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Autore: JessL_    19/07/2015    4 recensioni
È facile perdere di vista i propri obiettivi, ed è ancora più difficile rialzarsi una volta che si cade.
Bella ha ventisei anni, una volta finito il college è rimasta a vivere a Chicago, ha trovato lavoro ed è piuttosto soddisfatta della sua vita... almeno finché non viene licenziata e si ritrova senza pensarci a Forks, di fronte alla casa che l'ha vista crescere.
Tratto dal prologo:
"Avete presente quella sensazione stupenda del sentirsi finalmente a casa? Ecco, è esattamente quello che sto provando di fronte alla villetta di mio padre.
Questa casa, queste semplici mura, racchiudono un’infinità di ricordi. Questa casa mi ha visto crescere. Su quel portico, una volta, ci ho rimesso quasi la pelle all'età di tre anni a causa di un’asse che ha ceduto; su quel dondolo ho letto una miriade di libri e soprattutto in giardino mi sono gustata un sacco di grigliate con amici.
Non accade spesso, purtroppo, che io torni a casa a trovare mio padre, il lavoro negli ultimi tre anni mi ha letteralmente succhiato la vita, e trovarmi qui, ora, ha un sapore dolce amaro."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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CAPITOLO 2
~ Bomba vs Vulcano.
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Mi sono sempre ritenuta fortunata, non nel significato stretto del termine, sia chiaro, bensì non ho mai avuto un dopo sbornia. Non ho mai avuto i sintomi o comunque non mi sono mai sentita male. Lo so, sono una fottuta bastarda. Me lo hanno detto tutti.
Eppure, questa mattina, mi sento strana. Anche se dubito fortemente sia a causa dell’alcol. Ricordo tutto di ieri sera. Ricordo soprattutto di essere arrivata a sei drink. Sì, altri tre dopo che è arrivato Edward, sono pessima. Eppure so di essere cambiata, sono passati sette dannati anni dall’ultima volta che lo avevo visto ma il mio corpo reagisce ancora in modo strano al suo. E mi sa che dopo ieri sera lo farà ancora di più...
 
«Spiegami perché dovresti portarmi tu, proprio tu, a casa.» Lo sfido, o almeno ci tento, mentre sono letteralmente spiaccicata al muro fuori dal pub. Edward è uscito per fumarsi una sigaretta, io per prendere una boccata d’aria. E a quanto pare per parlare con lui. Non ricordo chi abbia aperto bocca per primo, sta di fatto che lui era arrivato alla seconda sigaretta e io mi reggevo a stento in piedi. Si erano fatte le tre e Angela aveva decisamente bisogno di andare a dormire, a causa della gravidanza di giorno è iperattiva ma alla sera arriva stravolta e non riesce più a fare le sei del mattino come una volta. Ben ha detto che era già un miracolo che fosse arrivata sveglia fino all’una!
Perciò se n’erano andati e noi due ci trovavamo fuori dal locale mentre gli altri si stavano scolando qualcos’altro. Penso di avergli posto quella domanda perché avevo detto qualcosa a riguardo al fatto che Jasper era ubriaco perso e che mi avrebbe dovuto accompagnare a casa... ma non ne sono del tutto certa.
«Perché sono il più sobrio, avendo bevuto solo una birra e soprattutto perché voglio stare un po’ con te.» Ricordo perfettamente di essergli scoppiata a ridere in faccia. E purtroppo ricordo anche la sua espressione sbigottita ma non sono riuscita a trattenermi.
«Tu, da solo... con me? Che cosa c’era in quella birra?» Divertito scrolla le spalle.
«Adesso parli, e sono curioso di sapere che cosa potrebbero dire quelle due labbra tentatrici.» Ricordate la statua di cera? Ecco, sentivo che stava per tornare.
Proprio non riuscivo a concepire la sua frase. Dio, non che fosse complicata ma lo stupore era evidente sul mio viso – su questo ci avrei scommesso.
«Non fraintendermi, sapevo già che sapessi parlare e ridere, non ero sordo e la mia stanza era di fronte a quella di Alice ma con me non hai mai parlato. A meno che non fossi obbligata e mi sono sempre chiesto perché. Ecco perché ti porterò io a casa.» Devo dire che non gli ho risposto ma che l’ho semplicemente guardato con un’espressione ebete? No, non credo ce ne sia bisogno.
