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Autore: WickedSwan    17/08/2015    5 recensioni
A #Larry Fanfiction!
DAL TESTO: "Che schifo.
Ridotto a trascinarmi in locali sconosciuti dei sobborghi di Londra, pur di essere me stesso.
Che poi, forse, non sono me stesso neanche così.
No, non sono più me stesso da un po’ di tempo ormai.
Come sempre, il mio autista mi sta aspettando in una via laterale, pronto ad accogliermi in macchina, una berlina, ovviamente, e riportarmi a casa.
Sono sicuro che qualche sera non mi vedrà arrivare.
Prima o poi qualche pazzo mi rapirà, con la speranza di tirarci fuori un bel riscatto. O magari solo per il gusto di torturarmi ed uccidermi lentamente e con gusto.
Come se non ci stessi già pensando da solo."
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PRIMA DI ANDARE AVANTI CON LA STORIA..Vorrei fare un ringraziamento specialiiiissimo alla mia Marti, che ha preparato questo S T U P E N D O banner per la ff..GRAZIE GNE..ALWAYS IN MY HEART !!!!!


CAPITOLO 19 – RIGHT TO BE WRONG


“Scusa El. Non sono riuscito a rispondere prima di adesso. Sto lavorando con i ragazzi, sulle canzoni nuove. Ci vediamo fra soli quattro giorni!”

Niente ‘Ti amo’.
Niente ‘Mi manchi’.
Sedici ore per rispondere con uno stupido sms completamente privo di trasporto.
Sedici ore in cui non ho idea di cosa abbia fatto, dove sia stato e soprattutto con chi.

Mi rigiro nelle lenzuola del letto, cercando di capire come diavolo la mia vita perfetta si sia trasformata in così poco tempo in questo casino ingestibile.

Sono sola, fisicamente ed emotivamente, mentre il mio futuro marito è migliaia di chilometri lontano da me e non se ne preoccupa minimamente.

E mi manca.
Mi manca il mio Louis.
Quello che ti eri costruita?

Come se i sensi di colpa non mi avessero permesso di continuare con la costruzione della mia vita con Louis.
Una vita che negli ultimi mesi sento scapparmi tra le mani, senza riuscire minimamente ad arrestare la sua fuga.

Come un castello di carte, costruito con impegno e dedizione, che crolla sotto il soffio insistente di qualcuno.
Un castello bellissimo, incapace di resistere alla forza distruttiva e costante di chi decide che non ha più il diritto di restare in piedi.

Il mio castello che cade a pezzi per volontà di Harry Styles.
Harry, che aveva promesso e che, nonostante le pressioni e le minacce, non è riuscito a trattenersi dal tentare di portarmi via il mio Louis.
Tuo?

E’ dal giorno in cui mi ha chiesto di sposarlo, che non facciamo l’amore.
Che non mi cerca.
Che non mi tocca.
Che non si spinge oltre i soliti semplici baci di routine; e tutto questo fa male.

Io sono la sua fidanzata e lui neanche mi guarda più in faccia.

“Eleanor, sappi che qualcosa del genere potrebbe succedere, se iniziasse ad assumere questo tipo di pillole. Devi essere preparata.”

Oh, io sarei stata preparata Dr. Burke.
Lo sarei stata davvero.
Peccato che prima di ogni nostra uscita, quelle pillole non le prendesse mai. Come se per stare con me non ne avesse bisogno.
Lui faceva finta di niente e io perdevo un po’ di speranza ogni giorno.

Pensava che non mi rendessi conto che sentiva il bisogno di prenderle soltanto quando sapeva di doversi vedere con Harry?
Dio quanto sono stupida.

E adesso sono a Parigi, insieme, per altri tre giorni.
Parigi, la città dove fecero quell’intervista così speciale per loro.
Parigi, la città dove avevano avuto quel famoso appuntamento sulla Tour Eiffel di cui Harry parlava continuamente.
Parigi, la città dell’amore, semplicemente.
Del loro amore, per renderlo più complicato.

La stizza prende il sopravvento, così lancio il cellulare dall’altra parte del letto e mi alzo come una furia, diretta in bagno, senza neanche aspettare che il torpore del sonno mi abbandoni completamente.

Accendo la luce e mi avvicino allo specchio, per capire in che stato sia la mia faccia, dopo la nottata di incubi appena trascorsa.
Ovviamente.
Sembro uno zombie.

Mi sciacquo il viso delicatamente, sperando di togliere i residui del trucco di ieri, che mi fanno sembrare ancora più stanca di quanto io non sia già, quando lo sguardo mi cade sul riflesso dell’armadietto delle medicine.

Oh no.
Non avrebbe mai fatto una cosa del genere.
No. Non a livello conscio, almeno.

Apro l’armadietto e mi basta uno sguardo sfuggente, per capire che la mia paura più grande si è appena realizzata di fronte ai miei occhi impotenti.
Eccole lì, le pasticche, nella loro custodia di plastica arancione.

Le prendo in mano e mi siedo sul bordo della vasca, evitando accuratamente con lo sguardo la mia espressione distrutta nello specchio.
Mi passo fra le mani tutto quello che era rimasto della mia speranza, mentre onde amare di ricordi mi immergono, abbattendomi senza lasciarmi possibilità di appello.


INIZIO FLASHBACK

“Harry? Sei qui dentro?” Chiedo, aprendo leggermente la porta della sala d’attesa dell’ospedale.

Fino a poche ore fa questa stanza era piena di persone, tutte in ansia per Louis, mentre adesso è soltanto una stanza vuota, avvolta nel buio e nel silenzio.
Ormai ci siamo tutti trasferiti nei dintorni della stanza in cui Louis sta riposando, dopo essere finalmente uscito dalla terapia intensiva.

Sono rimasta con lui fino a pochi minuti fa, mentre stringeva la mia mano e mi chiedeva cose stupide, facendomi ridere nonostante lo stress delle ultime ore.
E’ stato dopo l’ennesima risata di gusto, che ho deciso di venire a cercare Harry e fargli la mia proposta.
Deve capire che sono la scelta migliore.

Quando qualche ora fa io e Johanna – anzi, è meglio che mi abitui a pensarla come Jay – siamo entrate nella stanza di Louis, non avevo idea di come comportarmi.
Ero terrorizzata da quello che avrei potuto trovare, facendo il mio ingresso in quella stanza enorme tutta per lui.

Non appena avevamo varcato la soglia, Louis si era voltato verso di noi, con uno sguardo confuso e dolorante, capace di spezzarmi il cuore in un attimo.
"Mamma.." Aveva sussurrato, prima che Jay si avvicinasse quasi correndo ed iniziasse ad accarezzarlo dolcemente, sussurrandogli parole dolci e confortanti.

