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Autore: AuraNera_    06/08/2015    6 recensioni
I Pokémon Leggendari non possono scomparire. I Guardiani devono salvaguardarli. Ma il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Dal capitolo uno:
“Tutto in me è bianco. Bianca la pelle. Bianchi i capelli. Bianche i vestiti che indosso. Solo i miei occhi interrompono il monocrome che mi compone. Il bianco è un colore vuoto, per questo mi caratterizza. Ma, come un foglio bianco, spero che anche la mia anima venga colorata con nuove emozioni derivanti da questo viaggio. Un viaggio che mi porterà lontano. Mi chiamo Ayumi Sato. E sono la prima guardiana delle leggende.”
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Capitolo 25 – Guardiane Rivali


_Spiraria_

Ad Ayumi piaceva l’aria di mare e il profumo della salsedine. Le ricordava la sua infanzia, quando ancora rideva. Quando era piccola le piaceva ridere, ma col passare degli anni lo trovava stranamente complicato, privo di senso. E così ne aveva perso la capacità.
Kurai invece era indifferente alla cosa. L’odore del mare gli piaceva, gli era familiare, ma niente di più. Tuttavia, ammetteva di essere piuttosto rilassato.
Spiraria era una calma cittadina, piuttosto piccola. Era stata costruita attorno a una baia piuttosto profonda, adatta sia per i nuotatori che per gli amanti delle immersioni subacquee. E proprio grazie a queste ultime vennero scoperte delle costruzioni labirintiche e dall’utilità ignota sul fondo del mare, le Rovine degli Abissi.
Nessuno sapeva perché fossero state costruite, né cosa nascondessero. Tutti erano certi che nascondessero qualcosa, perché le labirintiche Rovine erano colme di trappole.
“Tu sai se davvero le Rovine degli Abissi nascondono qualcosa?” chiese il ragazzo ad un certo punto.
“Che io sappia, nulla. Forse sono state costruite da qualcuno con un particolare senso dell’umorismo. Oppure sono uno dei tanti nascondigli. Oppure ancora ci sono dei nascondigli nascosti da meccanismi che impediscono l’accesso agli ipotetici segreti. Non lo so, se ci sono cose che non mancano in questo mondo sono proprio le stranezze” rispose l’albina.
“Ti riferisci a noi?” domandò ancora Kurai.
“Anche, sì”.
Camminarono ancora per qualche istante in silenzio, costeggiando il bagnasciuga e ascoltando stracci di conversazioni delle amiche che si intrattenevano vicendevolmente mentre prendevano il sole. I bambini facevano castelli di sabbia e buche, correvano nell’acqua bassa schizzando ovunque e cercavano di sfuggire alle onde, cosa piuttosto facile dato che il mare era calmo.
Kurai dava un po’ nell’occhio perché indossava come al solito la felpa dall’ampio cappuccio, tirato su in modo da gettare un’ombra sul viso.
“Dai nell’occhio” gli disse Ayumi. L’altro grugnì.
“E allora?”.
“E allora... c’è il rischio che ci notino. E mi domando come tu faccia, dato che non è esattamente dicembre” ribatté impassibile la ragazza, strizzando gli occhi infastidita dalla luce.
“Esattamente che problema hai con il sole?” chiese l’altro, osservandola attentamente.
“Sono albina, ti faccio notare. Teoricamente non potrei stare al sole. Inoltre, Articuno è di tipo ghiaccio, ed essendo per metà lei non ho un grande amore per le alte temperature” spiegò la Guardiana anche tutto quello che stava dicendo le sembrava logico.
“Mmh. Io invece detesto la luce. È normale, essendo per metà Darkrai, no?” fece l’altro, con una domanda retorica. Ayumi scrollò le spalle e ricominciò a guardarsi attorno. “Di preciso, chi stiamo cercando?” chiese.
