Storie originali > Soprannaturale > Licantropi
Segui la storia  |       
Autore: Sheryl_    21/08/2015    0 recensioni
La luna. Ho sempre sentito una sorta di attrazione verso quel meraviglioso astro. Neanche io ne so la ragione, semplicemente è sempre stato così. Molte notti mi sono ritrovata a sgattaiolare fuori da casa per stendermi in giardino in compagnia di Abbey, la mia cagnolona, una dolcissima Bovaro del Bernese. Rimanevo sdraiata lì, con il grosso muso di Abbey poggiato sul mio stomaco mentre le mie dita accarezzavano il suo pelo soffice. Il mio sguardo puntato verso il pallido satellite. In quei momenti ero letteralmente in paradiso.
Genere: Drammatico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo quattro.



Finalmente era arrivato fine Maggio.
Mancava poco più di un mese alla fine della scuola e tra pochi giorni ci sarebbe stato il mio compleanno.
Sarebbe stato un giorno decisamente importante, avrei compiuto diciotto anni e raggiunto la maggiore età, e l'unica cosa che volevo era festeggiare con i miei più cari amici - in special modo Talvikki - e godermi la serata in compagnia.
Per questo quando, quella mattina, avvisai la mia migliore amica della festa che si sarebbe tenuta quel Venerdì sera avevo praticamente dato per scontato la sua presenza.
La mia non era stata una domanda, ma più un'informazione.
Perché io e Tai eravamo semplicemente indivisibili e per nessuna ragione al mondo si sarebbe persa una giornata così importante per me.
O, almeno, questo era quello pensavo.
- Synne, non hai idea di quanto mi dispiaccia, davvero, ma questo Venerdì proprio non posso. -
Inizialmente scoppiai a ridere, doveva trattarsi sicuramente di uno scherzo.
Lei non l'avrebbe fatto. Non mi avrebbe dato buca, no.
Quando però notai il suo viso terribilmente serio e i suoi occhi che mai avevo visto così convinti, sbiancai.
- D'accordo - risposi con tono incolore e mi allontanai decisa a raggiungere al più presto la mia classe.
- Synne! Synne, che cazzo, fermati! - potevo sentire il suo tono risoluto ma con tracce di colpevolezza che, in quel momento, non mi importava sapere a cosa erano dovute.
Non mi importava.
Avevo semplicemente bisogno di stare lontana da lei per un po' per sbollire quella delusione che nonostante mi intimassi di non provare, non con lei, non potevo fare a meno di sentire.
Per questo, quella mattina, mi fiondai velocemente nel banco vuoto accanto a quello di Alli che mi lanciò un'occhiata perplessa.
Subito dopo entrò in classe la bionda, mi guardò con disappunto, ma sembrò capire il mio stato d'animo al momento e senza fare storie si andò a sedere accanto a un ragazzo con il quale l'avevo vista parlare spesso.
- Bene. Cos'è successo? - mi chiese la ragazza al mio fianco.
La osservai attentamente e con un sorriso sornione fissai i suoi capelli. Aveva cambiato un'altra volta colore e mi ritrovai a pensare che se avesse continuato così si sarebbe ritrovata molto presto senza capelli.
- Stai bene con l'azzurro - annunciai, senza curarmi della sua domanda precedente.
Alzò gli occhi al cielo, ma fu costretta a rinviare quello che doveva dirmi a più tardi: il professore aveva fatto la sua apparizione in classe.

