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Autore: Charly_Baby    20/07/2015    3 recensioni
Louis è speciale. E' morto ma... cammina. Può sembrare un mezzo morto o uno zombie ma lui si definisce solo diverso. Essendo morto non ha propriamente un vero corpo - solo ossa e qualche carne rimasta attaccata in alcuni punti. Abita nel cimitero di Holmes Chapel e gli unici amici che possiede sono i resti degli animali che buttano da sopra il recinto. Louis ha un potere, che solo dopo riesce a comprenderne il significato.
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Harry è un ragazzo normale che di amici però non ne ha nemmeno uno. Aveva avuto Niall come suo angelo custode, poi lo divenne realmente. Niall morì, e fu da lì che iniziarono i problemi. A scuola viene bullizzato per le sue gambe lunghe e per la magrezza della sua pancia. Per i suoi diciassette anni scarsi, però, è brutto essere vittima dell'anoressia. Ci prova ad essere diverso, ma certe volte non siamo noi stessi a dover cambiare.
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Louis non prova emozioni, non ha il cuore, eppure appena incontra Harry è come se rincominciasse a battere per la prima volta dopo anni.
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//Larry!Mini-long\\
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IX.





 
Quella mattina Louis era andato a svegliare presto lo zio Werther - uno zio che non era realmente suo parente - dalla sua tomba, poichè era da un po' che loro due non parlavano e a Louis mancavano i momenti che passavano insieme. Werther non era altro che un gentil uomo che aveva vissuto sulla propria pelle la crisi dei tempi e sopratutto le bombe che arrivavano dai tedeschi nella seconda guerra mondiale. Un uomo gentile, alto e muscoloso; con un vecchio, sgualcito e polveroso smoking nero e un'arrugginita medaglia all'onore spillata sul petto. Una volta disse a Louis che era ancora innamorato perso di una donna che ancora oggi, vecchia e stanca, lo andava a trovare al cimitero. Louis ancora ricordava perfettamente ciò che gli disse in proposito - «l'ho conosciuta nel 1944 al banchetto dell'usato dietro l'angolo della piazza. Al tempo portavo sulle spalle solamente quindici dei miei anni, ma quando la vidi capii subito di esser innamorato di lei. Conosci il lampo di fulmine, Louis? Fu proprio quello; furente si scagliò su di me. Mi disse di chiamarsi Annabeth e di anni lei ne portava solo tredici. Non so se anche lei fu colpita dal quel fulmine, ma neanche la guerra e sopratutto la morte, sono riuscite a smembrare quest'amore. Tutt'ora l'amo come il giorno in cui la vidi la prima volta» -  e ne restò estasiato. Avevano parlato per ore sopra al muretto di legno, nascondendosi certe volte quando qualche persona passava nelle vicinanze. Parlarono soprattutto di Harry e di come Louis avrebbe potuto far nascere quell'amore che ormai era convinto di sentire. Werther gli consigliò molti di quei consigli su come far innamorare il riccio di lui, ma Louis non ne ascoltò nemmeno uno. Come avrebbe fatto? Lui era morto, e i morti non amano. Poi era calata al sera e Annabeth, come tutti i giorni, era venuta a trovare il suo amato proprio quando il sole toccò terra. Vestita con un sopr'abito rosa, rigogliosa e a testa alta, avanzava verso la tomba dell'amato - Louis e lo zio si erano nascosti dietro due rispettivi alberi lì accanto. Appena Werther vide la moglie, Louis sentì il sospiro che emanò, sicuramente triste di non poter correrle incontro e abbracciarla per l'ultima volta. La donna, seppur anziana - neanche ci si immaginava avesse ottantaquattro anni -, restò in piedi per dei minuti che sembrarono anni, e non dimostrò neppure il minimo sforzo di debolezza. Quando Annabeth se ne andò, e sussurrò il suo consueto «ti amo», senza accorgersene anche Werther lo disse, forse per abitudine. Annabeth si girò di scatto, sentendo quella voce che avrebbe riconosciuto tra mille e Louis, che non si era nascosto con la testa dietro l'albero come aveva fatto Werther, vide il sorriso pieno d'affetto che sbocciò sulle labbra color rosa della donna. A Louis sembrò sapesse che suo marito era lì, che l'ascoltava. E sorrise anche lui, perchè quell'amore non sarebbe mai appassito.

