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Autore: Charly_Baby    16/08/2015    2 recensioni
Louis è speciale. E' morto ma... cammina. Può sembrare un mezzo morto o uno zombie ma lui si definisce solo diverso. Essendo morto non ha propriamente un vero corpo - solo ossa e qualche carne rimasta attaccata in alcuni punti. Abita nel cimitero di Holmes Chapel e gli unici amici che possiede sono i resti degli animali che buttano da sopra il recinto. Louis ha un potere, che solo dopo riesce a comprenderne il significato.
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Harry è un ragazzo normale che di amici però non ne ha nemmeno uno. Aveva avuto Niall come suo angelo custode, poi lo divenne realmente. Niall morì, e fu da lì che iniziarono i problemi. A scuola viene bullizzato per le sue gambe lunghe e per la magrezza della sua pancia. Per i suoi diciassette anni scarsi, però, è brutto essere vittima dell'anoressia. Ci prova ad essere diverso, ma certe volte non siamo noi stessi a dover cambiare.
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Louis non prova emozioni, non ha il cuore, eppure appena incontra Harry è come se rincominciasse a battere per la prima volta dopo anni.
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//Larry!Mini-long\\
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XI.




 
Dopo quella notte, tra abbracci e spiegazioni ben volute, tutto ritornò alla normalità. E con normalità intendo che Harry prese regolarmente ad andare a trovare Louis ogni sera - ovviamente dopo aver scontato gli ultimi giorni in casa a causa della punizione. E con tutto, intendo proprio tutto. Ad esempio Anne, che, dopo una lunga serie di spiegazioni da parte del figlio, aveva capito che ormai era innamorato perso di un ragazzo - quando le disse di essere gay, aveva semplicemente sorriso e gli aveva raccontato che gli andava bene così. Harry era strafelice - e che ogni sera lo andava a trovare. Non gli aveva espressamente detto che si trattasse di un ragazzo mezzo morto - oddio, no -, ma che comunque usciva di sera perchè i genitori di questo volevano che non frequentasse nessuno. Quindi, Harry, invece che alle undici, partiva alle nove da casa, avvertendo sua mamma e dicendole di stare tranquilla e che sarebbe tornato presto. O, ancora un'altro esempio; Annabeth, dopo ottantaquattro lunghi anni e una dura vita passata un po' in compagnia e un po' a cavarsela da sola, aveva ceduto. Era morta pochi giorni dopo che Louis aveva fatto pace con Harry, e, anche se è una cosa brutta pensare che una persona fosse morta, Werther era così felice da ballare e danzare insieme a Louis e pregarlo di fare le sue "strane magie" - come lui le chiamava - anche su Annabeth. Dopo aver portato in vita anche Annabeth e averle spiegato il mondo dei non-morti, finalmente anche un bel lieto fine era giunto per quell'amore che mai era appassito. Oppure, l'altro esempio; Niall era riuscito a conoscere nuova gente, a uscire dal guscio e abituarsi a quella strana sensazione. Aveva conosciuto Werther e Annabeth, presentati da Louis, e Niall era stato ore e ore ad ascoltare i racconti dei due sulle loro avventure da giovani. Il biondo era pure riuscito a convincere Louis e Harry che il nome Larry era troppo carino e dolce poichè era l'unione dei loro nomi, i Larry avevano ceduto, da una parte perchè quel nome era seriamente troppo dolce e dall'altra perchè Niall era diventato troppo insopportabile. E poi c'erano quei due innamorati che, neppure oggi, dopo cinque lunghissimi giorni, non si erano ancora dichiarati amore. Solo abbracci, baci sulle guance, strette di mano e... tutto come al solito. Ma no, Louis era convinto che quello era il giorno perfetto, che era l'ora di potersi confidare e se non fosse stato ricambiato, Louis non ne avrebbe fatto un dramma - ovviamente, non davanti al riccio; una volta tornato a casa sarebbe probabilmente scoppiato a piangere. 

