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Autore: Necro    27/02/2005    1 recensioni
Bhè in questa ff ho cercato di creare un Harry che non subisce più le scelte di Silente e che si rende padrone della sua vita!
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Addio Privet Drive

 

Quando Harry si svegliò la mattina seguente rimase molto tempo steso a pancia in su a fissare il soffitto, non riusciva ancora a credere a quello che era successo il giorno prima, gli dispiaceva per il modo in cui aveva trattato Silente, dopotutto lui aveva sempre agito per il bene di Harry e questo lui lo sapeva bene, ma il comportamento del preside lo faceva infuriare, lui continuava a prendere decisioni per conto di Harry senza interpellarlo minimamente, ma più di tutto Harry ricordava il lungo periodo in cui lui e Hermione erano stati abbracciati, così stretti che non si capiva dove finiva il corpo di uno e iniziava quello dell’altro, Harry ormai non riusciva a negarlo, era innamorato perdutamente di quella ragazza, ma sapeva che non avrebbe mai trovato il coraggio di rivelarle i suoi sentimenti, poi si decise ad alzarsi e guardandosi intorno vide che sulla scrivania dove poggiava la gabbia di Edvige c’erano altri tre gufi addormentati, probabilmente erano lì dalla sera prima, anche se Harry non li aveva notati, uno ero Leo il gufo di Ron, l’altro Errol che da quel che dedusse Ron aveva inviato insieme perché il pacco da portare era molto pesante, il terzo gufo invece aveva un aria ufficiale e Harry capì che doveva essere uno dei gufi di Hogwarts. Per primo prese il gufo di Hogwarts che aveva un aria alquanto contrariata, probabilmente non aveva gradito molto il fatto di dover attendere tutta la notte, Harry prese la lettera della scuola e la buttò direttamente nel baule, tanto ormai conosceva a memoria il contenuto della lettera, quindi non notò che era più pesante del normale, poi prese il pacchetto che il gufo portava oltre alla lettera, «Sarà il regalo di Hagrid» pensò Harry, e in effetti non si sbagliava, avvolte in carta da pacchi marrone c’erano due animaletti molto finemente intagliati nel legno, uno rappresentava un cane, l’altro un cervo, per gli occhi delle due statuine Hagrid doveva aver aiutato un materiale strano, perché rilucevano come se fossero veri, e poi c’era un bigliettino:

 

Caro Harry,

Auguri per il tuo compleanno, spero ti piaccia il mio regalo, ci ho messo un mese ad intagliarli. Comunque non rattristarti per quello che è successo, anzi traine coraggio e forza. Ci becchiamo a Hogwarts.

 

                                                                                              Hagrid

 

Harry si passò una mano sugli occhi leggermente umidi, «Grazie Hagrid! Sei il migliore!» pensò Harry, e poi posizionò i due animaletti sul suo comodino, poi rivolse la sua attenzione ad Herrol e Leo, li liberò dal grosso pacco, e i due gufi presero subito il volo, che poi andò a posizionare sul letto per riuscire ad aprirlo più facilmente, ma prima lesse il bigliettino di auguri di Ron:

 

Caro Harry,

Come va? La mamma per quest’anno ha deciso di farti un regalo che credo ti piacerà tantissimo, comunque non voglio anticiparti niente, credo ci vedremo tra un po’, da quel che ho capito Silente vuole che tu venga a Grimmauld Place il prima possibile. Spero di vederti presto. Auguri di buon compleanno.

 

                                                                                              Ron

 

P.S. Percy ha finalmente ha ritrovato il nume della ragione ed è tornato a parlare con i miei.

