Anime & Manga > Fairy Tail
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Autore: Valerie Leyl Alekxandre    08/08/2015    4 recensioni
Eccomi con una one-shot dal tema del tutto diverso dalle altre..
*-*
Il mondo è dominato dal male, scaturito dall'odio di un re spodestato e dai draghi.
L'ultima cacciatrice di draghi potrà vendicarsi della morte della persona che le era più cara al mondo?
Potrà la vendetta rimanere la sua unica ragione di vita?
*-*
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Un bacione ai lettori e spero di sentirvi commentare!
La vostra Mary
P.s. è una NaLu naturalmente!
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Altri, Lisanna, Lucy Heartphilia, Natsu
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Continuò a camminare tra le case, cercando di non attirare l'attenzione di qualche soldato, per poi scorgere una locanda poco più avanti.
Entrò mentre un’ondata di puzzo di fumo e di alcol l’assalì, stava già male a sentire un odore così, figuriamoci se ci fosse stato Natsu lì al suo posto, sicuramente avrebbe rischiato di svenire.
Si guardò intorno osservando la sala comune della locanda, piena zeppa di uomini e donne, per la maggior parte ubriachi, se non tutti, il soffitto era basso e le travi di legno erano annerite, le pareti macchiate e il pavimento ancora più sporco.
Girando lo sguardo poté vedere il camino alla sua destra, il quale era ancora acceso intento a scaldare l’aria più di quanto lo fosse già, quasi tutti i tavoli e le sedie erano occupate, molta gente stava in piedi soprattutto al bancone, quest’ultimo era situato infondo alla sala, e di fianco a questo invece vi era una scala, la quale sicuramente portava agli alloggi della locanda.
Il chiasso e l’aria quasi del tutto irrespirabile le fecero girare la testa, ma resistette cominciando a camminare tra la folla mentre una smorfia le si formava in viso quando qualcuno le schiacciava il braccio o lo andava a sbattere in giro.
A fatica arrivò al bancone, si sedette su uno sgabello libero tenendo il capo chino nascondendo così il suo viso, voleva parlare con una cameriera, ma erano tutte così indaffarate che ci vollero minuti prima che una di queste si avvicinasse a lei per chiedere se voleva qualcosa.
-Volete qualcosa da bere?- chiese la cameriera poggiando le mani sul bancone, la ragazza era alta più o meno come Lisanna, aveva i capelli corti e scuri, forme generose, le quali venivano messe bene in mostra per via della divisa striminzita che indossava.
-No, volevo solo sapere se avete ancora una stanza- rispose l’albina alzando leggermente il capo, giusto quel poco per guardare dritta negli occhi la cameriera, tenendo comunque oscurato parte del suo viso con il cappuccio.
-In questo caso aspetti un attimo e ve lo faccio sapere- disse cortese la ragazza allontanandosi dall’albina dai capelli corti fino a giungere un armadietto appeso al muro, lo aprì guardando al suo interno per vedere se c’era qualche camera disponibile.
Prese due chiavi per poi richiudere l’armadietto e tornare dalla ragazza seduta al bancone, sempre con un sorriso costretto in viso, probabilmente per via del proprietario dell'edificio che costringeva i suoi dipendenti ad essere cortesi con i clienti.
-Sono libere due camere, una singola e l’altra..
-Prendo la singola, grazie- disse interrompendo la cameriera, quest’ultima diede la chiave all’albina mettendosi l’altra in una delle tasche del grembiulino per non perderla.
-Troverete la camera al secondo piano- disse la ragazza guardando la sua interlocutrice, la quale annuì per poi estrarre dal mantello un pugno di monete.
-Bastano per una notte?- chiese l’albina dopo aver sistemo la chiave in una delle tasche dei suoi indumenti, senza però staccare gli occhi dalla ragazza.
Quest’ultima annuì prendendo le monete per poi tornare a lavorare per la sala comune insieme alle sue colleghe, mentre Lisanna si sistemò meglio il cappuccio e il mantello per poi attraversare di nuovo con fatica la folla e uscire dal locale.
Un sospiro di sollievo creò una nuvoletta di condensa dalla bocca della ragazza quando questa sentì l’aria fredda e pulita inondarla appena uscita da quel casino.
