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Autore: TooSixy    26/01/2009    1 recensioni
E così la fragile umana Bella e l'affascinante vampiro Edward ebbero una deliziosa figlioletta... giusto? Sbagliato! Altro che UNA deliziosa figlioletta, ne ebbero ben TRE! In questa commedia pseudo-tenebrosa vediamo l'impulsiva Nessie che le prova tutte per nascondere la sua illecita relazione col licantropo Jacob, mentre Dawn, dolce mezza-hippy, fa del suo meglio per aiutare il suo migliore amico, Seth Clearwater, nella conquista della sorella Melanie. Ma Melanie, divenuta una fredda ragazza gothic, non ha occhi che per la musica e si allena duramente per vincere l'ambita Battaglia delle Band di Washington insieme al suo gruppo metal. E nessuno sospetta che dietro l'apparente distacco la ragazza nasconda un segreto, un segreto potente e altamente distruttivo...
Genere: Romantico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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II. Cannot Help Myself

 

..:: Melanie ::..

Dicevano che ero strana… una tipa fredda e ipocondriaca, che se ne stava sempre in disparte, che non legava con nessuno. Forse era vero, chissà, ma di certo nessuno di quei linguacciuti ficcanaso aveva mai sperimentato le orribili sensazioni che sentivo io, che sentivo da quando avevo memoria. Non ho mai capito davvero di cosa si trattasse… era come se avessi dentro una fiammella, piccola e quietamente scintillante, ma pronta a divampare in un brutale incendio che avrebbe potuto facilmente incenerire la mia anima.

Quel giorno ero chiusa in camera, seduta a gambe incrociate sul letto, immobile. La musica energica e travolgente dei Nine Inch Nails riempiva l’aria, talmente intensa da non permettermi di pensare a qualcosa che non comprendesse riff di chitarra o assolo di batteria. Non volevo pensare, volevo solo perdermi nel ritmo incalzante della canzone Discipline e lasciarmi trasportare lontano da quell’odioso mondo di finzioni e bugie.

Am I still tough enough? Feels like I’m wearing down, down, down…

Sotto il velo rassicurante della musica sentii un impercettibile ‘toc toc’.

«Posso entrare?»

Socchiusi gli occhi. Quella voce melodiosa e vellutata era inconfondibile.

«Certo, entra pure, zia.»

Zia Rosalie aprì la porta della mia stanza e venne a sedersi sul letto accanto a me. Gli splendidi capelli dorati ricadevano in morbide onde sulla sottile camicia di raso, e la gonna blu pervinca rivelava gambe lunghe e perfette da top model. Sembrava un candido angioletto piovuto direttamente dal cielo, e faceva una strana impressione vedere tanta nivea bellezza nella mia camera scura e tenebrosa… una dolce nota degli U2 in mezzo a un’esplosiva canzone dei Led Zeppelin.

Am I taking too much?...

«La tua influenza musicale è calata anche su Emmett» disse guardandomi con serietà. «Anche lui sta iniziando ad ascoltare lo stesso genere… certo, non capisco come due persone sensibili e intelligenti come voi ascoltino questa musica

Pronunciò l’ultima parola come una bestemmia: il metal la schifava; lei era un’artista vecchio stampo, di quelle che impazziscono per le delicate note del pianoforte e che considerano le tastiere elettriche un abominio. E insultare il metal era il miglior modo per irritarmi.

«Sei venuta solo per criticare quello che ascolto?» chiesi con una certa asprezza.

Zia Rosalie scosse la testa e strinse leggermente le labbra, come per soffocare il disdegno che le premeva in gola.

«Volevo fare una chiacchierata con te, da donna a donna.» Mi guardò dritta negli occhi, e io ebbi l’impressione che una saetta lampeggiasse dietro le sue iridi dorate e sfrigolasse attraverso le mie, castano cupo. «Melanie, la Battaglia delle Band non è l’unico avvenimento che ti innervosisce. Il tuo professore di trigonometria ci ha inviato una lettera, in cui scrive che “la signorina Cullen è una studentessa attenta e brillante, ma che talvolta appare curiosamente spenta e passiva”. E non è solo questo… Mel, ti ho vista nascere, ti ho tenuta in braccio quando non eri che una neonata gattonante, ti ho osservata mentre crescevi e diventavi una giovane donna. Percepisco quando ti senti calma, tesa, felice… o spaventata.»