“Due ragazze. Shirley e Seir, mi pare. Non so di chi siano le Guardiane, ma mi pare che una abbia capelli neri e ricci, lunghi fino alle spalle, carnagione piuttosto scura e occhi azzurri. Invece Seir ha capelli blu lunghi e lisci con un ciuffo che copre l’occhio destro e il sinistro è verde. Anche lei ha la pelle leggermente scura, ma penso sia chiara di pelle e abbronzata” elencò con calma.
“E tutte queste cose te le ha dette Fujiko?” sollevò un sopracciglio Kurai. Ayumi scosse le spalle.
“Me le ha mostrate” rispose. Il ragazzo ridacchiò, senza allegria.
“Fino a quando hai intenzione di mentire?” chiese ancora. Nessuna reazione da parte dell’albina. “Mi sono svegliato e ho notato che battevi le palpebre come se fossi sveglia, ma i tuoi occhi erano completamente bianchi. La Previsione era tua, non di Fujiko. Ero tentato di seguirvi, quando vi siete allontanate per parlare, ma non penso che anche lei ne sappia molto. Perché?” disse ancora il ragazzo, secco.
“Ognuno ha i propri segreti Kurai. E non era una Previsione, su questo ti do ragione. Ma non mi spingerai a raccontarti la verità” rispose l’altra, calma.
“Come preferisci”. Erano entrambi di poche parole, l’una più introversa e l’altro più scontroso.
“Guarda là!” lo richiamò ad un certo punto Ayumi, indicando un punto piuttosto nascosto della spiaggia. Kurai aguzzò la vista, lo sguardo puntato sul punto indicato dalla Guardiana.
Dure ragazze stavano parlando sedute su degli scogli, mentre le onde carezzava loro i piedi scalzi. Assomigliavano in tutto e per tutto alla descrizione fornitagli dall’albina pochi minuti prima.
“Andiamo” disse, incamminandosi deciso.

“Certo che fa davvero caldo... ringrazio il mare!”. La mora buttò gli occhi al cielo.
“Sai com’è... è luglio. Il mese estivo. E quindi fa caldo. Tanto caldo. E poi, mi chiedo io, che hai contro l’estate. Ho capito che sei calorosa, ma un attimo di quel che si chiama ‘sopportazione’” sbuffò.
“Non tutti hanno il climatizzatore incorporato come te. Io il caldo lo soffro e continuerò a lamentarmi”.
“Non avevo dubbi”
“Oh, ma stai zitta! E se andassimo a rinfrescarci invece di discutere?”
“Buona idea. Anche se discuteremo anche a mollo, ne sei consapevole, vero?”
“Certo che sì”.
Le due ragazze si misero a ridere mentre  si tiravano in piedi sulla roccia frastagliata, con l’intenzione di correre e buttarsi in mare direttamente vestite. Non era un grande problema quello, i vestiti leggeri, anche pregni d’acqua, non le avrebbero appesantite più di tanto e il caldo le avrebbe asciugate in una manciata di secondi una volta fuori.
Ma prima che potessero mettersi a correre, notarono due figure fissarle con insistenza.
“Shirley. Per te chi sono. E, soprattutto, come diamine fa a stare un felpa quello?”
“Non ne ho idea Seir. Per entrambe le domande” sbuffò la mora in risposta alzando un sopracciglio in direzione degli sconosciuti. “Salve! Vi serve qualcosa?” domandò ad alta voce, mantenendo le distanze.
“Shirley e Seir, giusto?” domandò Ayumi, conscia dell’ovvia risposta affermativa. Le due si fissarono sbalordite.
“Chi cavolo siete?” ringhiò Seir, aggressiva.
“Vogliamo solo parlarvi” spiegò l’albina, pacata. Kurai sbuffò divertito.
‘Certo, solo parlarvi. Dobbiamo solo spiegarvi come mai sparirete dalla circolazione per tempo indeterminato’ pensò sarcastico.
“Non abbiamo niente di cui parlare. Fuori dalle palle” rispose Seir schietta, incrociando le braccia e fissandole con un cipiglio decisamente seccato.
“Ha carattere la ragazza” ridacchiò Kurai.