 
«A che ora sei tornata ieri sera?» Alzo lo sguardo dal giornale locale e osservo mio padre riempirsi la bocca di biscotti. Biscotti alla marmellata di albicocca che ho fatto ieri pomeriggio. Sono una squisitezza, non potete capire.
«Tardi.» Mormoro tornando al quotidiano. Sì, Forks ha un quotidiano, è curioso quante cose possano capitare in una cittadina così piccola. Ehi! Tom della ferramente ha messo in saldo dei trapani... figo!
«Sì, fino lì c’ero arrivato anche da solo. Sono rientrato verso le due e non c’eri... e non ti ho sentito rientrare.» Rialzo lo sguardo e mi trovo mio padre seduto al tavolo davanti a me.
«Me lo stai chiedendo per curiosità o perché siamo tornati indietro di anni e devo tener conto del coprifuoco?» Sono divertita, è palese.
Ed è palese anche l’imbarazzo di mio padre.
«Non ricordarmi che non rispettavi il coprifuoco nemmeno a sedici anni.» Ridacchio.
«Saranno state le cinque.» Sgrana gli occhi.
«Le cinque? Ma che avete combinato fino a quell’ora?» Eh, papà, sapessi...
 
«Mi ha sempre intimorito un po’ questa casa.» Osservai Edward con un sopracciglio alzato mentre guardava assorto casa mia. Ci sono praticamente nata in quella casa, potrei assicurare che non ci sono fantasmi e né tantomeno che potrebbero mai intimorire qualcuno quelle quattro mura.
«E perché mai?» La radio era silenziosa ma sullo schermo appariva l’ora, erano le quattro e mezza del mattino e l’alcol aveva già smesso di fare effetto. Non sapevo chi ringraziare ma era meglio così, un viaggio in macchina con Edward non è propriamente una passeggiata, i limiti di velocità, se li conosce, non li rispetta lo stesso.
«I miei quando avevo all’incirca quindici anni mi “minacciavano” che lo sceriffo me ne avrebbe fatte passare di tutti i colori se non mi rimettevo in riga. In pratica volevano solo che non combinassi cazzate. Li ringrazio ancora tuttora per questo ma ogni volta che vedevo tuo padre quasi me la facevo addosso. Sembra un uomo burbero, serioso e a quell’età, a quanto pare, ero piuttosto suggestionabile.» Mio padre faceva quell’impressione? Quasi scoppiai a ridere.
«Se vuoi la verità, mio padre è tutto tranne che burbero e serioso. Ma se è servito a non farti combinare danni, mi fa piacere. Ti mancava giusto la fama di essere un teppista e avresti fatto l’en plein.» Mi guardò incuriosito, o veramente non sapeva l’effetto che faceva sugli altri o semplicemente non ne aveva idea.
«Sei sempre parso come il bravo ragazzo, non pensare male, solo che era palese che piacessi a tutti, che eri bravo in tutto e che persino i professori ti veneravano... se fossi stato anche un minimo ribelle, anche quelle poche ragazze che non ti morivano dietro lo avrebbero fatto.»
«Tu facevi parte di quelle ragazze?» Mi chiese dopo essersi inumidito le labbra.
«Di quelle morte o di quelle che si sono salvate?» Chiesi un po’ stordita. I suoi occhi mi avevano letteralmente incatenata ma probabilmente non avevo solo voglia di far scemare l’elettricità che sentivo.
«Di quelle che si sono salvate.» Sorrisi.
«Quale risposta vorresti sentirti dire?» Il nostro tono di voce si era abbassato e Edward mi pareva più vicino, il suo profumo aleggiava attorno a me e mi avvolgeva quasi come un abbraccio. Probabilmente l’effetto dell’alcol non era proprio svanito del tutto.
«Sincero? Non lo so. Però m’interessa sapere se posso baciarti, adesso e ora.» Non gli risposi, non a parole perlomeno.
 
«Stai cucinando per qualche pasticceria?» Mi chiede Rosalie con gli occhi quasi fuori dalle orbite. Sospiro e osservo una ciocca di capelli scappata dalla coda che vola di fronte al mio viso.
