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Autore: inu_ka    30/07/2015    3 recensioni
Sesshomaru, Tomoe e Kurama sono amici per la pelle, il loro rapporto è pari a quello fraterno. Nonostante il loro carattere particolare sono amati, coccolati e ben voluti dalle loro famiglie ma per Inuyasha non sarà lo stesso. La sua nascita sarà ritenuta una disgrazia e ogni giorno della sua vita sarà più duro del precedente, nonostante abbia un padre che lo ama, ha una madre che lo odia. Ma per lui non sarà sempre tutto nero perchè intorno a sè avrà anche delle persone che lo ameranno così com'è e chissà forse col tempo qualcuno riuscirà a fargli apprezzare la vita. In fondo non può piovere per sempre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Passò un quarto d’ora prima che Ririchiyo riprendesse i sensi, al suo risveglio vide la persona che più desiderava al mondo. Miketsukami dopo tre mesi si era finalmente risvegliato dal coma e adesso era accanto alla sua amata.
-Ririchiyo finalmente hai ripreso i sensi, mi hai fatto spaventare. -
Miketsukami anche se si era spaventato aveva ben compreso che la reazione di sua moglie era dovuta alla sorpresa per il suo risveglio. Ririchiyo si alzò velocemente dalla barella e strinse forte la sua volpe.
-Idiota perché sei stato via per tanto tempo? Non fare mai più una cosa del genere, promettimelo, promettimi che non t’impiccerai più dei fatti altrui e che non perderai mai più il controllo di te. -
Ririchiyo mentre parlava continuava a piangere finalmente dopo tutto quel tempo poteva sfogarsi. Aveva pianto tante volte al capezzale di suo marito ma non aveva mai avuto una carezza di conforto e invece adesso lui la stava stringendo facendo passare i suoi artigli tra i capelli della sua amata.
-Te lo prometto, non perderò mai più il controllo.-
Disse sorridendo. I dottori guardavano la scena inteneriti ma, per quanto fosse bella, il paziente non andava stressato ulteriormente.
-Signor Soushi si è risvegliato da poco non deve stressarsi troppo perciò adesso la pregherei di sdraiarsi e di cercare di riposarsi, nel frattempo approfitterò per parlare un po’ con sua moglie.-
Il dottore, dopo essersi assicurato delle condizioni del paziente, invitò Ririchiyo a uscire dalla camera per poter conferire da solo con lei dirigendosi verso la sua stanza per chiarire alcuni aspetti. Una volta arrivati il dottore chiuse la porta assicurandosi che nessuno ascoltasse.
-Bene signora Soushi si accomodi.-
Ririchiyo prese posto mettendosi comoda per poter ascoltare al meglio ogni singola parola.
-Allora dottore come sta mio marito? Ha riportato qualche danno? Come ….-
Ririchiyo era impaziente perché temeva che il coma avesse causato qualche danno a suo marito.
-Si calmi e mi lasci parlare. -
Disse il dottore interrompendo la raffica di domande.
-Può tirare un sospiro di sollievo, il coma non ha avuto alcuna conseguenza su suo marito ma ho bisogno di sapere alcune cose.-
Disse cambiando improvvisamente il tono della voce.
-Chi vi ha dato quella terapia?-
Domandò senza giri di parole.
-Il dottor Onigumo.-
Ririchiyo non capiva il perché quel dottore volesse saperlo.
-Lo avevo immaginato. Questo è il terzo caso che capita in quest’ospedale.-
-Dottore sia più chiaro mi state solo confondendo. -
-Ha ragione. Il dottor Onigumo ha sperimentato più volte quella terapia che spesso ha avuto esiti infausti. -
Disse il dottore sospirando.
-Ma dottore abbiamo avuto il suo nome da un han’yō che era in terapia da lui. –
Disse perplessa.
-Non sto dicendo che quella terapia sia del tutto inefficace, le sto solo dicendo che quella terapia va bene solo per gli han’yō infatti, ha il brevetto solo per quello ma per gli youkai-ka non va bene è stata rifiutata immediatamente. Ora le spiego meglio. Come ben sapete gli han’yō sono l’unione di uno youkai e un umano perciò il loro sangue è per metà demoniaco e per metà umano quindi c’è una specie di equilibrio tra i due mentre gli youkai-ka sono figli di uno youkai e un han’yō dunque il sangue demoniaco è superiore a quello umano perciò la perdita di controllo è più difficile da controllare. In un han’yō basterebbero quelle compresse per riportarlo ad una situazione di equilibrio ma non sono sufficienti per un youkai-ka il cui sangue demoniaco e' superiore a quello di un han’yō. Quelle siringhe che vi ha dato il dottor Onigumo altro non sono che un potente anestetico per youkai, e associato a quelle compresse potrebbero addirittura annullare del tutto il sangue demoniaco portando così lo youkai-ka alla morte. Suo marito è stato fortunato ha rischiato di morire. -
Ririchiyo era basita da quella spiegazione, le era stato detto che quella terapia poteva essere fatale ma non immaginava che il motivo fosse quello, a loro era stato detto che poteva essere fatale solo perché lui era la reincarnazione del potente Kyuubi e non perché quella terapia era priva di approvazione. Strinse i pugni al solo pensiero che a causa di quel ciarlatano avrebbe potuto perdere suo marito e la rabbia fu superiore quando le venne in mente suo figlio e a quello che stava passando.
-Dottore ma se dovesse succedere ancora cosa posso fare?-
-Bhe da quello che mi avete detto vostro marito ha in sé il potere demoniaco del Kyuubi giusto?-
Ririchiyo annuì.
-Dunque il sangue che scorre in lui sarebbe più o meno pari a quello di uno youkai perciò l’anestetico che gli avete somministrato quella volta potrebbe bastare ma comunque va dato in una dose ridotta, il suo corpo resta sempre quello di uno youkai-ka. Le pillole non servono più, vi prescriverò delle compresse con lo stesso principio attivo dell’anestetico che ovviamente saranno più blande, una di quelle basterà, anche se spero che abbiate imparato la lezione.-
-La ringrazio dottore. Posso andare da mio marito?-
-Lo faccia riposare ancora un po’ potete tornare nell’orario di visita serale. -
Ririchiyo annuì e sorrise al pensiero della reazione che avrebbe avuto il suo bambino quando avrebbe saputo del risveglio di suo padre. Uscì rapidamente dall’ospedale e corse a dare la notizia ai suoi amici, prima tappa “l’agenzia No Taisho/Soushi”.
Appena arrivata salì velocemente le scale e piombò nell’ufficio di Inu, dove si stava svolgendo una riunione con le modelle, Ririchiyo le cacciò facendo rimanere lì soltanto Mirei e Inu.
-Ririchiyo si può sapere che ti prende?-
Mirei non capiva il comportamento dell’amica ma era certa che centrasse Miketsukami.
-Si è…risve…gliato.-
La corsa le aveva fatto venire l’affanno e l’aveva fatta parlare in modo incomprensibile ma gli altri avevano capito ugualmente almeno era quello che speravano. Fu Inu a chiederlo per primo.