“Aspetta, Seir. Forse è qualcosa di importante. Vi manda qualcuno?” chiese cautamente Shirley.
“In un certo senso” rispose il Guardiano. “E sì, è piuttosto importante la faccenda” concluse, con uno sguardo di sfida verso Seir, che ringhiò in tutta risposta qualcosa che suonava vagamente come una maledizione imprecata.
“Bene. Cosa riguarda?” chiese Shirley, ignorando la collega e fissando negli occhi Ayumi.
“La vostra intera esistenza” fu la risposta schietta.
Ci furono degli istanti di puro silenzio. I quattro sguardi esprimevano emozioni diverse. Quello di Ayumi era calmo, terribilmente calmo. Kurai aveva gli occhi velati di ironica curiosità, come se fosse solo un commentatore esterno della scena. Seir sembrava vagamente perplessa e piuttosto seccata, mentre Shirley aveva lo sguardo sospettoso di chi non crede alle situazioni assurde.
“...certo. Ora verrete a dirci che siamo lupi mannari. Oppure dei maghi. Chi lo sa!” ironizzò con una risata amara la blu, fulminando l’albina con uno sguardo.
“Stiamo morendo dal ridere, puffo. Davvero” fu il commento acido di Kurai.
“Come mi hai chiamata?”
“Puffo”
“Io adesso ti...”
“SEIR! Ti prego. Tenta di fare le persona civile, per una volta” le rimbeccò Shirley, mentre teneva d’occhio Ayumi che non dava segno di voler intervenire ancora.
“IO? Ma se lui... ah! Lasciamo perdere, ma se mi provoca un’altra volta gli frantumo il setto nasale” minacciò di nuovo la ragazza. Shirley sospirò buttando gli occhi azzurri al cielo del medesimo colore.
“Oh, ho offeso la povera piccola puffa...” la sbeffeggiò Kurai con un ghigno. E Shirley non fece in tempo a recuperare la compagna che questa si era già lanciata contro il Guardiano.
Solo che la sua corsa fu bloccata da del ghiaccio materializzatosi ai suoi piedi. Lo stesso era accaduto a Kurai, in procinto di rispondere all’attacco.
“Ma che...?” chiese scioccata Seir, osservandosi le caviglie nascoste dalla patina bianca.
“Come hai fatto?” chiese invece la mora all’albina, che in un battito di ciglia aveva assunto la forma Guardiana bloccando i due litiganti.
“Ho fermato il bisticcio infantile di due bambini troppo cresciuti” fu la risposta, mentre incrociava le braccia al petto in un moto di disapprovazione. “Ora potete ascoltare ciò che ho da dirvi?”
Seir fece per ribattere, ma Shirley la zittì con una mano.
“Insomma! Proviamo ad ascoltarli, almeno. Se poi non è una cosa seria, non ci mettiamo niente ad andarcene” sbottò, mezza esasperata. La blu scrutò in cagnesco sia lei che gli altri due Guardiani, poi con uno sbuffo si arrese e tornò a sedersi sugli scogli, dato che Ayumi aveva rapidamente fatto sparire il ghiaccio.
“Molto bene. Tu prima mi hai chiesto come riuscissi a fare ciò che ho fatto. Questo è perché io non sono completamente umana. Esattamente come Kurai e come voi due. Noi siamo Guardiani, degli Umani n cui è stata impiantata mezza anima di un Pokémon Leggendario al posto di metà della nostra. Questo ci conferisce poteri e caratteristiche fuori dal comune, che di sicuro avete”. A quelle parole, sia la mora che la blu boccheggiarono, stupite.
“Direi che questa è una conferma bella e buona” commentò Kurai, serio, mentre si sfilava il cappuccio e lasciava che l’aria salmastra gli carezzasse i capelli. “Io sono il Guardiano degli Incubi, custodisco dentro di me una parte del Leggendario Darkrai. Mi chiamo Kurai Miura” borbottò poi, incrociando le braccia.
