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Autore: wingedangel    28/07/2015    2 recensioni
Zaira, principessa delle ninfe, poche settimane dopo il suo sedicesimo compleanno finalmente sogna l'uomo destinato a diventare suo marito e re al suo fianco.
Esce dal lago, pronta a soggiogarlo con un'incantesimo e portarlo via con sè... ma su Alan l'incantesimo non funziona, e Zaira è costretta a farlo innamorare 'alla maniera degli umani'.
Zaira è determinata ma il tempo è tiranno, la regina soffre di una misteriosa malattia che la sta lentamente conducendo alla morte, Zaira deve sbrigarsi se non vuole che le sirene riescano a prendere il potere e cacciare le ninfe dal lago...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 
Il Black Rose Pub era il bar fuori da scuola, il bar che era stato il punto di ritrovo per generazioni di studenti della Riverside High School, e lo stesso valeva anche per Alan e Ethan, che si fermavano ormai quotidianamente al locale, prima e dopo le lezioni. Il motivo principale della loro frequenza così assidua al locale era Iris, la ragazza di Ethan, che lavorava come barista nei pomeriggi dopo la scuola.
 
Entrarono nel locale, era un bar non molto grande, i tavoli erano disposti sui quattro lati del locale, quasi addossati alle pareti, così da lasciare un ampio spazio intorno al bancone posto al centro della sala. In fondo al locale si poteva vedere una postazione per DJ, infatti, nei weekend venivano organizzati diversi eventi musicali, in modo che gli studenti potessero avere a disposizione una discoteca per svagarsi non troppo lontani da casa, o almeno questa era la giustificazione che placava gli animi dei genitori più apprensivi. Oltre che durante le feste il locale era sempre affollato prima e dopo le lezioni, quando gli studenti vi si riunivano. Ma quando Alan ed Ethan entrarono quel giorno, ormai la maggior parte degli studenti era già rientrata a casa, così Iris si accorse subito di loro. Aveva lunghi capelli rosso fuoco e due smeraldi al posto degli occhi, o perlomeno questo era ciò che diceva Ethan ogni volta che qualcuno gli chiedeva di lei. Appena misero piede nel locale, sentirono la sua voce che li rimproverava.
 
“ Ethan Lawson! Dove diavolo ti eri cacciato? Ti aspettavo dopo scuola! Sono passate due ore!”
 
Ethan lanciò uno sguardo eloquente ad Alan, chiedendosi se sarebbe mai riuscito a farlo rinsavire, era stufo di finire nei guai per colpa sua. Alan sospirò e rispose alla domanda al posto suo.
 
“ è colpa mia, la Scott ci ha messi in punizione perché siamo rientrati tardi dalla pausa pranzo. Ethan mi era venuto a cercare, così ha fatto tardi anche lui. Scusa.”
 
Iris scosse la testa, esasperata. Era sempre la stessa storia.
 
“ Capisco che siete amici, ma amore… devi proprio finire nei casini anche tu ogni volta?”
 
“ Scusa, ma oggi ne valeva la pena. Ho trovato il qui presente che si intratteneva con una ragazza!”
 
Iris emise un piccolo gridolino di gioia, in un attimo dimenticò di essere arrabbiata.
 
“ Davvero? Dimmi tutto Alan! Chi è? Come si chiama? È una della scuola? Wow! Finalmente potremo fare qualche uscita a quattro! Non dovrai più fare il terzo incomodo!”
 
Iris si era messa a parlare a macchinetta, presa dalla curiosità e dal sollievo, era un anno ormai che Alan non voleva avere più alcun contatto con il mondo femminile, l’unica amicizia femminile che aveva era Iris. Dopo essere stata rifiutata da Alan, Abigail, la capo cheerleader della scuola, aveva persino provato a spargere la voce che Alan in realtà fosse gay, ma tutti sapevano cosa era successo un anno prima, e nessuno si permetteva di giudicarlo.
 
