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Autore: Sky and July    27/01/2009    1 recensioni
Due anime abbandonate, due anime tenute assieme da uno strano fato, due anime diverse eppure troppo simili, il cui collante è la solitudine. L'uno si aggrappa all'altro come sua unica salvezza, e l'altro, confuso, non sa cosa cerca dalla nuova vita che entrambi dovranno ora incominciare. Long-fic AU KimiJuu, pubblicata da SkyEventide e Cira. Buona lettura!
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Juugo, Kimimaro Kaguya
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Staremo bene. E saremo soli. (parte II)


Kimimaro Kaguya


Sentire pronunciare il suo nome con quel tono lo scosse e lo indusse a voltarsi verso Juugo, che sembrava terrorizzato davanti alla prospettiva di stare in camera con qualcun altro. Dopotutto lo capiva. E, di certo, non sarebbe voluto essere nei panni di quel "qualcun altro".
Mosse un paio di passi veloci all'indietro, raggiungendolo. Juugo sembrava sul punto di voler indietreggiare verso il taxi, che ormai era già ripartito sulla strada trafficata.
«Vuol dire che siamo assieme» rettificò con la voce ferma.
E se così non fosse stato sarebe bastato andare in presidenza e mettere sotto il naso del dirigente i fogli dell'ospedale. In tal caso non pensava che ci sarebbero state obiezioni sul loro dividere la stanza o stare nella stessa classe al secondo anno. Ammenoché non ci tenessero ad avere un più che potenziale killer libero dentro la scuola.
«Avanti» aggiunse, tendendo il braccio per non far scivolare zaino e borsone dalle sue spalle, decisamente più piccole rispetto a quelle dell'altro.
A quanto pareva doveva far attenzione anche a ciò che diceva, non solo a dove si trovava rispetto all'altro.
«Credo che il nostro sia il lato ovest» commentò. «In ogni caso prima bisogna chiedere le chiavi in segreteria».
Riprese a camminare, trascinando sulle lastre del cortile le rotelle della valigia rigida. «E se hai qualcosa dimmelo» lo tranquillizzò, senza guardare lui o uno qualunque dei ragazzi in zona; puntava dritto alla porta d'entrata, con la testa alta ed i capelli che si muovevano appena.
Sarebbe stato abbastanza veloce da lasciar cadere tutti i bagagli e correre da Juugo immediatamente, si domandò, se avesse avuto "qualcosa"?
Una volta ne era capace. Nemmeno un secondo per far un tragitto così corto e così pochi movimenti. Storse il labbro superiore impercettibilmente, temendo di essere tradito dal suo stesso corpo.


Juugo Tendou



Non sapeva se era per le varie borse che gli appesantivano il corpo magro oppure per quell'atteggiamento troppo distaccato, ma percepiva che Kimimaro non stesse nei migliori dei modi quel giorno.
L'aveva visto voltarsi solo una volta nell'intero tragitto, per tranquillizzarlo, e aveva trovato quelle gemme color smeraldo meno vive del solito.
S'appuntò che era solo la stanchezza, non doveva preoccuparsi.
Pensò alla stanza del dormitorio, a come sarebbe potuta essere: magari era un buco con due letti e un armadio per il minimo indispensabile oppure una suite a cinque stelle con tanto di idromassaggio.
Accennò un sorriso,producendo soltanto una smorfia all'angolo della bocca, scosse leggermente gli spettinati capelli arancioni quasi ad annullare quella ridicola immagine dalla mente... infondo con tutte le valigie che aveva gli bastava solo un cassetto.

«Ho sentito che in questa scuola dividono gli studenti in due sezioni» prese un piccolo movimento del capo di Kimimaro come conferma d'ascolto «noi in quale siamo?»