- Okay, sputa il rospo - esordì Alli una volta che il professore uscì dalla classe.
- Non so di cosa tu stia parlando - feci spallucce, cercando di evitare quel discorso come la peste.
Non avevo voglia di intraprenderlo, non in quel momento, non quando quella ferita continuava a bruciare come lava.
Per non parlare poi del fatto che non ero mai stata una ragazza che si confidava particolarmente con le qualcuno, nonostante Alli non fosse propriamente una persona qualunque visto che si trattava di una delle mie più care amiche.
Talvikki era l'unica custode dei miei segreti e dei miei dolori, dei miei sogni e delle mie ambizioni e non avevo intenzione di lasciare che le cose cambiassero.
Così, decisi di ignorarla e presi un lungo dread tra le mie mani cominciando a giocherellarci.
Ma, evidentemente, lei non aveva alcuna intenzione di essere ignorata.
- Smettila di pigliarmi per il culo e spiegami che cazzo passa per la tua testa vuota - risi alle sue parole, era sempre stata una ragazza ben poco incline a comportarsi in modo fine e quando era nervosa il suo lato grezzo fuoriusciva travolgendo tutto ciò che la circondava.
- Ho sempre amato la tua grandissima finezza - ridacchiai, ben consapevole che con lei non sarebbe servito a nulla.
Nonostante i miei tentativi non sarei riuscita a distogliere la sua attenzione dall'argomento di cui voleva discutere.
- Vattene a fanculo, Synne -.
O, almeno, così pensavo.
- Ho litigato con Talvikki - sospirai, dopo lunghi momenti di silenzio.
La vidi alzare gli occhi al cielo, come se fosse già a conoscenza della motivazione della nostra diatriba.
- È per il tuo compleanno, vero? - chiese, infatti.
Aggrottai le sopracciglia, confusa.
Avevo informato Alli della festa solo qualche ora prima, esattamente come Tai.
Non si erano parlate per tutto il tempo, visto che Alli era stata seduta al banco senza mai alzarsi, quindi come avrebbe potuto saperlo?
Cominciai a elaborare teorie assurde, arrivando anche a credere chea ragazza con i capelli blu fosse in grado di leggere nel pensiero.
I miei pensieri assurdi vennero però interrotti dalla stessa ragazza che mi schioccò le dita davanti agli occhi.
- Terra chiama Synne, terra chiama Synne. Synne, sei tra noi? - ridacchiò utilizzando un tono tra lo scocciato e il divertito.
Sicuramente era da molto che tentava di riportare la mia attenzione su di lei, quindi mi scusai sinceramente dispiaciuta. Dal canto suo, scrollò le spalle noncurante, come se la cosa non la toccasse particolarmente.
Non mi capitava così spesso di perdere l'attenzione dalle persone, anzi, ero sempre stata una ragazza che ascoltava tanto e non si perdeva neanche la minima parola.
Quella situazione, però, era così assurda che dovetti faticare parecchio per riuscire a portare nuovamente e definitivamente la mia attenzione su Alli.
- Sì, è esattamente per la festa. Ma come facevi a saperlo? - aggrottai le sopracciglia, in attesa di una risposta a tutti i quesiti che mi affollavano la mente, torturandomi.
- I dreadlocks ti stanno fottendo il cervello - sospirò in modo molto melodrammatico, inarcai un sopracciglio guardandola come se volessi fulminarla sul posto - era palese fossi arrabbiata per quella ragione, visto che l'hai informata stamattina della festa e subito dopo ti ho ritrovata al mio fianco -.
Evitai di chiederle come fosse a conoscenza del fatto che avessi invitato Tai quella stessa mattina, ma diedi per scontato che la sua risposta sarebbe stata "perché esattamente come tutti gli anni ti riduci all'ultimo, genio".
Per un momento, però, un minuscolo ma importantissimo momento, prima di rispondere alla mia domanda avevo percepito il suo disagio e riluttanza nel parlare e non potei fare a meno di chiedermi a cosa fossero dovuti quei sentimenti così strani.

