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Autore: TooSixy    25/01/2009    3 recensioni
E così la fragile umana Bella e l'affascinante vampiro Edward ebbero una deliziosa figlioletta... giusto? Sbagliato! Altro che UNA deliziosa figlioletta, ne ebbero ben TRE! In questa commedia pseudo-tenebrosa vediamo l'impulsiva Nessie che le prova tutte per nascondere la sua illecita relazione col licantropo Jacob, mentre Dawn, dolce mezza-hippy, fa del suo meglio per aiutare il suo migliore amico, Seth Clearwater, nella conquista della sorella Melanie. Ma Melanie, divenuta una fredda ragazza gothic, non ha occhi che per la musica e si allena duramente per vincere l'ambita Battaglia delle Band di Washington insieme al suo gruppo metal. E nessuno sospetta che dietro l'apparente distacco la ragazza nasconda un segreto, un segreto potente e altamente distruttivo...
Genere: Romantico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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Three Degrees of Love


..:: Nessie ::..

«Nessie!» Jacob mi avvolse in un abbraccio da orso che avrebbe spezzato la schiena a Rocky Balboa, poi mi scostò da sé e sorrise. Aveva un sorriso bellissimo, un sorriso che gli illuminava tutto il viso e faceva risplendere i suoi meravigliosi occhi neri come l’onice. «Sei arrivata presto, oggi. Avanti, vieni!»

Mi aveva intercettato subito al limitare del bosco, per cui dovemmo camminare per un po’ prima di raggiungere La Push. La cosa non mi dispiacque per niente: l’aria era intrisa dei profumi intensi e vellutati della primavera e le lame di luce che spiovevano dai rami dardeggiavano tra le ombre come splendenti serpenti dorati. Le guardai per qualche istante, ammirata (la mia vista straordinariamente fine mi permetteva di scorgere ogni granello di polline fluttuante tra di esse) ma poi il mio sguardo venne attirato nuovamente e irresistibilmente dalla magnetica presenza di Jacob. Pareva un qualche dio inca della natura, oppure una di quelle splendide creature irlandesi che adescavano le fanciulle con il loro fascino soprannaturale.  

«Allora, come stanno Melanie e Dawn?» chiese distrattamente il giovane attraversando una piccola radura.

Le solite chiacchiere vuote e banali di sempre, ma a me bastava ascoltare il suono della sua voce bassa e un po’ rauca per sentirmi meglio.

«Mel è tesissima per la sua Battaglia delle Band» risposi. «Non vuole farsi vedere nervosa, ma si capisce che è lì lì per dare in escandescenze. Dawn invece sta bene, e ora si sta tuffando in una nuova iniziativa ambientale…»

«Ovvero?»

«Ha convinto il preside a piazzare per tutta la scuola cestini diversi per la raccolta differenziata.»

Jacob ridacchiò. «Raccolta differenziata, eh? Peccato, però, l’operazione “Adottate una Balena” era molto meno banale.»

Ma nel suo punzecchiare c’era un che di affettuoso, e io sospettavo che Jacob nutrisse una specie di furtivo rispetto per Dawn: chi, meglio di un licantropo indiano di La Push, poteva comprendere il suo desiderio di proteggere l’ambiente?

Ormai, tra i tronchi degli alberi, si scorgevano i tetti delle capanne di La Push; uscimmo dal bosco e ci dirigemmo verso la casa di Jacob, un po’ scostata rispetto alla via principale. Era semplice, come le altre casupole, ma trovavo pittoresca la sua aria un po’ selvatica.

«Ehi, Renesmee!» ruggì gioviale Billy, il padre di Jacob, vedendomi entrare accanto al figlio. «Cara bambina! Come stai?»

Era in sedia a rotelle a causa di un tragico incidente avvenuto molti anni prima, nel quale lui aveva subito danni permanenti alla spina dorsale mentre sua moglie era rimasta uccisa. La sua vista mi impietosiva, ma cercavo di cancellare la compassione dal mio sguardo: sapevo che l’avrebbe offeso più di qualunque insulto.

«Bene!» dissi in tono allegro. «E tu, Billy, tutto okay?»

«Non c’è male, non c’è male…»

«Non c’è male!» Risi. «Sei il super capo megagalattico di La Push e dici che non c’è male!»

