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Autore: Mr_Mrs_Mellark    20/07/2015    3 recensioni
«Su ora andiamo a letto: è l’una passata e domani abbiamo una lunga giornata.»
Detto questo, si carica sulle spalle Lily facendole scappare un urletto di paura e ridendo se la trascina in camera, buttandola poi a peso morto sul letto.
«Ci aspetta una lunga notte Collins, sono settimane che aspetto di farti mia.» le dice con voce suadente Jamie.
«Sono già tua, da tanto tempo ormai.» Dice prima di iniziare a spogliarlo.
«Lo so, lo so.» Riprende quello che aveva cominciato, passando poi una lunghe notte…
{Jamie Campbell Bower~ Lily Jane Collins}
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jamie Campbell Bower, Lily Collins, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love. Always and Forever. '
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Ringrazio • Chiara
Dopo la loro ultima conversazione notturna, ricascano in un sonno profondo: un sonno pesante, forse anche troppo.

Sono i primi raggi del sole a svegliare la ragazza che si gira dall’altro lato del letto, cercando di sfuggire alla luce che la disturba: con il suo continuo movimento, Lily sveglia il ragazzo.
«Buongiorno ma cos-, posso sapere perché ti stai rigirando nel letto?» Le chiede con uno sguardo interrogativo il ragazzo, ancora confuso dal brusco risveglio.
«Il sole.» È la risposta secca della fidanzata.
«Tesoro, questo è perché tu ieri sera non mi hai fatto chiudere le tende, quindi non incolpare il sole.» Risponde ridacchiando il modello.
«Okay… comunque ho fame.» Ribatte imbronciata l’attrice.
«Su, andiamo a fare colazione che io stamattina ho lo spettacolo: vieni con me o resti qui?» Le domanda mentre si alza e cerca un paio di boxer sul pavimento. Sorride quando vede la fidanzata che lo osserva mentre si veste.
«Ti piace il panorama?» Le chiede ridacchiando malizioso.
«No, cioè sì; comunque resto a casa, non ho voglia di uscire, né forza fisica sufficiente a muovermi»
«Okay, però oggi pomeriggio usciamo, e non accetto un no come risposta.» Mentre pronuncia quelle parole, le porge una mano per alzarsi dal letto che viene accettata volentieri.
«Va bene.» Risponde mentre si mette la vestaglia, per non andare in giro nuda.
«Amore?»
«Uhm?»
«Stavi meglio nuda.» Le dice malizioso, con occhi dolci.
«Voglio la colazione Metcalfe, ora!»
«Sissignora!» Esclama ridendo.
Mentre Jamie prepara la colazione, Lily si perde nei suoi pensieri. A cosa potrebbero pensare i paparazzi? Ormai la loro vita è costellata di fotografi, interviste, sorrisi e première. Come se non bastasse, ora non poteva prendere l’aereo per più di dieci ore, e da Londra a Los Angeles ci vogliono quattordici ore di volo. In cuor suo, spera che i paparazzi si siano dimenticati che loro esistano, ma sa che non è così.
«Ehi, è da ieri sera che sei assorta, è successo qualcosa di strano?» Chiede il ragazzo preoccupato, voltandosi a guardarla.
«No, pensavo: quando la pancia inizierà a vedersi, dovremo fare un intervista o qualcosa per dirlo. Non voglio la stampa perennemente sotto casa.» Risponde mogia la ragazza.
«Lo so, ma vuoi dire che sei ingrassata all’improvviso?»
«No. E' pronta la colazione?» Dice, cambiando discorso.
«Ecco a lei, signorina!» Le dice scherzoso mentre le mette il piatto davanti agli occhi: davanti a lei ci sono tre piatti pieni di ogni pietanza.
Mentre mangia, Jamie si perde a osservare la fidanzata, che osserva distratta il panorama fuori dalla finestra e, non resistendo alla tentazione, prende il suo iPhone e le scatta una foto.
«Posso cortesemente sapere cosa stai facendo?» Gli chiede irritata Lily.
«Nulla, cosa credi che faccia?»
«Foto?» Ribatte, come se fosse una cosa ovvia.
«Ti causa problemi se le faccio, Collins?»
«Può anche darsi!»
«La posso mettere su Twitter?» Le chiede facendo gli occhi dolci.
«Fai come ti pare.» Gli risponde, tornando poi sulla sua colazione.

