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Autore: Blue Heads    16/08/2015    4 recensioni
Tom Orvoloson Riddle aveva dovuto attendere a lungo per poter attuare il suo piano: erano trascorsi undici anni prima che qualcuno trovasse il diario, e quasi altri cinque si erano resi necessari perché il legame tra le due anime diventasse sufficientemente profondo.
Il quinto anno ad Hogwarts... Curioso che anche lui avesse avuto proprio quell'età quando a sua volta aveva aperto la Camera dei Segreti.
La sua vittima col tempo si era rivelata meno sciocca del previsto, rendendo l'attesa meno tediosa, ma ciò non influenzava minimamente le sue intenzioni, né intaccava la sua determinazione: Ginevra Weasley non aveva scampo.
Certo, l'intelligenza della giovane superava le sue aspettative, e lo forzava a muoversi in fretta; ma ormai ogni cosa era predisposta. Dopo tanta attesa, il momento era giunto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Intermezzo I

 

Lo spioscopio iniziò a ruotare, mostrando due figure: un mago incedeva superbo, affiancato da una strega dal volto affilato e dalla corta chioma scura.
Lucius Malfoy ed Erinne Rosier stavano arrivando: Severus disattivò lo spioscopio. Avrebbe potuto chiarirsi con il Signore Oscuro - la sua morte aveva lasciato troppe questioni in sospeso - ma subito dopo sarebbero ricominciati gli inganni. Avrebbe dovuto tradirlo ancora, non più per necessità ma perché la sua visione del mondo era cambiata rispetto a quando si era unito a Lui.
I Mangiamorte bussarono: Severus svuotò la mente e andò ad aprire. I due lo attendevano, le bacchette levate.
<< Sei chiamato al Suo cospetto. >> proclamò Lucius. Erinne tese la mano, sbrigativa: << Conosci la procedura. >>
Una volta consegnata la bacchetta, lo portarono all’ingresso di Villa Malfoy via materializzazione congiunta. Piton sogghignò tra sé osservando l’espressione di Lucius mentre attraversavano gli spazi enormi e sontuosi della villa: tale sfoggio di eleganza rispecchiava perfettamente la nobile indole del proprietario.
Si arrestarono di fronte a un alto portone intarsiato; dopo aver bussato, Erinne entrò e sparì oltre la porta. Quando ricomparve fece cenno a Severus di entrare, per poi chiudergli la porta alle spalle e lasciarlo solo con il Signore Oscuro.
Severus si bloccò, interdetto: colui che stava in piedi davanti alla finesta era indubbiamente Voldemort, ma di almeno trent’anni più giovane rispetto a quando lo aveva visto l’ultima volta, sedici anni prima; ora dimostrava poco più di vent’anni.
Severus attese; il suo Signore pareva assorto. Quando iniziò a parlare, ancora non lo guardava: << Dopo che Sirius mi ebbe detto come trovarli, mi recai dai Potter. Infransi le ultime barriere che proteggevano la casa, entrai. Uccisi Potter quando mi si parò davanti e proseguii fino al piano superiore, dove trovai Lily Evans, che si frapponeva tra me e il mio obiettivo. >> Voldemort cercò il contatto visivo e Severus avvertì il suo sguardo scrutargli la mente, controllando ogni sua reazione. << Le dissi che la sua morte non era necessaria e le ordinai di spostarsi, ma non reagì; era concentrata su altro. Di colpo percepii la forza magica aumentare intorno a me: stava attivando una trappola con un sortilegio non verbale. Agii d’istinto e la uccisi. >> Preso alla sprovvista, Severus non riuscì a frenare un moto di rabbia: potevi fermarla, stordirla, cruciarla…! Severus riprese il controllo dei propri pensieri. Non era necessario.
Il Signore Oscuro rimase imperturbabile: << Hai ragione, non lo era. Ma quando mi chiedesti di risparmiarla avresti dovuto rendere chiaro quanto la sua vita fosse essenziale per te. >>
Era vero.

