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Autore: Alice_Leonetta    09/08/2015    11 recensioni
Dal secondo capitolo:
|| “Non c’è stato un momento preciso, ricordo solo di esserlo sempre stata. Ed era magnifico”. Francesca sorride e mi accarezza il braccio destro con la mano. Ha gli occhi lucidi, come se le fosse stata appena raccontata la fine tragica di una bellissima storia d’amore. Forse è così. “Eravate davvero una bellissima coppia, Vilu”. Serro le labbra, abbassando la testa ed annuendo. “Già… eravamo”. ||
|| “Posso chiederti qual è la cosa che ti piaceva di più, di lui?” chiede alzando di poco gli angoli della bocca. Sorriso leggermente abbassando la testa sulle mie dita, poi la rialzo con lo sguardo nel vuoto. “Mi piaceva guardarlo negli occhi. Dio quanto mi piaceva! Ci passavo giornate intere, e ti posso giurare che non mi stancavo mai”.||
Salve a tutti! Questa è una piccola trama (Sempre se si possa chiamare così. Diciamo che è un piccolo pezzo di un capitolo) di questa storia. E’ il sequel di Salvami, Amore mio. Quindi, se avete intenzione di leggere questa, vi consiglio di dare prima uno sguardo all’altra. Spero di ricevere molte visite, soprattutto dai lettori della prima storia. Grazie, bacioni e alla prossima!
#Alice_Leonetta
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.
La serata di ieri sera non è stata poi una delle migliori. Dopo la canzone mi guardava sempre di più, sempre in un modo diverso, sempre facendomi sentire più colpevole. Come se fosse mie la colpa della fine della nostra relazione. Mi fa sentire come se fossi stata io a smettere di amarlo, e non il contrario! “Ok, Vilu! Tocca a te!”. Le ragazze sono venute a casa mia per prepararsi per la festa, ed anche per assicurarsi che mi prepari io. Mi sono opposta fino alla fine. Non voglio festeggiare il mio compleanno! Siamo in aprile, cavolo! Il mio compleanno è stato più di dieci giorni fa! “Ragazze… ma, siamo in aprile! Che senso ha festeggiare?”. “Basta, Violetta! Siediti e stai zitta!”. Mentre sbuffo Francesca mi afferra per il braccio e mi trascina sulla sedia. “Si può sapere almeno dove si terrà la festa?”. Mentre Lud mi trucca, Fran mi sistema i capelli. “No. Sorpresa!”. Certo! Ora ci mancava anche questa! “Mi promettete che non ci saranno?”. Con la coda dell’occhio vedo Ludmilla lanciare un’occhiata d’aiuto a Camilla. “Ragazze!” grido esausta. Mi alzo di scatto facendo quasi bruciare Francesca con la piastra. Le guardo una per una con lo sguardo supplichevole, ma anche arrabbiato. “Cami! Me lo avevi promesso! Avevi giurati di non averli invitati!”. Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude subito dopo abbassando la testa. “Quando Camilla ti ha chiamata, non ti ha detto una bugia…”risponde Nata “…c’ero anch’io con lei, e ti posso assicurare che noi non li avevamo invitati. Poi però…”. S’interrompe abbassando la testa. “Cosa?”. “Quando lo abbiamo detto ai ragazzi se ne sono stupiti ed hanno chiamato subito Le… e li hanno chiamati. Dicevano che non sarebbe stato lo stesso”. “Adesso decidono loro chi invitare? Vogliono proprio vedermi soffrire ancora?”