---

Sono all’incirca le quattro del pomeriggio, quando un uomo fa il suo ingresso nella casa. Mentre aspetta che i suoi occhi si abituino all’oscurità dell’appartamento, intravede una figura minuta stesa sul divano, che guarda qualcosa in televisione. Cautamente si avvicina alla ragazza, che a prima vista sembra addormentata.
Infatti, i suoi pensieri vengono confermati quando vede Lily con la bocca semiaperta e gli occhi chiusi.
Sorride nel vederla dormire così profondamente ma, anche se gli dispiace, la deve svegliare per forza.
«Ehi, bell’addormentata, svegliati: ho una sorpresa per te.» La sveglia con voce dolce Jamie.
«Umh..»
«Sveglia su»
«Jamie, è appena pomeriggio, non puoi pretendere che mi svegli già adesso. Quindi no, non mi alzo.» Si lamenta la ragazza, con voce supplichevole.
«Si che posso pretenderlo. Dì un po’: quant’è che hai dormito oggi?» Le chiede scherzoso il biondo.
«Quando sei uscito ho cercato di fare qualcosa qui dentro, per tentare di domare il tuo disordine inguardabile, ma ovviamente non ci sono riuscita perché, sul serio Jay, quando io non ci sono, chi mette in ordine? Come riesci a vivere dentro tutto questo disordine?» Spiega prendendo fiato, per poi riprendere a parlare. «Poi ho pulito casa, spolverato, preparato il pranzo per me, anticipato la cena, e infine, dopo che ho finito tutto, mi sono messa sul divano, acceso la televisione e mi sono addormentata. Soddisfatto?» Chiede sarcastica la modella.
«Grazie della tua spiegazione, molto esauriente, ma ora vai a prepararti: vestiti elegante, che usciamo.» Le spiega con un tono di chi la sa lunga.
«Okay» Risponde semplicemente, per poi dirigersi verso la camera matrimoniale. Meno di mezzora dopo, fa nuovamente la sua apparizione nel soggiorno più bella che mai. Indossa un abito lungo fino a metà coscia, nero come la pece ma lucido, tanto che risalta la sua pelle bianchissima; ha pettinato i capelli corti e li ha fermati con una forcina, è truccata con solo del fard sulle guance, il suo fedele rossetto rosso, una matita nera, eye-liner e rimmel che valorizzano gli occhi verdi-nocciola della ragazza e infine ai piedi indossa dei décolleté con plateau anch’esse nere e che lasciano intravedere il tatuaggio che vi è sul dorso.
«Wow... sei... come dire... bellissima.» Le dice guardandola estasiato Jamie.
«Anche tu non sei malaccio.» Infatti, mentre la fidanzata si preparava, anche lui si era cambiato. Indossa pantaloni skinny, com’è suo solito, e una camicia come sempre nera.
«Grazie, felice che ti piaccia» Le risponde, prendendole la mano, conducendola poi verso la porta.
«Miss Collins, sono lieto di informarla che questo weekend non sarà qui, ma-»
«Ma?» Chiede impaziente Lily.
«Se mi  avessi lasciato finire il mio fantastico discorso te lo avrei detto, ora non so se lasciarti con l’amaro in bocca o svelartelo subito.» Ribatte in tono divertito il cantante.
«Comunque andiamo a Roma, piccola.» Finisce di dire sorridendo; guarda la donna, aspettandosi che gli salti addosso o perlomeno lo abbracci, ma resta immobile a fissarlo.
«Ehi, non sei felice di staccare un po’ dalla solita frenesia?» Le chiede con apprensione Jamie.
«Sì, sì, sono felice, ma tu con gli spettacoli come fai?» Chiede preoccupata Lily, portandosi una mano sulla pancia e accennando una piccola smorfia che il fidanzato non nota.
«Shh, shh, calma, niente problemi, ho già sistemato tutto. Saremo liberi.» La rassicura.
«Okay» Il tono di voce appena udibile, la smorfia di dolore in volto, sangue e poi il buio più totale, silenzio e pace: Lily sviene tra le braccia di Jamie.