-Miketsukami si è risvegliato, ho capito bene?-
Disse al limite dell’euforia.
-Sì Inu e non ha riportato nessuna conseguenza.-
Il sorriso di Ririchiyo li intenerì, ormai erano mesi che non la vedevano più nemmeno sorridere ma adesso quel sorriso per loro era la cosa più bella che avessero mai visto.
-Quando possiamo andare a trovarlo?-
Mirei avrebbe voluto fiondarsi immediatamente all’ospedale.
-Il dottore ha detto che per adesso dobbiamo farlo riposare, stasera potremo andare a trovarlo, non ha fatto entrare nemmeno me.-
Disse facendo la linguaccia.
-Il dottore avrà immaginato che lo avresti torturato con le migliori parole. Anzi sono sicuro che già gli hai detto qualche parola “gentile” come del tipo “idiota, scemo” o altro. -
Inu ormai la conosceva bene e sapeva che lei quando si spaventava reagiva così anzi si comportava così anche per dire un semplice ti voglio bene. Ririchiyo era stata colpita nel segno perciò voltò il capo dalla parte del muro gonfiando le guance. Mirei e Inu scoppiarono a ridere ma improvvisamente la porta si spalancò.
-Così si è risvegliato? Peccato avevo pregato ogni singolo giorno che morisse. -
A parlare era stata Izayoi che per qualche motivo ignoto si trovava in quell’ufficio. Ririchiyo al suono di quella frase digrignò i denti ed estrasse la sua lancia puntandogliela al collo.
-Prova a dire un’altra cattiveria contro mio marito e su questo collo potrebbe disegnarsi inspiegabilmente qualche bella cicatrice, forse sarà l’unica cosa bella di te.-
Ririchiyo continuava a tenere puntata la sua lancia ma la mano di Inu la bloccò.
-Ririchiyo calmati non ne vale la pena.-
Inu cercò di parlare in modo pacato, anche se dentro di lui aveva paura che la sua amica facesse qualche sciocchezza ma stranamente gli diede ascolto e abbassò la sua arma riponendola dietro la sua schiena. Inu poi si rivolse a Izayoi per chiederle spiegazioni.
-Izayoi perché sei qui?-
Izayoi alzò un sopracciglio e con tono di sufficienza parlò.
-Ma che domande sono, è ovvio che sono qui per riprendere con il mio lavoro.-
Tutti la guardarono sorpresi. La maternità non era ancora finita e lei era già lì.
-Izayoi ma il bambino ha solo tre mesi, dovresti rimanere a casa con lui per poterlo allattare almeno fino al quinto/sesto mese…. Non hai abbastanza latte?-
Mirei era preoccupata, anche lei ci era passata quando era nato Kurama, aveva poco latte e questo era dovuto all’alimentazione che faceva prima di scoprire la gravidanza però prendendo delle medicine era riuscita a produrne a sufficienza.
-Ho preso delle pillole.-
Disse Izayoi.
- E non hanno funzionato?-
Chiese Mirei.
-Certo che hanno funzionato, c’è voluto un po’ ma adesso non ho nemmeno una goccia di latte.-
Mirei era sbalordita, dunque Izayoi aveva preso delle compresse per smettere di allattare.
-Ma sei impazzita? Inuyasha è ancora troppo piccolo e tu già non lo allatti più?-.
Disse al limite della collera.
-E chi lo ha mai allattato. L’ho allattato solo in ospedale perché era obbligatorio, ma una volta tornati a casa non l’ho più fatto.-
Izayoi continuava a parlare come se niente fosse, ma improvvisamente sentì una mano che le colpì la guancia destra facendole voltare il capo per la violenza del colpo.
-Fai schifo Izayoi, in nome di una stupida carriera stai de nutrendo una povera creatura. Non ti senti in colpa nemmeno un po’?-
Ririchiyo aveva ascoltato fin troppo e quando parlò la mano con cui l' aveva colpita era ancora alzata.
-Ririchiyo impara a tenere le mani a posto, non sono affari tuoi e il pensiero di tenere attaccato al mio seno un simile abominio mi fa ribrezzo…. Dimmi Ririchiyo a tua madre non ha fatto schifo crescere una come te?-
-Non permetterti a nominare mia madre, lei non era una persona spregevole come te e per rispondere alla tua domanda, no, non le ho fatto schifo anzi mi ha cresciuta con tutto l’amore che può dare una madre e ho avuto sempre tutto, direi piuttosto che tua madre ha fallito se ha cresciuto uno schifo di persona come te. E ora se non ti dispiace vado prima che ti faccia veramente male. -
Ririchiyo uscì furiosa, l’allegria con cui era giunta se ne era andata non appena aveva sentito Izayoi, nel frattempo anche Izayoi era andata via e nello studio erano rimasti solo Inu e Mirei.
-Mirei che tu sappia un bambino può essere allattato da un’altra mamma?-
Chiese improvvisamente Inu.
-Eh! Ma certo, perché chiedi una simile cosa?-
-Se non sbaglio anche la madre di Nanami ha partorito da poco, potrei farle chiedere da Sakura se è disposta ad allattare Inuyasha.-
Mirei era rimasta sbalordita da quell’idea non avrebbe mai immaginato che potesse venire in mente a un uomo ma dovette costatare che non era niente male.
-Ottima idea Inu, quel bambino va nutrito con del latte materno è troppo piccolo perché inizi con un’alimentazione artificiale il suo sistema immunitario potrebbe non svilupparsi adeguatamente…. Ora mi spiego perché ha sempre le orecchie abbassate e si muove poco, quel neonato è senza energia. Mi meraviglio di Shin non mi aspettavo che permettesse una cosa simile. -
Mirei sapeva quanto Shin avesse lottato affinché quel bambino nascesse e non si spiegava perché adesso stava permettendo un simile trattamento.
-Mio fratello è fuori da due mesi per motivi di lavoro, sicuramente lei ha approfittato di ciò. –
Inu era convintissimo di ciò anche perché sarebbe stato assurdo se Shin avesse permesso una cosa del genere visto quanto aveva lottato e quanto era costato far nascere suo figlio, sicuramente appena sarebbe tornato dal viaggio di lavoro avrebbe discusso di ciò con lui.
Inu era ancora assorto nei suoi pensieri quando Mirei lo salutò per dirigersi verso la scuola a prendere i bambini, ormai lo faceva sin da quando era iniziata la scuola, lei e Sakura si alternavano per andare a prendere i bambini permettendo a Ririchiyo di occuparsi di suo marito e ora, che si era finalmente ripreso, avrebbe potuto dedicarsi pienamente al suo piccolo volpacchiotto. Mirei era appena arrivata a scuola quando vide che all’ingresso la stavano aspettando solo Kurama e Sesshomaru.
-Bambini dov’è Tomoe?-
Mirei era preoccupata perché solitamente Tomoe era sempre insieme ai suoi amici. Kurama si affrettò a spiegare come stavano le cose.
-Mamma, Tomoe non si è sentito bene e adesso è in infermeria.-
La voce di Kurama non sembrava essere particolarmente allarmante e questo tranquillizzò in parte la youkai.
