Centodiciannove
I kept my faith, I still believe
Ho
mantenuto la mia fede, credo ancora
Then
one fateful night changed our lives and made a memory
Poi una notte fatale ha cambiato le nostre vite ed è diventata un ricordo
(Prima Parte)
There's something about you
I
want to rescue
I don't even know you
So what does that
mean?
Maybe I'm cynical
I'm painfully logical
You're
tragic and beautiful
And that's good enough for me
You're
looking for a hero
But it's just my old
tattoo
Tonight I swear I'd sell my soul
To be a hero for you
C'è qualcosa di te
Che voglio salvare
Non ti conosco neanche
Quindi cosa significa questo?
Forse sono cinico
Dolorosamente logico
Tu sei tragica e bellissima
E questo è abbastanza per me
Tu cerchi un eroe
Ma è solo il mio vecchio tatuaggio
Stanotte giuro che venderei la mia anima
Per essere un eroe per te
(Superman Tonight, Bon Jovi)
-Aljonka,
tienilo lontano da loro, ti prego. Ti
prego. Non perché
ad averne la possibilità non li ammazzerei anch'io, ma perché,
sai com'è... È
il mio matrimonio. E loro
sarebbero i fratelli di mia moglie-
-Sicuro di non poterli
ammazzare? Pensaci, una cosa veloce prima della cerimonia... Io dirò
che sei stato tutto il tempo con me a confezionare le
bomboniere-
-Oh, ma perché sei inutile come Lev? Siete
così insopportabilmente identici, perché vi siete
sposati? Non le abbiamo neanche, le bomboniere! E no, purtroppo non
posso davvero ammazzarli-
-Ma perché no? Davvero, ti
aiuto io!-
-Sai cosa stavo pensando, Al? Tu e Lev non siete
parenti di Zinaida. Quindi, tutt'al più, potrei ammazzare voi
due-
-Lev non ti conviene, è il tuo testimone. Me sì,
anche se sarebbe uno spreco, sono di gran lunga troppo giovane e
bella per morire. E se lo facessi Lev ucciderebbe te, te l'assicuro.
Ma nessuno ucciderebbe lui. Perché
lui è il mio eroe-
-Uno
spreco di spazio e di ossigeno,
ecco cosa sei. Al tuo posto al tavolo avrei potuto metterci un bel
portatovaglioli, o, che ne so, perfino un vassoio di bomboniere,
perché anche se Lev dice che mordono magari sarebbero carine,
e invece no, dobbiamo tenerci la pattinatrice megalomane che potrebbe
soffocare qualche invitato con un colpo di capelli. Ma perché
Lev non ti chiude in un armadio, eh?-
-Perché gli
stropiccerei le camicie, suppongo-
La cosa più bella del
parlare con Aljona era che arrivava sempre un momento del loro
discorso in cui Nikolaj realizzava che non era sua moglie, non
vivevano insieme e non erano nemmeno parenti.
Allora il sollievo
era così grande che l'avrebbe perfino abbracciata.
In
altri momenti, invece, purtroppo tendeva ad adorarla.
Ma per
fortuna non duravano mai troppo a lungo.
-Terrò la mia
adorata stellina lontana dagli Jusupov, va bene! Stai
tranquillo-
-La tua
adorata stellina
sarebbe...-
-Levočka-
-Levočka,
certo-
Eccolo, quel momento.
Quella splendida certezza.
Non
era lui il marito di quella fuori di testa!
Non era lui ad
essere chiamato "adorata stellina"!
-Kolja,
perché sorridi così? Anche Zinaida ti chiama
così?-
-No! Sai come mi chiama Zinaida?
Nikolen'ka!-
-Tutti
ti chiamano Nikolen'ka- sbuffò Aljona, delusa.
-Appunto!
Appunto! Zinaida è
una persona normale!-
-Come
te, eh? Già,
proprio come te-
Nikolaj
non colse il motivo del sarcasmo di Aljona, ma forse per una volta
poteva anche soprassedere.
-Quel
ragazzo è un po' isterico, eh. Dovrebbe tranquillizzarsi-
commentò Aljona quando vide Lev, poco dopo.
