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Autore: DauntlessBadWolf    16/08/2015    3 recensioni
Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Titolo: Like Coffee and Donuts
Titolo capitolo: When Dean met Castiel
Fandom: Supernatural
Rating: Giallo
Genere: Romantico
Avvertenze: AU, Soulmates, probabili OOC
Trama: Secondo la mitologia greca, in origine gli umani avevano quattro braccia, quattro gambe e una testa con due facce. Temendo il loro potere Zeus li divise in due esseri distinti, condannandoli a spendere le loro vite in cerca della loro metà.
“Dopo aver servito l’ultimo cupcake Dean alzò la testa e vide  uno strano ragazzo rimasto imbambolato davanti all’ingresso. Alcuni tavoli erano vuoti, ma allora perché non si metteva seduto?
Aveva per caso bisogno di un invito scritto?
Forse era uno di quelli che si aspettava che qualcuno gli mostrasse un tavolo libero. Lui non gli avrebbe mostrato un bel niente, non veniva pagato abbastanza per prendere iniziative e fare qualcosa che non fosse compreso nelle sue mansioni!”

|Soulmates!AU|
Note:  Inizio col ringraziare BalderMoon per avermi betato la storia e ringrazio anche tutte le persone che hanno recensito il primo capitolo e hanno aggiunto la storia fra le seguite!
Scrivere questo capitolo non è stato facile, ma spero di aver tirato fuori qualcosa di gradevole.
Come avrete notato il titolo del capitolo è ispirato a quello della commedia romantica “Harry ti presento Sally”. Ho deciso che ogni capitolo avrà il titolo di una commedia romantica, quindi se ne avete di carine da consigliarmi scrivetemele pure /sappiate che ho visto tutte quelle di Adam Sandler/.
Buona lettura.

Quando è tempo per due anime d’incontrarsi
non c’è niente sulla terra che possa interferire
con il loro incontro.

Dopo quella affermazione Castiel aveva deciso di non restare un minuto di più dentro quel locale.
Perché tutto quello stava succedendo a lui?
Lui non credeva in queste cose, non credeva nel destino, allora come mai si era ritrovato a scappare dalla sua anima gemella: come ci era finito in quel casino?
Lui voleva solo un lavoro per  aiutare Balthazar, non sistemarsi a vita con un totale sconosciuto. Era questa la cosa che più lo faceva essere scettico sulle ‘anime gemelle’: è impossibile innamorarsi di una persona che conosci da due secondi, anche se questa ha della labbra bellissime e degli occhi così brillanti da far quasi invidia ad una pietra preziosa.  
Doveva smetterla di pensare a quel cameriere.
Ora che ci rifletteva non conosceva neanche il suo nome.
Perfetto, aveva incontrato la sua anima gemella e non sapeva neanche il suo nome, ottimo lavoro Castiel.
Tutto quello che voleva fare in quel momento era salire sulla sua macchina, tornare a casa e seppellirsi sotto le sue coperte pregando per un miracolo. Forse quello era tutto un sogno e tra poco Balth sarebbe entrato e avrebbe aperto la finestra come al suo solito.
Chiuse gli occhi per un istante e si diede un pizzicotto sulla guancia. Quando li riaprì si trovava ancora nella caffetteria e davanti a lui c’era ancora quel ragazzo che lo stava guardando in modo strano.
Si schiarì appena la voce cercando di sviare l’attenzione su qualcos’altro. Quello non era un sogno, era la realtà: e adesso?
Lui non voleva stare con occhiverdi, non sembrava essere il suo tipo.
Posò la tazza di caffè sul bancone, l’ultima cosa di cui aveva bisogno era caffeina, come se non fosse già agitato per conto suo.
-Ci vediamo domani.-
Si limitò a dire poco prima di togliersi il grembiule posandolo su un tavolo vicino.
Concesse un’ultima occhiata a quel ragazzo. Sembrava esserci rimasto male anche lui, forse avrebbe dovuto dirgli qualcosa, mettere in chiaro che non era obbligato a corteggiarlo, anche perché sarebbe stato tempo perso, visto che non avrebbe mai ceduto.
Non voleva impegnarsi con qualcuno. Era troppo giovane e poi dopo il college voleva girare il mondo e fare fotografie, voleva seguire le orme di Salgado, magari un giorno sarebbe diventato famoso come lui e solo in quel caso si sarebbe deciso a cercare qualcuno con cui dividere il resto dei suoi giorni.
Prese il suo trench e la tracolla dal tavolino, salutò nuovamente il suo collega con piccolo cenno del capo, ed uscì.