Le ore scolastiche erano finalmente finite e l'unica cosa che volevo, al momento, era immergermi nell'enorme vasca da bagno che mi aspettava a casa.
L'acqua doveva essere assolutamentw bollente, in modo da offuscare completamente i pensieri che mi attanagliavano la mente da quella mattina.
Non avevo voglia di pensare al rifiuto di Talvikki e neanche alla riluttanza a parlare di Alli.
Volevo rimanere sola, sola con me stessa.
Ma, evidentemente, qualcuno non era del mio stesso avviso.
Ero ormai quasi arrivata a casa quando mi sentii agguantare un polso e sbattere contro il muro più vicino.
Per un momento il terrore si impossessò di me, ma quando rivolsi lo sguardo davanti a me e vidi Talvikki con uno sguardo inferocito, il terrore lasciò spazio alla rabbia.
- Mi hai fatto male deficiente, - cominciai a urlare - si può sapere che cazzo vuoi?! -
Lei scoppiò in una risata nervosa che, se possibile, mi fece irritare ancora di più.
- Seriamente Synne, seriamente? - ormai anche lei aveva cominciato a urlare e la cosa mi spaventava.
Io e Tai litigavamo spesso, forse troppo, ma questa volta i toni erano diversi. Più rabbiosi, più cattivi.
Era come se il nostro scopo fosse ferire volontariamente l'altra cosa che, mai nella nostra vita, avevamo desiderato fare.
- Mi ignori tutto il cazzo di giorno, addirittura a pranzo hai cambiato quel cazzo di tavolo quando mi sono seduta vicino a te e hai ben pensato di non prendere il pullman pur di evitare di doverti sedere accanto a me.
E poi hai anche il coraggio di chiedermi che cazzo voglio? -
Fu in quel momento che cominciai a sentirmi in colpa.
Del resto non era colpa sua se proprio quel Venerdì sera le si era presentato un impegno importante.
Non si era mai saltata una mia festa o una qualsiasi occasione particolare che mi riguardasse, quindi in quel momento mi sentii tanto ingiusta.
Capì poi di essere una completa merda quando nel suo tono di voce potei captare tracce di dolore, nascoste da enormi dosi di rabbia, rabbia che premeva per uscire, rabbia che mai avevo visto dentro lei.
Una rabbia che mi inquietava.
Mi alzai dal muretto contro cui ero ancora poggiata, decisa ad abbracciare quella che era la mia migliore amica e scusarmi, scusarmi per tutto, per essere un'egoista e una completa idiota che si rende conto fin troppo tardi delle cose.
Però, non feci neanche in tempo ad aprire bocca che lei continuò con il suo monologo, senza smettere di urlare e sputando parole su parole come se fossero un fiume in piena.
E, proprio come un fiume in piena, mi travolsero.
- Smettila di comportarti come una cazzo di bambina viziata che quando non ha la possibilità di avere ciò che vuole fa i capricci finché non la ottiene. Ma apri gli occhi Synne Larsen, perché non sempre si ha quello che si vuole! -
Sicuramente gli occhi mi si erano fatti lucidi.
Non pensavo che Tai potesse davvero pensare una cosa del genere su di me.
Tai, l'unica persona che pensavo mi comprendesse e mi conoscesse meglio di quanto io conoscessi me stessa.
Ero a pezzi, stavo letteralmente crollando e una sensazione di solitudine mi avvolse mozzandomi il respiro.
Solitamente non me ne fregava nulla di ciò che gli altri pensavano di me, alla fine erano problemi loro, ma sentire quelle parole uscire dalla bocca della persona più importante della mia vita, mi distrusse completamente.
Se prima mi stavo avvicinando a lei con lo scopo di abbracciarla, in quel momento mi ritrovai addossata al muro mentre speravo che le gambe mi reggessero nonostanto stessero tremando come non mai.
Non volevo crollare, ero già abbastanza patetica.
Sarei risultata davvero una bambina ai suoi occhi se mi fossi lasciata cadere e avessi cominciato a piangere.
Non volevo. Dovevo essere forte.
- A volte ci sono cose più importanti di una festa di compleanno e temo che quando lo capirai sarà ormai troppo tardi. -
A quel punto la sua voce si affievolì ed era palese che nascondesse qualcosa, qualcosa di grande e che le pesava non rivelarmi.
- Mi dispiace. Hai ragione, sono solo una bambina viziata ed egoista. - sussurrai evitando il suo sguardo e tornando a camminare verso casa mia.
Avevo decisamente bisogno di quel bagno caldo.
- Synne - mi sentii chiamare, quando ormai avevo fatto un buon tratto di strada e già pregustavo il tepore dell'acqua calda.
Mi voltai lentamente e mi ritrovai faccia a faccia con la bionda.
Non ci furono bisogno di parole, semplicemente ci abbracciammo e ci sentimmo finalmente bene, a casa.
- Dispiace anche a me e non sai quanto - pronunciò e il suo tono faceva pensare che non si stava riferendo solamente alla discussione appena avvenuta.
- Ti voglio bene. - Sospirai e lei, per tutta risposta, si limitò a stringermi un po' di più.

