Libri > Divergent
Segui la storia  |       
Autore: Grify    19/08/2015    1 recensioni
Un anno dopo l'iniziazione di Quattro, Olivia: una ragazza abnegante di nome ma non di fatto, impulsiva e arrogante, durante la sua cerimonia della scelta abbandona senza remore la sua fazione per entrare a far parte degli intrepidi. Da subito attira su di se le attenzioni di Eric, capofazione, intrepido e incubo degli iniziati; che siano positive o negative questo è tutto da vedere.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
                         LIBERA
ERIC
Mi alzo quasi automaticamente al primo trillo della sveglia sul comodino, spegnendola subito dopo. Ho passato la notte, o meglio, quel che ne rimaneva dopo il "delizioso" incontro con la rigida, in uno stato di semi coscienza, pensando a quella trasfazione dallo sguardo spavaldo e la lingua biforcuta. Non devo permettere che ciò che ha fatto stanotte si ripeti mai più, soprattutto davanti ad altre persone. Pensa di poter fare ciò che vuole solo perchè ha degli stupidi, morbidi riccioli e che sfarfallando quelle sue lunghe ciglia la passi liscia, ma si sbaglia di grosso, e sarò io, con le buone o con le cattive, a rimetterla al suo posto. Non deve più permettersi di rivolgersi a me in quel modo.
Trascinato dalla piena dei miei pensieri non mi sono neanche accorto di essermi lavato, vestito e di essere in procinto di uscire dal mio appartamento. Mi incammino di malavoglia al dormitorio dei novellini. Trovo Quattro ad aspettarmi con le braccia conserte, mi rivolge un cenno di saluto prima di aprire la porta ed entrare. Come previsto dormono tutti beati e ignari di ciò che li attende. Un ghigno mi increspa le labbra al pensiero di quanto mi divertirò con questo branco di mammolette. 
D'un tratto i miei occhi, intenti a scrutare uno per uno gli iniziati, si soffermano su una criniera di capelli color ebano disordinati e sparsi ovunque sul cuscino, il volto quasi interamente coperto dalle lenzuola, dalle quali si intravedono le palpebre chiuse che, so per certo, nascondono due grandi e ipnotici occhi blu. 
*Per l'amor del cielo svegliati dal tuo stato di contemplazione e fa quello per cui sei venuto!*
Scuoto la testa più volte cercando di riprendere la concentrazione. Inizio a sbattere ripetutamente la mano sullo stipite della porta producendo un forte suono che dopo poco li sveglia uno ad uno. Noto con la coda dell'occhio la ragazzina fare una smorfia infastidita prima di socchiudere gli occhi e mettersi a sedere.
-Mi spiace aver interrotto i vostri sogni pieni di arcobaleni e tulipani piccoli marmocchi, ma, non so se lo sapete, oggi è il primo giorno d'iniziazione e vi voglio svegli, scattanti e in piedi entro e non oltre 15 minuti da adesso, vi consiglio di sbrigarvi.
Dico per poi uscire fuori seguito da Quattro. Una manciata di secondi dopo vedo schizzare fuori dalla camerata una trasfazione bionda che si trascina dietro la piccoletta, che sembra quasi stia dormendo in piedi. Si dirigono ai bagni per poi chiudersi la porta alle spalle con uno scatto.
-Allora, Quattro, pronto per fare da babysitter ai trasfazione?
Gli chiedo con un ghigno, guardando passarmi davanti i suddetti.
-Abbastanza. Com'é andata la punizione ieri sera?
Mi chiede in tono disinteressato, guardandomi di sbieco. Un ringhio mi sale alla gola ripensando all'impertinenza di quella ragazzina.
-Quell'iniziata è indisciplinata e arrogante, ha bisogno di qualcuno che la metta al suo posto.
Rispondo. Si volta a guardarmi, quando parla il suo tono è neutro, ma c'è qualcosa nel suo sguardo che mi incuriosisce.
-E quel qualcuno saresti tu?
Faccio un ghigno, guardandolo di rimando.
-Esattamente.
Quel qualcosa sembra quasi apprensione. Ma d'altronde, cosa c'era d'aspettarsi da un tenero abnegante come lui?! Può anche recitare la parte dell'intrepido fatto e finito, ma chi nasce rigido muore rigido. Quello che serve alla marmocchia è un pò di sano terrore; dovrebbe essere onorata che un capofazione le dedichi anche solo una briciola del suo tempo.