Aveva smesso di piovere un’ora prima, ma nonostante questo l’aria era umida e il cielo era chiuso, probabilmente avrebbe ripreso a piovere a breve.
Sospirò pensando alla giornata a cui era appena sopravvissuto, soffermandosi, in particolar modo, sugli ultimi minuti. Non sarebbe potuto scappare da quel ragazzo per sempre o almeno questo è quello che gli avrebbe detto Gabriel niente può dividere due anime gemelle o qualcosa di simile.
E se occhiverdi non era un ragazzo gentile?
Se gli piacevano le ragazze?
Lui non era una ragazza e questa gli sembrava una cosa evidente. Quindi lui e l’uomo del caffè non sarebbero mai potuti stare insieme.
Avrebbe dovuto smetterla di dargli soprannomi, era inquietante.  Avevano lavorato tutto il giorno l'uno accanto all'altro perché non conosceva il suo nome?
Perché non gliel'aveva chiesto?
Montato in macchina posò la testa sul volante cercando di liberare la mente.
Perché Dio lo odiava così tanto?
Era sempre stato un bravo credente: pregava prima di dormire, ringraziava per tutti i pasti e ogni volta che poteva andava in chiesa, ma allora perché il Signore gli aveva tirato questo tiro mancino?
Decise di alzare la testa, se qualcuno, uscendo dal locale, lo avesse visto in quella posizione si sarebbe avvicinato per vedere come stava, ma lui non voleva parlare con nessuno!
Girò la chiave nella toppa e per un breve momento la macchina si mise in moto, dopo di ché fece un suono strano e si spense. Riprovò un altro paio di volte, ma niente, la macchina era morta.
Cos’altro gli sarebbe capitato oggi?
Per fortuna che quella giornata era quasi finita.
Prese il cellulare per chiamare il suo coinquilino, pregando che non si trovasse in qualche locale e che fosse abbastanza sobrio per venirlo a prendere, ma vista la piega che aveva preso la giornata non era molto fiducioso.
Stava per mettere il telefono all’orecchio, quando sentì bussare sul suo finestrino e si irrigidì. Per un momento si spaventò, insomma si trovava in un parcheggio buio, poteva essere anche un assassino!
Si voltò appena e vide la faccia del suo collega. Adesso cosa voleva?
Lui non aveva voglia di parlargli!
Abbassò comunque tutto il finestrino, non sarebbe stato educato ignorarlo.
-Che c’è?-
Chiese serio degnando appena di uno sguardo il ragazzo. Non era pronto per intrattenere una discussione ‘civile’ con lui, soprattutto se questa riguardava un loro ipotetico futuro che non ci sarebbe mai stato.
-Ho sentito il rumore che ha fatto la tua macchina. Non è stato proprio bello.-
Rispose occhiverdi poggiandosi al finestrino lanciando una rapida occhiata al cofano.
-Senti, domani entro più tardi a lavoro, potrei dargli un occhiata io, così non paghi il meccanico.-
Castiel rimase piacevolmente stupito da quell’offerta, non credeva che il ragazzo si intendesse di macchine, ma cosa ci faceva in una caffetteria?
Stava per rispondere all'offerta, ma il ragazzo lo precedette. Possibile che non stesse zitto neanche un minuto? Aveva mangiato una radio durante la pausa pranzo? 
Lanciando un’occhiata al telefono che teneva in mano disse:
-Ti riaccompagno io a casa, a meno che tu non abbia già chiamato qualcuno.-
Perché era così gentile con lui?
Non si conoscevano neanche!
Forse si comportava così per il discorso sulle anime gemelle?
Avrebbero dovuto chiarire a breve questa storia, ma per adesso l’importante era uscire vivo da quella situazione imbarazzante.
Velocemente chiuse il telefono e se lo poggiò sulle gambe coprendolo con le mani, fingendo di non aver appena provato a chiamare il suo coinquilino.
Vide il suo collega alzare un sopracciglio, probabilmente stupito da quella reazione.
-Certo, mi farebbe piacere.-
-Perfetto, aspettami qui, vengo con la mia macchina.-
Il ragazzo davanti a lui accennò un lieve sorriso prima di andarsene e per un momento Cas rimase a guardarlo sperando che quel momento non finisse mai.
Solo dopo qualche secondo si rese conto di quello che aveva appena fatto.
Il piano originale era declinare gentilmente l’offerta e chiamare Balthazar.
Si passo una mano sul volto pensando che si sarebbe presto pentito della sua decisione, ma cosa gli era successo?
Lui è sempre stato un tipo riflessivo.
Se incontrerai la tua anima gemella
lo capirai subito

