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Autore: Columbia    18/07/2015    1 recensioni
Alexandra è una ragazza orfana che ha passato gran parte della sua vita sballottata come un pacco da una famiglia all'altra. Per sua grande fortuna però, Alex riesce a trovare asilo presso il signor Trason, uno degli uomini più criticati di Orange County a causa del suo stile di vita; nella sua nuova casa Alex incontrerà alcune persone che le cambieranno la vita, permettendole di rinascere dalle sue stesse ceneri.
Ma del resto si sa, niente va mai per il verso giusto...
DAL CAPITOLO I
"Le spiegò che quasi tutti i loro conoscenti additavano quei giovani ragazzi come dei veneratori di Satana e sciocchezze varie: era difficili vederli per strada durante il giorno perché rischiavano di essere linciati vivi se riconosciuti, cosa alquanto probabile visto il loro modo di atteggiarsi e di vestirsi. Alexandra, attraverso i racconti dell’uomo, capì che era un loro simpatizzante e ne ebbe la conferma quando venne a sapere che era stato uno dei pochi ad aiutare il signor Trason nel suo obiettivo: dare casa a tutti coloro che erano stati colpiti, seppur indirettamente, da quel massacro; per questo motivo, quando i Crocket finirono in bancarotta, Trason si offrì di dare asilo alla ragazza."
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questo è il secondo capitolo che pubblico in un giorno: se vi manca un pezzo di storia, tornate indietro di uno!

Erano passati cinque giorni dallo spiacevole incontro con Flyn e le acque sembravano essersi calmate parecchio: Alexandra ormai passava ogni singola ora di ogni singolo giorno con Lacey, Leana, Christine e Mckenna che non la lasciavano neanche un secondo.
Ritornava nella sua stanza a notte fonda e crollava sul letto dopo poco meno di cinque minuti, a volte dimenticandosi anche la porta aperta; Pinkly aveva ormai affittato la camera di Alex e non sembrava intenzionata ad andarsene. Michael non era ancora tornato dal suo viaggio nonostante fosse passata ormai una settimana abbondante, ma le ragazze non sembravano allarmate
Evidentemente   pensò Alex   è solito partire per lavoro…
Era una sera come tante altre, a dir la verità erano già le tre del mattino, e le ragazze si erano riunite tutte in camera di Alexandra per passare un po’ il tempo insieme
“Mckenna” esordì Leana, seduta per terra sull’enorme tappeto della camera “Come diavolo fai a portare quel cappellino di lana se ci sono quasi trenta gradi?”
 Lacey si era sdraiata con la testa appoggiata sulle sue gambe, Christine con la schiena contro il muro e Mckenna aveva occupato l’altra piazza disponibile sul letto. In quella settimana la ragazza si era attaccata molto ad Alex, la vedeva come una specie di sorella maggiore…un’icona insomma. Era letteralmente attratta dal suo carattere: sembrava attirata da tutto ciò che la circondava ma allo stesso tempo Mckenna aveva capito che c’era qualcosa che la frenava.
E Mckenna voleva sapere di che cosa si trattava. E ci sarebbe riuscita.
Leana” rispose la piccoletta distogliendo lo sguardo dalle sue unghie per metà smaltate “si dà il caso che io non voglia girare con il roito che mi trovo in testa in bella mostra. Quindi, è necessario che lo porti. A costo di farmi crescere un allevamento di pulci tra i capelli”
“Dio che schifo!” rise Christine battendosi una mano sulla fronte
“Tesoro, ti sta bene anche quel colore…Non dare retta a quello che ti dice Flyn”
“Cey, il problema è che tu sei troppo buona: mi diresti che starei bene anche con un sacco dell’immondizia addosso solo per farmi felice. Quindi, mi dispiace, ma il tuo parere non conta” sospirò Mckenna, per poi disegnare un cuore per aria con le dita
“Sì sì, lo so: senza di me non resistereste neanche un secondo” esclamò Lacey facendo scoppiare a ridere tutte quante
“Adesso non ti montare la testa però” borbottò Lea scompigliandole i capelli
“Ehi ragazze” esordì d’un tratto Alex voltandosi l’ingresso “secondo voi cos’ha Pinkly?”
