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Autore: CrazyFantasyWriter    04/08/2015    1 recensioni
La guerra di Hogwarts è finita, Voldemort è stato sconfitto.
Harry decide di spezzare la bacchetta di Sanbuco, non fa per lui, non la vuole.
Un nuovo futuro aspetta il trio e l'intero mondo magico.
E se i ragazzi decidessero di tornare al castello per studiare un ultimo anno insieme?
Nuovi professori, nuove magie, gli amici di sempre, il coraggio di sempre.
Coppie degli scritti originali e caratteri non stravolti. E' un vero e proprio continuo secondo ciò che ha lasciato detto la Rowling, a parte per il fatto che i ragazzi tornano ad Hogwarts.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Capitolo 14- In testimonianza per il passato

I giorni erano passati veloci e Hermione non aveva fatto altro che insistere sul fatto che Harry dovesse continuare a fare le lezioni con Brooke.

“Te l'ho detto mille volte: no” disse Harry esasperato mentre attraversavano il ritratto della Signora Grassa.

“Hermione, smettila” borbottò Ron, “Stai diventando abbastanza pesante”

La ragazza arrossì violentemente.

“Ah bé, fa come vuoi” poi si diresse svelta verso la scala a chiocciola, diretta nel dormitorio delle ragazze, “Almeno hai deciso per cosa testimoniare? Il processo...”

“Lo so, ma non so ancora per cosa testimoniare, no...” sospirò, “Lo deciderò una volta arrivato al Ministero”

“Ok. Io vado a dormire” fece la ragazza, “Domani fai colazione con noi?”

Harry annuì.

“Sì, ho il treno alle otto e mezza, ho tutto il tempo”

“Allora a domani” salutò Hermione e se ne andò.

Harry e Ron si sedettero uno su una poltrona e l'altro su quella dalla parte opposta.

Il Prescelto prese in mano il Mokessino che aveva appeso al collo. Non sapeva nemmeno lui per quale motivo lo teneva al sicuro se dentro non c'era più niente di importante.

Prese in mano il falso medaglione e lo passò tra le mani.

“Lo tieni ancora lì?” chiese il rosso e l'amico rispose con un cenno.

Rimasero in silenzio per qualche minuto, ognuno immerso nei propri pensieri, poi Ron intervenne di nuovo.

“Se vuoi ti posso accompagnare. Dev'essere noioso fare il viaggio da qui a Londra da solo andata e ritorno”

Harry sorrise all'amico.

“Sarebbe magnifico” commentò, “Ma la McGrannitt non te lo lascerebbe mai fare, in tutto perderai tre giorni di lezione e poi col fatto che io sono fuori dai piedi tu ed Hermione potreste approfittarne per stare un po' soli, no?”

Il rosso si schiarì la voce.

“Diciamo che... io ed Hermione non è che... si, insomma... io pensavo fosse diverso”

“Dovevi immaginarlo che stare con lei non era come stare con Lavanda”

“Non intendo questo, cioè io e Lavanda” si fermò un secondo per chiarirsi le idee, “Io e lei eravamo troppo... troppo. Però diciamo che quei momenti non sono molto frequenti con Hermione”

“Se non vi baciate non vuol dire che sia stufa di te”

“No, ma... non so...”

“Perché non le parli?” chiese Harry, infondo la soluzione era così semplice.

“Non è semplice”

“Hai rapinato l'edificio meglio custodito al mondo, Ron. Fidati, parlare con Hermione sarà meno complicato del previsto”

“Però con te ci vengo lo stesso. Voglio assistere al processo”

“Allora devi chiedere il permesso alla McGrannitt, ora”

“Ok. Non è tardissimo e poi oggi ci sono i Corvonero di ronda, non dovrebbero farsi problemi” disse e andò fino all'uscita, “Ci vediamo dopo”

*

La mattina dopo Harry e Ron si prepararono per andare via. Fortunatamente la McGranitt aveva accettato senza problemi la richiesta del rosso, siccome il viaggio da Hogsmede a Londra sarebbe stato noioso... o almeno, questo era quello che il ragazzo Weasley aveva detto all'amico: solo balle. La preside l'aveva lasciato andare perché aveva notato anche lei il cambiamento di Harry ed era preoccupata.

Dopo la colazione i due salutarono Hermione, che avrebbero rivisto solo dopo tre giorni, e poi uscirono andando fino alla alla stazione di Hogsmede.

“Miseriaccia, non avrei mai immaginato di avere tutti questi posti fra cui scegliere” commentò Ron mentre lui e Harry camminavano per il corridoio deserto del treno.

Quando raggiunsero uno scompartimento che non era né troppo vicino né troppo lontano dalle porte, vi entrarono.

“Ricorda che comunque non siamo soli, una o due persone viaggiano sempre col treno” disse Harry.

“Giusto. Passeggeri uguale carrello dei dolci!” esclamò felice il rosso, e difatti, poco dopo passò la solita anziana strega col carrello dei dolciumi.

I ragazzi presero un po' di tutto e cominciarono a mangiare.