Salito nella macchina del collega Castiel cercò di occupare meno spazio possibile, teneva stretto a sé il suo cappotto per non infastidire il ragazzo del caffè che si trovava alla guida.
Quella situazione era veramente imbarazzante. Non sapeva niente di lui, neanche il nome, eppure aveva accetto il passaggio senza pensarci due volte.
Con lo sguardo iniziò a vagare per l’abitacolo della vettura.
Nello scomparto sotto la radio c’era un mazzo di chiavi e un portafoglio, mentre incastrato tra il cruscotto e il vetro era stato messo un sacchettino che riportava la scritta Road House Caffè, probabilmente il ragazzo aveva fatto incetta delle ciambelle avanzate.
Forse avrebbe dovuto prenderle anche lui un paio, giusto per far vedere a Balthazar che era andato veramente a sentire per quel lavoro.
-Dove abiti?-
Chiese occhiverdi.
-Abito in una stradina interna, ti dico io quando girare.-
Disse semplicemente iniziando a guardare fuori dal finestrino. Voleva che quell’esperienza finisse il prima possibile, voleva tornare a casa e vedere quel ragazzo solamente durante l’orario di lavoro.

Dean lanciò un ultima occhiata al suo ospite prima di uscire dal parcheggio della caffetteria.
Quel Castiel sembrava un tipo silenzioso. Non avrebbe mai pensato che la sua anima gemella potesse essere una persona come lui.
Era il suo opposto, almeno da quanto era riuscito a constatare in quei pochi minuti in cui ci aveva parlato.
Stava ancora ripensando a quello che era accaduto dentro il locale. Non si aspettava di incontrare in quel modo la persona con cui avrebbe dovuto passare il resto dei suoi giorni.
Perché tutta quella situazione gli ricordava Harry ti presto Sally?
Anche loro due avevano viaggiato insieme. Certo lui stava accompagnando Castiel a casa, non era mica un viaggio verso New York, ma il succo della situazione era quello!
Però, più che Harry ti presento Sally Cas aveva l'aria di essere appena uscito da insieme per forza solo che lui non aveva figli e probabilmente neanche l’altro li aveva. Dove smetterla prima che iniziasse a pensare a 50 volte il primo bacio!
Grandioso! Aveva iniziato a paragonare la sua vita a delle commedie romantiche, doveva proprio essere teso e a disagio in quel momento. Cavolo, lui era Dean Winchester, non una ragazzina chiusa in un luogo stretto con il ragazzo che gli piaceva, quindi non c’era nessun valido motivo sentirsi a disagio!
Cos’è un’anima gemella?
E’ come un amico, ma è molto di più.
E’ la persona che ti capisce meglio di chiunque altro.
E’ qualcuno che fa di te una persona migliore.

