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Autore: wingedangel    13/08/2015    2 recensioni
Zaira, principessa delle ninfe, poche settimane dopo il suo sedicesimo compleanno finalmente sogna l'uomo destinato a diventare suo marito e re al suo fianco.
Esce dal lago, pronta a soggiogarlo con un'incantesimo e portarlo via con sè... ma su Alan l'incantesimo non funziona, e Zaira è costretta a farlo innamorare 'alla maniera degli umani'.
Zaira è determinata ma il tempo è tiranno, la regina soffre di una misteriosa malattia che la sta lentamente conducendo alla morte, Zaira deve sbrigarsi se non vuole che le sirene riescano a prendere il potere e cacciare le ninfe dal lago...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6


Alan si presentò puntuale a casa di Ethan quel sabato sera, al Black Rose avevano organizzato una festa e l'amico gli aveva chiesto un passaggio. Alan diede un colpo di clacson e dopo pochi minuti il suo amico salì in macchina.


“ Allora? Come mai questa richiesta di recupero? Pensavo che saresti venuto alla festa con Iris.” Gli chiese.


“ No, lei è andata là presto, deve lavorare. E visto che per colpa della tua punizione in questi giorni ci siamo visti poco, volevo fare due chiacchiere con il mio migliore amico.”


“ Ma Iris lavora anche stasera? Non finiva alle 18?” chiese Alan.


“Ha chiesto un cambio, abbiamo passato il pomeriggio insieme, così stasera lavora un paio d'ore poi stacca e viene a divertirsi.”


Placata la sua curiositá i pensieri di Alan andarono subito a Zaira. Chissà se ci sarebbe stata anche lei. Ma cosa andava a pensare? Perché sentiva il desiderio di rivederla? L'aveva vista a scuola, avrebbe dovuto bastargli, invece voleva rivederla, come se le piacesse... no, non poteva desiderare Zaira, non era giusto nei confronti di Chloe.


“Ehi amico, che succede? A che pensi?” Gli chiese Ethan, rendendosi conto che l'amico era stranamente silenzioso.


“Niente, scusa. Ero sovrappensiero. Chissà quanta gente ci sarà stasera, di sicuro tutta la scuola...”


“ Si Zaira ci sarà, è andata con Iris.” Rispose Ethan.


Alan trattene a fatica un sorriso.


“Io non...” cominciò.


“Senti, alle feste al Black Rose ci va sempre tutta la scuola, non sarebbe certo una novità... ce l'hai scritto in faccia che è di lei che vuoi sapere!”


Alan fece per protestare ma si rese conto che sarebbe stato inutile..


“ A proposito di Zaira, lei e Iris hanno già legato, eh? Beh almeno si è fatta un'amica, i nostri compagni di solito non sono molto ospitali con la gente di fuori...” disse.


“ Beh a quanto pare questo non sarà un suo problema, la adorano già tutti.”


“ Davvero?”


Alan faticava a crederci, c'erano già stati studenti nuovi a scuola e puntualmente venivano presi di mira per scherzi di ogni tipo dai suoi compagni. Come poteva essere che Zaira l'avesse scampata?


“ Si, non hai saputo di come ha risposto al professor Smith?”


“ No, che ha combinato?”


Ethan ridacchiò.


“ Se me lo chiedi così sembri sua madre, comunque lui l'aveva beccata a chiacchierare con Iris, e lei l'ha subito messo a tacere, da come me l'hanno raccontata deve essere stata una scena impagabile.”


Alan rise. Finalmente qualcuno gliel'aveva fatta vedere a quella sottospecie di professore.


 

Poco dopo i ragazzi arrivarono al Black Rose, il locale aveva aperto solo da un'ora ma c'era già parecchia gente, soprattutto studenti della Riverside. Erano in pochi a ballare sulla pista, la maggior parte della gente stava ancora intorno al bar, così Alan ed Ethan fecero non poca fatica a raggiungere Iris al bancone. La ragazza era impegnata a servire un gruppetto di ragazze, così si appoggiarono al bancone ad aspettare il loro turno, accanto alle ragazze Alan scorse Zaira, appoggiata al bancone che osservava l'amica con l’aria un po’ spaesata.


“ Ehi ciao! Ci sei anche tu!” le disse.


