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Autore: EriTommo    19/08/2015    1 recensioni
Una smorfia si dipinse nel mio volto, dire che non mi piacevo era poco, mi disgustavo.
Odiavo il mio lavoro, odiavo chi mi pagava e odiavo me stessa per essermi ridotta in quelle condizioni.
13.06.2013
13.06.2014
Un anno.
Era passato esattamente un anno da quella giornata di merda.
“Non credi che quella gonna sia un po’ troppo corta per girare da sola alle due di notte?”
A pochi metri dal portone un ragazzo seduto malamente su una panchina mi fermò.
“e cosa potrebbe mai accadermi?” risposi pacata.
“non è una zona molto sicura questa, potrebbero succedere cose davvero spiacevoli a una ragazza bella come te”
Non riuscii a trattenere una risata.
Mi avvicinai di qualche passo per poterlo guardare meglio in faccia: “Mi prendi per il culo?” sbottai incredula.
Notai le sopracciglia del ragazzo corrugarsi appena. Poveri figli di papà cresciuti sotto una campana di vetro.
“perché?” chiese questo visibilmente confuso.
Puzzava d’alcol e la bottiglia quasi vuota che aveva accanto confermava il fatto che avesse bevuto.
“sono una puttana” ringhiai a denti stretti.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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MEGAN:
 

Lasciatemi qui per sempre vi scongiuro.
Ero in quello stato di dormiveglia in cui non capivo niente, sentivo ancora l’odore dei Pancakes che avevo sognato, non ero sveglia ma percepivo il sole che scaldava il viso. La temperatura era perfetta, non avevo idea di che ore fossero, sicuramente non tanto presto perché riuscivo a sentire Celine nell'altra stanza che trafficava, quindi era già tornata.
Qualche minuto dopo raccolsi tutte le forze che avevo in corpo per aprire gli occhi e mi ritrovai nella stanza della mia coinquilina.
Dopo qualche secondo di smarrimento mi ricordai della notte precedente e sperai che Harry se ne fosse andato, anche se quello imbarazzato sarebbe dovuto essere stato lui era stata davvero una strana serata.
 

Erano le 9 e 20, un orario accettabile dai.
Dopo essermi lavata i denti e il viso mi diressi in cucina sbattendo su ogni spigolo possibile.
Solo in quel momento realizzai che l’odore di dolci non era solo nel mio sogno ma riempiva tutto l’appartamento, che carina Celine mi aveva comprato la colazione, o meglio speravo fossero comprati perché la mia amica non brillava certo per le sue doti da cuoca.
Peccato però che la scena che mi trovai davanti non fu certo quella che mi aspettavo.

Harry era in piedi nella mia cucina, o meglio, nella cucina di Celine, addosso aveva solo i pantaloni. Nel tavolo c’era farina ovunque e i suoi capelli erano un ammasso disordinato cosparso di bianco. Le pentole sporche erano impilate nel lavandino.
Era di schiena, stava versando l’impasto nella pentola e i muscoli delle braccia erano contratti. Aveva davvero un corpo perfetto, non troppo pompato ma ben definito, sicuramente era uno sportivo.
Non sapevo come sentirmi, se arrabbiata per il disastro che aveva combinato o essergli grata per aver tentato di preparare la colazione.

Proprio in quel momento si girò verso di me e sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi, gli spuntarono due fossette ai lati della bocca, perfino le guance erano sporche di farina, ma rendevano il tutto più sexy anziché più buffo.
 

“Giuro che pulisco tutto dopo” rise scusandosi.
“Buongiorno anche a te, vomitino” non riuscii a trattenere una risata.
“sono imbarazzatissimo, scusa per ieri sera, per quel che mi ricordo mi dispiace davvero tantissimo. So che non sono perdonabile, ma ti ho preparato i pancakes” disse mostrandomi un vassoio pieno.
 

Wow, mi aveva preparato per davvero la colazione. Rimasi un po’ spiazzata, in pochi avevano fatto tanto per me.
“beh grazie” sorrisi leggermente imbarazzata mentre iniziavo a preparare il tavolo.
“che bevi?” chiesi aprendo il frigo.
“uh, se hai succo va benissimo quello” rispose Harry facendo saltare il pancake in padella.
Recuperai due bicchieri, il succo e lo sciroppo d’acero e mi appollaiai in uno sgabello.
 

“come va il post sbornia?” domandai a Harry mentre mi raggiungeva con la colazione sedendosi di fronte a me.
“meglio di quello che mi merito” alzò le spalle mettendomi sul piatto due pancakes.
“mi fa piacere” sorrisi iniziando a mangiare.
 