Il chiasso era ormai solo un eco per la ragazza incappucciata, mentre il silenzio ritornava a tranquillizzarla, interrotto qualche volta da un canto di grilli o dal rumore prodotto dal venticello quando muoveva il fogliame di qualche albero nei dintorni.
Cominciò nuovamente a camminare nella speranza di trovare una tenda, solitamente i guaritori si spostavano di paese in paese per curare quelli che non erano in grado di guarire con l’aiuto di semplici medici, per questo viaggiavano in tenda, così da farsi riconoscere subito e non perdere tempo se qualcuno era in condizioni davvero estreme.
Mentre girava per strada vedeva ancora qualcuno intento a tornare a casa dopo una giornata di lavoro sfiancante o alle miniere o nei campi, vedeva alcune botteghe, tra cui molti di fabbri, chiudere, le luci delle case accendersi mentre sentiva odore di minestra uscire da esse.
Cercò di ignorare la fame, continuando a guardarsi intorno finché non scorse un tenda color ambra, sorrise, quella era la tenda di un guaritore, cominciò a camminare in quella direzione cominciando ad ammirare le strane rune che vi erano scritte alla base del materiale di quella abitazione ambulante.
Notò che le luci delle candele erano ancora accese all’interno, quindi intuì che fosse ancora sveglio, chiunque fosse il proprietario della tenda.
Quando arrivò nelle vicinanze notò inoltre che l’entrata era aperta e che quindi colui che vi era all’interno era ancora disposto a ricevere persone.
“Entra pure, di cosa hai bisogno?” una voce calda e gentile entrò nella testa dell’albina, in quel momento la ragazza si sentì pervadere da una strana e piacevole sensazione e solo in quel momento capì cosa stava succedendo.
Smise di pensare, estraniando quella voce dalla sua mente per poi fissare l’entrata della tenda poco convinta.
-Non ti preoccupare, non era mia intenzione spaventarti- la figura di una donna si fece largo mettendosi all’entrata, proprio davanti all’incappucciata.
La donna sicuramente poco più grande della ragazza, ma nonostante ciò era ancora molto bella, aveva dei lunghi capelli blu legati in una coda, la frangetta a coprirle la fronte, gli occhi marroni e dolci in grado di trasmettere sicurezza a chiunque l’avesse smarrita, indossava un vestito color cielo ornato di diversi ricami e di talismani, inoltre a coprirle le spalle vi era un lungo mantello color ambra che arrivava fino al terreno, il quale indumento confermava che fosse un guaritore, o meglio dire, una guaritrice.
Le scuse della donna fecero imbarazzare la ragazza per via del tono materno che questa aveva utilizzato, in quel momento si vergognò di come aveva cacciato dalla sua mente la blu, dato che quest’ultima voleva solo essere d’aiuto.
-S-sono i-io quella a-a doversi.. scusare- balbettò Lisanna abbassando il capo vergognandosi ancora di più del gesto di poco prima.
-Ma va non devi- disse la donna abbozzando un sorriso imbarazzato –di solito la gente diffida a farsi curare da uno sconosciuto e quindi l’unico modo per tranquillizzarli è questo- aggiunse massaggiandosi le mani per riscaldarle dal freddo della sera.
-La capisco- rispose l’albina sollevano lo sguardo, mentre l’imbarazzo cominciava a scemare, capiva profondamente la donna, durante il suo lungo viaggio aveva incontrato molte persone che non riuscivano a fidarsi nemmeno di lei e di Natsu.
-Ma ti prego non darmi del lei, mi fai sentire vecchia- disse ridendo imbarazzata allungando il braccio verso la sua interlocutrice invitandola ad entrare.
-Va bene- rispose Lisanna tirando giù il cappuccio mostrando così il suo viso in segno di rispetto per la casa della donna e per quest'ultima cominciando poi a seguire la blu mentre una strana calma si fece largo dentro di lei tranquillizzandola.
Una volta entrata nell’abitazione della guaritrice si guardò intorno stupita, la tenda della donna dai lunghi capelli blu aveva una tenda diversa da quelle degli altri guaritori che la ragazza aveva incontrato.
Normalmente ci si sarebbe aspettati di vederla piena zeppa di strumenti, boccette di qualche sidro benevolo, bende, medicinali, ma niente di tutto questo era presente nella tenda della guaritrice.