“ Frena Iris, ci siamo solo presentati, non ho certo quelle intenzioni. Lo sai bene che dopo quello che è successo con Chloe, trovarmi la ragazza è l’ultimo dei miei pensieri.”
 
Alan si rattristò tornando con il pensiero alla ragazza che aveva amato così profondamente, prima di perderla per sempre.
 
“ Ma Alan, lo sai che lei non avrebbe voluto vederti così. Lei voleva che tu fossi felice, lei non voleva che tu restassi solo.” disse Iris.
 
Alan si alzò di scatto dalla sedia, Iris aveva toccato un tasto dolente, e per quanto lei avesse pronunciato quelle parole in buona fede, lui sentì la rabbia montargli dentro.
 
“ E tu che diavolo ne vuoi sapere? Che ne sai di quello che sto provando? Io l’amavo, e l’amo ancora, e va bene, adesso è morta, ma non la voglio dimenticare! Non voglio una fottutissima altra ragazza! Voglio lei! E se non la posso avere, starò da solo, ma piantatela di continuare a dirmi di cercare un’altra!” sbottò furioso.
 
Non saluto il suo amico, non aspettò che uno dei due replicasse, si rimise lo zaino in spalla e se ne andò.
 
 
Non voleva tornare a casa, voleva solo starsene per conto suo, a pensare, a far calmare le sue emozioni. Così si incamminò, e raggiunse il cimitero. Entrò e si avvicinò alla sua ex ragazza, il cimitero era deserto, se non per una signora che stava cambiando i fiori sulla tomba del marito. Alan aspettò in silenzio che la signora se ne andasse, poi si chinò sulla tomba di Chloe.
 
Era passato più di un anno dal giorno in cui la ragazza era stata seppellita, e Alan continuava ad andare al cimitero quasi ogni giorno. Gli mancava, e non riusciva ad accettare il fatto che non l’avrebbe più rivista. Tornò con il pensiero agli ultimi mesi che avevano passato insieme, tra una visita all’ospedale e l’altra, da quando aveva saputo che la sua ragazza aveva un tumore. Eppure Chloe aveva sempre sorriso, nonostante tutto lei era felice, anche se il pensiero che stava per perderla non dava pace ad Alan. “ Sorridi” gli diceva sempre, “ sono ancora qui”. E Alan ci aveva provato, a sorridere. Ma ora? Come avrebbe fatto? Ne avevano parlato, e lei gli aveva detto che non voleva che la piangesse a vita, voleva che andasse avanti, che trovasse un'altra e che fosse “schifosamente felice”, ma lui non poteva, non ce la faceva, come poteva anche solo pensare di essere felice ora che Chloe era morta? Era impossibile! Impensabile!
 
Accarezzò la pietra della lapide, le lettere che formavano il suo nome… e ricordò tutto quello che di bello avevano vissuto nell’anno che avevano passato insieme, alcune lacrime gli si formarono sul volto. Restò seduto accanto alla lapide ancora per alcuni minuti, finchè non venne raggiunto dal suo amico, che si sedette accanto a lui.
 
 
Ethan appena vide il suo amico scappare fuori dal locale non lo seguì subito, così Iris gli chiese:
 
“ non vuoi seguirlo?”
 
“ Si, voglio. Ma è meglio aspettare un po’, se sta andando a trovare Chloe, ha bisogno di stare da solo con lei per un po’. Lo raggiungerò dopo, giusto per assicurarmi che esca dal cimitero prima o poi, altrimenti rischia di passarci tutto il pomeriggio.”
 
“ Hai ragione, vorrei non avergli detto quelle cose, ma è passato più di un anno ormai, pensavo che le cose andassero meglio per lui. Comincio a chiedermi se riuscirà mai a superare la morte di Chloe, se starà mai meglio.” Iris porse al suo ragazzo una Coca mentre parlava. “tieni, offre la casa” aggiunse con un sorriso.
 