La colazione fu abbastanza silenziosa, non ero abituata a quel genere di cose.
Il silenzio venne interrotto dallo squillare del suo telefono.
“scusa” sussurrò Harry prima di alzarsi per rispondere.

Mi presi qualche secondo per osservarlo mentre era distratto.
Indossava solo i jeans neri di ieri sera. Mi stupii di quanto fosse sexy anche dopo una notte passata a vomitare.
Come avevo notato la sera prima il suo petto e le sue braccia erano ricoperti d tatuaggi, tra tutti spiccavano due rondini sul petto e una farfalla al centro dell'addome.
Il suo viso era ricoperto di farina e lo stesso valeva per i suoi capelli, ma questo rendeva tutto molto più sexy.
Un po' mi dispiaceva non averci fatto niente la sera prima, mi sarei potuta divertire, ma siamo realisti, quelli come Harry non vanno con quelle come me.

Dieci minuti dopo il ragazzo chiuse la chiamata e tornò a mangiare in silenzio senza spiegazioni.
“lavo tutto e poi me ne vado” disse una volta che il vassoio di pancakes fu vuoto.
“lascia pure, faccio io. Tu hai preparato e io spreparo” sorrisi portando le stoviglie nel lavandino.
“sicura? Ho fatto un disastro, mi dispiace” rispose imbarazzato.
“tranquillo, non ci sono problemi davvero”
“beh grazie, prendo le mie cose, uso il bagno e poi me ne vado” concluse incamminandosi verso la mia stanza.

Dieci minuti dopo era già di ritorno.
“grazie per l'ospitalità” tuonò dallo stipite della mia cucina.
“nessun problema davvero” risposi con un sorriso sincero.
Lo accompagnai fino alla porta d'entrata e qui Harry si fermò.
“senti, so che non è il caso ma a me piacerebbe rivederti” iniziò imbarazzato.
Il mio cuore si fermò per qualche secondo. Non avevo idea di come rispondere, ragazzi così per me non erano all'ordine del giorno. Spesso le persone che frequentavo erano più rudi, non cattive, solo meno carine.
“Io..” iniziai senza sapere come continuare.
“Se non ti va non ci sono problemi davvero, scusa per il disturbo” si affrettò a dire incamminandosi verso le scale.
“non è quello” lo interruppi. “solo che sai anche tu com'è la mia situazione”
“e quindi?” ribatté lui “ ti ho solo detto che mi piacere rivederti”
Come risposta ricevette un cenno affermativo con il capo accompagnato da un'alzata di spalle.
Dopo essersi salvato il mio numero se ne andò con uno squillante “Ciao Megan” accompagnato da un sorriso che fece spuntare due tenere fossette nelle sue guance.
 

Rimasi imbambolata per qualche minuto a fissare la porta chiusa finché non la sentii aprire e Celine mi riportò nella terra.
“tutto bene?” chiese divertita.
Annuii semplicemente con il sorriso sulle labbra.
“se il tipo che ho incontrato sulle scale era in questo appartamento sta notte è probabile che tu abbia fatto il miglior sesso della tua via, il che spiegherebbe la tua faccia da ebete” disse scoppiando a ridere e facendo ridere anche me.
“niente sesso sta notte” risposi con un alzata di spalle dirigendomi in cucina “vuoi dei pancakes?”
“ti prego dimmi che non hai cucinato, è un miracolo che non sia saltato in aria tutto”
“non li ho fatti io”
La sua espressione interrogativa mi fece sorridere. “torno a casa e incontro Signor Dio del sesso per le scale e mi dici che non te lo sei scopata, però a meno che non sia il badante o il nipote di qualche nostro vicino di trecento anni non ha motivo di essere qui, hai una faccia da ebete che non si spiegherebbe neanche se avessi appena incontrato Ian Somerhalder e Paul Wesley e infine mi offri dei pancakes che miracolosamente sono finiti nel nostro apparta “ rise “non è che devi raccontarmi qualcosa?”
“forse” ridacchiai dirigendomi in cucina.
“Senti bellezza fai poco la misteriosa”
 

Spiegata la nottata per filo e per segno mentre la mia coinquilina divorava i pancakes rimasti.
“cazzo Megan uno così dovevi legarlo alla porta e non farlo scappare per nessun motivo” esclamò divertita.
“Dai stupida, ieri sera ho avuto davvero paura!” ribattei io, iniziando a lavare le pentole.
 