Mi osservo attorno e noto la miriade di torte e biscotti che ho preparato per tutta la mattina. In effetti mi sa che ho esagerato...
«A quanto pare non hai perso il vizio di entrare dalla porta di servizio.» Dico sorridendo.
«Anche no! Quella porta ci ha salvate una marea di volte.» Ridendo si siede sullo sgabello della cucina, davanti a me. «E visto che ti conosco bene, se stai cucinando, hai qualche pensiero per la testa. Anche se non sapevo avessi imparato a fare dolci.» Già, una volta mi cimentavo direttamente sui primi.
«A Chicago ho seguito un corso di pasticceria. Comunque sì, ho giusto qualche pensiero per la testa ma niente di che. Come mai sei qui?»
«Fino a ieri sera non avevo idea che fossi tornata in città, mi ero persa lo scoop dalle pettegole, ma adesso che ti ho trovata, non ti mollo più!» La sua sembra quasi una minaccia, eppure sorrido.
«Mi sei mancata.» Muove la mano come per scacciare una mosca.
«Non fare la sentimentale, non ti si addice.» Mi fa un occhiolino e scuoto il capo.
«Piuttosto dimmi che cosa ti passa per quella testa con i capelli da pazza.» Non le rispondo giusto per due secondi, proprio il tempo di ricordarmi che siamo sole in casa.
«Ho passato la notte a baciare Edward. Davanti a casa mia, nella sua auto. Le sue mani non sono mai scese oltre al mio viso ma la sua lingua è bastata. Sa baciare veramente bene. Meglio di quanto avessimo mai immaginato o pensato!» Avete presente quando al telegiornale si sente che è scoppiata una bomba e tutti ne rimangono sorpresi? Ecco, quella è l’espressione di Rosalie. Il fatto che io abbia buttato una bomba e subito dopo abbia iniziato a snocciolare informazioni, è solo un dettaglio.
«Tu, cosa? Edward? Hai baciato Edward? Cullen? Quello a cui non hai mai rivolto la parola prima di ieri sera?» Annuisco man mano che pone le domande. Rimane in silenzio per un attimo e poi ride, ride di pancia fino a farsi venire le lacrime agli occhi.
«Dio, Bella! Non puoi averlo baciato!» Ok, adesso quella interdetta sono io.
«E perché mai? Lo hai visto? Quei dannati occhi verdi! E le spalle? Le spalle le hai viste? E la camminata? E quel sorriso? Puoi non crederci ma se togli i capelli forse fin troppo sul rosso, quel ragazzo incarna alla perfezione il mio prototipo di ragazzo.»
«Sì ma stiamo parlando di Edward... il fratello di Alice, il cugino di Emmett!» La guardo senza capire.
«Beh, è parente loro, mica mio.» Cerca di non ridere ma infine si passa una mano tra i corti capelli biondi. Una volta li portava lunghissimi ma anche così è stupenda.
«Ci mancava un incesto. No, è che... Edward non abita qui. Dopo essersi laureato ha lavorato in un importante studio legale a New York e adesso ne lavora per uno, altrettanto importante, a Seattle. Ecco perché Alice era sorpresa che ci avesse raggiunto ieri sera, è sempre impegnato, un po’ tra il lavoro, un po’ per la fidanzata, la casa, la palestra...» Stop, stop, please... repeat!
«Penso di aver avuto un blackout tra “il lavoro” e “la casa”... che cos’hai detto?»
«Hai capito benissimo!» Incrocia le braccia al petto e mi guarda seriamente.
«È fidanzato? Quella carogna ha una fidanzata?» Annuisce e io torno a impastare, solo che adesso lo faccio con forza e cattiveria. La mia amica non mi ferma e nemmeno ci prova. Inizio a insultarlo ma dopo circa cinque minuti, probabilmente stufa, Rose, decide di stopparmi.
«Non è per sminuire la cosa che te l’ho detto, ma a questo punto era giusto che lo sapessi. Non so quanto sia seria come storia, evidentemente non molto se ti è saltato addosso senza porsi problemi ma tu non sei stupida, a meno che tu non lo sia diventata negli ultimi anni. La pensi ancora nello stesso modo per quanto riguarda i tradimenti?» Il mio sguardo di fuoco, sono certa, le abbia dato la risposta che sapeva le avrei fornito.