“ Ce la farà prima o poi, dicono che il tempo sistema ogni cosa. E a giudicare da come guardava la nuova ragazza, forse finalmente ci sta riuscendo.”
 
“ Dici?”
 
Iris sperava davvero che il suo ragazzo avesse ragione, le dispiaceva vedere Alan continuare a soffrire così. Anche Ethan soffriva per il suo amico, e lei avrebbe tanto voluto poter far qualcosa per entrambi, si sentiva frustrata sapendo che non poteva far niente.
 
“ Dico, ma non dobbiamo forzarlo, non insistiamo, lasciamo che le cose vadano come devono andare, altrimenti rischiamo di farlo scappare da lei, se comincia a pensare di star tradendo Chloe tornerà tutto come prima.”
 
Iris annuì.
 
“Hai ragione, possiamo solo aspettare, e sperare che tutto vada per il meglio. Ma almeno è una brava ragazza secondo te?”
 
“ Beh, non posso dirlo, non la conosco, ma senz’altro è bellissima.”
 
Iris lo fulminò con lo sguardo.
 
“ Che c’è? Che ho detto?”
 
Iris alzò gli occhi al cielo.
 
“ Niente, ma sai, non è il massimo dire alla tua ragazza quanto è bella un’altra.” Disse, in preda a un momentaneo attacco di gelosia.
 
Ethan scoppiò a ridere.
 
“ Che c’è? Sei gelosa?” la stuzzicò.
 
Iris lo guardò con occhi innocenti, facendo finta di nulla.
 
“Gelosa? Io? No, era solo un osservazione.”
 
Lui la fissò, inarcando un sopracciglio, non le credeva per niente.
 
“ Dai, lo sai che io non ho occhi che per te.”
 
Le sorrise, sperando che le sue parole la tranquillizzassero. Poi notò un gruppetto di ragazze che entravano in quel momento.
 
“ Ok, hai clienti a quanto pare. Ti lascio lavorare. Vado a cercare il mio migliore amico.”
 
Così fece, salutò con un rapido bacio la sua ragazza poi uscì dal locale e si diresse verso il cimitero, dove, come immaginava, trovò il suo amico chino sulla lapide della sua ex ragazza. Gli si avvicinò.
 
“ Non credo sia la giornata migliore per cercare di scoprire se di notte i cimiteri sono abitati dagli zombie sai? Torniamo a casa, non far preoccupare ancora tua madre, mi ha già chiamato in pieno panico perché non le rispondi al cellulare.”
 
Alan alzò lo sguardo sul suo amico e si alzò, riprendendo coscienza di quello che succedeva intorno a lui, rendendosi conto che anche se lui stava soffrendo, il mondo continuava ad andare avanti, e non si sarebbe mai fermato ad aspettare. Doveva andare avanti, lo sapeva, ma era così maledettamente difficile, sarebbe stato molto più facile lasciarsi andare, lasciare che il mondo andasse avanti senza di lui; eppure ogni volta che stava per mollare Ethan appariva al suo fianco, a ricordargli che era il momento di muovere un altro passo, solo così, un piede dopo l’altro, sarebbe riuscito ad uscirne. Sorrise.
 
“ Sei venuto a salvarmi per la seconda volta in una giornata?”
 
“ A quanto pare. Dai andiamo, ho promesso a tua madre che ti avrei riportato a casa.”
 
Alan si incamminò insieme all’amico verso l’uscita del cimitero.
 
“ Hai già detto a mia madre che siamo finiti in punizione?”
 
“ Lo sapeva già, l’hanno chiamata da scuola.”
 
Alan annuì, triste.
 
“ Allora non so se ho molta voglia di tornare a casa.” Scherzò.
 
 
“ Alan White! Che diavolo di fine avevi fatto?” sbottò sua madre appena il ragazzo aprì la porta di casa.
 
Alan si portò una mano dietro la testa imbarazzato, sapeva di essere nei guai.
 