---

«Jill, Jill, non so cosa le stanno facendo dentro, non mi fanno entrare, non posso dirti niente spacciandolo per sicuro.» Spiega Jamie alla futura suocera, che dalla voce sembra assai  preoccupata per la figlia; invece l’uomo mentre è al telefono si passa una mano fra i capelli, visibilmente esausto.
«Va bene, sto prendendo l’aereo, ti chiamo appena atterro. Tu avverti tua madre.» Gli dice la donna dall’altro capo del telefono.
«L’ho già chiamata, a dopo.» Le risponde, mettendo finalmente giù quell’arnese infernale.
Intanto una donna bionda si sta facendo largo per i corridoi della clinica, camminando con passo spedito.
«James, tesoro, cos’è successo che mi hai chiamata in piena sera?» Chiede preoccupata Anne.
«Ah sei venuta. Ehm, mamma, Lily è svenuta.»Inizia a dire Jamie, ma subito interrotto dal tono stizzito della madre.
«Allora perché mi hai chiamato se è solo svenuta?» Domanda irritata la donna.
«Mamma, è incinta di due mesi.» La placa il figlio, mentre si massaggia le tempie.
«Ah, perché non ne sapevo nulla?» Domanda sempre interrogativa la madre.
«Perché era ancora al secondo mese e non potevamo dare nulla per sicuro, quindi abbiamo preferito non dire nulla. Soddisfatta?» Spiega irritato alla donna che lo ha messo al mondo.
«Jamie, non parlarne già al passato, il bambino potrebbe esserci ancora, non credi?»
«Si è solo che non ci sto capendo più nulla, ieri il ginecologo diceva che c’era un leggero calo di progesterone, il bambino sottopeso, e ora Lily che sviene, come fai a credere che sia ancora tutto lì?» Le domanda passandosi una mano fra i capelli, preoccupato e in ansia: il suo corpo e la sua mente sono un miscuglio di emozioni.
«Senza speranza non si va avanti, figlio mio. Sai anche tu che Lily è forte, vedrai che staranno entrambi bene.» Prova a rassicurarlo la madre, con la consapevolezza che stavolta non ci sarebbe riuscita.
«Me lo stanno dicendo tutti stasera, ma non so neanche io se crederci o meno.» Chiude gli occhi provando a cancellare tutti gli avvenimenti del pomeriggio appena passato.
«Mr Bower, sono il dottor McGinnel, mi sto occupando io della sua ragazza, la Signorina Collins» La voce del “bombato di testosterone”, come lo chiama lui, gli risuona nitida nelle orecchie.
«Come stanno?» Fa  solo una semplice domanda, breve, ma piena di sottintesi e speranza.
«Bene. Sia Miss Collins che il feto sono in condizioni stabili, ma non do nulla per sicuro: deve prima passare la notte. C’è stato un distacco di placenta molto esteso, quindi per ora terremo sotto controllo quest’ultimo con delle analisi del sangue ogni due ore e due iniezioni di progesterone al giorno. La terremo qui per tre notti poi potrà continuare la cura in casa per due settimane; una volta concluse le iniezioni dovrà tornare qui, faremo un ecografia per controllare che il distacco si sia completamente estinto. Sempre durante le due settimane, assoluto riposo a letto o sul divano.» Spiega il medico, in un modo abbastanza comprensibile.
«Certamente, ora posso vederla?» Chiede, indicando con lo sguardo la porta della camera di Lily.
«Sì, ma non si spaventi se la vede apatica, è sotto tranquillanti.»Gli spiega il ginecologo.
