Fanfic su attori
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Autore: The_Babba    19/07/2015    0 recensioni
[Attori vari]
Elisa e Valentina volevano solo incontrare un paio delle loro star preferite, e invece, grazie ad un ascensore particolarmente malfunzionante, le cose degenerano... in meglio per le ragazze!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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«Scusate la domanda, ma dove siamo? Stavo andando a fare la spesa e mi sono ritrovato qui dentro...» chiese Robert Downey Jr alle due ragazze, che bisbigliarono in coro, adocchiandolo «Nel Paese delle Meraviglie.»
Robert le guardò con aria assente per un momento, poi si illuminò come una lampadina «Oh no, non un altra fanfiction...»

Senza staccare gli occhi di dosso all'uomo, Elisa avvicinò la testa a quella di Valentina «Speriamo abbia il rating rosso, allora.»

Nel frattempo, Robert era impegnato a guardare il soffitto, per poi allungare la testa, uscendo dalla pagina del sito «Vediamo, come si chiama questa? A Fangirling Adventure? Personaggi vari, rating verde - grazie al cielo - genere demenziale... secondo capitolo? Siamo al secondo capitolo? Cos'è successo prima?» chiese, poi rabbrividì «No, non fa niente, non voglio saperlo.»

Le due ragazze non erano riuscite a spiccicare parola, schiacciate sotto il peso dell'enorme personalità dell'attore (giusto quella, visto le sue dimensioni tascabili). Robert le squadrò «Bene, bene, fatemi indovinare, voi sareste le protagoniste fighe, alte, bionde e occhi azzurri cangianti che tutti i ragazzi amano?»

Elisa e Valentina si guardarono, studiando i loro muscoli flaccidi, i capelli crespi e gonfi, i vestiti sciatti (ma almeno avevano le magliette dei supereroi, yay!) e il portamento da troll delle foreste. Poi annuirono vigorosamente.

«Va bene, di chi delle due dovrei innamorarmi perdutamente?» chiese, alzando gli occhi al cielo. Le ragazze non si guardarono nemmeno in faccia e iniziarono a spintonarsi urlando «IO! IO!» come dei gabbiani con la rabbia. Robert prontamente si abbassò e riuscì ad allontanarsi momentaneamente dalle grinfie delle due passandogli sotto le gambe. Quando si accorsero che l'oggetto dei loro desideri era sparito, le due iniziarono a guardarsi intorno come dei suricati, e quando lo trovarono, gli si lanciarono addosso come... come due arrapate.
Insomma, non avevano niente di umano.

Robert impose le mani davanti a lui e con la fermezza di un addestratore di cani ordinò «Stop! Sedute!»

Le due ragazze abbaiarono con sottomissione e si accucciarono a terra, ricevendo dei biscottini e una grattatina dietro alle orecchie come ricompensa.

«Mi sembra di capire che non abbiamo molta chiarezza a proposito. Va bene, facciamo così. Dovrete conquistarmi. Pensate a me come a una giuovine donzella, mentre voi siete cavalieri dal cuore gentile che conquisteranno la mia mano superando delle dure prove, sì? Ok, vediamo...» dal nulla, tirò fuori una lavagnetta bianca «Allora» disse, agitando un pennarello nella direzione di Valentina «Tu hai la faccia da “Faith... Destiny... Nightwish”...sì, mi sembra buono.»

Pronunciò il nome con estrema lentezza, sottolineando ogni lettera con lunghi e strazianti squittii del feltrino contro la lavagna «Mentre tu mi sembri una... hmmm... “Hope Angel Diamond”. Ti piace?» chiese ad Elisa, ma prima che potesse rispondere lui la interruppe «Non importa, a me piace.»

Le due ragazze lo stettero ad osservare inebetite, finché con un «Et voilà!» non annunciò di aver finito di scrivere.

«Bene. Vi avverto, decidendo di affrontare queste prove andrete in contro ad un destino incerto, e di certo ne uscirete cambiate. Siete sicure? Come volete, allora. Le valorose contestanti dovranno sfidarsi nella...» Robert fece una pausa e iniziò a battere le mani sulle cosce, simulando un rullo di tamburi. Alle due ragazze sembrava solo un inutile maltrattamento di ottima carne. 

«Corsa nei sacchi!!» annunciò l'uomo a voce alta.

Elisa e Valentina fecero un salto, risvegliate dall'urlo improvviso «Cosa?»

Ma Robert non gli prestò attenzione, e si allungò ad afferrare la borsa di Faith Destiny Nightwish. Ci ficcò una mano, poi tutto il braccio, seguito dall'altro braccio e, infine, dalla testa. Dopo qualche minuto riemerse, stringendo due sacchi di iuta tra le dita, che porse alle ragazze.

«Che c'è? Arrivando ho scorto qualche riga del capitolo precedente e ho letto della borsa.»

Elisa e Valentina gli lanciarono un'occhiata confusa «Non importa, andate a posti di partenza. Pronte? Via!»