Il colore dell’interno era diverso da quello esterno, blu scuro, proprio come i capelli della donna, il colore conferiva al luogo molta oscurità ma le candele accese combattevano quelle tenebre rendendo meno inquietante la tenda.
All’interno di quest’ultima era presente un letto, un focolare posto al centro, un tavolo e due sedie poste vicino ad esso, ed infine un mobilio strano, sembrava un tavolo ma era piccolo e alto a forma di quadrato, sulla cima di questo vi era un cuscino rosa, sul quale erano ricamate le stesse rune che c’erano all’esterno della tenda, solo che quelle erano nere.
Appisolato su quel cuscino vi era un gatto, un gatto dal lustrissimo pelo bianco, dormiva beatamente lasciandosi sfuggire qualche volta qualche fusa con un movimento di coda la quale penzolava dal mobilio; Lisanna sentiva una strana sensazione provenire dall’incantevole animale, ma non fece in tempo a darle un nome per colpa della donna.
-Prego, siediti- disse la guaritrice interrompendo l’ispezione della ragazza, distogliendola così dai suoi pensieri.
La ragazza si sedette togliendosi il mantello mostrando finalmente la fasciatura del braccio piena di macchie gialle, rosse e nere.
-Oh cielo- sussurrò la donna cominciando a togliere lentamente la benda, sapendo già cosa l’albina si era fatta e soprattutto come.
Nonostante tutta la delicatezza che possedeva la blu, la ragazza dai capelli albini si lasciò sfuggire qualche gemito di dolore, cosa che allarmò entrambe, perché capirono che la ferita stava peggiorando.
-Un drago- disse ferma la donna dai lunghi capelli blu, facendo annuire Lisanna, la quale strinse gli occhi quando sentì il braccio bruciare a contatto con l’aria fresca.
La ferita era anche più estesa di quanto sembrasse, il braccio a partire dal gomito alla spalla, era gonfio, macchiato di sangue e pus, la ferita era un enorme squarcio dal diametro di cinque centimetri, e in alcuni tratti la pelle era come carbonizzata, nera.
Come prima cosa la guaritrice prese l’unica sedia disponibile, un secchio d’acqua fredda al cui interno vi erano pezzi di ghiaccio e qualche erba, ed infine uno straccio.
Con quest’ultimo cominciò a ripulire lo squarcio dal sangue e dal pus fuoriuscito, dopo averlo sciacquato più volte nel secchio –Perché non lo hai fatto guarire subito?- chiese ad un tratto distogliendo la ragazza dal dolore provocato dalla pulizia della ferita.
-Non ne sono in grado- rispose Lisanna stringendo i denti in preda ad una nuova fitta proveniente dal suo braccio.
-Ti poteva andare peggio, potevi perdere il braccio- sospirò una volta finito di pulire dopo di che immerse lo straccio nell’acqua ripulendolo per poi stenderlo sulla sedia e portare via il secchio.
In seguito si sedette nuovamente sulla sedia che aveva preso pochi minuti prima mettendosi davanti alla sua paziente per poi poggiare le sue delicate e vellutate mani sullo squarcio, facendo emettere un mugolio di dolore alla poveretta.
-Ora proverò a guarirla, però probabilmente non potrò fare niente in merito alla cicatrice- disse mentre cominciava a sprigionare una luce azzurrognola mormorando qualche frase in una strana lingua, i quali significati erano totalmente ignoti all’albina.
In quel momento Lisanna cominciò a sentire uno strano calore sulla ferita, ma non faceva male, dell’energia sembrava entrarle in corpo attraverso lo squarcio, mentre sentiva che piano piano i muscoli e la pelle tornavano a legarsi, richiudendo piano piano la ferita.
A quel punto la ragazza cominciò a sentire formicolare il braccio, le dava fastidio, ma non poteva muoversi finché la blu non avesse finito il suo lavoro.
-Comunque il mio nome è Wendy- disse ad un certo punto la donna regalando un sorriso materno alla sua interlocutrice.
Quest’ultima arrossì un poco, leggermente imbarazzata, per poi guardare negli occhi la guaritrice e rispondere –Piacere di conoscerti, Wendy- rispose Lisanna ricambiando il sorriso in modo timido e impacciato.
