Secondo
Capitolo. Welcome Home Aaron.
Dopo
una dura settimana di scuola, molti professori avevano già
iniziato a spiegare
nuovi argomenti e, di conseguenza, ad interrogare; quasi tutti i
ragazzi si
erano già stancati di studiare e volevano volentieri tornare
all’estate trascorsa.
Era
sabato pomeriggio e Marianna era in spiaggia, a prendere il sole,
alcune delle
sue compagne di classe, tra cui Beatris, Dafne, Claudia e Manuela; la
sera
avevano deciso di andare in discoteca, ma non nella più
affollata della città
come ‘consigliato’ da Marco, ovviamente sotto
comando di Francesco!
-Non
credevo fosse mai arrivato questo giorno! Ti ha permesso di venire con
noi…in
una discoteca!- esclamò la Russo riferendosi
all’amica che era proprio accanto
a lei, entrambe erano stese su due teli da mare a prendersi gli ultimi
raggi di
sole stagionali.
Marianna
indossava un bikini interamente blu, con delle frange sulla fascia
superiore,
mentre Beatris aveva indosso un bikini simile a quello
dell’amica, ma giallo
che aveva anche le frange sugli slip.
-Quando
ieri me l’ha detto pensavo fosse scesa la grazia dal cielo!-
scoppiarono a
ridere attirando l’attenzione della gente presente in
spiaggia. –Ho voglia di
gelato! Ma non mi voglio alzare.- era tipico suo, voleva una cosa ma
non voleva
farne un’altra.
-Vado
io. Ho bisogno di acqua e di camminare!-disse sorridendo. Si
alzò, indossò la
maglia a mezze manica, con la quale era arrivata, e si diresse al bar
del lido.
Mentre saliva le scale notò che dei ragazzi stavano giocando
nel campetto da
calcio, quindi non c'erano solo loro nella struttura. Stava per entrare
nel
piccolo chiosco quando un pallone le sfiorò la gamba, doveva
appartenere a
coloro che occupavano il campo; voleva riportarla ai legittimi
proprietari, ma
s'immobilizzò nel sentire una voce.
-Siamo
destinati ad incontrarci così allora!- una voce soave, che
apparteneva ad un
ragazzo e lei sapeva bene a chi. Cristian era lì, davanti a
lei e le stava
parlando; era un miracolo! Lei, pessimista com'era, sapeva che non
l'avrebbe
più rivisto in vita sua; invece lui era certo che sarebbe
arrivato il giorno in
cui avrebbe rivisto quella ragazza che gli aveva fatto trascorrere
l'estate più
bella della sua vita!
-Eh,
giá.- si sentiva dal suo tono di voce che era sorpresa;
insomma era faccia a
faccia con il ragazzo che le interessava.
-Che
ci fai quì?- domandò entrando con Marianna nel
bar, si sedettero ad un tavolino
e si fecero portare un caffè e una bottiglia d'acqua, e
anche un gelato al
cioccolato!
-Ci
sono venuta dopo la scuola con le mie amiche... e tu?-
-Lo
stesso...ci ha invitati la fidanzata di un mio amico. Sai, non ho
ancora avuto
la possibilità di vederti vestita!-
-Sai
che suona altamente sconcia come cosa...vero? Mio fratello ti avrebbe
ucciso
seduta stante!- esclamò lei facendolo ridere; sembravano due
amici di vecchia
data che non si vedevano da tempo.
-Davvero?
Che coincidenza. Noi tra un pò andiamo v..-
-Meri
ti sei scordata del mio gel... Ho interrotto qualcosa?- Beatris fece il
suo
ingresso nel chiosco, con in mano il suo cellulare; era in cerca della
sua
amica che le doveva portare qualcosa da mangiare e che era sparita da
dieci
minuti.
-No,
stavamo solo parlando. Dai andiamo! Ci vediamo.- disse fuggitiva
Marianna che,
dopo aver preso per un braccio la sua amica, la trascinò
fuori dal locale.
-Quello era Cristian...quel Cristian!- esclamò con un
grandissimo sorriso sulle
labbra. Era felicissima di averlo incontrato, ma molto di
più perché si
ricordava di lei.