Passiamo il resto del tempo in silenzio, finchè gli iniziati non si raggruppano attorno a noi, a quel punto prende parola Quattro:
-Avete mezzo'ora di tempo per fare colazione nella mensa, dopodiché voglio trovarvi tutti in palestra, sono stato chiaro?
Tutti annuiscono e, non appena io è Quattro ci incamminiamo, si dileguano.
La mensa è affollata e chiassosa come sempre, mi dirigo al tavolo dove siedono Max, Stefan, il più giovane dei capifazione dopo di me e ed Helen, la dottoressa  della residenza nonché moglie di Max, quest'ultima è la prima a notarmi e mi fa un cenno con la testa.
-Ehi Eric!
Mi saluta Stefan, accortosi di me.
-Eric.
Fa Max.
Rispondo a tutti con un cenno del capo, sedendomi vicino Stefan e bevendo un sorso del mio caffè amaro.
-Hai una faccia distrutta! Sembra che tu abbia dormito poco stanotte...
Nota con tono malizioso Stefan, dandomi di gomito. Lo degno a malapena di un'occhiata scocciata.
-Non ho dormito quasi per niente e per motivi molto meno piacevoli di quello che pensi.
-Insonnia?
Mi chiede Helen addentando una ciambella con la glassa al cioccolato
-No, ho dovuto sorvegliare una stupida mocciosa iniziata.
Le rispondo sbuffando, aggiungendo poi:
-Hai qualcosa per la stanchezza? Un energizzante o roba simile?
-Passa da me più tardi, comunque il rimedio più efficace per la stanchezza è una bella dormita.
Mi risponde.
-Chi è la fortunata iniziata che ha avuto il piacere di passare la notte con il capofazione più accomodante della residenza?
Mi chiede poi sbefeggiandomi con un sorrisino. Sbuffo di rimando, credo che lei sia l'unica persona a cui permetto di prendermi in giro senza, nei casi più fortunati, beccarsi uno sguardo infuocato dal sottoscritto, a parte forse proprio Stefan, l'unico ad assomigliare a qualcosa di vicino ad un amico per me.
-Già chi è? È carina? Interna o trasfazione?
Aggiunge il sopracitato. Sospiro esasperato, è possibile che pensi sempre a quello?!
-Mi sembra si chiamasse Olivia o qualcosa del genere.
Rispondo atono.
-E...com'è?
Continua, disegnando in aria due curve per sottolineare la domanda.
Alzo gli occhi al cielo spazientito.
-Non lo so.
-Che razza di risposta è non lo so? È carino si o no?
*Domanda scottante Eric?* mi sussurra una vocina maligna nella mia testa.
-Si, va bene?! Si è carina!
Sbotto alzandomi e dirigendomi in palestra a passo di marcia.
-Ottimo.
Mi grida dietro la voce divertita di Stefan.
Mi incammino a passi pesanti in palestra, sfogandomi su un sacco da box in attesa che arrivino gli iniziati, cercando di non pensare a quello che ho detto poco prima. In vano.
"Si, va bene?! Si è carina!" Perchè l'ho detto? Certamente per far stare zitto Stefan, ma avrei anche potuto evitarlo. Il sacco rimbalza sotto la potenza dei miei pugni quasi rabbiosi. 
Certo lei è indubbiamente carina, ma non dovevo di certo dirlo a qualcuno, anche se quel qualcuno è un mio "amico", diamine è pur sempre un'iniziata! Un ringhio mi esce involontario tra i denti digrignati. Sferro forti colpi al duro tessuto di cuoio del sacco, facendolo volare in aria e colpendolo ancora più forte al suo ritorno nella mia direzione.
Mi allontano dal sacco non appena sento il suono della porta che si apre, rivelando le figure di due iniziate che mi rivolgono uno sguardo intimorito prima di abbassarlo una sulle proprie mani e l'altra fissarlo nella parete di lato. Sogghigno a quella reazione.
Le due ragazzine si spostano in un angolino, parlottando tra loro e lanciandomi qualche sguardo di tanto in tanto, mentre io continuo a colpire il sacco.
Nel giro di pochi minuti la palestra inizia a riempirsi e io smetto di tirare pugni per posizionarmi davanti agli iniziati, aspettando che arrivino gli altri rimasti e Quattro.
