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Autore: LadyFrenny    21/08/2015    2 recensioni
Una storia dedicata a tutti i miei amici. La parte divertente? faro loro dei sondaggi a votazione, ed a seconda di ciò che risponderanno modificherò la storia hahahaha
Genere: Avventura, Demenziale, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Diario di bordo 11
                                                                                                                                         60° giorno 

Caro diario,
Il peggio è passato eppure..
Hai un fazzoletto? Non ho voglia di scrivere ho solo voglia di piangere..
Siamo ripartiti tre giorni fa, spero che quando attraccheremo sulla nuova isola sarà tutto passato..

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-Amnesia?-
-A quanto pare- Rispose Panda.
I presenti non si spiegavano ciò, ma dopo aver visto un Calamaro satanico, un’isola viva e degli insetti posseduti tutto era possibile.
Lampo fermò i pensieri di tutti -L’importante è che sia vivo!-
-Non capisco come sia accaduto comunque-
-Shugar non puoi dare spiegazione a tutto- Si intromise Yomi la quale era seduta accanto al lettino di Desi.
-La motivazione rimarrà un mistero.. a meno che non ricordi qualcosa..- Disse Panda.
Soul era lì ad ascoltare in veste di guastafeste come suo solito -E se avesse voluto scordarsi di tutti quanti?-
-Sto zitto..- Un cazzotto era volato sulla sua testa.
-Quanto ci vorrà?- Chiese Shugar.
-Non lo so.. potrebbe nel giro di pochi giorni come non potrebbe ricordarsi più di nessuno-
Tutti rabbrividirono alle parole di Panda.
-Non provare a dirlo a Frenny con questa delicatezza- La voce di Yomi era minacciosa nei confronti del ragazzo.
-Lasciamolo riposare e basta- Lampo si alzò in piedi per lasciare la stanza.
Desi riposava finalmente dopo tanti giorni a girovagare nel nulla, in un letto comodo della cabina usata come infermeria. Un’altra persona dormiva beata un po’ più distante dalla stanza, quella persona era una ragazza raggomitolata nelle sue coperte a prendere calore.

Sulla nave era tornata la serenità, il tempo trascorreva come i giorni che pensavano di essersi lasciati alle spalle. Nell’ aria si sentiva una melodia, delle risate, il vento fresco, un odore di bruciato..
Nella cucina una coltre di fumo si impadroniva degli spazi vuoti, espandendosi a grande velocità in modo fastidioso. Le mani di una ragazza che stava per morire asfissiata, aprirono una finestra che dava sul ponte per permettere al nuvolone di fuoriuscire lontano dalla stanza.
-E’ esploso qualcosa?-
Shugar senza sorpresa spense una sigaretta arrivata alla fine nel posacenere, guardando le sue carte. Una bella scala pura di picche, sorrise.
La mano calò giù sotto gli occhi sgranati di Soul, il quale buttò la sua sul tavolo rassegnato e cominciò a sciogliersi sulla sedia.
-No! Mi si è bruciato il pesce nel forno!-
Yomi si buttò sul davanzale come un tappeto steso ad asciugare, respirava l’aria come un bene prezioso dopo essersi intossicata con le sue stesse mani.
-Insomma oggi si mangia?- Chiese Soul seccato.
La ragazza di tutta risposta disse -Vatti a fare un panino- E con ciò sparì nel fumo che ancora non usciva del tutto.
-Guarda, Se ne prepari un vassoio ci risparmi la fatica- Shugar si alzò dalla sedia.
Si diresse a cercare la sua valigetta con dentro il tabacco per farsi qualche sigaretta per il giorno, le aveva già finite tutte.

Le note gli scivolavano sotto gli occhi, Lampo leggeva con poca difficoltà il libretto sopra il piano con il quale riprodusse una melodia piacevole e rilassante, non toccava quei tasti da molto tempo sentiva le dita più rigide di quello che dovrebbero essere.
-Non dovevi preparare il pranzo?-
Il ragazzo sentì un ticchettare di tacchi alle sue spalle, senza scomporsi nè girarsi continuava a concentrarsi nella musica.
-Per poco non mi saltava il forno in aria, hai soldi per ricomprarne uno nuovo?-
-No per mia sfortuna, ma dobbiamo depredare qualcuno per sicurezza argh-
-che frase triste-
I due si fecero compagnia aspettando la cena offerta dal gentile Soul paninaro.

Una mano scostò dalla faccia qualche ciocca di capelli rossi per poi voltarsi a guardare il soffitto, dal che riposava rannicchiata di lato. Aveva dormito come un ghiro, la cognizione del tempo le scappava dalle mani, la sua finestra era chiusa e la camera scura. Una volta nella vita la fortuna girava dalla sua parte, invece di essersi beccata una febbre o una broncopolmonite se l’era cavata con un semplice raffreddore.
Soffiò il naso in un fazzoletto e cominciò a stiracchiarsi, sentiva che le forze tornavano a scorrergli dentro.