Lo avevo visto, il suo sguardo, trasformarsi da spaurito a consapevole.
Lo avevo visto, mentre lasciava da parte la sua paura ed assumeva su di sé quel fare protettivo che tanto lo caratterizza.

Perché Louis è fatto così.
Farebbe di tutto per far stare bene le persone che ama.
Ed io voglio essere una di quelle persone.

Infatti, eccolo il piccolo leoncino, che pur ferito, aveva iniziato a sorridere, asciugando con notevole sforzo le lacrime della madre, senza preoccuparsi per il proprio dolore e concentrandosi per guarire quello degli altri.

Anche Lottie era arrivata, affannata per la corsa, e guardarli da lontano era come assistere ad uno spettacolo intimo e meraviglioso.
Come osservare per minuti un quadro bellissimo, desiderando con tutto il cuore di poter entrare a far parte della storia che sta raccontando.
Io volevo essere in quel quadro.

Io volevo essere la parte mancante, quella che, purtroppo, era sempre stata occupata da Harry.

Non è stato difficile innamorarsi di Louis.
Anzi, è successo in modo talmente naturale, che neanche mi ero accorta di esserci caduta fino a ieri sera.

Perché Louis è così, ti investe con la sua follia, col suo carisma, con il carattere brusco e quegli occhi brillanti; e tu non puoi fare niente se non affezionarti ad ogni cosa che fa, arrivando a pendere dalle sue labbra quasi inconsciamente.

Non mi sarei dovuta innamorare di lui.
Se avessi potuto scegliere, non avrei mai accettato questa sorte.
O forse sì, ma soltanto perché averlo nella mia vita, fino a ieri, sarebbe potuto essere abbastanza.
Sarebbe anche potuto bastare.
Forse.

Perché lo vedevo, come guardava Harry.
Riconoscevo quello sguardo, pieno di tenerezza e passione e desiderio e devozione.
Era uno spettacolo, su di lui.

Uno spettacolo a cui, purtroppo, io potevo assistere solo passivamente, dato che quegli occhi non avrebbero mai guardato me  nello stesso modo.

E me ne sarei fatta una ragione. Lo giuro.
Lo avrei fatto, se non mi fossi accorta che nell'aria c'era qualcosa di diverso.
Qualcosa era cambiato.

Me n'ero accorta subito, non appena avevo posato gli occhi su di lui, che qualcosa era decisamente cambiato.

"Eleanor, cara, avvicinati." La voce di Jay mi aveva risvegliato dai miei pensieri ed i miei occhi avevano incontrato il suo sorriso smagliante, che risplendeva al di sotto delle lacrime ormai asciutte.

Mi ero avvicinata, con calma, senza riuscire ad incontrare gli occhi di Louis.
In fondo, se avesse voluto, avrebbe potuto semplicemente chiedere di vedere Harry, cacciandomi dalla stanza a suo piacimento.
Ma non l'aveva fatto.

Mi aveva osservata, per qualche secondo, dapprima confuso, poi, dopo le parole di sua madre, in un modo totalmente nuovo. Bello.

"Louis, so che questo non è stato il momento migliore in cui conoscerci, ma sono davvero contenta di aver incontrato Eleanor. Lo sapevo che c'era una ragione dietro alla felicità che ho notato nell'ultimo periodo e sono così contenta che finalmente tu abbia trovato qualcuno da amare! Davvero, spero di poterti continuare a vedere felice come in questo periodo, grazie a questa ragazza, che sono sicura sia meravigliosa. Dovevi vedere com'era preoccupata!" Aveva esclamato Jay, guardandomi come se fossi un dono inaspettato ma sorprendente.

E avrei potuto dire basta.
Avrei potuto fermare ogni cosa e chiarire.

Ma proprio quando il senso di colpa aveva iniziato a corrodermi lo stomaco, una leggera pressione sulla mia mano aveva sconvolto i miei piani.
Abbassando lo sguardo, mi ero accorta che Louis aveva iniziato a stringermi le dita, una ad una, arrivando a prendermi la mano, con forza e determinazione, sorridendo.

In un attimo, quella punta di insicurezza e mancanza che gli avevo letto negli occhi era come scomparsa, lasciando posto ad una vaga consapevolezza.
Come se fosse riuscito a trovare il pezzo di un puzzle che gli mancava.
Come se le parole della madre gli avessero fornito la soluzione di un rebus che, da solo, non era riuscito a risolvere.

E finalmente mi guardava.
Per la prima volta non ero l'amica con cui sfogarsi.
Per la prima volta quello sguardo -misto ad incredulità e torpore- era rivolto a me.

Non al piccolo Harry.
A. Me.

E per la prima volta, dopo tanto tempo, la mia fantasia di poter essere amata da Louis non sembrava poi così irraggiungibile.

Ma dovevo ancora capire.
Dovevo confermare che la mia teoria fosse giusta.
Dovevo vedere con i miei occhi l'interazione fra Louis ed Harry.

..................................................................................................................................................................

Avevo lasciato la stanza una mezz'oretta prima, insieme a Jay e Lottie, proprio mentre Harry faceva il suo ingresso, da solo.

I miei nervi erano rimasti in tensione per tutto quel tempo, anche dopo che i ragazzi si erano aggiunti a loro, perché tutti in quella stanza sapevano la verità ed ormai ero sicura che non avessero resistito un attimo prima di raccontarla.

Ma entrando, ciò che avevo trovato mi aveva rincuorata.
I ragazzi indossavano sorrisi tirati e stanchi, mentre i loro sguardi vagavano da una parte all'altra della parete senza apparente direzione. Niall era l'unico che intratteneva un dialogo con Louis, mentre Liam interveniva ogni tanto, non sopportando l'imbarazzo del silenzio.
Zayn fissava Louis, cercando di capire come comportarsi con lui, mentre Harry era quello che mi aveva lasciata più perplessa.

Era seduto a gambe incrociate, dall'altro lato della stanza, con la testa appoggiata al muro e lo sguardo vacuo di chi ha perso qualcosa e non sa da dove iniziare per ritrovarla.

"Louis potrebbe aver subito danni semipermanenti, ma per capirlo dovremmo fare atri esami. Anche se basterà chiedere a lui o a voi per accertarci che, ad esempio, non abbia perso la memoria. Per quanto riguarda i mal di testa..per quelli possiamo fare poco. Speriamo soltanto che non ne debba soffrire."

