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Autore: Dragon gio    10/08/2015    1 recensioni
La mia personale visione della storia dopo il cap 699, non tiene conto degli eventi canonici del manga.
Sono trascorsi due anni dalla guerra, Sakura sta iniziando a cambiare, quello che un tempo era amore per Sasuke ora è divenuto semplice affetto. Naruto continua ad amarla in silenzio, senza mai osare mettersi in gioco. E mentre la giovane si interroga sui suoi sentimenti, Sai si fa avanti con coraggio e decide di dichiararsi alla "racchia".
{Naruto/Sakura ♥ Sai/Sakura} Accenni Hinata/Naruto
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la serie
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Part 7
Part 7
 
La nascita di Shinachiku, in data 13 Agosto, fu il giorno più bello per Naruto e Sakura, non sono solo perché erano divenuti genitori, ma perché finalmente ebbero l’impressione che le cose nelle loro vite stessero andando nella giusta direzione. Oltre a questo, potevano godere dell’amore anche di Shion che, per Naruto, era di fatto il primogenito della loro famiglia. E di Sai, a tutti gli effetti un padre per entrambi i piccoli, praticamente non c’erano più differenze, si stavano trasformando veramente in una strana, grande famiglia.
 
Nelle prime settimane Naruto non fece altro che portare in giro Shinachiku, praticamente lo aveva presentato a tutta Konoha. Si vantava e gongolava di quanto fosse carino il suo bambino, Sakura diceva che sembrava andato in coma da zuccheri, mentre Sai ogni volta commentava con un sorriso di circostanza. Shion, invece, stava attraversando un periodo di grande incertezza. Era ancora troppo piccolo per comprendere a fondo le dinamiche della sua particolare famiglia, perciò l’unica cosa che sapeva per certo era che il suo papà Naruto, dava molte più attenzioni a Shinachiku che non a lui. Non che si sentisse solo, aveva sempre il suo papà e la mamma, ma purtroppo si rendeva conto che pure quest’ultima era molto presa dal nuovo arrivato. Era sempre stato un bambino molto timido, quindi per lui era difficile esternare tale disagio.
 
Una sera come tante Sai era rincasato prima del solito, constatando fra l’altro di essere il primo. Mebuki aveva fatto da baby sitter ai due bimbi per tutto il giorno.
“Oh sei tu Sai-kun, ben tornato!”
“Buona sera Mebuki-san! I piccoli sono stati bravi?”
“Ma certo! Sono un amore!”
“Si sta facendo tardi, è meglio che rientri a casa Mebuki-san…”
“Sì, mio marito mi starà già aspettando per la cena!”
“Grazie di tutto, a presto!”
“Sì, a presto!”
Congedata la madre di Sakura, Sai si diresse nella cameretta di Shion.
 “Sono tornato, Shion!”
“Papà!” Non appena lo vide gli corse incontro, attaccandosi alle sue gambe, sorridendo tutto felice.
“Visto che è presto, ti va di disegnare qualcosa con me?”
“Sì!”
Shion non stava più nella pelle, era da tanto che il suo papà non aveva tempo per disegnare qualcosa con lui. Si diresse al tavolo e prese alla rinfusa alcuni fogli immacolati e la sua scatolina dei colori a pastello. Si sistemarono in salotto, Sai con il suo album di schizzi e Shion si sistemò sul tavolinetto in legno.
“Papà, guarda!”
“E’… molto carino…” Sai non aveva la più pallida idea di cosa significassero la mole di righe colorate tracciate alla rinfusa, ma ovviamente sapeva che non era il caso di mettersi a fare il critico d’arte con un bimbo di due anni.
E poi quando Shion aveva la sua approvazione, era così felice da fargli stringere il cuore in una morsa piacevole. Stavano disegnando tranquilli da meno di mezz’ora quando il pianto di Shinachiku, richiamò l’attenzione di Sai.
“Torno subito, tu continua a disegnare!”
“Ma…”
Sai sparì su per le scale, Shion smise subito di disegnare, indispettito. Attese che tornasse, ma passò troppo tempo e lui si stufò. Afferrò il foglio su cui stava disegnando e lo accartocciò, ne fece una pallina e la gettò in terra, per poi scappare in camera sua.
Quando Sai ritornò in salotto non trovò Shion, i suoi piedi sbatterono contro la pallina di carta che raccolse.
“Shion…”
 