«D’accordo.» Risponde semplicemente, mentre si gira per bussare alla porta della fidanzata. Non aspetta nemmeno che gli venga dato il permesso per entrare nella camera: apre direttamente la porta. Aveva capito da solo, quando il medico gli aveva detto che era sotto tranquillanti, che non l’avrebbe trovata allegra come al solito, ma non si aspettava di trovarla in uno stato del genere. Lily gli pare morta, non è abituato a vederla così fragile e vulnerabile. Proprio mentre chiude la porta, il leggero rumore fa aprire gli occhi alla ragazza, che si guarda intorno spaventata e disorientata.
«Jamie.» Sussurra flebilmente, guardando in direzione del fidanzato. «Il-» comincia a dire, prontamente interrotta dallo stesso Jamie.
«State bene, state entrambi bene» La previene, prima che gli faccia lei la domanda.
«Ma? C’è sempre un ma.»
«Ma, cosa Lils?» Chiede facendo finta di nulla il ragazzo.
«Cosa mi stai nascondendo Jay?» Richiede Lily, con voce apparentemente calma. Il biondo intanto si è seduto sul letto vicino alla ragazza e le ha preso la mano destra tra la sua. Prende un respiro profondo, come se stesse cercando il coraggio per proferir parola, infine si decide a parlare dopo circa due minuti.
«In poche parole per le prime due settimane dovrai stare in assoluto riposo, dovrai fare due volte al giorno delle iniezioni di progesterone per far estinguere completamente il distacco di placenta, e  dopo le due settimane il tuo ginecologo ti farà un'altra ecografia, per accertarsi che non ci sia più.» Le spiega mentre le accarezza i capelli.
La ragazza sospira, forse spaventata o preoccupata, stavolta Jamie non riesce a capirlo.
«Okay, mia madre?» Chiede ancora la ragazza, cambiando discorso.
«Domani mattina è qui con te, piccola, ma ora cortesemente, mi potresti dire cos’hai: sei silenziosa. Capisco che sei sotto tranquillanti, ma qui stiamo parlando dell’esagerazione! Sei come morta, e tu non sei mai così!»
«Okay. Jamie sono in ospedale, confinata in un letto, forse ho paura e, molto probabilmente fuori è pieno di paparazzi, quindi: cosa vuoi che abbia?»
«È' vero, fuori è pieno di giornalisti e fotografi che chiedono di noi, ma non li ho fatti entrare né detto nulla di noi, ma sai anche tu che non possiamo tenerlo nascosto a lungo: ricorda che sei in una clinica specializzata in ginecologia e ostetricia, quindi non possono di certo pensare che ti sia slogata una caviglia.» Le risponde l’uomo, confermando le parole della ragazza.
«Oggi pomeriggio hai detto che saremmo andati a Roma, hai disdetto?» Chiede Lily, mettendosi a sedere sullo scomodo letto d’ospedale.
«No, ho rimandato per il mese prossimo.» Le risponde il fidanzato, sorridendo.
«Ho una casa in un paesino vicino Roma» Mormora sovrappensiero la modella.
«Non me l’hai mai detto.» Risponde stupito Jamie, la fidanzata non glielo aveva mai accennato al fatto di possedere una casa in Italia.
 «Non me l’hai mai chiesto, e poi non ho mai avuto l’occasione di parlartene.» Risponde Lily, sorridendo al ragazzo, finalmente tranquilla.
«E dov’è esattamente questo paesino in Italia?» Chiede nuovamente, facendo sospettare Lily che soffra veramente di qualche malattia rara che compromette la memoria a soli ventisei anni.
«Ti ho già detto che è a Roma, si trova nella campagna di Segni.» Risponde, cercando di farsi capire la ragazza.
«Okay, e dove si trov-» Ricomincia a chiedere il modello.
«Vai su google e lo cerchi.» Risponde secca la ragazza.
«Certamente.» Le ribatte il ragazzo guardandola di sbieco, scoppiando poi a ridere, contagiando ben presto anche la fidanzata.

