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Autore: Gemad    19/07/2015    1 recensioni
"La luce dei raggi solari attraversa pigramente la finestra della camera di un giovane addormentato. Quando si fosse svegliato, da lì a poco, avrebbe realizzato che quel giorno era una data speciale, quella della partenza per Hogwarts."
Provate a pensare ai figli di Harry Potter e dei suoi amici, anzi, ai figli dei loro figli. Ci siete? Bene, ora aggiungete un pericolo incombente, un pericolo che per Harry e i suoi amici è impossibile affrontare. L'unica soluzione possibile per loro è comunicare con i pronipoti, sempre che riescano a trovare un modo per mettersi in contatto con loro.
Genere: Avventura, Azione, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Voldemort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 18 


L’Espresso per Hogwarts era pronto a partire dalla stazione di Hogsmade in direzione Londra. Non c’erano molti studenti a riempire il treno, siccome la maggior parte, quest’anno, preferivano passare Natale e Capodanno con i loro amici piuttosto che in famiglia. Alla fine, però, Jackson poteva contare sulla compagnia di Jonathan, Eddie, Gary e James per il viaggio di ritorno. Con tutta probabilità, Jackson avrebbe rivisto il suo migliore amico durante le vacanze siccome i loro padri sono cugini e, in un certo senso, anche il giovane Potter ed il giovane Weasley erano stretti da qualche legame familiare.
I due, però, preferivano non toccare quel tasto semplicemente per il fatto che loro si sentivano amici e così volevano sentire. –Cosa farete durante queste vacanze?- chiese Gary dopo essersi stufato di leggere un libro di letteratura Russa, uno dei tanti libri che il Grifondoro adorava leggere.
–Me ne starò in famiglia, non so dove, ma con la mia famiglia sicuramente- rispose Eddie.
–Io dovrò prendere il primo volo per l’Irlanda siccome mio padre ha voglia di raccogliere qualche quadrifoglio; è troppo superstizioso per i miei gusti!- rispose con una risata conclusiva Eddie.
–Io le passerò assieme ai miei numerosi familiari- disse Jonathan lanciando un’occhiata a Jackson che rispose allo stesso modo.
–E tu Gary?- gli chiese quest’ultimo.
–L’anno scorso sono riuscito a passare qualche giorno in Grecia e l’anno prima a Roma. Adesso penso che posso tranquillamente partire per Parigi: così ricca di arte e cultura-. –Arte e cultura? Io direi donne!- esclamò Eddie scatenando le risate generali.
–Sì anche quello penso- disse Gary divertito. Il viaggio procedeva nel suo lentissimo ritmo con la sua lentissima velocità.
Ora, i ragazzi stavano sonnecchiando dentro il loro scompartimento; chi se ne stava sdraiato, chi se ne stava seduto, chi aveva un fumetto sulla testa per non far entrare la luce, chi addirittura preferiva coricarsi nel pavimento polveroso del treno. Jackson, da diversi giorni, non riusciva a dormire tranquillamente, non aveva più la serenità di prima grazie agli incubi che lo stavano perseguitando e lui sapeva perfettamente che la pozione stava incominciando a procurargli dei problemi. Però, il giovane Grifondoro andava avanti senza timore e auto-convincendosi che sarebbe passato come un normale raffreddore.
Purtroppo, più si auto-convinceva più i problemi all’interno della sua testa aumentavano. Quel lenzuolo steso per terra e quelle persone che intorno ad esso recitavano quelle parole misteriose, oscure e raccapriccianti, era un’immagine che non voleva saperne di abbandonare i pensieri del ragazzo. Suo nonno gli stava affidando un compito che, secondo il ragazzo, era troppo impegnativo per i suoi gusti.
Non aveva mai affrontato la morte in faccia come suo nonno e non aveva nemmeno idea di cosa avrebbe dovuto affrontare. Sta di fatto, che in futuro, Jackson doveva completare una missione di cui non aveva ancora capito il significato e la cosa preoccupava non poco il giovane Potter.
–Jackson?- lo svegliò una voce femminile. Jackson pensava che fosse Kaendra ma non era possibile siccome si erano salutati il giorno prima.
Il Grifondoro, anche se di malavoglia, aprì gli occhi e vide Andrew che lo riportava alla realtà. –Andrew?- chiese confuso lui.
Lei gli fece cenno di abbassare la voce e di uscire dallo scompartimento. Il ragazzo obbedì senza proteste siccome non voleva rischiare di svegliare i suoi amici.
–C’è qualche problema?- chiese immediatamente all’amica.
–No, no tranquillo- rispose lei tranquillizzandolo –E’ solo che mi sono appena ricordata che tra pochi giorni è il tuo compleanno-.
“Oh no” pensò il ragazzo. E’ vero, il giorno di Natale era anche il suo compleanno ma non voleva che lei si preoccupasse di comprargli un regalo.
–Davvero Andrew, non ho bisogno di alcun regalo- disse subito Jackson.
–No io insisto!- continuò lei.
–Non sto scherzando! Non ho bisogno di alcun regalo- insistette il Grifondoro.