 

Curiosissimo Harry decise di aprire il pacco, era pieno di dolci, Cioccorane, Zuccotti di Zucca, Torrone, ed tantissime altre varietà di dolci, Harry li estrasse tutti dal pacco e li nascose sotto la provvidenziale asse mosse che si trovava sotto il suo letto, poi continuò a frugare, trovò una scatola di medie dimensioni che quando primi lo lasciò a bocca aperta «WOW!» fu l’unica cosa disse, era un set completo di palle da Quidditch, dopo averle fissate per un po’ le ripose e destinò la sua attenzione all’ultima cosa contenuta dal pacco, Harry lo estrasse dalla scatola, era una divisa da Quidditch con i colori del Grifondoro, finamente ricamato, e con il suo nome scritto in caratteri dorati. Harry rimase a bocca aperta. Poi rivolse la propria attenzione ad Edvige, e rimase sorpreso quando notò che anche lei aveva un pacco, Hermione Ron e Hagrid gli avevano già dato il loro regalo, da chi proveniva quel pacco, lo prese pensando che leggendo il biglietto allegato avrebbe capito di chi si trattava, allorché si decise a leggerlo, scritto con una scrittura sinuosa e stretta c’era scritto: Auguri di Buon Compleanno! Harry inizialmente associò quella scrittura a quella di Silente, ma poi ricordandosi come era scritto il biglietto che aveva accompagnato il mantello dell’invisibilità al suo primo anno capì che non si trattava di quella del Preside, allora chi gli aveva mandato quel pacco anonimo? Dopo un momento di riflessione si decise ad aprire il pacco, era un libro, un grosso  libro con la copertina nera, Harry lo prese e lesse il titolo: Antica trasfigurazione e Animagus, studio approfondito. Era certamente antico, perché molto consunto e trasandato, però era anche molto fornito di incantesimi, Harry lo scorse tutto finchè non arrivò alla parte che più gli interessava, e infatti dopo molto trovò la sezione dedicata agli animaghi, incredibile ma vero c’era scritto tutto su come diventare animaghi, un'altra cosa che Harry aveva notato era che più di un libro sembrava un diario, perché era stato scritto a mano e da più scritture, e infondo recava un messaggio:Chiunque lo usi ne faccia buon uso! R.F.L.C. Harry era attratto da quel messaggio, non sapeva xchè ma aveva un qualcosa di familiare, comunque dopo un po’ si mise a leggere la parte dedicata agli animaghi: Di tutte le cose affine alla trasfigurazione la più difficile probabilmente è diventare animagus, innanzitutto bisogna essere in grado di focalizzare con l’occhio della mente l’animale nel quale si desidera trasformarsi, dopo di chè basta rivolgere contro di se l’incantesimo Megamorph, l’incantesimo è generico e ha durata illimitata quindi se la persona che effettua l’incantesimo si esercita sarà in grado si trasformarsi in molti animali…

La descrizione continuava, diceva come bisognava fare per concentrarsi senza il rischio che finisse male, Harry aveva ormai deciso di voler diventare animagus, e passò gran parte dei giorni successivi a concentrarsi sull’animale, o meglio a decidere su quale animale doveva trasformarsi, perché non sapeva bene in che animale voleva trasformarsi, poi una notte fece un sogno, rivede se stesso tutte le volte che aveva evocato il suo Patronus, il cervo, quando aveva bisogno di lui era sempre arrivato, poi di fianco al cervo vide apparire un grosso cane, come non riconoscere quel cane, Harry si svegliò di colpo….I seguenti giorni Harry uscì pochissimo dalla sua camera, continuava a concentrarsi, anche se per il momento i risultati non erano stati ottimali, aveva difficoltà nel riuscire a focalizzare bene l’animale con l’occhio della mente, in quanto ogni volta veniva disturbato da pensieri stupidi, era come quando l’anno prima doveva tentare di svuotare la mente per l’Occlumanzia ma continuava a distrarsi per i più disparati pensieri, comunque dopo giorni e giorni di concentrazione Harry finalmente ci riuscì, allora prese il vecchio libro e lesse come bisognava eseguire l’incantesimo Megamorph, fatto ciò si pose al centro della stanza si concentrò intensamente e poi allargò le braccia: «Megamorphis», dalla sua bacchetta si sprigionò una luce blu e bianca, che lo avvolse e poi svanì, allora Harry decise di provare a trasformarsi, si concentrò intensamente, finchè non sentì il proprio corpo mutare, si guardò le gambe, e notò che ormai erano zampe anche se un pochino instabili, non era abituato a camminare a quattro zampe, si guardò nello specchio e rimase leggermente deluso, era si diventato un cervo ma c’erano delle imprecisioni notevoli, innanzitutto la cicatrice era più che invariata, e poi aveva il viso assomigliava ancora a quello umano anche se leggermente allungato e con maggiore peluria.