Alan era felice di vederla, e questo lo fece sentire in colpa, lui amava solo Chloe, non poteva lasciarsi irretire dalla prima bella ragazza che vedeva. Eppure Zaira era così bella, e sembrava così indifesa, c'era qualcosa nel suo sguardo, sembrava che non solo la scuola, ma tutto ciò che aveva intorno fosse nuovo per lei. Alan voleva prendersi cura di lei, anche se non ne comprendeva il motivo. Il suo cuore accelerò per un momento quando lei sorrise. Ma che gli stava succedendo?


“ Eh già, Iris non mi ha dato molta scelta, o venivo con lei oppure non mi passava il compito di algebra.”


Alan ridacchiò.


“ E io che pensavo che tu fossi una brava ragazza! Appena arrivata e già copi i compiti?”


“ Beh ognuno ha le sue materie, con la storia e la letteratura me la cavo, ma i numeri decisamente non fanno per me.”


“ Ti capisco. Allora, ti piace la festa?”


Zaira esitò un attimo prima di rispondere. Si guardò intorno, a disagio.


“ Si, dai. C’è parecchia gente.”


“ Sii sincera. Non mi sembri molto a tuo agio.”


Zaira alzò le spalle e sospirò.


“ Beh, che posso farci? Sono appena arrivata e mi trascinano qui, in mezzo ad un mare di gente che non conosco, musica troppo alta, e la mia amica è troppo impegnata con il lavoro per chiacchierare. Mi sento un po’ spaesata ma mi ci abituerò.” confessò.


Alan le sorrise e le porse la mano.


“ Vuoi uscire?” le chiese.


“ Ma sei appena arrivato…”


“ Non importa, almeno possiamo farci due chiacchiere in tranquillità senza dover urlare.”


Zaira sorrise e gli prese la mano, Alan la guidò fuori dal locale, e, girato l'angolo, si sedettero su una panchina poco distante.


“ Scusa se ti ho costretto ad uscire, ma mi sentivo un pesce fuor d’acqua là dentro.” esordì Zaira.


Alan le sorrise per rassicurarla. Non gli dispiaceva di essere uscito dal locale per parlare con lei, indipendentemente dai suoi sentimenti che lo stavano mandando in confusione, sapeva di doverle delle scuse. Sua madre aveva ragione, era stato un vero cafone nei suoi confronti, e ora Zaira aveva tutto il diritto di sapere il vero motivo che l'aveva spinto a risponderle così. No, si disse Alan, non era quello il vero motivo, per la prima volta sentiva il bisogno di parlare di Chloe con qualcuno, e sentiva che di Zaira si poteva fidare.


“ Non devi scusarti, non mi hai costretto a far nulla, sono stato io a chiederti se volevi uscire, no? Poi volevo scusarmi con te, e quello non era il posto adatto.”


“ Scusarti? Per cosa?”


“ L’altro giorno, in macchina di mia madre, ho detto delle cose che non avrei dovuto. Ho ripensato molto a come ti devono essere suonate le mie parole, e mi vergogno di quel che ho detto. Quindi è giusto che tu sappia la verità…” le disse.


Zaira gli sorrise.


“ Non è necessario, sapevo che non c’era cattiveria in quello che hai detto, non me la sono presa, stai tranquillo.”


“ Hai ragione, non l’ho detto con cattiveria, è solo che sono stufo che mia madre e i miei amici continuino a spingermi a cercare una ragazza così insistentemente. So che lo fanno solo perché vogliono vedermi felice, ma non è con un’altra ragazza che sarò felice.” disse Alan, più a se stesso che a lei.


A quelle parole Zaira si incuriosì, e non potè fare a meno di chiedere spiegazioni.


“ Un’altra ragazza? Scusami ma non ti seguo, per caso si tratta di una storia finita male?”


“ Beh potremmo metterla anche così. Vedi, avevo una ragazza, Chloe, due anni fa le hanno diagnosticato un tumore, e dopo nemmeno un anno mi ha lasciato…”


“ Oddio, mi dispiace…” disse lei, senza sapere come continuare.


“ Ora capisci? Capisci perché ho risposto così a mia madre? Non ce l’avevo con te, tu sei una bellissima ragazza, ma io non posso avere un’altra ragazza, non sarebbe giusto nei suoi confronti.” confessò lui.


Zaira annuì, triste. Ora che sapeva la verità, si rendeva conto che sarebbe stato ancora più difficile farlo innamorare e convincerlo a seguirla. Sembrava che ogni giorno che passava si aggiungesse un ostacolo al raggiungimento della missione, ma doveva riuscirci, sua madre aveva bisogno di lei, e Zaira non voleva perderla senza rivederla almeno una volta. Eppure erano passati quattro giorni e lei aveva fatto ben pochi progressi, si sentiva frustrata ma non poteva darlo a vedere ad Alan.


