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Autore: WolfEyes    29/07/2015    1 recensioni
[Team Galaxy]
[Team Galaxy - The Far Out Adventures of Team Galaxy]
La vita prosegue tranquilla al Galaxy High, mentre i ragazzi si addestrano per diventare Space Marshals, ma un nuovo arrivo sconvolge, per certi versi in positivo e per altri in negativo, il team protagonista. Un arrivo che sembra allontanare Yoko da Josh proprio quando quest'ultimo si stava rendendo conto di amarla, mentre una notizia inaspettata costringe Brett a prendere una drastica decisione...
[Josh/Yoko centric, accenni Nuovo personaggio/Yoko, Brett/Nuovo personaggio, Josh/Nuovo personaggio, Bobby/Toby]
[Revisionata dal 14/01/2018]
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4

Capitolo 4

Il provino

 

 

 

«Sei stato gentile ad accettare di accompagnarmi», gli confessò Yoko, appena imbarazzata.

«Figurati, non avevo nessun impegno e poi per me è un piacere», si affrettò a risponderle Brian al suo fianco.

Le piaceva davvero restare in sua compagnia. Era abituato ad essere circondato da ragazze che non si facevano problemi a pregarlo di uscire con loro, rendendosi quasi ridicole pur di mettersi in mostra. Erano tutte uguali, una più insignificante dell’altra, ma Yoko era diversa. Anche se inizialmente l’aveva creduta esattamente come tutte le altre, considerando come si era affrettata ad offrirsi di fargli fare il giro della scuola, alla fine lo aveva conquistato con la sua genuina spontaneità. Probabilmente il suo aspetto fisico l’aveva attratta, come del resto lui era attratto dalla bella ragazza che era, ma si stava distinguendo dalle altre.

«Dove dobbiamo andare?», le chiese poi, camminando a pochi passi di distanza da lei.

«Mh…», mugugnò la giovane, leggendo l’indirizzo sull’annuncio che si era portata dietro e poi controllando i nomi delle vie sui cartelli. «Per di qua», annunciò incamminandosi, sicura che Brian l’avrebbe seguita.

Dopo pochi metri, i due raggiunsero l’edificio tanto cercato. Il teatro della zona era enorme, nonostante vi si tenessero per lo più saggi di danza e recite della scuola di bambini delle elementari. Di tanto in tanto anche qualche gruppo di recitazione dava spettacolo lì, ed era proprio ad una di queste recite che Yoko voleva prendere parte, dato che per mancanza di membri avevano aperto le audizioni anche al pubblico. Il Galaxy non era il tipo di liceo che organizzava recite o spettacoli scolastici, quindi la ragazza doveva approfittare di quel tipo di eventi, cogliendo l’occasione appena possibile.

Brian e Yoko erano nel corridoio adiacente alla sala del teatro, dove una porta dava direttamente al retro del palco. Molteplici sedie erano ordinatamente disposte lungo tutto il corridoio, ai lati, in modo da lasciare libero il passaggio. C’erano un sacco di ragazze con un copione tra le mani, intente a provare le battute, molte di loro erano accompagnate addirittura dal fidanzato. La tensione era palpabile, per quanto fossero tutte avvezze a recitare si trattava pur sempre di un provino.

«Vuoi sederti? Credo ci vorrà un po’», le propose Brian, notando la fila di persone in attesa.

«Sì, forse è meglio», accettò la ragazza, con un sorriso forzato. L’ansia cominciava a farsi sentire.

«Quindi… Di che si tratta, esattamente?», le chiese il ragazzo, nel tentativo di farla chiacchierare e distrarre dalle preoccupazioni, mentre la osservava estrarre un grosso copione dalla borsa a tracolla.

«“Romeo e Giulietta”, di Shakespeare. Non è la prima volta che provo questa parte, dopotutto è un classico, ma indovina un po’? Manca proprio Giulietta, e io alla fine venivo sempre scelta per fare la parte della sua nutrice», confessò, con leggero sarcasmo. La preoccupazione le attanagliava lo stomaco, in più con il brusio di sottofondo delle ragazze che ripetevano le battute, seppur a bassa voce, non era facile per lei concentrarsi.

Brian, visto il tipo di risposta, optò per lasciarla ripassare con calma, senza distrarla o infastidirla. La vedeva abbastanza tesa e non voleva che il provino avesse esito negativo perché magari non le aveva dato il tempo di ripassare e concentrarsi.

