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Autore: Darktweet    21/08/2015    1 recensioni
Un gruppo di ragazzi ottiene poteri da un magico libro senza sapere il perché: ma giorno dopo giorno, i poteri li metteranno sempre più in pericolo.
Solo quando vengono convocati nel regno celeste comprendono ciò che devono fare: ritrovare il major flux (l'ordine superiore).
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Scontro con la regina


Sabrina sbuffò. Il teletrasporto era una delle qualità magiche che sapeva utilizzare di meno. Solo perché si ostinava a non imparare per bene quelle formule arcane in latino o sanscrito. O meglio, le magie, incantesimi o quello che erano, li doveva sapere, altrimenti non sarebbero mai riusciti: era una qualità interiore, per meglio dire. Gli altri ragazzi però per essere più precisi avevano imparato per bene delle formule magiche, scritte dall’amico Randall in una sorta di quaderno-grimorio.
Sabrina si alzò, scosse la tendina rossa del camerino e uscì. Si guardò intorno e, dalla numerosa folla e dai vestiti variopinti, Sabrina riconobbe l’interno del secondo piano di Benetton, l’unico negozio del centro commerciale che possedeva quel numero di magliette e pantaloni di sola tinta unita.
Un ragazzo dall’aspetto goffo la guardò stupito.
“Cosa c’è da guardare?” sbottò Sabrina. Sarà per la sua bellezza, per l’indossare un attillato costume oppure per essere uscita dal camerino del reparto uomo del negozio?
La ragazza si inoltrò per il negozio, cercando l’uscita. Una volta fuori, si ritrovò all’interno del capannone nord del centro commerciale, quello che ospitava tutti i suoi negozi preferiti: da Benetton ad H&M fino ai prestigiosi Louis Vuitton e Gucci (peccato che per quest’ultimi, lei si limitasse al vertina-shopping, l’arte di desiderare ciò che c’era in vetrina).
Prese dalla tasca quello che sembrava un auricolare. Il genio del gruppo i Randall, aveva costruito pezzo per pezzo degli auricolari particolari forgiati con la magia, capaci di mettere in comunicazione gli amici anche durante un duro combattimento. Perché era questo quello che facevano: combattevano.
“Come si mette questo coso…?” mormorò la ragazza, trovando sempre difficoltà con la cuffietta.
“Bzz… bzz.. Mi senti?” La voce di Randall fuoriuscì dall’auricolare, che la rese più metallica.
“Randall, sono nel centro commerciale. Non sento urla, se non quelle per il 70% di sconto da H&M!” esclamò Sabrina, un po’ infastidita: erano infatti gli ultimi giorni di saldi e lei rimandava sempre il supergiorno delle spese con l’amica, ora per gli allenamenti di pattinaggio, ora per qualche… intoppo strano.
Randall sospirò.
“Guarda che il mio computer non sbaglia mai, lo scanner olo-bionico di energia avverte che lì, oltre alla tua, è presente altra energia.” Disse il ragazzo.
“Il tuo olocoso si sarà sbagliato!” esclamò la ragazza, camminando per il centro commerciale, mentre la gente che passava la guardava sempre di più.
“Sono bella lo so!” sbottò Sabrina in risposta dei vari sguardi, agitando i capelli ricci, provocando risatine.
La ragazza continuò a camminare per il centro, ma non c’era nulla di strano. Dopo una mezzoretta di sopportazione (sopportava un po’ la fame, un po’ l’essere andata al centro commerciale per non comprare nulla), Sabrina uscì fuori dal centro commerciale.
“Coso, mi senti?” fece la ragazza.
“Forte e chiaro.” Rispose il ragazzo, che evidentemente masticava qualcosa.
“Cos’è mangi?!” esclamò infastidita Sabrina.
“Cotoletta” fece il ragazzo, masticando.
“Senti non c’è niente qui.” Sbottò Sabrina. “Torno a casa.”
“Il mio computer non sbaglia mai! Sei sicura che…” mormorò il ragazzo, poi si fermò.
“Si ti ho detto che…” iniziò Sabrina, ma poi fu subito interrotta dal ragazzo.