In quel momento la luce azzurrognola emanata dalle mani della donna, si spense, interrompendo quella specie di trasferimento di energia.
-Cerca di fare più attenzione la prossima volta- disse Wendy sospirando stanca poggiandosi allo schienale della sedia mentre una goccia di sudore cominciò a scivolarle dalla fronte –mi hai dato un gran bel da fare- rise posando uno sguardo soddisfatto sul braccio.
A sua volta fece anche Lisanna guardando sorpresa che della ferita c’era solamente un filo sottilissimo di cicatrice che percorreva l’avambraccio, sinceramente se l’era aspettato più grande.
A quel punto l’albina infilò la mano dentro la tasca del suo giacchetto per poter prendere la ricompensa che sarebbe spettata alla guaritrice.
-Non serve- la fermò la blu posando la sua mano sul polso della ragazza –è stato un piacere- aggiunse alzandosi dalla sedia riponendola vicino al tavolo.
-Ma..
-Meglio se vai a riposarti, sono sicura che sarai molto stanca per il viaggio, inoltre ti consiglio di mangiare qualcosa, la magia non sempre funziona da sola- disse interrompendola regalandole un dolce sorriso.
Lisanna sorrise riconoscente per poi infilarsi prima il mantello e poi il cappuccio cominciando a camminare verso l’uscita –La ringrazio- disse prima di scomparire dalla tenda e camminare per le vie della città in direzione della locanda.
-Te l’ho già detto, è stato un piacere- disse Wendy accarezzando il gatto bianco con amore mentre questo si svegliò mostrando i suoi occhi penetranti facendo le fusa alle carezze gentili della sua padrona, quest’ultima posò lo sguardo verso l’uscita della sua abitazione, era sicura che quella ragazza l’avrebbe rincontrata di nuovo e probabilmente molto presto.
 
L'aria era satura del profumo dei fiori quando Natsu riaprì gli occhi sentendo i caldi raggi del sole scaldargli a chiazze la schiena.
Sopra di lui si estendeva una fitta cupola di foglie ondeggianti, sostenuta da grossi tronchi che svettavano da un terreno brullo e asciutto. Solamente muschi, licheni e sparuti cespugli sopravvivevano nella densa ombra verde.
La quasi nulla presenza del sottobosco consentiva di vedere a grandi distanze fra i pilastri nodosi e di camminare liberamente sotto la volta screziata.
Il ragazzo si alzò da terra per poi posare lo sguardo tra le foglie degli alberi, scorgendo qualche raggio del sole filtrare da essi, riempì al massimo i polmoni per poter assaporare al meglio quell'aria così pulita e selvaggia, e tenne gli occhi chiusi allargando le braccia come a invitare qualcuno ad abbracciarlo.
Sorrise felice e non sapeva neanche il perché, l'unica cosa di cui era sicuro era che quel posto gli dava una calda serenità.
-Bene Natsu, è meglio se non perdiamo altro tempo- si disse facendo cadere le braccia lungo i fianchi riaprendo gli occhi, senza però mai far scomparire quel sorriso dal viso.
Annusò l'aria ritrovando la pista, diede un ultimo sguardo alla fascia che teneva ancora in mano, rimanendo sorpreso per il cambiamento che si stava attuando in essa.. da nera stava diventando arancione.
Scosse la testa, in quel momento non era la cosa più importante, al massimo avrebbe chiesto spiegazioni all'informatore e nel frattempo avrebbe anche chiesto perché lì in quel posto il sole era ancora alto nel cielo, dopo di che ripose il pezzo di stoffa sotto il suo mantello.
Si girò notando ancora più sorpreso di non vedere più la foresta dove stava correndo fino a pochi secondi prima, di sicuro si trovava in un altro luogo.
La cosa non lo rassicurava affatto, ma non poté fare a meno di ghignare eccitato pensando che tutto ciò rendeva le cose ancora più interessanti.
Mano a mano che continuava a seguire la scia di odore simile a quella che possedeva la fascia, il ragazzo notava che la boscaglia cominciava ad infittirsi e a farsi più insistente, come se questa voleva proteggere qualcosa, rendendo il passaggio più difficile del normale.
Ormai per poter camminare doveva per forza spostare le piante e i rami di troppo con le braccia o con le gambe, il ritmo del suo passo era rallentato notevolmente rispetto a quello che aveva inizialmente.
