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Autore: Madame Rohan    24/07/2015    5 recensioni
Ispirato in parte all’anime Ranma ½ questa ff nasce dall’idea di voler provare a dare un tocco meno drammatico alla storia dei nostri due innamorati… tra amori non corrisposti, svedesi, maialini, ragazze con il codino, gelosie e scoperte inaspettate… cosa accadrà ad Oscar e ad André?
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Hans Axel von Fersen, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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-André hai servito il vino a Madamigella Oscar e al Conte di Fersen?-
-Sì nonna.-
-E adesso dove stai andando?-
-Torno da loro, perché?-
-André ascolta, questo momento doveva arrivare prima o poi… la mente e il cuore di Madamigella Oscar sono occupati da un uomo che non sei tu e devi fartene una ragione! Lo dico per il tuo bene, quando mi darai la gioia di vederti finalmente sposato e felice con una donna? Desidero tanto avere dei nipotini!-
-Nonna ma cosa vai a pensare?-
-André, non fingere con me! Non sono poi tanto vecchia da non capire quando un uomo ama una donna! Finirai per farti soltanto del male e io non voglio! Ascolta, tu non devi mai dimenticare che sei soltanto un servo!-
-Non credo si possa scegliere di chi innamorarsi nonna, però se fosse stato possibile avrei scelto comunque lei!-
-Oh cielo cosa devo sentire!-
-André dove sei? Io e il Conte Fersen stiamo aspettando solo te per brindare!-
-Certo Oscar, sono subito da te!-
 
Il lento rintocco del mio cuore è l’unica melodia che mi accompagna in questa fredda notte priva di sogni, presto sarà l’alba di un nuovo giorno. Seduto sul letto, osservo la luna svanire poco a poco, così come le sue stelle che con il loro chiarore hanno dipinto di fragile luce l’ombra del cielo. Il vento soffia con violenza, trascinando via con sé in luoghi sconosciuti e remoti, tutto ciò che incontra al suo passaggio. Sorrido amaramente nel ripensare alle parole di mia nonna, nel cercare di rammentare a me stesso che sono soltanto un servo e che non ho alcun diritto di amare una donna di un rango superiore, appartenente alla nobiltà. Che sciocchezza! Che cosa significa rango? Non siamo tutti uguali forse? Un titolo nobiliare e del denaro non rendono un uomo migliore da un altro, uomini, donne, nobili e plebei amano tutti allo stesso modo. Con un sospiro di stanchezza mi alzo dal letto, il sole non è ancora sorto e il gelo assoluto predomina l’aria con arroganza. A passi veloci mi avvicino al catino, cominciando a spogliarmi davanti la specchiera e adagiando i vestiti da lavare sul pavimento. Stringendo una pezzuola immergo le mani nell’acqua gelida, portandola dapprima al viso e poi al petto. Sobbalzo incredulo e confuso, convinto di sognare, quando asciugandomi gli occhi mi ritrovo a fissare allo specchio non più il mio riflesso ma quello di un’avvenente e prosperosa ragazza completamente… nuda. A quella visione, un brivido improvviso percorre la mia schiena e non è solo per l’imbarazzo, il cuore comincia ad annaspare agitato mentre il respiro sembra venirmi meno, tuttavia, non riesco a non ridere divertito nel realizzare l’impossibilità del mio pensiero, forse ieri sera nel tentativo di annegare i miei più biechi dispiaceri ho esagerato con il vino, non posso di certo essermi trasformato in una… donna, e che donna!
-Sono certo che se Oscar mi vedesse in questo momento morirebbe d’invidia! Guarda qua che corpo, ammirate Capitano!- Sorrido inevitabilmente nel pronunciare quella parole, atteggiandomi con fare scherzoso, avvertendo tuttavia una strana sensazione di disagio e sconcerto opprimermi il petto quando il mio sguardo e le mie mani si posano su… un seno. Ho le allucinazioni?! Sconvolto, scrutando ancora quel riflesso sconosciuto allo specchio, continuo a sfiorare e ad osservare minuziosamente quel corpo femminile meravigliosamente sbocciato, esitando se continuare a ridere o cominciare seriamente a preoccuparmi, provando d’istinto un tale imbarazzo da coprirmi con un lenzuolo, quasi fossi un vile profanatore! Senza sapere il come né tantomeno il perché ad attirare inaspettatamente la mia attenzione, facendomi dimenticare per alcuni secondi la mia insolita situazione è la curiosa presenza di un piccolo e buffo suino dai grandi occhi azzurri e l’aria familiarmente corrucciata che deve essersi introdotto furtivamente nella mia camera attraverso la porta lasciata leggermente aperta. Che sia fuggito dalle cucine?
-Ti è andata bene, se fossi capitato nella stanza del bellissimo Conte Svedese a quest’ora ti ritroveresti già nel suo stomaco!- Sorrido in sua direzione, stringendomi nel lenzuolo e chinandomi per accarezzarlo e guardarlo meglio, la sua presenza mi ha fatto ritornare il buon umore oltre che mettermi anche un certo appetito. Quasi mi avesse letto nel pensiero, lo vedo indietreggiare e guardarmi con… astio, mostrandomi con un ghigno i suoi piccoli ma affilati denti… che caratterino, mi ricorda tanto una persona! Ad arrestare con violenza ogni mio pensiero è tuttavia il suono di una voce fin troppo conosciuta.
-André, Ti ho portato dell’acqua calda per lavarti, non dirmi che non ti sei ancora alzato, abbiamo molte cose da fare questa mattina!-  Oh, no la nonna! E ora cosa faccio? Senza rifletterci troppo, come guidato dall’istinto, mi affretto a nascondere velocemente i vestiti e il piccolo maiale sotto il letto, sistemandomi poi nel mio giaciglio per coprirmi accuratamente con le pesanti coltri nella speranza di salvarmi da questa scomoda e irrazionale situazione. Con un discreto tonfo e un sussulto agitato, avverto la minacciosa presenza della mia cara vecchina nella camera.
 -André! Cosa ci fai ancora a letto! Alzati immediatamente o saranno guai, guarda cosa mi tocca fare alla mia età, questo secchio d’acqua è pesantissimo, vieni a darmi una mano!-
 Irrequieto, trattenendo il respiro, la sento avvicinarsi inesorabilmente. Con il cuore in gola, avverto la sua piccola mano posarsi bruscamente sulla mia spalla, sono certo che scosterà le coperte per farmi una ramanzina e a quel punto cosa ne sarà di me? Privo della forza di protestare, a salvarmi all’ultimo secondo è un grugnito molto simile ad un lamento e l’eco di un urto proveniente dal basso, dopodiché tutto quello che percepisco è il fastidioso bruciore dell’acqua calda che mia nonna mi ha accidentalmente rovesciato addosso per darsi all’inseguimento del buffo intruso.
**
 