-Allora bambini aspettate qui vicino alla bidella, io vado a vedere come sta.-
Mirei affidò la custodia dei bambini a una bidella e si diresse in infermeria. Quando arrivò, trovò il bambino coperto da un lenzuolo e con un fazzoletto sulla testa. Era ancora intenta a guardare il bambino quando si sentì toccare la spalla, così si girò e vide che altri non era che la dottoressa.
-Buongiorno, dottoressa mi può dire cosa è successo?-
-Lei è la madre di Tomoe?-
La dottoressa era impassibile e stava parlando con molta freddezza.
-No sono un’amica dei suoi genitori.-
-Mi spiace ma posso riferire la situazione solo ai suoi genitori.-
Disse categorica la dottoressa. Quell’atteggiamento stava notevolmente infastidendo la youkai, anche se era giusto quello che la dottoressa aveva detto stava comunque esagerando, in suo aiuto venne la maestra Narukami.
-Dottoressa può stare tranquilla la signora Tengu ha il permesso della madre di Tomoe quindi può riferire a lei cos’è successo.-
La maestra aveva assicurato alla dottoressa che era tutto in regola e che poteva tranquillamente riferire a Mirei la situazione.
-Signora Tengu innanzitutto vorrei scusarmi per essere stata così rigida ma mi creda per me la sicurezza dei bambini viene prima di tutto.-
Il tono della dottoressa si era addolcito e Mirei fu felice di vedere che ad occuparsi dei bambini non fosse un’arpia ma semplicemente una persona che teneva ai bambini.
-Si figuri, però adesso mi spiegate perché Tomoe è qui?-
-Non so esattamente cosa sia successo ma i suoi amichetti mi hanno detto che stava bisticciando con un bambino di quinta elementare quando improvvisamente è caduto e ha cominciato a sudare e tremare, la bidella lo ha portato subito qui e da quel che ho capito il bambino ha avuto una convulsione credo sia dovuta alla febbre alta ma comunque se dovesse ripetersi le consiglio di dire a sua madre di portarlo da uno specialista, anche se credo sia solo un caso isolato, è piuttosto comune avere delle crisi convulsive quando si ha la febbre alta. -
La dottoressa parlava con molta tranquillità ma questo non rassicurò per niente la youkai che temeva il peggio per il piccolo youkai-ka.
-Posso portarlo a casa?-
-Sì che può però le servirà una macchina, il bambino è troppo debole per camminare.-
-Non si preoccupi lo porterò in braccio, casa mia non è molto distante da qui. -
Mirei salutò e prese in braccio Tomoe che continuava a dormire, dopo di che prese anche gli altri due bambini e si diresse verso casa sua. Una volta arrivati, Mirei adagiò il piccolo youkay-ka nella camera di suo figlio lasciando acceso il walkie-talkie nel caso si svegliasse, dopo di ciò si affrettò a preparare la merenda.  Era intenta a tostare il pane quando sentì un urlo provenire dall'apparecchio, Mirei corse immediatamente nella camera dove si trovava Tomoe e lo trovò bagnato fradicio in preda ai deliri.
- Papà nooo ti prego non mi lasciare svegliati prometto che farò il bravo, ti pregoooo-
Tomoe continuava ad urlare e Mirei lo stava accarezzando tentando di calmarlo, in preda all'ennesimo delirio si svegliò di soprassalto e non appena vide la figura della youkai le si gettò addosso piangendo, Mirei lo strinse a sé parlandogli.
- Calmati piccolo non è successo niente e' stato solo un brutto incubo, il tuo papà si risveglierà molto presto che tu prometta o no di fare il bravo.-
Mirei parlò dolcemente al bambino che tra un singhiozzo e  l'altro riuscì anche a sorridere, dopo essersi calmato si addormentò nuovamente stringendo forte la mano della youkai. Mirei era ancora intenta a osservare il bambino quando sentì il suono fastidioso del campanello, maledisse quell'aggeggio infernale che rischiava di svegliare il bambino, si affrettò ad andare ad aprire la porta e altri non era che Ririchiyo.
- Ririchiyo come mai qui? Credevo fossi andata in ospedale.-
Mirei era sorpresa di vederla, si riprese dallo stupore quando udì la voce di Tomoe che chiamava la sua mamma. Il bambino non era ancora arrivato tra le sue braccia, quando Ririchiyo chiese cosa avesse il suo volpacchiotto, aveva capito che suo figlio aveva qualcosa che non andava semplicemente da uno sguardo. Tomoe quando non stava bene abbassava le punte delle orecchie, e la coda, che normalmente era tenuta in alto, era abbassata come se diventasse particolarmente pesante. Ririchiyo si  spavento' ancora di più quando lo prese in braccio e lo sentì bollente.
- Mirei che e' successo? Scotta tantissimo.-
Disse la han’yō preoccupata. Mirei si affrettò a dare una spiegazione e quando terminò, Ririchiyo aveva gli occhi gonfi dal pianto, sia lei che suo marito soffrivano molto quando il loro bambino aveva qualcosa che non andava ma avevano sempre cercato di non farglielo notare e adesso non sarebbe stato da meno infatti con molta fatica ricacciò indietro le lacrime. Lo stava ancora tenendo in braccio quando si diede della stupida, era stata talmente presa dalla preoccupazione per suo figlio che aveva completamente dimenticato di avere una sorpresa per lui.
- Tomoe ho una bellissima sorpresa per te.-
Tomoe guardò curioso sua madre che fu felice di vedere tornare quell' espressione sul viso angelico del suo volpacchiotto, si limitò a sorridere affrettandosi a lavarlo  e a vestirlo. Prima di uscire, nonostante l' aria fosse tiepida, lo copri' per bene temendo che potesse peggiorare. Salutò la sua amica e i bambini e si diresse verso il suo tempio per prendere la macchina, anche se l' ospedale non era lontano, non avrebbe mai fatto camminare il suo bambino in quelle condizioni anche se sembrava fosse migliorato dopo averla vista.
- Mamma dove stiamo andando?-
Ririchiyo sorrise, sebbene morisse dalla voglia di rivelare la sorpresa si trattenne immaginando la faccia che avrebbe fatto il suo cucciolo.
- E' una sorpresa.-
Disse facendo la linguaccia, suo figlio vedendo quel gesto gonfiò le guance e volto' il capo dalla parte della strada ma si rabbuiò quando vide dove stava parcheggiando sua madre ossia nel parcheggio dell' ospedale, Tomoe era confuso non capiva che ci  fosse di bello nell' andare in quel posto ma non volle chiedere niente si limitò solo a seguire sua madre. Digrignò i denti quando passarono vicino al luogo dove era avvenuto lo spiacevole episodio che lo stava privando della presenza del suo papà, Ririchiyo se ne accorse e lo prese in braccio dandogli un delicato bacio sulla fronte.