“Io sono Ayumi Sato, La Guardiana dei Venti Gelidi, ossia di Articuno” disse invece Ayumi. “Noi non sappiamo chi siete voi o che Leggendario vi abbia affidato, pur inconsapevolmente, la sua anima. Ma non possiamo lasciarvi andare” concluse.
“Come? Che vuoi dire?” sbottò Seir, nascondendo il suo spavento con la rabbia.
“Questa è una strada a senso unico. Almeno fino a quando non liberiamo la corsia del ritorno dagli ostacoli” commentò il ragazzo guardando la blu senza espressione.
“Che significa? Quali ostacoli?” domandò Shirley, che pareva più confusa che altro.
“Gente che ci vuole morti”.
Il silenzio che si andò a creare era interrotto solo dalle onde che si infrangevano sugli scogli, schizzando con goccioline salate i quattro presenti.
“Voi siete pazzi” sussurrò infine Seir, alzandosi in piedi e stringendo i pugni.
“Io non credo” ribatté Shirley, attirando l’attenzione su di lei. “È vero, ho un qualcosa di particolare. Una voglia a forma di triangolo rovesciato, rossa, sul petto. E poi... e poi c’è la mia... amica. Se così possiamo chiamarla” continuò, passandosi una mano fra i capelli ricci, titubante.
“Un’amica? Che genere di amica?” domandò Kurai accigliandosi.
“Non vorrai raccontarglielo sul serio, spero!” interruppe Seir nuovamente. L’altra sbuffò infastidita, per poi girare i tacchi e iniziare a camminare, inseguita subito dalla blu che le intimava di fermarsi.
Ayumi e Kurai le seguivano a poca distanza, non dopo essersi scambiati uno sguardo perplesso. Li stavano portando in una spiaggia nascosta da un’alta scogliera, esattamente affiancando le Rovine degli Abissi.
Shirley si fermò dopo una cinquantina di metri, con l’acqua fino alle ginocchia, chiuse gli occhi e tese una mano, aspettando.
Dopo qualche istante, qualcosa schizzò fuori dall’acqua ad una velocità impressionante, fece qualche giravolta e si fermò di scatto davanti alla mora, con un versetto acuto.
“Latias!” esclamò Ayumi allora, stupita di vederla lì. La Leggendaria si voltò nella sua direzione e si avvicinò strusciando la sua fronte sulla guanci della ragazza, riconoscendola.
“La tua amica è un Pokémon Leggendario?” borbottò Kurai, sorpreso.
“Sì. Ho incontrato Latias qualche mese fa e lei non ha più voluto andarsene. Si nasconde nelle Rovine degli Abissi, per quanto ne so. Dopo un paio di giorni mi sono accorta di poter comunicare con lei telepaticamente. Condividiamo pensieri, avvenimenti, segreti, emozioni. È come se... se avessi trovato un’altra me stessa. E, paragonandolo a ciò che mi avete raccontato, sembrerebbe proprio così” spiegò Shirley.
“La Guardiana dello Specchio” mormorò Ayumi, fissando Latias. “Dov’è Latios?” le chiese.
“È anche lui nelle Rovine. Proteggiamo l’altra Guardiana, chiunque lei sia” rispose la Leggendaria.
“Sapevate che era una Guardiana?” chiese Kurai, accigliandosi. “Pensavo che in caso di ritrovamento, doveva essere comunicato ad Arceus o a Giratina”.
“Ha un’aura potente” rispose Latias, confusa.
“Latias, anche Seir è una Guardiana delle Leggende. Hai avuto una buona idea a difenderla, nonostante il tuo dubbio” disse l’albina rivolgendosi alla Leggendaria.
“Dubbio?” chiese Seir.
“Lei ha sentito la tua aura, che è particolarmente potente. Così ha dedotto che tu fossi un Guardiano dell’Aura o Ammaestratrice delle Anime. Insomma, un comune essere umano che sa governare la propria Aura. Non sono molti quelli che possiedono queste capacità” spiegò la Guardiana dei Venti Gelidi, calma.