-OINK! OINK!- Un dolore atroce, mai provato prima, paralizza il corpo e i miei muscoli. Disperata, non riesco a trattenere un sonoro grugnito di dolore nell’avvertire il piede di Nanny calpestare accidentalmente la mia coda, facendomi sbattere violentemente il capo contro la superficie di quello che deve essere stato il giaciglio d’amore di André e quella sconosciuta. Con i battiti del cuore impazziti e un’opprimente sensazione di disagio a comprimermi densamente lo stomaco, mi ritrovo faccia a faccia con la mia nutrice.
-Fermate quel maiale!-
Con un sussulto al cuore, indietreggiando lentamente, prendo una piccola rincorsa e amaramente pentita di essere entrata nella stanza di André, corro fuori a tutta velocità; cosa speravo di ottenere andando da lui? Non avrei mai immaginato che un giorno potesse abbassarsi a tanto da introdurre furtivamente una donna nella sua camera. Correndo a perdifiato non riesco tuttavia a scansare il violento colpo di una scarpa che Nanny mi lancia nervosamente dietro. Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo? A fatica, temendo di essere raggiunta dalla mia governante, continuo la folle corsa per le varie stanze del palazzo, riuscendo a seminarla solo dopo molto tempo, quando il sole è ormai già alto in cielo. Facendo molta attenzione a non essere vista, ritorno finalmente nei miei appartamenti ma non faccio in tempo a tirare un sospiro di sollievo che finisco per scivolare sul pavimento bagnato, avvolgendomi maldestramente tra le vesti e le coperte lasciate disordinatamente a terra, rovesciandomi addosso il catino d’acqua calda. Frastornata e indolenzita, mi ritrovo ad aprire gli occhi solo dopo alcuni secondi, accorgendomi con un’ondata di conforto a scaldarmi finalmente il cuore, di essere ritornata al mio aspetto normale. Quasi incredula, faccio per alzarmi, quando allertato forse dal frastuono da me provocato, vedo André entrare nella mia camera da letto.
-Oscar… Oscar che ti è successo?-
Allarmato si precipita verso di me, poggiando gentilmente le mani sulle mie spalle. Solo in quel momento mi accorgo di essere quasi completamente nuda, parzialmente fasciata solo da una coperta. Fortunatamente lui sembra non notarlo, mi viene da ridere se penso che tutto questo è successo solo perché ero andata a cercarlo!
-Vuoi… che chiamo un dottore?- La sua mano si posa sulla mia guancia, ma irritata, avvertendo con nervosismo un disagio interiore comprimermi le viscere e il cuore, mi affretto a scostarmi con freddezza.
-No, non ce n’è è bisogno, sto bene André, sono solo inciampata, se non ti dispiace ora vorrei vestirmi!- Mi affretto a liquidarlo, alzandomi e dandogli le spalle per non incrociare il suo sguardo.
-André?- Continuando a dargli le spalle, lo richiamo, sfoggiando un tono deciso, fermo e composto, devo mettere alcune cose in chiaro.
-Sì?-
-Ti consiglio di usare più prudenza la prossima volta che deciderai di passare un’altra serata in compagnia!
   
 
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