. Nessuna delle mie amiche osa dire nulla per qualche secondo. Si sentono decisamente in colpa per aver permesso ai ragazzi di invitare anche loro due. “Scusa tanto, Vilu”. Noi abbiamo provato a fermarli, ma era già troppo tardi” spiega Ludmilla. Mi siedo violentemente sul letto, incrociando le gambe ed appoggiando i gomiti sulle ginocchia. E questi sarebbero amici? Preferiscono divertirsi un po’ di più e vedermi soffrire? Bene… sono cambiati. Improvvisamente mi viene un colpo di genio. Certo! La festa è la mia! Decido io chi invitare! “Perfetto, visto che fino ad ora avete deciso tutto voi, ora decido io”. Mentre ricevo occhiate confuse dalle mie amiche, mi alzo e prendo il cellulare da sopra il comodino. “Cosa intendi?”. “Voglio invitare Josh”. Vedo delle espressioni confuse e sorprese sulle facce delle mie amiche, per poi sentirle gridare: “CHE! JOSH?”. “Esatto, Josh. Ci sono problemi?”. Per qualche secondo nessuna risponde, si guardando in faccia l’un l’altra. “No, no certo che non ci sono problemi, Vilu. La festa è la tua e… certo che lo puoi invitare” risponde l’italiana. Sorrido soddisfatta, notando con piacere di averle sorprese. “Perfetto! Lo chiamo subito”. Sblocco il cellulare e scorrendo nella rubrica arrivo alla lettera ‘J’. Clicco sul contatto e porto il telefono all’orecchio. Dopo due squilli risponde “Pronto, Vilu?”. “Ehi, Josh!” esclamo sedendomi e guardando le mie amiche, chi ancora sorpresa, chi si è ripresa e chi, come Francesca, seduta di spalle sul letto. “Tutto ok?” chiede. “Certo, ti ho disturbato?”. “Che? No, no tranquilla. Tu non disturbi mai”. Mi mordo il labbro, sicuramente arrossendo un po’, e mentre abbasso la testa e guardo il pavimento dico: “Oh, che dolce! Ascolta, ehm… stavo pensando se… ecco, se ti andrebbe di venire alla mia festa di compleanno, questa sera…”. Per cinque buoni secondi non vola una mosca “Certo!” lo sento esclamare felice, d’un tratto. “Perfetto, alle 20.30 al…” mi blocco vedendo Ludmilla che mi fa segno di dirgli che lei gli invierà un messaggio con il luogo della festa. “…veramente non so dove si terrà, visto che le mie carissime amiche non mi hanno voluto dire nulla, ma Lud dice che ti sta inviando un messaggio con tutte le informazioni”. “D’accordo” lo sento ridere. Che dolce la sua risata. “Allora ci vediamo più tardi”. “Assolutamente. Ah, e non è necessario vestirsi elegante”. Mentre il suono della sua risate invade il mio orecchio (e il mio cuore), sorriso automaticamente anch’io. “Perfetto!”. “Ci vediamo dopo”. “A dopo”. Quando chiudo la chiamata, vedo Ludmilla e Camilla fissarmi. “Tu sei sicura di non esserne innamorata?”. Improvvisamente il mio sorriso scompare dalle mie labbra. “La volete finire con questa storia!”. La bionda alza le mani per poi farmi segno di sedermi per finire di truccarmi. Francesca, senza dire una parola, si alza dal letto e ricomincia a lisciarmi i capelli. In fondo, questa festa sarà divertente.
 
 Alla fine il locale dove si sta svolgendo la festa è il ‘Vampires Black’. Le mie amiche lo hanno affittato tutto per noi, per questa sera. Chissà quanto gli sarà costato… ed io che non volevo neanche partecipare. Francesca si ostina a non rivolgermi parola. Almeno mi dicesse cosa le ho fatto… Ogni volta che mi avvicino a lei prende una delle nostre amiche e la trascina lontano da me. Ora sta ballando con Maxi; a quanto pare Diego non le ha ancora chiesto scusa, ma lo spagnolo le lancia certe occhiate! Li raggiungo a grandi passi, e la strattono per un braccio trascinandola accanto al bancone. “MA SEI DIVENTATA PAZZA?”. “Può essere, ma sei tu che non mi rivolgi la parola!”. “Cosa stai dicendo!”. “La verità, Francesca! Perché da quando ho telefonato a Josh (che ancora non è arrivato) non mi parli più?”. Sbuffa guardando i nostri amici, per poi posare nuovamente lo sguardo su di me. “E va bene… sono arrabbiata, ok?”