Andarono avanti con questo ritmo per diversi minuti con il treno che andava più lento del ritmo della discussione tra i due. –Va bene, va bene!- si arrese alla fine la ragazza dopo una dura battaglia verbale.
Però Jackson l’aveva visto; aveva visto quello sguardo che si manifestava diverse volte in Andrew. Quando perdeva una battaglia lo ammetteva ma non lo faceva mai dentro sé stessa e compariva quello sguardo di chi non la dava per vinta e lei non la voleva dare per vinta a Jackson.
–D’accordo, allora ci vediamo dopo le vacanze- disse la giovane Grifondoro.
Si abbracciarono, si diedero qualche rapido bacio sulla guancia per poi salutarsi. Jackson vide quella chioma bruna svoltare verso uno scompartimento che stava diversi metri più avanti rispetto a loro e, non sapendo il perché, Jackson era convinto che non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe rivisto quella ragazza tanto importante nella sua vita quanto la madre. Tornò dentro il suo scompartimento ed i suoi amici non si erano nemmeno accorti della sua assenza; russavano forte e si vede che erano addormentati profondamente.
Il giovane Potter non aveva alcuna voglia di riaddormentarsi; ormai erano arrivati a metà del viaggio siccome avevano oltrepassato da tempo la cittadina di Dufftown. Il viaggio, sicuramente, sarebbe proseguito senza alcun tipo di disguido grazie al patto suggellato tra Grifondoro e Serpeverde: sapeva che nessuno avrebbe osato mettere a rischio la vita di uno dei loro più fedeli e stimati compagni.
Pensò ai suoi genitori e alla sua famiglia: suo padre, ormai, si era preso un bel periodo di ferie grazie al grande tempo speso in ufficio. Lavorava presso il Ministero della Magia e si occupava del settore delle Creature Magiche. Jackson non dimenticherà mai il giorno in cui lo portò a vedere da vicino un Ippogrifo ed un Unicorno. Aveva soltanto sette anni ed era ovvio che dopo quella giornata rimase più contento del giorno in cui ricevette la sua lettera per Hogwarts.
Ora, invece, Cura delle Creature Magiche era diventata un’attività extra-scolastica e si studiano solamente gli animali più pericolosi che si potrebbero trovare nel corso della vita. Lo stipendio era buono e la loro famiglia viveva in tutta tranquillità, senza pressioni o difficoltà economiche. Sua madre, invece, nonostante fosse una strega, lavorava presso una caffetteria di sua appartenenza come barista.
Jackson non capiva perché la madre adorasse fare quel lavoro, non capiva cosa la spingesse ad alzarsi ogni mattina ed aprire quel locale. La madre, un giorno, gli aveva detto che, siccome le risorse economiche sono tante e avanzano di continuo un mucchio di soldi, aveva deciso di conservarli di anno in anno e, quando la somma giusta fu raggiunta, decise di aprire il “Red Carpet Street”. Andava molto bene ed i guadagni superavano eccessivamente i soldi spesi per la manutenzione del bar, dunque, non vedeva perché non doveva smettere di lavorarci.
Jackson, solitamente, faceva qualche di lavoro all’interno del locale: cameriere, lavapiatti, barista o semplicemente il ragazzo delle pulizie. Era molto interessante vedere come i Babbani passavano ogni giorno le loro singole vite senza l’aiuto della magia. Jackson e sua sorella Daphne erano cresciuti benissimo, senza alcun problema, senza dover vedere il cibo sparire dal loro piatto e per questo ringraziavano ogni giorno la buona sorte per questo, oltre a Dio, siccome erano una perfetta famiglia Cristiana.
Il Padrino del battesimo di Jackson è stato un uomo che al ragazzo è rimasto ignoto, visto che morì qualche settimana dopo. Non capiva perché, ma ogni volta che Jackson aveva tentato di chiedere ai suoi genitori informazioni sul suo padrino, la madre scoppiava a piangere e suo padre andava su tutte le furie; era tutto così strano, ma imparò la lezione e sotterrò per sempre quell’interrogativo che tanto lo affliggeva. Il resto del viaggio passò normalmente e, dopo aver svegliato i suoi amici, con qualche difficoltà nei confronti di Jonathan, Jackson scese dal treno.
–Bè, allora ci vediamo al termine delle vacanze- disse quest’ultimo ai suoi compagni.
–Passa buone vacanze Jackson- disse Eddie che gli diede un abbraccio caloroso così come James e Gary che si allontanarono andando verso le rispettive famiglie. Jonathan e Jackson, invece, si diressero verso le loro famiglie che stavano discutendo animatamente su un qualche argomento a loro ignoto. Salutarono tutti ed i Potter montarono in macchina.
–Allora ragazzo- disse il padre mettendo in moto la macchina –Come hai passato questo primo periodo a Hogwarts?- gli chiese mentre regolava lo specchietto retrovisore.
–Piuttosto bene- rispose lui. 
–I tuoi voti?- chiese la madre.
–La pagella dovrebbe già essere arrivata nella nostra cassetta delle lettere- lo anticipò il padre.