Scoperto che Lily era in pericolo, aveva dovuto tentare. Ma ora che si trovava al cospetto del suo Signore,  non poteva ammettere la profondità dei suoi sentimenti per una Mezzosangue, per di più considerato che faceva parte dell’Ordine. Avrebbe disgustato il suo Signore: avrebbe perso per sempre la sua stima e il suo rispetto, tutto ciò che gli restava. Respirò a fondo e svuotò la mente: << Mio Signore, so che volete uccidere il figlio dei Potter, ma mi chiedevo se fosse possibile risparmiare Lily Evans. Come sapete è una cara amica d'infanzia, ed ha significato molto per me. Nel caso in cui non si renda necessario altrimenti... >> Voldemort annuì: << Ne terrò conto. >>
Era tutto vero.
Severus tornò a guardare il suo Signore, e per un attimo gli sembrò di scorgere della pietà in lui. << Se solo tu fossi stato più chiaro, allora avrei escluso a priori la possibilità di ucciderla, e, anche in un momento come quello, in cui non c’era tempo per i ripensamenti, avrei agito diversamente. >> Detto ciò, Voldemort si accomodò su uno dei divanetti presenti nella stanza, e gli fece cenno di sedersi su quello di fronte. Severus obbedì.
<< In ogni caso >> proseguì Lui << Non è per ripercorrere con te la storia della mia morte che ti ho chiamato: da ciò che ho scoperto dopo il mio ritorno emerge un’alleanza tra te e Silente - un’alleanza che stipulaste prima della mia fine. Come sai, non è la norma ma, considerato che sono passati molti anni, e che prima di allora sei stato uno dei miei più validi alleati, ti dò la possibilità di spiegarti. >>
A quell’invito, Severus rievocò la propria storia:
nonostante Voldemort avesse acconsentito alla sua richiesta, Severus era inquieto: se ci fosse stato un imprevisto? Se il suo Signore avesse cambiato idea o se ne fosse dimenticato? Non che non si fidasse di Lui, ma Lily non poteva morire, in nessun caso: aveva bisogno di ulteriori certezze.
<< Qualche giorno dopo aver chiesto a Voi di risparmiarla, andai a parlare con Silente. >> Severus tacque nuovamente, contrastando l’istinto naturale di difendersi, mentre l’Oscuro Signore forzava la sua mente a mostrargli il ricordo di quell’incontro.
Silente lo fissava inquisitore mentre Severus gli chiedeva di salvarla. Era umiliante trovarsi di fronte a un uomo che disprezzava da sempre per invocare il suo aiuto.
<< Lavori per Voldemort, mi hai spiato e hai origliato parte della profezia, sei andato a riferirla al tuo Signore, lui ne ha tratto le conseguenze che conosciamo, e ora tu sei qui, a supplicarmi di salvare la donna che tu hai condannato. Perché mai dovrei aiutarti? >> Severus era alle soglie dell’esasperazione: non era forse Silente il buono della situazione? Da quando i buoni avevano bisogno di un motivo per salvare qualcuno?
<< Cosa offri in cambio? >> riformulò Silente, incalzandolo. Severus alzò lo sguardo, stupito, ma gli bastò un attimo per trovare la risposta: << Qualsiasi cosa. >>
<< E sia: d’ora in poi farai rapporto a me. >>

Severus era di nuovo solo: aveva venduto il suo Signore, il solo che che, credendo in lui, gli aveva dato la speranza di un riscatto, gli aveva permesso di realizzarsi. Scegliendo tra le uniche persone che davvero contavano qualcosa nella sua vita, era arrivato a voltargli le spalle. pur consapevole che poteva non essere necessario.
- E ora sapeva che sarebbe bastato avere più fiducia per salvare entrambi.
Voldemort allentò la morsa sui suoi ricordi. << Prosegui. >>
Severus riordinò i pensieri e riprese il filo del racconto: << Nei mesi successivi continuai a lavorare per Voi, ma riferendo alcune informazioni a Silente >> le identità dei Mangiamorte infiltrati al Ministero, i piani per gli attentati di Glasgow… << Questo, fino al 31 di Ottobre… >> Severus si interruppe, stanco: il Signore Oscuro pretendeva di vedere anche quel ricordo.

Nell’ufficio del Preside, Severus ascoltava il resoconto di Silente sulle morti di quella notte. Lily e Voldemort erano morti. Entrambi. Severus non riusciva a spiegarsi come fosse possibile: il piano A prevedeva che il Signore Oscuro non la trovasse, il piano B, che Lui non la uccidesse; la Sua morte non era contemplata in nessun caso. Ripercorreva ossessivamente lo stesso ragionamento, ancora e ancora; ogni ripetizione accresceva la sua rabbia. Voldemort! cosa, come diamine hai fatto?
Si alzò di scatto, incapace di trattenersi. Lo sguardo immobile e calmo di Silente suscitò il suo odio: << Sarai contento adesso: il bambino è sopravvissuto, Voldemort è stato sconfitto, tu hai vinto la guerra. Hai ottenuto tutto ciò che volevi, ma questo solo perché non hai avuto alcun riguardo per le vite che dovevi proteggere. >> battè i palmi sulla scrivania, protendendosi in avanti << Lily è morta. Non solo hai ingannato me, sei arrivato ad usare le vite di innocenti che si erano affidati a te! Cosa ti rende diverso dal nemico che hai eliminato, “salvatore del mondo magico” ? >>
Si fermò, col respiro affannato; in quel momento, Silente ricominciò a parlare. L’astio che Severus serbava nei confronti di quell’uomo scemò progressivamente, mentre ascoltava la spiegazione di ciò che Silente aveva fatto per proteggere i Potter, del tradimento di Black - come aveva potuto Lily fidarsi di quel cane? - e di come Voldemort fosse arrivato a loro.
Per la morte del suo Signore, invece, non c’era spiegazione. Non dovevate morire.