Il ragazzo dai capelli rosati continuava a camminare, camminava da così tanto che ormai non sapeva più quanto tempo fosse passato da quando era entrato in quella specie di labirinto verde, e il fatto che il sole non accennava a muoversi, lo preoccupava.
Tra i mille cespugli e i rami pieni di fogliame, ad un certo punto scorse un colore insolito tra di essi, scostò le piante bloccandosi per la vista che gli si stava presentando davanti.
Una casetta a due piani dalle piccole dimensioni si ergeva davanti a lui, rossa per via dei mattoni che componevano i muri, coperta in parte da liane e dall'edera, circondata da un gruppo di alberi di betulle, diversi fiori spuntati attorno al piccolo edificio mostravano la loro immensa bellezza emanando al tempo stesso un dolcissimo profumo.
Ad un certo punto sentì qualcosa di caldo sotto il mantello, proprio dove aveva nascosto la fascia prima di mettersi in marcia in quella foresta, la estrasse scoprendo che era proprio questa la causa di quel calore anomalo.
La guardò per qualche attimo, finché ad un certo punto il pezzo di stoffa si librò in volo sfuggendo dalla presa di lui, volando verso la casa.
-Ehi tu!- esclamò per poi partire all'inseguimento dell'oggetto arancione, cominciando a correre per poi fermarsi subito dopo quando vide la fascia scomparire all'interno dell'edificio, entrando dalla finestra.
Si grattò la testa nervosamente, e ora cosa doveva fare? Entrare in casa e prenderla? Era vero che non era la prima volta che si intrufolava in qualche abitazione, ma era capitato solo nelle varie spedizioni che aveva eseguito con i Ribelli.. ma quella.. non sembrava la casa di un seguace del Re, anzi sembrava proprio quella del suo informatore, dato che sentiva il suo odore impregnato in tutto quello che lo circondava.
In quel momento la porta si aprì di scatto, lui sobbalzò per lo spavento e si in stranì quasi subito pensando che non aveva percepito i rumori dei passi o la voce della persona che aveva aperto la porta finché quest'ultima non si era spalancata.
Una ragazza dai capelli corti e azzurri come il cielo comparì all'ingresso della casa con uno sguardo euforico in viso e il pezzo di stoffa tra le mani -Ga..!- urlò interrompendosi subito quando vide colui che aveva davanti.
La voce le si strozzò in gola, mentre la paura cominciò a prendere il possesso del suo esile corpicino, coperto da un vestitino dallo stesso colore della fascia che aveva tenuto fino a quel momento il ragazzo.
-Non c'è bisogno di avere paura!- disse subito Natsu notando in quel momento l'espressione terrorizzata di lei, mosse intanto un passo verso di lei portando le mani in avanti muovendole cercando di spiegare l'equivoco che si era venuto a creare.
-C-chi sei tu?- chiese lei aggrappandosi alla maniglia della porta cercando di non cadere, per via delle gambe che alla vista del rosato si fecero molli e tremanti.
-Io sono Natsu- si presentò subito lui porgendole la mano con fare amichevole, sorridendo alla turchina infondendole un po' di sicurezza -e tu saresti la mia informatrice?- chiese dopo che la ragazza ricambiò la stretta con fare poco convinto.
-Eh?- si lasciò sfuggire lei staccandosi dalla porta quando cominciò a sentire che la consistenza delle gambe cominciava a tornare piano piano normale.
-Come? Non sei tu?- chiese lui inclinando la testa confuso -eppure il proprietario di quella fascia mi sembri tu, il tuo odore è lo stesso- aggiunse fissando la fascia e poi la ragazza.
Quest'ultima abbassò il capo verso la stoffa per poi stringerla tra le mani mentre le lacrime cominciarono a scorrerle sulle guance.
-La fascia..- sussurrò tra i singhiozzi, facendo allarmare Natsu, il quale non sapeva più cosa fare, credendosi la causa del pianto della turchina.
-E-ehi.. ho-o detto qualcosa di male?- chiese avvicinandosi a lei allungando la mano verso la spalla scoperta della ragazza con fare preoccupato.
