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Autore: verox    28/01/2009    12 recensioni
storia di veve_tonks (vecchio account)
"Tentativo di ff che spero vada a buon fine.
-Aprì il biglietto e lesse le poche righe scarabocchiate:
“Ora libera e tu?
Ci facciamo un giro? Biblioteca off limits, amici che copiano. ”
Sorrise ed estrasse dall’astuccio una biro blu, molto più pratica di piume e inchiostro per dei messaggi del genere.
Scrisse nella sua solita bella calligrafia tondeggiante:
“Fratello e cugina ad Erbologia, niente parco. Cugino dorme.
Stanza delle Necessità?”
Con un colpo di bacchetta rispedì il biglietto al mittente.
Dopo poco quello tornò indietro.
“Tra dieci minuti lì.”-
Leggete e recensite^^"
revisone del 20-09-2010
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Together'
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LA VERITA’

La verità è che questa fic è venuta di getto e non so se piacerà.
Se vorrete la continuerò fino all’esaurimento nervoso mio e vostro^^
Altrimenti recensite con un bello “S C H I F O” grande come una casa e capirò…
Grazie a tutti.


CAPITOLO PRIMO

IL PRINCIPIO DOPO UN ANNO

Rose Weasley entrò in Sala Grande per colazione molto presto quella mattina del ventidue ottobre del suo settimo ed ultimo anno ad Hogwarts.
Cercava in tutte le maniere di non perdersi nemmeno quindici secondi di ogni pasto, di ogni partita; cercava di non perdersi niente.
Le sarebbe mancato troppo il brusio delle voci insonnolite dei ragazzi appena alzati che tentano invano di svegliarsi con una buona tazza di caffè bollente; gli urli isterici che ragazzine facevano quando entrava un bell’imbusto del settimo anno; i mormorii cantilenanti di quelli che ripassavano prima di un interrogazione cercando di mandare a memoria le frasi del librone rilegato in pelle appoggiato fra la caraffa del succo di zucca e il piatto pieno di bacon.
La colazione era sempre stato il suo momento preferito. Le sarebbe mancato certamente.
Non c’era molta gente, dopotutto mancava ancora mezz’ora alla prima ora di lezione che era seguita solo da quelli dei primi cinque anni; Rose, come tutti gli altri del settimo e del sesto anno, aveva l’ora buca.
Raggiunse senza fretta il tavolo di Grifondoro e si sedette leggera sulla panca davanti a suo fratello che si ingozzava di uova strapazzate.
“Buongiorno” mormorò Rosie apprensiva
“’Giorno” biascicò Hugo con la bocca piena, riempiendosi il bicchiere di limonata
“Dormito bene?” chiese lei prendendo una fetta di pane tostato e cominciando ad imburrarla lentamente.
Hugo annuì, trangugiando il resto delle uova, poi deglutì.
“E tu?”chiese alla sorella passandole il piatto dei biscotti.
“Insomma…” rispose Rose prendendo un frollino al cioccolato “Incubo”
“Tanto per cambiare” commentò sarcastico Hugo “Hai chiesto a Madama Chips se ha una pozione per farti dormire? Non puoi continuare così”
“Prendo tutte le sere quella sbobba alla calendula che mi ha prescritto” disse la ragazza con una smorfia “Ma non serve a niente”
“Allora vai a chiederne un’altra, se questa non funziona” consigliò il ragazzo gustando un pezzo di pancetta.
“Ma è la terza che cambio!” si spazientì Rose
“Ma se non funziona!” ribatté Hugo preoccupato
“Che hai alla prima ora?” cambiò discorso la ragazza sbuffando
“Erbologia, credo” rispose il ragazzo passandosi distrattamente una mano fra gli spettinati capelli rossi, rassegnato.
“Interrogazione?” domandò Rose sorseggiando del tè.
“Già… e non so nulla. Ma proprio zero!” esclamò lui allargando le braccia
“Avresti dovuto studiare” lo biasimò la ragazza con forte disappunto “Dove siete arrivati? Fichi Pigmei?”