La sua
adorata stellina era stata seduta sui gradini di casa di Nikolaj a
fumare fino a quel momento, aspettando il loro ritorno.
Kolja
aveva rapito sua moglie per parlarle di chissà che cosa e
gliel'aveva restituita ancora più radiosa, mentre lui era
ancora più nervoso.
Lev scosse la testa e pensò,
con distacco e superiorità, a quanto fossero strani gli
uomini.
-Oh, non dargli retta. Andrebbe nel panico, senza di
noi. Sarebbe completamente
perso-
-Si preoccupa
troppo, te lo dico io. Teme che tu potresti menare Iosif e Feliks
Jusupov durante la cerimonia-
-Che sciocco. Potrei farlo con
molta più calma sia prima che dopo. Perché mai dovrei
rovinargli il matrimonio? Il matrimonio è sacro. Gli
invitati, e in particolare i fratelli della sposa, no-
I
contrasti fra Lev e Iosif e Feliks Jusupov erano cominciati tre anni
prima.
Iosif aveva insultato Aljona e le aveva tirato uno
schiaffo, e questo aveva dato a Lev l'ispirazione per scaraventarlo
ad Omsk con un pugno.
Feliks invece aveva mancato di rispetto a
Sof'ja, ridendo in faccia a Lev quando gli aveva riferito, su
preghiera della piccola Gončarova, che Sonja era innamorata di
lui.
A sentire Jusupov Sonja era "troppo
piccola e non abbastanza figa",
ma Lev era abbastanza arrabbiato da deviargli il setto nasale e
Feliks era stato abbastanza prudente da non replicare.
Zinaida
era la sesta di nove figli, e due dei suoi tre fratelli minori erano
stati abbondantemente picchiati da Lev.
Si sperava che il numero
non aumentasse, soprattutto non il giorno del matrimonio.
Aljona
però era particolarmente brava a distrarre le persone, e aveva
un talento tutto speciale nel distrarre suo marito.
Nikolaj si
fidava del suo angelo custode e, detto fra noi, non avrebbe
sostituito quella pattinatrice megalomane con nessun portatovaglioli
o vassoio di bomboniere, né il giorno del matrimonio né
mai.
Setlist:
Ty
znaesh, Burito i Yolka
Serdtse iz stekla, Valeriya i Ruslan
Alehno
Ne zabyt', Ruslan Alehno
Lyubimaya, Ruslan Alehno
S
pervogo vzglyada, Ani Lorak
Obnimi menya, Ani Lorak
Zerkala,
Ani Lorak i Grigorij Leps
Try zvichnikh slova, Ani Lorak
-Pensi
che Anatol' accetterà di suonare quelle canzoni?- sussurrò
Zinaida, lasciandosi ricadere sulla spalla destra la treccia appena
fatta.
-Se glielo chiede Aljona ci suona anche la marcia dei
pinguini, credimi. Quella creaturina diabolica ha un potere sugli
uomini assolutamente inspiegabile, ma devastante-
Per un
attimo la ballerina si chiese in cosa consistesse esattamente la
marcia dei pinguini, ma non le sembrava il caso di indagare proprio
in quel momento.
-E tu ne sai qualcosa, vero?- sorrise invece,
tirandogli una lieve gomitata.
-Io? Io non sono un uomo, per
lei-
-E cosa saresti, scusa?-
-Ma niente in particolare,
solo Nikolaj-
-E non sei un uomo?-
-No, davvero, me l'ha
detto lei! Mi vuole bene, tantissimo, ma non mi considera un uomo.
Non è che non mi considera come
uomo. Non mi considera proprio un
uomo. Sono solo Nikolaj. Non me la devo prendere. In fondo mi vuole
bene!-
-Ammetterai che è un po' inquietante- commentò
la ragazza, che aveva sempre associato la piccola Aljona
Dostoevskaja, la sorellina buona, bionda, gentile e sorridente di
Ekaterina ai concetti stessi di purezza ed innocenza.
-Ma
lyubimaya,
è Aljonka. O ci abituiamo, o la sopprimiamo. E per quanto
abbia accarezzato diverse volte il pensiero di sopprimerla, sai
perché non posso farlo?
Perché è Aljonka.