Mai le parole del Dr. Fleming mi erano sembrate più reali di quel momento.
Mai più reali di quando Louis aveva cercato la mia mano, come se fosse il suo unico appiglio per non sprofondare di nuovo nella confusione.
Mai come quando Harry aveva iniziato a fissare le nostre dita intrecciate, tanto intensamente da gelarmi il sangue.
Mai come quando si era alzato, borbottando delle scuse incomprensibili, prima di lasciare velocemente la stanza, senza ascoltare le deboli proteste dei suoi compagni di band.
Ma come quando mi ero accorta che gli occhi di Louis non lo avevano guardato neanche per un momento.

Louis guardava me ed io non potevo essere più felice.

Perché io lo odiavo, Harry Styles.
Anzi, lo odio.

Aveva l'amore di un ragazzo fantastico e non se lo meritava.
Non dopo quello che era successo la sera prima.
Non dopo che l'incidente aveva rischiato di portarmi via Louis, per sempre.

"Eleanor, scusa, posso..posso dormire da te, stanotte?"
Se la chiamata improvvisa di Louis mi aveva preoccupata, i singhiozzi trattenuti a stento fra una parola e l'altra certo non mi stavano tranquillizzando.

"Louis? Che sta succedendo? Perché piangi?" Avevo chiesto, alzandomi dal letto e cominciando a camminare in su e giù per la stanza.
"Io.." Un altro singhiozzo. "Harry ed io abbiamo avuto una..discussione. Sono uscito di casa e adesso..non so dove andare. Voglio dire, i ragazzi vivono troppo vicino a noi, scusa, ma non so proprio dove andare." Aveva continuato, prima che un nuovo singhiozzo bloccasse ancora il suo discorso.

"Louis sta' tranquillo. Puoi dormire qui, non c'è problema.." Avevo iniziato, cercando di calmarmi.


Avevano litigato.
Di nuovo.
E magari Styles lo aveva anche buttato fuori.


"Sì certo, dormo sul divano..non preoccuparti El. Dio, grazie davvero." Aveva continuato lui, imperterrito.
"Sì, ma fatti accompagnare da qualcuno, per favore. Chiama Alberto, non lo so. Non venire da solo." Avevo detto, cercando di farlo ragionare.
"No El. E' tardissimo e non voglio certo disturbare Alberto per una stupidaggine. Adesso prendo un taxi e..ti raggiungo. Sì." Aveva risposto, mentre la voce non sembrava neanche supportare le idee.
"Calmati però. Louis ti prego, devi calmarti." Gli avevo detto, sperando che smettesse di piangere.

Odiavo quando piangeva.
Un ragazzo come lui non avrebbe mai dovuto piangere.


"Ma è tutta colpa mia! Non capisci? Harry ha ragione, io..non so cosa mi sia preso. Dovevo ascoltarlo. Ha ragione, dovrei essere più presente.." E continuava così, addossandosi ancora tutte le colpe, sentendosi il responsabile per tutto, come sempre.

Un tuono in lontananza mi aveva distratto dal suo monologo sconnesso, ed il rumore che percepivo attraverso il cellulare mi aveva fatto capire che avesse iniziato a piovere.
O almeno, pioveva nel lato della città dove si trovava Lou.


"..Dio, lo amo così tanto! Ha detto che sarebbe meglio dimenticare tutto, ma come faccio? Come..facciamo? Io non voglio dimenticare niente El, ci sono dentro così tanto.." Era arrivato il momento di bloccarlo.

"Louis, sta piovendo a dirotto. Dimmi che hai trovato quel benedetto taxi." Gli avevo detto, sperando che potesse al più presto infilarsi in una macchina calda.
"Sì, è arrivato. Devo solo montare e dargli l'indirizzo di casa tua." Aveva risposto..con una voce distante, come se stesse pensando intensamente a qualcos'altro.
"Perfetto. Preparo il divano." E magari anche un po' di caffè.


Dall'altra parte soltanto silenzio.
Silenzio e gocce di pioggia leggere ma costanti, intervallate da tuoni lontani ed attutiti.


"No." Aveva sussurrato, infine.
"No cosa?"
"Non posso venire da te. Non ora." Era impazzito, completamente.
"Louis, cosa stai dicendo? E dove vorresti dormire?" Ormai mi sembrava di essere in un brutto sogno.
"A casa." Aveva detto, sbattendo -evidentemente- la porta del taxi, e lasciandolo ripartire senza di lui.
"Come a casa." Non potevo crederci.
Avevano appena litigato e lui voleva tornare in quell'appartamento?


"A casa sì. Da Harry. Non dovevo uscire, non sarei mai dovuto andarmene!" Aveva esclamato, mentre il fiatone iniziava ad impossessarsi della sua voce.

Correva verso casa di notte. Sotto la pioggia. Per andare dalla persona che amava. Che cliché. Un meraviglioso chiché.

Se soltanto Harry si fosse meritato tutto questo.

Louis, nel frattempo, aveva continuato a blaterare qualcosa di romantico al cellulare; qualcosa che non volevo ascoltare, o almeno non finché fosse rivolto a quel dannato riccio.

"Cosa?"
"Sei mai stata innamorata, Eleanor?" Aveva chiesto, con un sorriso che riuscivo a sentire anche attraverso il cellulare.
"Sì" Sì Louis. Lo sono. Adesso.
"Allora sai che se ami qualcuno devi combattere fino alla fine. Stiamo soffrendo, ci faremo del male, litigheremo, ma ci aggrapperemo l’uno all' altro e, ti giuro, ci sarò fino alla fine. Combatterò fino alla fine e devo correre in casa a dirglielo, urlarlo, se necessario. Lui dice che preferirebbe dimenticare? Io sarò lì, giorno dopo giorno a ricordargli quanto invece sia importante ricordare, ricordare sempre. L’amore che proviamo, le sfide che vinciamo, le sofferenze che proviamo. Tutto. Io sarò lì a ricordargli di non mollare!”
Aveva urlato, infine, prima di darmi una buona notte veloce e chiudere la telefonata.

Ero rimasta pietrificata su quel divano.
Stretta nella mia coperta e stanca.
Louis stava tornando da Harry, di nuovo.


Ed era così che era avvenuto l'incidente.
Louis era stato investito perché, invece di montare sul taxi e venire da me, aveva deciso ancora di tornare a casa.

Louis era stato investito mentre tornava da Harry.

Louis era stato investito perché tornava da Harry.

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“Harry? Allora, ci sei?" Chiedo, di nuovo, stanca di giocare al gatto ed il topo. Adesso che ha rivissuto la telefonata di ieri notte è ancora più convinta di star facendo la cosa giusta.
Devo solo convincere Harry.
Usando qualsiasi mezzo.

