Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: HabbyandTsukiakari    26/07/2015    3 recensioni
[Autrice: Tsukiakari] [Fantasy/Avventura/Romantico] [Pairing a sorpresa] [Sleeping Beauty!AU con variazioni] [Presenza del Nyo!Magic Trio]
Tratto dal Capitolo Terzo:
"Fu presa improvvisamente da una struggente curiosità, e poggiò una mano sul portone, che inaspettatamente cedette con un gemito sotto il suo lieve tocco. Entrò impaziente – perché era così impaziente? – e quello che vide la fece sussultare: migliaia e migliaia di strani oggetti formati da una specie di scodella bassa e un manico sottile erano ammassati in grossi cumuli, che riempivano gli angoli dell’immensa stanza. Solo uno di quegli strani oggetti era separato dagli altri, Lettore. Era in mezzo alla stanza, proprio davanti ai piedi della principessa. Non sembrava un oggetto prezioso né interessante in alcun modo: era di rame, polveroso e leggermente bruciacchiato sul retro… ma Erzsébet lo desiderava, con tutte le sue forze, sentiva che doveva averlo! Si lasciò cadere vicino all’ oggetto, con gli occhi che le brillavano di una strana luce e le dita che si protendevano verso di esso, tremanti per l’impazienza. E poi successe, Lettore."
Buona Lettura!
Tsukiakari
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 2P!Nyotalia, Altri, Austria/Roderich Edelstein, Bad Friends Trio, Nyotalia, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo
 
Parte Seconda

 
 
Una figura apparve davanti al portone, in controluce, e schioccò le dita.
Le candele profumate dissolsero la loro fiamma: per un secondo, l’atmosfera si fece densa d’oscurità. Poi le accoglienti luci furono sostituite da fiamme viola elettrico, crepitanti e aggressive.
Brevi squittii femminili di terrore aleggiarono nell’aria, poi fu silenzio. La quiete fu seccamente spezzata dallo schiocco ritmico di un paio di tacchi, appartenenti alla figura appena giunta.
Il portone si richiuse con un lento cigolio agonizzante. Le strane fiamme svelarono la  misteriosa presenza: era una donna.
Una donna molto bella, ma di una bellezza stravagante, eccentrica. I suoi capelli biondo platino erano raccolti morbidamente in uno chignon – a cui sfuggivano alcuni chiari boccoli che si adagiavano sulle spalle – ornato da due rose viola. I suoi occhi color palissandro rilucevano di una strano bagliore, e illuminavano la pelle bianchissima, il naso dritto e leggermente all’insù, gli zigomi perfetti e le labbra tinte di rosso sangue arricciate con fare affettato e malizioso. Il suo fisico snello era fasciato in un vestito composto da un corpetto arancio inciso da righe viola, che le lasciava scoperte le spalle candide, e una gonna piuttosto stretta dello stesso colore. Quest’ultima sembrava essere strappata ad arte lungo gli orli che le sfioravano i piedi infilati in un paio di scarpe alte viola, abbinati ai guanti che le inguainavano buona parte delle lunghe braccia e le mani –  tra le quali era infilato una specie di sottile flauto traverso di ottone, da cui proveniva uno strano fumo che sapeva di zenzero, polvere e rose. La donna camminava con passo ritmato e disinvolto,  come se si trovasse nella propria abitazione. Giunse infine al cospetto dei sovrani e delle fate. Come se nulla fosse, si portò vezzosamente il piccolo flauto alla bocca e tirò un paio di boccate, inspirando ed espirando ad occhi chiusi – aveva delle lunghissime ciglia – lo strano fumo colorato che ne usciva. Quando staccò l’insolito strumento dalle labbra, esse si dischiusero in un sorrisetto di scherno. Parlò, e la sua voce era delicata e fluente come seta, distorta piacevolmente da un lieve accento francese ed incrinata da una sfumatura sarcastica.
–Ma che meraviglia, un nuovo nato... Curioso come il Fato ci conduca sempre ad incontrarci in momenti lieti e piacevoli, ma chère Rose.-.