Arrivati anche gli ultimi, Quattro prende parola:
-Per prima cosa, vi insegneremo il combattimento corpo a corpo e le tecniche di difesa, inizialmente vi allenerete con i sacchi, che diventeranno gradualmente più pesanti, per permettervi di rafforzare i muscoli ed esercitarvi con i movimenti, dopodiché inizieranno i combattimenti veri e propri, ogni volta verrete divisi in coppie e vi affronterete finchè uno dei due non sviene o si arrende. Più incontri vincete, più salite nella classifica.
Dopo aver detto questo fa vedere la posizione da assumere prima di un combattimento e inizia a spiegare i vari tipi di pugni che si usano nel combattimento e a quale scopo, illustrando le tecniche da utilizzare e la posizione che devono assumere braccia, busto e gambe, facendosi imitare dagli iniziati.
Dopo aver terminato, li fa allenare con i sacchi, assegnando quelli più pesanti a chi ha già della massa muscolare (al più sono maschi) e girando tra di loro per osservarli. Io rimango in disparte, appoggiato al muro, dando di tanto in tanto qualche occhiata e valutando i loro difetti. 
Senza neanche accorgermene il mio sguardo di posa sull'esile figura della trasfazione rigida. Sembra molto concentrata nel tirare i pugni al sacco e a farlo nel modo corretto. Mi scappa un sorrisetto. Nonostante il suo impegno e il fatto che abbia un sacco leggero, quest'ultimo oscilla appena sotto i suoi colpi, è chiaro che non ha i muscoli molto sviluppati. Inoltre dovrebbe ruotare di più le anche, in questo modo metterebbe più forza quando colpisce, per il resto va abbastanza bene. Anche se so che dovrei staccare lo sguardo da lei, i miei occhi sembrano come avere vita propria e percorrono ogni parte della sua persona. I capelli neri e ondulati costretti in una coda alta, dalla quale però sfugge la frangia un pò elettrica che le arriva fin sopra le palpebre e si appiccica alla fronte imperlata da un leggero strato di sudore e le guance arrossate a causa dello sforzo, le braccia esili dalla carnagione chiara lasciate scoperte dalla canottiera nera che indossa, che tentano di mettere quanta più forza possibile nei loro colpi, le gambe distanziate l'una dall'altra per permetterle di non sbilanciarsi troppo, il petto che si alza e si abbassa al ritmo del suo respiro veloce ed irregolare.
-Ora basta.
Inizialmente penso sia la voce della mia coscienza che mi intima di smetterla, in un secondo momento però mi accorgo di aver sentito la voce di Quattro mentre si rivolgeva agli iniziati, dandogli dieci minuti di pausa.
Mi stacco dal muro, strofinandomi gli occhi con le dita e emettendo un sospiro frustrato. Devo andarmene di qui. E farmi una doccia ghiacciata per schiarirmi le idee...al più presto.
...............................................................
Mentre camminavo spedito per i corridoi della residenza diretto da Helen per farmi dare una medicina, sento due lunghe ed esili braccia circondarmi la vita da dietro, seguite da un paio di labbra carnose che si posano in corrispondenza della mia spalla per darmi un bacio.
- Ciao mio bel capofazione tenebroso.
Mi dice una voce dalla sfumatura maliziosa all'orecchio. Capisco subito che si tratta di Tamara, la ragazza che "frequento" da poco più di una settimana. Alzo gli occhi a quel nomignolo, poi mi giro e sogghignando le accarezzo una guancia, per poi scendere sul suo collo fino alla notevole scollatura della sua maglietta.
Lei mugola di piacere chiudendo gli occhi e incaricandosi verso di me. Sposto bruscamente la mano all'attaccatura dei suoi capelli color sangue e la attiro verso le mie labbra, baciandola con forza e mordendo violentemente il labbro inferiore. Lei allaccia le braccia attorno al mio collo attirandomi più vicino e strusciandosi su di me. Con la stessa velocità con cui l'ho avvicinata l'allontano, non prima di avergli morso il lobo dell'orecchio e sussurrato a quest'ultimo con voce autoritaria:
- Stasera alle nove sarò da te...fatti trovare nuda.
Poi continuo a camminare diretto in infermeria, lasciandola li.
- Contaci.
Mi grida dietro prima di ridere in maniera civettuola, facendomi nuovamente alzare gli occhi al cielo.