. “Sei arrabbiata? Con me?”. Annuisce incrociando le braccia sotto al seno. “E posso sapere il motivo?” domando alzando le sopracciglia. “Cioè, non è che sono arrabbiata… più… delusa”. “Delusa? Delusa? Scherzi? Cosa ti ho fatto, Francesca!”. La vedo addolcirsi un po’, poi mi prende le mani e dice: “Non mi hai fatto niente, Vilu. E’ solo che ascoltando quella telefonata con Josh, bhè, ho paura che presto o tardi ti innamorerai di lui. E magari può anche essere il ragazzo, più dolce, buono, gentile, premuroso, carino e bello del mondo, ma so con certezza che non è con lui che devi stare”. Mi ha davvero colta alla sprovvista. Non me lo aspettavo. Alzo leggermente gli angoli della bocca, per poi abbracciarla di slancio. Lei ricambia l’abbraccio, e per un minuto buono restiamo così, per poi distaccarci. “Non so dove hai preso quest’idea, e ti ringrazio con tutto il cuore per esserti preoccupata per me… ma tu lo sai… lo sai di chi sono innamorata, Fran”. “Sì ma…”. “Ma niente… i miei sentimenti verso di lui non cambieranno mai, come anche per Josh. E’ e rimarrà un buon amico a cui voglio tanto bene, con il quale mi ci diverto e ci sto bene. Se passo molto tempo insieme a lui, significa che magari ho voglia di ricominciare. Ovviamente non potrò mai dimenticare nulla di questi anni passati, però…” faccio un respiro profondo, con le guance bagnate “…Leon è andato avanti, e anch’io voglio farlo. Mi sono stancata di restare barricata in casa a piangermi addosso. Fa ancora molto male, certo, e so che passerà tempo prima che riesca a superarlo –sempre se ci riuscirò- ma pian piano, con il tuo aiuto, quello delle ragazze, dei nostri amici e di Josh, ce la farò. Lui è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata, e so che puoi capirmi. Quando affronti una perdita del genere, ricominciare da capo è praticamente impossibile. Ma sai… una volta la mia migliore amica mi ha detto che tutto è possibile, e che l’unica cosa da temere ed impossibile da superare è la morte. Quindi so che magari vedendoci tanto tempo insieme, può sembrare che… ma no. Ti posso assicurare che Josh è un amico, un amico che mi fa bene e che non voglio perdere. Ho bisogno di lui, in questo momento, come anche di te e di tutti i nostri amici. Siete le poche persone che mi rimangono”. Rimane a fissarmi con un sorriso dolce ed il volto bagnato. Con il dorso della mano si asciuga le lacrime, come anche io, e ci abbracciamo ancora una volta. “Hai detto delle cose bellissime e, so che può sembrare scontato ma, io ci sarò sempre, qualunque cosa accada. Sai che potrai sempre contare sul mio appoggio, non ti lascerò sola”. Le sorrido annuendo “Sì. Sì lo so, grazie amica mia”. Ci prendiamo le mani, e sorridiamo come due bambine, come ai vecchi tempi. D’un tratto vedo la porta del locale aprirsi, e ne sbuca un Josh in camicia bianca (sbottonata fino al terzo bottone), jeans lunghi e Superga bianche. In mano tiene un pacchetto che ha l’aria di essere un regalo. Lancio uno sguardo a Francesca che mi sorride lasciandomi le mani, e mi fa segno col capo di raggiungerlo. Le lascio un bacio sulla guancia e mi avvio verso il mio amico. Non appena arrivo davanti a lui, incrocio le braccia al petto. “Bene, bene, bene. E menomale che avevo detto che non c’era bisgono di vestirsi elegante”. Non appena mi vede sorride… “Bhè sai, per uno sfortunato caso del destino non avevo nient’altro da indossare”. “Ma dai… che coincidenza!”