Le due ragazze, imbozzolate nei sacchi come dei bruchi, iniziarono a saltellare freneticamente, cercando allo stesso tempo di mantenere un certo contegno (dovevano pur attrarre il maschio in qualche modo!). Come risultato, continuarono a saltare per minuti sullo stesso punto, senza spostarsi di una virgola. Quando si girarono verso Robert, lo trovarono seduto (o meglio, inglobato) su una sdraio da spiaggia, con una bevanda munita di una di quelle cannucce arricciate lunga qualcosa come mezzo metro, e un giornale in mano.

«Now ain't that fun*» borbottò, girando una pagina con estrema lentezza. Alzò lo sguardo verso le ragazze, che avevano smesso di saltare per guardarlo sconcertate. Come si permetteva, ignorare così i loro sforzi? Loro che avevano il fisico di due gattare di 90 anni con tanto di reumatismi?

«Ahem, voglio dire, woooh! Forza Wildcats!, o qualcosa del genere...» disse, per poi battere le mani un paio di volte «Avanti, volete un po' di questo sì o no?» le incitò, stendendo favolosamente una gamba in aria e sollevando un poco i bermuda color verde improbabile.

Le due ripresero subito la “corsa”, ma presto Valentina si rese conto che così non sarebbero andate da nessuna parte.

«Perdonami, sorella!» strillò, per poi gettarsi a terra e iniziare ad avanzare, braccia strette lungo il corpo, con l'andamento sinuosamente fisarmonico di un verme di terra.

Elisa lanciò un lungo ululato.

«Dove pensi di andare?» disse, prima di abbassarsi ed afferrare per i piedi l'amica, senza smettere di saltare.

«No!» si lagnò l'altra «Lasciami andare, devo raggiungere la mia gente, hanno bisogno di me!»

Elisa rispose con un ringhio «Se io non posso averlo, non lo avrai nemmeno tu!»

Robert si fece scivolare il giornale dalle mani e fissò per qualche momento la scena che gli si proponeva davanti agli occhi.

«Ma dove diamine sono finito?» si chiese a bassa voce, stropicciandosi gli occhi. Poi, a voce più alta «Okay, credo basti così! Basta! Bas- E BASTA! Oh. Bene. Parità.»

Segnò due sonore “x” sulla lavagnetta e fece un passo indietro per ammirare il suo capolavoro. Dopo aver sospirato soddisfatto, si avvicinò di nuovo «Va bene, per la gara numero dos» enunciò, scrivendo “Round II” e poi rimanendo con il pennarello a mezz'aria «Ehm... Potreste... Uh... Avete proposte?»

Le due ragazze si ritirarono a confabulare, borbottando indistintamente mentre Robert continuava a fissare concentrato la lavagna. Improvvisamente Valentina strillò «Ce l'ho! Mosca-cieca!»

«Inizio io!» Elisa si prenotò con un urlo e lanciò in avanti le mani, che atterrarono con un sonoro “spack!” sulle natiche dell'uomo. Chiudendo gli occhi in ritardo e tastando ciò che aveva sotto alle dita disse innocentemente «Ooh, non riesco proprio a capire chi sei!»

Robert sussultò appena e si girò lentamente (molto lentamente) per osservare l'espressione paradisiaca che aleggiava sulla faccia di Hope Angel Diamond e lanciarle un'occhiata di rimprovero non esageratamente convinta. Valentina iniziò a strillare, imitando il richiamo di accoppiamento di un asino in calore «Non hai la benda, scellerata!»

Si gettò sull'amica, staccandole i tentacoli polposi dal deretano dell'uomo con un disperato “pop!” e prendendo il suo posto. Robert la guardò, sollevando un sopracciglio.

«Tranquillo, è tutto sotto controllo, te lo proteggo io» disse con tono professionale, al che l'attore assunse un'aria un po' molto scettica.

«Credo di poter badare al mio sederino da solo, grazie mille» disse, allontanando le mani di Faith Destiny Nightwish, che si ritirò in un angolino con Elisa, esibendo una faccia da cane bastonato.

Allora Robert, che non aveva un cuore di pietra (dopotutto negare quelle natiche d'oro a qualcuno era veramente una crudeltà, diciamocelo chiaramente), sorrise allegramente «Non disperate, ho un altro gioco in mente!» disse, afferrando di nuovo la borsa di Valentina e tirando fuori uno spuntone «Attacca la coda all'asino!»

Le due ragazze si guardarono, ben consapevoli che un oggetto del genere non sarebbe stato esattamente sicuro nelle loro mani, ma Robert questo non lo sapeva, perciò lo passò delicatamente a Elisa, che lo lanciò a Valentina «Comincia tu!»

Evidentemente aveva calibrato male il lancio, perché lo spunzone finì dritto dritto nella pettinatura afro naturale di Valentina.

Ora furono Elisa e Robert a lanciarsi un'occhiata, sbiancando. Quando la ragazza si rese conto di aver appena incrociato lo sguardo con l'uomo capì cosa si provava ad essere un panetto di burro nel microonde, ma sapeva che se voleva avere la possibilità di spiaccicarsi ancora addosso a quelle gloriose natiche (o qualsiasi altra parte del corpo) doveva trovare lo spunzone, ragion per cui si gettò sulla capigliatura dell'amica con balzo felino. Robert le fece compagnia, avvicinandosi con più calma e borbottando «Non vedo cosa ci sia di così emozionante nell'infilare le mani in quell'universo...»