“Bree, il computer rileva oltre la tua, un’energia all’interno del centro commerciale e una… una che beh proviene da sotto.” Fece il ragazzo.
Nemmeno a dirlo, e poco dopo si avvertì una piccola scossa, seguita da una esplosione.
“Ahh!” urlò la ragazza. Proprio una decina di metri da lei, nel bel mezzo del parcheggio del centro commerciale, si aprì una frattura, dovuta all’esplosione, che fece saltare in aria delle automobili.
Si sentirono forti rumori, scricchiolii e grandi passi.
Il tempo che il fumo si sparse intorno, e Sabrina riuscì a vedere.
Dalla frattura, si creò un buco che sembrava profondo. E da lì fuoriuscirono quelle che sembravano grosse formiche, grossi scarabei ed enormi vermi.
Sabrina rimase impietrita. Non era la prima volta che vedeva cose del genere. Qualche mese prima, infatti, assieme ai suoi amici, sconfissero l’esercito d’ombra di Re Clanves, re delle Isole Solitarie, isole celate nel Triangolo delle Bermuda. E spesso capitava che quei mostri, rimasti senza padrone, ritornassero in giro, quasi per vendicare il proprio signore, rinchiuso nelle Fauci (il regno dell’esilio, posto nel centro della terra).
Ma questa volta i mostri erano diversi: avevano sembianze di insetti ed erano guidati da una donna seduta su quella che sembrava la formica regina.
“Eccoci nel regno della Terra!” esclamò la donna o quello che era. Aveva sembianze di donna, ma era vestita da un nero tessuto simile a ragnatele, ed era dotata di otto braccia. Con se aveva una sorta di copricapo argentato e brandiva una lancia che brillava di un cupo ocra.
Sabrina rimase impietrita. Quella era una vera e propria invasione.
“O Terra! Rendici ciò che è nostro!” esclamò la donna.
La ragazza si fece coraggio. Raccolse a sé la sua energia e invocò un’onda di fuoco, che scaraventò contro la formica gigante più vicina, che appena colpita girò e cadde all’indietro.
“Chi è la?!” esclamò la donna.
“Ci sono uomini, donne e bambini indifesi. Ho già combattuto mostri d’ombra. Io sono la gemma del fuoco. Sono Ignis Stream!” esclamò Sabrina. Ora i suoi occhi brillavano di rosso.
“Cosa vedo? Una ladra!” esclamò la donna, indicando la ragazza. La donna scese dalla formica regina e si diresse verso Sabrina. Ora che poteva osservare meglio, le sue mani sembravano grosse chele.
“Sono Vyseres, regina del primo livello del Regno di Sotto!” esclamò la donna. “Gemma di fuoco. E’ quello in tuo reato!”
Sabrina non capiva cosa intendesse la regina con reato.
“L’unico reato è la vostra presenza! Andatevene!” esclamò Sabrina.
“Non prima di aver ottenuto ciò che è nostro!” esclamò la regina. “Distruggete tutto!”
Appena ordinato, l’esercito della regina iniziò a schiacciare e distruggere alberi, automobili e ciò che aveva attorno.
Le urla delle persone aumentarono sempre di più.
“Ci sono dei civili qui!” esclamò Sabrina. Levò una grande barriera di fuoco tra le persone del centro commerciale e l’esercito della regina.
“Il fuoco ci può fermare. Ma sappiamo chi sei.” Esclamò la regina.
Dei grandi ragni si avvicinarono alla ragazza, che in preda al panico, lanciò loro ondate di fuoco, per poi passare alla lava incandescente.
“Sei un vero lanciafiamme.” Commentò la regina, avvicinandosi sempre più alla ragazza.
“Ma vediamo come spegnerti!” esclamò. E la lancia color ocra si illuminò sempre di più. E in un attimo, Sabrina fu ricoperta di roba appiccicosa, che sembrava una grossa ragnatela nera, che man mano si avvolse sempre più alla ragazza.
Sabrina tentò di evocare le forze del fuoco, ma inutilmente, più si divincolava e più la morsa si stringeva.
Evocò le proprie forze, appena in tempo per farfugliare “Aiuto…” sperando che Randall la sentisse. 
   
 
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