E purtroppo le voglio bene anch'io-
-Beh, in fondo è una
brava ragazza-
-Ragazza?
Vorresti farmi credere che quella creatura è una ragazza? Una
donna? Un essere umano?
Ma per favore! Perché credi che Fedja e Lev abbiamo appeso una
targhetta con scritto "Attenti
alla pattinatrice" oltre
a quella con "Attenti
al corvo" sulla
porta di casa?-
-Non sono stati molto carini...-
-Milaya
moya, loro quella
creatura ce l'hanno in
casa giorno e notte! Ti rendi conto di che trauma deve essere? Ogni
mattina Lev ha le occhiaie,
Aljona lo tiene sveglio per tutta la notte...-
-Sì,
beh, ora non dirmi che per lui è un problema... Ha uno sguardo
talmente sognante, quando è con lei!-
-Ma
lei non lo lascia dormire!-
-Ma
si amano,
Kolja! Quando ami qualcuno
così tanto non puoi sempre dormire!-
-Zinaida,
stai cercando di farmi educazione sessuale?
Alla mia età?-
-Perché,
quanti anni hai?-
-Ventisette e tre mesi-
-Fantastico...-
-No,
non puoi prendermi in giro anche tu!-
-Giuro che non ti stavo
prendendo in giro!-
Per quanto avesse giurato, però,
Zinaida non riuscì a trattenersi dal ridere, e Nikolaj
incrociò le braccia al petto e la guardò di sbieco, con
l'espressione più imbronciata di cui fosse capace.
-Ma
guardati, Kolja! Non puoi
avere ventisette anni e
tre mesi!-
-E perché, di grazia, quel bastardo di Lev,
che ne ha ventisei, può fare il cretino quanto gli pare, e per
Aljonka rimane sempre uno strafigo?-
-Beh, sai com'è, il
concetto di strafigo può variare...-
-Spero che il tuo
coincida con il sottoscritto, altrimenti dovrai variare anche il tuo
futuro marito-
-Mettiamola così. Lev è uno
strafigo. Tu sei il più bel ragazzo di Novosibirsk-
-Mi
stai ancora prendendo
in giro!-
-Ti assicuro di no!-
-Ancora peggio! Stai
diventando come loro!-
-No, Kolja. Sei tu che sei come loro, ma
non riesci ancora ad accettarlo. Non preoccuparti, tesoro.
C'è tempo-
-Cosa...-
-Stai
zitto. Tranquillo. Ma stai
zitto-
Kolja non era
sicuro di poter stare tranquillo, ma quando Zinaida lo baciò
cominciò a valutare seriamente la possibilità di stare
zitto.
-Tu non hai mai voluto essere una persona normale,
Kolja... E non ne saresti
nemmeno capace.
Altrimenti non li adoreresti così tanto... E io non amerei te
così tanto-
-Così
tanto?-
-Già,
così tanto. E
ti ricordi quella storia del destino, delle possibilità...
Siamo stati bravi, no? Perché tu, beh, tu credevi di non saper
dire, io temevo di non poter sperare... E alla fine ci abbiamo
provato lo stesso, tu a trovare le parole e io a trovare il coraggio.
E adesso stiamo perfino provando a sposarci!-
-Beh, non per
dire, ma io vorrei riuscirci...- protestò Nikolaj, e Zinaida
alzò gli occhi al cielo.
-Io no, solo che domani non ho
niente da fare-
-No, non dirlo! Mi fai ricordare quanto sono
stato cretino...-
-Carino, Kolja. Si dice carino, non cretino.
Perché non vuoi ricordarti quanto sei stato carino, dolcissimo
e adorabile quel giorno?-
-Perché avrei voluto chiederti
di sposarmi!-
-E non l'hai fatto? Io ho accettato!-
-Tu hai
accettato, ma io sono
stupido,
capisci?-
-Capisco, ma ti ho già detto che per me non è
un problema-
-Allora te lo vuoi proprio ricordare? E va bene,
ricordiamocelo. L'hai
voluto tu-
I
ain't the hero who gets the girl, but if I had my chance to save the
world
I won't blow it now
Non sono l'eroe che conquista la ragazza, ma se avessi la mia possibilità di salvare il mondo
Non la sprecherei adesso
(Fields Of Fire, Bon Jovi)
[...]