Billy raggrinzì la faccia in un lieve sorriso. «Non sono esattamente il capo megagalattico, Renesmee, solo uno dei Cinque Anziani.»

Lo disse con noncuranza, ma nella sua voce risuonava una nota di fierezza: era chiaramente orgoglioso del risultato ottenuto. Ero sollevata che avesse qualcosa a tenerlo occupato, temevo che la solitudine potesse indurlo a pensare troppo ai brutti ricordi del passato.

«Basta chiacchiere» intervenne Jacob, cingendomi la vita con un braccio. «È maleducazione far aspettare gli ospiti affamati.»

Sospinse il padre fino al piccolo tavolo e mi fece cenno di sedermi. Con un certo divertimento pensai che qualcuno (leggere Woody Randall) si sarebbe scandalizzato e non poco se lo avesse visto in quel momento; in tutta probabilità uno come Randall mi avrebbe galantemente spostato la sedia dal tavolo per poi riavvicinarla quando mi ci fosse seduta. Sapevo di piacere a Randall – impossibile non notare come mi fissava – ma non sopportavo la sua aria superba e altezzosa, come se fosse stato il padrone dell’universo e ogni cosa gli fosse dovuta. Il mio Jake, con la sua naturale franchezza, era un uomo molto migliore di lui. Forse era questo che mi piaceva, di Jacob: riusciva a farmi sentire amata e protetta per quello che ero, con naturalezza.

Lo guardai adorante mentre annunciava «Buon appetito!» e portava in tavola un’abbondante portata di agnello alla Biriani. Era un bravo cuoco, e questo mi stupiva: di rado i ragazzi si davano alle arti culinarie.

Assaggiai un boccone: il sapore era speziato e piacevolmente pungente e scaldava con leggerezza lo stomaco. Era una sensazione molto gradevole, intensificata dal condimento di chutney piccante. 

«Accidenti, Jake» dissi «è eccezionale!»

«Congratulazioni, Jacob.» Anche Billy si leccava i baffi soddisfatto. «Devo ammettere che hai quasi raggiunto il livello della maestra… però sono spiacente, non hai ancora il tocco magico di Sue Clearwater.»

«Imparerò» sogghignò Jacob, poi si voltò verso di me. «A proposito di Sue… Nessie, Charlie te l’ha detto?»

Alzai gli occhi su di lui, sorpresa. «Cosa c’entra il nonno?»

Jacob e Billy si scambiarono un’occhiata complice.

«Sembra proprio che intendano sposarsi» ridacchiò Billy.

Rimasi di sasso, e il boccone quasi mi andò di traverso. «Cosa!? Ma sono…»

«Sì, non sono più giovanissimi» ammise Billy. «Ma sono stanchi di essere soli, e io sono convinto che insieme saranno felici.»

Charlie Swan e Sue Clearwater.

Charlie e Sue.  

Marito e moglie.

A un tratto un pensiero mi fulminò: o cavoli amari, e ora come lo dicevo a Dawn che il suo migliore amico era diventato il suo mezzo-cugino?

 

..:: Dawn ::..

«Cosa faccio, Dawn? Cosa posso fare?»

L’espressione dipinta sul viso di Seth Clearwater era di genuina disperazione, e io mi sentivo più inutile che mai: non avevo la più pallida idea di come aiutarlo.

Io e lui eravamo seduti sotto la vecchia pensilina di Clover Meadow, uno dei quartieri ovest di Forks: non c’era mai nessuno, se non qualche sporadico vecchietto, per cui era diventato il nostro luogo segreto per confidarci l’un l’altro.

Il suo problema era mia sorella Melanie: lui l’adorava (per uno strano processo che i licantropi chiamavano ‘imprinting’) ma Melanie non aveva occhi che per la musica. Bisognava dire che era difficile dire chi fosse più attraente tra lei e Nessie: Nessie aveva un aspetto semplice e angelico che incantava la maggior parte degli esponenti di sesso maschile, ma altrettanto successo aveva la fredda e irraggiungibile Melanie con la sua aria dura e un po’ ribelle.

Il punto era che Melanie odiava le moine e la svenevolezza, e della poetica venerazione di Seth non sapeva che farsene.

