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Autore: Dragon gio    27/07/2015    0 recensioni
Una breve storia che narra di come Sai, dopo la grande 4 guerra, abbia compiuto un enorme sacrificio in nome dell'amicizia che lo lega a Naruto e Sakura. Il Team 7 come non lo avete mai letto, potrà mai nascere una sincera amicizia fra Sasuke e il suo "sostituto"? Questa fiction non tratterà di coppie e non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Team 7
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Part 3
Part. 3#
 
 
Di quanto era accaduto fra Kakashi e Sasuke, non ne fece parola nessuno, nemmeno l’Hokage venne messa al corrente di tale sfuriata da parte del recluso. Secondo Yamato, raccontare quei fatti sarebbe stato solo deleterio, più che per Sasuke per i poveri Naruto e Sakura, che già si stavano penando per Sai. Non era giusto dargli altri pensieri, non ora almeno. Kakashi aveva accolto la richiesta del compagno, sebbene riluttante in un primo momento. Cambiò idea quando, spiando silente la camera di Sai, vide Naruto che stava in piedi di fianco al letto dell’amico, mentre Sakura stava usando il chakra curativo per velocizzare la guarigione delle gambe rotte.
“Fa tanto male, Sai?”
“Tranquillo Naruto, ho sopportato di peggio…”
“Resisti Sai, ho quasi finito!”
“Ok…”
Sebbene cercasse di nasconderlo, era evidente che stesse soffrendo come un cane. Naruto stringeva nervosamente le lenzuola, con esitazione muoveva una mano verso quella fasciata di Sai, forse per posargliela sopra. Ma poi si ritraeva, scioccamente imbarazzato al pensiero di donare un gesto di conforto al compagno sofferente.
Kakashi si ritrovò a pensare che i suoi allievi erano proprio degli stupidi orgogliosi, tutti, nessuno escluso. Yamato aveva ragione, non era il caso di metterli al corrente della litigata con Sasuke.
 
 
I giorni avevano ripreso a scivolare via con inerzia per Sasuke, vuoti, monotoni. Ma in quel lasso di tempo un pensiero fisso lo aveva tormentato: perché quel tizio, Sai, si era fatto massacrare per lui?
Non si dava pace, più se lo domandava e più aveva voglia di comprendere il motivo per cui aveva agito così. Si sentì un vero idiota, quando domandò ad uno degli Anbu di poter vedere Kakashi. Ma non poteva farne a meno, aveva bisogno di sapere, di capire, ora più che mai.
 