Quando era uscito da Hogwarts non aveva niente e nessuno; era stato Lui a dargli uno scopo, un punto di riferimento, delle radici, e Severus lo aveva sabotato volontariamente nel tentativo di proteggere Lily. Neanche questo era risucito a fare! L’ultima volta che l’aveva vista era stato in battaglia, più di un anno prima; si era limitato a sperare che non le succedesse nulla, e aveva continuato a combattere, perdendola nella mischia. E ora lei non c’era più, e Severus non aveva più speranza di parlarle, di farsi perdonare per aver rinnegato il loro legame, di stare di nuovo con lei, come una volta.
Era un inetto. Lo era stato fino alla fine.

L’Oscuro Signore interruppe nuovamente il flusso dei ricordi, lasciando alla mente di Severus lo spazio per respirare: << Quando te la senti puoi riprendere il racconto. >> Grato ed esausto, Severus acconsentì con un cenno.
Qualche minuto più tardi, Severus continuò: << Subito dopo la Vostra morte sono stati indetti i processi contro i Vostri sostenitori. Come sapete, molti di noi finirono ad Azkaban; io mi salvai perché Silente testimoniò in mio favore. >> I ricordi che Severus conservava di quel periodo erano confusi e uniformi: riguardandosi indietro non era in grado di determinarne la durata, né di distinguere un giorno dall’altro.
<< Concluso il processo, Silente mi assunse ad Hogwarts. >> Insegnare non gli piaceva, ma non aveva altre prospettive. << Dieci anni dopo, Harry Potter iniziò a frequentare Hogwarts, e Silente mi incaricò di proteggerlo. Per questo, quando Raptor entrò in azione e io non ricevetti da voi alcuna indicazione, mi limitai a eseguire il compito che mi era stato assegnato. Gli anni seguenti trascorsero senza eventi significativi, finché, qualche mese fa, non avete riaperto la Camera dei Segreti. Da subito ho ipotizzato che fosse opera vostra, pur non capendo come >> E tutt’ora mi sfugge. << Ma ne ho avuto la conferma solo quando, a fine Luglio, la Camera è stata ritrovata; da allora ho atteso che Voi mi chiamaste. Nel frattempo, Silente ha ricostituito l’Ordine della Fenice, e sta cercando nuove reclute. >>
Severus aveva concluso; sapeva cosa sarebbe seguito. Abbassò le difese mentali, mentre l’Oscuro Signore cominciava a scandagliare i ricordi degli ultimi diciassette anni.

 

Quando finalmente Voldemort abbandonò la sua mente, Severus era stremato. Per qualche minuto regnò il silenzio. Mentre Severus iniziava a riprendersi, Voldemort parlò: << Posso ritenermi soddisfatto: nonostante gli incidenti passati, oggi ho riacquisito un valido Mangiamorte. >> La Sua voce tradiva la stanchezza. << Inginocchiati. >>
Severus si alzò e andò a inginocchiarsi di fronte al suo Signore, porgendogli l’avambraccio sinistro.
Voldemort poggiò la bacchetta sul Marchio Nero: << Giuri di prestarmi eterna lealtà e ubbidienza? >>
<< Lo giuro >> nonappena Severus ebbe risposto, il Marchio prese a formicolare.
<< Giuri di impegnarti al massimo delle tue possibilità in qualunque incarico io ti assegni? >>
<< Lo giuro >>
Voldemort esitò per un attimo; il Suo braccio tremò lievemente nello sforzo di mantenere l’incantesimo. Rinsaldò la presa sulla bacchetta, e proseguì con il rito.
<< Giuri di onorare sempre il titolo di Mangiamorte, e rispettare tutti coloro che lo portano? >>
<< Lo giuro >> concluse Severus con voce ferma. Il suo avambraccio fu trafitto da una scarica di dolore: il Marchio Nero bruciava sulla pelle, nitido e vivo come lo era stato solo diciannove anni prima, quando il suo Signore glielo aveva imposto per la prima volta.




 


 

PROSSIMA PUBBLICAZIONE: Mercoledì 26 Agosto.

Grazie a tutti per avere letto!
Un ringraziamento particolare a emptyhanded_ e picciclotta94 che continuano a farci sapere cosa pensano della storia, e a chi ci ha inserito tra le storie preferite, seguite e ricordate.
Considerato che questo è un capitolo diverso dal solito, ci farebbe piacere sentire la vostra opinione a riguardo!

A presto e grazie ancora!
Blue Heads

   
 
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