La dama nominata si irrigidì e la sua bocca sottile si piegò in una smorfia di fastidio. Il ghigno della donna appena arrivata si ampliò, mettendo in mostra una splendente dentatura. Poi scomparve, per lasciare il posto a un’espressione di falso rammarico, la bocca corrucciata e gli occhi sgranati.
Oh la la, che sbadata, credo di aver tralasciato le buone maniere! Non la prendiate a male, miei adorati sovrani. C’è sempre tempo per porre rimedio, nevvero? Vi porgo i miei più sentiti omaggi e le mie più vive congratulazioni per il felice arrivo!-.
Detto questo, si esibì in un teatrale gesto col sinuoso braccio sinistro (quello con il quale non teneva il flauto). Tuttavia non accennò ad inchinarsi, e questo provocò scandalo e timore e sussurri tra i nobili: poteva essere una dama semplicemente irrispettosa del galateo, oppure molto, molto potente. E la seconda ipotesi era quella giusta, Lettore.
-Orsù dunque, vorrei annunciarmi ufficialmente- e qui i suoi occhi rotearono con insopportazione –e presentarmi a voi e a tutti gli invitati. Non sembrate conoscermi, visto che non ho ricevuto alcun invito- sottolineò, alzando le sopracciglia e abbandonando la sua aria melliflua per un istante. –Eppure, alcuni di voi mi conoscono già, e fin troppo bene. Non è vero, ma chère Rose?-. La smorfia di Rose dalla Terra di Kirk si tramutò in un ringhio poco rassicurante, e la bella pelle rosea della fata si colorò di un rosso rabbioso, i begli occhi verdi si ridussero fino a divenire fessure, le sue mani sottili si strinsero in due pugni. L’altra dama le rivolse un sorriso canzonatorio. Con uno schiocco delle dita, fece comparire nella sua mano un calice trasparente e affusolato, nel quale si poteva notare un liquido dorato e schiumante. Ne bevve un sorso con fare affettato, increspando appena le labbra color del sangue. Tirò una boccata dal flauto e continuò: -Il mio nome è Francine della corte di Marsiglia, miei sovrani. Mai ebbi in vita mia un onore paragonabile allo starvi in fronte. Anche se non con il vostro consenso, a quanto pare.-. Rose fece per scagliarsi contro di lei, un incantesimo già sulle labbra e la punta della bacchetta che dava i primi bagliori, ma Liv delle Terre Norrene la bloccò afferrandole un braccio. –Non qui, Rose- sibilò, e socchiuse le palpebre come per controllare l’elettricità e l’odio che le iridi viola sprigionavano.
Francine, imperterrita, si avviò lentamente verso la culla verde e oro. Si affacciò e scrutò la piccola con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono. La piccola principessa sorrise e cercò di afferrare i boccoli chiari della fata. Quest’ultima si scostò con una smorfia, per poi riprendere il suo abituale sorriso mellifluo.
–Ma guarda, è una femminuccia! Una piccola damina, già così bella. Qual è il suo nome?- lesse l’incisione che scolpiva l’oro della culla. –Erzsébet? Le calza a pennello, ottima scelta. Ha i vostri stessi occhi, regina. Una principessa già tanto graziosa non necessita di doni, nevvero? Tuttavia avrei piacere nell’offrirle un piccolo regalo…- -No!- Rose si divincolò, e Liv la lasciò fare. Fece per scagliare un incantesimo contro la francese, ma si bloccò con il braccio a mezz’aria. Non riusciva a proseguire, era come se ci fosse una barriera invisibile che le impediva di lanciare anatemi contro Francine. Ed era proprio così, Lettore. I nobili sussultarono, e indietreggiarono di colpo, intuendo che stava per accadere qualcosa di spiacevole. Molto spiacevole. Il re cercò di alzarsi e di sguainare la sua spada, ma era come congelato. Poteva solo muovere gli occhi. La stessa cosa era capitata alla regina, che gemette terrorizzata, ma dalla gola non fuoriuscì alcun suono.
