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Autore: vanillanarry    10/08/2015    0 recensioni
«Stesso giorno, stesso anno, stesso ospedale. Assomigli più tu, una perfetta sconosciuta, ai miei genitori di quanto ci assomigli io. Non possono essere semplici coincidenze, no?»
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo sei.





«Do you remember, we were sitting there by the water?
You put your arm around me for the first time
»
Salto due a due i gradini delle scale. Facendo così rischio solo di spalmarmi sulla moquette, ma rispondo a me stessa con una scrollata di spalle.
«You made a rebel of a careless man's careful daughter.
You are the best thing that's ever been mine
»
Continuo intonando alla perfezione tutte le note della canzone.
Muovo la testa a ritmo e inciampo, ovviamente, nell'ultimo gradino, aggrappandomi per un pelo al corrimano.
«Al posto di cantare come una gallina, pensa a guardare dove metti i piedi e a non ucciderti» dice svogliatamente Sarah mentre va in cucina e afferra la sua ciotola dalla dispensa.
Roteo gli occhi e la imito, seguendola e prendendo la mia azzurra a pois.
Recupero i cereali dal mobiletto alla mia destra e il latte nel frigorifero, per poi appoggiare il tutto sul tavolo della nostra cucina.
«Mi farai odiare la Swift, un giorno o l'altro» aggiunge mio fratello, con un gomito appoggiato sul tavolo e il braccio che sorregge la testa.
Mi verrebbe voglia di spostarglielo, ma mi trattengo.
Prendo posto, verso cereali e latte nella scodella e consumo la mia colazione a ritmo di lamentele da parte dei miei fratelli, come in ogni mio giorno libero.
Una volta finito appoggio la scodella nel lavello e sistemo i miei cereali, dato che Sarah e Jeremy ne mangiano altri.
«Bene, io vado a vestirmi» annuncio mentre mi appoggio al bancone con le mani.
«Okay» rispondono all'unisono, con il tono di voce di una persona morente.
Alzo un sopracciglio; certe volte mi sorprendo della loro voglia di socializzare.
Mi dirigo in salotto e ricordo di aver dimenticato il telefono sul mio comodino.
Salgo le scale correndo e arrivando nella mia stanza.
Noto lo schermo del mio cellulare illuminarsi, e una volta afferrato leggo due chiamate perse.
Scorro con il dito sulla notifica di un messaggio, aprendolo.

Ti ho chiamata ma probabilmente dormivi... Scusa!
Volevo solo dirti che stasera daremo una festa a casa mia, io e gli altri ragazzi.
Mi farebbe piacere se venissi :) x


Sono giorni ormai che torno a casa tardi, benché io abbia 21 anni non vivo in un albergo e questo lo so benissimo.

Ti faccio sapere, ma penso sia più un sì. x

Blocco il cellulare lasciandolo nuovamente sul comodino, spostandomi invece con la testa nell'armadio per cercare qualcosa, in caso i miei dicano di sì.
Ieri ha piovuto tutto il giorno ma non fa particolarmente freddo.
Opto quindi per un paio di skinny neri, una canottiera bianca che ho da anni e che personalmente amo e, nel remoto caso avessi freddo una giacchetta nera. Ai piedi suppongo di mettere le All Stars bianche alte.
Preparo gli abiti e li appoggio ordinatamente in fondo al mio letto, pronti per stasera.
Invece, per uscire ed acquistare due cose per la casa scelgo una tuta unica nera e le mie Vans ai piedi.
Raccolgo i capelli in una coda alta, spruzzo del deodorante e il mio profumo preferito alla vaniglia, dopodiché riprendo il telefono cacciandolo in borsa.
Scendo velocemente le scale e mi dirigo nuovamente in cucina a prendere il foglietto, dove ho segnato tutto l'occorrente.
«Ci vediamo dopo ragazzi» sorrido ai miei fratelli che nel frattempo stavano ancora mangiando.

-

Dopo aver avuto il consenso dei miei genitori per uscire (anche stasera) fino a tardi, indosso gli abiti preparati questa mattina.
Ho solo omesso un particolare, dicendo di star andando da Jane piuttosto che dire della festa organizzata dalla band preferita di mia sorella che pullulerà di persone famose e quindi di paparazzi.
Sì, sono calmissima e no, per niente preoccupata.
Se non fosse che io tenga tanto ad Ashton, cosa piuttosto strana dato che ci conosciamo da pochissimo e non so nemmeno il suo colore preferito, non avrei mai accettato di parteciparvi.

Qual è il tuo colore preferito?

Mando soprappensiero un messaggio al ragazzo, dopo aver appoggiato il telefono prendo il fondotinta, l'eyeliner e il mascara, e applico il tutto. Niente rossetto per stasera.