Inizio subito, accendendo la luce ed illuminando la stanza buia quanto silenziosa.

Ed eccolo là, il piccolo riccio, seduto sulla sedia più lontana dalla porta, con le ginocchia al petto e la fronte appoggiata ad esse.
In un secondo alza la testa e mi punta contro gli occhi, ancora più verdi e frustrati per le lacrime che continuano a scappare sulle guance.

"Vattene Eleanor. Voglio restare da solo!" Esclama, con uno sguardo sempre più assassino in volto.
"Io invece voglio parlare, Harry. Adesso." Gli rispondo, cercando di risultare il più risoluta possibile.
"Di cosa vuoi parlare? Della situazione di merda in cui siamo? Di Louis che rischia la vita?"

Per colpa tua, voglio rispondere.
Ma non lo faccio.
Lasciarsi trasportare dalle emozioni adesso sarebbe negativo.

"Cosa hai intenzione di fare?" Chiedo, avvicinandomi di qualche passo ed appoggiandomi al tavolo di fronte a lui.
Mi sento quasi come una professoressa davanti al suo allievo peggiore.

"Ho parlato con Fleming. Ha detto che sarà difficile, ma che Louis potrebbe recuperare la memoria. Quindi sappi che tra poco il tuo teatrino andrà a farsi fottere, insieme a te. Uscirò da questa stanza e dirò tutta la verità." Mi dice, senza guardarmi negli occhi.

"Non sei l'unico che ha parlato col dottore. Ha detto anche che il processo sarà difficile e doloroso, mi pare. Anzi, potrebbe anche aver detto..rischioso per la sua vita? Ho sbagliato a citare?" Rispondo, iniziando a tastare il terreno.

"Quanto sei stronza." Ringhia. Oh, il ragazzino è arrabbiato.

"Sto dicendo quello che tu non hai il coraggio di accettare. Recuperare la memoria per Louis potrebbe essere letale. Smetti di crogiolarti nelle tue fantasie ed accetta la realtà. Sei disposto a rischiare la sua vita, Harry?" Chiedo ancora, girando il mo piccolo coltello nella ferita, che si sta aprendo sotto ai miei occhi.

Lui si alza di scatto e mi si avvicina pericolosamente.

"Quanto stai godendo in questo momento? Eh? L'avevo capito subito, Calder. Mi sono bastati pochi sguardi, l'ultima volta che ci siamo visti, per capire quello che provi per Louis. Non volevo crederci. Non volevo pensare che potessi arrivare a tanto, cazzo!" Sibila, arrabbiato ma consapevole del luogo in cui ci troviamo.

Bene.
Se ancora ha paura a farsi sentire, vuol dire che la sua decisione non è poi così irremovibile.

"Louis. Ama. Me. Vedi di ricordartelo." Conclude, immobile.
Io scoppio a ridere, perché così è davvero troppo, troppo facile.

"Oh, Harry caro. Io lo ricordo. Ma lui, a quanto sembra, no."
Lo vedo sbiancare, tornare verso la sedia ed accasciarsi senza troppe cerimonie, prima di prendersi la testa fra le mani e rilasciare un sospiro frustrato.

"Che cosa vuoi. Davvero, cosa vuoi da me?" Chiede di nuovo. Bene, è arrivato il momento di tirare fuori la mia verità.

"Voglio che tu adesso mi ascolti e che ragioni su quello che sto per dirti." Affermo, guardandolo dall'alto al basso.
Lui accenna un sì con la testa, anche se poco convinto.

"Chiariamo subito. So che ieri sera avevate litigato. Lo so perché mi ha chiamato e, lasciatelo dire, era sconvolto." Torna a piangere. Tipico.
"Ora, prima di parlare di questo, ti dico semplicemente che la vostra relazione è tossica."

"Sta' zitta! Non è vero!" Esplode lui. Lo sapevo che non avrebbe ascoltato con le buone.

"Ah no? Perché pensi che sia su quel letto adesso, Harry? Stanotte era distrutto. Piangeva. Stava venendo da me, a dormire, perché non aveva nessun altro con cui sfogarsi. Credi che se voi non aveste litigato, lui sarebbe uscito di casa in quelle condizioni, sotto la pioggia battente? Avrebbe rischiato la vita, se tu non avessi fatto lo stronzo?" Non dico volutamente il fatto che Louis lo avesse perdonato.

Non è una bugia.
E' una semplice omissione.

Lui resta in silenzio ed io so di aver premuto il tasto giusto.
Forse anche lui riesce a capire quanto tutto questo sia assurdo.

"Devo andare avanti? Sono mesi che vi nascondete, Harry. Mesi che io e lui usciamo insieme alla luce del sole, tenendoci per mano, mentre voi siete costretti a rinchiudervi in casa, al buio, per poter vivere nella vostra piccola illusione di isola felice."

Il silenzio si prolunga, mentre l'aria della stanza diventa sempre più pesante ed io sempre più forte.

"Non pensi che si meriterebbe qualcosa di più? Non pensi che questa perdita di memoria possa essere un dono, invece che una punizione? Non pensi di doverlo lasciare libero?" Domando, infine.

"Libero di fare cosa? Stare con te? E' questo che vuoi, Eleanor? Costringere una persona a stare con te?" Inquisisce debolmente.
Davvero, davvero troppo facile.
Sono accecata dall'odio.

"Non ti sembra che saresti tu, in questo momento, la costrizione di Louis? Non si ricorda niente di quello che siete stati. Non si ricorda di averti amato, non si ricorda neanche di averti desiderato come qualcosa di più di un amico, e tu vuoi andare di là e distruggere tutte le sue sicurezze attuali? Pensi davvero che per lui sarebbe un bene scoprire di essere segretamente fidanzato con il suo ex migliore amico, all'oscuro di tutto il mondo? All'oscuro della sua famiglia?" Incalzo, alzando leggermente la voce.

Lui incava di nuovo la testa fra le spalle e deglutisce rumorosamente.

"Questa è una nuova possibilità per Louis. La possibilità di vivere lontano dai problemi, una vita normale, più o meno. Alla luce del sole. Una vita che non lo porterebbe di nuovo sotto una macchina."

E l'affondo potrebbe essere decisivo.

"Non vorresti vederlo di nuovo libero? Sereno? Senza la paura costante di essere scoperto? Io posso dargli quella vita, Harry. E tu lo sai. Io voglio dargli quella vita. E tu, se lo ami almeno la metà di quanto ti ama lui, dovresti lasciarlo andare." Finisco, mentre mi siedo accanto a lui.

In fondo capisco la sofferenza di non avere Louis.
Ti uccide.