 
«Sei un pezzo di merda!» È domenica, e la famiglia Cullen ha sempre fatto un pranzo per stare tutti assieme, non sempre e solo tra di loro ma questo è un dettaglio, il succo del discorso è che sapevo di trovarlo a casa dei suoi. Certo, non ero certa che sarebbe venuto ad aprire lui, ma è andata così e per lo meno ho sganciato subito la bomba.
«Ciao anche a te, splendore. A cosa devo tutti questi complimenti?» Arretro mentre lui avanza sul portico chiudendosi la porta alle spalle e sospiro.
Non posso negarlo, sotto la rabbia e l’umiliazione c’è ancora quella strana sensazione che non so spiegare e soprattutto non riesco a impedire ai miei occhi di ammirarlo.
«Non fare l’ironico, Edward. Sono incazzata come una bestia e tu sei e rimani un pezzo di merda! Non me lo potevi dire? Dovevi per forza confezionarmi ben bene e poi mandarmi al suolo e farmi spiaccicare?» Il suo sguardo confuso non sortisce nessun effetto ma cerco di respirare, di ricordarmi che mostrarsi così inviperita probabilmente è troppo. Per lui non è stato nulla, solo uno svago del momento, un piccolo prurito.
Dio! Non voglio essere un prurito!
«Sono un avvocato, il mio intelletto non fa proprio schifo ma non ho capito la cosa del confezionarti e farti spiaccicare... però penso sia un dettaglio. Che cosa mi sono perso? Quando ti ho lasciata a casa avevi un sorriso stupendo e avevi le labbra gonfie quanto le mie. Che cos’è successo in queste poche ore?» Lo guardo senza parole e mi ritrovo a passarmi le mani tra i capelli, esasperata.
«Non sopporto chi tradisce, mia madre lo ha fatto a mio padre. Si è anche risposata e ha seguito il marito in questione; l’infedeltà, per me, è codardia oltre a mancanza di rispetto ma quando non ci sono io di mezzo non me ne frega niente, ognuno fa quello che vuole ma a sto giro mi ci hai messa in mezzo! Perché?»
«Perché cosa? Di che cazzo stai parlando? Chi ha tradito chi?» La mia ferocia si blocca e vedo per un attimo la scena dal di fuori. Mi vedo in stile Medusa de La Sirenetta, quindi pazza e che manda fulmini ovunque, e vedo lui, solo confuso.
«Tu abiti a Seattle.» Non la pongo come una domanda ma lui annuisce lo stesso, nonostante queste informazioni non me le abbia date lui. «Sei un avvocato, hai una casa, vai in palestra... e hai una fidanzata. Non potevi dirmelo prima di fare complimenti alle mie labbra o prima che ti baciassi e non facessi altro per tutta la notte?» Ho cercato di rimanere abbastanza tranquilla, non so se sono riuscita a portare a termine l’obiettivo.
«Hai ragione su tutto...» Chiudo gli occhi e mi massaggio la fronte. Posso ucciderlo? Dite che la passerei liscia? Carlisle ed Esme mi perdonerebbero mai?
«Tranne che per una cosa: non ho una fidanzata. Non so che cosa ti abbia detto Alice, ma ho lasciato Tania circa sei mesi fa. Non sono uno che tradisce. Come ti ho detto ieri sera, i miei hanno sempre fatto di tutto per farmi rimanere sulla buona strada. Conosci i miei genitori, stanno insieme da più di trent’anni e si amano alla follia. Come potrei anche solo concepire il tradimento? Ieri notte hai detto che sono un bravo ragazzo... non smettere di pensarlo, lo sono per davvero. Ho fatto delle cazzate nella mia vita ma non da arrivare a tradire.» Penso di avere la bocca che tocca terra.
Non ha una ragazza.
Non. Ha. Una. Ragazza.
È single. È single e mi ha baciata per tutta la notte.
Il mio corpo reagisce nuovamente prima della mente, in un nanosecondo mi ritrovo tra le sue braccia e le labbra incollate alla sue.
Maledetto Cullen!