Non sapeva esattamente come progettare quell'appuntamento che avrebbe voluto mettere in atto, ma il vecchio e felice Werther gli aveva confidato molteplici volte che la semplicità sapeva conquistare il cuore di chiunque. E lui era la semplicità che voleva, che ormai amava con tutto se stesso. Louis sorrise, perchè sapeva come rendere Harry felice, e sapeva come poter conquistarlo. Ci avrebbe provato, e se niente avesse funzionato, avrebbe semplicemente smesso di abituarsi all'idea di avere qualcuno su cui contare. 



Harry era in ritardo quella sera, ma abbastanza da farsi perdonare da Louis, o, almeno, lui sperava fosse così. Era appena arrivato al grande cancello in ferro quando vide qualcosa che lo fece rimanere di stucco. Un... foglietto? Che ci faceva un foglio sopra il cancello di Holmes Chapel? Il lampione lì accanto gli permise di leggere ciò che c'era stato scritto. 

Spero non mi odierai per questo,
ma è l'ora di dirtelo. 
E quale modo migliore della caccia al tesoro?
Visto? Ora so scrivere! Ricordi dove mi hai insegnato?


Harry chiuse gli occhi, sorrise e quasi gli venne da piangere; Louis aveva fatto tutto questo per lui! Dovette resistere all'impulso di saltare e ridacchiare per tutto il marciapiede da tutta l'euforia che era nutrita dentro di lui e dovette mordersi il labbro per non urlare. Il suo cuore prese a battere fortissimo e si dimenticò di tutti i problemi, del brutto voto a matematica che aveva preso oggi a scuola e che era arrivato un po' in ritardo. Cercò di spazzare via ogni problema e rilesse il foglio un paio di volte prima di capire dove lui dovesse andare per trovare un'altro bigliettino. Ricordi dove mi hai insegnato? Harry se lo ricordava benissimo, quindi prese a camminare con il cuore che batteva troppo forte. La tomba di Werther era poco lontano da lui e ci rimase male quando non vide nessun biglietto ad aspettarlo. Magari si era sbagliato, magari non doveva andare lì. Rilesse il biglietto e quando alzò nuovamente lo sguardo, si guardò intorno. Lui sapeva che era lì dove gli aveva insegnato, se lo ricordava! Girò intorno alla tomba ed eccolo lì. Il sorriso di Harry riapparse sul suo volto e lo prese di furia, avendo paura che potesse volare via. 

Sei già qui? Pensavo non riuscissi a trovare il posto.
Okay, Smeraldo, ci siamo quasi. 
Ma, ammettilo, il fiore che ti ho regalato ti è piaciuto troppo.
Lo tieni anche sulla tua scrivania! 


A Harry quasi parve di sentire la risata di Louis nelle orecchie quando lesse l'ultima frase, e cercò di ignorare il modo di cui l'avesse chiamato - perchè, andiamo, era arrossito da cima a fondo e... Dio! - Harry ora era confuso... dove doveva andare? A casa, a cercare sulla sua scrivania o... in un'altra zona? Il fiore ce l'aveva ancora sulla scrivania ma, doveva ritornare fin laggiù? Rimase per minuti a rileggere l'ultimo bigliettino, cercando di capire cosa fare. Poi si ricordò. Da Zibet! Era lì che gli aveva donato quel piccolo dono, e se si fosse sbagliato, sarebbe corso fino a casa sua cercando di far presto. La casa di Louis non era poi così lontana e ci impiegò pochi secondi ad arrivarci. Guardò ai suoi piedi, immaginando subito che il foglietto potesse trovarsi lì. Lo vide, con appoggiata sopra una piccola margherita bianca. Harry se la mise tra i capelli, perchè almeno aveva le mani libere e lesse il bigliettino. 

Bravissimo, Smeraldo!
Il fiore è per te, perchè è così semplice per un ragazzo semplice.
Fai veloce che ho bisogno di dirtelo!
Ricordi dove tutto è iniziato?