-Quello
di quest'estate?-chiese bloccandole la strada l'altra. Quando
annuì la spinse
verso il campo da calcio in modo che avrebbe potuto chiedergli in
numero di
telefono. -Vai, dai!-
Sabato
pomeriggio era arrivato, Beatris era nella sua stanza e si stava
preparando per
la serata; mise nella sua borsa un vestito dal corpetto, con bretelle
sottili, aderente e
nero e la gonna con
una stampa di fiori rosa e viola, mise poi nel borsone anche un paio di
Converse nere e bianche, una borsa piccola e nera ; decise inoltre di
portare
con se una boccetta di smalto viola pallido che si sarebbe messa a casa
di
Marianna. Nella borsa che portava a tracolla aveva messo un borsellino
con i
suoi trucchi in modo che non sarebbe stato necessario truccarsi da casa
sua,
quindi tre ore prima dell'evento.
Il
suo cellulare squillò e nella stanza risuonò la
canzone di Mattia Briga 'Sei di
Mattina' che era la suoneria predefinita per le chiamate del suo
ragazzo.
-Dimmi
Franci!- rispose pimpante al telefono.
-Se
ti dai una mossa ti accompagno a casa di Marianna! Però non
devi metterci le
ore. Ti aspetto giù a casa tua.- detto questo richiuse la
chiamata senza darle
la possibilità di replicare o di declinare
l’invito, con tutta la calma del
mondo, allora, e continuandosi a ripetersi nella mente ‘Non
lo uccidere…ti
sporcheresti solo le mani di sangue.’ Chiuse la porta dietro
di se e, dopo aver
attraversato il salotto e il piccolo corridoio, uscì di
casa; mentre stava per
chiamare l’ascensore, dalla porta accanto venne fuori la sua
vicina di casa
Cristina che la salutò con solo un cenno del capo.
Beatris,
allora, decise di raggiungere il portone scendendo la lunga rampa di
scale,
perché la sua vicina di casa le stava altamente antipatica
forse a causa del
suo protagonismo o a causa della sua arroganza ed ignoranza, ma non
riusciva a
condividere con lei neanche il piccolo abitacolo
dell’ascensore per qualche
manciata di minuti.
Viveva
in un condominio nel bel mezzo della città, e anche al
quinto piano; all’estero
il palazzo era color crema e i cornicioni di un colore simile ma
più scuro,
aveva un giardino alle sue spalle dove molti bambini andavano a giocare
durante
l’estate.
Quando
Beatris uscì dal portone notò che Francesco la
stava aspettando sul marciapiede
opposto, accanto alla moto che aveva comprato da poco.
-Franci!-
lo richiamò dopo essere uscita dal portone del suo palazzo,
attraversò la
strada senza vedere se stessero passando macchine, e raggiunse il suo
fidanzato.
-Ehi…ero
da queste parti e ho pensato di venirti a prendere…- si
spiegò lui e lei annuì
sorridendo; Beatris era felicissima di avere accanto una persona del
genere, un
ragazzo che la faceva sentire apprezzata e amata come non mai.
L’estate
precedente si erano conosciuti e poi verso Ottobre si fidanzarono,
essendo
attratti l’uno dall’altra.
-Bene…ma
perché eri da queste parti?- domandò curiosa, non
lo si poteva negare quando si
trattava di capire dove si trovavano il suo fidanzato o le sue amiche,
senza di
lei, diventava un drago a sette teste che sputava fuoco;
all’inizio del primo
anno aveva avuto non pochi problemi con i suoi nuovi compagni di
classe, perché
era in disaccordo con loro o perché si arrabbiava e alzava
la voce, un po’
troppo, ma d'altronde lei era così e non poteva farci nulla.
-Ah
Bea…come sei pesante! Ero passato da casa di Giacomo e ho
deciso di passarti a
prenderti, visto che devi andare da Marianna e so che lei abita
dall’altra
parte del mondo…più o meno!- lei annuì
felice di essere lì con lui, in quel
momento, e approfittò del suo essere distratto per mandare
un messaggio alla
sua amica: ‘Dammi
mezz’ora e sono da te.
Kisses my Darling.’ Bloccò, poi, il
cellulare e si dedicò al suo ragazzo
che le stava porgendo il casco della moto, sarebbero andati in
gelateria e poi
nel parco della città, alla loro panchina, come facevano
sempre quando uscivano
insieme.