Ore dopo Harry era steso sul letto, era riuscito a diventare animagus in poco più di tre settimane, ricordò che a Sirius e suo padre erano serviti quasi cinque anni, e fu molto orgoglioso di se stesso nel constatare che lui ci aveva messo molto meno.

 

Harry si guardò intorno, era in un posto buio, e in lontananza vedeva una luce, lui tentava di raggiungerla, ma più si avvicinava più quella luce gli dava fastidio, gli faceva male agli occhi, provava a chiuderli e continuava ad avvicinarsi, ma la luce lo infastidiva ancora di più, e si trasformava in calore…A quel punto del sogno Harry si svegliò madido di sudore, e percorso da brividi,  con la vecchia cicatrice che sembrava in fiamme e con gli occhi che gli dolevano come se avesse davvero visto quella luce, anche se Harry in quel momento sembrò non dare peso a quel sogno, ma visto che ormai era sveglio si alzò e si vestì, quel giorno doveva andare a Diagon Alley, ma non aveva la minima idea di come fare, era anche arrivato  a pensare di chiedere allo zio un passaggio fino a Londra, ma poi alla sola idea di quanto si sarebbe dovuto umiliare per quello ci ripensò, e pensò che forse avrebbe potuto raggiungere Londra in treno, ma poi gli venne un'altra idea, volendo avrebbe potuto ritardare la sua partenza e usare il Nottetempo per raggiungere Londra, dopotutto avrebbe dovuto ritardare la sua fuga da Privet Drive solo di un giorno. Quindi si apprestò a vivere il suo ultimo giorno con i Dursley, e pensò che sarebbe stato giusto se prima di andare via li avesse avvisati, dopotutto per tutta l’estate con lui si erano comportati relativamente bene. Quindi quando quella mattina scese per la colazione segnalò la sua presenza con un sonoro colpo di tosse, Zio Vernon per la prima volta da quando era tornato a casa sembrò accorgersi della sua presenza, e grugnì per far capire che era in ascolto, «Stasera vado a Londra e rimango lì per il resto delle vacanze» disse Harry in tono sbrigativo, come se temesse una reazione sgradevole da parte dello zio, «Ah… bene…Ciao!» disse asciutto Zio Vernon, Zia Petunia invece ci pensò un po’ poi osò fare una domanda: «Ma quegli svitati sono d’accordo? Non vorrei che dopo se la prendessero con noi…», Harry parve soppesare la risposta, «Veramente non sanno nulla, o forse lo sanno ma non gli riguarda ultimamente ho cominciato ad agire per conto mio, ad essere il padrone della mia vita!» disse Harry più a se stesso che agli zii.

Dopo colazione salì in camera sua a preparare il suo  baule, estrasse la sua lettera di Hogwarts prima di sotterrarla con le altre cose perché ne avrebbe avuto bisogno in seguito per acquistare il materiale scolastico necessario, poi prese a rovesciare dentro alla rinfusa il resto delle cose, diede una ripulita alla gabbia di Edvige, e la convinse con riluttanza ad entrarvi, poi concentrò la propria attenzione sulla lettera di Hogwarts che aveva notato essere più pesante del solito, la aprì e notò che oltre alla solita nota che indicava che il treno partiva alle 11 del 1 settembre dal binario 9 e ¾ e alla consueta lista dei libri c’era un terzo foglio e un oggetto metallico, Harry prese prima il foglio e lesse:

 

Caro Harry,

Siccome il caposcuola di Grifondoro a seguito dei recenti avvenimenti avvenuti nel mondo della magia è fuggito all’estero insieme alla sua famiglia, e visto il torto che ti ho fatto l’anno scorso negandoti il ruolo di Prefetto sarei felice se tu accettassi il posto di Caposcuola.

