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Autore: A_GleekOfHouseStark    31/07/2015    1 recensioni
Il primo settembre del 2009 la cittadina di Rosewood viene scossa dall'omicidio di Alison DiLaurentis, ma nessuno sa che dietro quel delitto si nascondono proprio le sue migliori amiche. Dopo anni di persecuzioni da parte di -A e interrogatori mirati da parte della polizia le quattro ragazze le quali, stanche della situazione, decidono di fuggire da quella città che, giorno dopo giorno, si era trasformata in una prigione, ma purtroppo il loro piano non si conclude come previsto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aria Montgomery, Emily Fields, Hanna Marin, Sorpresa, Spencer Hastings
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aria
Anche Aria era pronta per l’interrogatorio.
'Pronta' forse era una parola grossa dato che dalla sua prima e ultima ‘visita’ come indagata alla centrale di polizia erano trascorsi circa quattro anni e quell'unica volta le era bastata per rendersi conto di odiare quel posto, o meglio, come ti tratta la gente che lavora lì se sei sospettata di omicidio. L’aria della stanza era soffocante e le pareva quasi che i muri si stessero rimpicciolendo per poterla schiacciare.
“È tutto nella tua testa.” Pensò per tranquillizzarsi, ma non ci riuscì e tutto ciò che ottenne fu l’incremento del carico di ansia. Aria Montgomery sapeva mentire piuttosto bene ma non aveva mai imparato a gestire il nervosismo, soprattutto in quel momento, dato che non aveva una versione dei fatti da raccontare.
All’inizio della vicenda era Emily l’anello debole del gruppo, poi la ragazza aveva imparato a difendersi e il testimone era passato ad Aria, la quale detestava sentirsi in quel modo. Tutti, dalla sua famiglia (quando ancora era unita e –A non l’aveva distrutta rivelando cose che avrebbero dovuto rimanere sepolte) alle sue amiche, si sentivano come in dovere di proteggerla poiché erano convinti che, per qualche strana ragione, lei non ne fosse in grado. Voleva dimostrare di poter fare qualcosa di utile da sola, senza l’aiuto di nessuno, e aveva deciso che quella sarebbe stata l’occasione perfetta. Fin dai tempi dell’omicidio infatti, coprendo il delitto perpetrato da Spencer, tra loro si era stabilito una sorta di patto silenzioso di cui non avevano mai parlato ma che in sostanza consisteva nel confessare al posto della vera assassina. Se necessario, lo avrebbero fatto davvero per coprirla un’ultima volta e Aria era quasi sicura che le altre stavano già preparando la loro resa e lei non voleva essere da meno: avrebbe coperto la sua migliore amica fino alla fine e dimostrato che anche lei poteva essere forte.
“Eccoci signorina Montgomery, iniziamo.”  Disse l'agente “Vuole raccontarmi cosa successe la notte del primo settembre di sei anni fa?”
“Non giriamoci intorno agente. Lei vuole una confessione e sono qui per dargliela: ho ucciso io Alison.” Tagliò corto Aria. Avrebbe fatto ciò che aveva stabilito ma non voleva rimanere in quella stanza un minuto in più del necessario. Iniziò a sudare freddo e ripeté, più per convincere se stessa che l’uomo che le stava davanti: “L’ho uccisa io.”
“Non voglio una confessione e basta.” Replicò lui, il quale, notando il nervosismo della ragazza, decise di spingere di più, finché non sarebbe crollata lasciando uscire la verità. “Almeno vuole dirmi perché ha ucciso la sua amica?”
A quel punto la ragazza si rese conto che a lei mancava qualcosa che le sue amiche avevano per rendere credibile la loro confessione: un movente. Tutte loro erano state vittime dei giochetti psicologici di Alison, mentre lei no. L’unica brutta avventura che avevano condiviso era stata la scoperta del tradimento di suo padre, ma stranamente ella non l’aveva usato come pretesto per torturarla come aveva fatto con la l’orientamento sessuale di Emily, il rapporto con il cibo di Hanna o le tresche passate di Spencer. Era stata oggettivamente la più fortunata sia in passato sia contro –A che l’aveva lasciata relativamente in pace se si pensa a cosa aveva fatto alle sue amiche.