“ ehm… siamo finiti in punizione…”
 
“ lo so, mi hanno chiamato da scuola per informarmi. Ma avresti dovuto essere a casa già da un’ora e mezza! Hai idea di quanto fossi preoccupata? Dove sei stato?”
 
“ siamo stati al Black Rose, poi sono andato a trovare Chloe.” Ammise.
 
Un lampo di tristezza attraversò il volto di sua madre. Si chiedeva quando sarebbe finalmente riuscito a sorridere di nuovo. Soffriva ogni volta che lo vedeva tornare a casa distrutto dal cimitero, cosa che succedeva troppo spesso. Se le cose continuavano ad andare così suo figlio non sarebbe mai riuscito a superare la morte di Chloe e ad andare avanti. La donna sentì una stretta al cuore, le faceva male vedere suo figlio soffrire.
 
Un attimo dopo si riscosse. Era dispiaciuta per lui, certo, ma era sua madre ed era suo compito educarlo. Non poteva lasciare cadere la questione della punizione che si era beccato.
 
“ E come mai ti sei beccato una punizione?” chiese, severa.
 
“ Sono arrivato in ritardo a Inglese.”
 
“ e perché?”
 
“ ehm… ero andato a fare un giro al lago e ho perso la cognizione del tempo.”
 
La donna scosse la testa esasperata.
 
“ Beh ma c’è un lato positivo, ha conosciuto una ragazza.” Intervenne Ethan.
 
“ Questo non lo autorizza ad arrivare in ritardo a lezione.”
 
Ethan guardò l’amico con un sorriso triste.
 
“ beh io ci ho provato.”
 
Alan scrollò le spalle con una risatina.
 
“ ok, io vado. Ci vediamo stasera al Black Rose?” chiese Ethan all’amico.
 
“ No, il tuo amico è già stato in giro abbastanza. Oggi resta a casa, magari è la volta buona che impara a non arrivare in ritardo a scuola.” Si intromise la madre di Alan.
 
“ ma mamma!”
 
“ niente da fare, sei in punizione stasera Alan!”
 
Detto questo la donna si allontanò.
 
“Beh visto che a quanto pare stasera sono agli arresti domiciliari… Ho il nuovo Final Fantasy, ti va di giocarci un po’?” propose Alan.
 
“ L’ultimo? Sei riuscito a comprarlo alla fine?” esitò. “Dovrei andare a casa a farmi una doccia prima della festa, se arrivo tardi Iris mi fa la scenata… Vabbè dai, giusto una prova veloce.” Disse, cedendo.
 
Un’ora dopo i ragazzi furono interrotti dallo squillo del cellulare di Ethan. Il ragazzo lo estrasse velocemente dalla tasca senza staccare lo sguardo dal videogioco, lo passò all’amico.
 
“ Spegnimi questo coso per favore.”
 
Alan stava per farlo, quando lesse il nome sul display.
 
“è Iris.” Disse.
 
Ethan mise in pausa il gioco e lanciò uno sguardo all’orologio.
 
“cazzo!” prese il cellulare dalle mani dell’amico e rispose. “ Amore!”
 
“ Ciao, ti sto aspettando. Tra quanto arrivi?”
 
“ Dammi un’ora e sono da te.”
 
“ Un’ora?”
 
“ Si lo so scusa, è che sono appena uscito da casa di Alan, era in crisi per Chloe, aveva bisogno di me, scusa.” Inventò.
 
“Scusa” mimò Ethan rivolto al suo amico.
 
Alan gli sorrise, per fargli capire che era tutto a posto, e lo salutò con un cenno mentre usciva dalla stanza.

 
CANTUCCIO DELL’AUTRICE:
Eccomi qui con un nuovo capitolo! Abbiamo avuto modo di conoscere meglio il nostro Alan, e lo so, sono sadica, ho appena complicato la vita alla povera Zaira, ce la farà a far innamorare Alan anche se lui sta soffrendo per la sua ex e non vuole saperne di altre ragazze?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci sentiamo presto con il quarto capitolo,
baci
wingedangel
   
 
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