-Allora?- Lampo picchiettava le dita sul tavolo impaziente.
-Ecco ecco-
Il povero Soul correva su e giù per la cucina per dei.. Panini.
-Ho fameeeeee- Sbraitava Yomi.
-Se ti impegnassi un po’ di più in cucina noi potremmo mangiare e tu non ti lamenteresti-
-Shugar, conosci la parola “ti stampo un cazzotto in pieno viso”?-
-A me sembra una frase..- -No fidati, quando arriva in faccia è tutta una parola-
-Ragazzi ragazzi calma, non ho forza per reagire..- Lampo poggiò il mento sul tavolino su cui prima picchiettava con le dita.
-Fattoooooooooooo- Il tono di Soul era il solito tono di un bambino felice.
-Fina….lmente- Shugar osservò il vassoio.
Straripava di panini enormi con lo stesso condimento: Insalata, patatine fritte, pomodoro, salsa, hamburger bruciato e per chi voleva dei salatini piccanti.
Yomi osservava le patatine prese da qualche busta in dispensa -Sicuro non sia tossico?-
-Meglio del tuo cibo baby- disse addentando un panino.

Si girava, rigirava, ancora, ed ancora, non prendeva sonno. Aveva dormito anche troppo, non era tipo da rimanere così a lungo in panciolle. Cercava di ricordare qualcosa, ma nulla riaffiorava nella mente, più si sforzava e più gli veniva mal di testa. Cosa ci faceva ancora nel letto?
Con un balzo calò energico, fece un po’ di stretching veloce chinandosi verso le gambe e poi si guardò attorno. Sul tavolino su cui erano posate delle scartoffie vi era un vaso di vetro, conteneva dei fiori ben curati saltando subito all’occhio e questo perché di solito fra una tappa ed un’altra si seccavano. Qualcuno piccolino rosa che riempiva il vaso e poi tre rose bianche.
Quel bianco o in particolare la rosa, gli fece tornare in mente la ragazza ma diversa da quella che aveva incontrato. Era sorridente, coperta da un vestito candido come quel fiore, solo che quel ricordo tanto lontano non era messo a fuoco, non gli sembrava nemmeno suo.

“Non ho mai fatto caso alla morbidezza di questo letto, nemmeno di quanto fosse caldo” Frenny pensava questo mentre stringeva in un abbraccio il suo piumoncino tanto desiderato.
Tutti abbiamo delle cose, le usiamo, le guardiamo, diamo per scontato che ci siano e che possiamo averle sempre con noi. Solo quando ti rendi conto che tutto può sparire senza preavviso riesci ad apprezzare le piccole cose che hai tutti i giorni, magari quel vestito tanto odiato o antipatico che non avresti mai messo, poi a riguardarlo ti accorgi che non era così brutto come lo ricordavi.
La ragazza scese dal letto senza fretta ed aprì l’armadio che aveva di fronte al letto, c’erano dei vestiti ordinati in pile diverse. Prima le cose più usate e poi quelle che non avrebbe messo mai, ovviamente fra quelli più usati c’erano vestitini neri o maglie blu, cose molto scure come le piacevano, più in là dei vestiti colorati che non aveva mai indossato da quando era partita, forse. Di fronte ad uno specchio si infilò una canotta grigia che le copriva i pantaloncini già indossati. Era dimagrita in quei giorni, però non notò quello, le venne da ridere perché quella canotta mai messa l’aveva rubata a Desi senza che lui si opponesse. Per paura di “consumarla” o di perdere il suo profumo ancora lì l’aveva lasciata a far polvere tra i panni.
Era giunto il momento di indossarla.
-Arrivo!-
Qualcuno aveva bussato alla sua porta, forse Yomi con la solita cena per non farla stancare troppo ad uscire.
-Ciaoooone-
Frenny scoppiò a ridere nel vedere quella figura buffa bussare alla sua porta.
-Ciaone- Rispose in fine.
Il ragazzo aveva i capelli scompigliati, probabile non si era visto allo specchio prima di uscire dall’infermeria, aveva un maglione enorme a dosso e dei pantaloni altrettanto enormi, forse aveva ancora freddo ma tutto ciò lo rendeva adorabile agli occhi di lei.
-Cosa ti spinge da queste parti prode marinaio?- Disse con tono scherzoso.
-Cosa?- Desi non poteva dire ciò che gli girava per la testa, un sentimento simile alla timidezza glielo impediva, era dannatamente difficile. -Hem..cosa..- si guardava in torno spiazzato in evidente disagio.
-hum dimmi, ti sei ripreso?-
-Oh sisi! Si..si.. e tu? Come ti senti?-
Frenny sorrise nel vedere che si era spicciato -oh, io sto benone! Devo ringraziarti per avermi salvata-
Il sorriso di lui si allargò sulle labbra -Stai scherzando? Sei tu che hai salvato me-
Non capiva cosa intendesse con quella frase, ma un piccolo formicolio nel cuore testimoniava che le faceva più che piacere.
-Per te!- Disse porgendole una rosa bianca che nascondeva dietro la schiena.
La ragazza la prese stupita di quel gesto, era la seconda rosa bianca che le regalava, questa volta cambiava solo la sua espressione nel dargliela ma gli occhi, i suoi occhi, erano sempre quelli.
-Ti sei.. ricordato?-
-hum? No! - Rispose senza indugio.
Non poteva dirle che si era ricordato solo di lei, per un breve periodo, quel fastidio che sapeva di imbarazzo era sempre lì con lui, non sapendo come affrontarlo. -Oh.. nulla..- disse dispiaciuta.
-Andiamo a prendere aria fuori?- Desi le diede il gomito sperando lo afferrasse.
Prese al volo un giacchetto sulla sedia e lasciò la rosa sulla scrivania -Certo!- rispose afferrandolo per camminare a braccetto con lui.