“ Ti capisco, ma capisco anche i tuoi amici, non è giusto che continui a impedirti di essere felice. Nessuno ti chiederà mai di dimenticarla, credo che vogliano solo che tu vada avanti. E prima che tu te ne esca con frasi del tipo ‘che vuoi saperne tu di lei?’ sappi che capisco come ti senti. Mia madre sta per morire per la stessa ragione, e non posso nemmeno andare a trovarla.” si lasciò scappare Zaira, mentre una lacrima le solcava il volto.


Istintivamente Alan la abbracciò, non immaginava che lei stesse passando lo stesso suo inferno.


“ Mi dispiace, ma perché non puoi andare a trovarla? So che hai detto che è lontana, ma non potresti farti accompagnare da tua zia e andare da lei ogni tanto?”


Zaira scosse il capo.


“ Se potessi sarei già là, ma quello che fa più male è che è stata lei a dirmi che non vuole che vada da lei.” confessò, triste.


Ormai Zaira piangeva tra le sue braccia, si rendeva conto che aprirsi con un ragazzo che conosceva così poco forse non era una buona idea, ma aveva un tale bisogno di parlarne che non le importava nulla delle conseguenze, voleva fidarsi di Alan, dopotutto lui era il suo Sogno.


“ Cosa? Perché?”


' Perchè devo sbrigarmi a portarti nel nostro castello, non posso perdere altro tempo, per quel che ne sappiamo ogni giorno può essere l'ultimo.' pensò lei.


“ Non lo so…” disse.


“ Non preoccuparti, non mi importa quanto lei sia lontana, se vuoi andare a trovarla ti ci accompagnerò io. Sono sicuro che quando ti vedrà non riuscirà a mandarti via.”


Zaira lo guardò, non poteva accettare, non poteva portarlo da sua madre, non prima di averlo fatto innamorare e di avergli detto la verità. Però non aveva tutti i torti, sua madre non poteva impedirle di andare a trovarla per assicurarsi che stesse bene, non voleva che lei se ne andasse senza che potesse rivederla almeno una volta.


“ Ti ringrazio, ma non posso chiederti questo, ne parlerò a So… a mia zia, e vediamo se riesco a convincerla.”


Alan non capiva come una madre potesse decidere di rinunciare a vedere la figlia, soprattutto quando stava per morire. Poi guardò il bracciale che portava al polso, e il suo pensiero andò alla sua vera madre, che aveva dovuto rinunciare a lui subito dopo averlo messo al mondo. Chissà dov'era ora? Alan non sapeva nemmeno se fosse ancora viva… No, non poteva lasciarsi trascinare da quei pensieri, Zaira aveva bisogno di lui, non poteva pensare solo a sé stesso.


“ Va bene, ma se andasse male non esitare a chiamarmi, ok? Non è un problema per me, davvero.”


Lei sorrise, Alan era davvero un bravo ragazzo, così generoso e disponibile, anche se la conosceva poco.


“ Grazie Alan, davvero.”


Lui le sorrise, asciugandole le ultime lacrime che le rigavano il volto.


“ Non fa nulla, davvero. Vuoi tornare dentro o ti riporto a casa?”


“ Puoi portami a casa? Se non ti dispiace, naturalmente.”


Zaira non era dell'umore adatto per festeggiare, non dopo quello che si erano detti lei ed Alan.


“Nessun problema. Andiamo.” le disse lui alzandosi dalla panchina.


Così salirono in macchina e tornarono a casa di Zaira, durante il tragitto parlarono tranquillamente come se nulla fosse successo, ma ora Zaira sapeva che sarebbe stato ancor più difficile farlo innamorare, lui non si sarebbe mai permesso di amare un’altra ragazza dopo quello che era successo con Chloe.


“ Però è proprio un peccato che non ci sia modo di farti innamorare.” disse lei ridacchiando mentre scendeva dall’auto.


Prima che potesse rendersi conto di quello che diceva Alan rispose:


“ Beh, non sarà facile.”