 

                                                                                     Albus Silente

                                                                                        Preside

 

Caposcuola? Lui? Questa era bella! Harry l’anno prima si era visto negare il distintivo di prefetto perché secondo Silente troppo carico di responsabilità e adesso non si sa per quale motivo gli aveva dato il posto di caposcuola, e lui cosa aveva intenzione di fare? Voleva forse accettare? No il suo orgoglio non glielo permetteva, avrebbe preferito mangiare quel distintivo piuttosto che indossarlo, così lo prese e lo buttò nella valigia senza fare tanti complimenti, e poi lo richiuse.

La sera verso le nove prese il baule e la gabbia di Edvige e dopo aver salutato gli zii uscì in strada, sperando di non rivedere più quel posto, si allontanò un paio di isolati, passò davanti Magnolia Crescent, e lì fu colpito da un attacco di nostalgia, proprio lì aveva visto per la prima volta Sirius, si girò quasi con la segreta speranza di vedere spuntare un grosso cane nero dal nulla, ma questo purtroppo non accadde, Harry si ritrovò vittima della delusione, stava per alzare la bacchetta per chiamare il Nottetempo, ma in quel momento di accorse di una cosa che non aveva notato, abbassò la bacchetta e mormorò:«Gripphe» in direzione di un punto imprecisato del marciapiede, dove poco dopo comparve Remus Lupin, aveva una strana espressione, era stupito, come aveva fatto Harry a capire che lui lo seguiva? E poi perché aveva quella espressione?

«Mi fai schifo!» disse semplicemente Harry, ma queste parole turbarono Lupin cm niente prima, ma Harry non sembrava essere ancora contento, puntando la bacchetta dall’altra parte della strada «Blicken», Lupin rimase ancora più di sasso, forse avrebbe potuto scovare lui, ma come aveva fatto a scovare la McGrannit? Si confondeva perfettamente con i gatti del quartiere, «Salve Professoressa perché non si unisce anche lei alla nostra rimpatriata?» chiese lui sarcastico, anche lei sembrava sconvolta, quello non sembrava proprio l’Harry Potter che conoscevano, era diverso, adesso sapeva quale era il suo destino e si era preparato ma nutriva uno spirito di ribellione difficile da controllare. «Bene, bene, a quanto vedo il professor Silente ha provveduto a raddoppiare la sorveglianza, ma adesso la domanda è: sono gli altri ad essere pericolosi per me o io ad essere pericolosi per gli altri?» chiese con amarezza Harry, era da un po’ di tempo che gli ribolliva nella testa questa domanda, ma di sicuro sapeva che adesso non avrebbe ricevuto la risposta, «Vedi Harry il punto è che…» cominciò Lupin ma Harry lo zittì, e poi girandosi lanciò uno schiantesimo, «Perché?» chiese la McGrannit, «Non siete gli unici ad essere in possesso di mantelli dell’invisibilità, quello che ho appena schiantato è un mangiamorte! Mi era sembrato che ci fosse ancora qualcuno, e non mi sbagliavo.» I due membri dell’ordine della fenice adesso erano davvero stupiti e allo stesso tempo spaventati da quel nuovo Harry.