Accanto a lui, Yoko invece si stava mentalmente maledicendo. Il nodo che sentiva allo stomaco non era dato solo dalla preoccupazione per il provino in sé, per la figura che avrebbe fatto se avesse dimenticato una battuta o se si fosse bloccata e avesse fatto scena muta. No. Il problema era che l’ultima volta che aveva fatto un provino c’erano con lei Brett, Fluffy e Josh. Il suo caro team, che aveva saputo come tranquillizzarla e metterla a suo agio in pochi minuti. Si sentì in colpa per non averli avvisati, se glielo avesse chiesto non ci avrebbero sicuramente pensato su due volte prima di accettare di accompagnarla. E allora perché aveva stupidamente pensato di non proporglielo? Già, non voleva disturbarli. Brett sembrava sempre più stanco e Josh sempre più assente e difficile da coinvolgere. Con un groppo in gola, si chiese cosa stesse distruggendo il suo team, ma si diede della stupida un attimo dopo, pensando di sbagliarsi.

Sobbalzò sulla sedia quando la porta si aprì e una ragazza venne chiamata ad entrare. Il suo turno si stava avvicinando, e lei aveva estremo bisogno di ripassare le battute.

 

 

Tirò un sospiro di sollievo. Finalmente si era tolta quel peso!

La porta cigolò e una delle assistenti dietro di lei invitò un’altra ragazza ad entrare, mentre Yoko si dirigeva, ora tranquilla e serena, verso Brian, che l’aveva pazientemente aspettata.

«Allora?», le domandò appena la vide, di getto, spinto dalla curiosità che l’attesa non aveva fatto che accrescere.

«Come al solito, mi faranno sapere!», sbuffò, ma senza negargli un largo sorriso. «Non sarà stata una delle mie performance migliori, probabilmente, ma ora come ora non mi importa. Non voglio più sentir parlare di copioni e di recite almeno per tutto il resto della giornata!», sentenziò, tirando Brian per un braccio perché si alzasse dalla sedia, che tra l’altro ricordava essere abbastanza scomoda.

«Ma cosa…?».

«Andiamo a prenderci un bel gelato!», decise la ragazza, come se avesse di colpo ritrovato la grinta e l’energia perdute.

«O-Ok…», balbettò l’altro di rimando, interdetto dalla vitalità della ragazza, che appena mezz’ora prima pareva sul punto di andare al patibolo piuttosto che ad un provino. Si lasciò trascinare, mentre lo prendeva sotto braccio e si incamminava, e la osservò di sottecchi. Era bello vederla così allegra, quel sorriso era capace di ammaliare chiunque, e lui se ne era reso conto in così poco tempo…

«Dove ti piacerebbe andare? Conosco una gelateria fenomenale!», riprese d’un tratto Yoko, fermandosi ad un incrocio, di fronte alle strisce pedonali.

«Ehm… Non conosco la zona, quindi mi fido di te!», le rispose, senza pensarci troppo. La domanda di Yoko lo aveva riscosso dai propri pensieri e lo aveva colto impreparato, imbarazzandolo. Cosa che capitava veramente di rado, quando usciva con qualche ragazza. Di solito erano loro quelle imbarazzate, appena lui rivolgeva loro la parola.

«Allora ti porto nella mia gelateria preferita, non te ne pentirai!», esclamò, raggiante, attendendo il verde.

Era solo metà mattina e, pur essendo un giorno lavorativo, le strade erano gremite di gente. Chi faceva un giro con gli amici, chi vagava per negozi alla ricerca di qualcosa in particolare, chi si era cimentato in uno shopping folle e camminava con almeno tre buste per mano, chi semplicemente portava a spasso il cane. Iniziava a fare veramente caldo, l’estate era sempre più vicina, ma questo non scoraggiava le persone ad uscire ed a godersi il bel tempo.

Avevano raggiunto la fantomatica gelateria in meno di dieci minuti. L’avevano trovata abbastanza affollata, il caldo giocava senz’altro a favore degli affari, ma in poco tempo erano riusciti a trovare posto ad uno dei tanti tavolini all’esterno, gustandosi orgogliosamente la propria coppa di gelato, decorata con nocciole e zuccherini vari.

«Allora?», chiese Yoko, quasi in ansia.

«Davvero buono, avevi ragione», le confermò il ragazzo, lieto che concentrarsi sul suo gelato potesse evitargli altre situazioni imbarazzanti, nel caso si fosse ad esempio perso a fissare la ragazza che aveva di fronte.

Gli sorrise, contenta che gli fosse piaciuta l’idea di fermarsi lì. Ci voleva proprio un bel gelato per rilassarla, non avrebbe chiesto altro. Tuttavia, quando tra i due calò il silenzio, la giovane prese a guardarsi attorno. Inaspettatamente, vide una delle coppiette che aveva notato anche in fila per il provino passare di lì, abbastanza lontano da non sentire cosa si dicessero ma abbastanza vicino perché li riconoscesse. La ragazza teneva sotto braccio il giovane accanto a lei, ridendo probabilmente ad una battuta che lui aveva appena fatto. Improvvisamente, si rese conto della gelateria e lo strattonò appena, perché si fermasse e guardasse dove lei gli stava indicando. La vide fare un’espressione tenera e buffa, probabilmente stava insistendo per avere un gelato, e lui, dopo le prime lamentele, aveva ceduto.