Marianna
e Beatris erano davanti al Lungomare della città, era
lì la discoteca più con
entrare tutte insieme, in gruppo; la Russo indossava un abito verde
smeraldo,
che le arrivava a metà coscia e nella parte posteriore aveva
una scollatura che
le arrivava fino a metà schiena. Le scarpe che aveva ai
piedi non erano tanto
alte, avevano un piccolo tacchetto ed erano incrociate nella parte
anteriore.
-Ma
che fine hanno fatto?!- esclamò Beatris continuando a
guardare l'orologio che
aveva al polso destro, le dovevano raggiungere Dafne, Claudia e Manuela
ma non
erano ancora arrivate, d’altronde facevano sempre ritardo,
anche nei giorni più
importanti. Quando sentirono suonare un clacson si voltarono insieme e
le
videro arrivare sulla macchina del padre di una delle tre,
probabilmente quello
di Manuela che era sempre libero e le accompagnava molto spesso in giro
per le
città vicine o al cinema, quando andavano.
-Finalmente!-disse
Marianna, rivolgendosi alle sue amiche, mentre si avvicinavano alla
macchina,
le tre scesero giù e si scusarono per il ritardo.
-Ho
fatto tardi per colpa del parrucchiere.- dichiarò Dafne
cercando di decifrare i
volti delle sue amiche; si era ancora cambiata il colore dei capelli,
li aveva
avuti castani con lo shatush, moda dell'estate 2014, poi li aveva tinti
di
magenta, poi un tipo di color carne, dopo fucsia, perché
aveva comprato un
colore differente da quello che le serviva, e all'inizio dell'estate se
li era
fatti blu. Quel pomeriggio aveva avuto uno strano grattacapo,
cioè cambiarsi il
colore dei capelli perché si era stancata del blu che aveva
in testa, per
questo non appena entrata del parrucchiere aveva deciso di farsi bionda
perché
voleva semplicemente cambiare. -Beh...che ne dite? Come sto?-
domandò in preda
all'ansia vedendo che le due non si esprimevano, né in
positivo e né in
negativo.
Entrambe,
dopo un primo momento di shock totale, si erano riprese e avevano
apprezzato il
gesto della ragazzo che più sorridente e serena di prima si
era diretta nella
più totale tranquillità nel locale; da
quest'ultimo si potevano benissimo
vedere le varie
luci stroboscopiche
colorate e si potevano udire le urla dei ragazzi all'interno che si
divertivano.
Era
mezzanotte e le ragazze sedevano su dei divanetti e chiacchieravano tra
un
cocktail e l'altro, avevano ballato un po’ sulla pista da
ballo ma poi si erano
stancate e si erano andate a riposare e a bere qualcosa; non appena
entrata
Marianna era andata alla ricerca del ragazzo che le piaceva, ma non
l'aveva
trovato, al contrario si era messa a parlare con un ragazzo che le
aveva
offerto da bere anche se non si fidava molto di lui, aveva accettato
per
educazione e per non restare sola. Aveva immaginato, e continuava a
farlo, che
Cristian fosse arrivato da un momento all'altro e l'avrebbe portata con
sé a
ballare, ma questo non accadde.
-Vado
a prendere un po’ d'aria.- avvisò le sue amiche
che stavano ridendo fra di
loro, l'unica che l'ascoltò fu la sua migliore amica che
annuì; era triste per
Marianna e per il fatto che era andata in quel posto solo per cercare
quel
ragazzo e anche lei ci stava male, ma non si doveva preoccupare
perché se la
sarebbe cavata da sola.
Fuori
dalla discoteca c'era uno splendido mare sul quale si poteva vedere il
riflesso
della Luna piena che era in cielo quella notte, poi voltandosi si
vedevano
ragazzi e ragazze vomitare, anche l'anima, o divorarsi le labbra prima
di
chiudersi in macchina e correre verso casa; attraversò la
strada e si sedette
sul muretto, oltre il quale c'era il mare, continuando ad osservare
l'entrata
del locale da dove sperava uscisse, prima o poi, il suo Amato, vide
però una
cosa che la interessò molto, la comitiva di Cristian stava
uscendo in quel
preciso istante dalla porta, si avvicinò quindi a loro e
chiese di lui.