-Helen?
La chiamo aprendo la porta della grande stanza luminosa dalle pareti bianche, subito dopo mi viene incontro una donna sulla ventina dai lunghi capelli neri acconciati in una treccia e un camice bianco, che riconosco essere una delle infermiere.
- Signore, la dottoressa al momento non c'è, posso esserle d'aiuto?
"Si, magari potresti toglierti quella divisa e fare un giro nella mia camera"
Penso scrutando il suo corpo niente male. Le rivolgo un ghigno.
-Dica solo ad Helen che sono passato e le chieda da parte mia di portarmi, quando può, ciò che le avevo chiesto stamattina.
Rispondo prima di darle un'ultima occhiata e andarmene.
OLIVIA
Una volta finiti i dieci minuti di pausa Tobias ci fa ricominciare l'allenamento, così riprendo a colpire il sacco utilizzando i metodi che ci ha spiegato mettendoci quanta più forza possibile.
Alla mia destra noto che anche Lisa è molto concentrata e colpisce il suo sacco come se da quello ne dipendesse la sua vita. 
Continuiamo ad allenarci finchè Tobias non ci dice di andare in mensa per la pausa pranzo. Io e Lisa, entrambe stanche e sudate, ci riposiamo un pò prima di seguire tutti gli altri. Una volta entrate ci raggiungono le stesse grida e la stessa confusione di ieri, ci sediamo al primo tavolo libero che troviamo e veniamo raggiunte poco dopo da Jonathan:
-Ehi ragazze, posso sedermi con voi?
Ci domanda.
-Certo!
Rispondiamo in coro io e Lisa.
Dopo appena cinque minuti abbiamo a mala pena il tempo di prendere da mangiare prima che improvvisamente il nostro tavolo venga preso d'assalto!
In un batter d'occhio mi ritrovo seduto alla mia sinistra ciuffo rosso che mi sorride ammiccante, seguito subito dopo da Roy che si siede di fianco a Lisa.
- Ciao bambole!
Ci saluta quest'ultimo.
Faccio per rispondere ma vengo interrotta da una ragazza alquanto alta, sul cui viso si notano due grandi occhi marroni, che ci sorride e ci chiede:
- Posso sedermi con voi?
-Prego!
Le risponde Roy ricambiando il sorriso.
-Io sono Amy, piacere.
Continua la ragazza, sedendosi.
-Lisa, piacere mio.
-Io sono Olivia.
-Roy.
-George.
-Io sono Jhonatan...ci conosciamo per caso?
Le chiede.
-Credo di si, tu eri un erudito?
-Si, anche tu?
Amy annuisce in segno di assenso.
-Allora, com'è andato l'allenamento?
Ci chiede George.
-Abbastanza bene...l'istruttore ci ha mostrato le tecniche di combattimento e ci ha fatto esercitare con i sacchi.
Gli risponde Lisa iniziando a mangiare.
-Avete notato che quel capofazione ci fissava con uno sguardo inquietante? Mi ha fatto venire i brividi.
Dice Amy, e alle sue parole sia Jonathan che Lisa annuiscono.
-Sembra uno con cui non si scherza, pensate che ieri Olivia ha dovuto passare la notte con lui e...
Inizia a parlare Lisa, io le do una gomitata nel fianco prima che inizi a dire troppo.
-E?
-Mi ha fatto passare tutta la notte sveglia a smontare, pulire e rimontare le pistole.
Continuo io, omettendo il fatto che mi abbia lanciato contro dei coltelli.
Roy sghignazza prima di esclamare:
-Parlate di Eric giusto? Direi che non è proprio il tipo di persona da stuzzicare. È tra le persone più temute della fazione, ed è un sadico! Ha degli occhi poi...quando ti guarda ti fa venire i brividi.
Faccio un verso sprezzante.
- A me sembra solo un pallone gonfiato.
Ribatto laconica, giocherellando con il cibo, lo stomaco improvvisamente chiuso.
-Sai che se ti sentisse in questo momento non si limiterebbe a farti smontare delle pistole?
Fa Roy, mettendomi in guardia. 
- Credimi...lo so bene.
Gli rispondo.
Nel tempo rimanente chiacchieriamo di tatuaggi e piercing, mettendoci d'accordo per andare a farcene qualcuno dopo gli allenamenti pomeridiani. Noto con piacere che l'avversità di Roy verso Jhonatan si sta attenuando e adesso gli rivolge la parola per dirgli qualcosa che non sia una frecciatina (quasi sempre).