“No, siamo ai funghi. Sono ancora al quinto, Rosie” rispose Hugo depresso fiondandosi sulla sua fetta di torta al cioccolato
“Hai ragione scusa, è che sembri più grande” sbuffò Rosie passandogli un tovagliolino di carta per pulirsi la bocca “Se me l'avessi detto prima avrei potuto darti una mano”
“Mi sono dimenticato; poi tu ieri sei sparita” borbottò lui pulendosi la bocca e guardando la sorella con fare sospettoso “Dov’eri?”
“In biblioteca, bastava cercarmi” ribatté innervosita Rose scotendo la testa di ricci scomposti rosso scuro.
Hugo alzò le spalle e si ficcò in bocca un altro pezzo di torta.
“Ti va di fare una partita a Quidditch dopo?” propose Rose addentando un biscotto al miele “Ho bisogno di distrarmi un po’”
“Certo, sorellina” le sorrise grato il ragazzo
“Sicuro che non devi studiare?” domandò lei guardandolo storto
“Finiscila di preoccuparti per me. So quello che faccio” dichiarò Hugo
“Sono tua sorella maggiore!” si giustificò la ragazza “Se non ti stresso io, chi può?” aggiunse sorridendo
“Nessuno, solo tu. Comunque giochiamo io te e…?” domandò Hugo divertito
“Io!” esclamò una voce allegra alle loro spalle
“Ciao, Lily” Rose salutò sua cugina mentre si spostava sulla panca per farle spazio
“Sto morendo di fame… allora? Quando si gioca?” commentò la ragazza sedendosi e afferrando la caraffa del latte, ben attenta che i lunghi capelli lisci e fiammanti non le cadessero nel piatto
“Oggi pomeriggio, dopo le lezioni” le rispose Rose allungandole i cereali
“Oh merda!” esclamò Hugo battendosi una mano sulla fronte “Non posso!”
“Perché no?” gli chiese Rosie sgranando gli occhi “Ti ho appena chiesto se hai da studiare e mi hai detto no”
“Appuntamento…” borbottò lui distogliendo il suo sguardo cioccolato da quello blu intenso della sorella
“Un altro? Con chi?” strillò curiosa Lily, stanca di vedere il cugino uscire con una ragazza diversa ogni tre giorni e allo stesso tempo entusiasmata dal pettegolezzo
“Bonnie Wolf, di Tassorosso, ce l’hai presente?” rispose scocciato Hugo
“Bonnie?” esclamò Rose allibita “Ma ha la mia età!”
“E allora?” domandò con voce strascicata il ragazzo prima di ingoiare un pezzo di crepe farcita.
“Io non capisco cosa ci trovano in te tutte queste ragazze” bofonchiò Lily con disappunto tirando su col naso “Sei così… bambino a volte…”
“E io sarei il bambino? Chi sta facendo tutti questi discorsi da poppante?” sbottò Hugo irritato “Non è una colpa avere una ragazza”
“Hai detto bene, Hugo, UNA” ribadì Lily cocciuta
“Scrivo una lettera a James e gli dico che sei insieme a Canon?” la minacciò il ragazzo alzando la forchetta
“Stai insieme a Luke?” chiese tutta interessata Rose con un gran sorriso
“Si, Rosie” le rispose zuccherosa Lily “Volevo dirtelo dopo, ma questo zuccone ha rovinato tutto” aggiunse alludendo ad Hugo allibito dalla reazione festosa della sorella.
Canon era sempre stato un idiota colossale.
“Come sono felice per te! Raccontami!” ordinò scherzosamente Rose.
Lily cominciò a raccontare per filo e per segno tutta la storia.
Hugo sbuffò e, alzando gli occhi al cielo, si mise a leggere un settimanale di musica sospirando “Donne”.


Quando lui entrò tutti si girarono, come era inevitabile.
Alto, biondissimo e con gli occhi di ghiaccio.