Rosso... perché? E il tuo? ;)

Il telefono trilla ma finisco di sistemare il trucco, per evitare di creare macelli.
Una volta tanto che sono in orario!
Pettino le punte già perfettamente lisce dei miei capelli per poi afferrare una piccola borsa nera che tengo per le occasioni. Metto l'occorrente, tipo portafoglio e chiavi, un pacchetto di fazzoletti e uno specchietto; prendo il telefono controllando se ci siano notifiche e rispondo dunque al messaggio di Ashton.

Così... non te l'avevo mai chiesto! Il mio bianco, o giallo :)
E comunque sto partendo, ci vediamo dopo x


Avviso per evitare che mi scriva mentre guido. Infilo le Converse, mi do una leggera occhiata allo specchio e poi sono pronta.
Scendo velocemente le scale, saluto i miei genitori con un bacio sulla guancia e i miei fratelli con una spettinata di capelli.
Esco di casa e, una volta in auto, metto ugualmente l'indirizzo di casa Irwin nel navigatore.
Non mi sorprendo più se scorro meccanicamente nel telefono alla ricerca di Mine da mettere in ripetizione come accompagnatore durante il tragitto.

Arrivata davanti casa di Ashton noto la quantità di auto parcheggiate, le persone nel giardino in costume da bagno e intravedo quelle all'interno che ballano con bicchieri in mano.
Perché ho accettato. Perché ho accettato.
Parcheggio in un posto libero, continuando a sospirare.
Spengo l'auto e afferro la borsa, aggrappandomi saldamente ai manici.
Cammino verso il cancelletto controvoglia, mentre una palla gonfiabile tutta bagnata cade ai miei piedi.
«Scusa!» esclama un tizio, alzando la mano.
La raccolgo e gliela rilancio con un sorrisetto sbilenco.
Suono poi il campanello e mi appoggio al cancello, notando sia restato aperto.
Scrollo le spalle e pensando a tutte le cose positive nell'essere venuta qui per convincermi ad entrare, mi muovo verso l'interno dell'abitazione.
Mi guardo attorno, come immaginavo la casa pullula di persone. Una massa si trova qui fuori a tuffarsi in piscina, mentre un via vai continuo di altre si alternano dall'interno.
Entro in casa, il bel salone che tanto mi piace è pieno di ragazzi che lo stanno solo sporcando.
Salgo velocemente le scale alla ricerca di qualcosa da bere, per affrontare la serata ne ho bisogno.
«Cara!»
Mi giro di scatto trovando il viso sorridente di Calum. Ricambio il saluto, contenta di aver trovato finalmente qualcuno con cui parlare.
«Sei qui da tanto?» chiede avvicinandosi; la musica è sparata ad alto volume e adesso capisco il perché nel quartiere questa sia l'unica casa separata.
«Sono appena arrivata!» replico cercando di sovrastare il rumore.
Lui annuisce. «Vuoi qualcosa da bere?»
Alzo il pollice in segno di risposta; mi guida verso una lunga tavolata piena di spuntini, bicchieri, alcolici e macchie versate sopra la tovaglia in carta.
«Serviti pure - sorride - Torno subito!»
Lo osservo con orrore. Vorrei pregarlo di non lasciarmi sola intanto che cerco Ashton, ma tento di stare composta.
«Va bene» rispondo quindi.
Di solito non mi ritrovo mai da sola in una folla, non ne sono abituata.
Butto giù un sorso di birra a caso trovata sul tavolo, mentre impreco mentalmente.
Perché ho accettato. Perché ho accettato. Perché-
Due mani si appoggiano sui miei fianchi. Sto per alzare un braccio quando la voce di Ashton arriva alle orecchie.
«Ti ho spaventata?» ridacchia.
Mi lascio andare al suono della sua risata contagiosa.
«Sì» esclamo girandomi completamente.
Mi soffermo sui suoi occhi che mi hanno attratto da subito.
«Vieni - dice dopo qualche momento - E aggrappati al mio braccio»
Obbedisco, corrucciando la fronte. «Dove mi porti?»
«Su una stella!»
Roteo gli occhi lasciandomi andare ad una risata.
Lo seguo in silenzio, un'altra battuta del genere e vola in piscina.
E a proposito di piscina, mi sta proprio portando all'esterno!
Ci siamo fermati sul bordo; anche qui fuori è magnifico, peccato che centinaia di persone stiano facendo chiasso e non riesco a notare appieno la bellezza del posto.
«Possiamo fare a cambio di casa?» ridacchio guardandomi in giro.
Ashton non risponde, mi volto verso la sua direzione e noto un'espressione divertita sul suo volto.
«Che c-» non faccio in tempo a finire la frase che mi sento cadere all'indietro. Riesco per un pelo ad aggrapparmi al suo braccio e trascinarlo in acqua con me.
Torno in superficie annaspando come un tricheco mentre Ashton ride come un deficiente.
«Cretino!» esclamo spruzzandolo d'acqua. Mi siedo a bordo piscina, senza riuscire a trattenere le risate.
«Sembri il mostro di Loch Ness con i capelli tutti in avanti!»
«Grazie del complimento - dice sedendosi al mio fianco - Sembri il cugino Itt»
Faccio una linguaccia mentre strizzo le punte dei capelli.
«Vieni, andiamo a prendere delle salviette» Si alza in piedi e tende la mano per aiutarmi. «Grazie» sorrido.
Lo seguo all'interno della casa, evitando tipi barcollanti già ubriachi.
Ci piazziamo davanti una specie di ripostiglio da cui estrae due salviette da mare verdi.
«Grazie!»
Afferro la salvietta e la avvolgo attorno alle spalle.
«Oh, devi vedere assolutamente una cosa!» dice il riccio affrettandosi a farsi strada verso il balcone.
Faccio in tempo a recuperare un bicchiere di punch per poi seguire il ragazzo.
Qui sul davanzale non c'è nessuno fortunatamente, le mie orecchie non sopportavano più altro rumore.
Ci sediamo sulla panchina e davanti ai miei occhi si presenta lo spettacolo della luna che riflette i suoi raggi sull'acqua.
«Wow» mi lascio sfuggire.
Ammiro estasiata la palla bianca luminosa ed alta in cielo, con un piccolo sorriso mentre sorseggio dal bicchiere.
Sento gli occhi di Ashton addosso, così punto i miei nei suoi e rimaniamo così per quelli che mi paiono secondi infiniti.
È incredibile come mi faccia rilassare e sentire protetta, in un modo malato.
Si avvicina lentamente e pericolosamente ma non ho alcuna intenzione di spostarmi.
Punta ora il suo sguardo sulle mie labbra e-
«Chi non viene a tuffarsi è un coglion- Oh, pensavo ci fossero più persone»
Michael, credo, interrompe il momento.
Ashton si allontana infastidito e guarda l'amico con sguardo truce.
«Scusate...» dice il rosso, che una volta osservato per bene noto essere invece viola!
«Hai fatto la tinta di nuovo?» chiedo inarcando le sopracciglia.
«Sì! Bello vero questo colore?»
Faccio per rispondere ma Ashton mi precede. «Vai pure, ti raggiungiamo»
Michael annuisce e torna dentro, esclamando (o meglio urlando) qualcosa ai presenti.
Il riccio scuote il capo, provocandomi una leggera risatina.
Appoggio la mia mano sulla sua, se potessi starei qui al suo fianco sempre.
«Spero di non averti messo in imbarazzo» proferisce parola dopo qualche momento di silenzio, passandosi la mano libera sulla nuca.
«No, no tranquillo»
Chissà quando si ripresenterà un'occasione perfetta come questa.
Restiamo così ancora un po', con le mani intrecciate e giuro di sentire tutt'altro che imbarazzo.
«È strano il senso di tranquillità che mi trasmetti» dice guardandomi dritta negli occhi, e sento il cuore sprofondare mentre un sorriso si fa largo sul mio volto.
«Lo penso anch'io»