---

Tre giorni dopo.


«Ehi Lily!» La voce del biondo risuona nella camera ospedaliera, il ragazzo ha in mano una busta con dentro i vestiti per la ragazza.
«Tesoro, sono sempre qui, dove vuoi che vada?» Risponde una voce stridula.
«Non lo so, ma con te tutto è possibile. Comunque, sai che oggi esci, no?»Chiede sorridendo il ragazzo.
«Sì che lo so che oggi esco da questa prigione, mi hai portato il cambio o devo uscire così?» Dice irritata, indicandosi.
«Si, ti ho portato i vestiti e, tesoro, gli ormoni in più già ti stanno rendendo intrattabile.» Le risponde il ragazzo, sempre sorridendo, passandole poi la busta con i vestiti. Le ha portato da casa dei leggins che non le comprimono la pancia e una T-shirt  bianca con delle scritte in nero, e le solite scarpe bianche che la ragazza usa abitualmente.
«Grazie, potresti aiutarmi?» Gli chiede mentre cerca di alzarsi dal letto, ma un giramento di testa improvviso la costringe a risedersi sul materasso. Jamie le è subito accanto, pronto ad aiutarla.
«Alza le braccia.» Le ordina, la ragazza obbedisce mentre le sfila di dosso il camice ospedaliero, lasciando poi a seno scoperto, si gira, giusto il tempo di prendere sempre qualcosa dalla busta. Da quest’ultima infatti esce fuori un reggiseno nero.
«Girati.» Le sussurra in un orecchio, con voce dolce e soave.
La ragazza obbedisce, girandosi e lasciandosi alle cure del fidanzato. Jamie prende la T-shirt  che aveva precedentemente poggiato sul letto e gliela fa indossare, facendola poi rigirare verso di lui. Il suo sguardo poi, si posa distrattamente sul braccio di Lily completamente livido, infatti è stato “vittima” di continui esami del sangue per tenere sotto controllo sia lei che il feto.
«Hai il braccio sinistro completamente livido.» Le sussurra continuando ad osservarle l'arto.
«Lo so.» Risponde lei, come se fosse una cosa ovvia, anche perché aveva fatto ormai l’abitudine a vederlo quasi completamente nero.
«Mi dai i pantaloni? Grazie.» Gli chiede allungando una mano per farseli dare.
«No, faccio io.» Risponde il futuro papà abbassandosi per infilarle i leggins. Quando ha finito il suo lavoro, Jamie l’aiuta delicatamente ad alzarsi dal letto, tenendo le mani salde sui fianchi, pronto a sorreggerla nel caso perdesse l’equilibrio o avesse un altro giramento di testa improvviso.
«Non sono una bambina, ce la faccio a vestirmi.» Mormora Lily poggiando la fronte al petto del fidanzato.
«Piccola, lo so che non sei una bambina, ma prima per poco non cadevi. Per uscire vuoi che chiami l’infermiera con la sedia a rotelle o ce la fai da sola?» Le dice mentre le passa una mano sui capelli da folletto.
«No, non chiamarla, ce la faccio. Solo… non lasciarmi.» Mormora, preoccupata.
«Love. Always and forever. Remember?»
«Grazie.» È la semplice risposta che dà la ragazza.
«Su, andiamo, e resta vicino a me.» Le dice mentre le porge la mano, che la mora prontamente afferra.
Dove vuole che vada? Sarà anche un ventiseienne, ma quando ci si mette sembra un ragazzino di quattro anni.
Pensa sorridendo la ragazza.