Il moro si avvicinò al bersaglio del suo schiantesimo, gli tolse il mantello dell’invisibilità e lo rianimò, Lucius Malofy si rialzò e si fissò tutti con aria di sfida, Lupin  vide il braccio di Malfoy infiltrarsi tra le piaghe del mantello a cercare la bacchetta, ma sentì Harry mormorare qualcosa e il braccio di Malfoy bloccarsi, «Bello l’incantesimo della Pastoia vero? » sghignazzò  Harry, notando l’espressione di puro panico dipinta sul volto del mangiamorte, e poi gli puntò la bacchetta all’altezza del cuore, «Potrai uccidere me, ma stai sicuro che il Signore Oscuro mi saprà vendicare…» disse Malfoy, ma il sogghigno sulla faccia di Harry si fece ancora più largo che mai, «Cosa ti fa pensare che ti voglia uccidere…? Vai da Voldemort, e digli che Harry Potter lo aspetta!», «Ma… Harry…» cominciò Lupin ma il moro si girò e alla vista dello sguardo di Harry Lupin preferì non continuare, poi sentì un sonoro crac e capì che Malfoy era ormai lontano. «Che dire a quanto pare riesco a cavarmela molto bene anche senza che voi o gli altri amici di Silente interveniate, o sbaglio?» sbattè queste parole in faccia ai due con una tale veemenza che quasi li spaventò, «Adesso ho una cosa da dire anche a voi e poi voi la riferirete a Silente…anzi… andremo da lui insieme…» continuò Harry, e poi guardò Lupin e la McGrannit in pieno viso, l’uomo aveva uno sguardo strano, come se comprendesse quello che provava Harry ma non condivideva il suo comportamento, la McGrannit invece sembrava stupita, forse da quanto Harry fosse diventato potente nel giro di poche settimane, «Va bene Harry se vuoi parlare con Albus noi non potremo certo impedirtelo, ma non mi sembra il caso di farti volare fino a Londra questa notte, perché non torni dai tuoi zii, domani notte andremo fino a Londra e parlerai con Silente…» provò la McGrannit, con tono diplomatico «Ma io non ho mai parlato di volare fino a Londra, conosco un metodo molto più sbrigativo…» disse Harry come se fosse la cosa più naturale del mondo, «Weiblich» disse agitando la bacchetta e si ritrovarono tutti davanti a Grimmauld Place 12, i due insegnanti erano stupiti, come poteva un ragazzo di 16 anni riuscire ad eseguire un incantesimo di trasporto, quando neanche la maggior parte dei maghi adulti riuscivano in incantesimi così complessi, e poi come poteva eseguirlo in modo così preciso e tanto potente da riuscire a trasportare oltre a se stesso anche altre persone che non erano per niente d’accordo, li spaventava quel nuovo Harry Potter, però allo stesso tempo li confortava sapere quanto fosse diventato forte quel ragazzo, adesso erano sicuri che colui-che-non-deve-essere-nominato aveva le ore contate. Harry si girò a guardarli e poi volse il suo sguardo verso la vecchia casa consunta che si stava gonfiando tra il numero 11 e il numero 13, ora Grimmauld Place n.12 si stagliava contro la luce lunare, sembrava una casa dell’orrore, le mura nere si confondevano con il buio della notte, le finestre e la porta da cui filtrava una leggera luce sembravano la bocca e gli occhi di un mostro che spuntava dal terreno. Harry lanciò un incantesimo di levitazione sul baule in modo da non doverlo trasportare con fatica, e lo spinse fino all’ingresso della casa, con Lupin e la McGrannit che lo seguivano come guardie del corpo.

Suonò il campanello, e subito dall’interno sentì gli ululati proveniente dal quadro della mamma di Sirius, poi la porta sulla soglia apparve Molly Weasly, «oh…Harry caro…» disse prima di tentare di abbracciarlo, ma lui alzò una mano per bloccarla, non voleva essere scortese ma in quel momento aveva altre priorità, «Salve signora Weasly… dove è il professore Silente? Gli devo parlare!» disse perentorio Harry entrando in casa con il baule che gli galleggiava dietro, «È di là in cucina…» disse la donna stupita da tanta freddezza, dopo che Harry lo aveva già oltrepassato, quando entrò nel soggiorno della casa vide  Mundungus Fletcher e Bill Weasly che strattonavano due lunghe tende nere nel tentativo di coprire e quindi far tacere il quadro della signora Black. Harry non poté non pensare a quando l’anno prima quando era arrivato quel quadro si era messo ad urlare e Sirius era corso per farlo tacere, sentì gli occhi inumidirsi, le mani tremare, «Diffindo» urlò voltandosi di scatto verso quel orrido quadro, il quale emise un suono stridulo e poi si staccò dal muro e cadendo si lacerò. La Signora Weasly e gli altri presenti rimasero di sasso, erano più di un anno che tentavano di togliere quel dipinto dal muro ma non ci erano mai riusciti, e ora Harry senza nessuna apparente fatica lo aveva distrutto, era incredibile, anche Silente si era dovuto arrendere davanti a un tale incantesimo di adesione permanente, tutti volevano chiedergli come avesse fatto, ma il rumore della porta della cucina che si apriva e un piccolo colpo di tosse indicò la presenza di Silente.