I need your help, I need your discipline…

Strinsi le mani a pugno. «Sto bene, zia. Non ho bisogno che mi reciti la parte della strizzacervelli…»

«Sono molto migliore di qualunque psicologa» ribatté zia Rosalie con fermezza.

Sospirai. «Non ho niente da dire… ma se anche dovessi dirti qualcosa non lo farei, non con quell’impiccione mentale di mio padre che fruga i pensieri di tutti.»

«I pensieri, non i ricordi» sottolineò lei. «Ti prometto che non penserò a quello che mi dirai quando lui sarà in mia presenza… Starò molto attenta.»

«Davvero, non ho niente da dire.»

Zia Rosalie si guardò intorno, esaminando distrattamente i poster e le gigantografie che affollavano le pareti – Guns’n’Roses, The Ramones, Metallica, Led Zeppelin, Black Sabbath, Nightwish – come se potesse estrapolare una risposta da quei pallidi volti di carta; i muri erano così gremiti che tra un poster e l’altro erano visibili solo pochi centimetri di vernice lilla, ma nessuna di quelle bocche fotografate si mosse per dar voce ai miei segreti.

Che idiozia: ovvio che i poster non avrebbero parlato.

Poi lo sguardo di zia Rosalie scivolò sui massicci mobili di mogano, sulla mia elegante chitarra Gibson GS, sulle mensole contenenti la mia collezione di CD, vinili e pezzi rari e infine cadde sulla fonte del suo rancore: lo stereo ultimo modello regalatomi da zio Emmett.

«Quando vorrai confidarti, sai dove trovarmi» concluse sepolcrale, alzandosi e fluttuando via dalla mia stanza.

Sì, contaci, zia.

Quando fu uscita mi distesi sul letto e intrecciai le mani dietro la testa, abbassando le palpebre. La fiammella dentro di me tremolò. Spaventata. Ero spaventata da questa fiammella? Ero spaventata dal potere che mi pompava nelle vene al ritmo del mio stesso battito cardiaco?

Once I start I cannot help myself.

 

..:: Nessie ::..

La musica si sentiva dal piano di sotto: chiaro segno che Melanie era in casa. Era quella musica bizzarra e pesante che le piaceva tanto… In tutta sincerità, io non avevo idea di quali differenze ci fossero tra heavy metal, death metal, gothic metal e speed power metal, ma lei ne capiva e apprezzava tutte le sfumature.

Prima di entrare in casa inspirai a fondo e mi concentrai il più possibile su Jennifer Ridley, una mia compagna di classe; mi stampai fermamente in testa il suo sfarzoso salotto e la sua stanza tappezzata di immagini di Jude Law e Leonardo di Caprio. Mi ero allenata a lungo a riempirmi la mente di concetti simili; papà poteva leggermi il pensiero, ma a quanto pareva disponevo di una specie di lieve protezione mentale che gli impediva di capire se quello che pensavo era verità o menzogna. Il dono di mamma era una vera benedizione.

Quando mi sentii pronta, uscii dalle fitte ombre boschive e spalancai la porta con studiata spensieratezza.

«Ehilà! Sono a casa!»

«Ciao Nessie!»

Un lampo bianco e nero mi schizzò davanti, mi rivolse un sorriso a trentadue denti e sfrecciò in cucina. Impossibile non riconoscerla: il viso da folletto di zia Alice era inconfondibile, come anche i suoi scarmigliati capelli corvini e il suo corpicino piccolo e minuto.

«Sto imparando a cucinare la bouillabaisse!» annunciò. «È una zuppa di pesce francese… dall’immagine del ricettario sembra deliziosa!»

«Fantastico, zia» dissi sforzandomi di suonare entusiasta. «Non vedo l’ora di assaggiarla.»