---

La voce dei giornalisti e i flash dei paparazzi li accolgono molto rumorosamente, senza preoccuparsi di disturbare la coppia in un momento delicato. La security, appena vede i due uscire dalla clinica, va loro incontro scansando centinai di curiosi.
«Jamie, Lily è vero che state per diventare genitori?»
«È vero che avete avuto problemi a diventare genitori?» Chiede un altro giornalista.
«È vero che-» comincia a domandare un altro.
«Sì stiamo per diventare genitori e no, non era programmato!» Gli urla contro Jamie, irritato dalle continue domande e i flash, che li accecano, mentre fa entrare finalmente la fidanzata in macchina.
«Stai bene?» Domanda  mentre la osserva intensamente.
«Sì, anche se non era adesso che avrei voluto dirlo.» Risponde, poggiando la testa sulla spalla del ragazzo.
«Al quinto mese, eh?» Ridacchia prendendola in giro.
«Sta zitto!»
«Sissignora!»
«Jamie?»
«Uhm..»
«Ti amo.»
«Ti amo anch’io, scricciolo.» Risponde baciandola.

---
 
«Scordatelo!»
«Lily è solo un iniezione, e poi, perché quando eri in ospedale non dicevi una parola?» Le chiede ridacchiando divertito.
«Perché ero in ospedale! Comunque la mia risposta è ancora no! Io non sono te, non sono abituata a sentirmi punzecchiare da centinaia di aghi sulla pelle!» Esclama, convinta.
«Tesoro, vedi, ti sei appena fregata da sola: hai tre tatuaggi, e i tatuaggi vengono fatti con gli aghi. Quindi ora, o ti giri di tua spontanea volontà o lo faccio io con la forza.» Le dice, guardandola negli occhi.
«No.»
«Perfetto.» Pronunciate quelle parole, si alza e l’afferra velocemente per i fianchi, portandosela poi seduta sulla ginocchia, tenendola ferma con una mano sulla pancia.
«Brava. Posso fidarmi se tolgo la mano dalla tua pancia?» Le chiede mentre le abbassa di poco i pantaloni e alza la T-shirt.
«Sì.» Ribatte rigida, mentre osserva Jamie che riprende in mano la siringa ed estrae dalla tasca dei pantaloni della tuta una fialetta contenente del liquido trasparente.
«Perché la tenevi in tasca?» Chiede perplessa mentre scruta il biondo, che travasa il liquido alla siringa.
«Perché è oleoso e da quello che mi ha detto sia il tuo ginecologo che tua madre, sono abbastanza fastidiose, ecco.» Le risponde mentre prende dell’ovatta imbevuta nell’alcol e disinfettando la zona interessata.
«Fastidiose?» Chiede scettica.
«Dolorose.» Le risponde guardandola intensamente negli occhi.
«Grazie della tua sincerità.»
Intanto ha finito di riempire la siringa, sotto lo sguardo attento di Lily.
«Rilassati.» Le sussurra in un orecchio, mentre delicatamente fa penetrare l’ago nella pelle morbida del gluteo, dopodiché, sempre a parlandole nell’orecchio, comincia lentamente a spingere lo stantuffo.
«Rilassati.» Le dice, sentendola tesa sotto il suo tocco.
«Mi rilasso, anzi no. Jamie… fa male e brucia.» Risponde mentre cerca di scostarsi, bloccata subito dal ragazzo.
«No, ho quasi finito, ferma.» La calma mentre le poggia nuovamente la mano sulla pancia.
«Sbrigati.»
«Fatto!» Esclama, mentre sfila velocemente l’ago e prende l’ovatta per disinfettare la zona lesa.
«Ti odio.» Dice mentre cerca di liberarsi dalla sua presa.
«Non ho ancora finito, resta ferma, folletto.» Le dice, mentre afferra un barattolo dove c’è scritto “Crema all’Arnica”.
«Sai, nana, questa è la parte che mi piace di più.» Le sussurra mentre comincia a massaggiare la zona dove poco prima aveva praticato l’iniezione, per evitare che si formino lividi o bozzi.
«Bene, ora che hai finito di palparmi, mi lasci andare a fare una santissima doccia? Mi sento l’odore di ospedale addosso.» Sbotta, riuscendo finalmente a liberarsi dalla presa salda del fidanzato.
«Prego.» Le risponde mentre la osserva passare lentamente oltre la porta.
L’uomo sente l’acqua della doccia scorrere e, non resistendo alla tentazione, si alza e si dirige verso il bagno, dove molto probabilmente c’è la sua ragazza nuda e bagnata e, forse, anche insaponata.
Quando arriva nel bagno adiacente alla loro camera si ferma un secondo per cercare di capire se sia nella vasca idromassaggio o nella doccia. Sente l’acqua scorrere, ma se non entra non può avere la certezza che sia già in doccia. Apre lentamente la porta e la trova allo specchio nuda e sexy.
«Mi chiedevo quanto ci avresti messo.»
«Come facevi a sapere che sarei venuto?»
«Ti conosco.» Risponde semplicemente.
«Vieni?» Domanda mentre entra nella vasca idromassaggio.
«Cosa ti dice che verrò?» Chiede mentre comincia a togliersi la maglietta.
«Mi chiedevo dove fosse finita la tua arroganza, Bower.» Mormora osservandolo mentre si spoglia. Ammira il suo petto tonico, dove molte volte si è appoggiata in cerca di sicurezza e conforto, le gambe lunghe, le braccia allenate per il musical .
«Ti mancava, forse?» Le dice entrando anche lui nella vasca e prendendola tra le braccia.
«Non so..» Dice sovrappensiero, sorridendo maliziosa.
«Sta zitta, nana e baciami.» Sussurra baciandola.
«Ti. Voglio. Qui. Ora. Adesso.» Dice tra un bacio e l’altro.
Il ragazzo non risponde, semplicemente la fa girare verso di lui, e con un spinta decisa entra dentro lei.
Non gli ci vuole molto a venire dentro di Lei e lo stesso vale per Lily.
«Soddisfatta?» Le domanda mentre le accarezza le spalle con le mani, continuando poi ad insaponarle il corpo minuto.
«Sì.» Gli risponde ancora ansimando.