Francine ampliò il suo inquietante e ipnotico sorriso, e, con delicati movimenti del polso, disegnò nell’aria complicati ghirigori, servendosi del suo flauto fumante. Il suo sguardo rosso scuro viaggiò in fretta per tutto il salone, saettando, come in cerca di un’ispirazione. Si soffermò a scrutare le cucine, che si intravedevano da una porta socchiusa. Proprio in quel momento, la cuoca stava saltando delle verdure in una padella di rame annerita dalle bruciature. Francine tornò a puntare gli occhi sulla bimba.
Le volute di fumo, invece di dissolversi, si mossero e cominciarono a vorticare, dando origine a un forte vento che scompigliò i capelli e le gonne delle dame, e fece volare via i ventagli e qualche parrucchino; tuttavia non spense le fiamme magiche, anzi, le alimentò.
Le iridi della fata malvagia si dilatarono, e, quando pronunciò le seguenti parole, la sua voce si fece profonda, ipnotica.
-La principessa sarà bella, graziosa e gentile. Avrà un fine intelletto, sarà un’abile guerriera. Ma, prima che il sole tramonti sul giorno dei suoi sedici anni, toccherà una padella: sarà maledetta, e cadrà in un sonno simile alla morte, e il castello e la sua corte con lei. Nessun potere potrà mai sciogliere quest’anatema.-. Il vento cessò di colpo, e gli occhi di Francine tornarono normali – per quanto potessero definirsi normali. Tuttavia, la barriera che la proteggeva dalle altre fate persisteva, così come il blocco imposto ai sovrani. La fata malvagia si voltò verso i nobili e rivolse loro un ultimo sorriso falso. –Che la vostra vita sia prospera e gioiosa!-. Detto questo tirò una boccata dal flauto, schioccò le dita e, avvolta in una nuvola di fumo, scomparve mentre le sue ultime parole riecheggiavano nell’aria e le fiamme delle candele tornavano normali. Rose tentò invano di colpirla con un incantesimo prima che svanisse.
La regina, incurante dell’etichetta, scoppiò a piangere coprendosi il bel viso con le mani. Il re scattò in piedi, furibondo. –Toris! Eduard! Raivis!- gridò, facendo tremare le finestre e spezzando l’insostenibile silenzio che riempiva di vuoto la sala del trono. Tre paggi corsero fuori dalle cucine, dov’erano rimasti ad aiutare i cuochi. Erano visibilmente intimiditi dal re, non l’avevano mai visto tanto arrabbiato.
–Io, re Daniel il Giusto, proclamo che da oggi ogni singola padella del regno sarà dichiarata proprietà illecita e dovrà essere recata nell’antica segreta del castello entro sessanta giorni. Ogni suddito consapevole di questo bando in possesso di tali oggetti entro il tempo limite verrà punito con la segregazione a vita. Questo è tutto. Portate l’editto alla squadra di banditori, diffondetelo in tutto il regno, con ogni mezzo possibile.-. Il paggio più giovane, Raivis, scrisse in fretta il bando su un foglio di pergamena, bucandolo svariate volte per la foga. –Agli ordini V-vostra Maestà…- mormorarono in coro, per poi scappare fuori dalla sala del trono. La regina Angyalka nascose la testa nel petto del re, in cerca di conforto. Il consorte le accarezzò i capelli con fare protettivo e lanciò un’occhiata alle tre fate, che sapeva di rimorso, tristezza, paura.