“Signorina Montgomery va tutto bene?” chiese l’agente notando il suo sguardo perso nel vuoto e il volto pallido “Deve rispondere alla mia domanda.”
Aria non lo fece.
I nervi tesi come corde di violino, i pugni chiusi e il volto contratto.
Tremava e sentì le lacrime bruciarle gli occhi, ma fece il possibile per non piangere.
Il silenzio attorno a lei più rumoroso e opprimente di qualsiasi voce, ma non trovò la forza di romperlo perché la sua mente era occupata da una vocina martellante che diceva: ‘Non ce la puoi fare. Sei troppo debole per farcela’. Era la voce di Alison, nonostante non le avesse mai rivolto quelle parole.
Alla fine Aria esplose.
“Non ho mai voluto tutto questo!” urlò all'improvviso “Nessuna di noi lo ha voluto!”
“Si calmi signorina Montgomery!”
“Volevamo soltanto proteggerla!” continuò il suo monologo come se non ci fosse un interlocutore davanti a lei.
“Ho bisogno di un nome, chi volevate proteggere Aria?”
“Non abbiamo fatto niente, abbiamo solo coperto le tracce!”
Si era appena contraddetta ma non le importava, non pensava davvero a cosa stesse dicendo in quel momento.
“Le tracce di chi Aria?” continuò imperterrito l’uomo. Sapeva che l’avrebbe fatta crollare definitivamente.
“Non ho mai voluto tutto questo.”
“Non capisco Aria. Cosa non hai mai voluto? Chi state coprendo tu e le tue amiche?”
“No!” gridò alzandosi in piedi “Fatemi uscire. Devo uscire da qui. Io non ho mai voluto tutto questo, nessuno
lo voleva!” si fiondò verso la porta e tentò di aprirla con le mani tremanti. “Non ce la faccio più!” gridò dimenando i pugni “Fatemi uscire da qui!”
Poi si accasciò contro il muro e due paramedici la sollevarono e misero su una barella.
Alla fine Aria Montgomery non ce l’aveva fatta, per l’ennesima volta non aveva raggiunto gli obiettivi che si era preposta.
“Cosa diavolo succede?” esclamò Holbrook mentre vedeva la sospettata inerme sulla barella.
“Non ne ho idea detective. È scoppiata all’improvviso e ha iniziato ad urlare. Diceva cose prive di senso, senza alcuna connessione fra loro.”
“Cosa diceva?”
“Ha ripetuto diverse volte la frase ‘non ho mai voluto tutto questo’.”
“Quindi di certo non è lei l’assassina.”
“Però ha confessato l’omicidio all’inizio dell’interrogatorio.”
“Andiamo James, credi davvero che una ragazzina che non è in grado di gestire la pressione abbia potuto compiere un delitto del genere? Il colpo è stato inferto con troppa precisione e potenza per poter essere opera di un paio di mani tremanti dall’ansia.”
“Allora perché diavolo ha confessato?”
“Si stanno proteggendo a vicenda. È l’unica spiegazione logica. Dio, avevo pensato a quest’ipotesi ma speravo di non doverla affrontare davvero!”
“Quindi cosa facciamo?”
“Ascoltiamo attentamente e cerchiamo le falle nella loro storia. Ma di una cosa sono convinto: l’assassina è tra loro quattro.”
Disse questo e si avviò verso la stanza di Spencer Hastings, dove l’interrogatorio era ormai cominciato da parecchio tempo.



Note dell'autrice :3
Hola! Mi dispiace avervi fatto aspettare più del solito ma sono stata a Londra e non ho avuto la possibiità di aggiornare. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ci vediamo alla prossima :D
Kisses
-A_GleekOfHouseStark
   
 
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