. “Già… e poi, mi pare che non sono l’unico” continua lanciando uno sguardo ai miei amici. Mi mordo il labbro inferiore alzando le spalle, facendo finta di non sapere niente “Può essere che anche loro abbiano avuto il tuo stesso problema, chissà!”. Scoppia a ridere scuotendo la testa, per poi lasciarmi un dolce bacio sulla guancia sinistra e porgermi il pacchetto rosa. “Buon compleanno”. Lo afferro sorridendogli, e –sicuramente- arrossendo “Grazie, ma in realtà il mio compleanno è stato…”. “…il 21 Marzo, lo so”. Mi acciglio “Come…?” poi improvvisamente mi ricordo che il suo migliore amico era anche il mio. “Giusto”. “Aprilo, dai. Voglio sapere che ne pensi”. “D’accordo”. Riacquistato il sorriso mi affetto ad aprire il pacchetto, ed alzando il coperchio della scatolina rettangolare, rimango senza parole. “Oh, wow. E’ davvero… è fantastica. Non dovevi spendere i tuoi soldi per un regalo come questo. Grazie, è davvero bellissima”. Tiro fuori una collanina fina con una Chiave di Sol, e la ammiro in tutto il suo splendore. “Oh, smettila di preoccuparti dei miei soldi. E’ il tuo compleanno, e l’ho fatto con piacere”. Gli sorrido, per poi abbracciarlo e lasciargli un bacio sulla guancia. Lo sento stringermi e ridere al mio orecchio. “Dai, voltati che te la metto”. Mi alzo il capelli e dandogli le spalle me l’allaccia al collo. Non so come, né perché, ma i miei occhi finiscono su Leon… perché ci sta fissando?
La festa sta procedendo alla grande! Mi sto divertendo come una matta, e grazie a Josh e alle mie amiche, non faccio quasi caso a… Leon e Bel. Quasi. Ogni tanto i suoi occhi verdi continuano a fissarmi, e mi sento trafiggere anche dalle mille lame ghiacciate di Bel. E’ troppo difficile. Nonostante le distrazioni, non posso negare che ancora fa troppo male, per passarci sopra. “Vilu! Vilu! Vieni a ballare!” mi grida Maxi agitando la mano. Sono seduta al bancone per bere qualcosa, così gli faccio cenno di aspettare un secondo, e lui alza il pollice della mano sinistra. “Ecco a te”. “Grazie mille”. Bevo tutto d’un sorso la mia bevanda e quando mi alzo barcollo un po’. Guardo l’orologio appeso alla parte. E’ già mezzanotte e mezza… Raggiungo i miei amici per scatenarmi un altro po’. “Sei contenta della festa?” grida Federico facendo fare una mezza giravolta a Lud. “E’ fantastica! Grazie!”. Mi sorride facendomi l’occhiolino per poi dedicarsi alla sua ragazza. Sotto le luci stroboscopiche, vedo Diego fissare Francesca che balla con le ragazze. Automaticamente sorrido e lo raggiungo. Gli poggio una mano sulla spalla, si volta verso di me spaventato. “E’ il momento perfetto”. “Cosa? Assolutamente no”. “Non dirmi che adesso Diego Casal ha paura dei suoi sentimenti…”. Alza un sopracciglio e gli sorrido sfidandolo “Non ho paura di niente”. “Dimostralo”. “Adesso?”. “Proprio così, adesso. Ahora. Now”. Caccia l’aria dai polmoni, poi mi punta il dito contro e riduce gli occhi a due fessure “Sappi che lo faccio solo per te”. “Oh, certamente. Fai come se ci avessi creduto”. Scuote la testa cercando di nascondere un sorriso, ma gli riesce praticamente impossibile. Insieme ci dirigiamo verso le nostre amiche. Le dovrò pur portar via, no? “Ehm… ragazze… mi accompagnate un secondo fuori. Vorrei parlarvi”. Camilla, Nata, Gery e Francesca annuiscono. “No, aspetta un attimo, Francesca” la blocca Diego afferrandola per il braccio. L’italiana lo resta a fissare, per poi lanciarmi uno sguardo confuso e mentre le sorrido le schiocco anche un occhiolino. Io e le altre usciamo fuori, dove si respira un’aria più fresca. Certo, non fa caldo come durante il giorno, ma si respira. “Come mai Francesca è rimasta dentro?”