Erano passati un paio di giorni dal nostro litigio e, finalmente, era arrivato il famoso Venerdì del mio compleanno e, di conseguenza, della festa.
Le ore scolastiche erano volate incredibilmente veloci quindi il mio pensiero principale, in quel momento, era cosa indossare.
Ero completamente assorta nei miei pensieri che non mi accorsi della presenza di un'altra persona nella stanza e, quando parlò, sobbalzai tirando un urlo spaventato.
- Oh mio dio, Synne, sono solo io! -
- Ma porca troia, Tai, nessuno ti ha insegnato a bussare? -
- L'ho fatto, ma tu eri troppo impegnata a fissare i tuoi vestiti per accorgertene -
Il mio cuore batteva ancora come un forsennato e lanciai uno sguardo in tralice alla bionda che sembrava sul punto di scoppiare a ridere.
Cosa che, infatti, fece.
- Cosa ci fai qui? - le domandai, guardandola sospettosa.
Mi bruciava ancora il fatto che lei non sarebbe stata presente al mio compleanno, un compleanno che avrebbe segnato il passaggio all'età adulta.
- Sono venuta a darti una mano e, a quanto pare, ne hai estremo bisogno -
Per un momento, un minuscolo momento, avevo sperato che si fosse liberata da quell'impegno tanto importante e avesse deciso di venire con me.
Cercai però di nascondere questi miei sentimenti, non volevo farla sentire in colpa, non per qualcosa di cui non avesse la diretta colpa.
Sospirai e la guardai rassegnata, ormai mi ero decisa a presentarmi con un semplice jeans e maglietta e lei sembro capire quello che stavo pensando perché, dopo aver alzato gli occhi al cielo, cominciò a frugare nel mio armadio.
La sua ricerca andò avanti per diversi minuti che io spesi ringraziando le persone che mi facevano gli auguri su Whatsapp.
- Trovato! - Esclamò improvvisamente.
Alzai lo sguardo verso di lei e mi raggelai all'istante.
- Io non metterò quel coso -
Si trattava di un semplice vestito nero senza spalline con il corpetto in pelle. La gonna invece era morbida e doveva arrivare pressapoco a metà coscia.
Non che non mi piacesse, anzi, ero stata io a comprarlo durante un'attacco di femminilità acuta, ma io e i vestiti non eravamo mai andati molto d'accordo e infatti quel capo non l'avevo mai indossato.
- Oh, sì che lo farai -
E sapevo che quando quella bionda psicopatica si metteva qualcosa in testa niente e nessuno era in grado di farle cambiare idea.

Dopo un'ora ero perfettamente vestita - alla fine mi aveva convinto a indossare l'abito, ma fortunatamente mi aveva concesso di indossare le mie amate Dr Martens -, truccata e i capelli, stranamente, erano perfettamente a posto e nessun dreadlocks sfuggiva alla coda coda che mi aveva fatto Talvikki.
Durante quell'ora mi ero praticamente ritrovata ad essere la sua bambola che si è divertita a sistemare ed agghindare, ma, per quanto mi aveva detto, ci teneva a farsi perdonare per la sua assenza quella sera.
- Bene, penso sia proprio il caso di andare... grazie mille per tutto, davvero - la ringraziai mentre indossavo la giacca di pelle che, sicuramente, non mi avrebbe protetto dal freddo.
- Aspetta! Devo prima darti il tuo regalo -
La osservai incuriosita mentre dalla sua borsa estraeva una busta, una di quelle che di solito si utilizzano per spedire le lettere.
Me la porse con un gran sorriso e, con la curiosità che cresceva sempre di più, la aprì.
Rimasi senza fiato nel vedere il suo contenuto.
Tra le mani, ora, avevo un biglietto di andata e ritorno per Kemi.
- Partiremo il 18 Luglio per tornare il 24. Andremo in un piccolo hotel e ti porterò a vedere il sole di Mezzanotte.
Te l'avevo promesso e io le promesse le mantengo sempre -
In quel momento scoppiai a piangere dalla commozione e la strinsi forte a me.
Era davvero uno dei regali più belli che avessi mai ricevuto.
- Ringrazia che il trucco è waterpoof o a quest'ora saresti morta - bofonchiò immersa nel mio abbraccio.
- Dai su, ora è davvero arrivato il momento di andare! - e giuro, in quel momento, non avrei voluto essere in altro luogo se non con lei.









Spazio autrice
Non ho molto da dire se non che finalmente stiamo entrando nel pieno della storia!
Nel prossimo capitolo succederà un avvenimento che sconvolgerà completamente la nostra povera protagonista :-)
Ora scappo che sono in un ritardo assurdo, ma visto che dovevo già aggiornare Giovedì non mi pareva il caso di far aspettare ancora.
Spero che il capitolo vi piaccia, lasciatemi un commento per farmi sapere cosa ne pensate!
Grazie per il supporto.

See you soon!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Licantropi / Vai alla pagina dell'autore: Sheryl_