Scorpius Malfoy era il ragazzo più ipocrita ed egocentrico di Hogwarts, ma anche il più bello.
Raggiunse a passo sicuro il tavolo dei Serpeverde, non facendo caso alle tante paia di occhi femminili puntati su di lui e alle varie risatine.
Lanciò un rapido sguardo al tavolo dei Grifondoro e notò che lei non lo stava fissando, anzi, forse non si era nemmeno accorta che era entrato.
Sorrise.
“Buongiorno amore” lo salutò una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi molto truccati, stampandogli un bacio sulle labbra.
Sospirò.
“Ciao, Cordelia” le sorrise per farla felice, stavano insieme dopotutto.
Si sedettero l’uno di fianco all’altra, davanti ai suoi due migliori amici: Ephias Nott, fratello di Cordelia, e Nathan Flynn.
“Ehi, Scorpius” lo salutò Nathan “Che fai oggi fino alla seconda ora?”
“Non lo so” mormorò Scorpius prendendosi una fetta di torta alle mele
“Beh, abbiamo scoperto un nuovo passaggio segreto e…” cominciò Ephias tirando fuori una cartina molto dettagliata di Hogwarts
“E’ quello dietro alla Strega Orba?” chiese il biondo guardandolo
“Si” sbuffò Ephias rimettendo a posto la mappa
“Mi dispiace Eph, ma li conosco tutti ormai” sorrise e guardò con apprensione la piantina, così stupida e poco aggiornata rispetto ad un’altra che aveva visto recentemente.
“Io sono occupata” disse Cordelia mostrando le mani “Devo farmi la manicure”
“Non importa” le sorrise Scorpius, fintamente dispiaciuto
“Oh, cazzo!” esclamò Nathan portandosi le mani tra i capelli
“Che c’è?” chiese Ephias con apprensione
“Il tema di pozioni!” sbraitò Nathan cominciando a raccogliere le sue cose “In biblioteca, subito!”
Scorpius rise della distrazione del suo amico che nel frattempo si era alzato e fissava Ephias con insistenza.
“Cosa vuoi da me?” chiese Nott sgranando gli occhi dorati
“Muoviti! Devi prestarmi il tuo tema!” esclamò Nathan impaziente
“Devo?” mugugnò Ephias controvoglia
“Hai O in pozioni!” urlò Nathan prendendolo per un braccio “Devi condividere la tua somma sapienza con me, minorato mentale” aggiunse e se lo trascinò dietro salutando con la mano.
“Beh, vado anche io” sorrise Cordelia avvicinandosi alle labbra di Scorpius “Ci vediamo a lezione”
“Già, ciao” disse Scorpius mettendosi in bocca un pezzo di ciambella.
Contrariata dal bacio mancato, Cordelia se ne andò traballando un po’ sui tacchi.
Scorpius sbuffò.
Lei non avrebbe traballato così tanto.
Poi sorrise.
Lei non avrebbe mai portato i tacchi a scuola.
Sorrise di nuovo e guardò l’ora.
Le otto e ventisei.


Lily interruppe il suo racconto quando Hugo, con un singulto, le fece notale che erano le otto e ventisei e che dovevano arrivare alle serre per le otto e mezza.
“Ciao cugina, finisco dopo ok?” promise Lily scioccando un bacio sulla guancia di Rose che le sorrise
“Ciao, sorellina” borbottò Hugo, la bocca ancora piena di torta. Rose sorrise e li salutò con la mano.
Un’ora di pace.
Si stiracchiò e quando si raddrizzò un biglietto di pergamena ingiallita cadde sul piatto davanti a lei.
Una scritta sopra: Rosie.
La scrittura era obliqua e frettolosa, in inchiostro nero, la riconobbe subito.
Aprì il biglietto e lesse le poche righe scarabocchiate:
“Ora libera e tu?
Ci facciamo un giro? Biblioteca off limits, amici che copiano. ”
Sorrise ed estrasse dall’astuccio una biro blu, molto più pratica di piume e inchiostro per dei messaggi del genere.