"Lui continuerebbe a lottare, lo so. Lui non lascerebbe mai che io potessi amare qualcun altro senza almeno combattere per me." Sussurra, con le ultime forze che gli restano.

"Stiamo soffrendo, ci faremo del male, litigheremo, ma ci aggrapperemo l’uno all' altro e, ti giuro, ci sarò fino alla fine. Combatterò fino alla fine e devo correre in casa a dirglielo, urlarlo, se necessario."

Le parole di Louis mi rimbombano in testa, come un eco lontano di quelle appena pronunciate da Harry.
Ma non posso mollare proprio adesso.
Io so cosa sia meglio per Louis.
E quel meglio non è Harry.

"Ti ho già detto che Louis stava venendo da me ieri sera, no?" Chiedo, dopo una breve pausa. "Non avrei voluto arrivare a tanto, Harry, ma devo dirtelo. Aveva deciso di mollare."

Lui si volta verso di me, con un "No" quasi disperato sulle labbra.

"Sì. Non ce la faceva più. Ha detto qualcosa sul fatto che gli avevi chiesto di dimenticare tutto.."
"No, no!"

"..E immagino che, inconsciamente, sia quello che ha fatto. Louis ti ha lasciato andare Harry, come avevi chiesto. Adesso è giusto che tu faccia lo stesso per lui."
Finisco di parlare mentre lui chiude gli occhi, colpito a morte dalle mie ultime parole, ed io capisco che è fatta.

Devo solo aspettare che la consapevolezza entri in circolo e Louis sarà finalmente mio.
Per poterlo fare felice, come merita.
Per potermi fare felice, per una volta.

Harry si alza lentamente dalla sedia e fa qualche passo verso la porta, prima di voltarsi e guardarmi con occhi annebbiati dal dolore ma sicuri della propria scelta.
Ci siamo.

"Promettimi che sarà felice. Giurami che farai di tutto perché il sorriso non gli scappi mai dalle labbra. Promettimi che asciugherai le sue lacrime semmai dovesse piangere e che sarai lì ogni volta che avrà bisogno di qualcuno che lo abbracci e che gli dica che andrà tutto bene. Giurami che lo amerai con ogni fibra del tuo essere e che non gli farai mancare mai un conforto, una protezione, degli occhi limpidi in cui specchiarsi."

Parla lentamente, perso fra il suo passato ed il mio futuro, con il sorriso triste di chi si prepara al sacrificio più grande della sua vita.

"Lo prometto." Mi affretto a rispondere. "Ma tu prometti che non farai mai parola di questo e di..voi  con nessuno. E che i ragazzi faranno lo stesso." Aggiungo, come per siglare un patto segreto.

Lui mi dà le spalle, avvicinandosi ancora di più alla porta della stanza, come a voler prendere tempo per pensare bene alle sue ultime parole.
Non si gira verso di me, mentre le dice, eppure risuonano nella sala come e fossero un giuramento urlato ai quattro venti, impregnando le pareti e l'aria quanto l'odore del sacrificio.

"Lo prometto. Ma solo finché lo vedrò felice. E, sappi che capirò subito, quando non lo sarà più. E allora non sarò più tenuto a rispettare la mia parte del patto, perché tu non avrai rispettato la tua."

Si volta soltanto adesso, raddrizzando la schiena ed acquistando quella dignità che fino ad ora sembrava scomparsa.

"Se Louis non sarà felice, i giochi fra noi saranno di nuovo aperti. E ti giuro che allora, farò di tutto per riprendermelo."

Conclude, uscendo velocemente dalla porta e lasciandomi sola con la mia nuova vita.

FINE FLASHBACK

 
Scaravento la boccetta di pillole sul pavimento del bagno, osservandole mentre si sparpagliavano veloci, sospinte dall’impatto.

Piango per la stizza e per la rabbia, mentre inizio a raccoglierle velocemente, una dopo l’altra, rimettendole al loro posto.
Io non voglio che queste lacrime si trasformino in lacrime di dolore.

Io..devo fare qualcosa. Un ultimo tentativo. Devo provare il tutto per tutto, per riuscire a tenere Louis con me.

Andrò da Burke, il prima possibile, per trovare una soluzione.

In fondo, mancano soltanto due settimane al matrimonio e quando saremo sposati sarà tutto più semplice. Devo soltanto resistere.
Resistere e sperare che in questi tre giorni prima che il mio Lou torni a casa, non possa succedere niente di irreparabile.

 
LIAM POV
 
“Okay, qualcuno mi dica perché, invece di godermi l’incredibile centro benessere di questo Hotel, mi trovo in questa stanza per parlare con voi due buzzurri.”
Si lamenta Niall, dopo essersi chiuso la porta della mia camera alle spalle, sbuffando piccato.

Zayn alza un sopracciglio, mimando un “buzzurri?” incredulo: la sua tipica espressione di sufficienza dipinta sul viso, pronto per rispondere a tono al poco velato insulto dell’irlandese.

Ma un tonfo sordo lo distoglie dal suo proposito e ci costringe ad un’involontaria quanto liberatoria risata.
Niall, da perfetto bambino capriccioso, si è appena buttato di faccia sul letto, continuando a produrre suoni sconnessi e lamentosi, attutiti dalla coperta morbida. Come potremmo anche solo pensare di rispondergli a tono?

Continua a dire qualcosa di incomprensibile, camuffato dal materasso, mentre le sue braccia si muovono stizzite.
Che avevo detto? Un bambino.

“Oi, folletto tinto, che diavolo hai appena detto?” Chiede Zayn, divertito ma anche deciso ad arrivare al punto della nostra riunione.
Niall si tira su dal letto, contro voglia, girandosi all’improvviso ed appoggiando il suo peso sui gomiti, fissandoci con astio.

“Ho detto che era anche l’ultimo giorno! Finalmente Amélie aveva accettato di farmi quel massaggio strano e..”

“Amélie?” Lo blocco, in modo da irritarlo ancora di più. “Uuuh, Nialler si è trovato la ragazza!” Continua Zayn, cogliendo al volo l’opportunità di vendetta. Ci guardiamo, ancora, con sorrisi complici.

Mi mancherà tutto questo.
Durante la pausa, intendo.

“..e tutta quella roba da mangiare! Sul serio, dodici tipi diversi di cioccolata calda, gli stuzzichini..sapete Amélie è bravissima con le mani; tutto, sa fare tutto! Anche quei cosi..come si chiamano? Ah sì, centrini!” Continua lui, imperterrito, con gli occhi a cuoricino, facendo aumentare le nostre risa con ogni parola.