- Forza Tomoe non pensarci più, andiamo a vedere come sta papà.-
Ririchiyo non vedeva l' ora di arrivare in quella stanza anche se temeva che quello che aveva visto la mattina fosse solo un sogno ma l' unico modo per saperlo era arrivare in quella stanza. Quando arrivo' all' ingresso del reparto sentì che qualcuno stava nominando il cognome di suo marito, sia lei che Tomoe si allarmarono così accelerò il passo, appena arrivata sulla soglia della porta della stanza si passò una mano sul viso.
- Signor Soushi dove crede di andare?-
Due infermieri stavano spingendo Miketsukami sul letto affinché non si alzasse.
- Vi ho detto che sto bene, voglio solo tornare a casa dalla mia famiglia, e soprattutto voglio vedere il mio cucciolotto.-
Miketsukami insisteva affinché lo lasciassero andare ma il dottore era stato categorico, gli aveva detto che poteva uscire solo quando sarebbero stati certi delle sue condizioni. Miketsukami stava ancora opponendo resistenza quando al suo fine olfatto giunsero gli odori che più amava sentire, si bloccò e volto' il capo in direzione di quel gradevole odore, sgrano' gli occhi e sorrise nel constatare che il suo olfatto non aveva sbagliato.
- Ririchiyo, Tomoe.-
Tomoe quando sentì la voce di suo padre scese velocemente dalle braccia di sua madre e corse da suo padre con le lacrime agli occhi.
- Papà finalmente ti sei svegliato.-
Disse Tomoe continuando a piangere, anche Ririchiyo si avvicinò ai due contenta di vedere la felicità impressa sul volto del loro bambino, ormai era da un po' che aveva perso la speranza di rivedere quel caldo sorriso sul viso del suo bambino, sebbene stesse piangendo era riuscita a scorgere lo stesso la felicità che c' era in fondo al suo cuore.
Tomoe era salito sul letto stringendo forte il suo papà.
- Papà prometti che non mi lascerai più?-
Tomoe era ancora incredulo e  temeva che suo padre si riaddormentasse da un momento all'altro, Miketsukami aveva intuito quello che suo figlio stava pensando, così gli passò un braccio intorno al collo avvicinandolo di più a sé e fece avvicinare sua moglie stringendo anch'ella.
- Non preoccupatevi vi prometto che non succederà mai più una cosa del genere e che non vi abbandonerò per nulla al mondo.-
 Miketsukami aveva assunto un tono serio e questo significava che non mentiva affatto. Poco dopo osservò suo figlio e gli venne in mente una cosa molto importante.
- Ririchiyo puoi dirmi in che mese siamo?-
- E' quasi la fine di settembre. Perché?-
Disse non capendo dove volesse arrivare suo marito e dopo aver ricevuto la risposta volse lo sguardo verso suo figlio.
- Tomoe mi dispiace.-
Disse rammaricato abbassando le orecchie.
- Perché?-
- Perché  se siamo alla fine di settembre significa che la scuola è già iniziata e io mi sono perso il tuo primo giorno di scuola. Mi dispiace sono venuto meno alla promessa.-
Disse guardando il bambino fisso negli occhi. Tomoe sorrise e fece un segno di diniego col capo.
- Non fa niente mi porti quando esci da qui.-
Tomoe aveva risposto come un vero ometto e questo rese fieri i suoi genitori.
Miketsukami  mentre abbracciava suo figlio lo sentì particolarmente caldo.
- Ririchiyo sbaglio o il bambino scotta?-
Chiese preoccupato.
- Si' ha qualche linea di febbre si è sentito male questa mattina a scuola.-
Ririchiyo ricordò ciò che le aveva detto Mirei e aveva assunto un' espressione cupa e questo fece preoccupare suo marito.
- Amore mi dici cosa sta succedendo? Perché hai quella faccia se si tratta solo di un po' di febbre?-
Ririchiyo sussulto' e raccontò quello che era successo la mattina. Miketsukami quando aveva sentito pronunciare la parola " convulsione " si spaventò facendo registrare alla macchina che monitorava il suo battito cardiaco un valore superiore alla norma.
- Miketsukami sta calmo quando ti sarai ripreso faremo controllare nostro figlio da uno specialista.-
Lo youkai-ka negò col capo.
- No lo faremo controllare immediatamente, io sto bene quindi puoi occuparti di nostro figlio mi spiace solo di non essere con te.-
Disse rammaricato.
- Non ci pensare, pensa solo a guarire. Sai potrei approfittare adesso per chiedere a qualche dottore di visitarlo.-
Ririchiyo sorrise e Miketsukami approvò l' idea di sua moglie.
- Sono d'accordo con te potremmo chiamarlo adesso, almeno saremo più tranquilli.-
Miketsukami guardò preoccupato il bambino, si sentiva in colpa perché sicuramente quello che gli era successo aveva messo a dura prova il bambino. Lo osservò ancora per un po' e notò che aveva il respiro regolare.
- Tho si è addormentato.-
Disse sorridendo, anche Ririchiyo lo guardò attentamente poi spostò la frangetta del piccolo mettendogli una mano sulla fronte per vedere se aveva ancora la febbre e sorrise nel vedere il volto tranquillo e sorridente del suo cucciolo.
Poco dopo chiamarono il dottore spiegandogli la situazione, accettò di buon grado di aiutarli e disse di recarsi nel suo studio l' indomani, Miketsukami chiese il piacere di poter essere presente anche lui alla visita, sulle prime il dottore non era intenzionato a permettergli di uscire dalla stanza ma Miketsukami fece leva sul lato paterno del medico chiedendogli cosa avrebbe fatto lui se si fosse trovato nei suoi panni, dopo averci pensato un po' diede il suo permesso a patto che rimanesse seduto sulla sedia a rotelle senza muovere un dito. Tre mesi in coma non erano uno scherzo e il corpo poteva non essere pronto ad assumere così repentinamente una posizione verticale, le cose andavano fatte gradatamente e per questo gli era stato detto che una volta uscito dall' ospedale avrebbe dovuto fare alcune sedute di fisioterapia. Alla fine per il bene del suo bambino aveva accettato, non era il caso di fare capricci era stato per troppo tempo assente dalla vita di suo figlio e in una situazione del genere doveva essere per forza presente, non avrebbe permesso che il suo bambino affrontasse una visita medica di questo genere con la sola presenza della madre perciò si accordarono sull'orario e ringraziarono il dottore per la sua disponibilità. Dopo aver dato qualche consiglio su come agire nel caso la febbre durante la notte fosse aumentata, favorendo così un' ipotetica ricomparsa di una nuova convulsione, si congedò lasciando entrare gli altri amici che erano venuti a far visita al paziente.