Scrisse nella sua solita bella calligrafia tondeggiante:
“Fratello e cugina ad Erbologia, niente parco. Cugino dorme. Stanza delle Necessità?”
Con un colpo di bacchetta rispedì il biglietto al mittente.
Dopo poco quello tornò indietro.
“Tra dieci minuti lì.”
Soddisfatta, Rose ripose il biglietto nel suo diario coloratissimo, prese la borsa e il maglione che non aveva avuto voglia di mettersi e uscì dalla Sala Grande.


Camminava veloce e le sue scarpe ticchettavano sul pavimento di pietra del settimo piano.
Si fermò davanti ad un grande arazzo e lo guardò intensamente.
Ci passò davanti tre volte pensando a ciò che voleva ed entrò.
“Ciao” lui le sorrideva dalla poltrona in pelle nera vicino al camino
“Ciao, si vede che sei entrato prima tu questa volta” commento lei alludendo all’arredamento non nei suoi gusti
“Solo tu puoi desiderare un divano giallo” la derise lui
“Era bellissimo” disse Rose fintamente offesa e accomodandosi sul divano a due posti coordinato alla poltrona
“Anche queste sono bellissime” dichiarò lui passandosi una mano tra i capelli biondi
“Sono fredde” sbuffò Rose posando la borsa e il maglione per terra
“Ti scaldo io?” chiese Scorpius ironico alzandosi e sedendosi di fianco a lei
“Che sbruffone” lo canzonò Rose cominciando ad annodargli la cravatta verde e argento
“Scusa” fece lui beffardo prendendole le mani e guardandola intensamente con il suo sguardo di ghiaccio che si scioglieva solo in quello blu di lei
“Avevi il nodo fatto male” si giustificò Rose tentando di ribellarsi alla presa del ragazzo “Mi dava fastidio”
“Posso baciarti o ti dà fastidio anche questo?” chiese Scorpius con un sorriso malizioso
“Mmm…” fece Rosie meditabonda “No, non mi dà fastidio” aggiunse alla fine con un sorriso.
Lui avvicinò le labbra fredde a quelle rosse e carnose di lei e si bloccò a mezzo centimetro dal suo viso.
“Muoviti, no?” rise Rose annullando le distanze tra loro con un unico fluido movimento.
Scorpius sorrise sulle labbra di lei ed approfondì il bacio lentamente.
Adorava i suoi baci; erano così pieni di calore, così pieni di lei che erano davvero irresistibili.
Quelle labbra, si adattavano perfettamente a qualsiasi cosa toccassero; e quelle labbra sulle sue, erano davvero nel posto più giusto del mondo e ogni volta che la baciava, che arrivava ad avere un pezzettino così piccolo ma con pieno di lei, sperava con tutto il cuore di riuscire a sua volta a mettere così tanto nel bacio che lei stava ricevendo.
La strinse a sé dolcemente ma con passione e nel momento in cui stava per perdere il controllo, lei si staccò.
“Perché?” chiese Scorpius boccheggiando
“Perché cosa?” ribatté lei corrugando la fronte
“Ti stacchi sempre così” si giustificò lui
“Come dovrei staccarmi, scusa?” chiese Rose togliendo le braccia dalle sue spalle large e muscolose
“Non dovresti farlo” sogghignò Scorpius
“E perché mai?” chiese lei con un sorriso malizioso
“Perché mi dà fastidio” rispose lui mettendole un ricciolo ribelle dietro l’orecchio
“Ah, okay. Se è così non ti bacio più” mise il broncio lei, incrociando le braccia al petto, formando una barriera tra il suo corpo e quello di lui
“Ma…” iniziò lui aprendo la bocca esageratamente sorpreso
“Hai detto che ti dà fastidio” spiegò lei cercando di divincolarsi dalla presa di lui
“Che ti stacchi così all’improvviso” sbuffò Scorpius con un mezzo sorriso sciogliendole le braccia incrociate e bloccandole i polsi sul divano
“Dovrei mandarti una mail dove ti spiego che non sono un pesce e che ogni tanto devo respirare?” chiese lei sarcastica dibattendosi
“Mi mandi una cosa?” domandò Scorpius avvicinandosi al suo viso
“Una mail, è un modo di mandarsi informazioni attraverso internet” spiegò Rose mentre lui cominciava a baciarle delicatamente il collo
“E che cos’è questo impernet?” ribatté lui curioso senza smettere di percorrere il collo candido di lei con le labbra
“Te l’ho spiegato la settimana scorsa!” sbuffò lei sorridendo “E si chiama internet non…”
Non fece in tempo a finire la frase perché le labbra fredde di lui si erano di nuovo posate sulle sue e le avevano fatto perdere il controllo del cervello.