Più tardi rientrarono a casa anche Naruto e Sakura, come erano soliti fare cenavano tutti assieme al piano terra, dove avevano la loro “cucina in comune”. Anche l’appartamento al primo piano di Sai c’era una cucina, ma di solito ci mangiava solo quando erano solo lui e Shion.
Sai stava finendo di cucinare, mentre Naruto apparecchiava la tavola. Sakura li raggiunse poco dopo con Shinachiku in braccio, seguita da Shion.
“E’ l’ora della pappa, Shinachiku…” Sakura prese posto sulla sua sedia, si scoprì il seno e il suo bimbo ne lambì uno con le piccole labbra.
Naruto si avvicinò, con lo sguardo sognante, o da babbeo come lo aveva definito Sai più volte.
“Aha… come sei fortunato, figlio mio…”
“Naruto, smettila subito di pensare a certe cose…”
“M… ma non stavo pensando a niente! E anche se fosse non si condanna il pensiero, no?!”
L’occhiataccia che gli rivolse Sakura non lasciava spazio all’immaginazione, tanto che Sai intervenne impugnando un mestolo.
“Se vuoi, lo picchio io per te!”
“Cosa?!”
“Lascia perdere Sai!
“Aha, Sakura-chan!” esclamò con vocina sdolcinata Naruto, per poi tornare con i piedi per terra non appena Sakura replicò sonoramente.
“Tu non sei abbastanza forte da fargli veramente male!”
“Ma… Sakura-chan…”
“Sì, forse hai ragione…”
Si levò una risata collettiva fra i tre genitori, non si accorsero che Shion li osservava nascosto dietro una sedia, con l’aria imbronciata. Si fece coraggio e si avvicinò alla madre, tirandole una manica.
“Shion, cosa c’è tesoro?”
“Mamma, in braccio!”
“Ora no, sto dando la pappa a Shinachiku!”
Il piccino gonfiò le guance, mostrandosi arrabbiato e tirando con più forza il braccio di Sakura.
“Voglio venire in braccio!”
“Dopo ci puoi venire, ora no…”
“No, adesso!”
“Shion, ho detto di no, smettila!” Per la prima volta Sakura si era ritrovata a dover alzare la voce per calmare i capricci di Shion. Trattenne il fiato per qualche secondo rendendosi conto della sensazione sgradevole che si provava a sgridare un figlio. Shion era sempre stato così buono e gentile, perché tutto un tratto le aveva fatto perdere le staffe?
“Sei cattiva…” balbettò Shion, gli occhi si stavano riempiendo di lacrime, in soccorso di Sakura giunsero Sai e Naruto.
“Shion, la mamma ha detto di no, fai il bravo!”
“Nah, Shion! Puoi venire in braccio a papà Naruto se vuoi! Dai vieni!”
“No! Voglio la mamma…”
Entrambi i padri si guardarono un momento spaesati, non potevano certo chiedere a Sakura di interrompere la poppata serale di Shinachiku. Però si accorsero con notevole sconcerto, che era la prima volta che dovevano gestire una simile situazione.
Shion era scoppiato a piangere, così Naruto volle fare un tentativo per farlo calmare.
“Shion, non fare così dai! Se no fai piangere anche me!”
“Bugiardo! La mamma… non mi vuole bene!”
“Ma che dici?!”
Anche se protestava vivacemente, Naruto lo prese in braccio e lo strinse forte. Dapprima il bimbo scalciava e si dimenava, ma dopo qualche carezza gentile di Naruto iniziò a placarsi.
“Va tutto bene…”
Sai fece scivolare una mano sulla guancia pienotta di Shion per asciugarne le lacrime, aveva un espressione crucciata e il visino tutto arrossato.
“Quando piangi, somigli tutto a tua madre!”
“S…Sai! Ma come ti permetti!” ringhiò subito paonazza Sakura.
“Ha ha! Però Sakura-chan, ha ragione! Avete la stessa faccetta buffa quando piangete!”
“Che spiritosi! Muoio dal ridere, aha-ha!”
“Shion… sia io che la mamma, e anche Naruto ti vogliamo molto bene…”
Il piccolo abbassò lo sguardo, stringendo le labbra e tirando su il nasino ancora gocciolante. Poi si mise ad osservare con attenzione Shinachiku. Improvvisamente fu ovvio a tutti il motivo del suo pianto disperato e dei capricci.
“E’ per il tuo fratellino? Sei geloso, Shion?” chiese Sakura, anche se ora parlava con un tono molto più gentile e dolce. Shion si affrettò a guardare nella direzione opposta, le guance sempre più rosse per l’imbarazzo. Naruto sorrise a quella reazione, gli ricordava moltissimo Sakura quando si imbronciava così. Però aveva anche un che di Sai quando arrossiva.
“Neh Shion, non devi essere geloso! Ora noi siamo tanto presi da lui, ma solo perché è così piccolo e non può sopravvivere senza il nostro aiuto!”
“Anche tu eri così Shion… io e la mamma ci siamo presi cura di te nello stesso modo…”
“Mi volete bene?”
“Ma certo! Ti amiamo con tutto il cuore, ‘tebayo! Però amiamo tantissimo anche Shinachiku! Perché vedi, è così che si comporta una vera famiglia!”
Il bimbo sgranò gli occhi, sentiva il cuoricino che batteva forte per l’emozione. Era così bella quella strana sensazione, davvero tanto. Si portò una manina al petto stringendo un poco la maglietta, poi abbassando gli occhi sussurrò “Mh… anche io… vi voglio bene…”
Naruto avvertì lo stomaco contrarsi piacevolmente, iniziò a strusciare il viso sulla guancia di Shion tutto felice, non finendo di esclamare quanto fosse tenero.
Sai, seppure non lo mostrasse così apertamente, provava le medesime emozioni di Naruto. Quando riuscì a scollargli di dosso il figlioletto, lo prese per mano e prendendolo da parte gli disse “Shion, dopo cena vuoi disegnare di nuovo con me? Ti prometto che starò con te tutto il tempo questa volta!”
Shion arricciò le labbra un momento prima di replicare “Sì… ma se il fratellino piange… devi andare da lui…”
“E se ci andassimo insieme la prossima volta? Mi potresti aiutare tu con Shinachiku!”
La luce che intravide negli occhi di Shion fu qualcosa di impagabile. Aveva capito, senza averlo letto in nessun libro, che i bambini a quell’età volevano scoprire il mondo più di ogni altra cosa. Anche fare piccole cose come l’assistere mentre si preoccupava dei bisogni di Shinachiku, poteva essere qualcosa di assolutamente fantastico per Shion.
 