Mentre ascolto Lisa dire quali tatuaggi vorrebbe farsi sento una pressione sul mio fianco e abbassando lo sguardo noto una mano che tenta sgattaiolare sotto il bordo della mia canotta. L'allontano bruscamente e rivolgo un'occhiata scocciata a George, che mi fa un sorriso innocente, per poi voltarmi dall'altra parte. 
Una volta finito il pranzo, ci dirigiamo nelle rispettive sale d'addestramento. 
Passiamo il pomeriggio ad allenarci a tirare, stavolta, calci. Ovviamente vista e considerata la mia smisurata fortuna mentre sto per tirarne uno al sacco perdo l'equilibrio e cado rumorosamente con le gambe all'aria. E sempre ovviamente mentre lo faccio emetto un urlo stridulo. Voglio sprofondare. Tutti si voltano nella mia direzione e io sento le guance imporporarsi lentamente. Racimolando i rimasugli della mia dignità mi rimetto in piedi, spolverandomi i pantaloni e serrando le labbra mentre l'ex pacifico a cui ieri ho dato un pugno e qualche altro di cui non conosco il nome iniziano a ridacchiare, compresa Lisa, ricevendo un'occhiata di fuoco dalla sottoscritta, che la fa smettere subito.
- Tornate ad allenarvi.
Ordina una voce imperiosa, appartenente a Eric. Ma quand'è arrivato?! Ci mancava solo che cadessi come un sacco di patate davanti a lui, ottimo lavoro Olivia, d'avvero!
I miei compagni di iniziazione tornano quasi subito ai loro sacchi mentre il capofazione viene verso di me.
-Tu l'hai visto arrivare?
Sussurro a Lisa. Scuote la testa in segno di diniego, guardandomi preoccupata, probabilmente per paura che lui se la prenda con me. Ho la sensazione che dopo ieri notte lo veda come una sorta di uomo nero, che passa il suo tempo libero nella sua personale stanza delle torture.
- Sai perchè sei caduta?
Mi chiede Eric. Faccio un respiro prima di voltarmi e incontrare i suoi occhi dal colore della lama di un coltello, il contatto visivo dura poco più di un secondo perchè distolgo velocemente lo sguardo, puntandolo su tutto tranne che sulla sua faccia, ancora imbarazzata per la mia caduta.
- No, ma immagino che tu lo sappia.
- Tira un calcio, avanti.
Mi ordina, facendo un cenno con la testa al sacco. Faccio come mi dice, ma non appena colpisco il sacco, sbilanciandomi lievemente all'indietro, lui mi blocca la gamba a mezz'aria con una mano e posa l'altra sul mio fianco. 
- Sposti troppo il peso sull'esterno del tuo piede destro mentre alzi la gamba sinistra e questo ti fa sbilanciare e limita i tuoi movimenti, inoltre non devi piegarti troppo quando tiri il calcio mentre devi piegare un pò di più le ginocchia. Allarga anche un pò di più le braccia.
Mi consiglia in tono professionale, correggendo man mano che elenca gli sbagli la posizione del mio corpo, e questo, forse a causa della troppa vicinanza, mi fa inevitabilmente arrossire. 
- Adesso prova.
Mi incita lasciandomi andare. Faccio come mi dice e noto con un pizzico di sorpresa la differenza di movimenti tra prima e ora.
- Meglio. Così almeno non dovresti cadere. Continua ad allenarti, hai un calcio potente.
Commenta il capofazione, facendo per andarsene, fermandosi però nel sentire l'unica e singola parola che pronuncio:
- Grazie.
Volta appena la testa nella mia direzione.
- È il mio compito.
Risponde con voce atona, prima di sedersi su una sedia e osservare gli altri iniziati.
Solo ora mi accorgo che Tobias lo sta guardando con un misto di incredulità e sospetto, e mi chiedo se prima di adesso abbia mai offerto il suo aiuto a qualcuno di sua spontanea volontà.
...............................................................
Una volta finiti gli allenamenti io, Lisa ed Amy torniamo ai dormitori per docciarci, o meglio, loro si fanno la doccia mentre io mi butto a peso morto sul letto con l'intenzione di farmi un bel pisolino. Vengo svegliata bruscamente da Lisa che mi scrolla una spalla, la guardo con gli occhi velati dal sonno, confusa e disorientata.