Le quattro si voltarono tute verso il punto indicato da Alex e, in effetti, notarono anche loro qualcosa di strano: Pinkly continuava a grattare la zampina sulla porta lasciando i segni delle unghiette sul legno. Alexandra si alzò assieme a Leana e prese in braccio la palla di pelo, che però non sembrava intenzionata a stare ferma
“Che strano” commentò Leana osservando Pinkly dimenarsi tra le braccia della ragazza “solitamente ama starti addosso”
“Oh mio dio, forse è indemoniata! E’ UN CAZZO DI DEMONE!” urlò Mckenna infilandosi sotto le coperte: con la sua immane finezza riuscì a ribaltare anche la lampada sul comodino
“Non urlare Macky!” sbottò sottovoce Christine aiutando Lacey a mettersi in piedi “Uno: Pinkly non è indemoniata. Due: ho sentito dei rumori in giardino, potrebbero esserci dei…”
“…Ladri?” chiese Lacey con un fil di voce; Christine si volse verso l’amica stringendole forte la mano per infonderle sicurezza
“Si, ma questo non spiega la reazione di Pinkly” affermò Leana incrociando le braccia al petto
“La soluzione è solo una” esordì Alex rimettendo la cagnolina a terra “usciamo e andiamo a vedere chi c’è”
“MA SEI PAZZA?!”
“MCKENNA SMETTILA DI URLARE O TI FACCIO IL CULO A STRISCE!”
“POTREBBERO DERUBARCI, PICCHIARCI, STUPRARCI…”
“SMETTILA DI URLARE!”
“MA ADESSO SEI TU CHE URLI CHRIS!”
FINITELA TUTTE E DUE!” tuonò Lacey facendole sobbalzare entrambe: quando la mora si accorse di avere l’attenzione di tutte, ricominciò a parlare “Alexandra ha ragione: dobbiamo andare a vedere chi c’è, quindi toglietevi le scarpe e usciamo di qui il più silenziosamente possibile.”
Christine e Mckenna, alquanto scosse dalla reazione dell’amica, fecero come gli era stato detto e in meno di due minuti furono tutte e cinque fuori dalla stanza; Mckenna fu l’ultima ad uscire ma, naturalmente, nel suo vocabolario l’aggettivo “silenzioso” e tutti i suoi derivati non esistevano.
Sbatté la porta talmente violentemente che Leana temette che si staccassero i cardini
“E menomale che dovevamo muoverci il più silenziosamente possibile” rise sommessamente mentre procedevano per i corridoi semi illuminati dalle candele
“Fottiti Leana.”
Le ragazze cominciarono a muoversi cautamente per la casa, camminando in punta di piedi per far scricchiolare al minimo le assi del parquet: l’ansia e la paura impregnavano l’aria, tutte loro avevano le gambe che tremavano. Alexandra cercava di controllare i respiri pesanti, senza però riuscirci. L’unica che zompettava allegramente davanti a loro era Pinkly: quando arrivarono in prossimità delle scale, aumentò addirittura l’andatura
“Macky piantala di stringermi così il braccio, rischi di mandarmelo in cancrena” sbottò d’un tratto Christine; la zona delle scale era quasi completamente buia a causa dell’assenza di lampadari e candele, tanto che le ragazze stavano una incollata all’altra per evitare di cadere per terra
“Guarda che io non ti sto stringendo proprio niente mia cara”
“Ah no? Allora se faccio così…”
“AHIA! MA CHE CAZZO FAI CHRIS?!” urlò Mckenna andando a sbattere contro Lacey, che camminava giusto di fronte a lei
“Piantatela voi due! Lo sentite?” esclamò sottovoce Lacey quando giunsero alla fine della scalinata “stanno entrando ragazze…”
“Ho paura.” Sussurrò Leana stringendo il braccio di Alex al suo fianco; Alexandra deglutì rumorosamente. Anche lei aveva paura. E tanta anche.
“Non ti preoccupare Lea” le rispose stringendole la mano
“Ma dove sta andando Pinkly?” chiese d’un tratto Christine, sporgendosi in avanti per vedere meglio: la cagnolina, infatti, era partita alla riscossa quando aveva sentito la serratura scattare
“PINKLY!” urlò Alex due secondi prima che la luce si accendesse e che illuminasse tutto la sala; il portone d’ingresso si spalancò violentemente, lasciando entrare la luce dell’oscurità.
“MA SI PUO’ SAPERE CHE CAZZO FAI?! POTEVO AMMAZZARMI!” strillò un ragazzo entrando di spalle in casa; Alex, in ginocchio sul primo gradino delle scale, poté notare quanto alto fosse.
Era completamente vestito di nero: jeans neri, maglietta nera, scarpe nere e capelli neri.