I went to see the preacher to
teach me how to pray
He looked at me and smiled
Then that
preacher turned away
He said: -If you want to tell him
something
You ain't gotta fold your hands
Say it with
your heart, your soul and believe it
And I'd say "Amen"-
Sono andato dal sacerdote perché mi insegnasse come pregare
Lui mi ha guardato e ha sorriso
Poi si è voltato dall'altra parte
Ha detto: -Se vuoi dire qualcosa a Dio
Non devi giungere le mani
Dillo con il cuore, con l'anima e credici
E io dirò "Amen"-
(Bang A Drum, Jon Bon Jovi)
Era
il 21 novembre 2016, poco più di tre mesi fa, e io e Kolja
eravamo seduti a un tavolino del Try vorony, il bar del nostro primo
appuntamento.
Appena fuori, su una delle panchine di pietra del
Lebedinoye Park, tre corvi, proprio tre, come quelli dipinti
sull'insegna del bar, ci avevano guardati ammiccando.
Temo che
non sia stata solo una mia sensazione.
Nikolen'ka era un pochino nervoso, con me è sempre un pochino nervoso, fin troppo cauto, eppure sempre febbrilmente emozionato.
Kolja
dice sempre che le uniche creature residenti a Nostal'hiya con più
manie di protagonismo di Lev sono i corvi, e l'ha ripetuto anche
quella volta, perché lui ha due cavalli di battaglia: Cosacchi
squartati o decapitati, russi o ucraini che fossero, e
corvi.
Perlomeno quel giorno aveva scelto il meno cruento.
Forse
perché voleva chiedermi di sposarlo.
Solo per questo.
E
perché vedere tre corvi sulla panchina di fronte al bar dove
aveva intenzione di chiedermelo era sempre meno inquietante di vedere
tre Cosacchi.
Ma lui è sempre stato, per quanto
rigorosamente a sua insaputa, una di quelle poche persone che
incutono rispetto e soggezione qualsiasi cosa dicono, e che non ti
sogneresti mai di considerare stupide o inopportune.
E poi,
diciamocelo, era davvero troppo bello perché io potessi non
ascoltarlo con quell'aria incantata, e io sì che dovevo
sembrare stupida, altro che Niko.
Anche se forse, come spero,
lui non se n'era accorto, preso com'era dal commentare di che bel
contrasto fra nero e grigio fossero le penne di quei tre corvi,
mentre io annuivo come se commentare il piumaggio di volatili
dall'aria torva con il mio fidanzato fosse sempre stata la mia idea
di "appuntamento ideale".
Non ci potevo fare niente,
ero troppo innamorata di lui.
Ed ero, sono e sarò una
ragazza di Nostal'hiya, e le ragazze di Nostal'hiya, quelle normali,
quindi esclusa Aljona, sono cresciute sognando Nikolaj
Gončarov.
Perché davvero, lui era il massimo che si
potesse sognare, anche se era decisamente fuori dalla portata di
tutte noi.
Guardarlo passare era come guardare il poster di un
attore appeso in camera, il Paradiso perduto, proibito o forse
semplicemente impossibile, con la sola differenza che lui poteva
girarsi e scoprirti a fissarlo come una deficiente, mentre tu eri
così incantata e così deficiente che neanche ti
accorgevi che si era girato.
Io, in realtà, oltre che una
deficiente con una cotta per Nikolaj Gončarov, troppo bello e
troppo malinconico per qualsiasi ragazza esistente, ero e sono anche
una ballerina.
La seconda migliore ballerina di
Novosibirsk.
Quindi si presumeva che non passassi tutto il tempo
a pensare a Nikolaj Gončarov e a struggermi perché non
sarei mai uscita con lui, perché ero già abbastanza
impegnata.
Si presumeva anche che non impiegassi sempre tre ore
a mettere a posto le mie cose e uscire dagli spogliatoi
dell'Accademia di Danza, che nell'Accademia di Danza alla fine del
gennaio 2013 non si nascondesse Anastasija Nikolaevna
Rostova-Puškina, sovversiva politica appena evasa di prigione,
e che io non la incontrassi, rischiando che un infarto da shock
troncasse la mia carriera da seconda ballerina.