---

2 Settimane dopo.

«Bene, vediamo un po’ come va.» La voce del ginecologo risuona nelle orecchie dei due nervosi.
Il medico poggia l’ecografo sopra il ventre di Lily, cominciando a muoverlo lentamente sotto lo sguardo vigile dei due.
«Il distacco è completamente estinto, ma è meglio se continua a non fare sforzi. E sì, potete andare in Italia, a patto che non si stressi.» Dice sorridendo il medico dopo attimi di pura ansia da parte dei futuri genitori.
«Grazie.» Dicono entrambi contemporaneamente.
«Potete andare, e congratulazioni.» Stringe la mano a Jamie e saluta con un cenno di testa Lily.
Sorridono, entrambi felici, consapevoli che sta per iniziare un nuovo capitolo della loro vita: quello da genitori.

NOTE DELL’AUTORE  -->  Mr_Mrs_Mellark

Salve.. ehm sì lo so non aggiorno dal 14 giugno ma capite, avevo gli esami di terza media (che sono andati bene) e poi domenica era il mio compleanno; ah sì poi sono partita nove giorni per Venezia..
Beh vi lascio il capitolo e spero che vi sia piaciuto.
Tutti i termini medici sono veri, non sono inventati. Ho chiesto tutto a mia cugina ginecologa e a mia madre, che ha avuto questi problemi quando aspettava me.
Segni invece è un paesino di Roma che esiste davvero e consiglio vivamente di visitarlo.
Ringrazio la mia Beta questa qui----> (Basta che cliccate sulla scritta :3)
NatalieRiver182
Dove potete trovarmi:
Alessandra Pomponi
  
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