“Brava con le mani? Sul serio Nialler? E’ così che parli delle ragazze che ti piacciono? Ci credo io che ancora non ne hai trovata una che ti sopporti!” Esclama Zayn, guadagnandosi una cuscinata in pieno volto.
Sto seriamente rischiando di cadere giù dalla poltrona su cui sono seduto, tanto sto ridendo forte.

“Cretino! Amélie è una rispettabile signora di mezza età molto simpatica e gentile!” Urla Niall, indignato.

“Oddio, la tua perversione non ha fine..” Riesce a commentare Zayn, tra una risata e l’altra, cercando di recuperare il fiato.

“Basta, Zayn io ti faccio fuori!” Esclama il biondo, prima di saltargli addosso, pronto ad iniziare un’azzuffata secolare.
Sì, queste cose mi mancheranno decisamente.

Aspetto qualche minuto, continuando a ridere, mentre li osservo rotolare sul pavimento della camera, recuperando lentamente il controllo del mio respiro e ritrovando una sorta di compostezza.

Purtroppo dobbiamo parlare di cose serie.
E dobbiamo farlo anche in fretta.

“Ehi, ragazzi. Scusate l’interruzione, ma ho convocato questa riunione per un motivo e, dato che non abbiamo molto tempo, direi di cominciare subito con l’ordine del giorno.” Li avverto, sedendomi sul letto ed incrociando le gambe, dopo aver recuperato il foglio pieno di appunti.
Sì, mi sono segnato una scaletta, per non dimenticare niente.

“Okay okay, ma facciamo in fretta.” Dice Niall, prima di tirarsi insieme ed offrire una mano gentile al povero Zayn, alle prese col suo ciuffo ribelle, ormai scomposto.

“Forse riesco comunque a farmi qualche vasca in piscina!” Conclude, sedendosi accanto a me ed osservando distrattamente il moro, che si accomoda sulla mia (ex) poltrona.

Chissà quanto continuerà a toccarsi quei capelli.
Dio, la vanità.

“Allora, dichiaro aperta questa riunione per discutere la ‘Situazione Harry&Louis’.” Affermo, dandomi un contegno. Mi piace fare l’organizzatore.

“Che schifo di nome è?” Chiede Zayn, prestandomi sorprendentemente attenzione.

“Non è un nome. Cosa c’entra il nome ora?” Chiedo, nervoso.

“Ci vuole un nome. Altrimenti è come discutere sul nulla. Dovremmo avere una sorta di codice segreto, ecco. Tipo le ‘Giovano Marmotte’ con tutte le loro missioni.”
Continua il moro, noncurante.

“Le Giovani Marmotte? Ma cos-“
“Già. A parte che non ho capito bene quale dei duemila problemi fra loro dovremmo risolvere, ma questo nome è brutto a prescindere.” Mi interrompe di nuovo Niall, confuso.

Ottimo, iniziamo bene e continuiamo ancora meglio.

“Operazione Colpo in Testa. Sai, per la memoria di Lou..e tutto il resto!” Esclama Zayn, perso nei meandri della sua fantasia.
“No.” Rispondo, deciso. Che diavolo di proposta era?

“Operazione ‘Ho fameeee’” Urla Niall. Certo, continuiamo così.

“Chiamiamola semplicemente ‘Operazione Larry’ no?” Chiedo io, orgoglioso della mia semplice trovata. E’ perfetto.

Mi guardano entrambi con faccia disgustata, prima di tornare a tirarsi –sempre metaforicamente- addosso nomi strani.
E’ come se stessero giocando a tennis.

Operazione Parigi!”

“Nah, domani andiamo a Vienna. Operazione Vero Amore?”

“Che schifo Niall, sembra la pubblicità di un cioccolatino. Operazione Always Always Getting Back Together?”

“No no, mi ricorda una canzone di Tay. Lasciamo stare. Operazione Unicorni e Arcobaleni?

“Sì, e viva l’Irlanda. No..ci vuole qualcosa di più immediato, capisci? Oh, ci sono! Operazione ‘Marry i Larry’!” Esclama Zayn, soddisfatto.

“Ci siamo quasi ma..c’è qualcosa di troppo..oh, senti questa Zay, ‘Operazione Larry’!” Risponde Niall, definitivo.

I due si abbracciano velocemente, finalmente d’accordo, e io penso che sì, questo nome è proprio perfetto.
No, fermi.

“Ehy, ma l’avevo suggerito prima io questo!” Protesto, indispettito.

Entrambi si voltano a guardarmi, saccenti, ed io so già che per il bene dell’Operazione dovrò lasciar perdere.

“Liam, smetti di fare il guastafeste. Il tuo nome faceva schifo e noi due geni ne abbiamo trovato uno adatto alla situazione.” Afferma Zayn, battendo il cinque con Niall, per poi tornare, finalmente, serio.
Okay, devo cogliere l’occasione.

“Va bene, adesso qualcuno mi spiega in cosa consiste quest’Operazione?” Chiede Niall, curioso.

“Sì, certo. Subito.” E comincio a raccontare  tutto quello che ho notato negli ultimi mesi.

Entrambi già sapevano gli eventi accaduti in quella famosa notte di Natale; ma dopo l’improvvisa proposta di matrimonio e quello strano messaggio da parte di Harry, avevo cercato di calmare le acque e non farli agitare più del dovuto.

“Il problema è che l’altra notte ho scoperto una cosa strana e, notando l’assurdo comportamento di entrambi gli idioti – soprattutto qui a Parigi- direi che davvero dobbiamo trovare una soluzione.” Conclude Zayn, lasciando che Niall abbia il tempo per metabolizzare il tutto.

“Okay. Quindi. Fatemi capire un attimo.” Appunto. “Harry sono tre giorni che si perde sistematicamente per le strade di Parigi. Louis sono tre giorni che non esce dalla sua camera. E noi che diavolo dovremmo fare? E Zayn che ha scoperto di così strano? No, perché se c’è la minima possibilità di potermi salvare da un noioso matrimonio Londinese vegetariano e fuxia, io la colgo!” Esclama il biondo, sempre più convinto.

“Zayn?” Chiedo, cedendogli la parola.

“Allora. La sera in cui siamo andati al Pub..”

“Quella in cui mi sono infilato nell’appartamento delle tipe strane?”

“Sì, quella. Ecco, io e Louis abbiamo fatto una sincera chiacchierata..”

“Sincera tipo, a base d’erba?” Lo interrompe ancora Niall.

“Se non smetti di interrompermi ti affogo con i tuoi stessi capelli ossigenati, chiaro?” Lo minaccia il moro.

Ovviamente, Niall non risponde.
E’ troppo occupato a spiegare ai propri capelli che ‘va tutto bene’.