Dalla maglietta spuntavano le braccia, completamente ricoperte di inchiostro e un pezzo di collo che…
Aspetta…ma sono manette quelle?!
“Eh dai! Era solo uno spintone!” esclamò una voce dietro di lui, seguita da uno scroscio di risate
“Andate tutti a cag…”
“Jimmy…” sussurrò Leana, che era ancora affianco ad Alex; quando il ragazzo sentì il suo nome si voltò di scatto. Alex rimase colpita dall’azzurro dei suoi occhi, ma ciò che la stupì fu il sorriso che si dipinse sul suo volto quando vide Leana.
“Ciao, piccola” disse semplicemente, prima che la ragazza gli saltasse addosso.
 

 
Alexandra se ne stava lì, imbambolata davanti a quei due, l’una avvinghiata all’altro: Leana in braccio a Jimmy sembrava una bambina e lui la trattava come tale.
Non faceva altro che accarezzarle il viso con la fronte appoggiata alla sua, mentre Leana quasi piangeva dalla felicità; Alex era talmente rapita dalle effusioni di quei due che neanche si rese conto dell’entrata in scena di altri due ragazzi.
Quando si voltò verso di loro, notò che la stavano squadrando da capo a piedi: sembravano quasi incuriositi dalla sua presenza.
Evidentemente Michael non gli ha parlato di me
La prima cosa che saltò all’occhio era la differenza di altezza tra i due: il più basso era poco più alto di lei ed indossava praticamente gli stessi abiti di Jimmy, le uniche differenze erano una catena tra i passanti della cintura e la cresta multicolor che si ritrovava in testa…un vero e proprio pugno nell’occhio gente.
“OH MIO DIO!” urlò Lacey da dietro le spalle di Alex, per poi saltarla come un’atleta evita un ostacolo lungo il percorso; ci fu uno spostamento d’aria e dopo due secondi il poveretto era sdraiato a terra con Lacey a cavalcioni sopra di lui “JOHNNY!”
“Lacey!” urlò il ragazzo, ridendo della reazione della mora “Se stringi un pochino più forte forse riesci a farmi secco”
“Oh mio dio Johnny…Amore mio” sussurrò Lacey seppellendo il viso nel suo collo; Johnny smise di ridere e si issò a sedere, tenendola stretta tra le sue braccia
“Mi sei mancata piccola…”
“Ehi Jace, tu non vieni a salutarmi?” chiese l’altro ragazzo
Jace?
“MATT!”
Oh Signore, un’altra no per favore! Pensò Alex quando vide con la coda dell’occhio la chioma bordeaux di Christine schizzare verso quello che doveva essere Matt; il ragazzo lasciò cadere i due enormi borsoni a terra per afferrare al volo la ragazza. Dire che era grosso come un armadio era un eufemismo: aveva delle braccia letteralmente enormi.
“Ehilà!” rise lui stringendola a sé “E’ un piacere rivederti stronzetta”
“Zitto, non rovinare il momento.” Sussurrò Christine con la voce tremante
Alex guardò sconcertata le tre coppie davanti a sé, cominciando a sentirsi di troppo: dopo mesi di assenza probabilmente avevano tanto da dirsi e di sicuro lei sarebbe stata solo un intralcio, almeno secondo la sua mente contorta.
Pinkly la recupererà qualcun altro…
Alexandra si voltò, pronta per risalire le scale e tornarsene in camera sua, quando Mckenna la fermò per un polso
“Dove credi di andare tu?” le chiese con un mezzo sorriso stampato sul volto
“Ehm…io…” borbottò Alex grattandosi nervosamente la testa
“EHI VOI! MICHAEL NON E’ CHE VI HA ASSEGNATO DELLE CAMERE DA LETTO PER LASCIARLE MARCIRE EH!” urlò qualcun altro alle loro spalle; la porta sbatté rumorosamente, seguita dallo schianto di numerose valige sul pavimento.
Alex si voltò verso l’ingresso e notò che la sala si era popolata in meno di cinque secondi. Oltre a Jimmy, Johnny e Matt si erano aggiunti altri due ragazzi
“Vengeance! Perché devi sempre rompere i coglioni?” sbottò Leana verso quello che aveva parlato dopo aver sciolto l’abbraccio di Jimmy
Ven che?
“Molto simpatica Leana, davvero: peccato che non sia stato io a parlare” esclamò il ragazzo puntandosi le braccia sui fianchi.
