Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Ricorda la storia  |      
Autore: Padme Undomiel    17/08/2015    2 recensioni
Se ne sono dette tante, sulla sua nuova condizione di Generale di Brigata degradato. Così tante che quasi quasi Roy se ne meraviglia.
[Ispirata alla serie del 2003. L'ambientazione è precedente al film "Il conquistatore di Shamballa"]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
They Stare, They Cannot See




A Setsuka,
Che mi ha donato Fullmetal Alchemist,
A cui dono un Roy Mustang.
Sperando somigli anche solo un po' ad uno scambio equivalente.



















They Stare, They Cannot See














E’ tutta la vita che li sente parlare di lui.
Non che abbia mai cercato di passare inosservato, in realtà. Il potere si ottiene con la fama quanto con l’astuzia e le buone conoscenze, è una cosa che ha sempre saputo – è una cosa che Hughes gli ha sempre ripetuto. Da quando per la prima volta ha deciso di non avere nessun’autorità sulla sua testa, pronta a piegargli il capo a forza e ad aggiungere nodi su nodi al suo collare, Roy Mustang, l’Alchimista di Fuoco, indossa i panni dell’uomo carismatico, quello di cui tutti parlano costantemente, che sia con ammirazione, invidia, raramente gratitudine, più spesso rancore. L’importante è sempre stato che di lui, in un modo o nell’altro, nessuno potesse mai dimenticarsi.
Non può quindi dirsi sorpreso di avere i riflettori puntati addosso anche ora, con le mani piene di cenere grigiastra dove prima danzavano lingue di fuoco scarlatte.
Gli è capitato tante volte di sentirli, nel suo lungo periodo di convalescenza, mentre stanco si aggirava tra la folla, più che mai lontano dall’immagine dell’eroe invincibile e senza remore con quella benda scura sull’occhio e quel bastone tra le mani. Li ha sentiti nonostante gli strenui tentativi del Tenente Hawkeye di tenergli le orecchie occupate e la mente distratta. Ha deciso di ascoltarli volontariamente, segretamente divertito, nascondendo un sorriso ironico sotto il bavero della sua giacca.
Forse parlano di lui anche adesso che è ormai lontano dalla capitale, confinato nella sua abitazione sperduta al Nord. Forse ancora bisbigliano, si meravigliano, si guardano con occhi sgranati e increduli, si scambiano opinioni e pettegolezzi, con la sicurezza di chi crede di conoscere l’oggetto dei pettegolezzi come le proprie tasche; Roy non sa dirlo. Ma qualche volta gli pare ancora di sentire quei mormorii tra i suoni crepitanti del suo caminetto ardente, acceso da un fiammifero, mentre fuori infuria una tempesta.
Se ne sono dette tante, sulla sua nuova condizione di Generale di Brigata degradato. Così tante che quasi quasi Roy se ne meraviglia.
C’è chi crede che la sua sia stata una punizione, perché un attentato al precedente, e ultimo, Comandante Supremo non può certo essere ignorato dalle autorità: secondo questa versione, lui sarebbe stato costretto a fuggire, per evitare un’incarcerazione, o addirittura una pena di morte, secondo i più drastici.
C’è chi crede che sia stato lui stesso a volersene andare e rinunciare ai suoi gradi, dopo aver assistito allo smantellamento del vecchio ordinamento militare: Roy Mustang non è forse fin troppo arrivista per ingoiare il boccone amaro e abbandonare per sempre l’idea di ricoprire la prestigiosa posizione di Comandante Supremo? Potrebbe essere stata una sorta di protesta, il suo allontanamento.
C’è chi, nemmeno troppo velatamente poi, esulta per la sua fuga da Central City, neanche si sia trattato di una vittoria del bene sul male: un uomo senza scrupoli interessato solo al potere può soltanto far paura, è naturale. Non può ispirare fiducia, non può ottenere consensi. Nessuno riesce a credere che un individuo tanto viscido possa avere qualche altro fine, che non sia il proprio tornaconto personale: nessuno può sperare che si allei con la gente del popolo.
C’è chi, ancora, insinua complotti ai danni di Mustang da parte dei suoi stessi sottoposti, colpevoli di aver fatto svolgere il lavoro sporco al suo superiore per poi usarlo come capro espiatorio, sbarazzandosi di lui quale vero sovversivo e ottenendo così posizioni prestigiose a sue spese – questa è la diceria che più lo diverte, potrebbe essere la sua preferita.
Sono in minoranza, ma ci sono persino quelli che si dicono delusi da quest’improvvisa fine dei giochi. Come se il Generale Mustang, l’Eroe di Ishbar, avesse disatteso le alte aspettative nutrite nei suoi confronti, visti i suoi meriti militari e la sua fine mente da stratega. E’ altamente probabile che la gran parte di questa minoranza sia di sesso femminile.
In tutta Central City sembra essere iniziata una caccia alla Verità, quella autentica, quella che spiega tutto e che non ha bisogno di essere ulteriormente approfondita.
Roy non ha mai detto nulla, non ha mai smentito né affermato nulla. Ha anzi impedito ai suoi ormai ex sottoposti di cercare di giustificarlo, difenderlo, indignarsi al suo posto, con l’ultimo brandello di autorità che si è lasciato alle spalle insieme alle stelle cucite sulla sua divisa.
In realtà crede che non ci sia nulla da dire.