Zaira sorrise ed entrò in casa. Alan mentre rimetteva in moto si rese conto che per la prima volta dopo la morte di Chloe stava prendendo in considerazione l’idea di innamorarsi di nuovo, questo lo spaventava, non voleva tradire in alcun modo Chloe, eppure quando era insieme a Zaira si sentiva felice come non era ormai da tempo. Zaira era molto diversa da Chloe, ma riusciva a risvegliare il suo lato romantico, Alan non voleva illuderla, ma non riusciva a fare a meno di essere gentile con lei, di starle vicino. Poi si rese conto del significato delle parole di Zaira. Aveva ammesso di essere interessata a lui! Lei, bella come una dea, era interessata proprio a lui, Alan non riuscì a trattenere un sorriso soddisfatto, felice che lei ricambiasse i sentimenti che lui ancora non voleva ammettere di provare.


 

Quando Alan tornò al Black Rose, trovò Iris e Ethan che chiacchieravano esattamente dove li aveva lasciati.


“ Ehi amico, capisco Iris che sta lavorando, ma tu non sarai mica venuto fin qui per far tappezzeria?” disse appena li raggiunse.


“ Beh io almeno non sono sparito nel nulla per quasi un’ora, dove diavolo eri?” gli chiese Ethan.


Iris aveva appena finito il turno, si stava togliendo il grembiule per andare a festeggiare insieme ai suoi amici quando si accorse dell'assenza dell'amica.


“E Zaira dove l’hai lasciata?” chiese ad Alan.


“ A casa, abbiamo parlato un po’ poi mi ha chiesto di riaccompagnarla.”


“ Ma tu guarda! Mi pianta in asso senza dirmi una parola, se lo scorda il compito di algebra lunedì!” disse Iris ridacchiando.


“ Le ho raccontato di Chloe.” Confessò lui.


Iris e Ethan smisero immediatamente di ridere e lo guardarono quasi increduli, Alan non parlava mai di Chloe, e quando erano loro a nominarla lui cambiava subito espressione, troncava la discussione con un ‘che volete saperne voi?’ e scappava via. Perciò ora sapere che ne aveva parlato con una quasi sconosciuta, se da un lato li preoccupava, dall’altro li faceva ben sperare, forse era un segno che Alan era finalmente pronto a guardare avanti.


“ Ora perché mi guardate così? Ho dovuto dirglielo dopo la figura che mia madre mi ha fatto fare con lei. Non potevo mica lasciarle credere che fossi un tale cafone! Comunque adesso è inutile pensarci, anche se lei sa di Chloe questo non cambia nulla, no?”


Ethan sospirò, forse davvero non era cambiato nulla, Alan continuava a mettersi sulla difensiva quando si trattava di riprendere in mano la sua vita e ricominciare a provare dei sentimenti. Dalla morte di Chloe era diventato molto più freddo, si era chiuso in sé stesso, non voleva condividere con nessuno la sua sofferenza, nemmeno con i suoi migliori amici. Con Zaira però Ethan aveva notato che lui cambiava, sembrava tornare il ragazzo spensierato di un tempo, sperava proprio che non fosse solo una sua impressione, il suo amico meritava più di chiunque di essere felice e sperava che Zaira riuscisse dove lui ed Iris avevano sempre fallito.


 

CANTUCCIO AUTRICE:

Arieccomi! Ciao a tutte, eccovi un nuovo capitolo, Alan amava Chloe ma sembra che stia cominciando a mostrare un certo interesse per la nostra protagonista, dopotutto non si può soffrire per sempre, no? (per fortuna!) Sembra che il periodo nero di Alan stia lentamente passando, ma non basterà una cotta per convincere Alan a seguire Zaira e mollare tutto..

Purtroppo Lunedì parto per la Grecia e non credo di aver pronto il prossimo capitolo in tempo, è un capitolo delicato e preferisco scriverlo bene piuttosto che rifilarvi un aborto (ora come ora è un'accozzaglia di vari pezzi presi qua e là dalle varie revisioni che ho fatto a questa storia prima di postarla), quindi per l'aggiornamento putroppo se ne riparla dopo il 24 :(

Però vi lascio con un piccolo spoiler nell'attesa: nel prossimo capitolo (a meno che non mi esca troppo lungo e decida di spezzarlo) Zaira finalmente capirà perché l'incantesimo per soggiogare Alan non ha funzionato… (anche se in questo capitolo vi ho lasciato un dettaglio che... forse ci potete arrivare da sole, se avete idee scrivetele nelle recensioni)

Ok ho scritto un poema, altro che 'cantuccio', è una stanza intera! :D A presto ragazze, grazie a tutte per le recensioni e le seguite, vi amo!

Baci,

wingedangel.

   
 
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