Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: PaleMagnolia    28/01/2009    2 recensioni
Una tragedia storica di proporzioni epiche, un uomo esile e scialbo, una bambina dagli occhi pallidi: due vite cambiate per sempre da un fatale istante - brusca virata e schianto, giubbotti bianchi sotto il cielo nero, freddo.
Una piccola, perfetta bellezza dodicenne, col viso serio di una bambola di porcellana; un uomo pallido e schivo.
Quando l'amore è a prima vista, a ultima vista, a eterna vista.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oh, hear us when we cry to Thee
For those in peril on the sea.

Lo stridore lacerante dei cavi d’acciaio, che si tendevano oltre ogni ragionevole limite, lo schianto del metallo che si spezz

Lo stridore lacerante dei cavi d’acciaio, che si tendevano oltre ogni ragionevole limite, lo schianto del metallo che si torceva e schiantava - una frequenza sonora intollerabile, tanto bassa da far venire le vertigini - tremavano nelle orecchie degli uomini e delle donne aggrappati al parapetto; e il rivestimento di legno sotto i loro piedi cedeva, quando la tensione sulle assi diventava insostenibile, con una serie di schianti netti e terribili, e al contempo assurdi (pop, pop, pop), proiettando attorno lunghe appuntite schegge biancastre. La gente gemeva - grida flebili e acute al tempo stesso, come strilli di bambini; e chiudeva gli occhi, si aggrappava penosamente alle ringhiere con tutte e due le braccia, pencolava verso il vuoto come un mucchio di morbidi pupazzi.

William Irwing rimase appeso alle sbarre metalliche, a guardare le belle vetrate collassare su se stesse al rallentatore (la loro superficie che si piegava in angoli sbalorditivi, prima di esplodere in un'improvvisa, cristallina, gioiosa pioggia di frammenti iridescenti), in un silenzio incongruo (saluti alla partenza del treno coperti dal fischio della locomotiva, labbra che si muovono senza suono) - il rumore del vetro infranto troppo rapido e flebile, per superare il rombo del metallo che si abbatteva sul metallo, le grida, lo sciabordio dell’acqua.

Guardava, affascinato e inorridito insieme, i corrimano d’acciaio piegarsi come pasta frolla tirata verso il mare - elastici e fragili, si torcevano e affusolavano finché un'estremità cedeva, sfrangiandosi; vide una donna di mezza età perdere la presa e cadere all’indietro verso l’acqua, la bocca grottescamente spalancata senza che ne uscisse suono, in modo quasi comico, come in un film muto.

Irwing si strinse convulsamente alla ringhiera, risucchiando aria gelida in singulti dolorosi, mentre, con un ululato terribile di mastodonte ferito, con una brusca impennata che schiacciò l'uomo contro il parapetto, la prua si staccava dal resto della nave: la poppa, non più trattenuta, si inclinò rapidamente, con un terribile scricchiolio: il suono che fa un polpastrello che sfrega un palloncino, ma enormemente amplificato.

Nel giro di pochi secondi, si sollevò fin quasi ad essere perpendicolare alla superficie nera dell’oceano. Sentendo i piedi scivolare all’indietro, senza più presa sull’assito, verso l’acqua ribollente, Irving scavalcò la ringhiera - l’unico piano ad essere rimasto orizzontale rispetto all'oceano nero di sotto - e si appiattì contro di essa. A causa del freddo, aveva perso da tempo la sensibilità delle mani e dei piedi, e l’operazione risultò molto più faticosa e difficile del previsto; non aveva forza nelle gambe, le dita irrigidite scivolavano sul metallo senza riuscire a far presa. Ora che era riuscito ad appoggiarsi alla superficie piana della ringhiera – le sbarre premevano, gelide, contro il suo corpo – guardò giù, verso quel che restava del pavimento su cui, fino a pochi minuti prima, poggiava i piedi. Si stava inabissando con una rapidità che affascinava, quasi in verticale, così anacronistica e assurda che ad Irwing venne da pensare che fosse tutto uno scherzo. Un assurdo, spaventoso, allucinante scherzo di pessimo gusto - anche se non privo di una certa spettacolarità.

Irwing guardava la nave, e gli uomini ed il mare che si avvicinava, senza provare né orrore né paura – ma solo una certa blanda sorpresa, una riluttante curiosità per quel che accadeva; come se, poniamo, stesse guardando da lontano l’incendio di una casa: raccapricciante invero, e tuttavia morbosamente attraente, agli occhi di un passante occasionale, che nulla ha a che fare con l’accaduto.

E così si sentiva Irwing – lo spettatore occasionale, fortuito: l’estraneo casuale che assiste, con interesse ma spassionatamente, al dramma di qualcun’altro.


Per il titolo del capitolo, cfr. "Eternal Father Strong To save", anche conosciuto come "For Those In Peril On The Sea", inno della Marina.

Pur basata, come si può intuire, sulla vicenda di un celebre quanto sventurato transatlantico, la storia non lo nominerà mai direttamente - beh, quasi mai.

Dedicata a Th.A.Jr. (7 Febbraio 1873 – 15 Aprile 1912), mio primo eroe, my only master; che, pur non essendo un personaggio della storia, dovrete sforzarvi di immaginare comunque, fuggevole e indistinto, ritto sullo sfondo - in piedi sulle scale, rivolge a qualcuno un cenno di saluto, e scrive su un taccuino nero, assorto.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: PaleMagnolia