Il silenzio che si era creato nell’abitacolo della macchina era una cosa che faceva impazzire il Winchester, che accese la radio dopo appena pochi minuti di viaggio.
Ad ogni stop si fermava per guardare il suo passeggero: da quando era salito in macchina non lo aveva mai visto cambiare espressione o posizione, ma come faceva a rimanere così fermo? Sembrava quasi morto: probabilmente anche l’altro doveva essere teso, ma era difficile capirlo, visto che la sua espressione sembrava scolpita nel marmo.
Una volta ripartito iniziò a battere le dita sul volante a tempo con la canzone che stava passando in quel momento: era Don’t stop Believing.
-Just a small town girl…Linvin’ in a lonely world…she took the midnight train going anywhere.-
Iniziò a canticchiare sperando di non infastidire molto il suo ospite.
Non sapeva resistere, ogni volta che ascoltava quella canzone doveva cantarla, quando ancora era a casa lui e Sam si divertivano a canticchiarla e puntualmente John chiedeva loro di stare zitti, mentre Mary rideva divertita. Certe volte gli mancava la sua famiglia, gli sarebbe piaciuto tornare a casa, ma cosa avrebbe detto a suo padre?
Aveva faticato così tanto per mandarlo al college.
Stava per cantare la seconda strofa, quando un mugolio lo interruppe.
-Just a silly boy, born a raise in south Detroit. He took the midnight train going anywhere.-
Era un sussurro.
Non sapeva neanche come era riuscito a sentirlo, ma sapeva bene che proveniva da Castiel, anche perché non c’era nessun altro nella macchina e a meno che non avesse iniziato a sentire le voci quella era l’unica opzione plausibile.
Iniziò a sentire anche uno strano ticchettio e poco dopo riuscì a intravedere il dito del suo compagno picchiettare contro il finestrino.
Ma allora non era così apatico come voleva far credere.
-Streetlight…people…-
Stavolta Dean aveva alzato il tono della voce, accompagnandosi con il rumore che le sue dita producevano sul volante.
Aveva trovato un modo per smuovere il suo collega, che nel frattempo sembrava essersi rilassato visto che aveva allentato la presa su quello stupido cappotto.
Non aveva mai incontrato qualcuno come lui. Sembrava essere un tipo particolare, molto particolare.
Quando lo aveva visto in piedi davanti alla porta, quella mattina, lo aveva giudicato strano, ancora adesso pensava che lo fosse, però era uno strano buono, almeno ora era sicuro che non sarebbe schizzato all’improvviso provando ad ucciderlo.
Dovette ammettere a se stesso che non se lo sarebbe mai immaginata in quel modo la sua metà, per nulla, era ancora un po’ scosso a dire la verità, ma forse, col tempo e qualche birra quel Castiel sarebbe potuto diventare almeno suo amico, no?
Infondo un anima gemella può essere anche un amico, non per forza qualcuno da amare per il resto dei tuoi giorni.
Come si aspettava Cas cantò il resto del verso e questa volta accennò anche un lieve sorriso, in realtà non si sprecò molto, ma il Winchester notò subito che le labbra dell’altro avevano cambiato inclinazione. Sembrava diverso, come quando al caffè aveva canticchiato Dancing Queen. Ancora il Winchester doveva capire come faceva a conoscere il titolo di quella canzone.
- … somehwhere in the night!-
Stavolta in due ragazzi si trovarono a dire insieme la stessa frase e per un breve istante si scambiarono un’occhiata, avrebbe voluto farla durare per sempre, ma dovette sviare lo sguardo quando l’altro, leggermente allarmato, gli disse di girare a destra. Strano, si ritrovò a pensare, quella strada se la ricordava a senso unico.
Da lì in poi cantarono tutti i seguenti versi all’unisono, ridendo di tanto in tanto: nessuno dei due era esattamente pronto per partecipare a The Voice, ma si stavano divertendo ed era quello l’unica cosa che contava in quel momento.

Il peggio arrivò quando occhiverdi si mise ad imitare il verso della chitarra.
Castiel credeva che non fosse umanamente possibile una cosa del genere eppure lui lo aveva appena fatto e si ritrovò a ridere come avrebbe fatto uno stupido.
Quand’era l’ultima volta che si era fatto una risata così?
Indicargli la strada mentre faceva quel verso assurdo era stata un'impresa. Sperò di non avergli fatto sbagliare il senso di marcia. Per fortuna per quelle stradine a quell’ora non passava mai nessuno, almeno non avrebbero fatto un incidente.

