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Autore: Charly_Baby    11/08/2015    3 recensioni
Louis è speciale. E' morto ma... cammina. Può sembrare un mezzo morto o uno zombie ma lui si definisce solo diverso. Essendo morto non ha propriamente un vero corpo - solo ossa e qualche carne rimasta attaccata in alcuni punti. Abita nel cimitero di Holmes Chapel e gli unici amici che possiede sono i resti degli animali che buttano da sopra il recinto. Louis ha un potere, che solo dopo riesce a comprenderne il significato.
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Harry è un ragazzo normale che di amici però non ne ha nemmeno uno. Aveva avuto Niall come suo angelo custode, poi lo divenne realmente. Niall morì, e fu da lì che iniziarono i problemi. A scuola viene bullizzato per le sue gambe lunghe e per la magrezza della sua pancia. Per i suoi diciassette anni scarsi, però, è brutto essere vittima dell'anoressia. Ci prova ad essere diverso, ma certe volte non siamo noi stessi a dover cambiare.
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Louis non prova emozioni, non ha il cuore, eppure appena incontra Harry è come se rincominciasse a battere per la prima volta dopo anni.
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//Larry!Mini-long\\
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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X.




 

Sembrava che ogni piccola cosa, portasse Louis ad una sola ed una soluzione. Qualunque cosa sembrava che gli urlasse di correre, di non preoccuparsi delle conseguenze o degli ostacoli, che dopo sarebbe stato meglio, che se avesse trovato ciò che cercava ogni cosa sarebbe tornata al proprio posto. Perchè il dolore che aveva nel petto sembrava logorarlo ogni singolo giorno, e gli sembrava lo portasse in basso, verso un'oblio che a Louis non sarebbe piaciuto senza quella presenza che era diventata una costante. Provava un dolore immenso, un dolore al petto che neanche prima, quando tutto quel casino non era successo, aveva mai provato. Neanche quando, da solo, nella sua piccola ed umile casa, pensava a cosa avesse di così sbagliato da ritrovarsi lì. Ed aveva paura, ma non paura come quando i ragazzi di Holmes Chapel lo minacciavano di metterlo sul rogo, paura simile a quella di quando sei a casa, al buio, e tutto ciò che vuoi è qualcuno. Paura come quella di ritrovarsi chiuso a chiave dietro una porta, e lì con te ci sono solo le tue insicurezze più grandi, le tue paure, i tuoi scheletri dell'armadio che ti mettono la mano sulla spalla come un saluto di rincontro. Quella paura di non riuscire a raggiungere la meta, di non poter finalmente arrivare a quel traguardo che gli urlava di avercela fatta, che una volta sorpassato sarebbe stato felice. 

Ogni cosa sembrava urlargli di non aver paura, come quei fiori vicino alla tomba di Zibet, che sembravano più orgogliosi che mai, così lucenti. E così come fiori, anche zio Werther - che gli aveva detto di stare attento, ma l'aveva visto quello sguardo orgoglioso che gli aveva riservato - e pure Niall che era saltato dalla gioia, sbattendo le mani e facendo zig zag tra le tombe. E pure la luna sembrava sorridergli per infondergli coraggio, quella luna che tante volte sembrava avergli fatto un ghigno, in passato. Tutti sembravano quasi orgogliosi di lui, sembravano che lo stessero incitando a fare qualcosa... tranne quel grosso e arrugginito cancello che si ritrovava di fronte. Mai Louis si era sporto così oltre, mai. Quasi neanche si ricordò dove fosse l'uscita del cimitero, ma poi ebbe fortuna. E quando era arrivato lì, l'insicurezza, e la voglia di ritornare indietro quasi lo spinsero a mollare tutto, ma poi, quando era sul punto di rigirarsi, gli occhi del riccio gli erano apparsi nella memoria quasi fossero una foto di tanto tempo fa, un ricordo lontano che lui voleva far ritornare in vita. Louis chiuse gli occhi, cercando di metabolizzare il tutto e cercando di ricordarsi la via del riccio che Niall aveva nominato quando ancora erano insieme - «Vivi sempre nello stesso posto, Haz? Mi ricordo sia... rovent hill? 332? Oddio, sì! Come amavo la panetteria "Piccolo Forno" all'angolo.» Le parole del biondo parvero un po' sfocate alla testa di Louis, ma questo non impedì comunque a mollare il tutto. Prese un grosso respiro che lo calmò almeno un po' e, cercando di pensare del perchè lo stesse facendo, aprì la grossa anta del cancello. Avrebbe fatto tutto in tempo? La notte sembrava così lunga, ma Louis si ricordava molto bene che le persone vive restavano sveglie anche tutta la sera. Si impaurì. E se gli fosse successo qualcosa? E se l'avrebbero preso a sassate come facevano prima?

Louis incominciò a correre verso strade a lui sconosciute, cercando di arrivare il più in fretta possibile verso la casa del riccio, ricordandosi le coordinate, di capire quale strada prendere. Rintracciò poche panetteria, ma nessuna di quelle rispondeva al nome nominato dal biondo. Qualcosa nel petto di Louis si ruppe; non ce l'aveva fatta, aveva fallito di nuovo. Aveva cercato una soluzione in qualcosa troppo grande per lui, aveva fatto un passo più grosso della gamba e ora si era sbilanciato. Era caduto, di nuovo. Con le mani lungo i fianchi cercò un po' di lato positivo in questo... ma tutto ciò che riuscì a ricavare nella sua mente distrutta era che Harry forse non sarebbe più tornato da lui. Quella mattina si era alzato determinato più che mai a fare qualunque cosa pur di farsi dare delle spiegazioni sul perchè il riccio non era stato presente, perchè Louis avrebbe fatto qualunque cosa per il suo Smeraldo; come andare a cercarlo, di notte, anche con la certezza che se qualcuno l'avrebbe visto, si sarebbero arrabbiati con lui, e avrebbero urlato, pianto, sarebbero scappati terrorizzati dal suo essere. E anche se il sol pensar questo a Louis procurava un dolore immenso al centro del petto, non poteva non provarci. Perchè è sempre così, no? In amore, intendo. Quando ti innamori di una persona fai di tutto per quella, ogni cosa. E Louis per Harry avrebbe fatto di tutto. 