 
La vita della strana grande famiglia Uzumaki-Haruno proseguiva, non senza poche difficoltà. Sakura era sempre molto impegnata in ospedale, mentre Naruto e Sai si dedicavano a missioni di vario rango. Ora che Sai aveva un poco più di libertà, aveva ripreso ad accettare anche quelle di livello A.
In qualche modo dovevano sempre far conciliare la loro vita da Shinobi, con quella maggiormente privata dei genitori. I primi mesi furono piuttosto duri per tutti, specialmente perché Shinachiku era tutt’altro che un bimbo quieto. Piangeva molto la notte e non era raro che riuscisse a svegliare pure Shion, dato che la potenza delle sue urla era molto intensa e i muri troppo sottili.
Così si ritrovavano spesso e volentieri a dover far riaddormentare entrambi i bambini, facendo le ore piccole che si accumulavano fra loro.
Negli ultimi tempi Naruto mostrava quotidianamente un paio di borse sotto gli occhi eccessivamente evidenti, tanto che la gente per strada si soffermava ad osservarlo.
 
“Ehi Naruto, buongiorno!”
“Ciao Shikamaru…”
“Aha… che brutta cera, dormito poco anche stanotte?”
“Già…”
“Bé, ascolta  ho delle notizie da darti che sono certo ti sveglieranno di colpo!”
“Eh?”
“Vieni nell’ufficio dell’Hokage a mezzo giorno in punto, ok?”
“Mh… ok…” replicò mogio Naruto, Shikamaru dopo avergli dato una lieve pacca sulla spalla lo salutò. Ovviamente era totalmente ignaro che le notizie che dovevano riferirgli, gli avrebbero sconvolto nuovamente l’esistenza.
 
 
Quando rientrò a casa, a sera inoltrata ormai, la prima ad andargli incontro fu Sakura. Dall’espressione tirata che aveva comprese che tirava una brutta aria. Si piantonò davanti l’ingresso, le braccia incrociata e gli occhi smeraldo furibondi contro lui.
“Si può sapere dove cavolo sei stato, eh Naruto?!”
“S…Sakura-chan, scusami per il ritardo!”
“Eravamo in pensiero, accidenti! Avresti dovuto avvisarci! Perché in queste situazioni non usi mai i rotoli speciali che ti ha preparato Sai per inviare messaggi?! Non sono difficili da usare!”
“Lo so, Sakura-chan! Scusami, me ne sono scordato!”
“La cena si è raffreddata, razza di stupido!” sbottò lei facendo dietro front, seguì un lungo sospiro.
“Scusami…”
“Te la riscaldo, vieni…”
A Sai non sfuggì il mezzo sorriso con cui Sakura pronunciò l’ultima frase, adorava vedere come facesse la dura ma che poi sotto sotto fosse un pezzo di pane.
Naruto consumò la cena stando incredibilmente in silenzio, tanto che sia Sai che Sakura gli domandarono se fosse ferito o avesse la febbre.
Aumentando lo stupore generale, disse a tutti di essere molto stanco e si defilò a letto subito finito di mangiare. Normalmente, anche se era stanchissimo, si sforzava di dedicare un po’ di tempo ai bambini.
“Sai…”
“Lo so Sakura, è strano! Magari domani ci parlo io e… vedo se riesco a capire cosa ha…”
Sakura sorrise comprensiva e grata a Sai, gli posò una mano sulla sua stringendola forte.
“Grazie…”
 