L’incontro fra i due fu rapido e di poche parole, Sasuke indolente espresse il desiderio di vedere Sai e Kakashi semplicemente, acconsentì senza porre ulteriori domande.
Lo condusse personalmente in ospedale, scortato dai soliti Anbu, ma per evitare occhi indiscreti attesero che si fece buio. Sgusciarono nella stanza mimetizzandosi, dissimulando la propria presenza agli occhi del mondo intero. Sai dormiva, sereno e quieto, non si era ancora accorto di nulla.
Il copia ninja fece cenno alla squadra Anbu che potevano ritirarsi, mentre lui, ovviamente, sarebbe rimasto. Sasuke fece per fare un passo in avanti, ma la mano di Kakashi lo bloccò.
“Aspetta, lo sveglio io! L’ultima cosa che vogliamo è fargli venire un infarto nel trovarsi davanti la tua espressione agghiacciante…” Sasuke lo osservò stranito e, diciamolo, un poco incazzato per tale affermazione.
Attese che l’Hatake fece ridestare Sai, che non appena iniziò a connettere i neuroni per poco non gli cascò la mascella tanto la spalancò nel vedere Sasuke Uchiha ai piedi del letto.
“Sasuke-kun… ma cosa?”
“Perdonaci Sai, per essere piombati qui a quest’ora della notte! Ma Sasuke, voleva vederti…”
Con un gesto di stizza, Sasuke si avvicinò e, senza che gli fu chiesto, si sedette sul materasso, con le braccia incrociate al petto e un espressione truce in viso.
“Dimmi perché…”
“Perché… che cosa, Sasuke-kun?”
“Non fare il finto tonto, hai capito benissimo!”
Sai rimase a boccheggiare, guardando prima Sasuke e poi rivolgendosi a Kakashi. Sorridendo falsamente, in maniera confusa.
“Kakashi sensei, ma Sasuke-kun sta bene?”
“Non ignorarmi, pittoruncolo da quattro soldi! Voglio sapere perché ti sei fatto maciullare le ossa! E’ per colpa mia? Che cazzo credevi di dimostrare?! Non ti ho chiesto niente, manco mi conosci, non mi stai nemmeno simpatico, accidenti!”
Il giovane pittore rimase silente, ascoltando attentamente lo sfogo isterico di Sasuke. Tuttavia continuando a sentirsi sempre più spaesato.
“Kakashi sensei, no sul serio… ma Sasuke-kun sta bene?”
Sasuke stava per dare di matto, come dimostrava il suo volto sfigurato dalla rabbia. Sebbene sapesse bene che Sai rischiava di rimetterci la pelle, Kakashi non se la sentì di intervenire. La scena era troppo comica perché degenerasse in qualcosa di violento.
“Ma ci sei o ci fai?! Kami, perché?! Perché tutti quelli che incrocio sul mio cammino sono dei tali spostati mentali?!”
“Da che pulpito…”
“Taci! O ti rompo personalmente qualche altro osso!”
“Mi spiace Sasuke, ma non vi sono altre ossa che tu possa rompermi! Mi hanno già fatto a pezzi tutte le ossa possibili, anche le dita delle mani…”
Sasuke gemette, impossibilitato nel replicare decentemente dopo che Sai, con un assurdo sorriso stampato in faccia, gli aveva detto una simile atrocità con tanta leggerezza.
“Perché sorridi? Cosa sei, un masochista?!”
“No, non direi! Non traggo alcun piacere, nel provare dolore…”
“E allora perché?! Perché lo hai fatto, dimmelo!”
Sai sbatté gli occhi un infinità di volte, volse lo sguardo al soffitto, rilassando poi le labbra screpolate prima di aprire di nuovo bocca.
“Perché tu, nonostante non mi piaccia neanche un po’, sei un mio compagno! Era la cosa giusta da fare…”
Questa volta, il sorriso che gli donò, era sincero. Fottutamente sincero, era così puro che Sasuke si sentì quasi ferito da cotanta sincerità gratuita.
“Sei proprio… un cretino, tale e quale a Naruto…” Dopo tanto tempo, Sasuke Uchiha chinò il capo, sconfitto. Non riusciva a sostenere oltre lo sguardo di Sai. Faceva male, troppo male. Le viscere gli si stavano contorcendo dolorosamente, era insopportabile, davvero.
La mano che gentilmente si posò sulla sua spalla, fu l’unico balsamo quella notte per Sasuke. Quando si girò e vide Kakashi, che gli sorrideva a sua volta, provò uno strano calore.
Un effimera emozione, che però non lo abbandonò nemmeno quando se ne andò dall’ospedale, o quando si mise a letto. I sorrisi di Sai e Kakashi, non lo abbandonarono per diversi giorni. Sì, facevano davvero un male del diavolo.
 