“Non farlo mai più” ansimò Rose guardandolo male
“Cosa?” sorrise Scorpius ingenuamente
“Baciarmi così, all’improvviso… Non ero preparata!” esclamò lei
“Devo mandarti una mail con scritto ‘Ehi, Rosie, prendi un bel respiro che devo baciarti’? Assurdo” rise lui a due centimetri dal viso di lei
“Beh, insomma, almeno fammi finire di parlare!” contestò lei poggiando le mani calde sul petto marmoreo di lui “Non porti rispetto per quello che dico, forse nemmeno mi ascolti…”
“Si che ti ascolto” ribatté Scorpius storcendo il naso “Ho capito che si dice internet”
“Tu e la tua memoria” sbuffò Rose fintamente minacciosa
“Rose…” le sussurrò Scorpius all’orecchio
“Che c’è?” chiese dolcemente lei con un brivido
“Sto per baciarti” l’avvertì lui sempre in un soffio
“Che scemo” commentò lei con un sorriso.
Si baciarono ancora e lei, col cervello in panne, cominciò a slacciargli il primo bottone della camicia bianca della divisa.
Con una mossa fulminea Scorpius si girò su un fianco e la portò su di sé, si staccò un attimo e poi ricominciò a baciarla, mentre Rose, lentamente, passava al secondo bottone.
Quando lei ebbe sbottonato tutta la camicia, Scorpius, lentamente, ruotò di nuovo fino a posarsi su di lei, e, facendo attenzione a non schiacciarla, cominciò ad armeggiare con la zip della gonna grigia.
“Ma non si apre?” chiese spazientito staccando le sue labbra da quelle di lei per controllare la cerniera
“Basta chiedere” sussurrò Rose affabilmente alzando leggermente i fianchi per poi abbassare la cerniera con una mano sola “Fatto”
“Devo imparare a farlo da solo” borbottò lui affondando il viso nell’incavo del collo di lei per lasciarvi una scia di baci
“Beh, se dovessimo aspettare te, sarebbe già ora di andare a lezione” mormorò lei con un sospiro
“Esagerata” le sussurrò Scorpius prima di riappropriarsi delle sue labbra.
Fece scivolare lentamente una mano lungo il suo fianco morbido e si insinuò sotto la camicia sorridendo sulle labbra di lei che cominciò ad accarezzargli i capelli biondi con più insistenza.
Poi, ad un tratto, un trillo li interruppe.
“Dimmi che non era la campanella” pregò Rose da sotto di lui
“Ehm…” tossicchiò Scorpius poco convinto
“Merlino!” esclamò lei spostandolo per poi alzarsi in piedi “Abbiamo Trasfigurazione, ora!”
Si richiuse la gonna sul fianco e si infilò le scarpe.