Harry si bloccò. Loro si erano conosciuti proprio lì, dalla tomba di Zibet, lo ricordava perfettamente. Dove sarebbe dovuto andare? Corrugò la fronte e si guardò in giro; forse Louis sarebbe spuntato da qualche parte. Aspettò un paio di minuti, capendo che doveva far qualcosa, che non era quello il posto dove si erano incontrati. Ma allora... dove? Harry non ricordava, Niall l'avrebbe di certo aiutato. Aveva sempre la situazione per questo genere di situazioni. Niall avreb- "Niall!" Harry sgranò gli occhi e corse verso la tomba dell'amico e poco dopo lo vide. Come aveva fatto a dimenticare? Era andato lì la prima notte, doveva parlare con Niall, Louis era dietro l'albero, così bello, così bambino. Ed anche ora Louis era lì, così solare, con un sorriso di sollievo. Aveva avuto così tanta paura che Harry non si fosse presentato perchè avesse dimenticato quei posti così importanti per lui, oppure che i foglietti sarebbero potuti volar via al primo colpo di vento; Louis aveva fatto il più possibile per cercare di attaccargli il più in fretta possibile. Ma ora Harry era lì, e sentiva il suo cuore battere nelle orecchie. 

«L-Louis!
» Harry gli saltò al collo, sorridente, e Louis quasi si sentì male quando ricevette uno, due, tre baci sulle guance fredde. Chiuse gli occhi, godendosi il momento. «Tutto questo è così bello! Perchè?» Harry non si staccò per dire quelle parole, ma invece strinse più forte il corpo dell'altro. Louis sospirò, cercando di mantenere il respiro regolare e staccò piano il suo corpo dall'altro. Harry era ancora sorridente, e questo lo rese più tranquillo.

«Avevo bisogno di dirti una cosa.» Louis deglutì anche se lui saliva non la produceva, sentì la gola chiudersi e aveva quasi paura. E se Harry non volesse tutto questo? Rimasero in silenzio per alcuni minuti, Harry con lo sguardo rivolto su quel viso così angelico, e Louis con lo sguardo rivolto verso quel fiorellino incastonato su quei capelli morbidi e ricci. Alzò una mano e toccò quei capelli soffici, sorridendo appena. «Ti amo.» Sembrò dirlo con tale naturalezza che il cuore di Harry nemmeno se lo aspettava, mancando un battito o due per poi incominciare a battere fortissimo. Lo guardò con sguardo quasi sollevato e mise una mano sulla guancia dell'altro prima di rispondere. Sorrise, sorrise davvero tanto, facendo spuntare le due fossette ai lati delle labbra. Ridacchiò un po' prima di «Anch'io.» rispondere.

Poi si baciarono. Un bacio di quelli dolci, pieni d'affetto e così semplice. Semplice e perfetto, come loro erano in quel momento. 

Louis non aveva un cuore, non si ricordava neanche di avercelo mai avuto. Ma decise che, se ne avesse avuto uno, sarebbe sicuramente strabordato d'amore verso il suo piccolo Smeraldo.




Il grande cimitero di Holmes Chapel quella notte sembrava quasi magico, dall'atmosfera tranquilla e tenue, un fascio di luce illuminava qualche tomba e la bellissima luna faceva risplendere i volti dei giovani passanti; il lupo scheletrico nella valle aveva incominciato ad ululare il suo canto, rendendo il tutto anche un po' misterioso; i piccoli pipistrelli volavano da parte a parte nel cielo infinito; le nuvole grige oscuravano qualche volta la luna piena facendo spegnere l'unica fonte di luce su quel terreno. Per Louis tutto questo era così familiare, gli ricordavano i giorni tristi seduti su una roccia in compagnia solamente dei suoi pensieri. Quei giorni tristi in cui rimpiangeva di essere quello che adesso è, quei giorni tristi in cui voleva una compagnia capace di fargli spuntare il sorriso, quei giorni tristi che adesso sembravano così lontani da quelli di oggi che, a rendere il suo sorriso perfetto, c'erano le uniche due persone di cui aveva bisogno per rendere la vita un po' più completa. Le uniche due persone per cui si alzava ogni mattina più determinato che mai a non arrendersi, a sorridere ancora come mai aveva fatto prima, a essere migliore. Ogni mattina si alzava dalla sua casetta sorridendo, ripensando che c'erano due smeraldi ad aspettarlo, a proteggerlo e ad accudirlo. Mai nessuno gli aveva fatto provare sensazioni del genere, e quando, una volta in passato, Louis si era addormentato tra le braccia di Smeraldo sognando l'amore, si era un po' scioccato. Perchè i morti non dormono, e non sognano. Ma questo era accaduto solamente una volta, e Louis quasi non se lo ricordava più. Quasi. 