. “Oh, aveva da sistemare una certa cosa con Diego” rispondo sorridendole e sedendomi su una panchina. Le mie amiche mi guardano perplesse “Significa che…?”. Camilla non termina la frase che subito annuisco e sorride anche lei. “Che bello! Voglio sapere tutti i particolari…!”. Alzo le mani “Questo saranno loro a dovertelo dire”. Mi guarda come segno di minaccia, sbuffando. “Domanda!” esclama Gery alzando l’indice della mano destra “Fino a che ora stiamo?”. Guardo Camilla e Nata, sono loro a dover rispondere. “Bhè, calcolando che abbiamo affittato il locale fino alle tre, su per giù fino a quell’ora” risponde Nata. “Ok, se rientro alle tre di mattina, mio padre mi squarcia viva!” esclamo facendole scoppiare a ridere. “Anche perché questa è la terza sera di fila che esco!”. “Va bene, andremo prima” dice la rossa. Pochi minuti dopo, ci raggiungono anche Federico e Ludmilla. “Ma bene, ecco i piccioncini… vi state divertendo?”. “Moltissimo. Ascolta, Vilu. Quando pensi di aprire i regali? Sai, noi dovremmo tornare a casa tra non molto”. Vedo Camilla alzare un sopracciglio “Dovreste… o vorreste?”. Mentre ridiamo, sia la bionda che l’italiano le lanciano una linguaccia. “Su, avete capito!” sbuffa Federico sorridendo. “Allora, Vilu?”. “Bhè… se dovete andare via anche adesso”. “PERFETTO! VAMOS!”. Lud mi prende per il braccio e mi trascina dentro al locale. Va dal dj e chiede se la musica può essere abbassata per l’apertura dei regali e quando avviene, sento dai miei amici dei gridi di disapprovazione. La bionda fa segno a tutti di raggiungerci accanto ai divanetti, dove ho poggiato i pacchetti con i regali. “Cosa succede?” domanda Alex. “Vilu ha deciso di aprire i regali”. “Oh certo! Ora dai la colpa a me! Siccome i signorini dei quali non voglio fare nomi –Federico e Ludmilla- devono andare via tra poco, bhè… devo”. Il gruppo ride, e tutti si siedono sui divani in pelle bianca, dove una volta, al compleanno di Camilla, Bel aveva baciato Leon per la prima volta.
 
 
 “Dai, Vilu! Ora apri il mio!” dice Maxi ridendo porgendomi il suo regalo. Afferro la busta bianca, confesso che ho un po’ paura del regalo del mio amico. “Maxi… devo spaventarmi?”. “Ovviamente! Non senti il ticchettio della bomba?”. Per un secondo sbianco, poi vedendolo ridere gli lancio un cuscino, centrandolo in piena faccia. Prendo la scatola dentro e la tiro fuori. “Wow! E’… wow! Sì, mi piace, è davvero fanta… che cos’è?”. Mentre i miei amici ridono, Maxi mi guarda con gli occhi ridotti a due fessure. Ho in mano una specie di chiavetta usb, però non sembra che abbia la stessa funzione di una chiavetta usb. “E’ una delle tecnologie più avanzate degli ultimi anni! E’ una chiavetta da inserire nel computer, non appena la installi ti appare una schermata dove ci sono dei pentagrammi”. Alzo le sopracciglia sbalordita. Ok… lo ammetto, non me lo aspettavo. “Wow! Grazie! Però domani vieni tu a casa mia per installarla, perché altrimenti farò saltare in aria tutto, altro poi che bomba!”. “D’accordo” risponde lui sorridendo. “Bene… ora apro questo”. Afferro un pacchetto verde con un bigliettino attaccato, lo apro e leggo: “Tanti auguri da Leon e Bel. Buon compleanno!”