Suona abbastanza
improbabile, me ne rendo conto, ma noi Nostal'hičnyy abbiamo già
abbastanza problemi per preoccuparci anche di essere credibili.
Come
speravano di incontrare Nikolaj Gončarov, infatti, le ragazze di
Nostal'hiya, sempre esclusa Aljona, cercavano di evitare Lev
Puškin.
Se Kolja era il più bello -e in realtà
aveva anche altre qualità, ma non credo che in sua presenza ci
fosse molta gente in grado di pensare ad altro, o anche semplicemente
di pensare-, Lev era senza dubbio il più intelligente e il più
coraggioso, e secondo le informazioni che circolavano all'epoca,
ovvero esattamente quattro anni fa, anche il più
pericoloso.
Le ragazze di Nostal'hiya sono note per avere un
discreto carattere e i ragazzi di Nostal'hiya sono noti per essere
terribili, quindi capirete perché nessuna di noi morisse dalla
voglia di scambiare due parole con un terrorista appena uscito di
prigione.
Suvvia, potete davvero biasimarci?
Un conto è
il coraggio, un altro è l'incoscienza.
Lev assomigliava
spaventosamente a Jon Bon Jovi, ma se vivi nel quartiere di Nikolaj
Gončarov puoi tranquillamente fare a meno di Jon Bon
Jovi.
Aljona sostiene che siamo tutte delle cretine: è
sempre bello scambiare opinioni con lei.
A
quel punto, però, io dovevo assolutamente parlare con Lev,
perché ero l'unica a sapere dove si nascondesse sua madre, e
per quanto l'idea mi inquietasse era giusto così.
Non
sapevo se lui fosse davvero cattivo come dicevano, ma sua madre lo
adorava e lui adorava lei, aveva il diritto di sapere dove fosse
finita e io avevo il dovere di dirglielo, non potevo tirarmi
indietro.
Stavolta non era una questione di coraggio, ma di
coscienza, e Lev, prima di essere l'autore dell'attentato a Putin del
4 settembre 2006, era il figlio di Anastasija Rostova e Fëdor
Puškin.
Così "the fateful night that changed
our lives and made a memory", come dice Aljona citando
voi-sapete-chi, perché se conoscete Aljona dovete saperlo,
sono andata alla bancarella di caldarroste di Lev, che all'inizio mi
ha a malapena guardata, preso com'era dalle castagne e da
Aljona.
C'era anche Nikolaj con loro, stava fumando una
sigaretta, ma non mi sembrava il caso di avere crisi ormonali, anche
perché sono sempre stata una persona piuttosto posata, e poi
immagino sappiate tutti cos'è successo...
Ho detto a Lev
che sapevo dov'era Anastasija e lui ha cercato di strangolarmi.
Il
che, bisogna ammettere, adesso che posso scherzarci su, non ha
contribuito particolarmente a tranquillizzarmi riguardo alla sua
reputazione.
Sul serio, non credo di aver mai avuto dei veri
pregiudizi su di lui, anche se forse avrei preferito non incontrarlo
per strada, ma con la sua mano destra intorno alla gola qualche idea
personale riesci anche a fartela.
Tornando al presente, quattro
anni dopo quel giorno, non esito neanche un secondo a dire che io e
Lev siamo amici.
Adesso siamo amici.
In fondo alla fine non
mi ha strangolata, no?
Ed è davvero un bravo ragazzo.
Lo
giuro, non sono sotto "effetto Nikolaj Gončarov"
mentre dico queste cose.
Penso seriamente che Lev sia
fantastico, per quanto tuttora preferisca non avere troppi contatti
fisici con lui.
Potrebbe sempre cambiare idea.
Non credo di
aver mai conosciuto una persona intelligente quanto lui e che sapesse
tutte le cose che sa lui, ed è un ragazzo divertente, gli
brillano sempre gli occhi per qualcosa e trovo che sia veramente
ammirevole.
Da come si sentiva parlare di lui quattro anni fa ci
si sarebbe potuti aspettare un "dark hero" tormentato e
sempre cupo, ma Lev è la creatura più sorridente,
luminosa e limpida del mondo, e posso garantirvi che dopo di me non
ha più cercato di strangolare nessuno.