Tutte le sue certezze caddero e solo quando una piccola goccia di pioggia gli cadde sui capelli sporchi, alzò la testa al cielo. Sembrava che ogni certezza che aveva pensato, crollasse. Aveva detto che non sarebbe piovuto, come era convinto di poter trovare Harry. Si alzò il cappuccio nero della tunica sopra la testa e rialzò lo sguardo, così, per caso, e accadde. Rilesse molteplici volte la stessa scritta insicuro di essersi sbagliato, di aver le allucinazioni. L'incisione ROVENT HILL su un grosso pezzo di metallo colorato, era posizionata su un palo poco robusto. Louis cercò di non urlare per la felicità e incominciò a correre, leggendo i numeri delle case il più velocemente possibile. Il 332 era poco più in là; la luce di una camera accesa. Il bagliore della luna rese il viso di Louis più sereno. Chiuse gli occhi, si morse il labbro, e ringraziò ogni qualunque essere vivente per aver fatto accadere quel miracolo. Harry era a pochi centimetri di distanza, avrebbe potuto abbracciarlo nuovamente, o correre tra le sue braccia e farsi spiegare perchè non era più tornato...

Louis, che aveva ripreso a camminare, si bloccò. Perchè non era più tornato? E se avesse smesso perchè non aveva più voluto vedere la brutta faccia di Louis? Se fosse per questo motivo? Oppure perchè odiava la sua compagnia e aveva deciso di lasciarlo, no? Cosa avrebbe detto se fossero state queste opzioni? Come si sarebbe sentito?
 
Louis aveva provato dolore, tanta sofferenza e solitudine. Louis ne aveva abbastanza di tutto questo, di quei tempi in cui le giornate erano poco chiare e senza senso, di cui ogni giorno era solo ed uno passare delle ore. Poi arrivò Harry e quei giorni, quelle ore, avevano un senso perchè Louis aspettava così impaziente la sera per poter incontrare Smeraldo, era così felice quando lo conobbe che ogni volta che lo vedeva lo ringraziava con lo sguardo per averlo seguito, quel giorno. Louis non soffriva più di solitudine, non provava dolore e aveva due nuovi amici. Ma sembrava che lui fosse destinato a cadere nell'oblio, e no, no, Louis non l'avrebbe permesso di nuovo. Con tanto - tantissimo - coraggio, si fece forza e si incamminò verso la porta. Alzò la mano per bussare ma... se ci fossero state altre persone in casa? La luce alla sua destra si illuminò improvvisamente facendolo sobbalzare, e si nascose dietro il muretto che divideva il giardino della casa con l'altra. Vide un'ombra aggirarsi per la stanza, non riuscendo a riconoscere il volto a causa delle tende. Riuscì a distinguere dei ricci scompigliati e un sorriso mozzafiato gli incurvò le labbra. Era lì. Era Harry, il suo Smeraldo. Cominciò ad avvicinarsi senza farsi sentire e bussò alla finestra di quella che riconobbe come la cucina. Vide l'ombra di Harry fermarsi a quel leggero tocco e lo vide camminare verso la finestra, proprio davanti a lui. Quando Harry aprì la finestra, se Louis avesse avuto un cuore gli sarebbe scoppiato di un'immensa felicità. Sorrise come mai aveva fatto, con i denti ben in vista e gli occhi - l'occhio - che luccicava. L'espressione di Harry passò da curiosa, a spaventata, a, ancor peggio, tremendamente sbalordita; la bocca aperta e gli occhi sgranati. Louis si portò una mano alla bocca e cercò di attutire una risata a quell'espressione. Harry quasi gli venne da piangere e sorrise, andando subito ad aprire la porta.
 
«Ciao.» Louis, che si era posizionato davanti all'entrata, gli sorrise ancora. Alzò il braccio in segno di saluto e si guardarono per minuti che a Louis parve l'eternità. Non si aspettava di certo quell'abbraccio spacca-ossa in cui Harry lo strinse, ma era felice così perchè si erano ritrovati e ogni cosa andava per il meglio. Se Louis avesse avuto un cuore, probabilmente starebbe battendo proprio come quello di Harry. 










 
Mi vergogno di me stessa per questo immenso ritardo e potrei giustificarmi in ogni modo (ad esempio che non voglio che questa storia finisca, o che sono stata troppo pigra per pubblicare, oppure anche che il libro che mi hanno dato per le vacanze sembra che acquisti sempre più pagine man mano che vado avanti; cose del tutto vere, alla fine) ma non lo farò, perchè comunque era un compito che dovevo portare a termine e non l'ho fatto.

Spero che nel frattempo non abbiate abbandonato la storia, perchè comunque ci tengo molto sia a voi che ad ogni capitolo che posto. Siamo al decimo capitolo e anche il penultimo!  Piangete con me :(

Abbiamo un piccolo Lou che ha affrontato le sue paure e ho dato l'anima per scrivere questo capitolo, provando a mettere l'ansia, la paura e la felicità che il protagonista prova ad ogni momento preciso della storia.
Spero vi sia piaciuto.

A domenica, spero.
Un bacione
Charly Baby


 
  
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