. E’ normale che mi si sia fermato il cuore? Traggo un bel respiro profondo, silenziosamente, ed afferro una busta bianca (simile a quella delle lettere) accigliandomi. La apro e rimango senza parole. Sfilo due biglietti, sforzandomi di restare calma e non piangere quando lo guarderò in quel mare verde. “Non ci posso credere! Sono davvero…”. “Sì… i biglietti per il concerto di Abraham Mateo” dice lei. Tutti i miei amici si affettano a sporgersi verso di me. “Ehi! Come avete fatto a trovarli! E’ tutto esaurito da mesi!”. “Li avevamo presi per noi, tempo fa, solo che quel giorno purtroppo abbiamo da fare una cosa importante, così abbiamo deciso di regalarli a Violetta”. Sto ancora contemplando il mio regalo, è uno dei più belli. Alzo lo sguardo su di loro “Non dovevate, davvero. Grazie” dico nervosa, sfiorando appena quegli occhi verdi, e –forse mi sbaglio- ma l’ho visto sorridere. “Di niente, Vilu” risponde sempre Bel. Perché sta zitto? Lancio un’occhiata a Francesca, che si trova seduta sulle gambe di Diego… già, hanno fatto pace. Lei ricambia il mio sguardo, però non sembra felice quanto me… sembra… preoccupata. Continuo con l’apertura dei regali, fino ad arrivare all’ultimo, (quello di Federico e Ludmilla) l’ho fatto di proposito a tenerlo per ultimo. “Grazie, ragazzi. Erano davvero tutti fantastici! Soprattutto la bomba di Maxi!”. Mentre il gruppo scoppia a ridere, Isabel dice: “E quello di Josh?”. Guardo il mio amico seduto alla mia destra e gli sorrido. Afferro la collana che ho al collo guardandola “Lo indosso già”. Josh mi sorride, prendendomi la mano da sotto il tavolino. Per qualche secondo non vola una mosca, poi Brodway dice: “Bhè… io tornerei a ballare!”. “Giusto!”. “Andiamo!”. “Ho voglia di scatenarmi!”. “Io e Fede andiamo via, ci vediamo domani?”. “D’accordo, a domani… e divertitevi” ironizza Camilla facendo l’occhiolino ai suoi due amici, i quali si affrettano a sorridere ed a scuotere la testa. Raggiungiamo la pista, e dopo una quindicina di minuti di musica rock parte un lento. Josh mi prede per la vita, attirandomi a sé, ed io circondo il suo collo con le mie braccia. Gli sorrido imbarazzata, mi fa stare davvero bene. Poggio il mento nell’incavo del suo collo, sussurrandogli: “Sai… mi piace un sacco il tuo regalo. E’ il più bello”. Lui sposta il viso per guardarmi negli occhi e poi scuotere la testa “Io credo che non sia il più bello”. “Perché no? E’ davvero fantastico, perché non dovrebbe esserlo”. “Oh, non sto dicendo che non sia bello, credo però che hai ricevuto regali più belli”. “Per esempio?”. “Per esempio il programma di Maxi” risponde sorridendo e facendomi ridere. “Certo! E’ geniale e davvero utile, ma bhè… è solo un programma”. “E che mi dici del regalo di Francesca?”. “Sono vestiti che desideravo da un sacco di tempo, certo, però resto della mia idea”. “Vogliamo parlare dei biglietti?”. Vogliamo parlare del mio stomaco che si chiude e del mio cuore che si ferma? Scuoto immediatamente la testa. “Stai per caso cercando di farmi cambiare idea?”. “Assolutamente no. Ti sto solo facendo vedere la realtà”. “La realtà è che il regalo più bello è il tuo”. Alza gli angoli della bocca scuotendo la testa “Sei proprio testarda!”. “Bhè sì… che ci vuoi fare?”. “Niente, sei perfetta anche così”. Per nascondere il mio imbarazzo e il rossore sulle guance, poggio di nuovo il mento il suo collo e la sua spalla. Per qualche minuto restiamo in silenzio ascoltando la melodia della musica. “Mi abbracci?”. Sento le sue mani staccarsi dai miei fianchi, e le sue braccia avvolgermi la vita e stringermi forte. Chiudo gli occhi respirando a fondo il suo profumo: Vaniglia. Perché hanno anche lo stesso profumo?