Intanto Elisa aveva già rinvenuto un mollettone, una penna, una padella e un comodino e li aveva accatastati in un angolo. Robert lancia un'occhiataccia all'autrice della fanfiction, che sussulta «Sappi che se mi prendo i pidocchi è tutta colpa tua»

L'autrice annuisce divertita e lo invita a tornare ai suoi scavi archeologici.

Robert obbedisce, ma non prima di aver lanciato un'occhiataccia anche a te (sì, proprio tu che stai leggendo) «Ma guarda che mi tocca fare...»

L'uomo separò la massa cotonata con due dita «Va bene, andiamo» disse, immergendosi nei capelli fino alla vita ed Elisa ne approfittò per lanciare qualche occhiata nostalgica al fondo schiena di Robert. Quando riemerse, un abbaiare acuto riempì l'ascensore. L'attore richiamò l'attenzione di Valentina, toccandole la spalla «Si può sapere cosa ci fa un chihuahuahauh nei tuoi capelli?»

La ragazza lo guardò stralunata «Un che?»

«Un cihuahuahhahuhua»

«Salute!» disse Elisa.

«Ma che salute e salute! Dico, perché hai un chiuhuahauhuh-Dio mio!» esclamò, girandosi di nuovo verso l'autrice, che fa spallucce in segno di scusa.

«Ma che ti costa cercare un attimo su Google come si scrive?» chiede lui «Ah, fa niente» sospira. Riportò l'attenzione su Valentina, e riprovò «Che ci fa un cane di taglia piccola – o un topo particolarmente grande, dipende dai punti di vista – nei tuoi capelli?»

«Vercingetoringe! Credevo fossi scappato!» squittì Elisa, prendendo il chihuha...il cane tra le braccia «Ma guardati come sei bellino! Un po' caccoloso è vero, ma sei anche cicciottino!»

«Oh, dev'essermi finito del cibo tra i capelli» commentò Valentina con leggerezza.

Robert sospirò, massaggiandosi le tempie «Non ritroveremo mai quel coso, è letteralmente come cercare un ago in un pagliaio.»

«Oh, potevate dirlo prima che stavate cercando il coso. Ci penso io» disse, e iniziò a scuotere l'enorme massa, dalla quale volarono sedie, libri, un termometro, un cellulare, un paio di cuscini e un motorino. Per ultimo, uscì lo spunzone, che andò a conficcarsi in una delle favolose scarpe con tacco da 12 centimetri di Robert.

L’uomo si osservò i piedi, poi sollevò la testa, puntando gli occhi sull’autrice con aria esterrefatta «Ammettilo che oggi hai la luna storta e ti stai sfogando su di me, dai» sospirò «Almeno fammi dare il cambio! Sono qui da più di quattro pagine, questa è crudeltà! È abuso infantile! Roba da denunciarti al WWF!»

In quel momento, dal nulla, cadde svolazzando un bigliettino che diceva “batti i tacchi tre volte e sarai libero”. Robert, dopo averlo letto, si guardò nuovamente le scarpe, che ora erano rosse fiammanti, con qualche brillantino sopra. L’uomo si abbassò appena per prendere Vercingetoringe, per gli amici Totò, in braccio. Batté i tacchi tre volte dicendo con aria solenne «Non c’è posto più bello della propria casa.» 

Prima di andarsene, guardò un’ultima volta le due ragazze, le quali avevano l’aria di qualcuno che è stato appena rapito dagli alieni.

«Liberté! Egalité! Fraternité!» disse ancora Robert. Poi gettò a terra una bomba fumogena.

Le ragazze iniziarono a guardarsi attorno ciecamente, ancora più perse di prima. Nel frattempo potevano sentire l’uomo camminare in giro per l’ascensore e sollevare qualcosa di pesante con un sonoro scricchiolio. Il fumo si diradò abbastanza da permettere alle due di vedere una porticina di legno nel pavimento che si richiudeva. Pochi secondi dopo, potevano sentire la voce di Robert che si faceva sempre più piccina «Ma non potevi darmi un paio di scarpe funzionanti? Tutta ‘sta scena per poi farmi uscire dalla botola come un prestigiatore da quattro soldi, tzè.»

«Senti, qui il budget è quello che è, piuttosto ringrazia che ti abbia fatto uscire» sentirono in risposta, mentre l’ascensore tornava in funzione.

Elisa e Valentina si guardarono con aria sconsolata.

«Non riesco a credere che ci abbia abbandonate così» disse Elisa «abbiamo persino fatto un po’ di moto per lui, dovrebbe esserci riconoscente!»

Valentina stava per rispondere, quando le porte dell’ascensore si aprirono, permettendo l’entrata a tre persone. Le due ragazze li fissarono con aria cospiratoria mentre uno di loro premeva il bottone per il piano superiore e, poco più tardi, l’ascensore si bloccò.

  
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