 
Quando Naruto li vide assieme, per poco non svenne. Rimase sulla soglia della porta, la busta della spesa gli cadde a terra, emettendo un suono sordo quando le mele rotolarono sul pavimento liscio.
Un dito tremante si alzò, indicando i due individui in questione che, non appena si accorsero della faccia da idiota che aveva, si presero la briga di tranquillizzarlo.
“Dobe, se non chiudi la bocca ti entreranno le mosche!”
“Sasuke ha ragione! E poi, hai fatto cadere le mele che mi avevi portato, spero non si siano ammaccate troppo!”
Le pupille cerulee di Naruto vagarono impazzite, finendo quasi fuori dalle orbite oculari per lo shock.
“Ma… ma… ma che diavolo succede qui?!”
“Ehilà, buongiorno a tutti!” Kakashi fece il suo ingresso, ignorando allegramente il povero Naruto che ancora si agitava in preda al panico. Un piede calciò una mela, solo allora si accorse del macello fatto dal suo allievo.
“Naruto, stai più attento! Hai rovinato queste belle mele…”
“La volete finire tutti di preoccuparvi delle mele?! Piuttosto, sensei ma che diavolo ci fa qui Sasuke?! Non mi dica che è fuggito?! E’ nei guai, non è vero?!”
“Ma cosa dici, Dobe! Sono piantonato giorno e notte da una squadra Anbu, per non parlare di Kakashi-impiccione-sensei che mi accompagna ovunque!”
“Dai Sasuke, non ti lamentare! Poteva andarti peggio! E comunque non è vero che sono un impiccione, non mi paragonare a quei tizi! Io non ti seguo anche in bagno!” I tizi tossicchiarono, sentendosi chiamati in causa. Solo allora Naruto si accorse che la stanza, era praticamente accerchiata dagli Anbu.
“La prego, non me lo ricordi… è già abbastanza imbarazzante doversi lavare con i loro occhi puntati addosso, si figuri quando devo andare in bagno!”
“Ritieniti fortunato Sasuke, sono io quello messo peggio…”
“Come no!”
“Quando avrai un catetere ficcato nei paesi bassi ne riparleremo!”
“Ok, non dico più niente! E non raccontarmi i dettagli, ti supplico!”
Naruto si sentiva estraniato, davvero, non ci capiva più niente. Da quando Sasuke e Sai parlavano come se fossero amici di vecchia data? Da quando aveva il permesso per uscire? Ma soprattutto, da quando nessuno lo metteva più al corrente di simili novità?!
“Kakashi sensei… non sto sognando, vero?”
Kakashi comprese perfettamente il suo sgomento, si intenerì nel vedere la sua espressione a metà fra lo stupore e le lacrime. Fu solo un attimo, ma riuscì a scorgere quei due meravigliosi occhi azzurro cielo inumidirsi.
“Sono felice… sensei, sono davvero felice!”
“Anche io, Naruto…”
 
 
“Forza Sai, prova a fare un passo! Solo uno! Puoi farcela, ‘tebayo! Io credo in te!”
“Ci provo…”
Erano ore che ci provavano, senza successo. Nonostante gli incoraggiamenti di Sakura, il ridicolo tifo da stadio di Naruto, era evidente che le gambe di Sai ancora non lo reggessero.
Sasuke sbuffò, stanco di assistere a questo calvario, perché diavolo non lo lasciavano in pace? Non avrebbe combinato nulla quel giorno, era già stata una sofferenza il solo poggiare un piede in avanti e far bilanciare il peso corporeo su esso.
Scocciato all’ennesima potenza, si alzò di scatto percorrendo a grandi falcate la strada che lo divideva da Sai e le parallele su cui si teneva in precario equilibrio.
“Adesso basta, non vedete che non ce la fa?!” esasperato, più dello stesso Sai, era corso al suo fianco per sostenerlo dato che barcollava.
“Nah, Sasuke che dici?! Sono certo che Sai stava per fare un passo, lo so!”
“Taci, Dobe! L’unico passo che avrebbe fatto, era quello verso il pavimento!”
“Lo sapevo, è ancora presto…” sussurrò Sakura afflitta. Aveva fatto sedere Sai e lo stava rinvigorendo con il suo chakra curativo.
“Perdonami, non avrei dovuto incoraggiarti a provarci…”
“Ma no Sakura, sono io che l’ho voluto! Sono così stanco di passare le giornate seduto a letto che non vedevo l’ora di rimettermi in piedi!”
Nessuno lo aveva biasimato per questo, erano passati circa otto mesi da quando lo avevano ricoverato, con la maggior parte delle ossa del corpo in frantumi. Le gambe, in particolare, erano quelle messe peggio dato che vi erano almeno quattro-cinque punti, ciascuna, in cui erano state spezzate.
Avevano dovuto operarlo altre volte per rimetterlo totalmente in sesto, ed ora, finalmente, aveva iniziato la fisioterapia.
“Dai, ora torniamo in camera, devi riposare!”
I tre ragazzi rientrarono in stanza, Sasuke e Naruto aiutarono Sai a rimettersi a letto per poi uscire tutti per permettergli di fare un sonnellino. Non era più abituato a muoversi e quindi, si stancava rapidamente, gli ci sarebbe voluto molto tempo prima di recuperare la forma fisica di uno shinobi del suo livello.
  
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