Una volta arrivati davanti a casa, Cas, si accorse di aver fatto guidare Dean contromano perché tutte le macchine della via erano parcheggiate nel senso opposto: faceva veramente schifo come navigatore, non lo avrebbe fatto mai più.
Si lasciò sfuggire un sospiro, quello strano viaggio in macchina stava iniziando a piacergli era un peccato che fosse già finito.
-Mi sento un po’ fuori posto.-
Commentò occhiverdi facendolo ridere di nuovo, evidentemente si era accorto di essere contromano.
Contro ogni sua aspettativa si era divertito con quel ragazzo, chi lo sa, magari sarebbero potuti diventare amici, in un futuro molto lontano.
Per adesso era solamente il tizio che lavorava con lui e sarebbe rimasto quel tizio ancora per molto tempo.
Si voltò verso il suo collega e si schiarì la voce per attirare la sua attenzione.
-Ti ringrazio per il passaggio …-
-Dean.-
Rispose spegnendo la radio.
-Scusa?-
Chiese guardandolo inclinando appena la testa su un lato. Aveva detto quella parola così velocemente che non era sicuro di averla capita.
-Dean, mi chiamo Dean.-
Ripeté.
Finalmente era riuscito a scoprire il nome del misterioso ragazzo, almeno non avrebbe più pensato a lui come il ragazzo del caffè.
Adesso sarebbe dovuto uscire da quella macchina, salutarlo con un lieve cenno della testa, chiudere la portiera ed entrare in casa.
Strinse a sé il cappotto avvicinando la mano alla maniglia della portiera quando un pensiero gli balenò in testa: poteva invitare Dean a bere qualcosa!
Scosse la testa, no, non poteva farlo salire a casa e se il suo coinquilino avesse avuto compagnia o fosse stato ubriaco?
Avrebbe dovuto ringraziarlo per il passaggio e poi andarsene senza aggiungere altro, attenersi al suo piano, senza colpi di testa
E poi lui non era il tipo che faceva queste cose, di solito era Balthazar che portava gente a casa, non lui e non aveva intenzione di iniziare adesso, soprattutto con il tizio che sembrava essere la sua anima gemella. Però doveva ringraziarlo in qualche modo, lo aveva accompagnato e si era offerto di riparargli la macchina gratuitamente. Gli avrebbe offerto qualcosa a lavoro, non poteva farlo salire!
Aveva aperto la portiera.
Sebbene avesse deciso di ignorare la vocina nella sua testa che gli sta dicendo di non farlo salire si voltò
-Ti va di bere qualcosa di caldo?-
Propose.
Non c’era alcuna malizia nella sua voce, quello era un semplice invito a bere una semplice tazza di tea caldo o qualsiasi altra cosa l’altro avrebbe voluto. Niente sarebbe successo quella notte, niente di niente.
Il ragazzo sembrò stupirsi. Castiel pregò per un rifiuto, almeno avrebbe evitato l’imbarazzo di passare dell’altro tempo da solo con lui.
-Perché no?-
Dean accennò un sorriso uscendo dalla macchina.
‘Castiel, cosa hai fatto?’ pensò passandosi una mano sul volto. Perché non pensava mai alle conseguenze delle cose?
Quando la tua anima sarà pronta
il tuo compagno arriverà

Castiel tirò fuori le chiavi della porta dal suo cappotto, ma prima di infilarle nella serratura concesse un’ultima occhiata al suo collega. Si stava guardando intorno e teneva le mani in tasca, probabilmente aveva accettato il suo invito solo per non offenderlo, insomma, chi dopo il lavoro vorrebbe andare a casa di un totale sconosciuto?
Sicuramente avrebbe preferito tornare a casa dalla sua ragazza o dalla sua famiglia.
La porta si aprì con un leggero scricchiolio che fu accompagnato dal suono di un campanellino. Poco dopo fece la sua comparsa una gatta con le pezze nere. Cas si piegò per farle qualche grattino sulla testa, in risposta l’animale iniziò a fare le fusa.
-Lei è Titanic, la gatta del mio compagno.-
-E’ un nome strano per un gatto.-
Constatò Dean cercando di trattenere uno starnuto, stupida allergia.
-In realtà il suo nome è Celine, ma io la chiamo Titanic per far arrabbiare Balthazar. Odia quel film con ogni fibra del suo corpo, non capisco perché l’abbia chiamata Celine.-
Spiegò alzandosi da terra
L’altro non gli aveva chiesto il perché di quel nome, aveva solo detto che era strano, ma pensò che fosse una cosa carina dargli una spiegazione.
Accese la luce e appoggiò le chiavi nella ciotola vicino alla porta e lasciò cadere la sua tracolla a terra provocando un forte rumore. Non aveva intenzione di cambiare le sue abitudini solo perché la sua anima gemella era lì con lui.
Lasciò entrare Dean e chiuse la porta.
-Puoi poggiare la tua giacca sul divano, io torno subito.-
Detto questo si recò verso la sua stanza seguito dalla gatta.