“Insomma, per farla breve: Louis sta prendendo delle pillole. Tipo, antidepressivi? Non lo so. Comunque, roba che gli controlli l’umore e che non gli permetta di avere mal di testa.”

“Ma ovviamente, niente mal di testa, niente ricordi.” Concludo io, serio.

“Cazzo.” Commenta Niall, ripresosi dalla chiacchierata con se stesso.

“Ma in questi giorni non le ha dietro..e lascia che ti dica che senza quella roba è una bomba ad orologeria. Se solo sapessi cosa ha combinato l’altra sera!” Esclama Zayn, misterioso.

“Cosa?” Niall non fa in tempo a formulare la domanda, che il moro è già partito con la dettagliata descrizione di tutta quella strana notte.
La gelosia, l’eccitazione, le parole di Louis. La sua paura. Il suo desiderio di capire. Il terrore di non essere abbastanza. L’idea malsana che fosse ormai troppo tardi.

“No no no. Non può essere tardi, ragazzi! Harry se ne sta sempre solo..perso nei suoi pensieri..fidatevi, quel ragazzo non potrebbe smettere di amarlo neanche se lo volesse davvero. E non lo vuole.” Affermo, deciso.

“Vero.” Conferma Niall. “Ma, scusate, le pillole a Louis le ha prescritte quel dottore strano..come si chiama? Bu..”
“Burke. Sì, lui. Non mi piace affatto. Mai piaciuto. Non avevo mai capito perché avessero deciso di passare sotto le sue cure..beh, almeno fino ad ora.” Rispondo, mentre le rotelle del mio cervello si muovono a velocità elevatissima.

Dobbiamo arrivare al cuore di questa storia.

“Quindi dici che sia stata..”
“Eleanor.” Affermiamo convinti, io e Zayn. Ci guardiamo per un attimo, complici e finalmente consapevoli di dover prendere in mano la situazione.

“Okay. Spiegatemi il piano d’azione per favore. Liam, fai tu, che sei sempre stato bravo in queste cose.” Dice Niall, mentre Zayn si avvicina a noi, sistemandosi sul letto e formando un triangolo con le nostre figure già comodamente appollaiate sul materasso.

“Allora, per prima cosa voglio scrivere un mail al dottore precedente, ve lo ricordate? Mi pare si chiamasse Fleming. Insomma, ho intenzione di chiedergli un appuntamento, fissato per il giorno stesso del nostro ritorno, ovvero dopodomani.” Inizio, appuntando la lista sul quaderno degli appunti. “Sicuramente parlare con lui riuscirà a farci mettere a fuoco molti punti di questa storia. Chissà che non venga fuori la verità, finalmente.” Concludo.

“Bene, a quello ci pensi tu, sei il più bravo con le cose burocratiche.” Commenta Zayn. “Io e Niall invece cercheremo un modo per tirare fuori Lou dalla sua camera prima di partire, per capire se sta davvero ricordando come pensiamo. Dovremo trovare un modo per farli restare insieme, da soli, prima dell’inizio della pausa. Perché se davvero abbiamo ragione e Lou sta tornando in sé, dobbiamo essere pronti a rompere la promessa fatta ad Harry tanto tempo fa. Lo capite questo, vero?” Chiede Zayn, criptico.

Niall ammutolisce, abbassando la testa sulle proprie mani unite, mentre io mi perdo nei tristi ricordi di quell’infinita giornata che aveva cambiato le nostre vite per sempre.
 

INIZIO FLASHBACK

“Che vuol dire che Eleanor è diventata davvero la ragazza di Louis? Ma siete impazziti?” Chiede Zayn, sconvolto.

“Calmati Zayn. Harry sta passando un brutto momento. Credo che sia sotto shock..lasciamolo sfogare.” Gli dico, prendendolo per un braccio, cercando di calmare la sua furia.

“A me sembra piuttosto serio.” Commenta lui, scettico.

Alzo la testa e mi guardo intorno. Siamo nella stanza di Louis; il suo corpo giace addormentato sul piccolo lettino, probabilmente lo hanno imbottito di chissà quali sostanze per diminuire il dolore e lasciarlo riposare in pace, anche solo per qualche  ora.

Noi tre siamo seduti dall’altra parte della stanza, le spalle appoggiate al muro e le occhiaie nere sotto gli occhi, mentre Harry continua a passeggiare furiosamente davanti a noi, cercando di fare meno rumore possibile.

“Possiamo parlarne da un’altra parte?” Sussurra, infine, indicando con la testa Louis.

“Harry. L’hanno drogato talmente tanto che probabilmente sta sognando di cavalcare nuvole rosa con il suo Fùcur, in questo momento. Stai tranquillo, non lo sveglierebbe neanche una bomba. Poi, volevi andare in un posto sicuro, dove non sentisse nessuno. Gli altri sono tutti in fondo al corridoio, ti assicuro che questo è il posto migliore per parlare.” Lo tranquillizzo, sperando di riuscire a mantenere la calma nella stanza, anche se sarà davvero dura.

“Quindi, Harry, parla. Spiegaci questa grande idea. Anche se già l’inizio fa schifo.” Commenta Zayn, acido.

Harry si ferma, dopo quelli che sembrano secoli, continuando a distruggersi le mani, come se quello che sta per dire gli costasse una fatica immane.

“Non sono sotto shock. Ma ho parlato con Eleanor e..”

“Eleanor? Cioè tu ti sei confidato con..Eleanor??” Chiedo io, cercando di mantenere un tono di voce normale e riuscendoci ben poco.

“No. Sentite. Pensate che abbia preso una decisione a caso? Pensate che io non stia rischiando di tornare a piangere ogni volta che apro bocca? Pensate che sia facile, per me, lasciarlo andare??” Esclama lui, tirandosi i ricci con le mani nervose.

“E allora non farlo. Punto. Che cazzo c’entra Eleanor? Che cazzo vuol dire che deve stare con lei? Sei completamente impazzito Styles.” Commenta di nuovo Zayn, nero in volto.

“No. Louis non si ricorda più di me. Cioè, non ricorda quello che siamo stati.”

“Che siete.”

“Che. Siamo. Stati.” Ripete, imperterrito. “Lui..noi abbiamo litigato, prima che uscisse di casa. Ed ho appena scoperto che aveva deciso di lasciarmi andare. In effetti l’avevo chiesto io, in un momento di rabbia..ma lui mi aveva ascoltato, capite? Lui aveva deciso di abbandonare quello che eravamo, perché potessimo andare avanti. Lui voleva andare avanti..”

“Che?” Chiede Niall, esplicando quello che stiamo pensando tutti.