Miketsukami quando li vide fu al settimo cielo sebbene il suo cervello non avesse memoria di quanto tempo fosse passato, per lui sembrava essere passata un' eternità dall' ultima volta che li aveva visti e quando vide i bambini fu ancora più felice soprattutto perché in sua assenza avevano fatto il possibile per aiutare suo figlio, anche Shin era presente insieme a Inuyasha, nonostante fosse fuori per lavoro quando seppe del risveglio dello youkai-ka prese il primo volo disponibile e tornò a casa, ebbe giusto il tempo per una doccia quando guardando l' orologio si accorse che era arrivato l' orario delle visite, stava per uscire quando udì il pianto di suo figlio gli sembrò strano che fosse lì  anche perché quando era rientrato aveva salutato ma nessuno aveva risposto perciò aveva pensato che non ci fosse nessuno infatti quando entrò nella camera dove era suo figlio constatò che davvero non c' era nessuno se non il bambino, quando lo vide digrigno' i denti mostrando le lunghe zanne al pensiero della sconsideratezza che aveva avuto sua moglie nel lasciare da solo una creatura così piccola. Lavo' il bambino e lo portò con sé, ovviamente non avrebbe detto a nessuno il vero motivo per cui suo figlio era lì con lui non voleva assolutamente che succedesse di nuovo quello che era accaduto tre mesi fa.
Miketsukami fece un sorriso a trentadue denti quando vide che Shin lo aveva portato con sé.
- Shin hai portato Inuyasha ti prego me lo fai vedere? Ti prego ti prego ti prego-
Disse supplicante.
- Ehi non c'è bisogno che me lo chiedi così anzi non c'è bisogno nemmeno di chiederlo anche perché hai tutti i diritti di vederlo e' grazie a te se e' qui e mi dispiace che ti sia costato così tanto.-
Shin era mortificato per quello che era accaduto, la perfidia di sua moglie aveva quasi distrutto una famiglia infatti né Ririchiyo e né Tomoe erano stati più gli stessi da quel giorno adesso sperava che con il risveglio del capofamiglia tutto ritornasse alla normalità.
Tomoe stava ancora dormendo ma non appena sentì la voce di Shin e l' odore di Inuyasha misto a quello del padre mosse freneticamente le orecchie e scattò in piedi avvicinandosi velocemente al piccolo han’yō.
Shin non sapeva che in sua assenza nessuno si era potuto avvicinare a suo figlio perciò ingenuamente  si rivolse al bambino.
- Ehi Tomoe sembra che tu non lo veda da una vita.-
Tomoe abbassò le orecchie chinando anche il capo inoltre nella stanza calo' il silenzio, Shin guardò tutti uno ad uno non capendo perché avessero smesso di parlare, fu Miketsukami ad interrompere quel silenzio assordante.
- Io si' e' una vita che non lo vedo perciò per un po' ti sequestro questo bel cagnolino.-
Stava toccando delicatamente il nasino e dopo averlo guardato per bene si rivolse al padre.
- Shin questo bambino per essere un han’yō e' troppo tranquillo ed è anche mingherlino, Tomoe era una peste sin dal primo giorno. Mangia abbastanza?-
Inu, Mirei e Ririchiyo erano i soli a sapere la verità ma non era il caso di dirlo lì sicuramente avrebbero informato Shin di quello che stava facendo Izayoi ma lo avrebbero fatto fuori da quella stanza. Inu cercò di sdrammatizzare la cosa.
- Può significare due cose o mio fratello è stato fortunato ad avere un bambino tranquillo o siamo noi che abbiamo dei figli iperattivi. Però caro fratellino se vuoi che tuo figlio resti tranquillo tienilo lontano da Kurama e Tomoe.-
Inu cercò di essere  credibile sperando che i genitori di Kurama e Tomoe intervenissero in difesa dei loro piccoli e così fu, infatti Ririchiyo non restò in silenzio.
- Inu tuo figlio non e' di certo un santo o devo elencarti quello che ha fatto coinvolgendo anche mio figlio e Kurama.-
Disse guardando in modo truce lo youkai.
- Infatti, Ririchiyo ha ragione.-
Disse Mirei risentita. Inu continuò la commedia.
- Ah e' così Mirei, e chi è che si è ritrovato con i peli di mio figlio tra le mani?-
Mirei aveva capito il piano di Inu perciò continuò.
- Bhe devo ricordarti che tuo figlio ha staccato una delle splendide piume di mio figlio facendoci una penna per scrivere solo perché Kurama ha spezzato la punta della sua matita?-
Sesshomaru sentendo menzionare quell' accaduto intervenne per confessare perché aveva staccato quella piuma.
- Mirei l' ho fatto perché l' ho visto alla tv, anche se quel signore ha usato una piuma di gallina.-
Tutti rimasero sbalorditi, dunque Sesshomaru aveva staccato quella piuma solo perché lo aveva visto fare in un programma per bambini.
Il piano di Inu aveva funzionato, ora nessuno pensava più alla domanda di Miketsukami perché ognuno era intento a difendere il proprio bambino.
Passò una buona mezz'ora prima che smettessero di discutere anche perché poco dopo passò la guardia avvisando che mancavano dieci minuti al termine dell' orario di visita. Approfittarono per salutare il loro amico dirigendosi poi verso l' uscita dell'ospedale. Visto l'orario decisero di andare a cenare fuori in una trattoria all'aperto che si trovava alla periferia di Tokyo, avevano scelto quel posto perché non era molto frequentato e quindi potevano parlare tranquillamente. Quando arrivarono si sedettero ad una lunga tavolata facendo mettere i bambini in un tavolo a parte per non coinvolgerli nei loro discorsi. Una volta sistemati ordinarono la cena e nell' attesa cominciarono a parlare mentre i bambini avevano circondato la carrozzina del piccolo Inuyasha, ora finalmente potevano avvicinarsi e giocarci tranquillamente senza temere di essere o rimproverati o cacciati.
- Shin come mai hai portato tuo figlio in ospedale? Solitamente quando sono così piccoli nessuno li porta. Non potevi lasciarlo a casa con sua madre?-
Sakura da quando aveva visto suo cognato con il bambino aveva capito che c'era qualcosa che non andava però non le era sembrato il caso di fare certe domande in quel posto. Shin prima di rispondere sospirò.
- Se ci fosse stata lo avrei lasciato.-
Disse sconsolato e arrabbiato.
- In che senso se ci fosse stata?-
Ririchiyo sperava di aver interpretato male ciò che Shin aveva detto.
-  Quando sono arrivato a casa credevo non ci fosse nessuno ma quando stavo per uscire ho sentito un pianto così sono andato nella stanza del bambino e lì c' era solo lui, della madre non c'era traccia. -
Disse incredulo. Gli sembrava di star raccontando una storia inventata ma purtroppo non lo era, quella era la realtà.
- Non credo che sia sconsiderata a tal punto, non è che le e' successo qualcosa?-
Disse Mirei. Non voleva credere al fatto che Izayoi avesse lasciato da solo Inuyasha era troppo anche per una come lei. Ciò che disse Mirei aveva fatto riflettere, tutti avevano dato per scontato che Izayoi avesse fatto una simile cattiveria perciò Shin decise di telefonarle. Il cellulare squillava ma nessuno rispondeva solo dopo la terza chiamata rispose.
- Pronto.-
La voce di Izayoi, a differenza di quello che avevano pensato gli altri, era piuttosto tranquilla.
- Ciao tesoro come stai?-
Shin stava recitando la parte di chi era all'oscuro di tutto.
- Sto benissimo, a te come va? -
- Qui va tutto bene anche se le giornate sono noiose senza la mia famiglia, a proposito come sta Inuyasha?-
Shin aspettava con ansia la risposta che avrebbe ricevuto.
