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Autore: KiarettaScrittrice92    03/08/2015    4 recensioni
- Buona notte fanciulla...
- Buona notte mio Angelo...
- Ladri per sempre...
- ...bianchi e liberi!
- We can...
- ...do magic!
Questa storia è molto importante per me, ci ho messo tutta me stessa a scriverla parecchio tempo fa ed ho deciso solo ora di pubblicarla qui, per questo motivo sarà strutturata in modo diverso dalle mie altre fanfiction.
Innanzi tutto sarà divisa in tre parti (ossia tre grandi storie) che ovviamente avranno un filo conduttore che le unisce come se fossero una il sequel dell'altra.
Poi per ogni capitolo metterò l'angolo dell'autore (di solito non lo faccio con le long, ma con questa ci tengo a farlo) e lo metterò ad inizio capitolo non alla fine, pregherei tutti di leggerlo (ma se non volete pazienza).
P.S. Tutto quello che leggerete qui è strettamente collegato alle trame di Gosho, ma non sempre le seguirà alla lettera. Quindi se vedete delle incongruenze sono volute apposta (soprattutto nella storia del passato di Kaito), inoltre tutti gli spoiler della saga di Bourbon non esistono.
Per concludere il raiting giallo è messo solo per un singolo capitolo, quasi alla fine della storia, ma è tranquillamente raiting verde.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Kuroba/Kaito Kid, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kaito & Kiaretta'
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Angolo dell'autrice:
Eccoci qui con la terza e ultima saga :) Tranquilli, ci sono ancora 40 capitoli a farvi compagnia, non finiremo prima dell'estate XD Intanto che ne dite di fare un piccolo riepilogo?
Kiaretta è andata in Giappone per frequentare l'ultimo anno di liceo lì, a Torino ha lasciato la sua ex migliore amica Giada (che era partita un'anno prima da sola per lo stesso motivo) e Michael, il ragazzo che le piace. In Giappone ha voluto conoscere Kaito Kid, di cui conosceva la vera identità e i due sono subito diventati amici e compagni, anche se poi sembra nascere altro. Kiaretta conosceva anche l'identità di Conan/Shinichi e sebbene all'inizio pensava fosse una brutta persona, scopre che non è così, quando la accoglie all'agenzia Mouri, nel periodo in cui Kaito è scomparso. Kaito è stato rapito da due uomini, due uomini che sembra abbiano ucciso i suoi genitori e che giorni prima avevano rapito Kiaretta per arrivare a lui. Ma anche quando i due, con l'aiuto di Conan vengono sconfitti, non si riesce a scoprire nulla sul loro conto.
Solo quasi un anno dopo, quando Kiaretta è già tornata in Italia, Kaito con l'aiuto di Aoko e Bianca (un'altra amica) scopre che quei due facevano parte di un'organizzazione chiamata il "Giardino" che cercava membri e li minacciava ad entrare, promettendo morte se ci fosse stato un rifiuto. Assieme a Kiaretta, Aoko, Bianca, Kimine e Gabriele (fratello di Kiaretta, che il Giardino credeva di aver ucciso, ma che invece è stato salvato da Kimine e portato come infiltrato nell'organizzazione) Kaito forma un gruppo anti-giardino in cui presto entreranno Shinichi, Ran e molti altri. Intanto Shinichi è tornato adulto e durante l'estate che precede l'ultimo anno di liceo scopre dell'esistenza del Giardino, rischiando di entrarci. Durante quell'anno succedono molte cose e nascono molte coppie. Sonoko lascia Makoto che non si fa mai sentire e si mette con Kikuito (compagno di classe di lei Shinichi e Ran dalle elementari), Shiho ormai rassegnata al suo amore non corrisposto trova conforto nell'impacciato Eisuke, Kaito dopo vari tentennamenti decide di stare con Kiaretta, e Aoko dopo aver scoperto di non essere più amata decide di passare più tempo con Saguru e infine compare un certo Lodovico, uno scrittore amatoriale italiano che Kiaretta conosceva online.
Intanto alla fine dell'anno, verso fine Novembre, Light (il capo del Giardino), scoperti i complotti del gruppo lancia una sfida a Shinichi e i ragazzi si ritrovano tutti nel Giardino. Shinichi batte Light a una partita di poker uccidendolo, ma Kiaretta da un'altra parte del giardino rimane ferita da un colpo di pistola sparato da Giada (che si era unita al Giardino). Tutto si risolve e la Vigilia di Natale, Shinichi fa la sua proposta di matrimonio a Ran.
Scusate se è un po' lunghetto, ma era importate... Così almeno sappiamo dove siamo arrivati no??
Ah quasi dimenticavo... Come sapete ogni saga cambia metodo di scrittura. Qui torniamo alla narrazione in prima persona, all'inizio sarà dal punto di vista solo di Kiaretta (come "Due imprendibili amici") poi però si vedranno prospettive di tanti personaggi diversi.
Grazie come al solito a tutti quelli che mi seguono.
Buona lettura ^-^