–Stai mangiando? Ti vedo piuttosto magrolino- continuò lei preoccupata.
–Sto bene mamma- disse sorridendo il Grifondoro.
Si stava chiedendo se sapessero dei “casini” che aveva combinato a scuola, soprattutto per i danni inferti al professore Richardson e per la rissa avvenuta in Sala Grande. Però, per il resto del viaggio, i suoi genitori non fecero altro che ricordare vecchi aneddoti di quando frequentavano Hogwarts. Si erano conosciuti al quarto anno e da quell’anno, era scoccata la scintilla. Suo padre, Serpeverde, aveva soccorso suo madre, Corvonero, dopo che fu travolta da una serie di libri volanti. E’ stato il primo che l’aveva aiutata e in infermeria la sua presenza era fissa.
Le teneva compagnia, le portava dei fiori, le portava qualcosa da mangiare; insomma, si erano innamorati l’uno dell’altro. E poi il resto della loro storia d’amore, che tutt’ora continua, la si può immaginare facilmente. La sorellina di Jackson, Meredith, continuava a fargli domande su come fosse Hogwarts, se fosse difficile, se fosse accogliente, se fosse un Castello spettrale.
Jackson adorava spaventarla di tanto in tanto ma dopo un’occhiata severa della madre dal sedile anteriore della macchina, cambiava completamente tema riuscendo a dare forza e coraggio alla piccola peste che si ritrovava sempre tra i piedi e a cui voleva sempre un mondo di bene. Arrivarono dopo parecchi chilometri di tragitto a Cromer, la città in cui vivevano.
Era situata sulla costa e, non appena mise la testa fuori dal veicolo, Jackson sentì quell’aria di casa, quell’aria familiare che gli era mancata. Sentiva la brezza del vento che gli scompigliava la cresta; è vero, odiava il fatto che la cresta rimanga disordinata ma se c’è una cosa che deve scompigliargliela, doveva essere quella sottile brezza che faceva inalare l’aria del mare.
Si poteva sentire perfettamente il sapore salato dell’acqua e tutto ciò era decisamente rilassante. A differenza di Jonathan, loro preferivano vivere in quella città costruita su di uno sperone sul mare lungo la costa settentrionale della contea di Norfolk, conosciuta per la sua architettura in stile vittoriano e soprattutto per essere la città dei "granchi giganti", o meglio detti Cromer-Crab. Una cittadina di mare davvero caratteristica, resa ancora più carina dalla parrocchiale di S.Pietro e Paolo, in stile gotico e con una torre altissima a sovrastare la città donando una vista spettacolare verso l'infinito del mare.
Jonathan e la sua famiglia, invece, erano come “topi di campagna”, nel senso positivo della parola. L’aria pura della natura donava salute e tranquillità ed i Weasley non potevano e non volevano chiedere di meglio.
–Jackson, devo mostrarti una cosa- gli disse il padre non appena appoggiò i bagagli a terra. Il cervello del ragazzo entrò improvvisamente in stato di allarme. Lo portò nel soggiorno, mentre Meredith aiutava la mamma a trasportare i bagagli nella stanza al piano di sopra.
–Questa è per te- gli disse donandogli quella che sembrava essere una spilla. Jackson la prese in mano e vide che era una vera e propria spilla in oro nella quale vi era raffigurato lo stemma dei Grifondoro.
–Wow!- disse Jackson che rimase senza parole –Non so che dire, grazie papà-.
Fece per andarsene ma il padre lo prese per la spalla costringendolo a voltarsi.
–Non ho ancora finito- il suo volto era decisamente serio –Ascolta, qualche settimana fa mi è arrivata una lettera nella quale mi veniva spiegato che alcuni Grifondoro e Serpeverde si sono azzuffati nella Sala Grande e all’interno del treno che viaggiava verso Hogwarts e, guarda caso, il tuo nome è spuntato tra quei Grifondoro-. La faccia di Jackson era abbassata verso il basso per la vergogna.
–Ma mi spieghi che ti frulla per la testa? Pensavo che tua madre ti avesse già fatto la ramanzina prima di partire alla fine dell’estate-.
–Sì lo so ma…- tentò di protestare il giovane Potter che venne immediatamente interrotto dal padre.
–Niente se e niente ma! Dovrei punirti per questo e lasciarti confinato in camera tua per il resto delle vacanze! Però non mi sembra giusto e ho tenuto a tua madre nascosta la lettera, così che non potesse scoprirti-. Jackson alzò lo sguardo sorridente e raggiante.
–Ora vai in camera tua e disfa i bagagli- gli ordinò l’uomo.
–Signorssì!- disse Jackson felice. “Eh sì” pensò il ragazzo “Sono a casa!”.


Angolo dell'autore: Spero che vi sia piaciuto questo capitolo, anche perchè penso che non ho altro da aggiungere o da spiegare siccome il capitolo parla da sè. Spero che vi sia piaciuta la presentazione più dettagliata della nuova famiglia Potter, però ricordate che le sorprese sono vicinissime!
A presto e non di menticate di lasciare la vostra opinione!
   
 
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