La sua vita era migliorata, capovolgendosi da sotto a sopra; mai era stato male, e mai aveva ripensato a quei giorni tristi. Harry e Niall si erano rivelati essere un appiglio così forte da non potersene più liberare. Louis può considerare quei due lunghissimi anni, i suoi preferiti: erano successe così tante cose che Louis faceva fatica a ricordarsene tutte, ma ogni giorno chiudeva gli occhi e ripensava a quando lui e Niall avevano imboccato il piccolo Harry perchè era ancora troppo magro, o quando Niall aveva voluto fare un giro del cimitero e, tra le tombe, aveva visto una foto di una ragazza bellissima col nome Alysha - ora se nessuno lo trovava da qualche parte, Niall era lì a parlare con la foto di lei. Louis si era pure offerto per portarla nuovamente in vita, ma Niall era troppo timido per parlare ad una ragazza così bella. Louis si ricorda anche quando lui e Harry hanno fatto l'amore per la prima volta, da Zibet, la notte del diciottesimo compleanno di Harry. Era stato tutto così dolce, così lento. Harry era penetrato in lui dolcemente, senza fargli male, spingendo lentamente fino a fargli raggiungere il culmine. Si erano stesi e poi avevano dormito insieme - fu esattamente quella notte che Louis si trovò a sognare. Erano pure andati a fare un giro della città - di notte, ovviamente - e Harry si era ritrovato a fare da guida come i giri per i turisti, con il paletto per farsi riconoscere - era un bastoncino improvvisato con un pezzo di stoffa avvolto sopra. Louis si era divertito a guardare Niall sbavare - non letteralmente - davanti ad una vetrina con dentro dei dolciumi e caramelle. Louis aveva chiesto cosa fossero e Niall gentilmente gli aveva spiegato che erano un cibo dolce e zuccherato di cui lui andava pazzo. Da lì, Louis chiese molte volte cosa fosse un oggetto trovato per caso al cimitero o dimenticato sul muretto della recinzione. Tipo un fumetto, o un pupazzo, o delle cuffiette. Poi Niall aveva deciso che da quel giorno in poi, una notte sì e una no, si dovevano trovare sulla roccia davanti alla sua tomba per poter parlare degli oggetti che adesso si trovavano in circolazione. Louis amava fare quelle lezioni private abbracciato al suo Smeraldo.


«Niall, cos'è una terevisione?»

I Larry, o come Niall amava chiamarli, adesso erano seduti vicini, il musetto di Louis spuntava dal petto di Harry che, piú grande di lui, gli aveva posato dolcemente un braccio sulle spalle per coccolarlo.  La roccia davanti alla tomba di Niall era un po' scomoda se occupata da quattro persone, ma Louis si fece il più piccolo possibile schiacciandosi contro Harry per far stare anche Niall seduto con loro. La luna illuminava l'occhio di Louis, quasi fosse una pietra preziosa, e quella luce accarezzava dolcemente i suoi lineamenti.

«Lou, si dice televisione» scoppiò a ridere, contagiando anche Harry che ridacchiò sul capo di Louis. «È tipo una scatola quadrata che si attacca alla corrente dove guardi delle immagini di alcuni film che rappresentano la vita quotidiana e non. Poi c'è-» «Come i fumetti!» Louis quasi lo urlò, interrompendo Niall, entusiasta di essere stato attendo alla lezione di pochi giorni fa. Niall sghignazzò e Harry sorrise al tenero ragazzo aggrappato al suo petto, e gli baciò la testa.

«Non proprio, Lou. Lí le immagini sono in movimento.»