«Bene Harry mi aspettavo che presto saresti venuto qui, e finalmente ti sei unito a noi, e noto con piacere che hai imparato a padroneggiare davvero bene molti incantesimi che neanche grandi maghi riescono a eseguire, e questo non fa che rallegrarmi» disse il canuto Preside, non sapeva perché ma Harry trovò le sue parole piuttosto formali e fredde, ma non era suo problema quello, lui era lì per un motivo ben preciso, «Adesso se vuoi seguire Molly che ti mostrerà la tua camera così potrai dormire e domani mattina potremo parlare, immagino che se tu ti sei precipitato qui così tardi ci sarà un motivo. Buona notte» concluse Silente e poi si voltò per andare verso la cucina, «Non credo andrò a letto ne tanto meno credo che mi fermerò qui, ma comunque a ragione devo parlarle, le consiglio di smetterla di farmi seguire non vorrei cominciare a trattare male le persone da cui lei mi fa seguire, e poi non mi sembra che stasera si siano rivelati molto utili, se non mi fossi accorto io che Malfoy mi seguiva loro non lo avrebbero nemmeno immaginato», «Malfoy? Ti seguiva…» disse Silente con il tono di chi sa ma non vuole rivelare, «Per fortuna te ne sei accorto, avrebbe potuto farti del male» disse però veramente sollevato.

«Ora però io voglio sapere perché mi seguiva, e visto che lei ricorre agli stessi stratagemmi ho pensato di poter chiedere a lei» disse Harry, «Non ho la minima idea del perché Voldemort ti faccia seguire» disse Silente anche se leggermente a disagio, «Bene voglio crederle, ma spero per lei che sia tutto vero, e poi voglio che lei mi dica se ci sono altre cose importanti di cui io devo essere messo a conoscenza!» disse in tono perentorio Harry, guardando dritto negli occhi il Preside, «No Harry non ti nascondiamo più niente, sai tutto del tuo passato» mentì Silente e dopo si guardò attorno con sguardo eloquente come a zittire tutti coloro che volevano parlare.

«Bene, bene…spero che lei sia sincero… » disse Harry, poi salutò e fece per uscire, «Harry preferirei che tu restassi, fuori non sei al sicuro, non saremo in grado di difenderti da Voldermort fuori da qui e lontani da Privet Drive» disse Silente nel tentativo di persuadere Harry a rimanere, «DIFENDERMI? IO NON VI HO MAI CHIESTO DI DIFENDERMI! E POI NON MI SEMBRA CHE FINO AD ORA ABBIATE FATTO GRANCHÈ! MA ME LA SONO CAVATA LO STESSO, ANZI PER LA VOSTRA MANIA DI PROTEZIONE IO STAVO PER MORIRE E SIRIUS È MORTO!» gli urlò contro Harry e si allontanò in direzione della porta sempre seguito dal baule e dalla gabbia di Edvige sospesi a mezz’aria, la porta si aprì per magia, Harry stava per uscire, ma mentre gli passava accanto aveva notato che Lupin aveva estratto cautamente il mantello dell’invisibilità dalla tasca, tornò indietro gli punto contro la bacchetta: «Vi conviene non seguirmi, da oggi in poi per voi sarò solo uno studente qualsiasi di Hogwarts, sarò solo Harry e non più Harry Potter vi è chiaro?» e dopo aver pronunciato quelle parole si avvicinò al baule e ne estrasse la spilla da caposcuola e la gettò a Silente il quale colto alla sprovvista da tale gesto non frenò la spilla che lo colpì appena sopra l’occhio e gli lasciò un piccolo taglio.

 

 

Ringraziono tutti coloro che hanno avuto la pazienza di recensire... Grazie a tutti!!!

  
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