In effetti, però,
io non volevo parlare di Lev.
È colpa di Kolja, che parla
sempre di lui e Al, oltre che di corvi e Cosacchi, e io non l'ho
ancora sposato, lo farò domani, è un po' preoccupante
che abbia già cominciato a ragionare come lui.
Anche
perché è molto raro che lui ragioni.
Quella sera,
comunque, dopo l'arresto di Lev mi sono ritrovata a stringere la mano
di Nikolaj e lui a stringere la mia, ma vi giuro che è stata
la cosa meno romantica del mondo, dato che io avevo appena rischiato
di essere strangolata dal suo migliore amico e il suo migliore amico
era appena stato arrestato.
Io ero terrorizzata, ma lui era
devastato.
Ancora oggi non ricordo di aver mai visto niente di
più distrutto dei suoi occhi quella sera.
Era sbiancato,
svuotato da una luce che poteva esistere solo in presenza di Lev, e
vederlo così, quando solo poco prima, prima che io parlassi,
ero sicura che avesse sorriso, e nessuno che non l'abbia visto può
immaginare che sorriso meraviglioso ha lui, mi ha spaventata più
dell'eventualità di morire soffocata.
Tutti sapevano che
Nikolaj Gončarov e Lev Puškin erano come fratelli, ma
nessuno sapeva quanto dell'anima e della stessa vita di Kolja
dipendesse realmente da Lev.
Io ho cominciato a capirlo quella
sera.
Lui avrebbe voluto accompagnare a casa Aljona, che era
ancora lì con noi, ovviamente, ma quasi non fiatava, ma lei
l'ha ringraziato e ha detto che era meglio se accompagnasse me, lei
se la sarebbe cavata.
Kolja per un attimo mi è parso
ancora più perso, se solo fosse stato possibile, ma prima che
lei se ne andasse ha mormorato, con una voce tanto rotta da spezzare
il cuore, ma mai quanto il suo:
-Aljona, devi tornare... Devi
restare con lui-
Sembrava sul punto di scoppiare a piangere,
anche Aljona lo era, e io non sapevo cosa fare e cosa pensare, prima
mi si erano avvicinati in molti a chiedermi come stessi, se andasse
tutto bene, ma ora eravamo rimasti solo noi, anche se sembrava che
non fosse rimasto più niente, da quando che avevano portato
via Lev.
Non era rimasto più niente di Nikolaj e
Aljona.
Lei ha solo annuito, visibilmente scossa, allora non
poteva ancora capire pienamente le parole di Kolja, era solo l'inizio
anche per lei, ma avrei potuto giurare già quella sera che
quella ragazzina aveva già Lev nel profondo dell'anima, e non
l'avrebbe mai lasciato andare.
Troppo giovane, troppo
incosciente, tutto quello che volete, ed era decisamente troppo
presto, si conoscevano appena, anche se in realtà si
aspettavano a vicenda da sette anni...
Ma si amavano, ed era
l'unico amore della loro vita.
Sono ancora così, non
cambieranno mai.
Forse il resto del mondo sì, ma loro
no.
È probabile che Nikolaj mi abbia davvero accompagnata
a casa, quella sera, ma temo di ricordare poco o niente di quel
momento.
Solo che, da quel giorno, ho smesso di avere una cotta
per Nikolaj Gončarov e mi sono innamorata di lui.
Il giorno
in cui avrebbe voluto chiedermi di sposarlo -perché non l'ha
fatto, non sperateci, ci sono dovuta arrivare da sola-, appunto il 21
novembre 2016, poco più di tre mesi fa, quando ha smesso di
parlare di corvi, facendomi sospettare che quelle tre creature
inquietanti ci stessero ancora fissando da dietro la vetrata del bar,
Kolja mi ha chiesto cosa volessi ordinare.
Che ci crediate o no,
ai Try vorony fanno degli ottimi crackers al riso, anche se non sono
la cosa più russa in circolazione, quindi ho preso quelli con
una tazza di cioccolata alla nocciola.
