Personaggi: Tom O. Riddle; Evan Rosier
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments
Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Genere: Introspettivo
Rating: Giallo
Introduzione: Tom O. Riddle durante il percorso a Hogwarts, sulla strada della scoperta e della comprensione: la magia dà potere o è potere?
NdA: in questa storia, visto che la cronologia dice molto poco sulla data di nascita di Evan Rosier, ho ipotizzato che il personaggio fosse coetano di Tom ed è il motivo per cui figura nell'ultima drabble. Quando ho concluso la raccolta mi sono resa conto di una somiglianza di alcuni aspetti con la flashfic di Ladyriddle Al di là del bene e del male (poiché l'ho letta e valutata per un contest, mi è venuto il dubbio che nella stesura della mia storia fossi stata involontariamente condizionata da questa lettura e mi fossi dunque ispirata. Nel dubbio, preferisco segnalarla e invitarvi anche alla lettura, perché merita!)
Era il potere
I.
Carezzi la divisa consunta, le dita bruciano d’eccitazione e vergogna al contatto con la stoffa.
Assapori il primo pasto di Hogwarts, i denti triturano, la lingua guida, il palato s’acquieta dopo dieci anni di costrizioni.
Ascolti i borbottii malevoli dei compagni di Casa, i timpani pulsano furiosi e memorizzano ogni sillaba.
Osservi il fiero serpente sullo stemma cucito in petto, l’ammaliato sguardo rintraccia qualcosa ch’ancora non sai comprendere.
Annusi le spire di fumo emanate dal tuo calderone, le narici fremono estasiate – la magia crea, distrugge, ti chiedi se possa dare potere o se sia il potere, un confine così sottile.
II.
Una studentessa è morta – l’eco della condanna ti perseguita.
T’eri illuso di vedere schiere di maghi e streghe riconoscere in te, estasiati e devoti, l’atteso erede di Salazar Serpeverde, invece, sono tutti alla ricerca di un colpevole da punire.
Sciocchi.
Non hanno voluto inchinarsi, né riconoscere i tuoi meriti. Solo ora comprendi: la magia è potere, ma non per tutti, poiché in troppi son incapaci di percepirla scorrere dentro di sé – a sorreggerli –, fuori di sé – a proteggerli –, intorno a sé – a incoronarli padroni del mondo intero.
La magia è potere, ma non per i comuni esseri umani.
III.
“Dicono che diventerai Ministro della Magia.”
“Dicono molte cose.”
“Tutte sciocchezze.”
Concedi alle labbra un sorriso malevolo, la bocca di Evan fa altrettanto, inorgoglita dal tuo assenso. Indirizzi gli occhi scuri al cancello di Hogwarts che si chiude per l’ultima volta alle tue spalle.
“Credo che inizierò dal basso, magari come commesso.”
“Commesso?”
Percepisci stupore, incredulità, indignazione – te ne compiaci. Non rispondi, è sufficiente l’espressione assunta a placare la perplessità di Evan – c’è un fine, sempre.
La magia è potere, potere per te che hai smesso le vesti del comune essere umano per essere più del comune, più dell’umano, Voldemort.