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Autore: empty_eyes    07/08/2015    0 recensioni
Quando due persone si scelgono perché legate dall'amore, quello vero, neanche il destino è in grado di fermarle. In quel momento, quando i loro occhi sono un urlo libero di sentimento e passione, quando due mani si incrociano come fossero la parte mancante l'una dell'altra, e due corpi diventano solo il mezzo di un'anima per avvicinarsi quanto più possibile a quella dell'altro, non esiste più niente di così forte da poter separare due amanti.
Nonostante questo, le difficoltà posso essere numerose, Mia Saxton ne è una prova vivente. Tutto il suo mondo era andato in pezzi, per colpa di un ragazzo che non riusciva a dimenticare. Eppure, anche se tutto sembrava perduto, quella piccola scintilla d'amore che continuava a brillarle negli occhi, un giorno riattirò a sé il suo amato. E la sua vita cambiò di nuovo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Bay, smettila! Scendi da quel letto, dobbiamo prepararci prima che arrivi Ashton a prenderci!- urlai per l’ennesima volta, tentando di farla smettere di saltare sul mio letto. Era una cosa che facevamo sempre a dir la verità, ma quella sera proprio non c’era tempo.
Si fermò di scatto, guardandomi a bocca aperta.

-Ashton? Il tuo amico strafigo che gioca a football? Perché diavolo non me l’hai detto subito?!- disse sorridendo in modo leggermente psicopatico.
-Veloce, dobbiamo farci belle! Stasera è la mia opportunità di farmi quel bel pezzo di manzo del tuo amico!- continuò trascinandomi verso il bagno. Giurai che prima o poi l’avrei uccisa. Non successe, purtroppo.

Devo però ammettere di aver sempre ammirato la capacità di Bay di non essere mai scontata: ogni volta che usciva riusciva sempre ad aggiungere qualcosa di diverso al suo outfit, era veramente piena di risorse. Al contrario di me, che uscivo raramente e quelle poche volte mi vestivo come se dovessi andare al supermercato. Ma visto che quella sera volevo tentare, per quanto possibile, di uscire un po’ dal mio solito personaggio da ‘brava ragazza’, decisi di farmi aiutare dalla mia amica nello scegliere il look. Mossa azzardata, considerando la sua pazzia, ma ormai gliel’avevo detto… non avrebbe accettato una ritrattazione.

Quindi, dopo essersi acconciata i capelli solitamente ricci in delle spaventosamente perfette onde castano scuro, era lì ad osservarmi seria. Chissà che cosa stava macinando quella mente contorta.
-Ho trovato!- se ne uscì urlante dal nulla, facendomi spaventare. –Oggi proviamo a farti liscia!- continuò, sempre più entusiasta.
L’idea non mi sembrava delle più sicure: io adoravo i miei capelli come se fossero miei figli, e darli in pasto ad una piastra mi sembrava veramente crudele. Ma non ebbi neanche il tempo di controbattere che mi ritrovai seduta sul bordo della vasca da bagno con le ciocche tra quelle cose bollenti. Mi sentivo morire. Ero sicura che sarebbero passati da un bellissimo colore castano mediamente chiaro ad un nero carbone. Me lo sentivo.

Avevo paura.

-Finito!- sentii dopo una lunga, lunghissima tortura. Nel caso non l’aveste ancora capito, non mi ero praticamente mai piastrata i capelli prima… mi erano sempre piaciuti mossi al naturale.
Corsi verso lo specchio per vedere che cosa fosse uscito e mi meravigliai nel constatare quanto mi piacessero i capelli così lisci. Sorrisi felice, toccando le ciocche morbide, poi corsi ad abbracciare e ringraziare Baylee per l’ottimo lavoro.

Passando al trucco, stavolta non avrei ceduto: lenti a contatto (sì, porto gli occhiali), matita nera, mascara e un po’ di lucidalabbra leggero. BASTA. Bay optò anche per ombretto, rossetto, fondotinta, blush e qualche altra cosa che di cui non avevo intenzione di chiedere il nome. Però era comunque figa.
Dopo aver poi passato infiniti istanti a scegliere cosa indossare, io azzardai con una gonna corta nera, una canottiera bianca con il retro in pizzo e giubbotto di pelle nero. Non mi sentivo esattamente a mio agio, ma mi ero già vestita in quel modo, quindi avrei resistito. In ogni caso, misi degli stivaletti neri. La mia pazzoide, invece, scelse un vestitino rosso a maniche lunghe e delle scarpe nere col tacco. Inutile dire che era mozzafiato.