Kolja invece ha preso un
thè al gelsomino con un piattino di biscotti al latte, e
mentre li aspettavamo mi ha preso una mano sopra il tavolo, l'ha
accarezzata dolcemente e ha scosso la testa, dapprima sorridendo, poi
con uno sguardo semplicemente terrorizzato.
Un attimo dopo mi ha
fatto la fatidica domanda.
-Hai visto dei merli,
ultimamente?-
-Dei merli?-
-Sì, sono dolcissimi, non
trovi? Io ne ho visto uno proprio stamattina, quando sono uscito di
casa, stupendo... No, no, no-
-Non l'hai visto?-
-No, non è
questo, certo che l'ho visto, solo che... Tu cosa fai
domani?-
-Domani? Beh, vado in Accademia, come al solito, e
poi... Esco, sempre come al solito, e... Torno a casa,
credo-
-Fantastico. E nei prossimi giorni? Fra un paio di
mesi?-
-Non... Non lo so...-
-Bene. Se non hai altri
impegni, cioè, in un giorno in cui non hai altri impegni,
ovviamente, potremmo, se ti va...-
-Sì?-
-Io e
te...-
-Sì...-
-Hai presente, no?-
-Veramente
no...-
-Ecco, aspetta, come diavolo si dice, l'ha fatto anche
Lev... Sposarti. Potresti sposarti. Con me. Potremmo sposarci io e
te, insieme. Contemporaneamente. Cioè, insieme, l'ho già
detto. Potresti sposarmi. Quando sei libera, s'intende... Se hai
tempo. E se vuoi, si capisce! Hai... Hai capito?-
-Cosa?-
-Non
lo so...-
-Vuoi che ti sposi? Vuoi che ci sposiamo? Vuoi
sposarmi?-
-Ecco, sì, una delle tre cose-
-Oh... Sì,
certo, capisco-
-Perfetto. Perfetto. Perfetto. E... Ehm... Hai
risposto? Cioè, cos'hai risposto? Se hai risposto. Se vuoi
rispondermi. Khristos, non riesco a stare zitto...-
-Una
cioccolata alla nocciola con crackers al riso e un thè al
gelsomino con biscotti al latte. Ecco a voi-
Una cameriera
giovane e bionda dall'aria sognante ha posato le nostre ordinazioni
sul tavolo e ha fatto in modo di sfiorare una mano a Nikolaj, che ha
sussultato nemmeno fosse stato beccato da un corvo.
Ve l'ho
detto, i corvi sono ovunque.
Sono loro i veri padroni di
Nostal'hiya.
Tremate.
Sto diventando cretina quanto Kolja,
avrei dovuto aspettarmelo.
-No, no, no...- ha ripetuto Kolja,
alzandosi di scatto.
-È evidente che non mi sposerà,
sono troppo stupido, perché gliel'ho chiesto? Masochismo,
autolesionismo...-
Ha estratto il cellulare da una tasca dei
jeans, guardando la foto che aveva messo come sfondo di recente,
ovviamente di lui e Lev insieme, e ha sorriso, scuotendo la testa,
con la tenerezza di chi vede un pulcino di corvo appena uscito
dall'uovo.
-Ma da quanti anni è che Lev non si taglia i
capelli? Gli arrivano alle spalle, ormai... Vuole sfidare Aljonka,
quel disgraziato?-
-Aljonka non la raggiunge nessuno,
tranquillo...- ho sospirato io, e lui ha annuito, piuttosto
convinto.
Per Kolja il concetto "smettere di parlare di
Lev" equivaleva senza esagerazioni a quello di "smettere di
respirare".
Avrebbero potuto legarlo, imbavagliarlo e
sospenderlo nel vuoto a trenta metri di altezza, e lui avrebbe
comunque trovato il fiato per sussurrare il suo nome.
Lev.
Quando
si valica il confine fra amicizia e ossessione...
Dunque,
avevamo cominciato parlando di corvi, poi eravamo passati ai merli,
dopo mi aveva in qualche modo chiesto di sposarlo, mi aveva impedito
di rispondergli, e ora eravamo arrivati all'argomento più
atteso e scottante della giornata.
I capelli di Lev.