- Sta bene ora sta dormendo.-
Rimase sbalordito da quella risposta e decise di rivelare la verità.
- Non sta dormendo ma sta giocando.-
Dall' altro capo del telefono Izayoi non capiva cosa stesse dicendo suo marito.
- Shin, Inuyasha sta dormendo, perché dici che sta giocando?-
- Sono sicurissimo perché Inuyasha e' qui con me e sta giocando con gli altri bambini.-
Izayoi era stata smascherata non sapeva che scusa potesse inventarsi.
- Quindi sei ritornato?-
Disse con finta allegria.
- Si' sono tornato e quando rientrerò a casa faremo i conti. Come hai potuto lasciare il bambino da solo?-
- Sono uscita da poco avevo dimenticato i pannolini e siccome stava dormendo non ho voluto svegliarlo.-
Izayoi sperava che la bugia funzionasse ma non sapeva che suo marito era già rientrato da tempo e aveva trovato Inuyasha in uno stato pietoso. Shin chiuse la chiamata senza nemmeno salutare ne avrebbe discusso quando sarebbe tornato a casa per ora voleva solo stare con i suoi amici.
- Fratello ci sono cose che devi assolutamente sapere.-
L' espressione di Inu era da brividi nessuno lo aveva mai visto così, la situazione di Inuyasha stava mettendo a nudo molti aspetti che fino ad allora tutti tenevano nascosti.
Shin osservando bene suo fratello aveva già compreso quello che le sue orecchie avrebbero sentito.
- Shin quel bambino nelle mani di tua moglie non è al sicuro, come ti ha fatto notare Miketsukami, Inuyasha e' troppo tranquillo e anche troppo magro Izayoi lo cura poco quanto niente. Oggi e' venuta in azienda perché voleva riprendere a lavorare, Mirei le ha detto che non era necessario tornarci così presto visto che la maternità non è finita ma lei ci ha risposto con molta tranquillità che ha preso delle pillole per bloccare la produzione del latte materno e ci ha anche confessato di non averlo mai allattato perché le fa schifo allattare un han’yō. Shin quella donna e' pazza e Inuyasha potrebbe pagare per questa follia.-
Le parole di Inu giunsero altre orecchie di Shin come tante lame affilate, un pensiero orribile gli venne alla mente, se Miketsukami non si fosse svegliato lui al suo ritorno avrebbe potuto trovare suo figlio morto. Istintivamente portò la mano sul capo del bambino accarezzandogli delicatamente le orecchie, anche Tomoe era lì  e da quando aveva visto Inuyasha non lo aveva lasciato un secondo, Shin era intenerito da quella scena e sorridendo scosse leggermente il capo dello youkai-ka.
- Tomoe ti piace proprio stare vicino a Inuyasha?-
Shin aveva fatto per la seconda volta la stessa domanda, quando l' aveva fatta in ospedale nessuno aveva risposto ma si erano limitati a guardarlo però adesso che Miketsukami non era lì con loro avrebbero potuto rispondere. Ririchiyo dopo aver preso in braccio suo figlio rispose.
- Shin purtroppo in tua assenza nessuno si è potuto avvicinare a tuo figlio, Tomoe un giorno si è permesso di farlo e tua moglie ha urlato come una pazza terrorizzandolo, ecco perché adesso non si stacca più da lì.-
Disse dando un tenero bacio sulla testa del suo volpacchiotto.
- Mi dispiace, ma perché non mi avete avvisato?-
- Non volevamo farti preoccupare non eri di certo in vacanza.-
Rispose Sakura.
- Ma e' di mio figlio che si tratta e nessun lavoro vale la sua vita e ancora una volta devo ringraziare Miketsukami perché se non si fosse risvegliato io non sarei qui e non avrei saputo nulla di quello che sta succedendo.-
Shin era arrabbiato con gli altri per non aver detto quello che stava accadendo e si ripromise che non avrebbe mai più lasciato da solo suo figlio con sua madre.
Durante la cena Inu disse a suo fratello se era d'accordo sul fatto di far allattare suo figlio da Keiko, la madre di Nanami ovviamente Shin acconsentì, Sakura apportò giusto qualche modifica all' idea di suo marito, aveva proposto che anziché far allattare direttamente il bambino avrebbero potuto farsi dare del latte allattandolo poi con il biberon così sarebbe stato meno stancante sia per il bambino e sia per Keiko, la proposta fu accettata in pieno.
Terminata la cena ognuno si diresse verso la propria casa e i bambini a malincuore dovettero salutare il piccolo han’yō che nel frattempo si era addormentato.
Appena Shin mise piede in casa sua si scatenò l' ennesima lite, ormai quella coppia aveva smesso di funzionare da tempo.
- Sei un' incosciente, pazza degenerata come ti e' saltato in mente di trattare nostro figlio in quel modo? Poteva morire, lo hai praticamente affamato e trascurato senza contare che lo hai lasciato anche da solo. Quante altre volte lo hai fatto? -
Shin stava urlando talmente forte da non rendersene conto e questo svegliò il bambino.
- Lo senti? Non fa altro che piangere e' una seccatura se dovessi stare ai suoi comodi non avrei un secondo per me. -
Izayoi non stava mostrando alcun segno di dispiacere per quello che aveva fatto anzi stava tranquillamente confermando quello che avevano detto gli altri.
- Purtroppo per farlo nascere ho promesso di mantenerti a vita altrimenti a quest'ora saresti già in qualche a strada a chiedere l' elemosina.-
Shin era al limite della rabbia e trattenersi stava diventando molto arduo. La gente era convinta che gli youkai fossero incapaci di provare sentimenti ma non era vero gli youkai erano restii a provarli solo perché, a differenza degli umani, i loro sentimenti erano molto forti e spesso venivano portati fino alla morte, per loro anche innamorarsi era una cosa pericolosa e avrebbe potuto anche ucciderli ma se amare era pericoloso, odiare lo era ancora di più perché l'odio, la rabbia e il disgusto erano i sentimenti più amati dal sangue demoniaco che di per sé era malvagio ed era per questo motivo che gli youkai non socializzavano facilmente proprio per evitare di farsi male e di far del male.
Il litigio continuò fino a notte inoltrata e durante la lite Izayoi si era anche rifiutata di far allattare il bambino da un' altra donna ma non aveva lo stesso intenzione di provvedere all' alimentazione di quella povera creatura, Shin questa volta si oppose e disse categoricamente che avrebbe chiesto l' aiuto di Keiko perché lui voleva che suo figlio continuasse a vivere anche contro la sua volontà.
Quella notte era stata difficile anche per Ririchiyo che ad ogni ora che passava diventava sempre più irrequieta, non era riuscita a chiudere occhio per la paura che suo figlio potesse peggiorare e avere un' altra convulsione infatti per quella notte aveva permesso a suo figlio di dormire con lei e questa era una cosa a cui non aveva mai acconsentito perché non voleva che suo figlio si abituasse a dormire con loro.
La mattina giunse, così Ririchiyo dopo la colazione preparo' suo figlio per portarlo dal dottore ma prima dovevano passare a prendere suo marito.