In quel coro di opinionisti e scandalizzati, Roy trova buffo pensare che tutti loro sembrano saperne di lui e delle sue scelte molto meglio di quanto faccia Roy stesso.
Non crede che esista una Verità, una che spieghi il suo silenzioso fare le valigie e partire, una che spieghi perché non ha saputo dare alcuna rassicurazione ai suoi uomini su quando si sarebbero incontrati di nuovo, una che spieghi perché anche solo il gesto di schioccare le dita ora lo ripugni. Se glielo domandassero, è sicuro che non riuscirebbe a rispondere niente di soddisfacente.
Potrebbe solo mettersi a parlare dell’unica Verità che al momento conosce, l’unica di cui davvero gli importi, che forse non ha alcuna attinenza con il suo allontanamento o che forse invece è la cosa più attinente che esista; e chi lo sa di quale delle due si tratti, può solo crederci. Con la stessa sicurezza con la quale si crede che il sole sorge al mattino ogni giorno, senza spiegarselo, senza cercare di motivare il fenomeno.
La Verità di Roy Mustang, ex Generale, Alchimista di Fuoco ridotto in carboni bruciati, è che non è mai stato tanto simile a Edward Elric quanto in questo momento.
E’ appena un pensiero, più simile alla sensazione sottopelle, che gli fa compagnia un po’ di più ogni giorno da quando il Tenente gli ha raccontato di come l’Alchimista d’Acciaio sia sparito in un teatro sepolto sotto la capitale all'interno di una città disabitata da secoli, e di come Alphonse, appena decenne, sia stato trovato in carne e ossa nei pressi di Resembool; da quando Roy ha passato ore ed ore in biblioteca, nello strenuo tentativo di capire cosa possa essere successo in quel luogo lontano dagli occhi di tutti; da quando si è convinto - e ancora lo è, lo sarà sempre- che da qualche parte, al di là del Portale, Edward sia ancora vivo. Non ha bisogno di farsi domande, ma qualche volta la sensazione sottopelle si fa vivida, incandescente nel suo petto, e ruggisce così forte da superare persino l’ululare del vento fuori dalla porta della sua casetta in mezzo alle montagne. Riesce a rifletterci su razionalmente solo allora, e ogni volta che trova una nuova analogia tra le loro attuali condizioni quella sensazione si fa più forte, si fa più stabile. Si fa più impossibile da ignorare.
Hanno entrambi rinunciato a tutto, nell’interesse di qualcun altro a loro caro. E forse hanno entrambi peccato di egoismo, perché nel fare ciò non hanno messo in conto quanto potesse essere doloroso, per quelli lasciati indietro. Per salvare Alphonse, Edward è sparito da questo mondo: ora Alphonse, la ragazza Rockbell, sua nonna, e tutti quelli che lo hanno conosciuto e amato, sperimentano il dolore di non averlo più accanto. Per vendicare Hughes, e tutti quegli uomini come lui morti ingiustamente a causa di King Bradley e degli Homunculus, il Generale Mustang è sparito dalla scena politica e militare: tutti gli uomini che lui avrebbe potuto proteggere con il potere assoluto di Comandante Supremo tra le mani probabilmente saranno ora fuori dalla sua portata, non importa quanti sforzi farà. E i suoi uomini, i suoi sottoposti fedeli, soffrono di una decisione imposta loro senza poter protestare in alcun modo. Roy le ha viste, le lacrime negli occhi del Tenente Hawkeye. Roy è andato via lo stesso.
Entrambi non usano più l’alchimia. Edward non può, è altamente probabile che al di là del Portale l’alchimia non esista - altrimenti non si spiega perché sia ancora bloccato lì. Roy non vuole, e forse non ne è nemmeno più in grado.
Entrambi sono in esilio. Non ha importanza che le barriere siano fisiche, o puramente mentali: Roy, come Edward, non può tornare a casa. Nessuno dei due ce l’ha più, una casa.
Entrambi non possono che aspettare, attenti a qualunque segnale li aiuti a trovare il sentiero smarrito, e ciò che hanno lasciato lungo quel sentiero. Edward non potrebbe mai rassegnarsi ad una vita senza Alphonse, Roy lo sa. Edward non potrà che guardarsi indietro, e provare dolore, quel tipo di dolore che dall’esterno si chiama nostalgia, e dall’interno è semplicemente una serie di spilli nel petto. Quanto a Roy, nel guardarsi indietro lui sente gli spilli, non si sente nostalgico.
E forse, anche Edward, come Roy, prova quell’insopportabile senso di vuoto sotto ai piedi, quello smarrimento, quella perdita di qualunque bussola di riferimento, entrambi sperduti in una dimensione nuova, sconosciuta, spaventosa, dove non si ha più nessun ruolo e nessun’identità, e ogni cosa non è che sabbia fine e impalpabile che scivola via dalle dita.
Probabilmente un qualsiasi individuo curioso, in mezzo a quella folla, si rivelerebbe incapire di seguire quei ragionamenti, e gli risponderebbe che è matto da legare, che quello che dice non ha alcun senso. Roy non potrebbe biasimarlo: si parla di nulla, dopotutto, di sogni e sensazioni, di legami inconsistenti e senza nome. Niente a che vedere con quelle belle teorie elaborate che sempre più gente mette in piedi, non è nemmeno una storia interessante. Potrebbe anche apparire un po’ melodrammatica, a pensarci bene. Ma non importa che quel curioso capisca, in fondo nemmeno gli uomini di Roy capiscono fino in fondo. Solo lui lo sa.
Tutto torna.


Tutto, tranne Edward.














   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Padme Undomiel