-Kolja,
potresti... Tornare qui? Con me? A sederti? Così ti do un
parere più approfondito sulla lunghezza dei capelli di
Lev?-
-Quindi non mi sposi?-
-No... No, Khristos, certo che
ti sposo! Ma tu... Sei andato via...-
-Via? Sono qui! Stavo
solo... Non è colpa mia se appena accendo il cellulare vedo
Lev!-
Per
non vederlo, in realtà, gli sarebbe bastato cambiare sfondo,
ma una simile verità avrebbe potuto traumatizzarlo a
vita.
-Kolja, tu Lev lo vedi anche quando non c'è.
Sempre. Ovunque-
-E... A te da fastidio?-
-Lui
personalmente no, anche perché non sa di esserci... E non c'è
veramente-
-E allora non mi sposi?-
-Vieni a sederti, ti
prego, non capisco cosa stai dicendo...-
-Sposi me, Lev o
nessuno dei due?-
-Lev è già sposato...-
-Quindi
sposi me perché non hai altra scelta?!-
-Potrei anche
scegliere di non sposarti... Ma se torni qui magari riesco ad
accettare ufficialmente!-
-Accettare? Hai detto
accettare?-
Kolja è tornato a sedersi, sì.
Mi
ha preso di nuovo la mano.
-Zinaida, dimmi la verità... A
te piacciono i corvi?-
Sono scoppiata a ridere, cos'altro avrei
dovuto fare?
Era Nikolaj Gončarov, il ragazzo più
bello di Novosibirsk, una meraviglia, uno spettacolo, da togliere il
fiato, ma come diavolo facevano Aljona e il suo Lev -suo di Kolja,
mica di Al, intendiamoci- a sopportarlo?
Non venite a
Nostal'hiya, se avete problemi con corvi, merli, Cosacchi,
pattinatrici megalomani e Jon Bon Jovi.
Temo che non faccia per
voi.
Neanche se voleste vedere il ragazzo più bello di
Novosibirsk, perché potrebbe farvi diventare isteriche.
Se
volete vi posso mandare una foto.
Sono tanto carini, quei tre,
quando stanno zitti!
Ma non ci sono speranze.
Se volete
sapere come è andata a finire, però, a quel punto mi
sono semplicemente limitata a baciarlo.
Non ho risposto alla
domanda sui corvi, perché sinceramente non mi fanno impazzire,
ma avrei potuto spezzare il cuore di Kolja.
E domani ci
sposiamo.
Io e lui, insieme, contemporaneamente.
Non sono
una ragazza fortunata?
I know you think you're going crazy
Just when it seems everything's gonna work itself out
They drive you right back down
And you said it ain't fair
That a man walks
When a bird can fly
We have to kick the ground
The stars kiss the sky
They say that spirits live
A man has to die
They promised us truth
Now they're giving us lies
It ain't all for nothing
Life ain't written in the sand
I know the tide is coming
But it's time we made a stand
With a miracle
So che pensi di stare impazzendo
Proprio quando sempre che le cose si risolveranno
Ti fanno precipitare
E tu hai detto che non è giusto
Che un uomo cammini
Mentre un uccello può volare
Noi dobbiamo prendere a calci la terra
Le stelle baciano il cielo
Dicono che gli spiriti vivono
Un uomo deve morire
Ci hanno promesso la verità
Ora ci dicono bugie
Non è tutto invano
La vita non è scritta nella sabbia
So che la marea sta arrivando
Ma è tempo di opporre resistenza
Con un miracolo
(Miracle, Jon Bon Jovi)
Note
I kept my faith, I still believe: Just Older, Bon Jovi.
Then one fateful night changed our lives and made a memory: Live Before You Die, Bon Jovi.
Buonasera a tutti!
Sono tornata ieri da tre settimane in Inghilterra e stasera ho deciso che sarebbe stato meglio dividere il capitolo sul matrimonio di Nikolaj e Zinaida in due parti, perché anche lui si prospettava di una lunghezza preoccupante ;)
Ecco a voi la prima parte, e non mi dilungo oltre, anche perché non aggiorno da più di un mese.
Spero che vi sia piaciuto leggere il punto di vista di Zinaida, che io mi sono divertita moltissimo a scrivere ;)
A presto!
Marty