La fata più giovane fece un passo avanti. –Io non ho ancora offerto il mio dono alla piccola.- la regina alzò la testa e la guardò con occhi lucidi e pieni di speranza. Il re scosse la testa. –Nessuno potrà sciogliere l’incantesimo...- ma la fata lo ignorò e si affacciò alla culla. Si portò l’indice alla bocca e lo morse – con quei canini che sembravano così adatti a mordere – facendone uscire una perla vermiglia. Stese la mano sopra la culla e proclamò: -Prima che il sole cali sul giorno del suo sedicesimo compleanno, la principessa toccherà una padella: sarà maledetta, e cadrà in un sonno profondo simile alla morte, e tutta la sua corte con lei. Ma- e qui i suoi occhi risplendettero di un viola intenso, e una minuscola fiamma di un viola identico stava consumando la goccia di sangue, appesa tremolante al dito della fata –la maledizione sarà spezzata, contro ogni previsione, dal bacio del Vero Amore.-. La sua voce era vibrante, ipnotica, così diversa eppure così simile a quella di Francine. –Tante pedine nel gioco contorto, tanti destini intrecciati d’accordo- cantilenò, lasciando ricadere la testa da un lato. –Puro, come un sorriso lucente; Nobile, di fatto e di cuore; Impavido, coraggioso e salvatore- continuò, concludendo la frase in un sussurro.
La sua mano tremò visibilmente. La goccia di sangue si staccò mollemente dall’indice della fata ma, prima che potesse toccare Erzsébet, bruciò nell’aria in una vampata viola poco sopra al nasino della piccola, che emise un gridolino di sorpresa. La fata fece appena in tempo a mormorare “principessa Erzsébet, figlia di re Daniel il Giusto, accetta questo dono da Dana di Transilvania” che cadde all’indietro, priva di sensi. Con un movimento tanto fulmineo quanto inaspettato, Liv delle Terre Norrene scattò verso Dana e la prese poco prima che toccasse terra. Alzò lo sguardo freddo verso i sovrani e poi verso Rose, facendole un cenno con il capo.
–Perché l’ha fatto?- imprecò la fata verde, accostandosi a Dana e sfiorandole la fronte con la mano. –Le contromaledizioni le fanno sempre questo effetto… non le aveva ancora perfezionate… le avevo detto di non…- -Nessuno aveva previsto l’arrivo di Francine, Rose. Ha fatto la cosa giusta- la interruppe Liv, con la sua voce avvolgente. –Avrei dovuto aspettarmelo io. Quella rana velenosa ha sempre avuto quel suo ridicolo orgoglio e quella sua smania di primeggiare- mormorò Rose. Poi guardò il re e la regina. –Voglio che sappiate che veglieremo sempre sulla principessa. Saremo al fianco del suo vero amore quando sarà il momento, per aiutarlo a raggiungerla. Non temete, noi ci saremo.-. I due sovrani annuirono, con sguardo riconoscente.
Le fate rivolsero loro un’ultima riverenza, Rose agitò la bacchetta e scomparvero.


Angolo dei pomodori lunatici
Hola! ^^
E finalmente è arrivata Malefica! Come si può dedurre dal suo aspetto (come no), è 2p!Fem!Francia... ehm... già.
Per il ruolo di Malefica tentennavo fra lei e Fem!Russia (o magari 2p!Fem!Russia che ci ho pensato proprio adesso a dir il vero), ma siccome mi devo complicare la vita a forza di scegliere personaggi improponibili, questo è il risultato ^^"
Devo dire la verità, non sapevo proprio come caratterizzarla. Sarebbe la versione più oscura di Fem!Francia, però non è una sciattona come 2p!Francia, anzi... è anche fin troppo eccentrica. E siccome adoro i personaggi eccentrici, non ho potuto non inserirla :3
Il liquido schiumante e dorato è lo champagne, ahah, visto che Fem!Francia gira con una bottiglia di vino perché no? :3
Vorrei ringraziare Tay66, Generale Capo di Urano e Princess Vanilla per aver recensito così gentilmente lo scorso capitolo!
Un ringraziamento di tutto cuore va anche a chi ha messo la storia tra le seguite/ricordate, e a te, Lettore silenzioso, che sei giunto fin qui ^^
E ora un piccolo sondaggio! Quale di questi nomi è il più adatto per Fem!Romania?
-Dana;
-Adeliana (proposto da Tay66);
-Tara (proposto da Princess Vanilla);
-Dalia (proposto da una mia amica);
-Xenia (proposto da una mia amica).
Fatemi sapere tramite recensioni o messaggio privato, grazie! ^^
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Adios, churros y besos,
Tsukiakari
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: HabbyandTsukiakari