“..Stava andando da Eleanor, ragazzi. Mi stava lasciando andare. Non pensate che questo sia uno strano segno del destino? E se dovessi sacrificarmi io, per lui? E se dovessi accettare di lasciarlo libero, in modo che possa amare qualcuno alla luce del sole?”

“Harry, stai delirando. E ancora non ci hai spiegato la storia di Eleanor.” Lo fermo.

“Eleanor lo ama.” Sgrano gli occhi, come penso abbiano fatto gli altri, perché questa situazione sta diventando ancora più complicata.

“Me l’ha detto poco fa, anche se ne ero quasi sicuro anche prima. Lo ama sul serio e, nonostante la sua proposta sia stata tutt’altro che disinteressata, io credo che sia la scelta migliore per tutti. Soprattutto per Louis. Cazzo ragazzi, si è svegliato convinto di stare con lei, non pensate che, forse, il suo cuore già le appartenesse un po’?” Chiede, esasperato.

“Stai mettendo in dubbio l’amore di Louis per te, Harry?” Chiede uno Zayn fumante. Era tanto che non lo vedevo così incazzato.

“Oh no, per l’amor del cielo Zayn, no! Sto solo dicendo che se non ci fossi stato io, con tutti i miei casini, probabilmente Louis si sarebbe anche potuto innamorare di Eleanor!” Ormai le sue parole non sono più sussurrate. “Visto? E’ bastato uno stupido incidente e tutto è andato in fumo. Come posso andare lì e risvegliarlo da questo sogno in cui tutti approvano la sua relazione e lui non deve sentirsi in imbarazzo o nascondersi per quello che prova?” Chiede, le lacrime che minacciano di scendere sulle sue guance.

“Harry tu..” Inizio, cercando di trovare parole per confortarlo, inutilmente.
Forse possiamo ancora convincerlo che non è finita.

“Mamma..mamma..Eleanor..” No, cazzo. Louis, proprio adesso dovevi iniziare a mugolare cose senza senso?

Tutto sembra fermarsi, come se uno strato di ghiaccio, stanchezza e malinconia si fosse posato su di noi.
Harry sembra rabbuiarsi ancora di più, sicuramente ha sentito quello che ha detto Louis.
Non ho il cuore di spiegargli che sono soltanto le ultime due persone che ha visto prima di addormentarsi.

“Questa è la mia decisione” Riprende il riccio, tornando al punto “E vi sto chiedendo un favore da amici. Da fratelli. Vi prego, rispettatela. Lasciate che almeno Louis possa essere felice.” Conclude, guardandoci uno per uno, sperando –forse- di essere contraddetto.

Zayn si alza di scatto, con un viso fra il disgustato e l’interdetto, prima di avvicinarsi ad Harry, lasciando fra loro soltanto pochi centimetri di spazio.

“Va bene. Starò zitto, ma solo perché forse non lo meriti quanto pensavo. Forse non lo ami quanto pensavo. Tu lo stai abbandonando. Stai mollando, Styles. Stai mollando come il cazzo di vigliacco che sei!” Sibila, per poi uscire dalla stanza come un tornado.

Io guardo Niall e lo aiuto ad alzarsi, prima di avvicinarmi ad Harry e poggiargli una mano sulla spalla.

Non sono d’accordo con tutto questo.
Sono sicuro che Harry dovrebbe aspettare e vedere che succede, ma mi rendo conto che per lui sia difficile. Probabilmente pensa davvero di aiutare Louis, in questo modo.

Non lo sa che, memoria o no, Louis senza Harry non potrà mai essere felice.

Per questo lo abbraccio di slancio, stringendolo forte a me, lasciando che bagni la mia maglia stropicciata con le sue lacrime amare.
Niall ci raggiunge, unendosi spontaneamente a noi, strizzandoci con le sue braccia irlandesi.

“Non arrabbiarti anche per Zayn. E’ solo preoccupato per voi, come d’altronde lo siamo tutti. Sappi che siamo con te, qualsiasi decisione prenderai, ma sappi anche che credo tu stia facendo un errore. Ti appoggerò, come sempre, ma ti prego, se ti dovesse capitare l’occasione di tornare a combattere, fallo.” Gli sussurro, guardandolo dritto in quegli occhi verdi troppo tristi.

“Certo. Fidati. Lo farò.”


FINE FLASHBACK
 
“Non dite niente? Io, sinceramente, non vedo l’ora di romperla. L’avevo detto che era una stronzata.” Continua Zayn, risvegliandomi dai miei pensieri.
“Oh, Harry l’ha già rotta quella promessa. Da mesi ormai. O forse non l’ha mai neanche rispettata.” Dico io, fra me e me.

“Credo che tu avessi ragione, allora.” Risponde Niall, triste. Non credo che mi abbiano sentito.

“No, non avevo ragione. Harry lo ama davvero molto e la decisione di lasciare Louis in quel momento..fu dettata proprio da questo. Fu un’idiozia, ma non avrei mai dovuto dirgli quelle cose.” Risponde, sovrappensiero.

Di nuovo il silenzio riempie la stanza, impregnando l’aria.

“Ehy, ragazzi, credo che dovremmo darci una mossa! Abbiamo un matrimonio da buttare all’aria e i Larry da riunire!” Esclama all’improvviso Niall, ristabilendo il sorriso sulle nostre labbra e la speranza nei nostri cuori.

“Giusto,” Affermo solenne. “Che  l’Operazione Larry abbia inizio!”

Cazzo che figo.
Ho sempre sognato di dirlo.

GAME ON.


SPAZIO AUTRIIIIIX:

 
Ciao ragaaaa ecco il nuovo capitolo.
Niente Larry POV..scusate ma con tutti i casini successi ultimamente ho deciso di concentrarmi su qualcosa di più semplice.
La mia povera El sembra davvero folle..non avete idea di quanto mi piaccia scrivere dal suo punto di vista; sembra una fan girl sfegatata e impazzita. Alla fin fine mi dispiace anche usare lei, per incarnare questo personaggio.
Povera, in fondo faceva solo il suo lavoro.

Comunque, è la prima volta che scrivo dialoghi a tre o quattro voci, quindi siate clementi con me! Ci ho provato!!!!
Tolto questo capitolo ne mancano 3+epilogo alla fine..Dio non vedo l’ora di scrivere il prossimo!!!!

Fatemi sapere le vostre impressioni, come sempre..Un bacio



PS: Una novità personale..ho litigato con mia madre. Again. Che strazio ragazzi, non vedo l’ora di tornare all’Uni, così ci vediamo meno e litighiamo meno !
Scody (:

 
   
 
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