«Non saprei, Seth» dissi, guardandolo intenerita. «Offrirle quel mazzo di rose è stata un’idea carina, ma lo sai com’è fatta…»

Bella e spinosa, come una rosa. Forse Seth ci aveva azzeccato, dopotutto.

«Ora lo so che detesta la sdolcinatezza» sospirò lui. «Lei è così diversa dalle altre…»

«È molto bella.»

«No, non è solo per la bellezza, ma per com’è dentro: ti attira e al contempo ti respinge. Ha un fascino micidiale e una carisma stratosferica.»

Fascino e carisma... due cose che a me erano estranee.

Seth dovette accorgersi del mio scoramento, perché s’affrettò ad aggiungere: «Ovviamente anche tu sei molto carina, Dawn, non preoccuparti…»

Sì, ero carina, ma in confronto a Nessie e a Mel ero molto più banale. Quando loro passavano per la via, tutte le teste si giravano a fissarle con un misto di stupore e ammirazione; quando passavo io, c’era chi mi gettava qualche occhiata distratta, ma le persone davvero interessate a me erano piuttosto poche. Non era una questione solo fisica: Nessie era gentile e cordiale e Melanie era forte e accattivante, e la gente era affascinata da loro.

E io? Chi ero io?

Ero Dawn Cullen, ero la fondatrice del club di protezione ambientale Green Shield, ero la cosiddetta hippy della Forks High School. La mia popolarità a scuola era abbastanza limitata, e non avevo veri amici, a parte Seth, che però abitava a La Push.

«Hai già pensato a chi invitare per il Ballo di fine anno?»

La voce di Seth mi sintonizzò di nuovo sul pianeta Terra. Sbattei le palpebre e lo guardai, un po’ smarrita.

«Scusa?»

«Il Ballo di fine anno» ripeté Seth.

«Oh… be’… ecco… in realtà non so se ci andrò» farfugliai. «Non so ballare molto bene…»

Altro punto a mio sfavore: avevo ereditato lo scarso equilibrio della mamma. Ero una sciagura a giocare a pallavolo, figuriamoci ad accompagnare una danza! Il pensiero di inciampare qua e là e diventare lo zimbello di tutti non mi stuzzicava per niente.

«Non te la cavi male, invece» considerò ottimisticamente Seth. «E poi mi sembrava che Williams avesse un debole per te… Potresti invitare lui, no?»

«Scott Williams?» … ehm… no, Seth non aveva afferrato il problema… «Ci penserò» mentii. «E tu?»

La Forks High School e la scuola di La Push avevano siglato una specie di patto di fratellanza, e per le grandi celebrazioni si riunivano a Forks.

«Be’…» Seth abbassò lo sguardo sulla strada, decisamente bisognosa di una bella lastricata, e tacque per qualche riflessivo istante. «Va bene che è tradizione che siano le ragazze a invitare i ragazzi, ma… Pensavo di chiedere a Melanie se le andasse di venire con me…»

Ah. Melanie.

«L’imprinting mi sta soffocando» sussurrò Seth. «Ti giuro, Dawn, vorrei tanto poterla ignorare… ma è come se le altre non esistessero, come se mi aggirassi in un mondo di oscurità e lei fosse l’unica luce.»

Seth, dolce e poetico Seth. Mel era troppo rude per te, ma non riuscivi a spezzare il suo sortilegio. Povero amico mio, stregato dal fascino maledetto della mia stessa sorella.

«Magari accetterà» lo esortai, poco convinta. «Lei adora la musica, dopotutto…»

Sorrise mestamente. «Già, potrei provare…»

Rimanemmo in silenzio sotto la pensilina, a guardare le nuvole grigie e gravide di pioggia che s’accavallavano in cielo come onde di cenere. Cupezza e grigiore: questa era Forks, una minuscola cittadina nordamericana infelicemente isolata dal resto del mondo. E sotto quella patetica pensilina c’eravamo noi, un licantropo dal cuore spezzato e un’ombrosa mezzavampira, entrambi alle prese con problemi così stupidi e ordinari, irrazionalmente amici in una secolare guerra interrazziale.

 

 

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Che ne pensate? Vi piace?
Era da un po’ che la covavo, come idea…

 Dal prossimo capitolo sentiremo anche il punto di vista di Melanie :) e un grazie anticipato ai commentatori ^^

  
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