Louis annuí, dando conferma di aver capito. Poi rimasero in silenzio per un po', ognuno per i proprio pensieri. Niall con la testa tra le nuvole ad immaginarsi cosa stesse facendo la sua famiglia in questo momento. Se lo era chiesto tante di quelle volte che Louis una notte decise di volerlo portare fuori dal cimitero, Niall ricorda di aver subito accettato e quando si ritrovarono a spiare dalla finestra della sua vecchia casa, capí che ora erano di nuovo felici e lui lo era altrettanto a vederli cosi. Maura, sua madre, era seduta sul divano davanti alla grande televisione e aveva la testa appoggiata alla spalla di Bobby che gli stringeva la mano poggiata sul grembo. Greg - fratello maggiore di Niall - era con Molly seduti sulla poltrona lì accanto, lei seduta sulle gambe di suo marito e Theo, il loro primo figlio, nonchè nipotino di Niall, in braccio alla madre. I loro volti erano sereni e felici. Prima di dirigersi nuovamente al cimitero, Niall vide le tantissime foto di lui da bambino, con Harry e non, sul comodino in soggiorno. Aveva sorriso e poi si era incamminato al cimitero con Louis accanto, nella sua nuova casetta - una tomba, simile a quella di Zibet. Quel giorno aveva capito che mai l'avrebbero dimenticato, che anche tra un paio d'anni loro avrebbero guardato quelle foto e si sarebbero ricordati che Niall era lí, in qualunque modo possibile. 
Dopo si ritrovò anche a pensare alla piccola e dolce Alysha che di anni ne portava solo sedici, morta sette anni prima - la causa Niall non poteva saperla, ma sperava solamente che si trattasse di una morte indolore. La didascalia sulla tomba riportava una frase che fece piangere tante volte Niall, rileggendola.
«Sono sicuro che ora, da lassù, continui a ridere delle nostre vittorie, sorellina.» e poi riportava la data di nascita e quella di morte. La foto della ragazza era in alto, sul lato sinistro, probabilmente era stata scattata incosapevolmente alla piccola Alysha, perchè era un sorriso più che naturale; si intravedeva sullo fondo una casetta di mattoni e la campagna era la predominante con tutto quel verde; poi c'era una ragazzina dai capelli lunghi e mori, il corpicino snello e piatto, il viso sorridente che giocava sull'erba; era in piedi, accanto a lei un ragazzo che le somigliava, la abbracciava dalle spalle e le sorrideva. Alysha guardava oltre la telecamera, probabilmente lo sguardo fisso sul panorama, mente il ragazzo la guardava con sguardo dolce. Niall avrebbe tanto voluto essere lì per guardare quella scena che ricordava un film.

«Niall?» Louis lo distrasse dai suoi pensieri. Niall si girò verso Louis con sguardo un po' perso e la mente un po' piena da pensieri scomposti. «Cos'è un film?» Niall ridacchiò un po' alla domanda di Louis, e pensò a delle parole che potessero far capire a Louis cosa fosse un film. 

«Sono un susseguirsi di immagini, come un video, che rappresenta qualcosa che dipende da ciò che parla la trama. Beh, la trama può parlare di una cosa quotidiana, d'azione, horror o altre serie di argomenti. Non so se hai capito.» Niall fece una smorfia, non riuscendo a spiegare al meglio cosa fosse un film a Louis. 

«Un giorno ne guarderemo uno, Lou.» Harry gli sorrise e poi gli lasciò un bacino sulle labbra imbronciate per la concentrazione. Louis subito sorrise e annuì a entrambi. 