“E invece sono anche io un meticcio come voi, a quanto pare” sputò aspra la blu, calciando un sasso.
“Loro sono qui” disse Latias all’improvviso.
“Loro? ‘Loro’ chi?” domandò Kurai.
“Loro, stanno arrivando!” ripeté Latias, allarmata, per poi lanciare un verso in direzione del mare. Dopo pochi istanti, una seconda figura li raggiunse a gran velocità.
“Dobbiamo andare. Stanno arrivando” disse Latios.
“Di chi stanno parlando?” sbottò Kurai, mentre le due neo Guardiane salivano in groppa ai due Eoni.
“Non lo so con sicurezza. Ma se sono così spaventati non è una cosa buona. Andiamocene” decretò Ayumi, seria. In risposta a un muto comando, Articuno e Darkrai uscirono dalle loro sfere e si Unirono ai rispettivi Guardiani.
Giusto qualche istante dopo stavano sfrecciando sopra l’acqua salmastra, puntando verso il largo.

_Tempio Abbondanza_

Solo quando la spiaggia e Spiraria non furono più visibili rallentarono, così da potersi parlare.
“Adesso dove andiamo?” chiese Ayumi, che al contrario dei tre presenti non conosceva Unima.
“Al Tempio Abbondanza. È sotto la protezione di Landorus, non penso avranno la brillante idea di arrivare là e fare fuoco a volontà. Non dopo che quei tre dalle capigliature strane e futuristiche sono stati inglobati dalla terra e dalle piante per averlo fatto. Spero che trarranno esempio” sbuffò Shirley, sistemandosi meglio sul dorso di Latias.
“Inglobati dalla terra?” chiese Kurai.
“Sì. Scomparsi. E non ne capiamo il motivo. Comunque sono morti, e questo ci basta” rispose Seir, con assoluta noncuranza.
“Landorus protegge i raccolti. Ha fatto in modo che quei tre venissero mangiati dalla terra, così che si decomponessero e diventassero fonte di nutrimento per qualcos’altro” rifletté Ayumi. Shirley fece una smorfia schifata.
Intanto, il profilo di un nuovo complesso roccioso si era stagliato all’orizzonte e si ingrandiva sempre di più. Una grande cascata si diramava in tante più piccole. Le risalirono velocemente, puntando in un piccolo spiazzo circa pianeggiante dove alberi, erba e zone coltivate si alternavano costantemente. In cima, sulla collinetta più alta, sorgeva un piccolo tempio.
“È sicuro farci veder dalla gente che abita questo posto?” chiese Kurai, dubbioso.
“Sì. Il Tempio Abbondanza è uno dei pochi luoghi dove i Leggendari si mostrano ancora, come le Isole Orange. Non so se sappiano di noi Guardiani, ma sicuramente non ci faranno molte domande. La gente che abita questi luoghi praticamente sacri è rispettosa nei confronti dei ‘protetti’ dei Leggendari” spiegò Ayumi, mentre sgusciavano fuori dal bosco, atterrando sull’erba soffice. L’albina e il moro sciolsero l’Unione, rimanendo fianco a fianco con i loro leggendari.
“Immagino non ci siano più molti di questi luoghi” mormorò Shirley.
“No, infatti. A parte questo e le Isole restano la Fonte Saluto e il Vetta Lancia a Sinnoh, la Valle dei Pokémon a Kalos, la Fossa Gigante e il Bosco del Giuramento qui a Unima, la Torre Occulta, le Isole Vorticose, la Tana del Drago a Johto e le Rovine Sinjoh a metà tra Sinnoh e Johto. A Sinnoh è sicura anche Memoride, mentre a Hoenn ci sono una serie di posti minuscoli e praticamente sconosciuti dove alcuni Pokémon leggendari trovano riposo. Come avrete notato, la maggior parte di essi non sono abitabili da persone, per cui il numero si riduce ancora. Ciononostante non ho elencato le dimensioni, come Paradiso Fiore e Spazio Origine. Questi sono innumerevoli e credo che Nessuno sia a conoscenza di quante siano o dove si trovino” elencò Ayumi.