Guardo l'orologio per controllare l'orario, è già l'una passata.
«Si è fatto tardissimo» esclamo frettolosamente.
Impiego più di mezz'ora per tornare a casa.
«Devi già andare?» chiede, potrei notare il dispiacere sul suo viso.
«Purtroppo sì, ma ci sentiamo»
«D'accordo, ti accompagno all'auto»
Senza lasciare la sua mano ci facciamo largo fra i corpi ammassati delle persone che continuano a ballare imperterriti e scendiamo al piano terra.
Di fuori volano palloni e altri oggetti gonfiabili.
Camminiamo velocemente verso la mia macchina, guardando meccanicamente a destra e a sinistra prima di attraversare benché non passi nessuno. È un mio vizio, la prudenza non è mai troppa.
«Grazie mille della serata» sorrido, ricordandomi di avere ancora addosso la salvietta.
La piego e gliela porgo, «È un po' fradicia» ridacchio.
«Non fa niente - sorride - E scrivimi appena arrivi, d'accordo?»
«Va bene!»
Prima che io salga in macchina mi lascia un bacio sulla guancia che ovviamente mi fa avvampare.
Non appena mi metto comoda sul posto di guida e Ashton si allontana, prendo il telefono e avviso Jane di doverle parlare.
Metto in moto l'auto e accendo il navigatore e la radio, ma per tutto il tragitto ripenso talmente tanto alla serata passata da non sentire nemmeno la musica trasmessa.




-


aggiornamento flashh
ne approfitto intanto che ho questa ispirazione momentanea, ahah

ho cambiato anche il banner! che ne pensate? x

recensioni e critiche ben accette as always, babes💗
   
 
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