Lei scosse la testa tranquillizzandolo un poco -No, è-è che.. non mi aspettavo di vederla- rispose lei asciugandosi le lacrime con il dorso della mano tirando su il naso come facevano i bambini, intenerendo il rosato -comunque io mi chiamo Levy- aggiunse rialzando il capo per guardare negli occhi smeraldini del suo interlocutore, sorridendo gentile.
Il ragazzo ricambiò il sorriso felice, era raro vedere sorridere in quel periodo le persone, la vita si stava facendo sempre più dura per tutti, e vedere qualcuno con il sorriso stampato in faccia, la speranza che lui teneva costudita nel suo cuore aumentò a dismisura.
-Vieni dentro, non mi sembri una cattiva persona- disse lei entrando in casa sistemandosi la fascia in testa dopo averla tastata ancora con le sue mani, dato che ancora non credeva che quell'oggetto era tornato da lei.
Natsu entrò nella casetta della ragazza dai capelli color cielo cominciando a guardarsi intorno, sorridendo alla vista di quello che gli si stava presentando, era circondato da pile di libri e pergamene, e ciò non lo sorprese minimamente, il salottino era composto da due librerie poste contro due delle pareti, tutte e due colme, un piccolo divanetto al certo della stanza dove davanti a questo vi era un tavolino dalle piccole dimensioni, anche questi ricoperti da diversi documenti.
-Non è un problema tutto questo casino vero?- chiese ad un certo punto Levy distogliendo il rosato dai propri pensieri, affacciandosi da un'altra stanza, che dall'odore di spezie e cibo che proveniva da essa, sembrava essere la cucina.
-No, no- disse lui senza che il sorriso gli abbandonasse il volto -in realtà me lo immaginavo di trovare una cosa del genere- aggiunse lui grattandosi la nuca mentre si guardava attorno.
-Davvero?- chiese lei incuriosita risbucando dalla cucina con in mano due tazze di tè, invitando con un gesto della testa il ragazzo in cucina.
Quest'ultimo camminò verso la turchina annuendo -Sì, il tuo odore è impregnato nell'odore della carta- rispose entrando nella stanza.
Questa era poco più piccola della sala, al suo interno vi era un tavolo rettangolare con quattro sedie a circondarlo e sopra un cesto di frutta con le tazze che poco prima aveva in mano la turchina e dei biscotti, una finestra inondava di luce la stanza, una porta conduceva al piccolo giardino e una parete occupata dal camino e da qualche armadietto contenente dell'altro cibo.
-Odore?- chiese lei drizzando le orecchie poco dopo essersi seduta prendendo tra le mani la tazza e poi guardare il suo interlocutore con serietà.
-Sì? Perché?- chiese sedendosi anche lui prendendo la tazza che gli aveva dato Levy e un biscotto, per poi portarselo alla bocca.
-Sei in grado di percepire gli odori delle persone a lunghe distanze? Anche i suoni?- chiese sporgendosi sul tavolo la ragazza socchiudendo gli occhi, rendendo irrequieto il rosato.
Lui annuì lentamente, non sapeva il motivo, ma quella ragazza dai capelli color cielo lo spaventava un po', sapeva che dietro a quell'angioletto si nascondeva qualcosa di terrificante.
-Sei un Cavaliere o ..!
-Sì- esclamò interrompendola -sono un praticante dell'antica magia dei Draghi- aggiunse ingoiando di fretta il biscotto, non voleva sentire quel nome, lo faceva sentire un assassino, preferiva farsi riconoscere come mago e non come uno sterminatore.
Lei abbassò la testa tornando a fissare il liquido caldo all'interno del contenitore di ceramica con un sorriso a incresparle le labbra, lo aveva capito subito, quel ragazzo era un tipo puro di cuore.
-Vorrei sapere perché avevi tu questa fascia- disse ad un certo punto stringendo la tazza con le sue dita affusolate mentre chiudeva gli occhi cercando di trattenere le lacrime.
Natsu la guardò interrogativo, non capendo il perché di quella domanda, possibile che lei non sapeva che lui sarebbe venuto a chiederle informazioni sulla Cacciatrice?
-Me l'ha data un mio amico- disse dopo aver ingoiato una bella sorsata di tè -beh.. sarebbe più corretto dire un mio nuovo conoscente- aggiunse facendo scattare la testa della sua interlocutrice.