La luna di Holmes Chapel era oscurata da grosse nuvole grige, che rendevano il cimitero ancor più cupo. La luce scarseggiava ma Louis aveva i suoi amici animali che gli tenevano compagnia, e c'era anche Niall con sé. Erano imbarazzati, entrambi, per esser rimasti soli per la prima volta; di solito Harry era con loro a farli ridere o rendere l'atmosfera meno insolita, ma sembrava che Smeraldo quel giorno fosse in ritardo. Le candele producevano una luce fioca che riusciva a illuminare il poco che c'era in quella tomba. Marghot, Giuly e Carol - il gatto, il topolino e un cucciolo di cane - erano sul ripiano ad occhi aperti; l'aveva animate per poter parlare un po' e sperare che almeno loro tre potessero smorzare quella tensione ma tutto ciò a cui si limitavano era a qualche sussurro. 

«Beh, bella casa.» Niall si guardava ancora in torno, cercando di cogliere il maggior numero di cose con lo sguardo. Al biondo piaceva osservare; questo si era ormai capito. E di certo non gli sfuggiva lo sguardo perso e quasi triste di Louis che annuì come risposta. 

«Come ti chiami, biondino?» Carol parve accorgersi della tensione, e cercò di scioglierla con un sorriso cordiale. «Niall. Voi?» Niall sorrise di rimando a quella piccola cagnolina senza coda. «Coral, e questi sono Giuly e Marghot.» Li presentò, abbagliando poco dopo. Giuly si nascose dietro una cassa di legno, impaurita, e Marghot miagolò come saluto. Poi, di nuovo un assordante silenzio.

Niall guardò Louis che fissava incantato le sue scarpe rovinate, non sorprendendosi se neanche avesse sentito la conversazione avuta con i tre animaletti. Sembrava perso in un mondo tutto suo, fatto di pensieri probabilmente più contorti del cubo di Rubric - il quale mai Niall era riuscito a completare. Louis sembrava preoccupato per qualcosa, e Niall sembrava esattamente cosa turbava il povero ragazzo. Ovviamente Harry non era in orario e Louis si era subito preoccupato; aveva la stessa espressione di quando a Niall gli sfuggì la questione dei bulli: labbra increspate, sopracciglia incurvate verso il basso e lo sguardo perso nel vuoto. Si preoccupò un po' per il suo nuovo amico e pensò fosse il tempo giusto per agire.

Allora Niall, guardando un po' fuori e sussurrando un «Ti dispiace?» alle piccole creature sopra il comò, alludendo al fatto che gli facevano inquietudine e chiedendo silenziosamente di poter togliergli... la vita? A Niall tutto questo era ancora molto - ma molto - strano, e cercava in tutti i modi di non grattarsi il collo o la mano - tutti e due con ossa sporgenti e senza pelle a ricoprirle. 

Louis annuì e con un gesto della mano li fece rimanere immobili, con sguardo perso e... così inquietanti! A Niall era parso il momento migliore per parlare di ciò che turbava ai due innamorati. Con Harry avrebbe parlato dopo, magari con la scusa di dover raccogliere dei fiori per la propria tomba, chi lo sa. 

«Okaaay. Racconta!» Niall quasi sembrava saltare dalla gioia per quanto piacesse vedere quei due insieme. Ogni sguardo o sorriso che si scambiavano si sentiva fiero di assistere a quelle dimostrazioni di puro amore. Louis lo guardò stranito, con l'umore che pareva essere pari a dove dormiva ora Werther: sotto terra. Dov'era Harry? Perchè non arrivava? Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Magari si era solamente annoiato di stare in sua presenza e aveva smesso di andare a incontrarlo. Smise di preoccuparsi quando dichiarò che, forse, era solamente un pochino in ritardo e sarebbe arrivato più tardi. Alzò un sopracciglio, non capendo appieno l'affermazione del biondo. Cosa doveva raccontargli? 

«Ma dai! Di te e Harry, chi altro? Si vede che ti piace!» Louis sgranò gli occhi e rimase di sasso quando sentì quelle parole. Come se n'era accorto? «Ma che d-dici! Non è vero!» Cercò di ingannarlo, fallendo miseramente quando balbettò. Abbassò gli occhi e giocò con le sue dita da scheletro, a disagio. «Louis, non mentirmi. Cosa provi per Harry?» Ma lì, non volle rispondere. 