La notte stessa, qualcosa destò Sai dal suo sonno. Era il solito pianto di Shinachiku, ed era sicuro di aver sentito un rumore di passi che si dirigevano verso la culla del piccino. Però si accorse che il pianto proseguiva, ed era più acuto del solito, sofferente quasi.
Decise di alzarsi e di andare a controllare, sapeva che Sakura aveva il turno di notte quindi c’erano solo lui e Naruto in casa.
Scese le scale fino a raggiungere la porta che divideva i due appartamenti, proseguì poi fino alla stanza di Shinachiku. Naruto era in piedi e cercava di cullare il bimbo, ma con scarsi risultati.
“Tutto bene?”
“Sai! Non lo so… il pannolino è a posto e non ha fame! Non so perché, ma continua a piangere!”
Si avvicinò e sfiorò il visino del bimbo, fortunatamente non sembrava avere la febbre, eppure a lui quel pianto sembrava proprio sofferto.
“Dammelo un momento…” Naruto gli passò il fagottino urlante, Sai lo prese e dopo averlo cullato un poco, provò a mettergli una mano sul pancino.
Per qualche istante il piccolo parve calmarsi, Sai osservò attento le sue reazioni traendo le dovute conclusioni.
“Forse… ha un attacco di coliche…”
“Che cosa? E che diavolo è? E’ grave, dobbiamo portarlo da Sakura-chan?!”
“No, tranquillo! E’ abbastanza normale nei neonati, anche Shion ne soffriva!”
“Oh… ma tu sai come curarlo?”
“Sì, credo di ricordarmi ancora la miscela di erbe che mi aveva insegnato Sakura! Devo preparargli un biberon con una tisana…”
“Va bene, ci penso io! Dimmi solo cosa devo fare!”
 