-Olivia, dobbiamo andare al pozzo, Roy e gli altri ci aspettano per farci i tatuaggi.
Mi esce un lamento e mi giro dall'altro lato, non ancora pronta per abbandonare la rigida brandina che in questo momento mi appare come il letto più comodo del mondo.
-Ancora 5 minuti.
Mugugno, avvolgendo le braccia intorno al cuscino.
-Quali 5 minuti! È già tardi! Dai muoviti.
Mi incita la mia amica imperterrita.
Mi stropiccio gli occhi, facendo finta di stare per alzarmi solo per farla smettere di scrollarmi, per perdere tempo.
- Che ore sono?
Le chiedo sbadigliando.
-Le 7 e mezza, dai che è tardi!
Mi risponde.
-Aspetta, facciamo così, tu inizia ad incamminarti poi io vi raggiungo direttamente al negozio di tatuaggi. Ti prego fammi riposare un altro pò, per colpa di quel capofazione rompi scatole stanotte non ho chiuso occhio e oggi mi sono allenata tutto il tempo?
La supplico lagnosamente.
Vedo un lampo di empatia nei suoi occhi, e prego che accetti la mia proposta.
-Sicura di riuscire ad alzarti?
Mi domanda, titubando. Annuisco energicamente con la testa, socchiudendo gli occhi, pronta a rituffarmi nel beato oblio del sonno.
-E come fai a trovare il negozio?
Continua. 
-Chiederò a qualcuno, non ti preoccupare mi riposo un'altra mezz'oretta e poi vi raggiungo.
La rassicuro chiudendo definitivamente le palpebre.
-E va bene, riposati un altro pò, ti aspetto al negozio!
Dice prima di uscire dal dormitorio. Finalmente!
Sbatto le palpebre più volte cercando di acquisire un pò di lucidità, ho la vista appannata e gli arti doloranti, mi stiracchio lentamente per poi alzarmi altrettanto lentamente stropicciandomi gli occhi. Strizzo le palpebre per mettere a fuoco l'orologio appeso alla parete della stanza, saltando in piedi un secondo dopo e iniziando a correre fuori dal dormitorio. SONO LE OTTO E MEZZA! Lisa mi uccide, mi trucida, mi...auch!
Intenta com'ero a correre come una pazza non mi accorgo che svoltato l'angolo qualcuno mi viene incontro e sbatto la faccia su di lui, barcollo all'indietro e mi porto le mani al naso che in questo momento mi fa un male cane.
-Aaaaahi!
Mi lamento continuando a tenermi il naso. Alzo gli occhi per vedere su chi ho sbattuto e non vedo altro che un grosso torace coperto da una maglietta che ne mette in risalto i muscoli tonici e possenti, salgo con lo sguardo fino alle clavicole, il collo, quando arrivo agli occhi ho la testa completamente alzata. I miei occhi registrano l'immagine di un uomo di non più di 35 anni dai capelli completamente rasati e la barba appena accennata, gli occhi marroni che ricambiano il mio sguardo con divertimento e curiosità.
- Ti sta inseguendo qualcuno?
Mi chiede accennando al fatto che corressi come se ne andasse dalla mia vita.
-Ehm, no. Sto solo cercando di arrivare il prima possibile al negozio di tatuaggi. Ora scusa ma vado di fretta.
Non appena finisco mi affretto ad andarmene la lui mi tiene un braccio e inizia sghignazzare, portandosi una mano sotto il mento per accarezzarsi la barba. Lo guardo in modo interrogativo, le gambe in procinto di continuare a correre.
- Ti rivelerò una scorciatoia per arrivare prima.
Mi sussurra all'orecchio continuando a sghignazzare.
- Prendi la direzione giusta.
Continua prendendomi per le spalle e voltandomi dalla parte opposta.
- Ah...
Proferisco, sentendomi una sciocca. Non mi ero neanche accorta di correre nella direzione sbagliata.
Lo ringrazio facendo un sorriso imbarazzato.
- Comunque io sono...
- Olivia, lo so. Io sono Nat.
Mi interrompe sorridendo.
-Come sai il mio nome?
Gli domando incuriosita.
- Non si dimentica tanto presto il nome della prima a saltare.