La giornata passò tranquillamente. Non parlarono di Ginny, non parlarono di Hermione e nemmeno di Quidditch o ancora peggio dell'imminente processo, così quando arrivarono al Ministero della Magia Harry non aveva ancora deciso da che parte stare.

Era tutto cambiato da quando avevano visitato l'edificio l'ultima volta. Tanto per cominciare non c'era nemmeno un cartello da ricercato con la foto di Harry e la scritta Indesiderabile numero 1. Mancava anche lo squallido monumento fatto di Babbani e Nati Babbani e il tutto aveva un aria più luminosa e meno angosciante.

Nonostante tutto Harry era agitato come quando lui era stato messo sotto processo.

Salì con Ron su una di quelle strane ascensori che permettevano di spostarsi da un livello all'altro dell'edificio e aspettò che salisse al piano della Sala Udienze dove si sarebbe tenuto, pochi minuti dopo, il processo a Draco Malfoy.

“Io... sai che non posso entrare” disse Ron all'entrata della sala, al Prescelto ricordò tanto il padre.

Harry annuì.

“Ci vediamo dopo”

“Farai comunque la cosa giusta” fece il rosso ammiccando.

Harry annuì.

“Grazie. A dopo”

“A dopo”

Ormai solo, Harry spinse la maniglia ed entrò nella Sala, poi prese posto sull'ultima fila di posti, in basso.

Il Ministro Kingsley era già arrivato e quando il suo sguardo e quello di Harry si incontrarono gli sorrise e gli fece un cenno in segno di saluto, il ragazzo rispose, leggermente in imbarazzo.

Era teso come una corda di violino, aveva paura di quello che sarebbe successo. Aveva salvato Draco dalle fiamme dell'Ardemonio, mentre Malfoy... solo allora gli venne in mente che era stato lui a dargli il tempo per scappare dalla sua villa. Se lui avesse detto di riconoscerlo non sarebbe riuscito nemmeno a salvare una persona. Allora erano pari, ciò voleva dire che schierandosi dalla parte dell'accusa avrebbe potuto vivere in pace con sé stesso ugualmente, ma era quello che voleva?

Ricordava ancora alla perfezione la presentazione che aveva fatto Draco prima dello Smistamento, lui gli aveva detto che sapeva sceglierli da solo gli amici e infatti aveva ragione, Ron era ancora lì con lui, dopo tutto quello che era successo.

La porta si spalancò ridestandolo. Aspettò che il freddo provocato dai Dissennatori arrivasse, ma Draco non era accompagnato da quelle creature, e adesso che ci pensava, se ci fossero stati i Dissennatori sarebbero stati in alto, nella Sala e ci sarebbero stati dei Patronus qua e là. Probabilmente era una delle nuove riforme adottate da Kingsley.

Draco aveva a destra e a sinistra due guardie vestite di grigio, con la bacchetta infilata nella cintura.

“So camminare da solo” ringhiò divincolandosi, ma i maghi non lo lasciarono e fu costretto a sedersi nella sedia al centro della Sala Udienze.

Era vestito tutto di nero, Malfoy. Non sembrava avere la bacchetta, probabilmente gliel'avevano sequestrata mesi prima. Aveva il viso più pallido del solito e i capelli sembravano ingrigiti ed erano tutti spettinati, non doveva essersela passata bene nell'ultimo periodo.

L'udienza cominciò.

“Udienza disciplinare del ventinove settembre” disse Kingsley, Harry notò in quel momento Percy Weasley, intento a scribacchiare affianco al Ministro, “per attività illecita di Mangiamorte, provata da testimoni e da me in persona, ad opera di Draco Lucius Malfoy, residente da tre mesi a questa parte a Villa Malfoy, sotto temporaneo controllo di alcuni dipendenti del Ministero”

La strega alla destra di Harry sussurrò al suo vicino:

“I suoi genitori usciranno sicuramente per grazia ricevuta. Fosse per me li terrei dentro ancora un po', il vecchio Lucius sta anche riacquistato la linea di una volta.”

Il mago sconosciuto ridacchiò e qualcosa si smosse dentro Harry, forse era l'agitazione.

“Le accuse sono le seguenti” riprese Kingsley, “Attività di Mangiamorte e seguace del mago oscuro più potente di tutti i tempi, partecipazione a più attacchi, compreso quello di maggio alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.” poi si rivolse direttamente all'accusato.

“Lei è Draco Lucius Malfoy, residente fino ad ora a Villa Malfoy, Broger Magus, Britannia?”

“Si” rispose Draco con una voce diversa da quella che Harry ricordava gli appartenesse.

“Lei ha passato tre mesi in casa sua sotto la sorveglianza costante di alcuni agenti del Mi...”

“Sì, sì, sì!” esclamò Draco esasperato.

Kingsley gli lanciò un occhiataccia, poi bisbigliò qualcosa a Percy e riprese:

“E lei è consapevole dell'attività illecita che stava esercitando?”

“Sì”

“Ed era pienamente cosciente di ciò che stava facendo? Ogni singolo momento?”