Dean si tolse la giacca e la posò sul divano esattamente come gli aveva detto di fare Castiel.
Si guardò un po’ intorno. Quella stanza era immacolata, davanti al divano c’era un tavolino basso con al centro un posacenere, notò poi un televisore sistemato su un mobile e accanto uno scaffale con dei DVD.
Cas e il suo compagno erano veramente dei tipi ordinati.
Compagno.
Non aveva pensato alla possibilità che l’altro potesse avere già qualcuno, probabilmente è per questo che prima al caffè sembrava sul punto di un tracollo nervoso.
Non era affare suo, erano anime gemelle, ma niente li obbligava a stare insieme.
Stranamente quel pensiero sembrò rattristarlo un po’, ma non era niente che una buona birra non avrebbe potuto risolvere!
Si era messo a leggere i titoli dei DVD e si accorse di non conoscerne neanche uno.
Cos’era West Side story?
Parlava di Cowboy e Indiani tipo Pocahontas?
Anche se non era sicuro della presenza di Cowboy in Pocahontas.
Les Miserables doveva parlava di persone povere a giudicare dalla miniatura della ragazzina vicino a titolo.
Prese una custodia a caso che riportava Rocky Horror Picture Show. Forse quella era una trasmissione televisiva di genere horror, tipo quelle che facevano ogni anno il giorno di Halloween.
Quando vide il tizio in copertina alzò un sopracciglio. Cosa ci faceva un …travestito seduto su delle labbra, forse era il conduttore dello show. Come avrebbe fatto qualsiasi essere umano girò la custodia per leggere la trama e rimase senza parole. Quella sembrava più la trama di un porno di seconda categoria che quella di un film!
Dove l’aveva trovato, su Casa Erotica?
Era un po’ che non faceva un giro là, ma non credeva fossero calati così tanto con la qualità.
-Sono di Balthazar, ti conviene non toccarli.-
Quasi non gli prese un infarto, ma quando era tornato?
Aveva un aspetto diverso da prima. I capelli erano più scompigliati, aveva cambiato maglietta e adesso portava un paio di occhiali, non gli stavano male. Non sembrava più il ragazzo a disagio e un po’ sudaticcio a cui aveva dato un passaggio.
Cas si allungò un po’ per vedere il DVD che teneva in mano.
-Quello è un bel musical, non ti facevo tipo da Rocky Horror, secondo me sei più un tipo da Grease.-
Dean credette di non aver capito bene: quel porno di seconda categoria era un musical?
E poi perché lui era un tipo da Grease, portava la giacca di pelle, ma non si metteva la brillantina sui capelli e di certo non ballava come John Travolta.
-Ti conviene rimetterlo al suo posto, Balthazar si accorge quando qualcuno tocca le sue cose.-
Rimise al suo posto la custodia, non voleva certo attirarsi le ire del tizio dal nome strano.
Con lo sguardo seguì il suo collega che si era avvicinato ad una porta aprendola rivelando così la cucina.
Lo seguì in religioso silenzio. Avrebbe voluto domandargli chi era per lui Balthazar e perché teneva un musical-porno in bella vista, quello è il genere di cose che si nascondono in una cartella del pc o sotto al letto.
-Preferisci il tea, un caffè o una tisana?-
Gli chiese Castiel aprendo un mobiletto e iniziando a frugare dentro.
Si mise seduto e adocchiò un volantino, allungò una mano e lo prese iniziando a leggerlo, sarebbe finito all’Inferno per la sua curiosità.
-E’ indifferente.-