Sul ponte l’aria si era rinfrescata dopo che la notte giunse, non si vedeva molto ma la luna regalava la visibilità indispensabile ai due ragazzi che uscirono allo scoperto.
-Accidenti che bello questa sera-
Frenny osservava il cielo tutt’uno col mare, limpido, coperto da stelle luminose e la luna piena che si specchiava vanitosa.
-Sono belle vero?-
Desi si affacciò dalla ringhiera al fianco della ragazza, entrambi accarezzati dalla brezza marina che gelava naso ed orecchie.
-Erano giorni che non vedevo un po’ di luce in cielo- Sospirò rassicurata.
-Quel posto era davvero oscuro- aggiunse lui.
Era più attratto nel vedere la ragazza che il cielo. Lei appoggiò la testa sulla sua spalla, sentiva di poterlo fare ed erano anni che immaginava di riuscirci, ora non l’avrebbe scansata.
Quel giorno, quella notte particolarmente bella, lei aveva posato la sua testa sulla spalla del ragazzo di cui era innamorata, dopo tanta angoscia, quel gesto insignificante, sembrava qualcosa di immensamente fantastico, e lui? Lui era rosso in viso, silenzioso, che sperava non si muovesse da quella posizione per le restanti ore notturne.
Allungò un braccio piano sperando di non darle fastidio, passando sopra la sua spalla, il suo braccio, arrivando a stringerla a se sempre più forte.
Un momento che non doveva cessare per nessuno dei due.
Sentirla vicino così tanto, gli fece scattare qualcosa dentro, una sensazione strana, qualcosa di famigliare. Lo aveva già fatto? Non ricordava, voleva, la stringeva ancora.
-D..Desi?- lo chiamava la ragazza, ma non la sentì subito.
-si? Dimmi!-
-Mi stai facendo un po’ male..-
Il ragazzo allentò la presa, non si era accorto di averla stretto così tanto, non voleva farle del male eppure non se ne era accorto.
-tranquillo non fa nulla- Gli sorrise lei guardandolo dolce.
Abbassò lo sguardo -Senti..-
-Dimmi-
Desi prese un respiro scacciando le emozioni fastidiose -E’.. una cosa delicata..sicura posso chiederla?-
-Ti ascolterò sempre- lo rassicurò.
-Bene.. per caso.. noi due andiamo a letto assieme?- chiese senza mezzi termini.
La ragazza arrossì di colpo, si scansò dall’abbraccio e lo guardò stupita.
-Come.. come ti è venuto in mente?!-
-Oh non volevo agitarti! Cioè.. aspetta.. no è che-
Non sapeva arrampicarsi sugli specchi, doveva dire qualcosa prima che rovinasse tutto -Ho ricordato! Cioè ho ricordato.. eravamo a letto assieme.. bhè sai..-
-..cosa? ..-
- Non sono tanto sicuro del motivo..però ricordo, solo quello.. scusa magari mi sono sbagliato.. sarà stato qualcosa tanto per, vero? Hahahha-
Il ragazzo rideva, forse si era spicciato dalla situazione imbarazzante, come poteva una bella ragazza come lei frequentarlo?
Forse era una notte di poco conto con nessun valore. Magari una serata di “divertimento” segreto, Solo dopo si accorse dell’espressione scura di lei, aveva detto qualcosa di sbagliato?
-Tutto bene?-
Le aveva mentito.. mentito su quello che era accaduto.. aveva evitato di dirglielo per non farla soffrire?
-Quindi è questo che pensi..- Non le usciva altro da dire, aveva perso tutte le parole su qualche strada di ritorno per lo stupore.
Le aveva mentito su quello che era successo, il suo intento non era stare con lei, lo aveva preso come uno svago ed infine quella frase.. “Credo di Amarti”.. faceva parte del gioco?
-Hei ragazzi finalmente, ‘sti panini a far su e giù sono diventati ghiaccioli-
Yomi aveva un vassoio in mano con qualche panino tragico di Soul, ma qualcosa non andava.
Frenny guardava a terra accarezzandosi un braccio dal disagio, Desi di fronte a lei in panico come se volesse uscire da una situazione spiacevole. La rossa le passò di fianco senza dire nulla diretta in camera sua, cosa che turbò la terza arrivata.
-Cosa le hai detto?-
-io.. non lo.. cosa ho detto?-
Inevitabilmente, al ragazzo spettava una nottata in bianco e non solo a lui.
   
 
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