Zacky non era molto alto, ma era imponente: indossava una camicia di jeans allacciata fin sotto al collo, che si intonava perfettamente con gli occhi cerulei. Alex si ritrovò a pensare che assomigliassero molto ad un pezzo di ghiaccio
“E chi è stato?”
Brian Leana, chi vuoi che sia stato!”
Brian? Il famoso padrone di Pinkly?
“BRIAN SEI UNO STRONZO!” esclamò Leana incrociando le braccia al petto come una vera e propria bambina
“Hai sentito Gates? Lea ha ribadito il concetto che stavo cercando di spiegarti qualche ora fa!” rise Johnny gettando la testa all’indietro
“Oh, fottiti JC” sbuffò una voce da dietro le spalle di Zacky “E buonasera anche a lei, signorina”
Brian fece finalmente la sua comparsa, affiancando il ragazzo dagli occhi cerulei. Alex si voltò verso di lui, scrutandolo attentamente: i capelli corvini erano impregnati di gel, tanto che stavano in piedi da soli. Gli occhi erano castani e circondati da una linea di matita alquanto sbavata, ma che gli donava comunque: la mascella pronunciata era ricoperta di una leggera barbetta mentre al naso, leggermente all’insù, portava un piercing ad anello.
Quello che catturò Alexandra furono però le sue labbra: avevano un taglio sottile, ma il modo in cui le incurvava quando sorrideva le facevano scorrere un brivido lungo la schiena.
Alexandra, stai dando fuori di matto per caso?
“Ehi fratellone, non mi saluti?” esclamò d’un tratto Mckenna, che si trovava ancora in piedi affianco ad Alex, attirando l’attenzione di tutti quanti
“Ehi stronzetta, vieni un po’ qua!” rise Brian, allargando solo il braccio destro, visto che con il sinistro stava tenendo la povera Pinkly. Mckenna non se lo fece ripetere due volte e in men che non si dica stava stritolando il fratello in una presa ferrea
“Mi sei mancato” gli sussurrò contro la maglietta leggera
“Lo so Mc, anche tu mi sei mancata tanto” rispose Brian, cercando di scompigliarle i capelli “Ehi, ma perché porti un cappello?”
“No, la vera domanda è: perché porti un cappello di LANA quando fuori ci sono trenta gradi?” lo corresse Jimmy inarcando un sopracciglio. A Mckenna bastò soltanto ricordare l’accaduto di qualche giorno prima, che aveva già un diavolo per capello
“E’ colpa di quello stronzo di Flyn!” urlò incrociando le braccia “Lo devi pestare Bri, è la volta buona!”
“Ci risiamo…” borbottò Matt, prendendosi un pugno nelle costole da Christine “Ehi!”
“Zitto.” Gli intimò alzando un indice davanti al suo viso
“Prima ha rotto i coglioni ad Alex” continuò Mckenna gesticolando come una pazza “poi è venuto da me e mi ha cambiato il colore della tin…”
“Un momento” la fermò Johnny, che cingeva il fianco a Lacey con un braccio, visto che alle spalle non ci arrivava “Alex?” aggiunse poi, dando voce allo sconcerto di tutti i ragazzi presenti
Mckenna si schiaffò una mano sulla fronte, come per rimproverarsi mentalmente di qualcosa
“Ci siamo dimenticate di presentarvela!” esclamò storcendo la bocca in una smorfia “Pazienza, lo facciamo adesso”
“Ragazzi” le diede corda Leana, sciogliendosi dall’abbraccio di Jimmy ed avvicinandosi ad Alexandra “lei è Alex, la nostra ultima arrivata!”
Se fino a quel momento l’avevano tutti ignorata, in meno di cinque secondi Alex si ritrovò sotto i riflettori, quasi fosse l’unica presente lì dentro: quando sentì lo sguardo di tutti spostarsi da Leana a lei, le guance le andarono letteralmente a fuoco senza che lei potesse far nulla per frenarle.
Il primo ad avvicinarsi per presentarsi fu Jimmy
“Piacere Alex” esclamò porgendole la mano con un sorriso rassicurante stampato sul volto “io sono James Sullivan, ma mi puoi chiamare anche Jimmy, Jimbo, The R…”
“Sì sì, abbiamo capito” lo interruppe Johnny, scansandolo con una spallata
Ma come fa un essere così piccolo a buttare a terra un essere così enorme?