“Sì”

“Ha la certezza di non essere stato sottoposto ad incantesimi?”

“Ho detto di sì!” ringhiò Malfoy e Percy annotò tutto con ancora più vigore.

“Ha mai ucciso durante una delle missioni affidatagli da Lord Voldemort?”

Molti in sala trasalirono, ma né il Ministro né Harry né Draco se ne curarono.

“Mai”

Il Prescelto si sentì come se qualcuno gli avesse tirato uno schiaffo. Credeva che Malfoy l'avesse fatto, magari non era riuscito a uccidere Silente, ma altri maghi...

“In questa Sala si dice solo e soltanto la verità, signor Malfoy”

Gli occhi di Draco si incendiarono.

“Mio padre è stato ad Azkaban già una volta, mia madre è stata sola per mesi... non ho negato di essermi schierato dalla parte di Lord Voldemort, non ho negato nemmeno di aver obbedito ai suoi ordini e...” tentennò un attimo, ma poi riprese, “E adesso dico di mia spontanea volontà che il Signore Oscuro aveva affidato a me il compito di uccidere Albus Silente”

Alcuni trattennero il respiro, altri rimasero bloccati a osservare Draco, ma Kingsley non lasciava trasparire nessuna emozione.

“Sì” proseguì Draco con un ghigno, “Era il mio compito... e dovrei mentire riguardo una cosa del genere, Ministro?”

Questa volta Kingsley rimase senza parole.

Senza sapere quello che faceva Harry si alzò in piedi causando un boato generale.

“Testimone” disse, presentandosi.

Draco lo fissò negli occhi, con aria di sfida, ma lui non si lasciò scoraggiare. Andò fino alla poltrona sulla destra di Malfoy e si sedette.

“Harry James Potter” continuò, come se nessuno lo sapesse.

“Signor Potter con quali giustificazioni difende l'accusato?”

Il ragazzo ci pensò un attimo, poi parlò.

“Se... se la ragione per cui tutti noi abbiamo cercato di contrastare Lord Voldemort è salvare delle vite e se salvare qualcuno, voleva dire contrastare Voldemort... anche Draco Malfoy ha cercato di contrastarlo. Ha salvato me. Non so che giorno sia stato, di preciso, ma era in primavera. Io, Ronald Weasley e Hermione Granger eravamo stati trovati da un gruppo di Ghermidori. Io sono stato colpito da una Fattura Pungente per non rendermi riconoscibile, ma i Ghermidori non erano soddisfatti, così ci hanno portati a Villa Molfoy. Lì Draco, di fronte ai suoi genitori, a Bellatrix Lastrange e ad altri Mangiamorte ha negato di avermi riconosciuto...” scosse la testa, “Mi spiego meglio, non ha negato che fossi io, ha risposto in modo vago alla domanda dei Mangiamorte, dandomi il vantaggio che mi ha permesso di scappare. Mi ha comunque salvato la vita.”

Un silenzio di tomba piombò nella Sala Udienze.

“Ed è vero ciò che ha detto” proseguì, “Era suo compito uccidere il professor Silente, ma non l'ha fatto lui, come già sappiamo. Io ero presente”

“Bene” disse dopo un po' Kingsley, “Signor Malfoy, nega il racconto fatto dal testimone?”

“No” disse Draco guardando in basso.

Harry respirò profondamente, ora voleva che Malfoy fosse lasciato in pace. Lo odiava e ciò non sarebbe mai cambiato, ma non poteva non riconoscere il fatto che fosse solamente stato spinto a fare alcune cose. Se forse fosse appartenuto ad una famiglia diversa le cose non sarebbero andate in quel modo.

“E adesso, maghi e streghe del Wizegamot, vi chiedo: quanti votano a favore dell'assoluzione da tutte le accuse?” chiese Kingsley

Harry alzò la mano assieme allo stesso Ministro e a molti altri maghi, fra cui alcuni che Harry aveva visto durante la sua udienza.

“Chi vota per l'accusa e la condanna all'ergastolo alla prigione di massima sicurezza di Azkaban?” un paio di mani si levarono in alto.

A nessuno importò più di niente. Il sorriso non comparve sul volto di Draco e Harry si diresse verso l'uscita proprio mentre Kingsley batteva il martelletto e diceva:

“Assolto da tutte le accuse!”



NOTE:
Scusatemi per l'immenso ritardo.

Ehilà sono tornata finalmente. Ho pochissimo tempo, ma vorrei dirvi un paio di cose. Prima di tutto mi scuso ancora per il ritardo e per non aver risposto ad alcune recensioni, ma tra lo studio e il resto ho pochissimo tempo. Domani parto e non ci sarò fino a settembre, mi porterò dietro il tablet quindi non so ancora se riuscirò ad aggiornare o no (io odio aprire i file di testo con quell'affare ><).
Ringrazio comunque tutti quelli hanno recensito fino ad adesso e spero che anche questo capitolo vi piaccia.

Indovinate un po' in quali condizioni si trova la mia valigia? ...esatto. Meglio se vado.
A presto!

-Vale



 

  
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