Si diressero in cucina entrambi, Sai continuava a tenere in braccio Shinachiku tentando di placarlo, mentre Naruto seguiva le sue istruzioni su come preparare la tisana. Peccato che Naruto non brillasse molto per fare questo genere di cose.
“No, Naruto… quello è pepe, devi metterci la salvia!”
“Eh? Aha, giusto!” Le mani di Naruto vagarono incerte fra i mila barattoli presenti nella dispensa, ad un certo punto si arrese e vi voltò supplicante verso l’amico.
“Saaaai…”
Lui senza dire nulla emise un lungo sospiro, passò a Naruto il piccino e lui si mise ai fornelli. Dopo aver pestato varie erbe, averle fatte bollire e sistemate nel biberon si fece ridare Shinachiku.
Fu arduo a dir poco convincere il bimbetto a berla, ma quando la prima sorsata arrivò dritta nel suo pancino, Shinachiku iniziò a succhiare avidamente dal biberon.
“Ma come cavolo ci riesci ogni volta?”
“Nh? Che cosa dici, Naruto… ho solo più esperienza di te!”
Naruto si lasciò andare esausto sulla prima sedia che gli capitò a tiro, continuando ad osservare Sai. Provava un misto di odio e approvazione nei suoi confronti in quell’istante, ma forse era più semplicemente geloso. Iniziò una serie di sbuffi piuttosto accentuati, alla quarta volta Sai roteò le pupille verso l’alto esasperato.
“Naruto, si può sapere che cosa hai?”
“Non ho niente…”
“E’ da quando sei rientrato che sei… umh strano ecco…”
Naruto si impensierì improvvisamente, corrugando così tanto la fronte da sembrare un'altra persona.
“Sai senti… come la prenderesti se ti dicessi che oggi Kakashi sense… cioè, volevo dire l’Hokage, mi avesse convocato per dirmi che la prossima settimana passerà il testimone a me?”
“C…come? Significa che tu…”
“Sì… sarò Hokage, a partire da lunedì prossimo.”
La risposta così serafica e priva di entusiasmo da parte di Naruto preoccupò e non poco, il pittore. Sai rimescolò la saliva, si sentiva stranamente a disagio tutto un tratto, non era certo di come avrebbe dovuto reagire alla notizia. Doveva mostrarsi felice oppure no? L’unica cosa di cui era certo, era che la reazione di Naruto era molto strana.
“Umh… scusa se te lo chiedo Naruto ma… perché sembri così triste? Non sognavi di diventare Hokage da una vita?”
Naruto scattò in piedi, nervoso, gesticolando più del solito.
“Sì… insomma, lo desidero da così tanto…” si grattava freneticamente la nuca, era così agitato che Sai temette che le bende al braccio destro si sfacessero da un momento all’altro.
“Cosa ti turba?”
“Sai, hai mai avuto un sogno?”
“Io… credo di no… o almeno, non un sogno così importante…”
“Non importa che sia importante… pensa se quel sogno diventasse improvvisamente reale! Lo hai sognato per così tanto e poi tutto un tratto… è lì davanti a te…”
Sai non era sicuro, ma forse stava iniziando a comprendere l’ansia di Naruto. Socchiuse gli occhi scuri un momento, tirando le labbra in un lieve ghigno provocatorio che non passò inosservato.
“Hai paura, Uzumaki Naruto?”
Dall’evidente sussulto che ebbe l’amico, la risposta era un sonoro, inequivocabile, chiaro . Prese a camminare su e giù per la cucina, quasi in modo nevrotico, biascicando le frasi che si susseguivano una dopo l’altra. Ma totalmente prive di senso.
“Io non… non è paura! Cioè… è solo che essere Hokage non è il mio unico scopo nella vita, no? E… e poi ora sono padre, ho così tante responsabilità!”
Sai lasciò proseguire lo sproloquiare di Naruto, nel frattempo lui aiutava Shinachiku a fare il ruttino.
“Se diventassi anche  Hokage… aha, ‘tebayo, avrei sulle spalle un villaggio ed io… dai andiamo non sono così affidabile! Guardami ora! Non sono manco capace di capire che mio figlio ha le coliche!”
“Cosa c’entra questo con l’essere un buon Hokage?”
“Bé… centra eccome, dattebayo! Come posso occuparmi del villaggio se a mala pena so occuparmi di mio figlio! Se non fosse per te e Sakura-chan, io sarei perduto!”
“A cosa pensi che servano gli Shinobi se non ad essere di sostegno all’Hokage? Oppure ti consideri così tanto onnipotente da dover fare tutto da solo?”
“Ma…”
“Non sono la persona più adatta per dirlo ma… io penso che tu ti sia già guadagnato da anni il titolo di Hokage! E tutti i tuoi amici sono pronti a seguirti ed aiutarti, laddove ne avrai bisogno…”
La gola di Naruto tremò un istante, come gli occhi che si erano fatti eccessivamente lucidi. Si portò entrambe la mani al viso, respirando a fondo. Quando le scostò aveva decisamente tutt’altra espressione.
“Grazie Sai…”
 
La turbolenta nottata, parve prendere finalmente una piega migliore, Shinachiku aveva smesso di piangere e si era addormentato. I due padri tirarono un sospiro di sollievo quando richiusero la porta della cameretta del piccino, ora tranquillo. Ma per uno che era a posto, spuntava l’altro subito dopo. Difatti proprio quando stavano per dirigersi ognuno al proprio agognato letto, si videro venire incontro Shion. Fra l’altro in lacrime.
“Shion… stai bene?”
“Papà… ho fatto un brutto sogno…” sussurrò fra un singhiozzo e l’altro. Sai stava per fare un passo avanti quando venne fermato dal braccio di Naruto.
“Ci penso io! Vai a dormire, sarai stanco…”
“Grazie…”
“Nah Shion, vieni da papà Naruto! Ci penso io a scacciare subito tutti gli incubi cattivi che non ti fanno dormire!”
Naruto prese per mano Shion per portarlo in camera sua, ma la voce di Sai richiamò la sua attenzione.
“Domani mi farò perdonare offrendoti la cena di Ichiraku!”
“Mi pare il minimo! E poi dobbiamo festeggiare, no? Daremo una gran festa, e inviteremo tutti quanti, ‘tebayo!”
 
Quando Sai si coricò nel suo giaciglio, non riuscì ugualmente a prendere sonno. Si sentiva sciocco a provare una simile euforia, eppure non poteva fare a meno di essere così felice per l’amico da avere i nodi allo stomaco per l’emozione.
 
 
  
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