 

«Quindi come pensi sia andato?», le chiese Josh, che le camminava accanto.

«Sai che sono sempre ipercritica quando si tratta di valutarmi», spiegò lei.

«Quindi ti sei bloccata?», domandò allora, sapendo di farla arrabbiare.

«Ehi!», sbottò Yoko, dandogli una gomitata. «Io non mi blocco!», si difese, imbronciandosi. Quando però un attimo dopo lo sentì ridere, capì di avergli fatto ottenere ciò che voleva: farla innervosire e farle fare quella buffa espressione che assumeva quando lui si prendeva gioco di lei. Rise a sua volta. Stavolta era riuscito a fargliela, e lei non era riuscita a fingersi offesa.

Quel giorno Brett non aveva potuto accompagnarli al provino, perché impegnato in una lezione supplementare di difesa, così si era dovuta accontentare della sola presenza di Josh. Sì, forse la parte di Ofelia dell’Amleto non le si addiceva granché, ma aveva dovuto tentare. Un vero attore doveva saper recitare qualsiasi ruolo e per quanto fosse brava aveva ancora tanto da imparare.

Come di consueto, dopo il provino, nessuno poteva negarle un giro in centro e qualcosa di estremamente zuccherato. Josh non aveva potuto opporre resistenza, inoltre anche lui doveva ammettere che fare un giro non gli dispiaceva. Sgranchirsi le gambe dopo almeno un’ora seduto su quelle sedie infernali era d’obbligo.

«Oh, guarda!», lo richiamò Yoko, che lo aveva fermato tirandolo per la maglietta, mentre con il braccio teso indicava qualcosa.

Non ricordavano affatto che in città si festeggiasse qualcosa, così, quando videro la piazza gremita di persone occupate ad osservare varie bancarelle, rimasero piuttosto stupiti.

«Una fiera?», chiese Josh, sorpreso, rammentando che forse la settimana precedente aveva letto qualche volantino.

«Facciamo un giro! Dai, vieni!», gridò lei, tirandolo per un braccio e camminando svelta, inserendosi tra la folla.

«Yoko! Lasciami, so camminare da solo», si era lamentato lui, lievemente imbarazzato.

Le bancarelle esponevano merce di ogni tipo e se non fosse stato per Josh che la riportava alla realtà, probabilmente la ragazza si sarebbe persa ad osservare gioiellini fatti a mano, borse e dolci di ogni tipo.

«C’è lo zucchero filato!», esclamò d’un tratto, entusiasta, mentre gli occhi le brillavano come se fosse una bambina di fronte ad una nuova bambola, indicando la bancarella dello zucchero filato a pochi metri da loro.

«Cosa?», esclamò Josh. «Non mi dirai che vuoi lo zucchero filato!? Dove la metti la tua dieta, così? Ingrasserai», le fece notare, con poco tatto.

La giovane divenne paonazza. Non aveva ancora avuto la sua dose di zucchero e, in genere, si concedeva i dolci soltanto in quelle occasioni. «Come ti permetti!?», gli gridò, incrociando le braccia, offesa. «Cafone!», sbuffò, dandogli le spalle e iniziando ad osservare una delle bancarelle che esponeva borse colorate, così da ignorarlo. No, questa volta non gli sarebbe bastato scusarsi, o per lo meno gli avrebbe tenuto il broncio per un po’. Si era sentita stranamente in imbarazzo, con quella sua battuta. Probabilmente stava solo scherzando, ma lei si era inevitabilmente chiesta se lui non la trovasse bella o se la trovasse grassa. Se voleva farle venire dei dubbi, ci era riuscito, e intanto lei si era sentita vulnerabile. Non era raro che lui la prendesse un po’ in giro, ma l’argomento “dieta” quando si parla ad una ragazza è sempre un tasto dolente.

Non stava nemmeno più realmente guardando le borse, quando qualcosa le prese una mano, facendola voltare. Si sorprese nel vedere Josh metterle in mano un bastoncino di zucchero filato e non poté non arrossire. Non si era nemmeno accorta che si fosse allontanato, si era semplicemente voltata con l’intento di ignorarlo e, a quanto pareva, ci era riuscita. La grossa nuvola bianca e soffice nascose parzialmente il volto sorridente del giovane, soddisfatto per averle fatto quella piccola sorpresa.

«Josh, ma…?», balbettò, ancora incredula.

«Non mi avrai mica preso sul serio prima, vero!?», le chiese, mantenendo quel largo sorriso.

Sentì i battiti del proprio cuore farsi inaspettatamente più rapidi, senza che potesse farci nulla. Si sentì una stupida per essersi sentita così male, prima.