Kimimaro Kaguya



Aveva la conferma che i dottori parlavano per parlare e che non conoscevano veramente Juugo come asserivano. "Tieniti a portata di mano dei sedativi", gli avevano detto, "non lo devi far agitare", avevano ribadito. E invece gli bastava parlare o guardarlo in viso per tenerlo tranquillo, come aveva capito nelle innumerevoli volte in cui l'aveva incontrato nell'ospedale.
Ogni volta che l'altro si rilassava lui si diceva che qualcosa ancora sapeva farlo.
«Al telefono mi hanno detto che siamo nella sezione Luna. Che nome strano» gli rispose, mentre finalmente sorpassava la zona assolata e tagliata da un venticello fastidioso ed entrava nella zona riparata dal tettuccio sull'entrata.
Tirò i bagagli sopra gli scalini, ed in cima aveva già il fiatone.
L'espressione sul viso liscio si incupì appena quando si schiarì la gola e deglutì subito dopo. Lasciò la maniglia della sua valigia in equilibrio sull'ultimo degli scalini ed aprì il portone, entrando nel corridoio.
Non era una brutta scuola. Era di certo meglio di quell'anonimo edificio che frequentava prima. E sicuramente, per Juugo, era meglio dell'ospedale dove, da che lui sapesse, stava da lungo tempo.
Gli sembrava di avere un bambino da accudire, con lui. Un bambino che gli si attaccava alle sottane e che temeva più di ogni altra cosa di doverlo lasciare.
Anche se, in quel caso, la situazione era ben più complicata.
Ma gli dava responsabilità. Era tutto in mano sua, i medici gliel'avevano ripetuto fino alla nausea, sempre troppo timorosi per lasciar andare il loro paziente. Ma aveva anche lui il diritto di vivere come voleva, no?
La sua espressione piatta si concentrò verso una cartina appesa a parete. Era anche grande, la scuola, avrebbe osato dire labirintica. Un evidenziatore giallo lo aiutò ad individuare la segreteria, che stava a sinistra rispetto a loro; non chiese nemmeno all'altro se veniva con lui o aspettava lì.
«Ti piace?» gli chiese riferendosi al complesso dove si trovavano con un cenno della testa, mentre proseguiva lungo i corridoi e riassestava i bagagli che portava sempre più frequentemente.


Juugo Tendou



«Ogni posto è meglio di un ospedale» schioccò la lingua sul palato « Non mi faccio molti scrupoli»

A dir la verità i corridoi della scuola gli apparivano tutti uguali: solito pavimento, solito legno che ricopriva in parte i muri e soprattutto era circondato dalla pittura bianca che gli ricordava vagamente l'ambiente antisettico e pulito in ogni punto della sua precedente dimora.
Sembravano infiniti, pronti a serpeggiare senza meta all'interno della scuola e a dissuaderli dal continuare la loro avventura.
Juugo si ricordò delle brevi lezioni di letteratura con il professore volontario, che lo veniva a trovare ogni mercoledì dopo un misero pranzo, e si convinse: quel poeta italiano, osannato dall'uomo per la sua bravura, aveva ragione e un "Lasciate ogni speranza voi ch'entrate" non poteva non fondersi a pennello sulla porta principale per impaurire gli eterni insicuri come lui.
Ripassò mentalmente la cartina che aveva controllato poco prima, in buona fede, e sperò di avvistare al più presto la segreteria o quanto meno una via d'uscita.









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Secondo capitolo!
Come vi sembra? Vi piace? eh?Eh? EH?!
Ricordo che i pezzi di Kimimaro li scrive la puccia Sky e quelli di Juu me medesima.
Se date un'occhiatina al profilo di codesto account troverete uno schema a grandi linee dei due personaggi, non c'è scritto molto... l'indispensabile, ecco.
Non so davvero che dire ho una linea piatta che mi attraversa il cranio e per ora non da segni vitali, ergo aspetto commenti,letture e preferiti.
Ma ora passiamo alla nostra adorata cdm: CaVa ragazza, tu non lo sai, o forse sì, ma sia io che Sky ti adoriamo quindi è stato un immenso piacere trovare una tua recensione!
Siamo anche d'accordo sul fatto che di JuuKimi/KimiJuu ce ne siano dannatamente poche, parlo per me, ma so che Sky ne vorrebbe a tonnellate, e quindi ci siamo prese la briga di diffondere in lungo ed in largo questo adorabile pairings.
Come siamo generose.
Il punto di vista alternato fa molto chic, ma non era proprio una cosa voluta: la fic è tratta da un GdR e non poteva essere altrimenti, perciò questo complimento ce lo meritiamo a metà XD
Spero che questo capitolo sia di tuo gradimento!
Un bacio, July. (Sì, anche da Sky)

P.S= Essendo io la beta di Sky vi posso assicurare che Eredi del Sangue sta andando avanti, non disperate.
  
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