Miketsukami aveva già chiamato sua moglie per sapere come avesse passato la notte suo figlio, e fortunatamente non era successo niente. Appena arrivati in ospedale, Tomoe corse da suo padre che li stava già aspettando seduto sulla sedia a rotelle, dopo aver strapazzato di baci suo padre si diressero nell' ambulatorio dove il dottore aveva dato appuntamento, una volta trovata la stanza si sedettero e attesero il loro turno. L' attesa fu snervante, non vedevano l' ora che il dottore visitasse il loro bambino per sapere cosa era successo. Finalmente il loro turno arrivo', il dottore fece accomodare Ririchiyo facendosi raccontare l'intero accaduto, dopo aver appuntato ogni singola parola lo specialista li portò in un' altra stanza dove vi erano vari macchinari, fece stendere Tomoe su un lettino mettendogli una cuffia a cui erano collegati tanti cavi che confluivano verso un computer sul cui monitor appariva una pagina con tante linee.
- Dottore esattamente di che si tratta? -
Chiese Miketsukami incuriosito.
- Niente di pericoloso non si preoccupi e' una semplice macchina per elettroencefalogramma servirà a monitorare l' attività cerebrale del vostro bambino, lo potremmo paragonare ad un sismografo se le onde sono lievemente zigzagate significa che il cervello funziona regolarmente, se invece una linea si scontra con le linee inferiori o superiori allora c'è qualcosa che non va. Secondo me potete stare tranquilli vostro figlio non ha alcuna patologia sono sicuro che quella convulsione sia stato un modo per scaricare tutto lo stress che ha accumulato in questi mesi.-
Dopo la spiegazione i genitori erano più tranquilli ma solo perché il macchinario non avrebbe nuociuto al loro bambino però l' ansia dell'esito restava.
- Allora Tomoe adesso chiudi gli occhietti e tienili fermi con la punta delle dita, man mano ti dirò io cosa devi fare. Allora ci siamo intesi?-
Tomoe annui' e chiuse gli occhi. Durante l' esame eseguì tutti i comandi del dottore mentre i suoi genitori si tenevano stretti per mano fissando quello schermo come se capissero qualcosa. Dopo un quarto d'ora il dottore fece riaprire gli occhi al bambino e lo libero' da quella scomoda cuffia dandogli della carta per pulirsi i capelli dal gel che aveva usato per far aderire bene le ventose della cuffia, nel frattempo il dottore stampo' l'esito e li fece riaccomodare nella stanza precedente.
- Allora signori Soushi potete stare tranquilli vostro figlio e' perfettamente sano, la sua attività cerebrale e' regolare non ha segni di alcuna patologia a carico del sistema nervoso. Era come vi ho detto prima, il corpo si è solo liberato dello stress accumulato.-
Il dottore stava sorridendo e aveva scombinato con una mano i capelli del bambino, Miketsukami aveva messo una mano sulla gamba di sua moglie accarezzandola leggermente e lei a quel contatto sorrise mettendo la sua mano su quella di lui. La giornata era iniziata bene quella notizia per loro era tutto, durante la notte nessuno dei due era riuscito a dormire temendo per la salute del loro bambino e l' esito di quella visita per loro era tutto perché niente valeva la vita del loro cucciolo, a quel pensiero Ririchiyo si intrisi' e ovviamente suo marito se ne accorse.
- Ehi tesoro perché quella faccia? Dovresti essere felice Tomoe non ha niente, possiamo stare tranquilli.-
Disse accarezzandola, lei di rimando sorrise. Appena arrivati in camera Ririchiyo costrinse suo marito a stendersi dopo anche lei si sedette vicino a lui mentre il loro bambino si stese accanto a suo padre.
- Ririchiyo vuoi dirmi cosa c'è che non va? Non ti senti bene?-
Miketsukami era sempre più preoccupato, da quando erano usciti da quella stanza sua moglie anziché essere contenta si era intristita.
- No no sto bene, e' solo che l' ansia e la gioia che abbiamo provato in quella stanza per il nostro bambino mi ha fatto riflettere un po'.-
Disse con una nota di amarezza.
- E perché? E' naturale occuparsi dei propri figli e avere paura quando c'è qualcosa che non va.-
- Purtroppo non per tutti e' così.-
Ririchiyo stava per raccontare ciò che stava succedendo ad Inuyasha ma fece in tempo a fermarsi.
- Ririchiyo sei strana dimmi cosa sta succedendo, ti prometto che qualunque cosa sia non perderò il controllo mi comporterò come sempre ma ti prego non tenermi nascosto niente fidati, parola di volpe.-
Disse sorridendo e porgendo il mignolo per sigillare la promessa, ma ciò che aveva detto alla fine fece insospettire sua moglie.
- Caro hai detto parola di volpe? -
Lui annui'.
- Allora c'è poco da fidarsi.-
- Perché?-
Miketsukami inarcò le sopracciglia non capiva dove sua moglie volesse arrivare.
- Perché per natura le volpi sono furbe e ingannatrici perciò chi mi assicura che non stai mentendo.-
Ririchiyo lo fisso' intensamente perché lei era l' unica che non cadeva nei suoi tranelli con lei i suoi poteri non avevano mai funzionato. Continuò a fissarlo e vide che diceva la verità.
- E va bene te lo dico ma prova a fare qualcosa di strano e giuro che non ti faccio vedere più tuo figlio.-
- No no no promesso, preferisco morire piuttosto che non vedere più il mio birbantello.-
- Sapevo che per te non vedere più Tomoe sarebbe stato peggio della morte. E' proprio questo che mi ha rattristato prima, quando aspettavamo l' esito la preoccupazione e la gioia che abbiamo provato mi ha fatto pensare a quanto sia fortunato nostro figlio ad avere dei genitori così mentre altri non ricevono nemmeno le cure necessarie a sopravvivere.-
Ririchiyo non riusciva a continuare a parlare, la tristezza aveva preso il sopravvento su di lei.
- Ho capito, e' di Inuyasha che si tratta, non è così?-
Domandò e sua moglie annui'.
- Dunque quella donna non è cambiata affatto.-
- No anzi sembra peggiorata. E' malata di mente e il bambino ne sta pagando le conseguenze.-
Ririchiyo raccontò tutto quello che stava succedendo al piccolo Inuyasha, Miketsukami digrigno' i denti per il disgusto e ringraziò i Kami per il suo risveglio.
 
Intanto Sakura si era recata al tempio Higurashi insieme a Shin per chiedere aiuto a Keiko, salirono l' enorme scalinata trovandosi direttamente l' interessata di fronte.
- Benvenuti al tempio Higurashi, entrate. Posso offrirvi qualcosa?-
Keiko con gli ospiti era sempre molto accogliente e li faceva sentire sempre a proprio agio inoltre quelli per lei non erano affatto degli sconosciuti.
- Keiko abbiamo un enorme favore da chiederti.-
Disse Sakura, improvvisamente si udì il pianto di un bambino così Keiko si scusò e andò a prendere il neonato, quando ritornò teneva in braccio la nuova arrivata.