Louis si perse un po' nei suoi pensieri, volendo sperimentare e osservare ogni cosa ci fosse al di fuori del cancello. Fumetti, televisori, cellulari, band e altre miliardi di cose che lui stesso nemmeno si immaginava potessero venir mai create. Le trovava affascinanti, e si era molto affezionato alle lezioni che Niall e il suo ragazzo gli davano un giorno si e uno no. Il suo ragazzo. Era cosí stamaledettamente bello poterlo dire. Erano passati due anni da quando si erano dichiarati amore proprio davanti alla tomba di Niall. Harry era diventato alto, muscoloso, i capelli riccioli gli incorniciavano il volto in maniera stupefacente e gli occhi erano diventati piu luminosi dall'ultima volta, il corpo di Harry adesso era magro e piatto, le costole non si intravedevano sullo stomaco e qualche muscolo faceva sbavare - non letteralmente, però - Louis. Harry era perfetto. Lui invece era rimasto lo stesso, tranne per quei capelli che ora erano stati tagliati in un ciuffetto ordinato sulla fronte - Annabeth aveva espressamente chiesto a Harry di portargli delle forbici per poter tagliare quei capelli troppo lunghi; Louis si era fatto convincere. Harry gli aveva detto che stava benissimo con quell'acconciatura, e Louis aveva abbracciato, soffocato e ringraziato Annabeth così tante volte che nemmeno si ricordava quante, per aver reso Louis più bello per il suo Smeraldo. E, beh, Louis pensava che la vita era perfetta anche senza tutti quei marchigegni di cui Niall gli parlava sempre, perchè con lui aveva l'essere che aveva fatto battere nuovamente il suo cuore morto.
Harry pensava a sua madre, che era ancora inconscia di tutto questo ma che era felice nella sua piccola bolla. Anne si era sposata con Edward, un uomo benestante e di buon cuore. Si era preso cura di Harry e di sua madre, accogliendo entrambi nelle sue braccia. Aveva accettato l'essere diverso di Harry e non l'aveva trattato diversamente, dicendo di aver molti amici omosessuali. Lo aveva anche aspettato a casa sveglio quando era ritornato più tardi del solito a casa. Infondo, pensava, non era così male avere una figura paterna che ti volesse bene. Pensava anche un po' alla scuola, che aveva fortunatamente finito da un pezzo. Pensava ai bei voti e ai bulli che, con l'aiuto delle parole Niall, avevano smesso di maltrattarlo. Pensava a quando i suoi problemi erano il cibo e i bulli, e a come deve la vita per Louis per ogni cosa; per avergli permesso di entrare nella sua vita monotona, per avergli concesso di stargli accanto, per averlo aiutato a mangiare, e lo deve ringraziare anche per averlo amato tanto quanto lui faceva ora. Harry sorrideva e poi pensava al suo Louis, cosí bello e piccolo. Pensava al modo in cui amava ogni singola cosa Louis facesse o dicesse. Amava il modo in cui gli aveva chiesto di fargli imparare a cantare, quando Niall gli aveva parlato delle band. Amava quando sbuffa ad Annabeth, o quando rideva con Niall. Amava la sua personalità, i suoi capelli, il suo occhio e il suo piccolo corpo. Amava il fatto che si era completamente donato a lui, il giorno del suo compleanno, aspettandolo nella tomba di Zibet che, non volendo, era diventata anche un po' di Harry. Ed amava il modo in cui diceva ogni volta che gli aveva fatto battere il suo cuore in una seconda vita. E lui sorrideva, perchè le cose erano meravigliose, perchè Niall era con lui, e perchè anche Louis, piano piano, aveva curato il suo cuore che, ai tempi della scuola, soffriva. E se qualcuno avesse osservato la sua vita da lontano, e gli avesse domandato chi lui era prima di tutto questo, lui avrebbe semplicemente risposto che era un ragazzo senza cuore, e che ora qualcuno glielo aveva fatto battere.


«Niall?» Entrambi i ragazzi si girarono verso Louis, che aveva tra le labbra il suo labbro inferiore e gli occhi curiosi. Niall annuì e gli sorrise, come a voler fargli continuare la domanda. «Cos'è la corronte?» Harry scoppiò a ridere, trasportando Niall che cercò di coprire il suo sorriso tra le mani, mentre Louis sorrideva, vedendoli tutti così felici e sereni. Come lo era lui, dopotutto.




 
Non so se essere triste per aver concluso una storia o essere felice per sapere che ci sarà pure un Sequel.
Ebbene sì, il gruppo su WhatsApp mi ha aiutato molto e ringrazio i miei tesori che mi fanno dannare.
Vi lovvo.

Passando al capitolo; ho deciso di farlo lungo, così che vi fate le idee chiare su come sarà il Sequel della storia.
E, attenzione, non so quando questo lo pubblicherò, ma manderò un messaggio o metterò un avviso, vedrò quel che posso fare.
Spero di aver reso felice qualche lettore e vorrei vedervi tutti al sequel!
A presto

Un bacione
Charly Baby
  
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