Magic Xmas



Una sorpresa di Natale

Fissavo quel piccolo alberello a punta che stava nell’angolino del salotto, stipato di pacchi, pacconi e pacchetti, le luci intermittenti che lo decoravano erano arancioni e si accendevano, poi si spegnevano, in continuazione. Fissavo quelle lucine, con la testa da un’altra parte.
Era la mattina della Vigilia di Natale e ancora non era arrivato quel maledetto e attesissimo pacco. Non si era dimenticato di nessuna festività, mai. Il pacco era arrivato al mio compleanno, a Pasqua e persino ad Halloween, ma questa volta non c’era.
Suonò il campanello, ma non mi alzai dal divano, continuando a fissare le lucine arancioni. Sentii i passi di mia madre attraversare il corridoio e poi il rumore della chiave che girava nella serratura seguito da quello della porta blindata che si apre. Tesi l’orecchio e appena sentii la voce del postino dire quella magica parola, scattai in piedi e schizzai verso la porta d’ingresso.
Rimasi delusa quando vidi che la mia attesissima raccomandata era un biglietto con sopra scritto un semplice “Buon Natale” che per di più non era neanche scritto da lui.
Mia madre tornò ai fornelli, mentre io stavo già per accartocciare quel piccolo maledetto bigliettino, quando mi bloccai. Il postino, quel postino che mi aveva portato il biglietto, io l’avevo già visto.
Suonò di nuovo il campanello ed io, che ero rimasta lì all’ingresso, impalata, aprii.
«Mi scusi, si è dimenticata di firmare.» mi disse serio ed io rimasi lì, imbambolata, a guardarlo, senza firmare, senza parlare, senza muovermi, lo guardavo soltanto.
Ad un tratto, mentre continuavo a fissarlo, scoppiò a ridere, una risata che non sentivo da quasi un anno, eppure continuavo a fissarlo stranita. Quando smise di ridere ricominciò a fissarmi.
«Allora? Pensi di firmare o no?» chiese porgendomi nuovamente foglio e penna.
Questa volta li presi, anche se continuavo a guardarlo, per qualche arcano motivo non riuscivo a smettere di fissarlo. Staccai gli occhi da lui solo un attimo per firmare, poi gli riconsegnai carta e penna.
«Ci conosciamo per caso?» chiesi, mentre lui prendeva di nuovo in mano tutto e sorrideva.
«Non credo signorina, io consegno posta in tanti di quei luoghi che è difficile che mi ricordi tutti.»
Eppure quel sorriso aveva qualcosa di fin troppo familiare.
Quando sparì dalla rampa delle scale chiusi la porta e andai in camera mia. Con ancora quel maledetto bigliettino in mano, mi buttai sul letto supina e chiusi gli occhi, mettendo il braccio destro su di essi in modo che il sole pallido di quella mattina non mi desse fastidio.
Non so per quanto rimasi lì, in quella posizione, ma a un tratto sentii freddo. Mi rannicchiai su me stessa per riscaldarmi tenendo sempre gli occhi chiusi.
Dopo poco il freddo passò, però ebbi un’altra strana sensazione. Sentii il materasso sprofondare un po’ di più, come se si fosse aggiunto un peso e subito dopo la voce di quel postino.
«Ciao Kiaretta!»
Spalancai gli occhi e quello che vidi mi lasciò basita. Davanti a me c’era il postino, ma il suo viso era completamente cambiato. Era un viso molto più giovane, fresco, pulito, senza la barbetta che aveva prima. Mi guardava con quei magnifici occhi che si erano trasformati in azzurri.
Una lacrima mi rigò il viso, poi, appena sentii quella piccola gocciolina scendermi per la guancia, non resistetti più e sputai tutte le parole che avevo in bocca.
«Tu e i tuoi maledetti travestimenti! Ti odio, non sai quanto sono stata male in questi giorni, sono arrivata a pensare qualunque cosa. Ti odio!» ribadii infine.
Lui continuava a sorridere, quel maledetto sorriso di cui mi ero perdutamente innamorata.
«Davvero mi odi?» chiese senza cambiare minimamente espressione, ma finalmente con la sua voce.
Io per tutta risposta gli buttai le braccia al collo, mentre quelle piccole maledette lacrime continuavano a scendere.

  
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