“Com’è che tu sai tante cose?” chiese sospettosa Seir.
“Sono stata cresciuta da alcuni Leggendari, dopo che le stesse persona che presumo ci stavano inseguendo avevano ammazzato mia madre, anche lei una Guardiana” rispose piatta l’albina, voltandosi in direzione delle due con gli occhi che dicevano un chiaro ‘non ne voglio parlare’.
“Oh” si limitò a rispondere Seir, imbarazzata.
Arrivarono di fronte al tempio, dove rimasero in piedi, in silenzio, a capo chino a rendere omaggio al Pokémon che offriva loro protezione, almeno momentaneamente.
“Bene. Che facciamo adesso?” chiese Shirley.
“Si prosegue. Tu, essendoti già ricongiunta alla tua Leggendaria, hai già accesso al Paradiso Parallelo. Ma Seir invece... lei no. E muovendoci in così tanti rischiamo di attirare troppo l’attenzione. Quindi... io accompagnerò Seir. Voi invece tornate al Paradiso Parallelo. Latios... ti chiedo di restare con noi. Latias sarà al sicuro nel Paradiso Parallelo” decise piano Ayumi.
“Va bene” acconsentì Kurai. “Cercate di non morire” concluse poi, dopo qualche attimo di silenzio.
Prima che qualcun altro potesse aggiungere qualcosa, un portale nero come la notte risucchiò Shirley, Latias, Kurai e Darkrai.
“Bene. Adesso proviamo a capire qualcosa su di te. Per esempio che cos’hai di particolare” sospirò Ayumi, passandosi una mano sul viso, stancamente.
Con un sorriso strano, Seir si strappò un guanto sulla mano destra che prima l’albina non aveva notato. Rivolgendole il dorso della mano, la ragazza si scostò il ciuffo che le copriva l’occhio.
Due simboli. Sul dorso della mano, una voglia blu che ricordava la lettera greca alpha. Mentre l’iride dell’occhio aveva un colore diverso da quella sinistra.
L’occhio destro era rosso.

“Come potevo immaginare che dietro a una strana e fantastica amicizia si nascondesse una cosa del genere? Cosa sta succedendo in realtà? Da cosa sono stata salvata quel giorno da Landorus e oggi da questi ‘Guardiani’?”

Angolino nascosto nell’ombra
C’è l’ho fatta.
Il capitolo fa leggermente pena, ma ce l’ho fatta comunque.
Non succede niente di eclatante, anche se sono soddisfatta della morte dei tre nemici che, a proposito, sono Giovia, Martes e Saturno.
Volevo fare una precisazione sull’arco temporale, perché... boh, ho paura che non si sia capito. La  storia è iniziata a maggio, con il ritrovamento di Fujiko, eccetera. Poi, passa più o meno un mese quindi giugno e ritrovano Rein. E prima del capitolo 23 (guidami) passa un altro mese, quindi siamo a luglio.
D’ora in poi ci saranno spesso salti così, anche di un mese tra un capitolo e l’altro. Sì, quando arriveremo al capitolo 28 sarà circa inizio ottobre.
Perché sì (?)
Bene. Ora, i nuovo personaggi. Seir appartiene a, indovinate un po’, seir_yume. Invece Shirley è di silviettina9999 che... non segue questa storia nemmeno lei. Però mi ha detto che ‘se non mi dai Latias ti azzanno’ o qualcosa del genere, e quindi eccola qui.
Queste due, con Ayumi e Seo-Yun, saranno anche in altre mie storie in altri fandom, perché sono le nostre quattro alter-ego e quindi sono ovunque, come noi.
Ho visto che c’è qualcuno di nuovo che segue la storia, grazie mille, siete fantastici.
Grazie a voi che leggete e recensite e altro (?) la storia. A presto!

Aura_

  
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