«Piccola parentesi, è stata Rosalie a dirmelo.» Mi guarda per un secondo e s’inumidisce le labbra.
«Evidentemente Rosalie non era ben informata. Vuoi entrare? Stiamo mangiando il dolce.» Dolce? Mmmh... con tutti quelli che ho a casa direi che non è il caso.
«No. No. Ma ti ringrazio... ora devo andare.» Faccio un passo indietro ma una sua mano cattura lievemente un mio polso.
«Se vuoi andare, va bene... ma lasciami il tuo numero, ieri notte non ci ho pensato ma lo vorrei. Vorrei scriverti dei messaggi e magari chiamarti.» Deglutisco a fatica.
«Perché tutto questo interesse?» Faccio male ad essere sospettosa? Cioè, con tutto quello che mi è successo ultimamente non mi farebbe male un po’ di svago ma... perché io?
«Magari te lo dico domani a cena...»
Ribadisco: maledetto Cullen!
 
«Sei troppo silenziosa. È presagio di guai!» Scherza Alice mentre sorseggia un frappé in una gelateria del centro.
«Domani sera andrò a cena con tuo fratello. Dici che è strano? Non ci siamo parlati per anni, non l’ho visto per tanto tempo e ieri sera... ieri sera ci siamo baciati. E oggi gli ho praticamente fatto una sceneggiata di fronte a casa tua e cosa ci ho guadagnato? Un invito a cena. Ma lui abita e lavora a Seattle, anche se non ha più una fidanzata non penso che abbia voglia di farsi ogni volta due ore di viaggio per vedere la mia brutta faccia. Dico bene? Ci deve essere un motivo. Un ragazzo non fa tutto ciò senza un motivo.»
«Noto che non hai perso il vizio di fare come un vulcano in eruzione. Non so se gioirne.» Sbuffo e lei alza gli occhi al cielo. «È vero, mio fratello abita a Seattle. È vero, sicuramente c’è un motivo ed è altrettanto vero che non ha più una fidanzata ma devi tener conto di una cosa: ha baciato te. E tu cosa fai? Vai in crisi? Suvvia, Bella, so benissimo che mio fratello ti ha sempre scaturito qualcosa, dovresti gioire di questa situazione, non andarmi in crisi.» La guardo in modo sospetto.
«Tu sai qualcosa.» Mi sorride e alza le mani come se le avessi puntato una pistola contro.
«Giuro, non so niente.»
«Eppure non sei rimasta sorpresa da quello che ti ho detto.» La guardo con gli occhi stretti, cercando d’infonderle timore ma evidentemente la diverto solo.
«In realtà mi ha stupito di più che fossi tu alla porta, a pranzo. Potevi entrare, ma è un dettaglio.»
«Rose mi ha detto che era fidanzato e sono andata su tutte le furie. L’ho lasciata nella mia cucina con duemila dolci e sono corsa a casa tua per urlargli contro. So già di mio di non aver avuto una reazione normale ma dovevo sapere.» Annuisce.
«Non mi hai trovata sorpresa perché sentivo qualcosa. Non so dirti perché ma già ieri sera avevo una strana sensazione. E voilà! Vi siete baciati, gioisci, amica mia, e goditi la cena di domani sera. Adesso fammi finire il frappé e smetti di farti seghe mentali.»

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Buona domenica, splendori!
Lo avevo detto che non avrei fatto passare una vita e sono veramente contenta di essere riuscita a mantenere la "promessa". Il mio piccolo intento, ora, sarà di riuscire a pubblicare ogni domenica. Almeno ci proverò, al massimo sgarrerò di un giorno o anticiperò di uno.
Torniamo a noi, vi vorrei ringraziare perché oltre alle belle parole che mi avete lasciato per il vecchio capitolo, ho notato e trovato persone che avevano già seguito delle mie storie ed è veramente bello, grazie di cuore. Grazie anche a chi ha solo letto, l'ho apprezzato comunque.
Nuovo capitolo, nuovi sviluppi... spero di non avervi deluso. Il prossimo capitolo è già pronto, quindi imprevisti permettendo, ci rivediamo domenica prossima ;) spero di non avervi fatti addormentare. Un abbraccio virtuale a tutti!
   
 
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