Per un attimo immaginai me stessa che tuffavo la testa in una ciotola piena di disgustosa poltiglia marroncina… Chissà, forse di lì a poco la scena sarebbe stata quella.

«A proposito» continuò, da dietro la porta socchiusa della cucina «Ed e Bella sono andati a caccia al confine nord… Secondo Ed torneranno entro mezzanotte, ma…» si sporse dalla cucina e mi fece l’occhiolino «sono sicura che vorrà fare lo spaccone e cercare qualche leone di montagna. Saranno qui a notte inoltrata.»

Zia Alice aveva un dono favoloso: poteva prevedere il futuro, o meglio, poteva leggere tutte le varie implicazioni che il futuro avrebbe potuto riservare. Questo sistema funzionava alla grande sui vampiri, ma non sugli ‘ibridi’ come me, Dawn e Mel. E non funzionava nemmeno sui licantropi!! Quel potere era davvero fantastico: non aveva proprio difetti.

La notizia che i miei genitori sarebbero tornati a notte inoltrata mi riempì di gioia; almeno per qualche ora avrei potuto crogiolarmi tra i miei pensieri, senza freni, senza barriere, senza timore che un certo padre ficcanaso venisse a sbirciare nella mia testa.

Salii sulle scale a passo danzante.

Jacob, Jacob, Jacob, ripetevo allegramente tra me e me, volando sui gradini. Mi sentivo una perfetta idiota, ma un’idiota felice, e questo acuiva il mio buonumore. Jacob, stasera la mia mente appartiene solo a me.

Immersa in questi splendidi pensieri, per poco non andai a sbattere contro Melanie, che m’aspettava in cima alle scale. Ripresi l’equilibrio giusto un attimo prima di ammazzarmi giù per le scale rotolando come una botte.

«Stai bene?» chiese Melanie inarcando un sopracciglio.

«C-certo» farfugliai. «Tutto a posto!»

Accidenti, Melanie sembrava appena uscita da un film dell’orrore: aveva la faccia mortalmente pallida, sulla quale spiccavano occhi sinistri e penetranti, ingigantiti dal trucco, e i suoi bizzarri capelli tinti di nero e screziati di meches violette svolazzavano da tutte le parti, sfidando le regole della gravità. Indossava una sobria maglietta nera e vecchi jeans scoloriti, ma per quel che la riguardava avrebbe anche potuto vestirsi come una ballerina di samba a Carnevale: le parole ‘allegria’ ed ‘esuberanza’ parevano non esistere nel suo vocabolario. Non che non le volessi bene – anzi! –, semplicemente non mi sarebbe dispiaciuto vederla un po’ più cordiale.

Lei mi scrutò con attenzione, e quei suoi strani occhi scuri mi perforarono come se volessero decifrarmi l’anima.

«Sei tornata da Jackson» sussurrò.

‘Jackson’ era il nome in codice di Jacob: non era prudente parlare a voce alta in una casa dove persino i muri avevano le orecchie.

Io annuii, fissandola a mia volta e chiedendomi come diamine avesse fatto a intuirlo.

Senza aggiungere altro, Melanie tese un braccio all’indietro e aprì la porta di camera sua.

«Avanti, vieni… Sembra che tu ti sia appena scolata un’intera bottiglia di vodka, da quanto sei rossa…»

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dai l’ho scritto anche a tempo record ^^ allora, quale sarà mai il potere tanto temuto di Mel? (un piccolo indizio c’è…)

 

Ringrazio tutti i lettori, e soprattutto un grazie super speciale a:

..:: DenebDenise: se ti consola questo è il mio primo colpo di fantasia da circa sei mesi, e poi i classici sono sempre ok :)

..:: Eryp92: XD solo che avevo in mente la scena del pranzo da Jake da troppo tempo e non potevo ignorarla… e poi era abbastanza facile da riprodurre: personalmente adoro la cucina indiana ^^  

..:: Ci e Ci Vampire Co: sisi l’ho letta ^^ ahah i piccoli Cullen sono favolosi!

  
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