo un gentiluomo" dice lei a denti stretti.

"Che me ne importa, io posso avere di meglio di te" si risente il burbero minatore "E poi stavo scherzando, sono venuto qui solo perché voglio mangiare" mentre parla, l'omaccione non smette di stropicciare tra le grosse mani il fungo che lo implora di smettere. Sembra che si stia divertendo a tormentarlo.

La guardia dal cappello d'argento interviene in aiuto del suo amico brandendo la pistola, ma non appena si avvicina Wario glielo spinge addosso e quello non può certo sparare.

"Sei venuto per mangiare?“ ripete la principessa "Tu sei venuto per creare scompiglio e rovinarmi la festa" il tono è acido, Wolley solleva per un secondo la testa guardandola e formulando nella propria testa delle domande.

"Se mi invitavi, magari non lo facevo" Wario strizza un occhio per provocarla.

"Perché avrei dovuto!“ domanda cercando di tenersi calma.

Wolley d'improvviso capisce la vera ragione per cui è arrabbiata, ma non la dice. Invece, dice un'altra cosa. Le tira con discrezione la gonna, facendole segno di chinarsi su di lui. Disorientata, la fanciulla obbedisce.

"Mi sembra un idiota facile ad arrabbiarsi, ma ancora più facile da accontentare" le gracchia all'orecchio.

Peach sgrana gli occhi. La sua faccia cambia completamente. Si raddrizza e fa un bel sorriso accogliente.

"È vero, Wario. Sono stata scortese a non invitarti. Ti chiedo di perdonarmi e di considerarti da questo momento mio ospite."

Lo stesso Wario sembra stupito, ma non contrariato da questo cambiamento. Peach indica la tavola "Accomodati e serviti senza far complimenti"

Wario non aveva nemmeno intenzione di farli.

I ranghi vengono sciolti, Peach congeda le guardie che rimangono non poco perplesse dal suo comportamento.

Anche Mario si volta a guardarla come per chiederle se sia impazzita. Ma lei mostra di essere tranquilla e tranquillizza anche lui. Intanto, Rosalinda guarda il loro scambio con espressione indecifrabile, ma viene distratta subito da Daisy che urla "Quella era mia, che cavolo!"

Infatti Wario si sta sbafando la sua porzione di torta, che era la più grossa.

Peach trattiene con gentilezza la sua amica "Lascia stare" le dice, senza smettere di sorridere "Ci sono altri dolci"

"Li prenoto" urla Wario a bocca piena beccandosi un'occhiataccia dalla donna.

"Fai finta che ti voglia aiutare a stare in forma" sorride Peach.

Daisy mette prima il broncio, ma poi prende la palla al balzo. Porta un pugno sul fianco "Tanto non potrò restare magra ancora a lungo" fa con aria accattivante.

Wolley sa a cosa si riferisce e si mette una manina davanti al muso per soffocare la sua risata.

Peach invece non ha capito. "Beh, la vita matrimoniale appesantisce ed è normale, ma se hai paura di ingrassare ti potresti iscrivere in palestra..." comincia. Poi si blocca, non ha riflettuto che questi discorsi potrebbero urtare Wario. Ma per fortuna quel botolone è troppo impegnato a darsi da fare col buffet per prestare attenzione.

Daisy si gingilla ancora, ma non resiste per molto e urla: "Cretina, volevo dire che sono incinta!“

"Ah, brava" fa Peach, senza aver inizialmente realizzato. Poi la guarda dubbiosa "Sul serio?“

Daisy annuisce tirando in fuori le labbra, non come se volesse mandare un bacio, ma appiattendole come se volesse imitare un becco di papera.

Così Peach capisce che non sta scherzando e lo strillo acutissimo che caccia si potrebbe udirlo distintamente dalla luna. Le due ragazze si fiondano l'una tra le braccia dell'altra strepitando così forte che il resto della combriccola si deve tappare le orecchie. E, abbracciate strette, si mettono a saltellare come pispole impazzite.

Il loro entusiasmo è coinvolgente, anche Mario e Rosalinda si congratulano con la futura mamma, Yoshi le fa le feste a modo suo prendendola in groppa e facendola dondolare sulla sella.

L'unico che non partecipa, nemmeno c'è bisogno di dirlo, è Wario che si sta rimpinzando senza badare a nient'altro che al suo pancione da riempire. E beve un litro di vino dopo l'altro.

Yvan sta guardando il flaccido gomito sollevato dell'omone, come se ne fosse rimasto ipnotizzato. "Non vi pare che stia esagerando?" sussurra.

Presa dall'emozione per la lieta notizia portata dalla sua amica, Peach se ne era quasi dimenticata "Che si sazi e si diverta!" esclama con noncuranza "Oggi non si fanno cerimonie"

Se ne pentirà, ma non lo può neppure immaginare.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 

Spazio autrice:
Quanti mesi sono passati dall'ultimo aggiornamento? Due? Credevo che fossero molti di più. Ho frequentato altri fandom, ma di questo non mi dimentico mica! Tirando le somme, ammetto che non sono nemmeno tanto convinta di questo capitolo, ma direi che col blocco dello scrittore che ho attraversato non potevate aspettarvi di meglio. Se mi volete dare dei consigli o lasciarmi delle critiche non fatevi problemi. Ah, e scusatemi per la stupidaggine dell'autore che parla con i suoi lettori, non siete voi che non mi capite, sono scema io.

  
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