Ci demmo gli ultimi ritocchi prima di sentire il campanello suonare. Chissà cosa avrebbe pensato Ash nel vedermi così… diversa dal solito. Afferrammo le borse e ci lanciammo di sotto, verso la porta d’ingresso. I miei, come al solito, erano fuori a cena.
Quando aprì la porta, rimasi meravigliata dalla sua splendida semplicità: un paio di skinny jeans neri abbinati ad un paio di Vans dello stesso colore e una maglietta bianca a pois. I capelli rigorosamente tirati indietro e un sorrisone sul volto.

-Hey, hey, hey, fermi tutti! Chi è questa bellezza che mi ritrovo davanti agli occhi? Mi aspettavo una timida ed innocente bimba in tuta da ginnastica!- scherzò, stampandomi un bacio sulla guancia.
-Ha ha ha, veramente simpatico! E’ tutta opera di Baylee, comunque- dissi, cercando di rivolgere l’attenzione su di lei.
-Beh, i miei più sinceri complimenti! Dovrai uscire con noi più spesso- ammiccò lui, salutando la mia amica. Che cascamorto.
Mi diressi verso il suo decapottabile nero, regalatogli dai ricchi genitori impresari di un’azienda. Mi accomodai sul sedile dietro al guidatore, scrutando fuori dal finestrino il tramonto. Erano quasi le otto, ma a maggio faceva ancora chiaro. Non sapevo perché, ma avevo un buon presentimento.


Entrando nel locale, ci accorgemmo subito dell’enorme quantità di persone che si trovavano lì. Mi tenni al braccio di Ash per evitare di perdermi, mentre lui ci fece strada verso un tavolo sul lato destro del locale. Una volta superata la massa di gente, lo lasciai e posai lo sguardo sui ragazzi seduti a bere birra: alcuni compagni di squadra di Ashton erano occupati ad osservare le ragazze, mentre altri se la ridevano allegramente tra loro; per quanto riguarda le tre cheerleader presenti, compresa l’odiosa Kelly, erano tutte impegnate a flirtare con i ragazzi.

Il primo a rivolgere la sua attenzione su di noi è stato Calum, che si alzò per salutare Ash. Quest’ultimo gli presentò Baylee, mentre io ero impegnata ad abbassarmi un po’ la gonna, nascosta dietro il mio amico.  Quando uscì allo scoperto, me lo ritrovai praticamente davanti, che mi guardava sorridente.

-Hey- azzardò, avvicinandosi per salutarmi.
-Ciao Cal- risposi, ricambiando i baci. Mentre ci sedevamo, obbligai me stessa a non arrossire a causa del suo insistente sguardo su di me. Non che mi dispiacesse, anzi. Solo che mi sentivo a disagio quando qualcuno mi guardava.

Una volta ordinate le birre e aver parlato con tutti del più e del meno, decisi di provare ad attaccare bottone con il bel moro.
-Allora… per quanto riguarda filosofia, se ne hai ancora bisogno, posso aiutarti nel weekend- sorrisi.
-Certamente! Ti sono grato per l’aiuto, prometto che non ti farò perdere tempo- disse dolcemente. Mamma mia quanto era carino. Continuammo a parlare per gran parte della serata, provocando la gelosia della sua ex fidanzata, che tentò in tutti i modi di distrarlo da me. Senza successo.

L’enorme sensazione di appagamento che provavo nel vedere Cal più interessato a me che a quella gallina era indescrivibile. Una volta usciti dal locale, verso mezzanotte e mezza, decidemmo di fare tutti una passeggiata lungo il viale alberato del centro. Io e Calum ci ritrovammo da soli in fondo al gruppo, leggermente distaccati, impegnati a scambiarci opinioni sulla pizza ai peperoni.

-Non posso credere di essere interessato ad una ragazza che disprezza la pizza ai peperoni! Dovresti essere arrestata!- rideva di gusto, senza essersi veramente accorto di ciò che aveva detto. Ma io sì. Sentivo il cuore battere all’impazzata mentre mi guardava e realizzava. Rise di nuovo, un po’ imbarazzato, per poi mettermi un braccio intorno al collo.

-Dai, non dirmi che non l’avevi intuito!-
-Non proprio- è tutto ciò che riuscì a dire. Ma era un sogno o stava accadendo veramente?
-Sei tenera. Probabilmente è questo che mi attrae di te- ammise, senza farsi troppi problemi. Credo che ci fosse abituato, ci sapeva veramente fare con le ragazze.