Scansò la testa di lato, quasi scottato dallo sguardo accusatorio di Niall, rendendosi conto del guaio in cui si era cacciato. Louis si alzò e senza dire una parola uscì dalla piccola tomba, lasciando il piccolo biondo che sospirò appena vide la reazione dell'altro. Appena fuori, guardò il cielo e un attimo dopo una goccia di pioggia cadde sul suo viso. A Louis non era mai piaciuta la pioggia, preferendo il sole che cuoceva sopra la sua testa all'esser zuppo e infreddolito. Ma, quella volta, pur sapendo che da lì a poco sarebbe scoppiato un temporale si sedette a terra con la schiena contro il muro. Avrebbe aspettato Harry a costo di bagnarsi l'intera tunica, non gli importava della pioggia, voleva solo il suo Harry che lo riempisse di dolcezza. Si tirò su il cappuccio e aspettò. 

Aspettò per ore, sotto la pioggia, immaginando Smeraldo che correva per arrivare prima da lui. Niall era ormai andato nella sua tomba tempo fa, salutando Louis - ancora nella stessa posizione - con un cenno della mano e un sussurro flebile. Arriverà. Lo so, arriverà. Louis chiudeva gli occhi, appoggiava la testa al muro freddo e cercava di pensare a come sarebbe stato più semplice se lui non fosse morto. Probabilmente avrebbe difeso Harry dai bulli, o sarebbero andati ad un appuntamento in un ristorante scelto apposta da Louis e Harry sarebbe arrivato nel suo vestito elegante a baciarlo, sotto le stelle. 

Passano altre ore, e ormai Louis poteva già scorgere le prime luci dell'alba. Aveva fatto qualcosa di male? Chiuse gli occhi, ripercorrendo i giorni precedenti in pochi attimi con i ricordi, cercando qualcosa, qualunque cosa, che potesse aver fatto di sbagliato da far allontanare il riccio. Perchè? 

Singhiozzò, sotto quella pioggia rovente che gli bagnava i vestiti e che fungeva un po' da lacrime per Louis. Forse Harry si era preso un malanno, o forse aveva avuto un urgenza. Sì, forse è così. Ma, come le ore, anche i giorni passavano. Due, tre, quattro. Giorni in cui Louis non si mosse di un millimetro, giorni in cui restò completamente solo e immobile. Come un tempo, giorni che parevano così lontani a parer suo, dove lui non faceva altro che aspettare un qualunque segno. E, come quei tempi, Louis aspettava. Non un segno, questa volta, non qualcosa che potesse renderlo finalmente libero, no, ma qualcuno che lo rendeva libero, felice, senza pensieri e terribilmente vivo. Ma, dove una volta tutto questo c'era, dove Harry era con lui in ogni momento, ora era come se ogni traccia di lui fosse scomparsa. Il cuore che Louis non possedeva, parve rompersi. Ma ovviamente non era possibile. Solo con Harry sentiva ancora quei battiti che pompavano, e Harry non c'era. 








 
Vi sto aggiornando alle otto del mattino e il computer ha smesso di fare le bizze!
Facciamo festa, adesso haha. *mette la musica*

No, okay, la smetto.
Non sapete quando mi rende felice il fatto che era solamente un brutto periodo e per far ripartire il computer è bastato riavviarlo solamente due o tre (forse cinque) volte! Pensavo fosse qualcosa di più grave che non mi avrebbe permesso di aggiornare per forse un mese o giù di lì.

Il capitolo non mi piace, ho provato a cancellare qualche pezzo e riscriverlo per renderlo migliore ma ne è uscito questo... non ne sono fiera, ma vabbé. 
Louis ora è triste perchè non vede arrivare il nostro Harry. 
Cosa pensate accadrà? Sono curiosa di ciò che potete pensare! Haha

Vi volevo dire che se siete interessati potete andare a leggere altre one shot sul mio profilo e volevo avvertirvi che sto scrivendo una nuova storia Larry! Non so proprio quando la posterò, ma se volete vi avviserò :)

Vorrei ringraziare chi leggere/segue/commenta questa storia.
Soprattutto le ragazze che mi hanno detto cose dolcissime lo scorso capitolo <3

A Domenica! Sperando che non ci siano altre complicazioni.
Un bacione
Charly Baby
  
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