Castiel odiava quando le persone gli rispondevano “Indifferente”, cosa voleva dire esattamente?
Una persona doveva per forza preferire qualcosa rispetto alle altre, era impossibile risponde indifferente dinanzi ad una scelta simile.
Escluse subito il caffè, lo avevano bevuto a lavoro e bere tanto caffè non faceva bene. Dean non sembrava essere un tipo da tisane, quindi escluse anche quelle. Avrebbe preparato del semplice tea con un po’ di limone, quello piace a tutti!
Mise un po’ d’acqua calda dentro un pentolino e lo mise sul fornello per far bollire l’acqua.
Stava preparando le tazze e quel silenzio lo stava un po’ preoccupando.
-Non credevo ti piacesse recitare.-
Disse Dean.
Si voltò verso il suo collega e vide che teneva in mano il volantino della scuola di Balth.
-Infatti, non mi piace.-  Rispose serio. –E’ Balthazar quello che studia recitazione.-
Questa volta cercò di non dargli informazioni in più e si limitò ad una risposta secca, non voleva annoiarlo con le sue chiacchiere.
Un’anima gemella è qualcuno che
ti accetta e che crede in te prima degli altri
e non importa cosa accade, tu l’amerai
sempre e niente potrà cambiarlo

Il resto della serata era passato in modo tranquillo. Castiel si era preoccupato di spiegare a Dean che il Rocky Horror non era un porno-musical scaricato da Casa Erotica, non era neanche sicuro che quella categoria di film potesse esistere. Non era un grande fan dei musical.
Prima di trasferirsi con Balthazar conosceva solo Grease, ma da quando abitava lì ogni giovedì sera il suo coinquilino lo obbligava sul divano a vedere un DVD diverso. Diciamo che adesso aveva una certa cultura in fatto di musical.
Il tempo sembrò volare quella sera, perché era arrivata la mezzanotte e per lui era come se fossero passati appena due minuti.
Cas aveva sorpreso più volte Dean a fissarlo, soprattutto quando si sistemava  gli occhiali, non riusciva a capire cosa facesse di male, tirava un po’ più in su gli occhiali per vedere meglio, non per farsi guardare dagli altri.
Il ragazzo aveva iniziato a parlare a manetta degli argomenti più disparati, aveva iniziato con le macchine e adesso stava parlando di  film, lui non ci capiva molto, non era mai stato un grande amante del cinema. Gabriel diceva che le pensava così perché ancora non aveva trovato il film giusto. Comunque lui ascoltò ogni singola parola dell'altro in religioso silenzio, non voleva essere scortese e tutto sommato Dean riusciva a rendere le cose abbastanza interessanti.
-E questa è la storia di come io e mio fratello abbiamo costruito una DeLorean con una scatola di cartone.-
Non aveva la minima idea di cosa fosse una DeLorean e perché avrebbe dovuto viaggiare nel tempo, ma Dean sembrava orgoglioso di quella creazione che aveva fatto da bambino così accennò un sorriso e annuì alle sue parole.
-E tu?-
-Io?-
Chiese sorpreso da quella domanda.
-Avrai qualche interesse oltre a vendere ciambelle e nascondere porno-musical in salotto.-
Castiel abbassò lo sguardo verso le sue mani, non parlava mai di se stesso, lui era più il tipo che ascoltava le storie degli altri, cosa che lo aiutava anche nel suo lavoro.
-Faccio fotografie.-
Rispose quasi con un sussurro alzando poi lo sguardo verso il suo ospite.
Vide Dean sul punto di porgli una domanda, ma venne interrotto dalla voce di Balthazar.

-Sono tornato.-
Annunciò Balthazar entrando in cucina.
Si bloccò quando vide un ragazzo seduto al tavolo con Castiel. Il piccoletto aveva fatto colpo, era anche l’ora. Attirò gli sguardi di entrambi i ragazzi su di sé, forse aveva interrotto qualcosa di importante.
-Cassie, vedo che hai compagnia, sarà meglio che vada.-
Notò che il ragazzo biondo aveva iniziato a fissarlo in modo strano, cosa voleva da lui?
-Dean, lui è Balthazar, il mio coinquilino.
Dean si alzò di scatto e gli strinse frettolosamente la mano, si può sapere cosa gli era preso? Si chiese Balth.
-Scusate, è tardi, sarà meglio che torni a casa o Benny mi cercherà in ospedale.-
Disse il biondo lasciandosi sfuggire una risata.
-Passo a prenderti domani alle otto, Cas, okay?-
-Certo!-
Rispose velocemente Castiel.
Cas?
Quei due erano già al punto di darsi soprannomi?
Cosa si era persone in quelle ore?

Castiel accompagnò Dean sulla porta si casa e lo salutò accennando un sorriso, solo quando chiuse la porta si rese conto di quello che aveva fatto: aveva di nuovo accettato un passaggio da Dean.


 
   
 
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