- Scusatemi ma questa birbantella ha sempre fame e odia stare sola, anche se non mangia tantissimo quando si attacca al seno beve il necessario ma a quanto pare le piace il contatto, peccato che non ne beva di più, ne ho troppo e mi sento una mucca.-
Disse facendo la linguaccia. Sakura si avvicinò per osservare quel piccolo angioletto.
- Ma e' stupenda, come l'hai chiamata?-
- Kagome.-
Nel frattempo anche Shin si era avvicinato per osservare quel piccolo fiore e pensò che se suo figlio fosse nato alla scadenza avrebbe potuto essere suo gemello infatti avevano giusto un mese di differenza, Inuyasha era del 22 giugno mentre Kagome del 22 luglio. Pensando a ciò gli venne in mente il vero motivo di quella visita, il pensiero di chiedere ad un'altra di allattare il proprio bambino lo fece vergognare. Sakura sapeva quello che stava provando suo cognato perciò ci penso' lei a parlare.
- Keiko se la situazione non fosse così grave non saremo mai venuti a chiederti un favore così enorme.-
- Figurati e' un piacere aiutarvi se questo rientra nelle mie capacità, ma se non mi dite di cosa si tratta non posso dirvelo.-
Disse amorevolmente.
Sakura spiegò come stavano le cose senza tralasciare niente e ad ogni parola che lei diceva Shin si vergognava sempre di più. Quando Sakura finì  di parlare, Keiko si avvicinò alla carrozzina dove Inuyasha stava dormendo scostò il lenzuolino e constatò che il bambino era davvero messo male.
- Sakura questo bambino è sottopeso, Kagome anche se è più piccola di lui sembra più in carne. Comunque accetto di allattarlo tanto come vi ho detto prima di latte ne ho molto e spesso sono costretta a tirarmelo e a buttarlo perché il seno pesa troppo quindi non mi costa niente darvelo anziché buttarlo. Il latte materno resiste  24 ore in frigo oppure lo puoi congelare quindi ne posso raccogliere una buona scorta e lo congelate altrimenti la mattina lo venite a prendere e ve lo faccio trovare pronto. Decidete voi cosa fare.-
Keiko aveva esposto le possibilità che avevano per allattare il bambino, non volevano strapazzare né il bambino e né Keiko perciò decisero che ne avrebbero preso un po' e lo avrebbero congelato.
- La ringrazio infinitamente, mi vergogno di avere una moglie così. In altre situazioni non mi sarei mai permesso di chiedere dei favori ma per mio figlio dovevo farlo.-
Shin era rammaricato per questa situazione ma come aveva detto per amore di suo figlio avrebbe fatto di tutto.
- Si figuri, e per favore mi dia del tu.-
- Anche tu.-
- Bene se aspettate un po' faccio mangiare Kagome e poi vi do il primo latte.-
- Va bene.-
Dissero entrambi, nel frattempo Nanami era tornata da scuola insieme a suo padre e immediatamente si fiondò da Inuyasha giocando con le piccole orecchie mentre lui con le sue manine le tirava lievemente uno dei codini.
Shin intenerito dalla scena si avvicinò a suo figlio e gli accarezzò dolcemente una guancia.
- Figliolo non avrai l'amore di una madre ma avrai intorno tante persone che ti ameranno così come sei.-
Dopo mezz'ora Keiko tornò con le scorte del latte e un biberon glielo diedero prima di uscire, sembrava che il bambino ne gradisse il gusto e questo agevolava le cose. Quando finirono salutarono e si diressero in un negozio di elettrodomestici per acquistare un freezer con la chiave, non era da escludere che Izayoi per dispetto gettasse il latte. Tornarono a casa e lo misero subito in funzione. Ora grazie a Keiko, Inuyasha avrebbe avuto un'alimentazione adeguata.
 
Erano passati dieci giorni dal risveglio di Miketsukami e le sue condizioni erano notevolmente migliorate perciò i dottori decisero di dimetterlo raccomandandogli di non sforzarsi troppo e di continuare le sedute di fisioterapia. Inuyasha con la nuova alimentazione aveva preso peso ora aveva degli occhi vispi del colore del sole, le orecchie erano tese e ad ogni rumore si muovevano freneticamente i capelli del colore della luna erano diventati morbidi e setosi ed era diventato più vivace, anche se spesso era imbronciato e in questo somigliava a suo cugino Sesshomaru. Miketsukami fu scelto come padrino, era grazie a lui se Inuyasha era ancora vivo, grazie al suo piano e al suo risveglio ora tutti potevano abbracciare quella bellissima  creatura. Izayoi da quel giorno fu ignorata ancora di più di prima, un conto era maltrattare i figli altrui e un conto era maltrattare il proprio figlio e questo Miketsukami non se lo lasciò sfuggire, con molta calma l'aveva umiliata rinfacciandole tutto quello che era successo a causa sua, Shin non la difese minimamente ormai quella donna per lui non era più niente non era nemmeno la madre di suo figlio, ora se lo portava ovunque non lo lasciava un attimo e se proprio il lavoro glielo impediva chiedeva a qualcuno di mantenerglielo, il più delle volte era Sakura ad occuparsene anche perché il suo asilo aveva aperto anche la sezione per il nido quindi spesso lo portava lì così poteva stare tranquillo perché il suo bambino era in buone mani.
Nei giorni seguenti Shin chiese la separazione a sua moglie ma, essendo vincolato dalla promessa che le aveva fatto, erano separati in casa. Dormivano in camere separate, mangiavano da soli e avevano anche i bagni separati ormai la casa era divisa in due e nessuno andava nella parte dell'altra, Shin aveva portato dalla sua parte tutte le cose di suo figlio e anche il freezer che conteneva il latte con cui lo alimentava. Non parlavano quasi più si limitavano solo al buongiorno e buonasera, anche al lavoro tutti erano diventati più freddi con lei le uniche parole che le rivolgevano erano esclusivamente inerenti al lavoro, spesso non veniva nemmeno convocata alle riunioni o invitata alle cene che venivano organizzate per festeggiare i successi delle collezioni. Il nulla era più considerato di lei, questa situazione stava facendo sempre più accrescere in lei l'odio per quel bambino che era amato, coccolato e viziato da tutti, giurò che in qualche modo si sarebbe vendicata avrebbe reso la vita di quell'han’yō un vero inferno.


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ecco a voi il quarto capitolo, che ne pensate :(? Non so se esserne soddisfatta o meno, l'ho letto talmente tante volte che spero non ci siano errori madornali e se ci sono non esitate a segnalarmelo.... ;)

RINGRAZIAMENTI:

Ringrazio chi ha recensito i capitoli precedenti (non molti ;p) e anche chi ha solo letto. Ringrazio chi ha messo la storia nei preferiti, seguiti e nelle ricordate, spero che continui a piacervi so che sono capitoli un pò noiosi ma aspettate che cresca Inuyasha non ci vorrà molto.
Ci vediamo al prossimo czpitolo di "NON PUO' PIOVERE PER SEMPRE".
baci Inu_ka
  
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