-E'
rimasto a casa con la fidanzata...ma tu sei la ragazza di
quest'estate?- il suo
amico, che la riconobbe al volo, le disse proprio quello che lei non
voleva
sentire, non solo il ragazzo era fidanzato ma stava anche facendo il
carino con
lei. Inutile dire che ci era rimasta male, anche perché non
era stato lui a
dirglielo ma un suo amico; quest’ultimo disse al gruppo di
aspettarlo un po’
più avanti mentre lui parlava con lei.
-E’
ora che tu sappia tutta la verità. Mi dispiace tanto per te,
ma Cristian non è
la persona che tu pensi che sia.- si sedettero ad una panchina che era
lì
vicino e parlarono.
-Ma
che fine ha fatto Marianna?- domandò Manuela alle sue amiche
continuandosi a
guardare intorno, era da più di mezz’ora che non
l’aveva più vista e si stava
iniziando a preoccupare, sul serio. Claudia e Dafne erano soprese che
non fosse
lì con loro, in genere odiava rimanere sola, era
un’amante della vita mondana
infatti partecipava molto spesso a feste e compleanni, visto che era
una brava
persona e che, quindi, era in buoni rapporti con molti ragazzo della
sua età ma
anche più grandi.
-E’
andata fuori, voleva prendersi una boccata d’aria fresca.- le
informò Beatris,
lei continuava a pensare alla sua migliore amica, a quanto era triste
di non
aver trovato quel ragazzo lì, dove le aveva dato
appuntamento quella mattina
stessa!
-Ah…eccola
sta rientrando!- esclamò Claudia vedendola camminare verso
il loro tavolo. Non
appena fu accanto a loro poterono notare che era sull’orlo di
un pianto, con
tanto di lacrime, cosa che non succedeva quasi mai e poi le tre che non
sapevano nulla non riuscivano a capire perché stesse
piangendo.
-Mari,
che succede?- le chiese Beatris facendola sedere vicino a
sé, le passò dei
fazzoletti con cui si asciugò le lacrime, nere per colpa del
trucco, che
scendevano sul suo viso.
-Ero
solo una stupida scommessa… solo una scommessa!- disse alle
sue amiche, che
però non capirono a chi si stesse riferendo; decise, quindi,
di raccontar loro
tutta la storia, partendo dall’inizio cioè da
quando si erano conosciuti
durante l’estate. -…ho incontrato il suo amico
fuori di qui e mi ha detto che
era con la fidanzata a casa e che sono stata solo la pretesa per una
scommessa,
che lui ha perso. Quando lo abbiamo incontrato stamattina voleva
continuare a
prendermi in giro per poterla vincere.-
-Ma
sei sicura del fatto che non stesse scherzando?- Beatris
cercò in tutti i modi
di non farle credere a quella cosa che probabilmente era vera, visto
che uno
sconosciuto sano di mente non si sarebbe mai inventato una cosa del
genere solo
per scherzare.
-No,
Bea. Non stava né scherzando e né
giocando… era fottutamente serio!- gridò
l’ultima parte della frase sfogandosi.
Decisero
di rimanere un’altra mezz’oretta nel locale e poi
andarono via, portate a casa
di Marianna dal padre che, non appena aveva finito di lavorare, le era
andate a
prendere, quindi verso le due del mattino.
Il
giorno dopo si svegliarono tutte e cinque nella villa Russo, dove poi
fecero
colazione assieme a Marco, che faceva loro da cameriere; da quando era
piccolo
adorava cucinare dolci, al contrario della sorella, così
quella mattina decise
di far assaggiare le sue specialità alle amiche di Marianna
e quindi le stava
usando come delle cavie di laboratorio.
Aveva
appena portato a tavola dei pancake di una forma astratta, che aveva
fatto lui
la sera prima, accompagnati da uno sciroppo d’acero e da un
po’ di Nutella,
cosa alla quale nessuno poteva dire di no. I signori Russo, Catia e
Rino si
svegliarono quando sentirono arrivare alle loro narici quel buon odore.