-Sai dirmi il suo nome?- chiese mentre una scintilla di speranza le invase le iridi color cioccolato, puntando lo sguardo sul rosato.
-Sì, un certo Gajeel- rispose Natsu per poi quasi cadere dalla sedia quando vide Levy alzarsi di scatto urlando presa dall'euforia.
-Lui è vivo! Gajeel è vivo!- continuava ad urlare mentre le lacrime di gioia cominciarono a uscirle copiosamente degli occhi, cavalcando le gote arrossate, subito dopo però si fermò battendo le mani sul tavolo -perché ti ha dato la fascia? Perché lui non è qui? Perché ci sei tu al posto suo?!- esclamò con un tono di voce quasi arrabbiato, ma in realtà esprimeva solo una grande tristezza, dolore e delusione.
-Mi ha consegnato la tua fascia perché mi servivano delle informazioni- rispose lui inclinando la testa di lato, come aveva pensato, lei non sapeva della sua visita -mi ha detto che non poteva venire qui perché diceva che non era ancora il momento giusto- aggiunse aggrottando la fronte.
-Come?- sussurrò la turchina cadendo seduta sulla sedia prendendo a stringere la stoffa del suo vestito con entrambe le mani, dopo di che mollò la presa prendendo un gran respiro per potersi tranquillizzare -che informazioni ti servono?- chiese con voce tremante per via del pianto di poco prima mentre si asciugava di nuovo gli occhi.
-Sto cercando Lucy- disse portando lo sguardo nuovamente sulla ragazza, notando con stupore che non riusciva più a percepire il rumore del respiro di quest'ultima.
Infatti Levy a sentire quel nome smise di respirare per pochi secondi, presa dallo sconforto e dalla sorpresa di risentire quel nome, dopo così tanto, tantissimo tempo.








Angolo dell'autrice
Salve! Eccomi con il nuovo capitolo! Scommetto che non ve lo aspettavate un aggiornamento così presto ^^ e invece oggi mi era tornata l'ispirazione per come scrivere l'idea che continuava a vorticarmi per la testa già da tempo, ma dato che non vedevo l'ora di pubblicare grazie alle recensioni che avete scritto, ho deciso di smettere prima di scrivere.. tralasciando ancora molte cose ghihihi
Avrete senz'altro notato che il capitolo è un po' più corto di quello precedente e per questo mi scuso molto, ma la mia euforia era così tanta che non mi ha permesso di continuare XD
Quì compaiono diversi personaggi ^^ e a dire la verità sono stupita di me perchè inizialmente non pensavo di inserire Wendy
A proposito di lei.. qui ve l'ho messa come un personaggio già grande maturo eh? Ma ve la immaginate? Che ripensando al manga Mashima non si è preso la briga di farcela vedere più grande dopo il time skip di un anno XD
Va beh, siete felici per l'entrata in scena di Levy? Ho nominato Gajeel ** e vi dico che non vedevo l'ora di farlo, ma ci sono ancora tantissime cose che non sapete.. aaaah sto fremendo dalla voglia di dirvi tutto *^*
Ok.. meglio se mi fermo XD
Come vi è sembrato il capitolo? Vi è piaciuto?
Spero di sì, ci ho messo tre giorni a scriverlo se non di più XD spero che i miei sforzi si siano rivelati buoni <3
Vorrei ringraziare coloro che hanno letto e aggiunto la mia fic tra le prefetite/ricordate/seguite, non mi aspettavo che avrebbe istigato la curiosità di così tante persone **
Ringraziamento speciale a coloro che hanno recensito lo scorso capitolo <3 grazie a BleackRose (sicuramente ti aspettavi la NaLu Week.. ma quella è ancora un pochino indietro, comunque credo di averti resa felice con questo cappy, non c'è neanche una NaLi moment XD), grazie a nalla85 (spero che troverai fantastico anche questo capitolo ^^), grazie a Meredithcastle3 (mi dispiace per il capitolo un po' più corto >_< spero che il fatto di aver aggiornato prima ti abbia resa felice^^), ed infine grazie a Natsu_Fire (come vedi non ho abbandonato la fic <3)
Grazie a chi è riuscito a leggere fino a qui <3
Spero di farmi sentire al più presto qui su efp <3
Un abbraccio gigante a tutti voi ^^
Mary
   
 
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