“Dai, Rose” implorò Scorpius ancora seduto sul divano “Non vorrai farmi fare lezione in questo stato” aggiunse allusivo
“Devi, non è che voglio” borbottò lei avvicinandosi e cominciando a riabbottonargli la camicia “Dì ai tuoi ormoni di prendersi una vacanza”
“I miei ormoni, ogni tanto, ti fanno comodo” sbottò Scorpius irritato trascinandola con lui sul divano
“Beh, ora però tienili a freno” ordinò Rose cercando di rialzarsi, ma lui la teneva stretta a sé “Dai, Scorpius, faremo tardi”
“Sarà tardi comunque” bisbigliò lui ricominciando a baciarla
“Non che non mi facciano piacere tutte queste lusinghe” sorrise Rose respingendolo “Ma credo che la tua ragazza potrebbe sospettare qualcosa se mancassimo solo noi a lezione”
Scorpius sbuffò e la lasciò andare “Hai ragione, intuirà qualcosa” disse “Meglio andare”
“Come ti preoccupi per lei” commentò Rose acida
“Come?” chiese lui fingendo di non aver capito
“Povera Cordie, chissà cosa potrà mai sospettare” gli fece il verso lei con voce falsamente preoccupata “Chissà cosa accadrebbe se scoprisse che te la fai con una mezzosangue”
Scorpius s’irrigidì.
“Cosa stai farneticando?” domandò mentre finiva di abbottonarsi il colletto della camicia
“Niente” mormorò lei raccogliendo il maglione e la borsa da terra “E’ esattamente normale come ti comporti”
“Cosa dovrei fare, Roseline? Dire a tutti che sto con te?” chiese amareggiato Scorpius
“No, figuriamoci” esclamò sarcastica Rose “Rovineresti il nome dei Malfoy, che disonore se tuo padre sapesse che stai con una stupida Weasley. Molto meglio sposare la figlia di un Mangiamorte”
“Sei impazzita?” esalò lui allibito avvicinandosi a lei “Cosa vai dicendo?”
“Dico che sei un codardo, Malfoy” sussurrò Rose senza guardarlo negli occhi “Ma dopotutto sono io quella che viene usata e poi buttata, quindi amen, chi se ne frega”
Scorpius la prese per un polso e la fece girare su stessa per trovarsela a pochi centimetri dal viso.
“Io non ti uso” scandì lentamente e con voce bassa
“Però mi butti” ribatté Rose alzando il mento con aria di sfida
“Tu… Tu non sai, non immagini nemmeno” sibilò lui cercando di mantenere la calma “Cosa significa per me mentire ogni secondo della mia vita…”
“A lei!” urlò Rose divincolandosi dalla stretta di lui “Tu soffri perché menti a lei, non perché nascondi me”
“Le due cose sono collegate” disse tranquillo Scorpius
“Non puoi credere che io sia così stupida da pensare che tu non la preferisca!” lo accusò Rose in un sussurro
“Questa conversazione sta degenerando, Roseline” borbottò lui seccato sistemandosi il nodo alla cravatta “Ti rendi conto di quello che dici?”
“Si” dichiarò lei mentre i suoi occhi blu si riempivano di lacrime “E mi fa stare male il fatto che tu sia freddo, completamente insensibile a tutto questo. Soffro perché tu, ogni giorno, ogni notte, stai con lei mentre con me passi le ore buche. Mi sento una criminale, Scorpius. Mi sento sempre osservata; ho paura che la gente ci scopra, che mi additi come la puttana di Malfoy!”
“Ma perché pensi questo?” chiese lui con voce dolce avvicinandosi
“Perché è così” rispose convinta Rose arretrando “Perché, per quanto onesti siano i miei sentimenti nei tuoi confronti, per quanto puri siano i miei pensieri e le mie intenzioni, io rimarrò sempre la tua puttana, e questo è quanto”
Camminò decisa verso la porta, voleva andarsene.
“Rose” lui la chiamò piano ma con voce ferma.
“Si?” lei si voltò appena per riuscire a vedere il viso di lui
“Io ti amo” la guardò, serio e impeccabile.
Non glielo diceva mai, tranne in occasioni davvero importanti.
Lei annuì poco convinta, abbassò la testa ed uscì.
Lo lasciò solo nella stanza, anche se sapeva che lo avrebbe rivisto a lezione meno di un minuto dopo.



Alla prossima, se vorrete.
  
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