-Mmh…
Buongiorno Amore.- disse Catia a suo marito che era steso sul letto e
la
guardava in adorazione; il loro amore durava da oltre
vent’anni, non contati i
dieci anni di fidanzamento. –Lo senti anche tu questo buon
odore?- il marito,
Rino, annuì sorridendo, si alzarono dal letto e, dopo aver
indossato delle
semplici vestaglie blu e glicine, scesero per consumare la colazione
preparata dal
loro figlio maggiore.
-Buongiorno.-
li salutarono educatamente Dafne, Claudia e Manuela, prima di bere un
bicchiere
di succo all’arancia; Marianna diede un bacio sulla guancia
ad entrambi e
Beatris fece lo stesso. Li conosceva da quando era nata, più
o meno, visto che
la loro figlia minore era sua amica dall’età di
tre anni, dalla scuola
dell’infanzia, in pratica, e quella casa la conosceva come le
proprie tasche,
visto che in pratica viveva lì visto che i suoi genitori
viaggiavano spesso per
il loro lavoro; facevano i rappresentanti di abiti in giro per il
mondo, e quando
potevano portavano la loro unica figlia con sé.
-Beatris,
ce lo farai conoscere il tuo fidanzato prima o poi?- domandò
la madre dei due
scherzando alla ragazza che diventò rossa come un pomodoro,
o anche di più e
che per poco non aveva sputato il succo che aveva ancora in bocca.
Ovviamente
stavano giocando, anche se l’avevano cresciuta proprio come
una seconda figlia,
perché Marianna era nata nel duemila mentre lei era del
novantanove, la Russo
era anticipataria.
-Certo,
ma sono sicura che quando lo vedrete vi sorprenderete!-
esclamò pensando a
Francesco; l’aveva sentito, per l’ultima volta,
quando erano uscite dalla
discoteca il giorno prima e gli aveva mandato solo un messaggio del
Buongiorno
perché sapeva che la Domenica, di solito, rimaneva a letto
fino alle dieci.
-Perché?
Lo conosciamo già?!- disse l’uomo rivolgendo
quella domanda a tutti i presenti,
però, i ragazzi annuirono ma non Rino non riuscì
a domandare altro perché il
campanello suonò facendo alzare, dalla sua sedia, Marco.
-‘Giorno!-
quella voce che rimbombò in tutta la sala da pranzo era
quella dei suoi amici
Francesco e Silvio, che aveva invitato quella mattina a casa sua.
-Oh,
ragazzi! Da quanto tempo che non vi vedo. Come state?- la signora
sorrise
facendoli sedere al tavolo con loro, anche se non mangiarono quello che
era
stato preparato per la colazione, si accomodarono sulle sedie ancora
vuote.
-Allora…
di che parlavamo? Ah, s…- venne interrotta dalla figlia che
chiamò il fratello
ad andare con lei in un’altra stanza, sotto gli sguardi
confusi di tutti.
-Pronto?
Davvero!...Oggi…certo, andiamo noi!- quando chiuse la
chiamata, Marianna
saltellò per l’intero salotto, andando da una
parte all’altra mentre Marco
sorrideva vedendola così felice. A Maggio avevano fatto
richiesta
all’associazione dell’Intercultura di accogliere
nella loro casa un ragazzo, o
ragazza, da un’altra nazione e ci erano riusciti; quel
pomeriggio sarebbe
arrivato un ragazzo dall’Inghilterra e quindi sarebbero
andati all’aeroporto
della città a prenderlo.
-Sbrigatevi!-
urlarono in coro Marianna e Beatris; erano le tre del pomeriggio e tra
un’ora
sarebbe atterrato il volo partito da Londra quella mattina, con cui era
partito
dalla sua città natale Aaron. Dopo aver ricevuto la chiamata
avevano spiegato
tutto agli amici che avevano poi ‘festeggiato’
questa notizia con loro, visto
che l’avrebbero conosciuto quella sera stessa, infatti la
signora Russo aveva
organizzato una sorta di festa per lui… era il suo modo per
accoglierlo nella
famiglia.