«Ma… Ma l’hai pagato tu! Ne vuoi? Facciamo a metà!», gli propose, sentendosi appena in colpa per avergli fatto spendere dei soldi. Soldi che aveva speso unicamente per accontentarla.

Josh strappò un pezzetto di zucchero e lo mangiò in un boccone. «Ora è tutto tuo», le garantì con un sorriso, prima di voltarsi e riprendere a camminare.

 

Ricordò che, quel giorno di appena due mesi prima, Josh aveva praticamente dovuto trascinarla via da quella miriade di distrazioni, altrimenti non avrebbero più fatto ritorno al Galaxy.

Forse, quella coppietta le aveva ricordato il modo in cui avevano litigato lei e Josh quella volta, e per un attimo si sentì quasi male. Perché non aveva chiesto a lui e Brett di accompagnarla, oltre che chiederlo a Brian? Le bastò il ricordo di quella stessa mattina per rispondersi da sola. Con la scusa della moto e della lucidatura a Fluffy, Josh se n’era andato quasi come se avesse fretta. E in genere li rendeva partecipi di qualsiasi cosa volesse fare, soprattutto perché poi si inventava qualcosa che andasse un po’ contro il regolamento, come tentare di cuocere i wurstel con la fiamma del motore dell’hornet.

Era vero che le faceva piacere poter conoscere Brian, ma non era certo una buona scusa per escluderli così di punto in bianco da quella loro abitudine. Eppure, quel distacco che Josh aveva mostrato l’aveva a sua volta fatta allontanare, e si sentì in colpa per aver fatto proprio quello che aveva temuto: comportarsi in modo da allontanare ulteriormente l'amico. Si chiese se per caso il moro non ce l’avesse con lei per qualcosa che aveva fatto e che lo aveva turbato, ma non riusciva a darsi risposta.

Guardò la coppietta di prima sedersi ad un tavolino poco distante da loro e sentì come un groppo in gola, come se ci fosse qualcosa di sbagliato, non solo nel non aver detto nulla al resto del suo team.

«Yoko, va tutto bene?», le domandò Brian, lievemente preoccupato, riportandola alla realtà.

Solo allora notò che il ragazzo aveva praticamente finito la sua coppa, mentre nella propria ormai le nocciole stavano annegando.

«Ehm… No, niente, mi sono solo distratta», spiegò vagamente. Sospirò. Forse sarebbe stato meglio che Josh e Brett non venissero a sapere del provino, o ci sarebbero rimasti male. «Senti, Brian. Vorrei chiederti una cortesia», iniziò, deglutendo a fatica.

«Tutto quello che vuoi», le confermò, sorridendo.

«Vorrei che… Vorrei che non facessi parola agli altri di questo provino. Insomma, non voglio illuderli di aver ottenuto la parte senza prima sapere il risultato», mentì, sentendosi tremendamente in colpa.

 

 

 

Angolo dell’Autrice:

Eccomi, finalmente!

Dovete scusarmi (in realtà dovreste linciarmi... Ma suvvia, è il mio compleanno e sto facendo io un regalo a voi xD), ma tra studio, lavoro e un minimo di vacanza, il tempo libero e l’ispirazione non andavano mai di pari passo. Ho fatto veramente fatica a scrivere questo capitolo, che noterete essere anche scritto abbastanza di fretta, ma era necessario vedere un po’ anche Yoko e Brian e questo (purtroppo, perché così per scriverlo ho dovuto rallentare tutto) non era inizialmente previsto.

Ho ritenuto doveroso dare un po’ di spazio anche a Yoko, visto che ci si è incentrati fino ad ora sullo stato d’animo di Josh, innamorato di Yoko e già praticamente rifiutato, dal momento che, parole sue, lei non penserebbe mai di stare con il proprio leader.

Tuttavia, oltre alla grintosa Yoko impegnata con le recite e lo spettacolo, abbiamo visto il turbamento sconvolgerla un po’, perché appunto questa insolita lontananza di Josh (anche se solo degli ultimi due giorni) non le quadra, e vedere le coppiette felici le ha stranamente fatto venire in mente lui.

Inoltre, sembra farsi sempre più concreta anche in lei l’idea che qualcosa stia sconvolgendo il team…

Buahahahahah!*^* Sì, sono un po' cattiva con loro, lo ammetto.

Vi chiedo ancora scusa per il ritardo nell'aggiornare e soprattutto per l'esposizione scadente, ma la fretta e la poca ispirazione sono cattive consigliere! Vi prometto, però, che il prossimo aggiornamento sarà sicuramente più rapido!^^

Fatemi sapere cosa ne pensate ^^ Grazie mille a tutti voi lettori e a piccola_boss e Rimiesse per aver recensito il precedente capitolo ^^

A presto.

WolfEyes

  
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