Mi risponde facendomi l'occhiolino.
- Spero tu sia all'altezza del titolo che hai.
Gli rivolgo un enorme sorriso, sinceramente contenta di essere riuscita a distinguermi, anche se solo per essere saltata per prima.
- Se non lo sono lo diventerò. È stato un piacere incontrarti Nat.
Gli dico prima di riiniziare a correre. Stavolta non sbaglio e riesco a raggiungere il negozio giusto in tempo per ricevere un'occhiataccia dalla mia amica dai capelli biondi. Le faccio un sorrisino innocente alzando di poco le spalle. Noto con sollievo che ci sono ancora tutti.
- Scusate il ritardo, ero stanchissima.
Mi scuso raggiungendoli, noto che c'è anche Summer, l'intrepida coi capelli azzurri.
- Non preoccuparti, è comprensibile. Rimani comunque bellissima anche con i capelli scombinati.
Mi dice George avvicinandosi e buttandomi un braccio attorno alle spalle. Veloce come un fulmine con una mano mi tolgo la sua di dosso e con l'altra mi aggiusto la coda per metà sfatta, a cui non avevo minimamente pensato.
- Che tatuaggi vi siete fatti?
Chiedo per distogliere l'attenzione da me
- Io una ferita di artigli su una spalla, Lisa una farfalla sul petto, Summer e George niente, l'erudito deve farsi il simbolo degli intrepidi sulla schiena e Amy deve ancora decidere.
Mi informa Roy, mostrandomi il suo tatuaggio. È davvero bello.
-Guardati un pò intorno, vedi se vuoi farti qualcosa.
Mi dice Lisa portandomi insieme a lei verso dei quadri sui quali ci sono un sacco di tatuaggi. 
- Ancora non mi hai raccontato cos'è successo con tuo fratello.
Dice a bassa voce. Sorrido nel ricordare il nostro abbraccio e la sensazione che ho provato nell'essere di nuovo insieme a lui.
- Siamo andati nel suo appartamento e una volta entrati mi ha abbracciato, baciato e mi ha sorriso, poi abbiamo parlato di quello che ci è successo nell'ultimo anno, mi ha messo in guardia su Eric e mi ha raccontato un pò dell'iniziazione, tutto qui. È stato bellissimo poterlo rivedere e ascoltare di nuovo la sua voce, come se mi fossi risvegliata dopo tanto tempo e abbia rivisto la luce del sole.
La guardo e la vedo ricambiare con uno sguardo dolce e allo stesso tempo triste.
- Vorrei avere anche io lo stesso legame che avete tu e tuo fratello. 
Mi dice con gli occhi lucidi, e capisco che sta pensando a sua sorella, così decido di abbracciarla, anche se in modo un pò goffo e impacciato.
- Sono sicura che lei ti voglia un bene dell'anima.
Le dico con l'intento di consolarla.
- Vorrei poter esserne anch'io così sicura.
Ribatté chiudendo gli occhi e prendendo un profondo respiro.
Quando apre gli occhi mi rivolge un sorriso forzato e mi dice con voce squillante:
-Forza adesso! Devi scegliere un tatuaggio da farti.
Ricambio il sorriso stringendole lievemente le braccia e mi riconcentro sui quadri. Ne noto uno molto grande con sopra il significato di tutti i simboli, così mi avvicino incuriosita. Non voglio avere qualcosa di permanente sulla pelle solo perchè è bella da vedere, voglio che comunichi agli altri un messaggio. Che ricordi a me stessa quel messaggio. Scorro i vari simboli con lo sguardo, vengo attratta da uno in particolare come un'ape dal polline, scegliendolo fin da subito. Perchè è questo ciò che voglio imprimermi nella pelle, nei pensieri e nel cuore. Questo è quello che voglio urlare fino a svuotarmi i polmoni e a farmi dolere le corde vocali. Sono libera.
 
Angolo di Grify
Salve a tutte! Ho aggiornato la storia prima del previsto, il capitolo era già pronto così l'ho pubblicato.
Ringrazio mommia0601 per aver recensito lo scorso capitolo e anche i lettori silenziosi. Se vi va di lasciare una recensioncina per farmi sapere che ne pensate del capitolo o della storia in generale renderete Grify molto felice.
Vi mando un buffetto affettuoso <3 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Divergent / Vai alla pagina dell'autore: Grify