Spinta dalle due birre precedenti, presi il coraggio per intrecciare la mano con quella che aveva appoggiato alla mia spalla, raggomitolandomi sul suo petto.
Dopo che gli altri ebbero svoltato l’angolo, Calum si fermò, abbracciandomi semplicemente. Avrebbe potuto benissimo schiantarmi contro un muro e violentarmi, ma non lo fece. Avevo sempre sentito voci sulla sua dolcezza, ma non credevo che lo fosse realmente. Rimanemmo fermi così per un po’, mentre tentavo di fermare il collasso interno dei miei organi vitali. Insomma, a me era sempre piaciuto Calum, ma non avrei mai potuto immaginare che lui potesse ricambiare.

-Ci conosciamo da un sacco di tempo, ma non avevo mai pensato a te come a qualcosa di più della migliore amica di uno dei miei migliori amici. Insomma, non ti ho mai vista esattamente il mio tipo-
-Lo so. Troppo sfigata- dissi, allontanandomi un po’.
-No. Solo… più innocente. Anche se vestita così non lo sembri più molto- rise ancora, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Non l’avevo ancora osservato bene: era tutto vestito di nero, in camicia a maniche corte, skinny jeans strappati e converse. Bello come sempre, o anche di più.

-Sei veramente carina stasera. Se ti va, un giorno possiamo uscire- sorrise, guardandomi fisso.
-Con piacere- ricambiai il sorriso.
-Bene, allora è andata. Domani ho comunque bisogno delle tue ripetizioni, puoi venire da me quando vuoi- ammiccò in modo assolutamente sexy. Arrossì, prima di prendergli la mano e trascinarlo in una corsa verso il resto del gruppo. Quella sì che è stata una bella serata.

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-Andiamo Cal, non è difficile! Abbiamo quasi finito, resta concentrato- lo pregai, notando la sua noia. Stavamo studiando da un’ora e mezza e già il ragazzo era fuso.
-Dai Mia, facciamo una pausa… non ne posso più! Facciamo merenda e poi..- non fece in tempo a finire la frase che il suo telefono squillò. –Perdonami un secondo. Pronto?- rispose, mentre io sbuffavo, arrendendomi.

Non prestai molta attenzione alla conversazione, preoccupandomi piuttosto di rispondere al messaggio che Ashton mi aveva mandato 20 minuti prima. Quel weekend saremmo dovuti andare a vedere un film.
Mi capitava spesso di perdermi nei miei pensieri, soprattutto quando ero stanca, come quel giorno… mi capitava di ripensare al mio passato, a quando ero bambina e passavo le giornate da sola, a quando ho incontrato Baylee alle medie e abbiamo subito legato, a quando sono andata in vacanza con la scuola e ho conosciuto…

-Miaaaaa! Ci sei?- rise Calum, attirando la mia attenzione.
-Uhm..eh? Oh, sì. Sì, certo, ci sono… scusa-
-Non preoccuparti. Vuoi sapere una bella notizia?- mi chiese entusiasta. Annuì sorridendo.
-Hai presente che io prima che i miei si separassero vivevo a Sydney, no? Sono arrivato qui solo due anni fa… e quindi papà è rimasto in Australia. Vado spesso a trovarlo, soprattutto perché lì ci sono i miei migliori amici. Beh, la bella notizia è che tra tre settimane, appena finita la scuola, verranno tutti e tre qui per l’estate! Così te li presenterò e ci passeremo una bellissima vacanza! Che te ne pare?- i suoi occhi brillavano di felicità come mai avevo visto prima.

-Dico che non vedo l’ora di conoscerli! E dico anche che mi devi dare un passaggio a casa: sono mostruosamente in ritardo- risi, raccattando le mie cose. Mi abbassai poi per baciarlo sulla guancia.
-Di già? Non resti ancora un po’?- chiese, con il faccino da cucciolo.
-No Hood, ho un impegno con i miei stasera! La prossima volta rimango, promesso- scompigliandogli i capelli, per poi dirigermi verso la porta. Mi domandai se durante l’estate avrei avuto l’occasione di rivedere la mia Santa Cruz. A volte desideravo tornare indietro all’estate precedente. Su quella spiaggia, di fronte a quel mare, sotto quelle stelle. Dentro a quegli occhi blu che mai avrei dimenticato.

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Ecco un secondo capitolo, spero che la storia inizi ad incuriosirvi, ci saranno mooolte sorprese ;)
Un bacio,
-Smartix:)

  
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