-Siamo
pronti…ci stiamo solo aggiustando i capelli.- sbuffarono le
due fuori dalla
porta del bagno; entrambe indossavano delle semplici canotte, viste le
temperature ancora alte, e un paio di pantaloncini di jeans e ai piedi
le classiche,
ma sempre belle, Vans nere e bianche; avevano con loro due zaini dove
avevano
messo portafogli, chiavi di casa e trucchi, perché non
uscivano mai di casa
senza di essi neanche se dovevano andare a fare solo la spesa, in un
beauty
case. Erano eccitate all’idea di incontrare per la prima
volta questo ragazzo
che non conoscevano neanche di vista, non l’avevano cercato
su Facebook e non
ci avevano neanche parlato tramite chat, mail o Skype.
-Figuriamoci…-
borbottò la Russo, sottovoce però, la porta si
aprì rivelando i due ragazzi che
si specchiavano, erano quasi peggio delle ragazze quando si trattava di
prepararsi per uscire. Quando si voltarono verso di loro per guardarle,
si
arrabbiarono per come si erano vestite, e le avevano anche sgridate
intimando
loro di andarsi a cambiare altrimenti non sarebbero uscite di casa. Le
due, in
tutta risposta, scesero velocemente le scale e sbatterono la porta
d’ingresso
per far capire che erano andate via; i due si guardarono e scoppiarono
a ridere
mentre prendevano le chiavi delle rispettive moto. Quando chiusero il
portone
della villa trovarono Beatris e Marianna ad aspettarli a braccia
conserte;
stavano scommettendo su chi si sarebbe reso conto prima che dovevano
prendere
l’auto.
-E’
vero! Ma noi non abbiamo la patente, come facciamo?- tutti e quattro si
misero
a pensare ad un modo; l’aeroporto era troppo lontano e non
avrebbero potuto
raggiungerlo a piedi, con le moto non potevano perché non
sapevano dove mettere
il ragazzo; l’unica possibilità che avevano era di
prendere la macchina, ma
nessuno di loro aveva la patente. Marianna ebbe un’idea
quando, sbloccando il
cellulare, vide la foto con suo cugino Cosimo, li avrebbe potuti
accompagnare
lui.
-Grazie
Cosmo!- la Russo lo abbracciò quando arrivarono fuori dal
grande edificio
bianco, dal quale sarebbero dovuti andare a prendere Aaron.
-Questo
ed altro per la mia cuginetta preferita.- disse sorridendo e mettendole
un
braccio attorno alle spalle, con fare protettivo; lui era spesso fuori
città
perché lavorava a Milano, per la grande azienda di Sky.
-Scusa…ed
io?!- domandò Marco mettendo su un finto broncio; anche se
non lo era, spesso e
volentieri si comportava come un bambino.
-Tu
vai a trovarti una fidanzata! E vedi di sbrigarti.- lo
rimproverò e tutti
scoppiarono a ridere, decidendosi poi ad entrare e a camminare verso il
gate 7,
dove doveva atterrare il ragazzo.
-Il
volo da Londra è appena atterrato!- urlò la voce
al megafono, avvisandoli che
il volo era arrivato; le ragazze iniziarono a sbracciare quando
notarono che la
gente iniziava ad entrare nella struttura. Ad un tratto videro un
ragazzo alto
e muscoloso, ma non tanto, con i capelli castani e il volto ovale;
aveva dei
tatuaggi sulle braccia, sui bicipiti, e sul petto, o almeno era quello
che si
poteva intravedere dalla canotta che aveva indosso alla quale aveva
abbinato un
paio di jeans stretti, a sigaretta.
Beatris
e Marianna si guardarono a sorrisero, entrambe erano rosse e avevano
gli occhi
che luccicavano; si avvicinarono poi a lui e fecero la sua conoscenza.
-Hello, you are Aaron, from
London…right?*- domandò
Marianna sorridendogli.
-Uhm…yes.
And who are you?*- aveva una voce profonda, quasi da uomo,
però si poteva
riconoscere quel tono che lo rendeva ancora un ragazzo.
-My
name is Marianna and she is my best friend Beatris. There are my
brother Marco
and his friend Francesco. We’ll your family for the next
year.*- continuò, lui
capì quello che volesse dirvi e le abbracciò
baciando poi le guance ad
entrambe.
Si
avvicinarono ai ragazzi, che erano rimasti in disparte, e fecero
conoscere loro
il nuovo arrivato.