La giornata passò tranquilla, verso le 20:30 iniziammo a prepararci per andare al lavoro, anche se la mia voglia di fare era in rapita discesa.
“Non per fare la rompi coglioni, ma credo tu sia troppo vestita” commentò Celine appena mi vide.
“lo so” risposi alzando le spalle.
“tesoro, so che è dura, ma arriviamo giuste a fine mese con quello che prendiamo adesso, se iniziamo a passare molte serate in bianco i soldi non ci basteranno per molto” mi rimproverò la mia amica.
“lo so” ripetei “stavo solo pensando di chiedere al night se gli serve una ballerina, non è un gran lavoro ma sempre meglio che stare sulla strada, poi ho fatto danza moltissimi anni prima di trasferirmi”
“beh buona fortuna baby, ho sentito che per lavorare li dentro devi essere molto generosa con il direttore, se capisci cosa intendo” commentò Celine facendo un occhiolino.
“dove sta la novità?” risi “dai andiamo” la spinsi verso l'uscita del nostro appartamento alzando un po' la gonna nera e facendo scendere la scollatura della canotta oro che portavo.
 

Quella sera al lavoro andò discretamente, verso le 23:45 un signore sulla quarantina prese sia me che Celine, avevano organizzato un festino privato con pochi amici e ci lasciarono anche una generosa mancia.
Non ci fermammo a dormire li, per quanto fosse disgustoso era molto meglio lasciare il letto nella notte anziché la mattina quando ognuno aveva ripreso piena coscienza.
 

“ti ha chiamato?” mi chiese Celine una volta rientrate.
Erano le tre e un quarto e stavamo scalzando l'acqua per il tè.
“chi?” chiesi disorientata.
“Come chi Megan! Il signorino ispiro sesso a un kilometro di distanza che ti ha chiesto il numero ieri” rise.
“an” realizzai “ oh non credo, non ho controllato ma non mi pare di averlo sentito squillare”
“che palle” sbuffò lei facendomi ridere.
 

Dopo aver bevuto il nostro tè e mangiato una decina di biscotti a testa decidemmo che era ora di andare a dormire, il giorno dopo sarei andata a chiedere al night per quel posto da ballerina, se così lo volevamo chiamare.

“Svegliaa” urlò la mia coinquilina spalancando le finestre.
“Stronza” borbottai “che ore sono?”
“quasi mezzogiorno tesoro e io sto morendo di fame, quindi devi alzarti” rise saltando sopra il mio letto.
“Celine una volta o l'altra ti ammazzo lo giuro”
Controvoglia mi alzai e mi feci una doccia veloce, dopo aver raccolto i capelli bagnati in una coda accesi la macchina del caffè e misi nel fuoco l'acqua per la pasta.
“ogni volta mi chiedo come tu faccia a bere il caffèlatte e poco dopo pranzare, è disgustoso” commentò ironica.
“ho bisogno della mia dose quotidiana di caffeina se voglio stare in piedi fino a sta sera e a meno che tu non preferisca mangiare alle tre fattelo andar bene” sorrisi ma quella mattina ero particolarmente scontrosa.

Non ero una gran cuoca, ma tra e e Celine di certo non cera paragone, le cose semplici le sapevo fare, pasta, bistecche o qualcosa in padella, mentre la mia coinquilina rischiava di avvelenarci ogni volta che si avvicinava ai fornelli.
Bevvi il mio caffè seduta sul ripiano in marmo della cucina e ripensai alla mattina precedente in cui mi ero svegliata con l'odore di pancakes in casa, per poi trovarmi Harry, o il Dio del sesso come direbbe Celine intento a preparare la colazione.
Mentre la rossa preparava il tavolo io andai alla ricerca del mio telefono, ecco un altro difetto da aggiungere alla lista: ero una delle persone più disordinate della terra.
Lo trovai in camera mia, sotto quella sottospecie di scrivania ricoperta di vestiti.
Appena lo sboccai, oltre qualche notifica di facebok c'era un messaggio da un numero sconosciuto:
 

'Ciao. Sono Harry! X :)'

Involontariamente sorrisi e andai ad annunciare la notizia a Cel.
“Finalmente” urlò lei quasi più esaltata di me “che gli hai risposto?”
“nulla” scossi la testa mentre scolavo la pasta.
“c'è spiegami un attimo, Harry sono il Dio del sesso ti scrive e tu non te lo fili di striscio?” chiese indignata facendomi scoppiare a ridere.
“non è che non me lo filo, dammi un'attimo, dopo pranzo gli rispondo” spiegai portando i piatti in tavola “muovi il culo e vieni a sederti adesso che è pronto."

Harry:


Megan:


Celine:


Spazio Autrice:
Ok dopo tipo otto mesi sono tornata.
Spero vi piaccia so che non è un gran che come capitolo ma se vi fa piacere lasciate un commento o mettete su preferiti e giù di li.
spero di aggiornare prima sta volta ahahah
un besos :)

  
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