Sono quasi le due, tra un po’ dovrei tornare a casa. Magari mi faccio venire a prendere da papà, sicuramente sarà ancora sveglio. Non vorrei privare i miei amici di un’altra ora di divertimento. Francesca e Camilla si stanno scatenando alla grande, sono quasi ubriache. “Bene! Ora vorrei un grande applauso per la nostra festeggiata!” grida il dj interrompendo la musica. Da parte dei miei amici scoppia un grande applauso, e c’è chi perfino fischia. “Bene! Molto bene! Vorrei augurati anch’io buon compleanno. Quindi… BUON COMPLEANNO, VIOLETTA!”. Lo ringrazio, anche se sono sicura che non mi ha sentita. “Mi hanno chiesto di metter su una canzone. La vuoi ascoltare?”. Perché questa domanda? Annuisco senza pensarci, anche se ammetto che un po’ sono spaventata. Non appena sento le prime note, il sorriso scompare dal mio volto. Serro le labbra chiudendo gli occhi, devo cercare di non piangere, devo resistere. ‘”Bimba, la senti questa canzone?”. “Certo che la sento, Leon! Non sono mica sorda!”. Ride e mi da’ un buffetto sulla spalla. “Intendevo dire se la conosci!”. “Oh, ovvio che la conosco. Chi non conosce Tiziano Ferro!”. Siamo in macchina, stiamo tornando da una cena romantica, e credo che mio padre mi piccherà a sangue una volta tornata. E’ l’una passata! “Ti sei mai accorta che rispecchia la nostra storia?”. Resto ad ascoltare la canzone fino alla fine “No, non me ne ero mai accorta”. Intanto siamo arrivati a casa mia. Spegne il motore della macchina e si volta verso di me. Mi prende il viso tra le mani e sussurra: “Comunque è vero… L’ultima notte al mondo, io la passerei con te”. La canzone finisce, ed io sono riuscita a non piangere. I miei amici hanno ballato per tutto il tempo, nessuno se ne è accorto, per fortuna. Nessuno, tranne uno. I suoi occhi vedi s’incastrano con i miei che sono ancora lucidi. Verde e nocciola. Nocciola e verde. Distolgo subito lo sguardo, dirigendomi alla svelta verso Francesca. “E’ tardi, devo andare a casa”. “Ti accompagno”. “No, chiamo papà. Resta a divertirti. Avete affittato il locale fino alle tre, godetevelo fino alla fine”. “Sicura?” domanda Diego che ci aveva sentite –ovviamente perché stava ballando con Fran-. Annuisco decisa, per poi salutare tutti e ringraziarli dei regali e della bellissima festa. “Ci vediamo domani, Vilu” dice Camilla. “Certo! Ti chiamo!”. “Vilu, a che ora vengo per installarti il programma?”. “Le dieci vanno bene?”. Alza il pollice destro continuando a ballare per poi agitare la mano. Saluto ancora una volta Francesca e Diego “Sei proprio sicura, Vilu? Non è che tuo padre a quest’ora sta dormendo?”. “No, ti pare! Non dorme finché non torno a casa” rispondo facendoli ridere. “D’accordo, allora a domani”. “Certo”. Uscendo dal locale, saluto anche il barman e il dj, che mi augurano ancora una volta buon compleanno. Quando esco, un’aria gelida mi trafigge dalla testa ai piedi. Ok, adesso è freddo, ma dopotutto sono le due del mattino. Afferro il cellulare dentro la borsa ma una voce mi spaventa “Dove credi di andare?”. Voltandomi, vedo Josh seduto sulla panchina che butta il mozzicone di una sigaretta. “Mi hai spaventata”. “Scusa”. “Sto chiamando mio padre, è tardi”. “E perché lo stai chiamando?”. “Bhè, per farmi venire a prendere”. Si alza dalla panchina buttando fuori il fumo e passandosi una mano nei capelli dorati. “Non fare la sciocca, ti accompagno io”. Sorrido timidamente “Non credo che riuscirò a tenere tutti i pacchetti e ad aggrapparmi a te, sulla moto”. “Chi ha parlato di moto?”