-…e
questa è la tua stanza.- entrarono in una camera al secondo
piano che avevano
preparato apposta per lui; aveva le pareti blu e il pavimento bianco,
così come
il letto e il comodino; la scrivania e il tappeto, invece, erano dello
stesso
blu delle pareti. Lui li guardò sorridenti e li
ringraziò per l’ospitalità.
Scesi
al piano di sotto, Marianna e Beatris si erano sedute sul divano per
parlare,
mentre, Marco e Francesco erano rimasti con Aaron, d’altronde
avevano la stessa
età e poi sarebbe andato in classe con loro per
quell’anno.
-Stasera
che fai?- chiese la Russo alla sua amica che guardava la sua home di
Facebook
per ficcanasare nei profili dei suoi conoscenti e amici.
-Uhm…penso
di uscire con Franci. Mi voleva portare non so dove a mangiare!-
esclamò con
gli occhi a cuoricino, era proprio in quei casi che si rivelava una
persona con
dei veri sentimenti, perché se la si guardava
dall’esterno poteva sembrare dura
e antipatica ma in realtà non era così; era
simpatica e quasi sempre allegra.
-Che
carini! Anche io vorrei un fidanzato del genere.- disse rabbuiandosi e
abbassando lo sguardo, allora la bruna seduta accanto a lei
l’abbracciò come
avrebbe fatto una sorella. Il loro legame era così profondo
che si
consideravano l’una la sorella dell’altra, anche se
non di sangue.
-Dai,
non fare così! Sei bella…sai quanti ne trovi?!-
le ricordò, quasi arrabbiandosi
con lei. –E poi sta scendendo tuo fratello, non farti trovare
in questo stato!-
quando le disse quella cosa si alzò di corsa dal divano e si
andò a rifugiare
nel bagno.
Come
immaginava aveva il mascara e la matita colati, colpa delle lacrime che
le
erano scese... ‘Quelle stupide!’ pensò
dandosi una sistemata prima di uscire di
nuovo.
Beatris
sarebbe andata via dopo qualche minuto e lei avrebbe fatto visita alla
cugina
che, al nono mese di gravidanza, era a casa che non poteva uscire per
il troppo
caldo.
-Andiamo,
dai!- lei annuì all’amica prendendo il giubbotto,
anche se non ne avrebbe avuto
bisogno, e le chiavi di casa.
-NOI
USCIAMO! Urlò facendo in modo al secondo piano sentissero e
capissero.
-Ma
quindi…che fate con il compleanno di Marco?-
domandò Nicole, la cugina gravida
di Marianna; erano stese sul letto, nella stanza, di lei e stavano
parlando di
vari compleanni e giù di lì.
-Non
lo so. Avevo chiesto a mamma se potevo organizzarlo io…non
ho niente da fare.-
disse con nonchalance prendendo il suo cellulare in mano.
-E
perché non lo fai? Dico…inizia senza che gli
altri ti aiutino, poi le fai
vedere cosa sai fare.- l’altra annuì sorridendole;
sapeva che sulle cugine
poteva sempre contare e che la sostenevano sempre, in ogni scelta che
prendeva
oppure le consigliavano cosa fare. -Perché non organizzi un
compleanno a
sorpresa, e ti fai aiutare da alcuni dei suoi amici? Se ne hai
bisogno…-
-Si,
per contattare i suoi amici, ovviamente…comunque poi ci
penserò!- risero e
cambiarono argomento prendendo a parlare della bambina che sarebbe nata
il mese
successivo.
Angolo
Autrice!
Salve
a tutti e benvenuti nella mia storia.
Ringrazio
tutti quelli che hanno letto lo scorso capitolo e quelli che hanno
letto
questo; inoltre lo dedico alla mia Bff che non sta passando dei giorni
bellissimi e le voglio solo dire che le sono accanto e mi
può mandare messaggi
e chiamare quando vuole (basta che non lo fai di notte).
Se
volete creo un gruppo su Whatsapp o su Facebook, basta che me lo dite.
Che
dirvi?! Asciate una recensione e se vi gusta la mia storia mettetela
nelle
preferite o nelle seguite.
Kisses
___maryanna___