“Io sono Johnny Christ, molto piacere Alex!” disse Johnny abbracciandola calorosamente
“E io Matt” rise il ragazzo materializzandosi al fianco dell’amico ed esibendo delle fossette da bambino
“Oh…Ehm…Piacere mio” rispose Alex con un mezzo sorriso; Johnny e Matt le fecero l’occhiolino, per poi ritornare tra le braccia di Lacey e Christine e lasciare posto al ragazzo dagli occhi cerulei
“Zacky” borbottò y stringendole la mano con fare frettoloso: non la guardò neanche negli occhi, tanto che ad Alex sembrò più a disagio lui che lei stessa
Alexandra lo guardò allontanarsi ed accendersi una sigaretta, inspirando a pieni polmoni la nicotina: era talmente attratta da quello che stava facendo che non si accorse minimamente del ragazzo di fronte a lei, fino a che non le prese una mano. Alexandra si voltò di scatto, fissando i suoi occhi in quelli castani di Brian
“Molto piacere Alexandra “le disse con voce suadente, avvicinandosi pericolosamente alla sua pelle. Alex lo guardò con gli occhi spalancati quando sentì le sue labbra fresche baciarle la mano “io sono Synyster, ma per gli amici sono Brian”
“Brian, molla quella povera crista o rischi di terrorizzarmela” sbottò d’un tratto Christine, interrompendo la scena
“Bene ragazzi, mi piacerebbe fare baldoria con voi ma ho circa settantadue ore di sonno arretrato che potrebbero uccidermi da un momento all’altro” esclamò Jimmy, circondando le spalle di Leana con un braccio “quindi, mi dispiace per voi, ma io filo a letto”
“Certo Jimbo, perché tu vuoi farci credere che dormirete stanotte” rise Brian lasciando andare la mano di Alex. Jimmy, che era già sulle scale assieme alla ragazza, si voltò verso l’amico ed ammiccò leggermente facendo scoppiare a ridere tutti i presenti
“Cammina scemo” rise Lea spintonandolo leggermente
“Be’, Jimmy ha ragione ragazzi” sbadigliò Matt raccogliendo la sua valigia “Vado anche io”
“E io pure” borbottò Christine stropicciandosi gli occhi “sono le quattro del mattino dopotutto”
“Andiamo anche noi” esclamò Lacey prendendo per mano Johnny “Buonanotte a tutti”
“Ma come a dormire?” chiese Mckenna mentre salivano lentamente le scale
“Mc, non cominciare: ora fila a letto!”
“Ma Brian, tu le devi suonare di santa ragione a Flyn!”
“Alle quattro del mattino?” chiese Brian inarcando un sopracciglio “Dici sul serio?”
“Non è mai tardi per la vendetta fratello, ricordatelo.” Sibilò Mckenna fulminandolo con lo sguardo
Alexandra seguì come un’ombra il gruppo, sentendosi più in imbarazzo che mai: non tanto per il fatto di trovarsi lì, in mezzo a loro, ma per la reazione che aveva avuto quando Brian si era presentato.
Dopotutto, era solo uno sconosciuto.
Quando, poco dopo, arrivarono al secondo piano, Leana, Lacey e Mckenna si avvicinarono ad Alex per darle la buonanotte mentre i ragazzi si limitarono a salutarla da lontano…Tutti, tranne Brian.
Lui si limitò a stare lì, fermo nella penombra dell’enorme corridoio illuminato solo dalla fioca luce delle candele, a fissarla con un’espressione enigmatica sul volto; Alexandra sostenne il suo sguardo senza proferir parola, né tantomeno senza lasciare trasparire qualcosa.
“Be’, buonanotte…Alex” sussurrò dopo qualche minuto per poi allontanarsi con Pinkly tra le braccia, lasciandola da sola nell’oscurità di quella casa.
La sentite? La miccia nello stomaco di Alexandra si è appena riaccesa.


Buonasera!
Mi scuso per l'orario (e anche per alcuni ipotetici errori grammaticali dovuti alla foga di scrivere) ma non ho trovato un minuto libero per pubblicare prima il capitolo...Coooomunque: ho preferito spezzare il tutto in due capitoli per non crearne uno troppo lungo, visto che pubblicarne uno di passaggio non è bastato.
Finalmente i ragazzi sono arrivati! Francamente non ne vedevo l'ora, ma non ho il dono della sintesi e quindi ho dovuto pubblicare ben cinque capitoli prima di presentarli...
Ringrazio come sempre Shads per le sue recensioni che mi motivano a continuare la storia; a dir la verità non sono molto soddisfatta del capitolo in sé...fatemi sapere che ne pensate voi!
Un abbraccio,

Columbia.

 
   
 
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