. Caccio l’aria dai polmoni “Dai su”. “Va bene, ma non dirlo a Francesca e Diego”. Prende alcune buste dalle mie mani (me ne lascia due), aiutandomi a portarle. Arrivati alla macchina le poggia nei sedili posteriori, mentre quelle che ho io, me le metto accanto ai piedi. Mette in moto e partiamo subito. “Grazie per avermi invitato, mi sono divertito molto”. “Grazie per essere venuto”. “Bhè, non potevo di certo rifiutare”. “Certo che potevi!”. Sorride alzando un angolo della bocca ma tenendo comunque lo sguardo fisso sulla strada. “E adesso perche sorridi?”. Esita un momento ma poi risponde, sempre sorridendo, sempre guardando avanti. “Perché sei talmente una bella persona che è impossibile non farlo”. Sono sicura che i miei zigomi sono diventati rosso fuoco. “Sei ancora convinta che il mio regalo sia il più bello?”. Mi acciglio voltandomi verso di lui. “Certamente. Perché questa domanda?”. Alza le spalle, mentre io mi rigiro fra le dita la Chiave di Sol. “Mi chiedevo se la canzone di Leon mi avesse battuto”. Come ha fatto? Non è possibile. Come ha potuto sapere che quella era la nostra canzone. Resto a fissarlo sbigottita, mentre lui continua a fissare la strada. “Ho visto la tua espressione quando hai sentito le prime note, ho visto come vi siete guardati alla fine della canzone”. Serro le labbra abbassando la testa sulle mie dita e torturandomele. “Quella canzone non era un regalo, era un’altra pretesa per farmi del male”. “Non dire così, non è affatto vero”. “Sì, invece. Altrimenti non avrebbe chiesto di metterla”. Caccia l’aria dai polmoni, e per la prima volta da quando siamo saliti in macchina, si volta verso di me. Con il dorso della mano mi asciugo una lacrime che mi stava rigando il viso. Lo stomaco mi si è ristretto. “Scusami. Mi dispiace”. “Non ti scusare di una cosa che non hai fatto”. “Non avrei dovuto parlarne” ribatte. “Tranquillo”. Per il resto del tragitto non parliamo, in cinque minuti arriviamo davanti casa mia, e non appena spegne il motore si volta a guardarmi. Sorride. “E’ stata una bella serata”. Alzo leggermente gli angoli della bocca annuendo “Sì, proprio bella”. “E scusami per il ritardo, sai… non riuscivo a trovare il regalo giusto”. Rido afferrando la collana che ho attorno al collo. “Non fa niente, come si dice? Il tempo vale l’attesa… E’ bellissima. Grazie ancora, per tutto”. “Te l’ho detto… l’ho fatto con piacere”. Per qualche secondo restiamo a guardarci sorridenti “Allora vado. Grazie del passaggio”. Mi allungo per salutarlo, quando le nostre labbra si sfiorano appena. Siamo ad un soffio di distanza, i nostri nasi quasi si toccano, poi si sporge più verso di me per lasciarmi un bacio sulla guancia. Chiudo gli occhi con il cuore a mille ed il respiro mozzato. Aprendo la portiera dell’auto prendo i pacchetti nei sedili posteriori e quelli che tenevo io davanti. “A domani”. “Ciao, Vilu”. L’auto scompare entro pochi secondi, mentre io infilo le chiavi nella serratura ed entro in casa. Ho paura che Francesca abbia ragione… mi sto innamorando di Josh.
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciaooo! Come state? Io non so… ho caldo. SCHERZOOOOO! STO BENISSIMO PERCHE’ TODAY, OGGI, HOY… E’ IL MIO COMPLEANNO. WOOO! AHAHAH OK, SONO PAZZA! Che pensate del capitolo? Lo so, è più corto degli altri, ma non ho potuto correggerlo perché ho già finito il capitolo 5 ed ormai è tardi. Gli ‘Angolo Autrice’ li scrivo sempre quando intendo pubblicare il capitolo, quindi non fatevi strane idee. Bene… fatemi sapere come trovate il capitolo. Che pensate di Josh? Io lo trovo così dolce, bello, gentile, bello. Ho già detto bello? Nella mia mente è un figo pazzesco! Ooook. Immagino che voi lo odiate… però dite la verità… NON LI TROVATE COSI’ DOLCIIIIII!!!!!!!????!?!!?!?!?!?!? Scappo… Bacioni e alla prossima!
#Alice_Leonetta

 
  
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